Aghi di bussola

Da creativo, vitale e sereno a inerme e sottomesso dato sociale.

Aghi di bussola
di Lorenzo Merlo
(ekarrt 2 gennaio 2022)

Il vecchio Gregory (1) la chiamava mente. Una mente è il corpo sottile di intento. Un intento ha tanta più potenzialità quanto più il punto di attenzione è posato su esso. Tale forza tende a crescere in modo direttamente proporzionale alla quantità di individui che portano l’attenzione sul medesimo intento. È quanto, in campo fisico, viene detto concentrazione. Come la concentrazione è una forza fisica e anche – nel suo limitato campo – creativa, la mente è forza metafisica.

Indipendenza critico-creativa addio.

Quando il vecchio Gregory ha scritto Verso un’ecologia della mente, alludeva anche alla spazzatura di superstizioni che ci impediscono di vedere come e perché agiamo. Il punto di attenzione è un chiodo che ci blocca lì, sulle nostre convinzioni, dentro le nostre ossessioni, divorati dalle nostre patologie. Tutti i credo, scientifici inclusi, non sono che campi autoreferenziali. Significa che ognuno è dettato da leggi, norme e regolamenti autopoietici, fatti da noi. L’inconsapevolezza di tanta sfacciataggine ci permette, ci impone, di affermare la verità emersa dal nostro campo come superiore a quella altrui. Da qui i malintesi, i conflitti, le guerre.

Alla medesima conclusione, e osservando le medesime dinamiche tra le forze in campo, era giunto il vecchio Michel (2) quando, nel suo L’ordine del discorso, affermava che la verità è nel discorso.

Prima di loro, le sapienze delle Tradizioni di tutto il mondo avevano osservato le forze sottili, la loro azione, i comportamenti che ne derivano. Tutta quella conoscenza è stata gettata al macero proprio dalla mente inquinata e dal discorso prodotto dalla modernità. Tra le diverse definizioni di tale periodo, compare quella caratterizzata dal dominio del materialismo e dei suoi derivati: il positivismo, l’economicismo, l’ateismo, l’ideologismo. E dei suoi suoi succedanei: l’individualismo, il consumismo, l’edonismo, lo scientismo.

Come muggini alla lampara.

Si tratta di fiumi in piena, che conducono le loro brune acque nel grande lago endoreico dell’importanza personale, dell’egoismo come culto primario, irrinunciabile e fondante della verità del discorso in essere oggi. In cui, le dimensioni profonde dell’uomo non solo non sono coltivate, ma sono censurate dalla cultura che ci avviluppa. Ciarlatani sono divenuti i maghi, fandonie sono divenute le sapienze. Ciò che fa testo è solo ciò che si occupa della “realtà concreta”, come ebbe a dire un noto economista italiano al cospetto di ciarlatani e fandonie.

Nelle pesanti e maleodoranti acque senza sbocco al mare della bellezza, inconsapevole, l’uomo organizza se stesso al meglio delle verità offerte dalla mente che lo domina. Il vecchio Gregory la sapeva lunga. Genera valori e morali, giustizia e benessere. Ma si tratta di sottocampi, ontologicamente pronti a inseminare conflitti e a essere traditi. Nel grande lago c’è spesso burrasca. Il si salvi chi può diviene quindi la sola verità. Anche il vecchio Michel la sapeva lunga.

Separati dal cosmo, convinti che la natura sia un oggetto, siamo preda di ideologie, paure. Siamo anniluce lontani dalla nostra potenza.

Come in un uomo degradato al malessere esistenziale – psichico, fisico e sociale – ogni sirena di aiuto è sufficiente per ammaliarlo, così, in una moltitudine sociale, dimentica delle sue profondità, identificata sulle sue facciate, imbambolata dall’opulenza, prostrata alla salvifica tecnologia, intenta ai diritti che crede di avere e alla salvezza che crede di meritare, è esercizio elementare orientare la sua attenzione.

Come l’imbonitore e il commerciante trattengono quella del derubato e del cliente, la comunicazione non ha difficoltà a generare una nuova burrasca, un nuovo si salvi chi può. Diffondere la paura e il suo rimedio, nonché, di conseguenza, osservare come l’ago della bussola personale si orienti identicamente a quello di ogni componente della moltitudine, è pari elementare esercizio per chi detiene la comunicazione. Per chi ha educato quelle moltitudini allo scientismo e al diritto di salvezza.

Nessuno credeva fosse propaganda.

