Riportiamo questa conversazione svoltasi nei due giorni 1 e 2 ottobre 2019 sul forum di PlanetMountain: nasce dall’aver letto su GognaBlog i due post di Carlo Crovella dal titolo Più montagna per pochi – 1 e Più montagna per pochi – 2.
Una lettura attenta di queste righe vergate di getto, organicamente sgrammaticate, asintattiche, può far sorridere, può fare incazzare, o può semplicemente far storcere il naso. Resta il fatto che è un modo di comunicare secondo me degno del massimo rispetto. Tra i vari giudizi tranciati a colpi d’accetta non mancano gli spunti di riflessione, una volta smesso di ridere.
Nella discussione Soccorso sulle Tre Cime nel forum di PlanetMountain certo monaco (ore 23.00 del 14 settembre 2019) asserisce: “questo forum sara’ moribondo ma ogni tanto le discussioni son delle perle (vabbe’, se la concorrenza su ‘i webbe e’ il blogghe der novo papa nero… si vince facile).
L’essere stato personalmente tirato in ballo come “er papa nero” der blogghe me lusinga: forse è il motivo che mi ha fatto decidere questa ri-pubblicazione. Scanzonati, rissosi, amiconi questi interventi litigano tra di loro esattamente come facciamo noi qui su questo blog. Solo il linguaggio è diverso: ma dalla loro parte hanno di certo una gioventù (anche psichica) ancora poco compromessa. Ho voluto anche scoprire l’identità del monaco, e non è stato difficile: chi la volesse proprio conoscere consulti i commenti n. 21 e n. 41 al post https://gognablog.sherpa-gate.com/una-storia-di-civile-umanita/ e legga semplicemente la firma. Non è un nome fittizio: è proprio lui.
Alla discussione del forum volutamente non è stato corretto assolutamente nulla, dalle virgole alle maiuscole inesistenti, dagli anacoluti ai deliri di complemento. Abbiamo solo epurato il testo dall’infarcimento di faccine e di emoticon in cui era intriso. Buona lettura! (er papa nero).
Affollamento in montagna: esiste davvero?
da gug » mar ott 01, 2019 15:36 pm
Su Gogna Blog ci sono stati due post che parlano dell’affollamento in montagna e in cui si fanno delle proposte.
Tralascio l’analisi di tali proposte, di cui l’ultima che coinvolge guide e scuole CAI sta polarizzando la discussione, perché quello di cui volevo parlare in seguito a questi post è se è vera la situazione che viene descritta.
Io non conosco come stia andando la frequentazione della montagna in ambito alpinismo invernale o in alta quota o nello scialpinismo, ma la mia sensazione e anche il parere di alcuni rifugisti con cui mi è capitato di parlare negli ultimi anni è che sulle vie classiche alpinistiche su roccia il numero di alpinisti sia diminuito negli ultimi anni.
Un paio di anni fa una guida con cui parlavo di questo argomento mi diceva che secondo lui erano aumentati quelli che frequentano vie facili o “plaisir” e quelli sulle vie “top” (mi diceva che una volta non gli capitava mai di incontrare altre cordate su vie come il Pesce), ma erano molto diminuiti quelli che frequentano le vie “classiche”, quelle intorno al TD+/ED- per intendersi, che una volta invece erano lo zoccolo duro dei frequentatori.
Secondo voi è così o avete un’altra esperienza su questa tendenza?
da scairanner » mar ott 01, 2019 16:15 pm
Sarebbe necessario distinguere per attività: parlo per le zone che frequento, Dolomiti, Carniche e Giulie.
Alpinisti non se ne vedono quasi più, ma anche le vie plaisir non è che abbiano questa frequentazione che ci viene narrata. In agosto ero su una di queste vicino a Cortina, giornata splendida, avvicinamento 15 minuti ed eravamo solo una cordata.
Ciò che è drasticamente mutato è il concetto di gita domenicale. Oggi posti sui social una foto di un luogo selfiabile e il weekend successivo trovi 50 persone in più di quelle che già ci sarebbero andate senza social.
Quindi sì, grande affollamento sugli itinerari facili, con conseguente trasformazione del luogo in un qualsiasi centro commerciale con tutti gli standard di sicurezza (passerelle in legno da decine di migliaia di euro per superare un ruscello di mezzo metro e altre amenità simili) e attrazioni varie, come chef stellati e trasporto al rifugio in elicottero.
Mi astengo dal commentare la suddivisione in cannibali e no, come la proposta per alleviare questa sofferenza (il Cervino è mio, scendete bastardi cannibali!).
da wolf jak » mar ott 01, 2019 16:18 pm
davvero TD+/ED- è il grado classico?
che fine ha fatto il buon vecchio V+/A0 e il VI come limite delle difficoltà umane
Drugo!! Presidente!!! qui non c’è più rispetto
da scairanner » mar ott 01, 2019 16:21 pm
In realtà è la stessa cosa, il V+/A0 fa parte integrante del TD+, era la bandiera da sventolare quando andavi al ritrovo infrasettimanale caiano
da wolf jak » mar ott 01, 2019 16:29 pm
tanto per provare a essere serio, ma nemmeno troppo, ma di che stiamo parlando?
solo per restare in ambito roccia:
non ci sono tornelli all’attacco delle pareti
non ci sono fotocellule in vetta
ecc…ecc…
non c’è nessun rivelamento (anche solo pseudo) oggettivo che possa avvalorare una tesi piuttosto che un’altra.
quindi stiamo parlando di “sensazioni”. Cioè, se dovessi parlare della mia esperienza, potrei anche dire che non c’è più nessuno che fa la Bhul alla Canali visto che non ho trovato cordate in parete di domenica ma sabato (il giorno prima) c’erano 4 cordate solo su quella via e allora che si fa?
Anche l’esempio di scai… ragazzi dai, ma stiamo davvero facendo considerazioni generali sull’affollamento delle vie in base alle nostre 4 gite in croce?
Giusto giusto le G.A. (guide alpine, NdR), quelle che ci passano quasi tutti i giorni sulle pareti potrebbero avere il polso della situazione (forse)…
E infatti mentre Crovella lamenta l’affollamento voi pensate sia esatto il contrario… già questo dovrebbe farci capire qualcosa…
da wolf jak » mar ott 01, 2019 16:31 pm
V+/A0 = difficoltà classica (più o meno anche lì… che a far schemi e classificazioni in alpinismo si perde solo tempo e ogni parete e alpinista fa storia e grado a sé)
TD+/ED- se me lo azzeri si abbassa
F (facile – facile) Nessuna difficoltà particolare, ma l’utilizzo di materiale d’alpinismo (casco, corda, ramponi, piccozza) può essere necessario.
PD (peu difficile – poco difficile) Alcune difficoltà alpinistiche su roccia e/o neve; pendii di neve e ghiaccio fino a 35°-40°, passaggi di arrampicata elementare.
AD (assez difficile – abbastanza difficile) Difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio; pendii di neve e ghiaccio tra 40 e 50°, passi di arrampicata di III grado.
D (difficile – difficile) Difficoltà alpinistiche più sostenute sia su roccia che su ghiaccio; pendii di neve e ghiaccio tra 50° e 70°, arrampicata di grado 4c-5a-5b.
TD (trés difficile – molto difficile) Difficoltà alpinistiche molto sostenute sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio tra 70° e 80°, arrampicata di grado 5c-6a.
ED (extremement difficile – estremamente difficile) Difficoltà alpinistiche estreme sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio fino a 90°, arrampicata di grado 6b-6c-7a.
ABO (EX) (abominable – abominevole)
(exceptionnellement difficile – eccezionalmente difficile) Difficoltà alpinistiche eccezionali sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio e roccia strapiombanti, arrampicata di grado 7b e superiore. Protezioni particolarmente precarie.
da gug » mar ott 01, 2019 16:37 pm
E infatti mentre Crovella lamenta l’affollamento voi pensate sia esatto il contrario… già questo dovrebbe farci capire qualcosa…
Infatti esordivo con un interrogativo: la mia ipotesi derivava non tanto per la mia sensazione (che lascia il tempo che trova), ma per il parere che mi aveva dato un paio di anni fa un guidatore di jeep che mi aveva portato all’inizio del sentiero per il Rifugio Agostini in Ambiez e quella conversazione con la guida che raccontavo: erano due opinioni di gente che aveva modo di quantificare visto che questo aveva influenza sul loro lavoro.
Queste sono quelle che ricordo, ma è una tesi che altre volte mi è capitato di sentire.
Mi chiedevo se era una sensazione che avevate anche voi, o se qualcuno aveva altre testimonianze di “addetti ai lavori”
da wolf jak » mar ott 01, 2019 16:50 pm
Se usciamo dall’ambito arrampicata, è in atto un fenomeno più generale indotto dai social: la gggente (inteso non certo in modo dispregiativo, ma solo come riferimento a persone che non conoscono tanti posti da visitare e hanno poco tempo/voglia di informarsi) tende a visitare le località più condivise sui social, e a sua volta condividendo le foto aumenta (esponenzialmente?) la visibilità e desiderabilità di poche location molto famose a discapito di tante altre non meno amene.
Questo fenomeno è documentato e acclarato.
Se trasliamo la fattispecie all’arrampicata, può essere che si stia verificando un fenomeno assai simile. Però allora forse riguarda più la concentrazione dei partecipanti in pochi posti iconoci -mi verrebbe da pensare.
E questo ingenera senza dubbio una percezione di affollamento, in molti casi anche reale. Le code sul Cervino sono, per l’alta quota, un facile esempio. (qui però non c’è mica solo il fattore social, ma anche un rilievo “storico” di un certo peso, non è come salire la cima di sticaxxi)
Un parallelo su roccia sono ad esempio le 3 cime… vogliamo provare a dubitare che ci sia stato affollamento? non le frequento, ma traggedia.tv ha dato ampia risonanza ai ritardi nelle doppie ecc… Dani Arnold ha aspettato 2 ore e mezza per poter partire libero di fare la sua free solo sulla Comici-Dimai… (una classica? )
c’è un affollamento delle mete più note.
ma si affianca un affollamento generale della montagna? o si tratta di una concentrazione dei partecipanti?
ecco, secondo me per rispondere alla domanda non possiamo affidarci a esperienze locali, perché ormai la frequentazione si muove “a macchia di leopardo”… quindi se la Val d’Ambiez non è di moda, può essere che non ci sia coda né sulle facili, né sulle classiche né sulle estreme. Magari invece su montagne iconiche c’è la fila per qualsiasi cosa…
ma… boh…
come dicevo, senza dati alla mano, sono veramente chiacchiere da bar dopo essersi scolati una bottiglia di pino mugo (o per i palati più consumati, di genziana)
da gug » mar ott 01, 2019 16:55 pm
Assolutamente d’accordo: è proprio nelle vie di TD che si trova il V+/A0
da gug » mar ott 01, 2019 17:03 pm
Io non penso che in ambito alpinismo, soprattutto su roccia, i social possano aver cambiato qualcosa.
Quando ho cominciato ad arrampicare non c’erano i social, ma dopo due anni già sapevo esattamente su ogni gruppo montuoso quali erano le “classiche” da puntare. Non c’è sicuramente bisogno che un social mi dica che ci sono vie importanti e ambite sulle Tre Cime, l’ho sempre saputo e lo sanno tutti!
Il fenomeno dei social secondo me vale più per attività più superficiali, dove non c’è un vero motivo per andare da una parte o da un’altra o per fare una cosa invece che un’altra e allora anche un paio di foto possono fare tendenza. Ma in alpinismo tutti hanno sempre avuto bene chiaro in mente le vie che volevano fare
da scairanner » mar ott 01, 2019 17:19 pm
Wolf, non stiamo mica raccogliendo dati per fare una pubblicazione scientifica, gug ha chiesto un parere e mi sono permesso di darglielo, da frequentatore della montagna tutti o quasi i sabati o le domeniche da 35 anni, qualcosa avrò visto, no?
Comunque aldilà della sensazione personale, che può corrispondere più o meno al vero, è evidente che tu non hai vissuto il boom delle vie giustamente definite classiche da gug.
Di quando ti trovavi il sabato sera al rifugio con almeno altre 10/15 cordate, oltre a quelle che salivano al mattino. E all’alba era una corsa a chi si svegliava prima per essere davanti all’attacco della via.
8 anni fa ho trascorso una settimana di ferie agostane all’Agostini ( ) (7 giorni di bel tempo) ed eravamo l’unica cordata, durante il giorno ne salivano al massimo un paio dal fondovalle per poi ridiscendere.
Poi chissenefrega se sul Cervino c’è la coda, sarà mica l’unica montagna delle Alpi.
da gug » mar ott 01, 2019 18:03 pm
Infatti, io volevo capire se la mia impressione era condivisa anche da altri.
