Abbattimenti di Stato
Il 15 febbraio 2016 è circolata la notizia che il governo Renzi autorizzava l’abbattimento di lupi fino a un massimo di 60 esemplari all’anno. La bagarre scatenata ha provocato la frettolosa riunione del Comitato Paritetico del 17 febbraio, che si è conclusa con un rinvio dell’approvazione.
Il governo Renzi: sparate ai lupi. Presto sarà legale
di Alessandra Chello (pubblicato su www.ilmattino.it/, 15 febbraio 2016)
Roba da fare invidia alla più potente macchina del tempo. Qualcosa di surreale. In grado di produrre in un colpo solo un ibrido amarcord tra Medioevo e Far West. Il ritorno della caccia ai lupi.
Niente di nuovo, direte. Visto che di bracconieri e giustizieri fai da te ne è sempre stato omertosamente strapieno lo Stivale. E invece no. Perché stavolta andare in giro a impallinare esemplari di Canis lupus potrebbe diventare cosa assolutamente legale.
La proposta è tutta farina del sacco del governo Renzi. Il ministero dell’Ambiente e la Conferenza delle Regioni stanno mettendo a punto un piano eufemisticamente definito di conservazione e gestione del lupo. Il motivo? Semplice: risolvere senza tante storie il problema a quei plotoni di allevatori che ogni giorno piangono affranti continui attacchi alle greggi. Alla faccia dei decenni di crociate condotte per reintrodurre una specie che nel 1971 era quasi estinta. E alla faccia pure delle montagne di denaro speso nei programmi di ripopolazione. Adesso sono fra i 1.070 e i 2.452 gli esemplari che vivono sugli Appennini. Circa 200 sulle Alpi. Ma per il Paese delle contraddizioni sono evidentemente diventati troppi. E allora, vai di doppietta.
Nessuna uccisione «a priori» dei lupi ma l’indicazione di una soglia che consente l’abbattimento fino a 60 animali: si affretta a chiarire il ministero dell’Ambiente che smentisce anche un’altra chicca circolata nelle ultime ore. Vale a dire la legalizzazione del tiro al bersaglio anche dei cani randagi. Passando allegramente sul divieto fissato per legge nel 1991. Un punto sul quale per la Lega antivivisezione «si sconfina nella gestione del randagismo, con la previsione di soluzioni finali, cosa assolutamente vietata nel nostro ordinamento».
Sui social di mezzo mondo la rivolta del popolo animalista è già partita. Mentre dalle fila dei diversi partiti politici è già tiro incrociato di attacchi, polemiche e interrogazioni parlamentari. Nel mirino i ministri Lorenzin e Galletti. Sì, perché stavolta l’impressione è quella di un provvedimento irresponsabile messo su come rapida risposta al crescere di scomode tensioni sociali. In un Paese che sempre più spesso appare anestetizzato nella coscienza. Salvo commuoversi e indignarsi ipocritamente davanti alla lista degli animali in via di estinzione.
Insomma, prima di confezionare piani come questo, sarebbe meglio ascoltare chi queste meravigliose creature le ha studiate per davvero. Gli etologi. «Il lupo – dicono – non fa strage di greggi ma sceglie le sue prede tra i capi più deboli. Lo studio delle carcasse predate lo dimostra con chiarezza. Il lupo quindi contribuisce a mantenere in salute le popolazioni delle sue prede. Un’altra idea sbagliata è che il lupo attacchi l’uomo: assurdo. Il lupo rifugge l’uomo e le femmine lo insegnano subito ai loro cuccioli che impareranno perciò a starne alla larga». Altro che attenti al lupo…
A proposito: in questa proposta assurda chi e come avrà deciso che le vittime sacrificabili possono essere al massimo 60?
Dieci cose da sapere sul lupo, di Giuseppe Festa, autore del romanzo La luna è dei lupi (Salani Editore) – Disegni di Francesco Barbieri – info: www.giuseppefesta.com
Abbiamo guadagnato tempo, ma il rischio per la specie resta alto
(Comunicato stampa del WWF, 17 febbraio 2016)
Serve più tempo per riflettere e analizzare gli elementi di criticità; occorre un confronto più approfondito con tutti gli attori del mondo scientifico, sociale ed economico interessati alle problematiche di convivenza con la zootecnia. Questo il risultato della riunione tecnica del Comitato Paritetico che si è svolta oggi tra Ministeri e Regioni sul Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia.