Il magnete della paura fa convergere gli aghi su essa. Fa correre al riparo affermato dagli esperti. Nella ressa non c’è spazio, né comprensione per coloro che ad altre dimensioni e ad altri valori orientano gli aghi delle loro bussole interiori.

Se i vecchi Gregory e Michel ci avevano informati sul potere della mente e del discorso, le antiche sapienze occidentali, che prima di loro avevano osservato il potere delle forze sottili che dominano gli uomini e ne regolano i conti, quel potere lo chiamavano egregora. Un concetto meglio comprensibile se inteso come incantesimo. Un campo di dominio entro il quale soltanto chi ha preso coscienza che non siamo l’io che crediamo di essere, che oltre al nome, cognome, professione e stato civile, c’è un universo, ha potuto non sottomettere l’ago della sua bussola.

Come qualunque altra, l’egregora della paura è come un vento di burrasca che spinge tutti gli umiliati in una sola direzione che, ordinati come limatura di ferro al cospetto del magnete, li condurrà ad approdi brutalisti dove vanteranno la loro probivirità. Ma, una volta di più, saranno diventati solo dati da catalogare nel registro di chi amministra il vento.

  1. Gregory Bateson.
  2. Michel Foucault.
3
Aghi di bussola ultima modifica: 2022-06-07T04:08:00+02:00 da GognaBlog

24 pensieri su “Aghi di bussola”

  1. 24
  2. 23
    lorenzo merlo says:

    Siate “ragionevoli” fornite armi e andate a votare.
    https://comedonchisciotte.org/ucraina-la-necessita-di-uninformazione-accurata/

  3. 22
    Antonio Arioti says:

    Balsamo, forse l’acqua è stata tramortita da ciò che le hai raccontato perdendo la memoria 🙂

  4. 21
    Roberto Pasini says:

    Balsamo. Potrebbe essere anche un’azione della memoria immunologica che attiva le difese. Bisognerebbe fare dei prelievi e avere anche un gruppo di controllo mai esposto a forme di merliosi. Io per esempio sono stato esposto al contagio fin dall’adolescenza 😀 

  5. 20
    lorenzo merlo says:

    Nessuna mia risposta è all’altezza di colmare il vuoto che mostri. Tu invece puoi farcela se accrediti ciò che escludi.

  6. 19
    Giuseppe Balsamo says:

    @12
    Non è che l’omeopatia non funziona. Dipende da come e dove viene applicata“Benissimo.
    Come e dove va applicata perchè funzioni ?
    In quale modo valuti se funziona o non funziona ?
    O basta affermare che funziona perchè funzioni ?
     
    La c.d. memoria dell’acqua la lascerei stare, altrimenti bisognerebbe capire perchè l’acqua dovrebbe ricordarsi del tuo principio attivo e non di quanto le ho raccontato io stamattina dal mio trono di porcellana.
    Inoltre non è questo il motivo per cui la scienza (ad ora) la considera fuffa.
     
    Che la questione sia culturale mi sembra evidente. Su questo siamo d’accordo.
    P.S. In realtà l’omeopatia funziona benissimo. Ottimo dimagrante per portafogli obesi.
     
    @18
    La seconda che hai detto 🙂

  7. 18
    Roberto Pasini says:

    Arioti. Ti auguro ogni bene per i tuoi problemi di salute. Nelle mie letture quotidiane evito T&T ma ogni tanto ci casco, vedo che anche altri che di solito girano al largo ogni tanto non ce la fanno a resistere. Saranno variazioni non governate del testosterone nei maschi anziani oppure forme di ipersensibilità ad alcune sparate? Saluti e di nuovo auguri. 

  8. 17
    Antonio Arioti says:

    Pasini, mi sono assentato per mesi da questo blog a causa problemi di salute non del tutto risolti.
    Ci ho rimesso il naso e chi ti trovo se non le stesse persone e le solite discussioni talvolta inconsistenti da bar di periferia? Verrebbe voglia di lasciar perdere ma poi leggi cose come “Se si potesse scrivere, scriverei babbeo. Ma non si può, e quindi non lo scrivo“. Alla fine una bella risata ti fa capire che la vita val la pena di essere vissuta 🙂

  9. 16
    Roberto Pasini says:

    Ho sbagliato a scrivere: “contributi che appaiono su T&T e contributi su montagna e ambiente che appaiono su altre sezioni del portale”. Mi scuso per la digitazione distratta. 