Se fosse così un altro spunto interessante sarebbe capire perché l’alpinismo su roccia “medio” è in controtendenza rispetto ad altre discipline alpinistiche e questo anche se sono aumentate le persone che arrampicano.
Questione di moda o ci sono altri motivi?
da wolf jak » mar ott 01, 2019 18:10 pm
massì, è che anche nelle chiacchiere da bar mi piace un po’ di metodo… poi scai tu stesso scrivi a più riprese che ormai di vie ne fai sempre meno
io arrampico sì e no da ieri, cosa vuoi che abbia visto però se fossi in voi non sottovaluterei affatto il discorso social.
Rispetto ai vostri anni, oggi ci sono molt(issim)e vie in più, e spesso quelle più relazionate di recente o che hanno subito un tam-tam mediatico sono più inflazionate.
Si vede che non fate cascate e/o non avete fb, altrimenti sarebbe lampante quel che vi dico c’è gente che fa la coda su quelle poche robe relazionate.
Stesso discorso per vaji (ma è questo il plurale di vajo?) o linee di misto: quanta gente è andata l’anno scorso su Mafia Bianca?
ma pure su roccia, dalle mie parti, hanno avuto molto successo vie comode e recentemente relazionate in Val d’Adige rispetto a classiche meno ripetute
gug ha scritto: (…)
Io non penso che in ambito alpinismo, soprattutto su roccia, i social possano aver cambiato qualcosa.
Quando ho cominciato ad arrampicare non c’erano i social, ma dopo due anni già sapevo esattamente su ogni gruppo montuoso quali erano le “classiche” da puntare. Non c’è sicuramente bisogno che un social mi dica che ci sono vie importanti e ambite sulle Tre Cime, l’ho sempre saputo e lo sanno tutti!
Il fenomeno dei social secondo me vale più per attività più superficiali, dove non c’è un vero motivo per andare da una parte o da un’altra o per fare una cosa invece che un’altra e allora anche un paio di foto possono fare tendenza. Ma in alpinismo tutti hanno sempre avuto bene chiaro in mente le vie che volevano fare
su questa cosa ho mooooooooolti dubbi. Oggi la mia percezione mi dice che nessuno o quasi studia i gruppi montuosi e sa di ognuno quali siano le classiche da puntare (e secondo me nemmeno ai vostri tempi era sempre così…), quanto piuttosto si affida al sentito dire, ai consigli di guide/istruttori cai e, in larga parte, al web e ai social (facebook, instagram, whatsapp)
da Spartaco » mar ott 01, 2019 19:25 pm
sono vekki eh.a parte.wolf.
da scairanner » mar ott 01, 2019 22:27 pm
wolf jak ha scritto: massì, è che anche nelle chiacchiere da bar mi piace un po’ di metodo… poi scai tu stesso scrivi a più riprese che ormai di vie ne fai sempre meno
Certo, ma ciò non toglie che vada negli stessi posti dove scalavo, con la differenza che: a) non vedo nessuno a scalare, b) ora raccolgo mirtilli o erbe varie per le grappe
da VYGER » mer ott 02, 2019 9:06 am
Mah, non so… Io non vado più in montagna…
Tre anni fa, sulla Messner alla II Torre, 4 cordate a Ferragosto.
L’autunno scorso in val di Mello 2-3 cordate su Kundalini e Alba del Nirvana e, per il resto, vuoto cosmico.
In Sarca molto frequentate san Paolo e, meno, Mandrea. Abbandonati altri settori, anche chiodati di recente.
Pur considerando l’obiezione del Lupo Giacomo (non ci sono dati), anch’io ho la sensazione che ci siano meno alpinisten sulle vie di cd media difficoltà in montagna.
Tra le cause, secondo me:
1. Viaggiare costa; e ci sono meno soldi in giro;
2. Il lavoro è sempre più istituzione totale, per chi ce l’ha; quindi c’è meno tempo, per allenarsi a dovere e farsi il we in montagna dei bei tempi;
3. Oggi ottieni notorietà se fai il Capitan free solo, mica se sali Viaggio nel Passato sul Casale;
4. I social focalizzano l’attenzione sulle vie salite al momento da gatekeeper; le altre vie si dimenticano (abbiamo sempre più una memoria da amebe);
5. I social pompano l’ego (la nostra identità di rappresentanza) dando risalto al sensazionale; quindi si salgono le vie da sensazione e si lasciano perdere le altre (per quelli cd forti, i galletti del pollaio locale); inoltre quelli cd forti punteranno a realizzare “prime” (aperture – non di rado di “Carlo Codega”, ripetizioni, invernali) gli altri, onde evitare inutili traumi, salgono vie relativamente sicure e ben protette, in genere le solite;
6. Le persone iniziano sempre più spesso dalla plastica; e hanno problemi di sicurezza anche in un contesto naturale protetto come la falesia; figuriamoci in montagna.
A questo punto ognuna di queste affermazioni andrebbe fondata con dati. Ma nessuna autorità – nemmeno l’ISTAT – effettua misurazioni su questi aspetti.
Quindi, oste, porta un cabernet…
da Callaghan » mer ott 02, 2019 9:31 am
a parte la debita premessa sul chi ha scritto quelle considerazioni (tale crovella, i cui scritti/commenti direi che si presentano da se, e quindi, mi spiace doverlo dire, nonostante il mio enorme sforzo di comprensione, parto assai prevenuto), mi sento molto vicino allo spirito di lupogiacomo. a me le impressioni a culo hanno sempre fatto storcere il naso, pur ritenendole simpatiche se contestualizzate correttamente (leggi bar + litri di prosecco).
e poiché sul blogghe der papa nero [cit] le impressioni a culo sono religione noiosa sino al parossismo, la tentazione è di mandare tutti ingulo e amen.
tuttavia questa volta apprezzo le considerazioni del bresciano, direi punto per punto, seppur sempre in ambito puramente qualitativo.
le trovo ragionevolmente condivisibili, ma ci aggiungerei un punto 3.1 nel quale c’è scritto che, a conseguenza dei social, più gente è interessata mediamente a più di tutto, dalla cucina al sesso anale, passando per la montagna.
quindi, lapalissianamente, più gente che si incula, più culi infiammati, ovvero più gente che va in falesia, più cagate si vedono, idem in montagna.
detto ciò, ad esempio se qualcuno di voi passasse di estate sotto ai satelliti, bianco, direi che si accorgerebbe che lì sotto è costantemente presente un campeggio con almeno 50-60 persone.
quindi, bresciano, fai girare la buta.
da Drugo Lebowsky » mer ott 02, 2019 9:39 am
scairanner ha scritto: In realtà è la stessa cosa, il V+/A0 fa parte integrante del TD+, era la bandiera da sventolare quando andavi al ritrovo infrasettimanale caiano
verouncazzo
tu hai la tua porca esperienza
purtroppo ti tieni anche come un porco
ma, bontà tua, non hai piena esperienza del V+A0 vero
che non è un grado, ma una situazione
non lo trovi su una multipinch, né su una via straclassica
ergo, vaccagare … che il vero caianazzo competitivo e “misuratore” alla fine dei conti sei tu!
da funkazzista » mer ott 02, 2019 10:10 am
Mah, io in Montagna (maiuscola non a caso, eh) vado poco, però in certi posti, anche se bellissimi, ho smesso di andare perché ormai sono ridotti ad un circo equestre e mi ci sento solo come un limone da spremere.
Così non piace più.
Ho riscoperto e trovato altri posti.
Sono più che d’accordo con chi dice che i social giocano un ruolo determinante sulla concentrazione della gente.
Per quanto riguarda l’articolo sul blogghe der papa nero [cit.], mi piace (si fa per dire) l’impianto: in montagna c’è troppa gente, però IO voglio/devo poterci andare come prima, e IO sono uno dei “veri appassionati” che, soli, hanno diritto di andare in Montagna perché sanno come si deve fare, IO non faccio parte del problema, il problema sono GLI ALTRI, buzzurri, barbari, parvenu, che quindi devono semplicemente andare föra di bal [cit.].
Non una parola su cosa si intende fare in prima persona (se non, beninteso, trovare il modo di indurre i buzzurri a dedicarsi ad altro).
Avanti così.
da wolf jak » mer ott 02, 2019 10:42 am
Callaghan ha scritto: (…) a parte la debita premessa sul chi ha scritto quelle considerazioni (tale crovella, i cui scritti/commenti direi che si presentano da se, e quindi, mi spiace doverlo dire, nonostante il mio enorme sforzo di comprensione, parto assai prevenuto) (…)
Nel caso te la fossi persa, ti regalo una perla che il nostro ha elargito nella sezione commenti:
«Ma ovviamente dopo 40 anni ininterrotti di scritti di montagna (ho iniziato nei primi anni ’80) mi sono fatto anche una certa pelle da rinoceronte e non patisco più niente. D’altra parte Andrea Gobetti (ben noto ai lettori di questo blog e per molti anni redattore di ROC, l’annuario di arrampicata della Rivista della Montagna) ha scritto nella prefazione di un mio libro: “Nel manipolo dei ROC autori (che dovevano saper scrivere, ma anche cavarsela in montagna) Carlo Crovella si dimostrò uno spiritoso e attento testimone del mutar dei tempi“. Se ad uno come Gobetti, che non è certo di manica larga per quanto riguarda lo scriver di montagna, avevo dato questa idea già decenni fa, significa che non rigurgito scemenze a vanvera, come insinuato da qualche commento (specie nella prima parte dell’articolo). I temi che pongo sul tavolo sono sempre di attualità e costringono i lettori a profonde riflessioni: forse è questo che disturba nella attuale società superficiale».
da Drugo Lebowsky » mer ott 02, 2019 10:43 am
e comunque, l’affollamento in crolloniti (affettuoso nomigliolo per “Dolomiti”, NdR) c’è
e in quei 4 posti dove altrove vado una tantum da turista, c’è
ma c’è nei soliti 4 posti dove vogliono (= vogliamo prima o poi!) andare tutti
che anche noi siamo tutti.
se anziché su per il vajolet vado attorno al gran cront, sicuramente trovo qlcn; ma non al punto di “potermi DOVER lamentare” CHE CI FOSSE TROPPA GENTE. (cosa della quale spesso godiamo).
analogamente se in wyominkia o in yosemite mi allontano dai posti più celebri, trovo solo chi si sta rompendo la schiena con una zainaccio caricato con materiale per più giorni. al massimo oltre a questi posso imbattermi in qualche orsetto ricchione e bestiacce varie.
sinceramente si può discutere finché si vuole sull’affollamento di certe vie, laghetti, creste cervini e vajolettini, ma per fortuna è sempre nei soliti posti.
prendere o lasciare
o lo accettiamo o per fortuna abbiamo mille altri luoghi dove andare.
il problema vero è nell’affollamento di intere aree geografiche a livello di viabilità e infrastrutture.
se in stagione canonica voglio andare in marmarole, dove non troverò il turistame da lago del sorapiss, devo comunque imbottigliarmi nel traffico dell’alemagna e scaricare gas (anche endogeno) passando per ogni paesello.
