La passerella panoramica ai Piani Resinelli (LC): un trapezio di ferro sospeso a svariati metri di altezza per un belvedere su Lecco e i suoi laghi.
A picco sul lago
(in tutti i sensi)
E’ stata la Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, ente proprietario del Parco del Valentino dal 2002, a realizzare al Belvedere una passerella panoramica che esce a sbalzo per circa 12 metri con un suggestivo panorama a picco sul lago.
La passerella si trova nel Parco del Valentino. Il sentiero parte dai Piani Resinelli, dietro al grattacielo (è molto semplice da trovare perché è l’unico condominio enorme che si vede). La passeggiata è molto tranquilla, adatta per famiglie e anche per chi non è molto abituato a camminare. In 30 minuti si arriva!


Queste le domande più frequenti secondo l’azienda locale del turismo:
La passerella panoramica è visitabile?
Sì, la Passerella Panoramica è visitabile. La struttura è aperta ad accogliere i visitatori.
Ha degli orari di apertura?
No, la Passerella ai Piani Resinelli è visitabile 24 ore al giorno, tutti i giorni della settimana.
Visitarla è gratuito?
Sì, la visita è gratuita e senza limiti di tempo, giorni e orari.
E’ accessibile anche con carrozzina e per utenti con disabilità motoria?
Sì, la passeggiata per raggiungerla è piuttosto semplice ed è percorribile anche con passeggino/carrozzina. La visita sulla Passerella può essere fatta anche da persone con disabilità motoria, purché accompagnate.
E’ pericolosa per i bambini?
La Passerella è a strapiombo nel vuoto, per cui i bambini devono essere accompagnati da un adulto che li sorvegli con attenzione.
Può salirvi sopra un cane?
È consentito l’ingresso ai cani, anche se le vertigini dovute all’altezza potrebbero mettere l’animale in difficoltà.

La passerella panoramica, però, è soltanto uno degli interventi realizzati al Parco Valentino e finanziati da Regione Lombardia nell’ambito della Strategia di Sviluppo Locale “Valorizzazione turistica delle Valli Prealpine della Provincia di Lecco: Grigne, Valsassina e Pian dei Resinelli”. Contemporaneamente, infatti, è stato sistemato il sentiero alto per il Belvedere ed è stata sistemata la foresteria di Villa Gerosa.
“La foresteria, ovvero la casa del custode, è stata sistemata e attrezzata con 14 posti letto e sarà possibile affittarla ad associazioni oppure oratori, comunque piccoli gruppi di persone – ha spiegato il presidente della comunità montana Carlo Greppi –Anche la strada che porta al Belvedere è stata sistemata e ora è percorribile con le carrozzine“.

Considerazioni
Ancora una volta l’uomo ha voluto essere al centro di un quadro naturale, inserendo a fine “valorizzativo”, e quindi commerciale, un proprio “marchio”, sia pur ingegnoso ma comunque ben invasivo, che necessariamente va a insistere con deplorevole risultato sulle bellezze naturali e sulla loro grandiosità. E’ bello ciò che si vede dal Belvedere del Forcellino, ma si pretende sia ancora più bella la costruzione umana: la cui inutilità e protervia sono evidenti e dove la sottolineatura diventa più importante di ciò che è sottolineato. Nell’ambito di una cultura turistica che tende a mandare a picco il territorio quanto noi stessi.

Facciamo pertanto nostra la riflessione di un gruppo di cittadini, pubblicata da lecconotizie.com il 14 luglio 2020:
“Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un gruppo di cittadini in merito ai lavori di valorizzazione che la comunità montana sta effettuando ai Piani Resinelli. La riflessione, in particolare, riguarda l’intervento di sistemazione dei sentieri del Parco Valentino e la realizzazione di una passerella panoramica al Belvedere.
“Siamo un gruppo di cittadini che frequenta abitualmente i Piani Resinelli. Vedendo i lavori che la Comunità Montana Lario Orientale Val San Martino sta effettuando al Parco Valentino e al Belvedere ci è sorta una domanda: era davvero necessario?
Premesso che siamo tutti d’accordo con la valorizzazione dei Piani Resinelli, siamo rimasti stupiti dall’impatto delle opere che si stanno compiendo per la sistemazione dei sentieri che portano al Belvedere sul Coltignone e per la realizzazione di una passerella panoramica. Perché intervenire in maniera così invasiva in una zona che già funzionava così bene? Inoltre non crediamo che in quel punto una passerella panoramica possa aggiungere qualcosa in più a un panorama già molto bello.