Il lupo ha dunque ancora una chance di salvezza: le Regioni e gli altri Ministeri (Sanità e Agricoltura), infatti, dovranno inviare le loro ulteriori osservazioni al Piano entro il 26 febbraio per arrivare nel mese di marzo a una nuova riunione del Comitato paritetico. Questo lascia intendere anche un rinvio dell’approvazione definitiva del Piano stesso in sede politica da parte della Conferenza Stato Regioni.
Il WWF esprime grande soddisfazione per questo primo risultato che consente di avere più tempo per approfondire le criticità del Piano proposto dal Ministero, criticità che l’Associazione aveva evidenziato sia nel messaggio rivolto al Ministro che nella lettera inviata alle Regioni alla vigilia dell’incontro odierno.
Il WWF auspica che nei prossimi giorni si apra da parte dei Ministeri competenti e delle Regioni un nuovo confronto con le associazioni ambientaliste, agricole e tutti gli altri attori interessati per trovare punti condivisi sulle azioni necessarie per la convivenza tra lupo e attività economiche.
Per il WWF le soluzioni alternative agli abbattimenti di Stato ci sono e la convivenza con questo predatore è possibile: quello che è mancato finora è la volontà di applicare le strategie vincenti adottate con successo solo in alcune aree. E’ su questa mancata applicazione che, secondo il WWF, è sostanzialmente fallito il precedente Piano di azione per il lupo del Ministero.
Occorre per questo garantire un adeguato coordinamento tra tutti i soggetti istituzionali competenti e prevedere le necessarie risorse finanziarie per l’attuazione del nuovo Piano.
Il WWF proseguirà la sua Campagna #soslupo (www.wwf.it/soslupo) per scongiurare ogni ipotesi di applicazioni delle deroghe alla tutela del lupo in Italia. Quello che sta avvenendo sul territorio, infatti, è ancora gravissimo: si continuano a uccidere lupi, come dimostra l’ultimo macabro ritrovamento di un esemplare ucciso e appeso in Puglia vicino a San Giovanni Rotondo. Ogni anno sono circa 300 gli esemplari di lupo che in Italia restano vittime di bracconieri, incidenti stradali e trappole per ungulati.
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Difendere pastori e greggi senza uccidere il lupo è possibile? Esiste una terza via tra l’eliminazione fisica del predatore tornato sulle Alpi e la sua libera corsa senza limiti che mette in pericolo greggi e mandrie negli alpeggi? Come difendere i pastori in maniera intelligente, economicamente e ambientalmente sostenibile, valorizzando un pezzo fondamentale dell’economia delle terre alte?
Ruota attorno a queste domande il convegno che l’Associazione Bouligar di Ostana e il Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo Ciscal-Ficg con Uncem Piemonte e il Comune della Valle Po organizzano sabato 25 febbraio: “Lupo e pecora: la convivenza possibile. L’utilizzo del cane da guardia a difesa del bestiame d’alpeggio”. Cornice dell’evento sarà il Centro Polifunzionale “Lou Pourtoun” della Borgata Sant’Antonio a Ostana (CN), con inizio dei lavori alle ore 9.
“Il convegno – spiega Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana – intende presentare le possibilità derivanti dall’impiego dei cani anti lupo per la protezione del bestiame d’alpeggio, una soluzione da sempre adottata nelle zone in cui il lupo non è mai scomparso e con il quale si convive”.
“L’intento è quello di analizzare la questione lupo in modo chiaro e non strumentalizzato, con occhio immune da pregiudizi e illazioni”, sottolinea Lido Riba, presidente Uncem. L’evento vedrà la partecipazione di Ezio Maria Romano, esperto cinofilo che ha viaggiato tra Italia, Asia Centrale ed Est Europa per studiare ed approfondire le tecniche di utilizzo del cane a difesa degli attacchi da lupo, la testimonianza di allevatori che hanno adottato con successo tecniche di difesa, e l’intervento di esponenti politici e rappresentanti di associazioni di stakeholder.