(ragione per cui preferisco attualmente andare a rompere le balle su per cessi di montagnole a casa di scairambler )
analogamente all’estero
e all’estero sarò anch’io, facendo il turistaccio che va a vedere il lago icx, il passo del menga o la cresta crestosa, uno dei tanti che incrementerà il traffico locale generando malumori negli autoctoni e negli habitué del luogo.
d’altronde c’è poco da fare, chi viene in crolloniti vuole vedere certi posti “da non perdere” come faccio io in ambiti dove ahimè difficilmente tornerò prima del paltò di legno…
analisi spannometrica da due soldi:
anni ’80, dieci auto per strada; nove parcheggiavano per attività varie, dal picnic alla solitaria invernale e una andava a zonzo.
adesso su dieci auto tre quattro parcheggiano, mentre le altre vagano perennemente a zonzo
il problema è questo
in determinati ambiti temporali siamo in troppi in spazi limitati, ben prima del raggiungimento della cima ics o del lago trotelloso.
da scairanner » mer ott 02, 2019 11:06 am
In realtà per la soluzione al problema non serve scomodare la capacità di problemsolving di Crovella: andate di lunedì (cit dal blogghe) e non troverete nessuno, fine del probblema
da Drugo Lebowsky » mer ott 02, 2019 11:17 am
scairanner ha scritto: In realtà per la soluzione al problema non serve scomodare la capacità di problemsolving di Crovella: andate di lunedì (cit dal blogghe) e non troverete nessuno, fine del probblema
se fossi buono a rampicare come lo era un auer a caso, non ti cagherei manco di strissio
da Callaghan » mer ott 02, 2019 11:33 am
Drugo Lebowsky ha scritto: se fossi buono a rampicare come lo era un auer a caso, non ti cagherei manco di strissio
però potresti cagargli nel portacorda, a prescindere.
da scairanner » mer ott 02, 2019 12:46 pm
Carissimo Frugo Neiboschi, non trovo il nesso tra le mie cagate e le tue, puoi scendere al mio livello e fare i disegnini grazie
da Drugo Lebowsky » mer ott 02, 2019 13:14 pm
scairanner ha scritto: Carissimo Frugo Neiboschi, non trovo il nesso tra le mie cagate e le tue, puoi scendere al mio livello e fare i disegnini grazie
esimio caianazzo sportivo, mi scoccia dirti che manifesti una sensibilità decisamente da…. da fèmena
il fatto che io abbia umilmente condiviso la di te precisazione sul sacro blog culturale, non c’entra una beneamata Macrolepiota procera con la mia successiva pallosa raccolta di ovvietà
tu, ben-conservato fuori, ma caianazzo insaid , hai dato un cono di visuale
io mi sono permesso di estendere il problema dal mio pdv (ovvero che mi frega fin la che il posto ics sia affollato, che tanto per arrivare in qls altro luogo non affollato mi trovo a prescindere nella merda dell’affollamento stradale, paesale ecc…. ripeto che forse non avevi capito )
però sono buono e non ti apporto sostanza organica fresca nel sacco portacorda
(bella idea comunque )
da Spartaco » mer ott 02, 2019 13:14 pm
c e.molto egoismo.nel mondo.
da scairanner » mer ott 02, 2019 13:37 pm
Drugo Lebowsky ha scritto: …
Non.ha capito cosa.non ho.capito. Mi toccherà cagargli nel suo portacorda , anzi nel portacanna che ormai è dedito alla pesca acca24
da Achille_piè_veloce » mer ott 02, 2019 14:34 pm
scairanner ha scritto: In realtà per la soluzione al problema non serve scomodare la capacità di problemsolving di Crovella: andate di lunedì (cit dal blogghe) e non troverete nessuno, fine del probblema
viewtopic.php?f=27&t=51055&view=unread#p6519708
da Danilo » gio ott 03, 2019 22:10 pm
secondo la mia umile esperienza non mi sembra che l’ambiente montano sia più affollato rispetto a due/tre/q.uattro decennia fa,cinque non lo so perché non la praticavo.
sembrano di più perché sono tutti aggregrati in gruppi numerosi,se notate vedi in giro meno gente da sola.
adesso non dico di fare I selvadegotti ad andar sempre in giro da soli come qualcuno che dico io (non si fanno nomi),però cazzoporco,non siete capaci a girar per monti in due,non so al massimo in tre.
NON SIETE CAPACI, NON CE LA FATE,DOVETE FAR SEMPRE COMUNELLA
da ciocco » ven ott 04, 2019 10:19 am
Mi sono ormai trasformato da pseudo alpinista a frocio falesista convinto quindi non ho esperienza diretta. Però la percezione che ho da quaggiù nella sconfinata pianura padana è che oggi la montagna tiri parecchio.
Corsi CAI sempre affollati, gente in coda per l’AR1 del prossimo anno.
Corsi di arrampicata sempre gremiti anche se poi sappiamo che il 70% in realtà cerca solo da scopare* e non andrà mai su roccia.
Ma soprattutto sci e sci-alpinismo sembrano le attività del momento!
Perciò la mia personale sensazione, non supportata da cifre reali, è quella di un effettivo affollamento.
*cerca ma non sempre trova
da Keith » ven ott 04, 2019 19:29 pm
Mi sono stufato del blog.
da monaco » ven ott 04, 2019 22:07 pm
Keith ha scritto: Mi sono stufato del blog.
maccome!!!??? proprio ora, che ortre ar papa, ce scrive pure lu cardinale
EP-team
da Callaghan » ven ott 04, 2019 23:03 pm
Keith ha scritto: Mi sono stufato del blog.
abbi pazienza, Keith. presento anche io le mie auto-referenze: scrissi tempo fa qualcosa del genere, si stanno sparando sui piedi da soli.
sei uomo di sintesi, e pratico, nonostante nella vita tu faccia, tra l’altro, lo scrittore. quindi mi asterrò dall’infinito commento, anche se quell’ecosistema è davvero istruttivo, come luogo di analisi, dal momento che contiene tratti illuminanti su molte cose comuni, e verrebbe voglia di scrivere per capire, e per non rifare quegli orrori.
quindi mi limito ad un: bene, hai fatto bene, e con delle scarne ma efficaci argomentazioni, tuo stile.
ma leggere, continuare a leggere, è istruttivo, sempre, per capire perché stiamo finendo in_culo al demonio.
e da lì si capisce perfettamente.
ciao giovane.
da gug » mar ott 15, 2019 18:26 pm
Lo so che i casi particolari non fanno molto testo, ma Sabato sono (finalmente) andato a fare la Diretta Loss al Piccolo Dain e anche se in valle e a Arco c’erano tante persone come al solito, sulla via e anzi su tutta la parete noi eravamo l’unica cordata. E parliamo di una grandissima classica.
Ed è la stessa cosa che mi è successa sul Missile, sulla Stenico, sulla Renata Rossi, sul Pilastro Gabrielli, su Mescalito…
Mi rimane il sospetto che anni fa su una via così in una bella giornata di Ottobre ci sarebbero state altre cordate, ma che ora la frequentazione sia cambiata.
Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
E’ vero che le aree montane sono molto più trafficate di dieci-vent’anni fa. Ciò che è aumentato più di tutto, però, è proprio il traffico strettamente legato ai mezzi di trasporto: sono più numerosi i pullman, così come le automobili e le jeep – fa niente se non vai davvero off-road e che rimani in macchina per ore perché bisogna passare a prelevare tutti i turisti come te, basta poter raccontare che sei stato in fuoristrada e sono arrivati a prenderti proprio sotto casa.
Per quanto riguarda le presenze umane, i luoghi più affollati rimangono sempre quelli raggiungibili comodamente da chi assimila la gita in montagna con il pranzo in rifugio. Le offerte aeree low-cost hanno fatto in modo che molte più persone si spostino e molto più spesso del passato, ma solitamente per andare dove vanno tutti gli altri e mediamente permangono poco più del tempo necessario per postare qualche foto sui social.
Il vivere la montagna con questa modalità leggera ha fatto mutare irrimediabilmente l’offerta, facendo sì che la maggior parte delle organizzazioni turistiche propongano “escursioni” che includono una passeggiata semplice coronata da un pranzo o da una degustazione e, ancor peggio, accorpando in un sol giorno le visite di più località che meriterebbero giornate intere. E di rimando, si è andata creando una visione sfalsata dell’andare in montagna che prevede che l’unica soluzione possibile per arrivarci sia muoversi in jeep, prendere la funivia, permanere in aree affollate e non potersi permettere di muovere due passi in più perché si calzano sandali o scarpe con il tacco, shorts e canottiera e fuori ci sono 5°.
Tuttavia credo che sia ancora possibile far cambiare rotta a questa tendenza. Durante le camminate che organizzo per i miei ospiti, e ancor di più quando mi muovo da sola per correre o camminare, mi capita spesso di non incrociare nessun altro oppure pochissimi altri escursionisti, innamorati davvero della natura, dei suoi silenzi musicati e di quei luoghi in cui la magia è percepibile a ogni passo (e dire che dalle mie parti esiste persino un comitato chiamato “Etna libera”…).
Penso che chi come me vive in simbiosi con la montagna e ha l’onore di essere una guida, abbia il compito non solo di proteggerla, ma di diffondere stili di vita in armonia con la natura. Così, finché le mie gambe mi porteranno e i miei passi continueranno a essere liberi, continuerò a correre, camminare e proporre visite a piedi in luoghi dove la natura regni sovrana.
Ho già scritto, mi pare nella seconda parte di “Una montagna per pochi” (inizio ottobre, cui rimando gli interessati), che la carne dell’orso (Primo Levi) è uno dei miei riferimenti ideologici. Ma va mixato con l’approccio di Massimo Mila (l’alpinismo fonde insieme pensiero e azione, intesi come studio a tavolino e concretizzazione sul terreno). Questa è l’asse portante ideologico del nostro ambiente. Il distacco (un po’ snob) verso chi va in montagna “alla carlona”, magari realizzando anche performance di rilievo, ma in modo arruffato, confusionario, più per caso che per programmazione, questo distacco dicevo è una costante torinese. Oggi, zizagando per boschetti solitari (a pochi km da Sestriere dove c’e’ la bolgia di Coppa del Mondo di sci), ho focalizzato che è proprio profonda la tradizione caiana (per usare un termine a voi caro) a Torino. Non è un caso: il Cai è stato fondato proprio a Torino, in alcuni casi da nostri progenitori anagrafici, e la Sezione di Torino è proprio la stessa di Quintino Sella. Evidentemente siamo caiani fin nel midollo, nel mio caso poi sono gia’ nato caiano, considerato il coinvolgimento famigliare (con la g) nel Cai Torino. Sarebbe impossibile per me non essere caiano e il distacco che proviamo (noi caiani ttorinesi) per chi va alla carlona è tradizione di antica data, come comprovato dal riferimento storico alla terminologia del Prof. Levi (anni ’30). Da alcuni interventi anche di oggi, si continua a percepire che non cogliete il tema dell’affollamento (che, dal mio punto di vista, è qualitativo più che quantitativo), né che sia chiaro a tutti il concetto di cannibale, nonostante gli esempi costituiti da molti autori di commenti dei giorni scorsi: in tali commenti la natura di cannibale emerge chiaramente, dal modo di esprimersi e di ragionare, magari anche da parte di individui che tecnicamente e atleticamente realizzano prestazioni di rilievo. Sono giunto alla conclusione che per comprendere cosa sia un cannibale bisogna essere dei caiani. A chi è caiano di mentalità il concetto di cannibale non lo si deve neppure descrivere: è autoesplicativo. Per cui non vd lo illustro più, tanto chi non lo focalizza continuerebbe a non focalizzarlo. In generale la conclusione da parte mia è: troppi umani in montagna in assoluto, in particolare troppi cannibali. Riportando la montagna ad un modello più spartano e austero (meno impianti, meno rifugi, i rifugi esistenti di tipo vintage – vedi post di qualche mese fa -, mdno spot, meno cartelli segnaletici, meno copertura telefonica, meno soccorso alpino, ecc ecc ecc), io solo convinto che l’accesso umano alla montagna si scremerdbbe da se’ e in particolare molti cannibali, trovando troppo disincentivare andare in montagna con “quel” modello, si indirizzerebbero fisiologicamente verso altre attivita’. La montagna e i connessi spazi collaterali (libri, articoli, conferenze, spazi web ecc) resterebbero così a disposizione dei veri appassionati di montagna, che in gran parte appartengono al sottoinsieme dei caiani. Sono anni ce ho deciso di impegnarmi in un’azione politica (politica e non partitica) per ripristinare un modello di montagna più severa e spartana. Buona domenica
Sto correndo dalle mie parti, in Val d’Ossola. Mi sono fermato a guardare il Rosa davanti a me, illuminato dal sole. Forse sarà l’effetto addolcente della vecchiaia, ma sento che sarebbe bello se questo mostro di discussione che tanta animosità ha sollevato si concludesse con parole serene come quelle di Levi e quelle del più grande inno laico alla fratellanza disponibile sulla piazza. Le parole si rivolgono alla gioia, ma guardando questo ammasso di sassi e neve pieno di fascino, penso si potrebbe dedicarle anche a lei, alla montagna ( del resto “Zauberberg”)
”il tuo incanto riunifica ciò che la quotidianità fortemente divide” (libera traduzione)
saluti a tutti e buone e sicure gite se siete per monti
Per tornare anch’io al tema, ribadisco quanto già detto da me e da altri.
L’affollamento in montagna in realtà è molto polarizzato attorno ad alcuni luoghi e momenti. In primis, ovviamente con lo sci di pista e attività sussidiarie, ma vale anche per l’arrampicata e l’escursionismo, sia semplice che “estremo”.
Il Cervino e la normale al Bianco sono strapieni, ma la traversata dei Lyskamm o la Dufour dall’Italia vedono ben poche persone. Così come le vie attorno al Falzarego sono unte e vedono code ogni giorno, ma capitano giornate perfette una dietro l’altra senza che sulla Costantini -Apollonio si veda gente.
In escursionismo lo stesso giorno ci sono un centinaio di persone al rifugio Mezzalama e, se sei sfigato, ne conti dieci in tutto il vallone delle Cime Bianche. Lo stesso e forse peggio in Dolomiti, in Marittime o in Centrali.
Quello che invece è molto, molto aumentato è il traffico di auto, pulmann e moto che vagano per ore fermandosi per una foto (o più probabilmente un selfie) o per abboffarsi di cinghiale e polenta (finta). E lo chiamano andare in montagna. Diciamo che è il nuovo modello di turismo alla “americana”: devo arrivare in macchina e fare lefoto dal finestrino.