Probabilmente quelle risorse potevano essere destinate a interventi di manutenzione, magari meno visibili, ma di certo essenziali. Basta fare il giro dell’anello per avere un esempio di come sono trascurati i Resinelli: guard rail da rifare, erbacce, segnaletica vecchia, carenza di cestini e il problema dei rifiuti ormai diventato cronico. O ancora, al Parco Valentino c’era un percorso salute creato a metà degli anni ’80 che ormai è inutilizzabile a causa dell’assenza di manutenzione. Oppure pensiamo alle strade piene di buche che ormai scoraggiano i ciclisti a salire nel luogo che, non dimentichiamolo, nel 2012 ospitò un arrivo del Giro d’Italia. Per fare un altro esempio, sempre lungo la strada che sale da Ballabio, poco prima di arrivare al piazzale, sotto il Nibbio, era caduto un masso: per tre anni c’è stato un restringimento di carreggiata delimitato da alcuni new jersey di cemento che adesso sono stati spostati sul prato sovrastante, ci chiediamo che senso ha?
Attraverso questa lettera speriamo di condividere una riflessione nata dalla preoccupazione nel vedere stravolti alcuni sentieri e porzioni di bosco (ci auguriamo in maniera non irreparabile) di luoghi “storici” come il parco Valentino e il Belvedere. Va bene la valorizzazione del territorio ma forse, in questo caso, sarebbe stato meglio cominciare dalle cose più semplici…”.
Lettera firmata.
Trattasi semplicemente di
#cagatapazzesca
92 minuti di applausi e smantellamento del manufatto assieme all’econostro a più piani.
“Sogno di una sera di mezzo autunno”, originale in genovese con sottotitoli in brianzolo
Proprio quello che serviva ai Resinelli: una “corazzata Potiomkin” per incrementare ancora un po’ la quantità di merenderos che la infestano il sabato e la domenica.
Bello e discreto anche l’intervento nel bosco per adeguare il sentiero
15@esimio prof. ………………Pensavo gognablog fosse un posto dove si potesse dire (firmandosi)la propria opinione.Invece mi trovo sulla Settimana E. con i quesiti della Susy.
Soluzione;
Casella f 5 appena sotto il bigodino della signora.
Il ramo da dove canti lo conosci.
P.s. nato non trapiantato.
Per fortuna si puo’anche demolire megaresort di cemento o passerelle o impianti di risalita diventati antieconomici o lesionati.Nel PIL rientrano anche le attivita demolitive e di riciclaggio anche se basta un decretodidivietoutilizzoe unnastro bicolore .E’più difficile trovare chi paga una demolizione..(sempre a carico di tasse??o la proprieta’ ultima andata af allimento?) esempio:
https://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2021/08/19/news/la-seggiovia-di-frassene-a-voltago-e-ai-titoli-di-coda-1.40613204
Dopo decenni di patata bollente passata di mano:mancano riscontri sulla partenza e avanzamento dei lavori, dato che si lamenta carenza di operai e periti edili, o preventivi ballerini a causa di aumenti di materie prime , energia, carburante
Come molti sanno, ai Piani Resinelli, dove viveva peraltro Cassin anche se un po’ più defilato, c’è uno degli ecomostri più noti d’Italia. Un condominio di 11 piani ispirato all’architettura della periferia Milanese negli anni del boom. La sua vista ha allietato e allieta tutti quelli che scendono da quel versante della Grigna magari dopo una bella giornata di arrampicata. La sua sagoma si staglia indelebile alla magica luce del tramonto, Come tutti i manufatti umani è frutto di una certa cultura, in questo caso una visione un po’ datata del turismo mass market di mezza montagna (Piani Resinelli è stata svilppata e venduta in quegli anni ad un pubblico specifico) e di un certo gusto estetico. E non parlo solo del condominio ma anche di ciò che lo circonda. La passerella non mi meraviglia dunque. Ciò che mi meraviglia vedendo la foto (andrò a vederla dal vivo la prima volta che ritorno in Grigna) è che non ci sia stato, non dico un cambiamento culturale ( ce ne vuole di tempo purtroppo per cambiare la cultura della parte predominante di una comunità) ma neppure un aggiornamento. Lo stile del manufatto è in linea con quello del condominio: architettura popolare urbana anni 60/70. Anche nell’ambito delle iniziative più spudoratamente commerciali c’è stata un’evoluzione dei materiali e degli stili: più legno, più vetri, più alluminio, più leggerezza….Qui no, ferro e puro stile ponteggio della Falk. Che tenacia! O forse si voleva mantenere quella che i critici chiamano pomposamente “continuità stilistica” ? È vero che resistere e ripetere sempre lo stesso schema (vedi le discussioni su questo blog) è umano, rassicura e rinforza l’identità personale e collettiva ma è proprio un destino ineluttabile?
Antonio Mereu è un sardo trapiantato al nordest soprannominato Albert. Ma non sempre.
Bigodini? No grazie, mi dia un’occhiata allo spinterogeno.
In un comune c’è chi vuole la passerella panoramica e chi vuole i sentieri. Et voilà, un sindaco accontenta entrambi. Cos’è giusto fare tra le due cose? Chi lo sa è un idiota.