Ezio Maria Romano è il presidente della Federazione Italiana Cani da Guardia che ha fondato il Cisca. “Per noi del Centro, i cani antilupo sono innanzitutto una grande passione e quando incontriamo dei pastori in serie difficoltà dovute alle predazioni – spiega Romano – cerchiamo sempre di aiutarli sia offrendo loro dei consigli su come gestire il bestiame al pascolo, sia regalando loro alcuni cuccioli o soggetti adulti di ottimi cani da gregge. Nessuno di noi predilige una razza canina piuttosto di un’altra, anzi, sosteniamo addirittura la tesi che siano proprio i ‘bastardi’ che accompagnarono per secoli i pastori di un tempo a rappresentare la vera soluzione contro il “moderno” predatore e non quanto prodotto nelle gabbie degli allevatori di città”. “Il concetto di ‘razza pura’, che attualmente si sta portando avanti, non ha il minimo senso se rapportato alle reali necessità della vita rurale, poiché qualsiasi cane di oggi non è altro che un sottoprodotto dei meticci che un tempo lavoravano al fianco dei pastori, come ben sanno i pastori più anziani, e disponevano di una dote molto rara ma indispensabile: non temere la presenza del lupo – prosegue Ezio Maria Romano – A noi piacciono i cani da pastore veramente capaci di saper difendere il bestiame, al di là dei club di razza, e ci schieriamo a favore del concetto che il lupo non vada ucciso, avendo anche lui il diritto di esistere sulla terra come tutti gli altri animali. Prima di tutto, però, vanno difesi i pastori e le loro greggi senza i quali la già fragile economia montana morirebbe, con conseguenze devastanti sul piano socio-economico ed ambientale”.
Errore grave, parlare di reintroduzione della specie Canis lupus,e sopratutto di soldi spesi per il ripopolamento, semmai i soldi sono stati spesi per il monitoraggio, la conservazione, e la prevenzione danni . Vedi ad esempio il progetto life wolfalps (www.lifewolfalps.eu ) , che oltre al monitoraggio, si occupa anche delle misure di prevenzione, azioni anti bracconaggio, controllo ibridazione, e comunicazione e divulgazione, su tutto l’ arco alpino,il tutto coordinato dalla preparatissima ed esperta dott. Francesca Marucco.
Il lupo semmai; quasi estinto nel 1971, ha ricolonizato Appennini ed Alpi grazie alla capacità espansiva della specie, all’ abbandono delle aree montane, spratutto in appennino, e proprio alle leggi che ne hanno vietato la caccia. Purtroppo i nostri politici non prendono mai in considerazione gli sforzi fatti dai ricercatori; avete mai sentito un politico citare dati reali?; che peraltro si possono trovare sul web, come ad esempio i report del progetto lupo Piemonte 2009-2012, sempre della prof. Marucco.
No!!! Lo scopo dei politici è azzerare la ricerca, e guadagnare consensi. Mantenendo la popolazione ignorante, solo così si può continuare a gridare: AL LUPO,AL LUPO!
Avete ragione. Abbiamo ragione ed il discorso potrebbe allungarsi di parecchio. In termini generali quando faccio educazione ambientale tento sempre di spiegare e comunicare l’ambiente naturale, delle Dolomiti nel mio caso. L’ultima “trovata” che ho messo a punto in aula è una serie di comunicazioni sulle tracce degli animali come inizio di un più ampio ragionamento sull’ambiente. Inizio con la terra com’era dopo 160 milioni di anni di “governo” dei dino-sauri ed il raffronto con la manciata di anni di governo dell’uomo e ciò che rimane vi garantisco che insinua, anche nei più giovani, serie riflessioni. Abbiamo tanta strada e conviene partire, presto.
Il nostro è il Paese delle INFINITE corbellerie. Quella dell’uccisione dei lupi è una delle tantissime e recenti. Sconfortante!
L’uomo è un animale pericoloso?
Dai fatti mi sembra che sia molto pericoloso. Per gli altri animali, per se stesso! Per l’intero pianeta!
Come giustamente dice te Stefano “il predatore per eccellenza” .
E oltre che pericoloso direi anche malvagio perchè non ammazza e/o distrugge solo per fame o difesa ma per il gusto di farlo, per soldi, per potere e religione.
Quindi sarebbe l’ora che certi animali diventino pericolosi per l’uomo. Ne va della loro dignità di esseri viventi. Anche se poi per loro purtroppo è una partita persa.
Ma credo che poi alla fine tutto questa “arroganza umana” si rivolterà contro l’uomo stesso.
in Veneto quando qualcuno racconta balle evidenti si dice che “el conta la storia de l’orso” (più o meno, variante in lengoa veneta dell’Alto Vicentino).
Perché?