Credo che in realtà sarebbe da combattere questo molto di più dei “cannibali”, intendendo quelli che vanno senza storia e cultura, magari provenendo dalla plastica o da una vita di vacanze a Riccione.
Pur essendo una sfaccettatura del medesimo sistema e parte dello stesso problema, almeno provano a mettersi in gioco…qualche volta fanno quasi tenerezza!
Invito tutti a rileggere “Ferro” di Primo Levi:
https://gognablog.sherpa-gate.com/ferro/
Provo.
Sembra di andare a una partita del pallone.
In Italia lo sport per eccellenza è il calcio, sia tifato che praticato e gli investimenti per promuoverlo sono elevatissimi, e le “battaglie” per occupare i posti del coni, che si finanzia bene e finanzia poco il resto, sono all’ultimo sangue, opps, all’ultimo “intrallazzo”, politico nevvero, basta vedere i risultati nell’atletica.
Mi sembra che si sia allargato anche il “gioco” fra le montagne, prima era quasi solo sci di pista e qualche guida idealista.
sono per una volta d’accordo con PAsini (e con Gogna).
Un conto è il cazzeggio e un conto sono temi che devono essere sacri all’uomo, qualunque inclinazione personale abbia.
Allora provo a ripartire proprio da lì, da un autore che io amo molto da decenni di cui ho cercato di leggere tutto e tutto quello che esisteva su di lui e che sento – per svariate ragioni – molto vicino: Primo Levi.
Aldilà delle citazioni indisponenti di qualcuno del cenacolo torinese, primo levi fu invece uomo e alpinista di sensibilità straordinaria, nella vita faceva il chimico ed ha scritto un bellissimo libro – il sistema periodico – in cui al capitolo “ferro” vi è una delle descrizioni a mio avviso più intense e belle sull’andare in montagna e sulle motivazioni: “”Tornammo a valle coi nostri mezzi e al locandiere, che ci chiedeva ridacchiando come ce la eravamo passata, e intanto sogguardava i nostri visi stralunati, rispondemmo sfrontatamente che avevamo fatto un’ottima gita, pagammo il conto e ce ne andammo con dignità. Era questa, la carne dell’orso: ed ora, che sono passati molti anni, rimpiango di averne mangiata poca, poiché, di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino.””
ecco, perché non ripartire da lì, per discutere sul senso del girovagare per monti e falesie, e su come quell’essere padroni del proprio destino debba o possa oggi conciliarsi con l’identica facoltà che è necessario riconoscere agli altri, sia in falesia che ai monti.
Abbandonando sciocche distinzioni fra cannibali ed altro. E leggendo fra le righe di molti commentatori salaci (ho provato poco sotto a riportare alcuni pezzi che ami sono sembrati indicativi di una analisi interessante del fenomeno fermentazioni, si scoprirebbero sensibilità marcate e grande attenzione all’ambiente che frequentiamo tutti.
Detto in maniera molto pacata, anche a Crovella: le barricate non aiutano mai. da qualunque parte si innalzino.
buona giornata
M
Abb
Lasciatemi però precisare: io sono un profondo appassionato di storia di Torino, non solo come Savoia, battaglie ecc, ma soprattutto come evoluzione della vita intellettuale cittadina (sul tema, la Casa editrice Einaudi rappresentò un tassello fondamentale). La comunità ebraica torinese (penso però che sia un fenomeno esteso ovunque) ha storicamente fornito un contribito molto importante alla cultura cittadina, molto spesso intrecciandosi con l’andare in montagna che è una “prassi,” altrettanto storica, degli ambienti torinesi. Si pensi a Primo Levi. Quindi non solo non sono inquinato da valutazioni “etniche”, ma addirittura li ammiro e certe volte mi farebbe piacere esser nato nella loro comunità, che mi capita di frequentare quanto meno comd compagni di gita. Quindi l’accenno alla terminologia utilizzata dal Prof. Levi oltre che un ndicatore di come cambia il linguaggio nel tempo, è un implicito invito a leggere Lessico Famigliare, piuttosto che dedicarsi al pan gullich. Inoltre l’intreccio fra “intellighenzia” intellettuale e andar in montagna non è fuori tema rispetto al post. Per me andar in montagna è principalmente un fatto di cultura, più che di pan gullich o di performance sul terreno. Sono convinto che, se si ri-affermasse questa impostazione, che a Torino è ancora molto diffusa (anche se non totalitaria), l’affollamento in montagna si scremerebbe, perché gli interessati al solo pan gullich si troverebbero a disagio e devierebbero verso altre attivita’. A mio avviso ci guadagnerebbe la montagna in quanto tale e ci guadagnerebbero gli appassionati di una montagna meno affollata e meno “brutalizzata”, anche nel linguaggio e nel modo di espressione.
Eh, sì. I commenti n. 182 e n. 184 sono da cartellino rosso.
Se c’è una cosa di cui non mi frega nulla è che un post raggiunga un così spropositato numero di commenti quando questo numero denoti solo che si è andati al di là di quello che dovrebbe essere lo scopo di un blog. Siamo anni luce lontani dai temi iniziali, la rissa è in pieno svolgimento.
Dunque adesso basta. Se ancora do ossigeno a questa conversazione, finisce che non solo i giovani non leggeranno mai GognaBlog, ma neanche più i “vecchi”. Neppure lo leggeranno più gli agitatori e provocatori provvidenziali, ma solo quelli insani, i più accaniti nemici di qualunque auspicata rivoluzione.
Non un commento in più sarà lasciato sopravvivere in questa sede se il suo significato non riprenderà almeno uno dei temi iniziali (ovviamente in modo civile).
@Roberto Pasini:
con quel ” nata Levi” cosa si voleva sottolineare? dai cacchio…sono figlio, nipote e pronipote di emigranti; nato in germania. Ho formato una famiglia mista con una donna mooooooolto straniera; una mezza parola buttata li per caso copiincollando da wikipedia a te non dice niente…per me e’ un pugno in faccia!!!! sai…questi ebrei comunisti che facevano tanto gli intellettuali ma poi usavano la parola negro!!!
Eh no signor arbitro. Quando si scherza si scherza ma non su certi argomenti. Questa allusione al presunto antisemitismo di Crovella è inaccettabile. Per me è un fallo da cartellino rosso. Un limite va posto. Su un argomento del genere poi. Per giorgioxl: ma come puoi permetterti di fare una battuta simile? Spero tu ti renda conto della cazzata.
Sti ebreacci col nasone….
In effetti potrei raccontarvi infiniti aneddoti su Natalia Ginzburg nata Levi, sul marito Leone, sulla combriccola di intellettuali (Pavese, Giulio Einaudi) che fondarono la Casa editrice Einaudi, nonché sulla sua famiglia (di Natalia intendo). Suo padre, professore universitario, era un alpinista domenicale di medio livello e faceva gite con i figli, specie i due maschi, ma anche le femmine. Per spronarli a non commettere errori diceva “in montagna non si fanno cose da negri”. È anche riportato in Lessico Famigliare. Si era negli anni ’30, ma certo l’immagine è più cruda del termine cannibale (usato invece nella mia famiglia). Quindi vedete che è tutto relativo. Con questo vi saluto per il semplice fatto che sono in montagna, sta nevicando e spero di fare due belle gite con neve fresca anziché investire tempo nei commenti. Buon weekend e prendetevi un po’ di bromuro! Ciao!
giusto per la precisione: si scrive NaTalia non NaRalia.
come vedi siam tutti umani…
che ci voi fa’
me lo ricordavo con la l, il libro.
ho sbagliato io, sai, capita a tutti.
cazzo, mi ha battuto sul tempo.. quel satanasso 😀
e fra poco verrà fuori che, oltre ad accompagnare in gita diavola, gogna e gobetti, è pure cugino di quinta della Natalia 😀
fermi! che con il pan gullich io ci fo merenda…
il benassi vien dalle parti cannelot, mica delle valli sabaude… che ti vuoi aspettare 😀
anyway, prima che il crov sbrodoli nuovamente, sono ammessi sia familiare che famigliare (più desueto, ma si sa il C.C. è snob)…
Guarda che famigliare si può scriavere sia con senza g, a norma di grammatica. Io preferisco con la g, è molto radicato nella tradizione torinese. Vedasi il titolo “Lessico famigliare” di Naralia Ginzburg
o il che la mi disce, la sora Beatrisce!
il c’ha messo l’accento all’uno? e chi ? Alberto ?
madonninnamiasantissima!
comunque, in confidenza, ‘un c’ha mi’a avuto vella bella “educazione famiGliare” del caro Crovella, l’e’ un po’ un cannibale della lingua…
vabbe’, diamoci al pan gullich che e’ meglio!
(personalmente faro’ bloccaggi mono sulle picche, almeno non smagnesio e cosi’ nei riposi cucino tranquillo per quelle berve dei miei figlioli…che se non gli preparo l’amatriciana io questi mi crescono come mangiarane docche)
e lo so, che ci vuoi fare…come dimostrato con IGNORANTE parlavo di me.
Benassi, BOCCIATOOOOO!!!
Ribadisco che se al posto di ogni messaggio avessimo fatto pangullich saremmo tutti dei fenomeni. Poi pero’ qualcuno, come ho letto, non si chieda come mai i giovani non frequentano queste discussioni.
Commento 168: un ignorante si scrive senza apostrofo! (molto freudiano questo refuso che si collega proprio al termine ignorante…)
blow-jobs su educascional ciannel!
Comunque, analisi pezzente da Alberoni de noialtri, è molto interessante notare i diversi coni di visuale e il peso dato a pseudonimi, forma, stile, ecc… nelle righe che scriviamo. Mi pare veramente marcata la divisione tra chi usa il nerosubianco (storpiatura che auspico induca l’esimio Crovella a recarsi in apposito luogo atto alla evacuazione di reflui molto intimi) dai primi tempi della diffusione della rete, rispetto a chi utilizzi i suoi strumenti di comunicazione da tempi più recenti. Ovvero chi usa detti strumenti da quando esistono gli smartphone. Sbaglierò, ma ho questa impressione.Ps: Matteo, ziocan, mi ero ripromesso di tacere. Ma col blowjob che mi hai tirato, visto che non so stare zitto, mi tocca dire che hai scritto una marea di (gradite) esagerazioni. Se volevi bere aggratis bastava dirlo, eh! ^_^ (Pps: cortesemente spiegate a CC il ^_^ ; il blowjob presumo lo conosca).
@crovella ” per il mio “vissuto” (educazione famigliare, appartenenza ad un certo spaccato sociale torinese, ambiente scialpinistico in cui mi sono formato e che poi ho diretto, mondo del lavoro che ho frequentato ecc ecc ecc) per me sarebbe impossibile “scendere” ai livelli espressivi e di contenuto di molti di voi… ”
“Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!” (cit.) 😀 😀 😀
crovella, sei quasi affascinante… 😀
scusa ma perchè scrivere questa cosa? non ti sembra un modo di guardare le persone dall’alto in basso, come dire io so io e voi nessuno!!! E’ come dire io sono nobile, aristocratico e voi dei barbari ignoranti.
Uno può anche scrivere male, sgrammaticato, in modo tutt’altro che elegante, ma questo non vuol dire che quello che scrive non abbia contenuti meritevoli di essere considerati. Uno può anche fare lo spavaldo ma non per questo essere un’ignorante che non sa di cosa parla.
Non ti viene il dubbio che queste persone che tu giudichi ruttatori, invece siano persone molto più preparate/impegnate/acculturate di quanto tu possa immaginare?
Che magari sono solo persone che hanno una visione della montagna, dell’arrampicata, dell’alpinismo diversa dalla tua: meno eroica, meno caiana, meno formale. Ma allo stesso tempo molto rispettosa e appassionata!!
No Problem Benassi. Pensa che a me, ateo e pagano, danno fastidio i bestemmiatori e il mio compagno di corda, uomo di cantiere, è uno di quelli😇
Apprendiamo solo quanto possiamo aggiungere alla collana della nostra biografia.
Non quanto cade fuori dalla base di appoggio.
La cui ampiezza varia nell’individuo e tra individui.
Roberto, va bene dai ti chiederò scusa per aver scritto che a me i formatori mi stanno antipatici.
Ok. Alcuni attacchi personali, al mio lavoro, alla mia militanza politica giovanile, ai miei obiettivi non mi hanno fatto piacere. Va bene. Questa abnorme discussione ha dimostrato che siamo tutti esseri umani e che siamo sensibili agli interventi sul giocatore e non sulla palla, compresi monaci e papi neri, anche se poi si fa finta di niente. Per questo avevo detto lasciamo fuori la persona e la maschera non basta a proteggere, ci vogliono un po’ di autoregolamentazione tra gentiluomini e gentildonne, anche nel caos. Tutto apprendimento.