Su effettiva a rappresentativita’del voto, delle deleghe conferite ad una sola persona che ne concentra, sugli orari notturni di prima convocazione(maggiorqanza 2/3) al fine di ridurre il quorum nella seconda ad 1/3 degli aventi diritto, basta vivere in un condominio.Il rispetto apparente delle regole del codice in merito a volte non e’sostanziale. Figuriamoci in piu’ alti consessi.Consulterei il web (quello utile e pure diversi siti )su”sistemi elettorali e rappresentativita’ ” due concetti che non sempre lavorano in accordo tra loro e con l’interesse della collettivita’.
Hai. Hai.
Con la risposta del sussidiario non si va avanti.
Si resta.
Dove tutti comandano, nessuno comanda. Dove nessuno comanda, tutti sono schiavi e nessuno risponde a nessuno.
Il masso è un fatto minore rispetto alla posta. Che sia rimosso come credi.
Concentrati sul masso si perde la luna.
Alza il livello.
Non si può più fare con il voto. 70 anni di protodemocrazia mai ascesa, sempre discesa, forse sono utile campione di riferimento.
Premesso che gestire(bene) un comune o un territorio di montagna sia impresa ardua e non priva di insidie (quasi come scalarla) e dipende non sempre dalle singole amministrazioni e da chi compone in qualita di consiglieri le riunioni ,bensì da tutta la comunità che desertifica le assemblee e che poi a frittata fatta si fa viva sul “terrazzino” dei social.
Secondo il mio modesto parere i fondi europei in materia d ambiente sarebbe doveroso gestirli meno a favore di imprese e architetti che devono tangibilmemte lasciare un loro segno e guadagnarci e investire piu nella corretta conservazione ambientale..ma la fretta ( imposta dalla burocrazia europea)nella spesa del pubblico denaro obbliga chi decide a scelte poi molto criticabili sul suo uso(insomma non tornano in utili!).
Rispondere al quesito sotto del Sig. Gallesi non e’ facile ;sono convinto che ogni periodo storico ha visto persone +o – discutibili e con problematiche diverse ( vedi per es. l odierno spopolamento ) le speculazioni sul bene di tutti c’erano eccome e spesso la gente di montagna era troppo occupata a tirare la carretta o non aveva la cultura per mettere dei giusti paletti. Ora che invece siamo pieni di giovani laureati, attraverso queste opere trovano una ragione d’ essere e vivere… metteranno anche le gigantopanchine firmate a zero paletti ma con milioni di like.
Bravo. E la risposta qual è? Chi decide cosa fare, non so, domani quando un masso sta per cadere sulla strada del lago?
Il piano storico si genera da quello spirituale filosofico.
La storia dell’andate a votare allude che senza cambiare spirito la filosofia resterà quella che ha generato i problemi che a parole ci orrificano e di fatto alimentiamo.
Continuate a votare si traduce quindi con prendete coscienza che così non va, che l’aggiornamento che dobbiamo realizzare in noi è di un livello estraneo a quello che critichiamo, che l’impegno sta nel realizzare una cultura altra. Che giudicare tutto ciò utopia è esattamente quello che serve per non realizzarla.
Lorenzo, una domanda seria. Dei lavori (manutenzione, ecc. ecc.) li decide una amministrazione. Se seguiamo il tuo consiglio (non votare) chi diavolo mai deciderà e farà qualcosa? Davvero, vorrei capire.
La cultura consumistica, mercifica la natura, sfrutta il mercato delle emozioni, brucia il patrimonio di purezza.
Continuate a votare.
Come per tanti”ponti tibetani “con funi di acciaio, putrelle e basamenti di cemento..i soldi per costruire si trovano..poi quando occorrera’ la manutenzione o ripristino dicomponenti o riparazione, un bel cartello di divieto e la castagna rovente passera’ a future amministrazioni.
Le cosiddette passerelle panoramiche sono l’apoteosi dell’idiozia: un simbolo dei tempi moderni.
Ma, chiedo a chi vive sulle montagne, com’erano gli amministratori dei vostri luoghi qualche decina di anni fa? Erano peggio, o erano meglio, o sono sempre state persone discutibili?
Lo chiedo con sincera curiosità pensando, non tanto alla passerella in questione, quanto agli altri problemi irrisolti o accumulati?
Obbligatoria la foto a braccia alzate ( consigliosotto fondo- Reach up for the sunrise -dei Duran&Duran), previa depilazione e deodorante .Rito estetizzante e pure arieggiante.
Ottimi gli itinerari percorribili con carrozzine joelette ( ci sono anche carrozzine cingolate elettriche che si potrebbero comprare e offrire a noleggio o in comodato gratuito con la stessa spesa di carpenterie e cemento armato e lavori stradali, utili pure su neve ) fatto N l’importo complessivo dei lavori di valorizzazione e X il costo di una carrozzina, si esegue”N divisoX” e si calcola quante carrozzine si possono offrire, magari gestite da una sezione Cai o da Azienda soggiorno o ONLUS o offerta aggiuntiva di noleggio e-bike) . Vedi web:”carrozzine elettriche cingolate”