La Repubblica di Venezia (Serenissima), dovendo tutelare possedimenti e popolazioni del proprio territorio montano (v. i boschi del Cansiglio per produrre remi, vedi Valstagna e altre località in prossimità dei confini a cui concedere maggiori autonomie…vedi “el Leon da Guera” proprio a Valstagna, quasi un privilegio…) pagava un compenso, pare NON irrisorio, a pastori e allevatori “vittime” degli attacchi del nobile plantigrado. Ovviamente molti ne approfittavano e inventavano di sana pianta attacchi e uccisioni da parte di orsi e altro (c’era ancora qualche lince).
Da qui il modo di dire…
Così tanto per la cronaca, ciao
Gianni
eh beh… c’è sempre qualcuno o qualcosa per cui gridare “al lupo! al lupo!” In Trentino anche “all’orso!”…
E’ da parecchio tempo che mi interesso (da profano s’intende…) sulle abitudini dei predatori naturali ed ho imparato diverse cose interessanti.
La più importante di queste è sicuramente che l’uomo crea situazioni assurde in natura e poi scarica le proprie colpe su chi non può difendersi (siamo i massimi predatori in natura e nemmeno per bisogno…!)
Di puttanate su uccisioni di vario tipo e vario genere di cui sono accusati lupi ed orsi ve ne sono a bizzeffe e non solo nella credenza popolare… più di una volta denunce di aggressione si sono rivelate tentativi di truffa per accedere ai fondi previsti in questi casi…
Di una di queste sono stato anche testimone…
C’è da tener comunque conto di un fattore in probabile crescita che viene studiato già in certi Paesi (Canada ad esempio) , ed è l’imbastardimento del lupo con il cane, il che significa che l’ancestrale timore del lupo nei confronti delle altre specie carnivore, uomo in Primis, scompare e si rischi che questi ibridi diventino veramente pericolosi anche per noi. Ovviamente di questo né lupi né cani hanno colpa… le motivazioni come dicevo sono alla studio, ma si può ipotizzare che il randagismo, il quale per diversi motivi a seconda delle diverse ambientazioni, ha assunto negli ultimi decenni caratteristiche di fenomeno stabile, sia probabilmente la principale causa. E chi è colpevole del randagismo dei cani?
Ovviamente su tutto questo il predatore per eccellenza o meglio i suoi rappresentanti, ci marcia e così i vari politicanti da strapazzo in nome della sicurezza (ancora quella eh… anche qui…!) invece di formare la gente e spendere per studiare e nel caso arginare il fenomeno, urlano a squarciagola per terrorizzare e creare disinformazione e caos (i più “raffinati” si fotografano col telefonino in mano sui luoghi delle stragi…)
Per quanto me so io da almeno un secolo in Italia non è documentato alcun attacco del lupo all’uomo. Il problema sono gli allevatori. Indipendentemente dal lupo, se l’allevamento in montagna va avanti come negli ultimi decenni (greggi passate da 1.000 a 100 capi, dimezzati i bovini valdostani ecc.) tra un pò non sarà più un problema perché non ci saranno più i pastori. Nel frattempo bisogna gestire la fase di transizione, o comunque io credo che gli allevatori vadano aiutati. Le reti anti-lupo non sono gratis, il lavorante che sorveglia il gregge mentre il pastore fa il formaggio se lo metti in regola ti costa quanto il tuo guadagno, non facciamo finta di non saperlo. Ora io che vivo in città vedo con piacere la diffusione del lupo sulle montagne italiane e sono disposto a contribuire economicamente a sostenere gli allevatori. Sono convinto di buttar via dei soldi in tante cavolate e una certa cifra la destinerei volentieri a questo.
Come al solito: “l’uomo ha perso i peli, ma non i vizi…tra cui quello di eliminare ciò che forse non vuole comprendere”
mi associo ai commenti precedenti
Gianni
“Caprette sbranate dai lupi sulle Apuane
Un giovane ne ha trovato i resti alla Foce di Eglio. Il sindaco di Molazzana chiede certezze per prendere contromisure di Nicola Bellanova
26 gennaio 2015
LUCCA. Torna l’incubo dei lupi sulle Apuane.Anzi, sotto le Apuane, visto che stavolta le razzie si sono verificate più a valle rispetto a qualche mese fa. Alla Foce di Eglio, poco sopra il paese, un giovane del posto ha segnalato il ritrovamento di due carcasse (o meglio, solo la testa e le zampe sparse nella selva) appartenenti a due delle sue caprette.