Roberto, che tu abbia generato incomprensioni e fomentato reazioni eccessive mi giunge nuova: scrivendo non avevo certo in mente a te…
Ho usato il “tu” all’inglese, come costruzione impersonale (e peraltro rivolgendomi anche a me stesso)
Matteo, ho iniziato a partecipare a questo blog a metà novembre in risposta a un articolo sul TOR di Crovella che mi era stato segnalato da un altro volontario. In meno di due mesi mi sono reso conto di aver provocato in alcuni reazioni di fastidio, di noia e anche di ostilità, decisamente superiori ai miei standard e a volte molto contrarie a ciò che mi accade normalmente nella vita. La cosa mi ha pertanto meravigliato e non sono una “figia di familia” come cantava De Andre’. Io ho commesso errori e mi sono dimostrato inadeguato ma mi sono anche posto molte domande sulle opportunità e i pericoli di questo strumento di comunicazione, che non avevo mai usato prima. Ho deciso dunque di tacere e di imparare ascoltando e fornendo solo al Capo qualche pezzo ogni tanto se trovo qualcosa che penso potrebbe interessare anche altri. Con sincerità.
Appunto.
“…mi bastano due vostre righe e capisco già che non abbiamo molto da condividere. Segnalo per altro che molte persone da voi citate (come vostri punti di riferimento) sono state in occasioni diverse miei compagni di gita sul terreno o “soci” di avventure editoriali. Buon week end!”
ma non ti viene nemmeno il sospetto che forse stai sbagliando qualcosa?
Ti giuro, assolutamente senza alcun intento polemico o denigratorio.
“Facciamo sempre delle interpretazioni sugli altri soprattutto quando le informazioni sono scarse.”
Vero, però se programmaticamente parti da la mia interpretazione è quella giusta e ho ragione io punto, non è che si vada lontanissimo…diciamo che la comunicazione tende a soffrirne un po’!
Non ho problemi a dire che per il mio “vissuto” (educazione famigliare, appartenenza ad un certo spaccato sociale torinese, ambiente scialpinistico in cui mi sono formato e che poi ho diretto, mondo del lavoro che ho frequentato ecc ecc ecc) per me sarebbe impossibile “scendere” ai livelli espressivi e di contenuto di molti di voi. Personalmente la cosa non mi condiziona, l’ho già detto. Se vi piace sguazzare nei bassifondi, non sarò certo io che ve lo impedisco. Mi dispiace però che la montagna e gli spazi immateriali della montagna (riviste, articoli, web…) siano condizionati da questo trend. Essere cannibali non è una questione numerica, ma qualitativa. Cioè non è l’affollamento in quanto tale che genera un clima da cannibali, ma sono le persone cannibali che sviliscono il contesto in cui si inseriscono. Per questo io non sono interessato a sapere come vi chiamate, che nick utilizzate, che curriculum avete (nella vita oltre che in montagna), perché mi bastano due vostre righe e capisco già che non abbiamo molto da condividere. Segnalo per altro che molte persone da voi citate (come vostri punti di riferimento) sono state in occasioni diverse miei compagni di gita sul terreno o “soci” di avventure editoriali. Buon week end!
Non sono d’accordo sul fatto che il linguaggio e le forme non contano, sono pure convenzioni. Hanno sempre un significato, non necessariamente negativo o positivo, ma vogliono dire qualcosa. Le foto che si mettono nei profili, i simboli, la scelta di usare un nickname o no, gli stessi nickname, l’abitudine in certe zone ancora oggi di bestemmiare, il voi che si davano i miei nonni, il tu che ci diamo oggi…..poi si possono sbagliare le interpretazioni e forse certe volte è meglio tenersele per se’ per evitare equivoci, ma non è vero che non dicono nulla nella vita privata, nel lavoro, nel divertimento in internet. Facciamo sempre delle interpretazioni sugli altri soprattutto quando le informazioni sono scarse.
@Carlo Crovella
ma non eri andato a scrivere articoli????
Non è una questione anagrafica, ma di modo di pensare e di esprimersi. A me non viene proprio da esprimermi nel “gergo” fatto di frasi smozzicate, oppure parole composte da vari termini fusi insieme, insomma è un modo di parlare per me incomprensibile, come è incomprensibile la vostra visione della vita. Evidentemente io risulto altrettanto incomprensibile a voi, ma la cosa non mi condiziona minimamente, non perché ce l’abbia con qualcuno di voi, semplicemente perché, nella vita, non mi sono mai posto il problema di risultare o meno simpatico a tizio o a caio. Tra l’altro le idee che esprimo qui (“camicia a scacchi Carlo Mauri”) sono coerenti con quanto ho sempre espresso da che scrivo (cioè alcuni decenni), per cui non c’è da parte mia l’obiettivo di utilizzare il blog come vetrina promozionale. Sono convinto di quello che penso e lo esprimo, concretizzando un mio indiscutibile diritto.
ps. non sono distante da crovella anagraficamente…
per il resto sono ovviamente agli antipodi, pur essendo vegetariano e non cannibale 😀
@matteo “Con il “voi” contrapposto al “noi” non si va da nessuna parte, soprattutto quando ci si basi su dati inconsistenti.Per esempio, le dotte analisi sul ribellismo giovanile contro lo status quo dei vecchi fanno un po’ ridere considerando che anagraficamente Carlo Crovella è sicuramente più giovane di me o di Callaghane e lì lì con Drugo, mentre Batman ci batte tutti.Tanto per dire”
del tutto condivisibile. io stesso non sono distante da Crovella, ma se vogliamo parlare di giovani e di visioni giovanili basta guardare, ad esempio, l’età anagrafica di Erri de Luca, di Alessandro Gogna, di Giorgio Daidola, persone che pure esprimono posizioni ( e modalità di interazione) che rispetto a quelle della nobiltà sci-alpin-cannibaliana torinese sono da neonati.
Perlatro tale contrapposizione è usata solo da costoro, e da il metro della loro insipienza, visto che non sanno manco con chi stanno parlando ed hanno una visione così limitata da non rendersi conto dell’infinito caleidoscopio che oggi presenta la frequentazione alpina, limitandosi al becero “io si, quelli educati da me pure, gli altri in culo…” (tradotto nel gergo camaiorese… ciao Alberto :D).
Concordo con Monaco e Benassi, il blog ha il merito di riportare un sacco di roba interessante (oltre alla spazzatura di crovella) che si legge con grande interesse e, per taluni più attempati, anche con un pò di malinconia .
Semmai c’è da chiedersi perchè invece interagisca un così modesto gruppo e assai connotato, ma questa è incombenza del papa nero…
quanto al tema della discussione, tolto il concetto raffinato del ” “io si, quelli educati da me pure, gli altri in culo…” espresso dall’elite, cui si può affiancare l’altro sommo concetto “vecchio e retorico – certamente caiano – è meglio e sano. ovvero l’esprit da libro del rifugio” la discussione potrebbe essere interessante per l’apporto di chi oggi frequenta l’alpe con frequenza e ad alti livelli e chi la frequenta invece da una quarantina d’anni a livelli diversi per capire come sono cambiate le modalità, le persone e i tempi.
per dire, all’attacco della oppio al pizzo d’uccello una ventina d’anni fa si facevano le corse al mattino presto a chi arrivava prima, oggi è diventato un luogo da meditazione buddista… la castiglioni alla torre castello è diventata un reperto museale (eppure è una bella via) e eprsino i valligiani si stupiscono se vai a farla, per non parlare di taluni marcioni ravananti apuani e dolomitici che son roba da amatori.
un blog può anche aiutare a comprendere come sia mutato l’andazzo negli ultimi decenni e perchè… che ho il sospetto sia faccenda un pò più complessa della distinzione cannibali/vegetariani nobili.
state bene :d
Con il “voi” contrapposto al “noi” non si va da nessuna parte, soprattutto quando ci si basi su dati inconsistenti.
Per esempio, le dotte analisi sul ribellismo giovanile contro lo status quo dei vecchi fanno un po’ ridere considerando che anagraficamente Carlo Crovella è sicuramente più giovane di me o di Callaghane e lì lì con Drugo, mentre Batman ci batte tutti.
Tanto per dire.
Caro Monaco (vedi che per me è già impossibile rinunciare alle maiuscole…),ho letto con attenzione il tuo commento n. 123. Volevo precisare come è avvenuta l’identificazione del tuo nome e cognome.
Ho esaminato i 50 commenti al post in questione (https://gognablog.sherpa-gate.com/una-storia-di-civile-umanita/). Ho subito scartato tutti i nomi e cognomi che normalmente si firmano nei commenti ai più svariati post. Sono rimasti in lizza il tuo nome e cognome unitamente ad altri 6 pseudonomi (Lusa, Paola, GiacomoG, David, Matteo e Luciano). Tu avevi scritto di esserti firmato con nome e cognome, dunque ho eliminato gli pseudonimi. E’ perciò rimasto solo il tuo nome e cognome, autore di due commenti assai strutturati che dunque giustificavano ciò che avevi tu stesso asserito, e cioè che la firma è necessaria in alcuni casi e inopportuna in altri (non ricordo più dove lo hai scritto, magari puoi aiutarmi).
Ho dunque pensato che chiunque avrebbe potuto identificarti con gli stessi mezzi usati da me, che sono in effetti a disposizione di tutti.
Solo in un secondo tempo ho verificato la “verve linguistica” (anche questo lo poteva fare chiunque)riscontrando peraltro parecchie affinità.
Non avendo a disposizione la mail che sta dietro a “monaco” su planetmountain non potevo fare alcun tipo di confronto. Ma a quel punto sarebbe stata solo la “prova del nove” di cui non c’era affatto bisogno.
Dunque sei tu il vero responsabile del tuo outing, io non ho fatto altro che riformulare informazioni che erano a portata ormai di chiunque. Appositamente mi sono fermato lì, volutamente non ho citato il tuo nome e cognome ma ho riportato solo i numeri dei commenti. Proprio per responsabilizzare solo e unicamente chi davvero bruciava dalla voglia che gli fosse svelato il tuo piccolo segreto.
Se poi qualcuno è andato oltre e si è spinto a curiosare nel tuo curriculum, divulgare la tua professione o a ipotizzare i motivi della tua ricerca di anonimato… questo francamente non è affar mio. A dispetto di “paolo”, sono solo felice se persone di esperienza alpinistica e/o scientifica, o di rilevanza artistica, vengono a contatto con GognaBlog, meglio ancora se mi criticano.
Su una cosa infatti hai molta ragione: occorre rendersi ben conto del pubblico che si ha. Questo vale per tutti, a maggior ragione per me. Il pubblico ti può applaudire ma ti può anche fischiare. E’ importante capire che pubblico si ha, ma anche essenziale non diventarne servi, non cedere e continuare invece a esprimere la propria creatività.
L’aver riportato su GognaBlog il post che stiamo commentando e comprendere di aver scatenato questa quantità di problemi irrisolti, di istanze serpeggianti, di difensive e di attacchi mi fa pensare al caos che tanto spaventa chi ha assoluto bisogno di punti cosiddetti certi per navigare una rotta che presume la sua. Il caos è caos, e senza di lui non si va da nessuna parte. Nel caos c’è anche spazio per le forzature.
Sì, spaccando il capello in quattro, forse ti ho forzato un po’ la mano, ho usato quella crudeltà che solo un papa nero può avere (ma se la può permettere?). Da un tuo commento successivo (n. 147), leggo che sostanzialmente vuoi bene a questo blog e che (ancora sostanzialmente) gli auguri di “spaccare” anche in mezzo ai giovani (o quanto meno ai non-vecchi). Non so quanti di questi pensino sia importante o meno la questione della firma: m’interessa invece qualunque loro manifestazione di creatività. Che, per essere tale, deve necessariamente andare contro a certi canoni, altrimenti è solo ri-creazione. Grazie della collaborazione.
150!!!! Hannibal4President
Er Monaco Scienziato, ancora un po’ incazzato, disse al Papa che doveva fa’ : curate er Mausoleo e fa’ er nonno de Greta e nun te impiccia’. Me cojoni!
il blog dovrebbe essere un luogo d’incontro, di condivisione, di confronto anche litigioso sulle idee , sullo stile, sulle personali esperienze, che alla fine fa cultura della montagna.
Essere uno spazio aperto dove tutti possano dire la sua. Come giustamente dice il Monaco prima c’erano le tante pubblicazioni a raccontare il giochino.
Essere un luogo dove anche chi non ha sufficiente esperienza possa trarne motivo per incuriosirsi e allargare le proprie conoscenze.
Quale è il problema ? Bisogna pensarla tutti allo stesso modo? c’è un modo giusto che ti autorizza a stare qui e uno sbagliato che invece ti butta fuori?
Bisogna essere perbenino, ben educati? Il problema è la parolaccia? No perchè la parolaccia fa parte di noi.
In toscana si bestemmia anche per rimarcare, non tanto perchè si è comunisti o blasfemi e non sabaudi. A Camaiore si bestemmia di brutto eppure son quasi tutti democristiani….
Per quanto mi riguarda devo ringraziare questo blog per le prese di posizione sul problema ambientale apuano.
“avete bisogno di “riconoscimento”, se non addirittura di “affermazione”, attraverso l’ “accreditamento””
Disse il bue all’asino.
Mah…l’impressione che date è che “fate clamore” (comunque e a prescindere) perchè avete bisogno di “riconoscimento”, se non addirittura di “affermazione”, attraverso l’ “accreditamento” sul sito di Gogna (non a caso se Alessandro, con le migliaia di gente che ha incontrato nella sua vita, non vi riconosce “al volo” in tram vi sentite esclusi dal giro che conta…). Il tema psicologico della rivalsa dei giovani contro i vecchi è stato ben focalizzato dal filosofo Alain Finkielkraut e lo abbiamo riportato nell’articolo sui giovani di Fridays For Future, pubblicato pochi giorni fa (il 12 mi pare). Osservandovi, la tematica è la stessa. (Per la cronaca, non pochi degli articoli “del passato” riproposti su questo blog sono stati da me segnalati ad Alessandro…). Io preferisco investire il mio tempo a scrivere nuovi articoli che continuare ‘sti commenti. Ciao!
gli scritti di Motti, le testimonianze di Manera, gli articoli su “God with moustaches”, Bonatti, Comino, Grassi…Cozzolino, Massarotto, Calcagno, Aste, Mariacher…gli articoli irriverenti (ma poi quanto???) dei Lowe, Donnini, Bridwell, Fowler…pure la retorica old-style della diretta all’Eiger…e tanti altri scritti…
non sono appannaggio esclusivo della, soit-disant, noblesse sabauda.e si vengono a leggere qui come si leggevano anni fa su AlpineSketches…e su Alpinist, Scandere, Vertical, Climb, l’Annuario, Cimes, RockandIce, Alpine Journal…sul fu Supertopo…e su quanti altri dimentico
questo e’ uno dei meriti di questo blog: proporre, e riproporre, articoli di montagna, alcuni distanti tanti anni luce dalla retorica dell’alpe, sia essa a scacchi, sacra o sticazzi.
come ha il merito di portare avanti battaglie ambientali: heliski, funivie, ferrate, rifugi-alberghi…cave!…il cui impatto travalica le “terre alte” e il nostro divertissement preferito che e’ l’andar per monti a giocare, semplicemente giocare.
ecco perche’ tanti (quanti??) leggono, anche se non si riconoscono (ovvio!!??) in tutto.
dal mio punto di vista proporre questi temi potrebbe trasmettere un modo di vivere la montagna e l’ambiente alle giovani generazioni. io non demonizzo la performance sportiva (che’ Cassin `un s’allenava??…e Casarotto?? Cannibali si, nel senso di Merckx), sia essa in falesia o in montagna, ma mi piace che si sappia che esistono anche e esisteranno ancora altri modi di “giocare”.
anche il curatore del blog sembra preoccuarsi di come mai di giovani in montagna ce ne siano pochini:
https://www.clubalpinoaccademico.it/index.php/news-2/item/377-puo-la-cultura-alpinistica-riportare-i-giovani-in-montagna
saranno deliri miei, ma se uno dei fini di questo blog sono i giovani, vista la piega degli ultimi tempi…stiamo freschi!—————————————————per paolo, te (ed io pure) dovresti ringraziare ogni giorno il fatto che “le ridicule ne tue pas”. io sono una bravo alpinista. punto. a mille miglia da chi forte lo e’ peddavero! il fatto che siano mediatizzati cani e porci mi tange poco, visto che 1) la mediatizzazione me la merito meno di tanti altri 2) penso che piu’ lontano vi si stia e meglio sia.
per l’avanguardia della scienza moderna, come ricordo sempre ai colleghi (visto che “excellence” e’ diventata la parola + abusata in questa strana comunita’) , il 99 e passa per cento di noi, io per primo, e’ semplicemente un onesto operaio della Fisica.
@crovella “Se tutto questo “modello” vi infastidisce, anziché eruttare sequenze infinite di vomito (alcune incomprensibili anche solo a livello di linguaggio usato…), indirizzatevi nei vostri soliti spazi web, quelli dove la filosofia imperante è simile alla vostra: lì vi troverete bene, incontrerete interlocutori coerenti con voi e quindi di reciproco gradimento e potrete parlare di argomenti e di stili (di vita prima ancora che di montagna) in cui vi riconoscete.”
forse perchè, fino ad ora, è uno spazio pubblico dove – per nella limitatezza di visione dei tre /quattro personaggetti imperanti – ciascuno può liberamente esprimere il proprio pensiero?
forse eprchè l’attegiamento da sottosezioncina sucaiana di eletti ha anche un pò rotto le palle ai molti (ne sono convinto) che leggono, rispetto ai pochi che scrivono?
forse perchè quando si leggono così tante castronerie supponenti in poche righe alla fine fine voglia di sparare due petardi nell’assembramento dei tre che si parlano addosso?… non dico di interagire, perchè con uno che afferma fieramente di avere la stessa idea da quando aveva ventanni non resta molto più di una pacca sulla spalla.
quanto al linguaggio, rutti sputi, etc… vi è più sostanza negli interventi qui sopra dei vari dugri, etc che nella messe di facezie autoreferenziali che il trio B/C/P ha ammanito negli ultimi sei mesi.
solo che magari fa più comodo buttarla sul rutto che rispondere nel merito, che quello si chiama confronto.
ad esempio, per tornare al merito, quello che scrive VYger (della cui identità me ne può fregare meno di un cazzo, mi basta quello che scrive, potrebbe anche essere un droide per quel che mi riguarda) è interessante spunto di riflessione
“Tra le cause, secondo me:
1. Viaggiare costa; e ci sono meno soldi in giro;2. Il lavoro è sempre più istituzione totale, per chi ce l’ha; quindi c’è meno tempo, per allenarsi a dovere e farsi il we in montagna dei bei tempi;3. Oggi ottieni notorietà se fai il Capitan free solo, mica se sali Viaggio nel Passato sul Casale;4. I social focalizzano l’attenzione sulle vie salite al momento da gatekeeper; le altre vie si dimenticano (abbiamo sempre più una memoria da amebe);5. I social pompano l’ego (la nostra identità di rappresentanza) dando risalto al sensazionale; quindi si salgono le vie da sensazione e si lasciano perdere le altre (per quelli cd forti, i galletti del pollaio locale); inoltre quelli cd forti punteranno a realizzare “prime” (aperture – non di rado di “Carlo Codega”, ripetizioni, invernali) gli altri, onde evitare inutili traumi, salgono vie relativamente sicure e ben protette, in genere le solite;
6. Le persone iniziano sempre più spesso dalla plastica; e hanno problemi di sicurezza anche in un contesto naturale protetto come la falesia; figuriamoci in montagna.”
così come quello che scrive Drugo: “ma c’è nei soliti 4 posti dove vogliono (= vogliamo prima o poi!) andare tutti
che anche noi siamo tutti.se anziché su per il vajolet vado attorno al gran cront, sicuramente trovo qlcn; ma non al punto di “potermi DOVER lamentare” CHE CI FOSSE TROPPA GENTE. (cosa della quale spesso godiamo).analogamente se in wyominkia o in yosemite mi allontano dai posti più celebri, trovo solo chi si sta rompendo la schiena con una zainaccio caricato con materiale per più giorni. al massimo oltre a questi posso imbattermi in qualche orsetto ricchione e bestiacce varie.sinceramente si può discutere finché si vuole sull’affollamento di certe vie, laghetti, creste cervini e vajolettini, ma per fortuna è sempre nei soliti posti.prendere o lasciareo lo accettiamo o per fortuna abbiamo mille altri luoghi dove andare.il problema vero è nell’affollamento di intere aree geografiche a livello di viabilità e infrastrutture.se in stagione canonica voglio andare in marmarole, dove non troverò il turistame da lago del sorapiss, devo comunque imbottigliarmi nel traffico dell’alemagna e scaricare gas (anche endogeno) passando per ogni paesello.(ragione per cui preferisco attualmente andare a rompere le balle su per cessi di montagnole a casa di scairambler )analogamente all’esteroe all’estero sarò anch’io, facendo il turistaccio che va a vedere il lago icx, il passo del menga o la cresta crestosa, uno dei tanti che incrementerà il traffico locale generando malumori negli autoctoni e negli habitué del luogo.d’altronde c’è poco da fare, chi viene in crolloniti vuole vedere certi posti “da non perdere” come faccio io in ambiti dove ahimè difficilmente tornerò prima del paltò di legno…analisi spannometrica da due soldi:anni ’80, dieci auto per strada; nove parcheggiavano per attività varie, dal picnic alla solitaria invernale e una andava a zonzo.adesso su dieci auto tre quattro parcheggiano, mentre le altre vagano perennemente a zonzo”
sono percezioni che chiunque vada per monti ha certamente percepito, aldilà del dato oggettivi statistico e documentale (o documentato) e sulle quali potrebbe essere interessante confrontarsi.
Poi la dialettica di Planentmountain quella è, basta comprenderla è peraltro – anche se alla lunga mi affatica — è assai meno sciocca di certe sortite crovelliane.
Certo chi è abituato a fare ruttini sommessi altrimenti gli cola il lambrusco (pardon, il dolcetto) sulla patacca magari preferisce inorridire che rispondere sul merito
.
Come si misura un Blog
Contributo dell’autore
Crescita olistica dell’audience
TASSO DI CONVERSAZIONE
Citazioni
Costo
Vantaggi / ROI
Hannibal è er Numero UNO! Er capitano!!!! Rosiconi! Ve volete confronta’ cor Marchese del Grillo? Poarelli…nun ce la potete fa! State al pianetello vostro che è tanto bello!
A questo punto non comprendo quali articoli troviate interessanti secondo i vostri canoni. Protestate su tutto e con tutti, non vi va questo, non vi va quello, adesso tirate pure fuori la barzelletta del tram 2… (che c’entra col blog?)… è evidente che non può esserci interconnessione fra mentalità così diverse. Io sono ideologicamente “vecchio”, ne sono conscio e anzi ne sono addirittura fiero (se il nuovo siete voi…mamma mia, preferisco essere matusalemme!). Ma ai fini del blog è irrilevante se sia meglio il vecchio o il giovane. Se al momento, avvertite una forte presenza di “vecchio”, è inutile che starnazziate le vostre proteste: cosa pretendete? che vecchi come me si mettano a scrivere come i giovani, su argomenti da giovani e con lo stile (incomprensibile) dei giovani? E’ ovvio che è impossibile. Se l’attuale clima non è di vostro gradimento, o vi dirigete verso altri spazi web oppure vi impegnate a cercare di modificare in prima persona la composizione generale degli articoli.
Infatti è stupido fare la gara a chi ce l’ha più lungo a livello di commenti. Se fra gli articolisti ce ne sono molti “vecchi”, vi capiterà sempre di incontrare articoli che non vi piacciono. Allora o andate a leggere in altri spai web oppure mettetevi sotto a redigere e pubblicare articoli che esprimano la vostra filosofia. Ma non uno, decine e decine di articoli. E’ una questione numerica. In un anno ci sono 365 giorni, se pubblicate 1 articolo, restano 364 giorni a disposizione dei vecchi e il clima complessivo resterà sempre “vecchio”, perché la sintesi dominante sarà sempre quella della “camicia a scacchi Carlo Mauri”. Se invece voi pubblicherete 100, 150, 200 articoli “moderni” all’anno (ogni anno!), si ridurrà lo spazio annuale a disposizione dei vecchi e magari (sottolineo magari) il blog virerà verso un taglio come piace a voi.
Chiaro che tutti i lettori faranno poi le loro scelte e magari chi ama il blog attuale (e lo ama silenziosamente, cioè leggendo gli articoli, ma senza aggiungere commentare) potrebbe trovarsi disorientato di fronte ad un’impostazione diversa, se non opposta, da quella finora trovata. Cosa è meglio? Chi vivrà vedrà…
“Non ti conviene discutere con un imbecille, specialmente se anonimo. Ti costringe ad abbassarti al suo livello e poi ti batte con l’esperienza.” (cit. Oscar Wilde, con aggiunta).
… … …
Bisogna sempre assecondare i vecchi detti pieni di saggezza.
Passo e chiudo.
Comm. 137: Crovella, l’unica cosa di spessore che emerge dai suoi commenti è quella dell’intolleranza che esprime nei confronti di chi non è allineato e coperto (per utilizzare termini a lei cari) al suo pensiero e che ci illumina sulle sue limitatissime, per non dire inesistenti, capacità empatiche.