Il giovane, che non è un imprenditore agricolo, ha subito segnalato l’accaduto ai vigili urbani, e il sindaco Rino Simonetti ha attivato la procedura del caso.Quel che resta dei due animali è stato portato immediatamente nel deposito a Molazzana, in attesa degli uomini della Forestale arrivati da Camporgiano.
Qui, al loro arrivo, sono state compiute tutte le analisi sul corpo dei due ovini e le indagini, condotte grazie anche all’ausilio di un veterinario.Come si ricorderà, il 25 novembre scorso ben 22 animali furono sbranati in un terreno tra Alpe di S. Antonio e il Piglionico, proprio ai piedi della Pania.
Stavolta, la zona dove sono stati compiute le incursioni in terreni privati è più a valle, e vicina ai centri abitati di Sassi ed Eglio. Quindi, nonostante le Apuane non siano proprio l’habitat prediletto da questi animali selvatici, le segnalazioni che pervengono dai cittadini di Molazzana sono sempre numerose.
Il sindaco Rino Simonetti, che qualche mese fa prese in mano la situazione chiedendo alla Provincia i risultati della tipizzazione genetica di questi animali avvistati da tempo, si toglie qualche sassolino dalle scarpe:
«Sono preoccupato, non lo nego – afferma -. E quindi i miei non erano allarmismi inutili, visto che il problema esiste ed è attuale. Bisogna che tutte le istituzioni e i cittadini collaborino e facciano la loro parte. Questi episodi danneggiano non solo i privati proprietari di animali, ma anche gli esemplari della fauna locale che vivono allo stato brado. E di conseguenza, l’intero sistema del territorio».
Anche stavolta, il primo cittadino ha le “mani legate” dalla legge: infatti, non si può emettere un’ordinanza perché non si ha la prova che a compiere le razzie siano stati lupi o incroci tra cani e lupi.Si aspettano le analisi del Dna trovato nel raid dello scorso novembre e di competenza dell’amministrazione provinciale, e poi si prenderanno le adeguate contromisure.Se si trattasse di lupi (ossia una specie protetta) l’amministrazione comunale non potrebbe far nulla, ma se fossero anche in piccola parte incroci tra cani e lupi potrebbero scattare ordinanze ad hoc per la messa in sicurezza dei cittadini, attraverso la cattura degli animali e, in extrema ratio, l’abbattimento di questi.
Per ora, l’unico passo in avanti in tal senso, è stata la decisione di un coinvolgimento a trecentosessanta
gradi da parte dei comuni interessati (ossia tutti quelli della fascia apuana da Vergemoli a Minucciano), l’Unione dei Comuni della Garfagnana, la Provincia e l’Ente Parco Alpi Apuane.Intanto la gente ha paura, e chiede soluzioni immediate per far cessare le razzie e i danni.”
Il sindaco di Molazzana, a causa dei lupi, è preoccupato per il territorio. Invece a causa delle cave che lo stanno distruggendo il territorio, non è preoccupato………
sul lupo ci sono solo molti pregiudizi.
L’UNICO CHE SI DOVREBBE ESTINGUERE E’ IL GOVERNO RENZI.
Questo pianeta sarebbe ancora più bello senza l’uomo o almeno senza alcuni uomini.
Mi viene il vomito… spero che questa porcata venga bloccata e prevalga il buonsenso…
Robe da matti…
Anche in Apuane finalmente ci sono i lupi. Ne avevo sentito parlare diverse volte ma non mi era mai capitato di vederne. In mese fa, nei pressi della Foce di Mosceta, mentre andavamo all’attacco del Canale dei Carrubi alla Pania della Croce, ne abbiamo potuto ammirare un esemplare, che solo solo percorreva il sentiero innevato della Foce di Valli. Per me è stata la prima volta.
Anche qui si sente di lamenti dei pastori per le pecore e capre aggredite. Per me sono tutti discorsi poco sinceri.
Il lupo oltre ad essere un bellissimo animale, in Apuane ci vuole, è utile. Sono anni che stanno proliferando a dismisura mufloni, cinghiali, e capre perchè non c’è un predatore naturale. Infatti queste montagne si stanno riempiendo di zecche certamente portate da questi animali.
E facciamola finita sempre con questi diritti assoluti dell’uomo. L’uomo non è il solo essere vivente su questa terra.
Uccidere i lupi? Idea da dementi.