Cordialmente
Nome Cognome
Caro giorgiolx, so bene cosa è la netiquette, ma le do la scarsa importanza che merita. Quanto al tuo racconto del tram 2, mi vedo la scena. Tu che mi saluti, io che non so chi sei, ma prima di risponderti vado su google (cercando cosa?) e poi però “non ti considero”. Semplicemente stupendo.
Mai usata la parola merendero, non è nel mio vocabolario mentale. Sono pieno di amici che si potrebbero considerare merenderos, nessuno dei quali però è affetto da desiderio di provocazione.
“Io non riesco a capire cosa attiri un certo tipo di lettori che sono così diversi da come si è sempre espresso il blog. “
forse il fatto che gli articoli, o almeno alcuni, sono interessanti?
“che bisogno c’è di venire a vedere cosa si scrive qui, se i calcoli sono fatti su 12 o 14 anni, se la diffusione dell’identità è fondata o meno, se c’è o non c’è puzza di camicia a scacchi Carlo Mauri….?
Evidentemente si, ma, scusa, perché ti dà fastidio? Perché qualcuno contesta le tue conclusioni ritenendole aprioristiche (peraltro dandoti il merito di cercar di analizzare i dati).
Bé, io l’ho fatto, scrivo qui da prima di te e sono sempre stato anonimo.
Sono ribelle, aggressivo e cerco di piantar grane? Francamente non mi pare, al massimi ti ho scritto che stavolta l’hai fatta fuori dal vaso: cosa trovi offensivo, il vaso o l’indiretta allusione all’attività escretoria?
Di certo però non ho ricevuto alcuna risposta puntuale da te sui punti che ho sollevato.
A sto punto viene il dubbio che ciò che trovi offensivo e disturbante sia il fatto che qualcuno possa mettere in dubbio o essere contrario a quello che scrivi e che non sia tutto un “che bello”, “che bravo sei”, “no più bravo tu” e cicicìp e ciciciàp
Ma se il Capo ha rilanciato qui un tread di Planetmountain, credo di poter affermare che forse era proprio quello che voleva: vedere se si riusciva a uscire un po’ dal “caro dottore” e “ma prego prima Lei, duca-conte” anche al prezzo di un po’ di “cazzo, vaffanculo, pirla!”
Er Monaco Scienziato sta’ incazzato
or che è stato smascherato
ma il Vangelo s’era scordato
”er bullo sarà bullizzato”
Francesco Totti 52: 26
Veramente senza parole.
La vostra maleducazione digitale é pazzesca. Mai sentito parlare di Net eriquette? Nooooo figurati….siete molto oltre rutti e scoregge.
Ossevando da chi si circonda qui e le modalità dei suoi sodali sul blog, capisco perché quando ho beccato gogna sul tram 2 a porta genova e l’ho salutato, prima di rispondermi ha sondato sul mio cv alpinistico e quando ha capito che ero un merenderos non mi ha più considerato
Io non riesco a capire cosa attiri un certo tipo di lettori che sono così diversi da come si è sempre espresso il blog. Guardate lo storico degli articoli e mi pare che, pur con la dovuta diversità fra gli autori, siano sempre allineati ad una certa visione storica, culturale, di contenuto e di “spessore”. Non mi pare che questo sia mai stato uno spazio web dove storicamente si è rintracciata una sistematica presenza simile a quella che emerge dalla lunga serie di interventi che io chiamo “rutti”, utilizzando la definizione avanzata a latere dell’articolo sugli 8000.
Il modo porvi, così ribelli, così aggressivi, sempre alla ricerca di pretesti per piantare grane (come nel caso dell’ultima querelle sulla divulgazione dell’identità) è del tutto incomprensibile. Esistono, e probabilmente sono numerosissimi, gli spazi coerenti con la vostra mentalità… a giudicare dall’articolo cui siamo “agganciati”, PM è uno di questi: io non ho esperienza diretta di PM perché non mi interessa perdere tempo a frequentare “luoghi” dove so già che mi trovo a disagio.
Ma lo stesso, al rovescio, vale anche per voi: che bisogno c’è di venire a vedere cosa si scrive qui, se i calcoli sono fatti su 12 o 14 anni, se la diffusione dell’identità è fondata o meno, se c’è o non c’è puzza di camicia a scacchi Carlo Mauri….?
Se tutto questo “modello” vi infastidisce, anziché eruttare sequenze infinite di vomito (alcune incomprensibili anche solo a livello di linguaggio usato…), indirizzatevi nei vostri soliti spazi web, quelli dove la filosofia imperante è simile alla vostra: lì vi troverete bene, incontrerete interlocutori coerenti con voi e quindi di reciproco gradimento e potrete parlare di argomenti e di stili (di vita prima ancora che di montagna) in cui vi riconoscete.
“Non credo inoltre che dobbiamo adoperarci a rispettare i limiti (della decenza e di quant’altro) quanto invece è necessario rispettare davvero gli interlocutori. “ [Gogna dixit]
Non so chi abbia “sgamato” il Monaco, però di sicuro non ha rispettato la sua volontà. Sembra che lui non si sia offeso particolarmente, ma le scuse mi paiono più che dovute
E io gliele faccio anche se non sono stato io il colpevole: perdona loro Monaco, perché non sanno quello che fanno.
Sperando che continui a scrivere perché i suoi interventi mi sono parsi tra i più interessanti.
“Omnes qui acceperint gladium, gladium peribunt” (con maschera o senza)
Matteo 26:52
😎🍿
Bertoncelli, fai confusione.
Tanto per cominciare, l’uso di uno pseudonimo (che non equivale all’anonimato, specialmente in rete) è non solo assolutamente lecito, ma anche un diritto.
Allego al proposito un articolo di stampa non recentissimo (2015), ma ancora valido:
https://www.wired.it/internet/regole/2015/07/31/facebook-veri-nomi/
–
Poi, prova a dare un’occhiata a come sono firmati i commenti agli articoli pubblicati sulle edizioni on-line dei quotidiani e dimmi quanti ne vedi firmati in chiaro con nome e cognome.
Vogliamo parlare dei giornali su carta? Parliamone: se tu volessi far pubblicare una tua lettera e desiderassi che il tuo nome non fosse reso pubblico, ecco che il giornale scriverebbe “Lettera firmata” in calce alla tua lettera, oppure uno pseudonimo di tua scelta qualora ne avessi indicato uno.
No, non è diverso da quello che avviene sui blog o sui forum.
–
A dirla tutta, poi, il giornale non si sognerebbe mai di rivelare ai lettori che l’anonimo sei tu, solo perché in precedenza hai fatto pubblicare altre lettere con il nome in chiaro.
Almeno non senza consultarti.
–
Non c’è niente di male a fare copia e incolla del CV pubblico di un’altra persona… ma solo se questa persona si è presentata esplicitamente con nome e cognome nel contesto dove il CV viene incollato, altrimenti è per lo meno maleducazione.
–
Per quello che vale, ribadisco la mia solidarietà a monaco.
E mi scuso con lui per non averla manifestata prima.
Saluti
Bertoncelluccio,, non ce la fai proprio, eh 😃
tirate moralistiche, sparatelle da vecchio isterico… non ti rendi conto delle scemenze che scrivi.
nel nostro ordinamento l’unica cosa che non supporta l’anonima sono le denunce (e manco è del tutto vero quello). Peraltro nick e anonimato sono due entità distinte. Nulla è meno anonimo del web, dove ognuno lascia tracce indelebili, a partire dall’indirizzo ip
giornali, web, forum sono mondi diversi con dinamiche assolutamente distinte.
che poi, se io ti scrivo che sono Giosuè Carducci tu sei più contento di parlare con un nome e cognome?
tira fuori l’alpenstock e vai a farti un giro sui costoni appenninici, vah… che fra te e crovella siete fermi all’epoca della regina margherita 😃
mi pareva appunto di non aver trovato traccia del coming out di Monaco… e avevo a quanto pare ragione.
E poi chi è ‘sto cazzo di Gullich?
Mi dite con chi sto parlando?
Con un ectoplasma? Un’entità astratta?
Una volta rivelato che Monaco è in realtà Matteo F., io non dovrei riportare ciò che lui stesso ha in precedenza pubblicato di sé? Ma stiamo scherzando?
Se, incredibilmente, non riesci a capirlo da te, chiedi lumi a chiunque altro su come si fa a stare al mondo: ai tuoi genitori, ai tuoi insegnanti, ai tuoi colleghi, al primo passante lungo la strada; chiedi consiglio a un giornale firmandoti Gullich o favalessa (poi mi dirai se ti avranno degnato di considerazione).
… … …
Voi vi presentate in pubblico protetti da ridicoli pseudonimi, poi bestemmiate, ruttate, dileggiate, offendete, disprezzate, e infine frignate come verginelle innocenti se qualcuno rende noto il curriculum che voi stessi in precedenza avete reso di pubblico dominio: comportamento immaturo, puerile. Insomma, da bimbo capriccioso e viziato, al massimo da quattordicenne. Dovete crescere.
Altrimenti vi si prende a sculacciate. Sul culetto nudo.
Mamma mia, bertoncelli … a volte è meglio tacere che parlare e fugare ogni dubbio.
ma se gogna scrive sul forum ziocan con lo pseudonimo di favalessa è così vuol apparire, è suo sacrosanto diritto che nessuno vada in giro a diffondere i cazzi suoi reali, che il fine sia nobile o meno.
non sembra difficile da capire, eh.
Anche senza scomodare profili giuridici sull’identità digitale che comunque tutelano il diritto ad essere Monaco e basta sul web.
P.S. Il tuo curriculum, una volta rivelato che Monaco e Matteo sono la stessa persona, è di dominio pubblico, in quanto apparso nella guida di cui tu stesso sei uno degli autori, guida – bella guida! – che fa mostra di sé nella mia biblioteca di montagna.
Insomma, consideriamo il seguente ipotetico esempio: Gino Buscaini o Alessandro Gogna. Davvero è scorretto rendere noto il loro curriculum, scritto e pubblicato su qualcuna delle loro guide? No, eh?
… … …
Inoltre, ricordo che nessun giornale o rivista in vendita nelle edicole pubblica lettere anonime.
Purtroppo Monaco ha fatto delle cose in montagna, ultimamente di misto, che si può ben dire nessuno in Italia ha nemmeno tentato negli ultimi venti anni, se non quelle facili quando c’erano lunghe processioni.
E questo lo pone in una posizione che non piace a molti dei “famosi” ma mediocri ben pubblicizzati.
E poi ha un cervello fino all’avanguardia nella scienza moderna.
Insomma da fastidio.
Caro Monaco o, meglio, Matteo (il nome di una persona è molto meglio di qualsiasi pseudonimo), ritenevo – e lo credo tuttora – di aver fatto cosa gradita riportando il tuo magnifico curriculum, professionale, alpinistico e di compilatore di guide. Io, se fossi al tuo posto, ne sarei fiero.
Solidarietà, anche se tardiva, a monaco.
Stavo rispondendo ad Alessandro Gogna, ma ho visto che monaco mi ha preceduto e quindi non mi dilungo, perché non ho altro da aggiungere a quello che quest’ultimo ha scritto.
Saluti
Caro papa nero,mi dispiace ma quanto affermi non corrisponde a verita’. Ho scritto di essermi firmato con nome e cognome in tale discussione, non di aver firmato i commenti numero 21 e 41. Quello devi averlo facilmente dedotto tu, o riconoscendo la stessa verve linguistica (dubito) o la stessa mail (quella si, con nome.cognome) usata per inserire i commenti, siano essi anonimi (o meglio, firmati come monaco) o meno.Forse non sembra una gran differenza, ma fa la differenza. I motivi per cui, specie in ambito montano/alpinistico mi firmo come monaco sono, con tutto il rispetto, cazzacci miei. E sono ben lontani dalla mera paura di venir letto da studenti, colleghi o superiori, come molto ingenuamente suggerito da qualcuno. A saper leggere, li ho pure spiegati…Qui si parla tanto di cannibali, buona educazione, societa’ civile, rispetto per l’interlocutore, rispetto che necessita assolutamente una firma in calce…e poi non ci si fa scrupolo alcuno a scrivere nero su bianco il mio nome, la mia professione…pure i miei deliri letterari, senza porsi la minima domanda su chi siano i veri parvenus della dialettica.Certo, pure ritenendo “ di non aver leso il diritto alla riservatezza se le ho trascritte qui, al solo fine di offrire uno spunto alla discussione generale.”Pieno diritto a non condividere, addirittura a disprezzare il modo di scrivere e le opinioni del me monaco. Pieno diritto a controbattere anche con virulenza. Solo e semplicemente maleducazione scrivere a tutti i costi il mio nome o la mia professione(il tacciare come “generazioni perdute” persone che non si conoscono minimamente va, invece, ben al di la’ della maleducazione).Non mi aspetto, ne’ pretendo le scuse da queste “vergini dai candidi manti”.Pero’ ero convinto che avrei ricevuto una mail di scuse da qualcun’altro…che non avra’ scritto nero su bianco il mio nome, ma che forse si dovrebbe render conto un po’ meglio del pubblico che ha.(Pas trop) cordialement,monaco
Caro Cannibale, giusta osservazione. Per informarti: è stato lo stesso monaco a qualificarsi in un suo commento, proprio qui su GognaBlog. Ha scritto d’essersi firmato con il suo nome nei commenti n. 21 e n. 41 al post https://gognablog.sherpa-gate.com/una-storia-di-civile-umanita/
Riservami la gogna al prossimo mio errore, questo non era tale…
per curiosità: Alessandro Gogna ha chiesto a Monaco il consenso per rendere nota la sua identità? perché il fatto che per lui sia stato facile individuarla non significa che all’interessato faccia piacere.
così non fosse mi parrebbe uno sgarbo piuttosto grosso, degno appunto di una “gogna”.
Sono convintissimo che la strategia adeguata NON sia farsi da parte, ma restare vigili e dare l’esempio. Se la montagna torna ad essere un luogo fisico ed anche metaforico (cioè: scritti, articoli, interventi ecc ecc ecc) caratterizzato dalla puzza di sudore della camicia a scacchi alla Carlo Mauri, chi non si riconoscerà in tale puzza di sudore… volterà le spalle e si dedicherà ad altro.
e poi caro Fabio, la nuova stagione 2020 della serie ha bisogno di un nuovo mattino. Cambia titolo “Gogna Planet” e devono cambiare anche i personaggi. Basta con le antiche sere: il Bullo, lo Stordito, il Partigiano, il Migliorista, il Poeta, l’Ambientalista. Ci vogliono nuovi attori per vivacizzare il Circo:
@il figlio del polacco
@ruttoKid
@vecchi di merda
@coma etilico
@il professore
@salvatormundi
@vaffa
@pangullich
Bisogna uscire di scena. Io sono entrato nel finale di stagione ma ero troppo vecchia scuola. Non ha funzionato. Oppure i vecchi personaggi devono assumere una nuova identità. Chissà? In fondo in rete non c’è la faccia e neppure il culo, quindi si può fare tutto. È la modernità bellezza.
Gran FinaleSignori, non ci rimproverate,Rimedieremo, se ci perdonate.
E, come è vero che son sincero,Se solo avremo la fortuna di sfuggire ai vostri insulti,a fare ammenda riusciremo.
#il CR7dellasucai
#il CR7dellaconsulenzaaziendale
#rigorosamentefreelanceperò
#ANCHEGOBETTILOSA
#l’invasionedeirutti
#siamocircondati
#CIVUOLEPULIZIA
#prestoilmachete
#”scrivodaun’ivyleaguechenonc’èpiù” semicit.
#prestonellemigliorilibrerie
#”ilsanguedeiCANNIBALI”
No, Roberto, non fare cosí! Non abbandonare questa simpatica discussione, che proprio ora potrebbe offrirci il meglio.
Anch’io ieri, mosso dal disgusto, ne sono stato tentato. Poi, all’improvviso, ho avuto un’illuminazione. Si tratta solo di considerare la cosa da un punto di vista differente. In parole povere, con questi qui c’è da divertirsi.
Non è neppure necessario impegnarsi: sono prevedibili come il sereno dopo la pioggia, il panettone a Natale, la puzza in una latrina alla stazione ferroviaria.
Per esempio, dopo il mio ultimo intervento chi mai avrebbe potuto farsi avanti per primo tra i gloriosi Guardiani della Rivoluzione (esclusi quindi Carlo e tu stesso)? Ma Lui, proprio Lui.
Ma lo sapevo già: il pesce Partigiano ha abboccato subito, come se fosse una qualsiasi sardina (absit iniuria verbis 😂😂😂).
Sono cintura nera in rutto libero!
@matteo grazie, meglio di no. È notorio che la birra è propedeutica al rutto libero 😁😁😁
Seconda standing ovation per Gullich.
Con questa hai diritto a un birrone pagato in qualunque momento dovunque tu preferisca.
Non preoccuparti Gullich. Io ho chiuso con le discussioni. Non posso più permettermelo, come dice il protagonista della Grande Bellezza. Da comare bizzosa mi sono permesso solo un piccolo testamento su un altro thread meno inquinato. Un testamento non si dovrebbe negare neppure a noi baby boomers “ vecchi di merda” che abbiamo distrutto questo mondo che ora i giorgiolx salveranno? Pace e bene.
Per pura combinazione, proprio poco fa ho ricevuto un invito ufficiale a tenere una conferenza di scialpinismo: sono “onorati” (testuale) di ascoltarmi, si vede che l’umanità NON è solo quella che vedete voi. Per quanto riguarda gli articoli “belli”, non basta scriverne uno o alcuni. Se si vuole fare tendenza occorre avere sistematicità, scriverne a decine, centinaia. Il tema dei cannibali lo tratto da una decina di anni e anche su questo blog uscirono già degli articoli un paio di anni fa. Se ripenso alle mie idee (chiamiamole così) più o meno le avevo chiare già a 20 anni, quindi non sono delle novità.
Alberto, scusami, non mi riferivo di certo a te. Ormai ti conosco e so che i tuoi principi democratici sono a prova di bomba.
… … …
L’equivoco è dipeso dal fatto che nel commento sono stato volutamente generico, al fine di evitare che qualche particolare Partigiano (si noti la maiuscola reverenziale), duro e puro, si imbizzarrisse. Ma ora mi rendo conto – da povero ingenuo che sono – che si tratta di pia illusione.
Mi preparo quindi – elmetto in testa – all’assalto dei Guardiani della Liberazione; piú in generale: i Guardiani della Storia. Anzi, i gloriosi Guardiani della Rivoluzione.
… … …
Ti confesso che ieri avevo deciso di non intervenire piú in questa malsana discussione.
Poi ho esaminato la cosa da un altro punto di vista: mi divertirò a ribattere alle incommensurabili facezie che presto qui si scateneranno come grandine nella tempesta.
Però, partigiani miei immaginari, vi prego: esprimetevi almeno in lingua italiana. Cosí vi potrò capire.
“Capire”: parola grossa…
“Venghino, signori, venghino! Il sollazzo è assicurato.”
@bertoncelli “Vogliamo almeno evitare che il GognaBlog (tema: la montagna) si riduca a essere una specie di bacheca di Potere Operaio e di Lotta Continua di mezzo secolo fa?”
io eviterei connotazioni politiche, destre sinistre e quant’altro. E’ pura sciocchezza.
In un blog, di montagna o altro, ma in questo in particolare, credo si cerchi confronto. Dialettica, crescita, a volte cazzeggio, ma in un modo pacato – che non esclude qualche feroce digressione scherzosa – ma che è comunque volto a condividere una passione comune spesso vissuta con sensibilità diverse.
il confronto è l’unica arma che ha l’uomo per crescere, a qualunque età. ed in questo credo che Gogna sia comunque uno che ha dato un significativo apporto sia come alpinista (con nuove visioni e approcci) che come scrittore e blogger.
La presenza di personaggi che si pongono come detentori del sapere e della pulizia assoluta è l’antitesi del confronto e rende il blog poco tollerabile: gli ultimi interventi di Crovella, oltre che qualificare il sucaiano per quello che è, un vecchio anagrafico e mentale che ciancia di sè stesso e di sistemi illuminati e aristocratici credendo di essere il nuovo che avanza ed essendo invece un dinosauro che vive nella propria piccola grotta dove proietta solo la misera ombra di se stesso, ammorbano lo stesso clima dello discussione, costituendo una miccia perenne che da sfogo alle peggiori provocazioni.
Io stesso mi ci sono scontrato più volte ma alla fine uno che crede di essere l’ombelico del mondo mi fa solo pena e l’interesse ad interagire diviene inferiore allo zero.
Non connotiamo però la vicenda in senso politico e guardiamo agli interventi sani, fra i quali quelli di monaco e drugo hanno certamente un valore significativo, aldilà del linguaggio, che è un mezzo espressivo ma non il fine (guardate la luna. non il dito).
Il perenne rimpallo Pasini/crovella/bertoncelli fa parecchio angolo delle vecchie comari.
Provate a guardare fuori. La retorica del giovane climber cazzone /vecchio alpinistone virtuoso andava bene nelle sottosezioni caiane con il bottiglione in mano alla fine degli anni 70.
oggi, fra tanti cazzoni che popolano il mondo in ogni ambito, ci sono giovani che hanno parecchio da dire e che – zitti zitti – in montagna fanno e dicono cose grandiose alla faccia di qualche vecchio rincitrullito a furia di sniffare colla delle pelli di foca…
solo che non commentano sul gogna bloga
gli scritti di chiara bau, ad esempio, sono a mio avviso un bellissimo modo di dire la propria in un modo intenso e fresco su temi essenziali alla sopravvivenza del nostro mondo (e del terreno di gioco alpino), assai delle stupide dispute sul cannibalismo da runner.
statemi bene 😀
Guardate che, storicamente, specie a Torino, esiste una solida tradizione liberal-conservatrice di appassionati di montagna (a questa io appartengo fin da bambino). Parimenti, sempre a Torino, esiste una altrettanto rilevante tradizione di alpinisti chiamiamoli “di sinistra”. Spesso si sono avute cordate “miste” che si formavano per i più svariati casi della vita e hanno realizzato imprese anche di rilievo. A prescindere dalla visione politica nella vita di tutti i giorni, la montagna è sempre stata considerata un momento a sé, dove non intervenivano i conflitti della quotidianità. Per esempio i mie articoli sono stati pubblicati fin dagli anni ’80 anche da direttori (di riviste) e redattori che nello loro vita privata erano risaputamente di sinistra. Non c’è mai stata difficoltà nel confrontarsi perché c’era sempre la condivisione del principio per cui la montagna è un fattore “eletto” delle proprie rispettive esistenze. Fino a 10-12 anni fa non mi è mai passato per la testa di pensare che fosse necessaria maggior “pulizia” ideologica in montagna. Viceversa l’inarrestabile invasione dei “rutti” che si leggono da molto tempo in qua in tutto il web (e non solo), inneggianti a quel modo di vivere la montagna che io ho definito “liberi tutti” (ovvero da cannibali) suscita in moltissime persone il crescente desiderio di maggior pulizia. Se i rutti si riconvertono a modi di pensare e di esprimersi ragionevoli e controllati (evitando immagini tipo gare di lungo pisco, caiano ecc), anche questa reazione (quella della maggior pulizia) si riassorbirà. il pallino è in mano vostra: tutto dipende da come giocate la mano.
la PULIZIA si fa portando via i rifiuti che tanti di noi lasciano.
Di certo non delle persone.
scusa Fabio ma di quale pudore parli??
non ti sembra che usare il termine PULIZIA sia un pò troppo !!!?!?!?”!?
Io posso non essere d’accordo con modi, stili, concezioni diversi dai miei nel praticare la montagna e. di certo non lo nascondo.
Ma non mi permetto certo di parlare di fare PULIZIA.
Vogliamo almeno evitare che il GognaBlog (tema: la montagna) si riduca a essere una specie di bacheca di Potere Operaio e di Lotta Continua di mezzo secolo fa?
Non avete neppure pudore?
anche: Hitler, Mussolini, Stalin, Polpot, Mao, Pinochet, ect, ect, …volevano fare PULIZIA
Nessun test. Questa è, da sempre, la mia concezione di vita. Sono stato educato in questo modo dalla mia famiglia e ho educato, oltre ai figli, decine (se non centinaia) di allievi di montagna, nonché alcune decine di collaboratori (a vario titolo) in campo professionale. Tutti mi ringraziano ogni volta che mi incontrano. Mi domando però cosa cerchiate in un blog di montagna. Resoconti di lungo-pisciate? Non mi pare che qui ci siano mai stati. La montagna va ripulita, come va ripulita la società. In campo civile da decenni (almeno dagli anni ’80) sono molto impegnato, a livello cittadino, (organizzazione di convegni, tavole rotonde, conferenze, workshop….sui più vari argomenti: traffico, legalità, spaccio, TAV, zona ZTL, ultimamente monopattini in affitto…) e vi assicuro che mai come ora si verifica una così ampia e diffusa esigenza di “pulizia”
Standing ovation per l’intervento n°95 di Gullich!
Spero che le Montagne vengano spianate e asfaltate o quantomeno che si tengano gare di rutto e lunga-pisciata ai rifugi e sulle cime piuttosto che assomigliare al Pansa del Sangue dei vinti.
Che poi Crovella anche su Pansa ce ne sarebbe da dire…ma direi che non è il luogo adatto questo