  10. 15
    Roberto Pasini says:

    Pasticcere fai il tuo mestiere. Bateson, Valera e gli altri citati. Gente con una solida formazione scientifica di base acquisita in Università di eccellenza. Biologi, psicologi, fisici. Il loro obiettivo era contribuire ad una nuova epistemologia aperta all’evoluzione delle conoscenze sull’uomo e la natura. Non solo, ma per qualcuno di loro, contribuire a metodiche terapeutiche più efficaci. Come Bateson e Varela, ispiratori delle terapie sistemiche che hanno avuto in Italia esponenti di altissimo livello, come Mara Selvini Palazzoli (un grande medico che ha salvato la vita a un mare di anoressiche)  e la scuola di Milano nelle sue varie articolazioni. La questione, come già detto più volte, è il salto quantico tra molti contributi che compaiono in Totem e Tabù su temi di montagna e ambiente e il resto del portale. Non è un problema di contenuto ma di livello. Fin che si parla di politica va bene, tutti allenatori, ma quando si parla di scienza (e di alpinismo professionale o quasi) le credenziali hanno un loro peso. Altrimenti sono chiacchere da bar. 

  11. 14
    lorenzo merlo says:

    La questione non è se vero o no.
    È, in che termini lo è.

  12. 13
    Umberto Pellegrini says:

    Quindi tremezzi-cappa-ti è un contesto amministrativo.
    Ed anche il problema dei tre corpi celesti è amministrativo.
    E la summa dell’amministrazione è questa:
    x1=s(y-x)y1=rx-xz-yz1=xy-bz
    Talmente amministrativo da produrre caos, caos meccanicistico, quello presente durante la solita mescolata di un buon cappuccino.Ignorando con spocchia gli ambiti, non potrai mai percepire in che contesto pensavano Bohm e tutti quelli che avevano dubbi sull’ortodossia di Copenaghen, molti dubbi, e molti fisici. Un contesto che, non conoscendo, cataloghi come meccanicista. De Broglie, Schrödinger stesso, Bell, Aspect, tutti infami e schifosi, ignorandoli.
    Io resto convinto che Merlo sia il profeta di se stesso. Intento ad ascoltare le cose a lui comode e in maniera asintoticamente non trasmissibile, per accarezzarsi il contrasto perenne in tutto, e lui, profeta, dalla parte giusta. Un contesto che, psicologicamente, avrebbe una descrizione facile facile.Ignora la cultura scientifica lata ed i suoi ambiti estremamente variegati e contrastanti ma la disprezza criticandola. Non ne conosce i  limiti, ma li sposta.E quindi mi sono annoiato. I nomi riportati sopra li ho già fatti enne volte. Ma il profeta ascolta e passa oltre, solo spocchia.
    Se si potesse scrivere, scriverei babbeo. Ma non si può, e quindi non lo scrivo.Tachioni? Non chiederti cosa sono: potresti restarci male, per il contesto, più che altro, ovviamente amministrativo.

  13. 12
    lorenzo merlo says:

    Verità in quanto espediente umano che tenta di prendere qualcosa che necessita agli uomini è prerogativa umana. Nell’uno l’ego svanisce e così la domanda e la sua esigenza. Così pure in assenza di coscienza. Finché non si pone la domanda la questione non esiste, non è creata.
    Le verità antitetiche corrispondono al “basterebbe che tutti pagassimo le tasse”. Ovvero ognuno sceglie, anche inconsapevolmente, dal Volume gli elementi necessari alla sua affermazione. Elementi sempre rispettosi della biografia che li esprime. L’antiteticità è l’ordinario, sennò avremmo tutti il naso, l’omero e il colore degli occhi identico.
    Più che confondere mi riferisco a come è presente nella nostra cultura. La mia questione è culturale. L’ho scritto in qualche modo prima.
    Non è che l’omeopatia non funziona. Dipende da come e dove viene applicata. Tuttavia, ci siano rimedi che ordinariamente funzionano per tutti. Ma la scienza non è in grado di riconoscere la cosiddetta memoria dell’acqua, non è in grado di prendere la molecola del principio attivo oltre la settima diluizione, quindi conclude che è fuffa. Così per l’ayurvedica, l’agopuntura, e altre stregonerie.
    È questa criminalizzazione – che covid/intruglio e nato/russia esaltano – che è la questione. È la forma mentis che esclude la magia la questione. E chi ha appena riso, c’é semplicemente dentro in pieno.
    Da ragazzo l’universo era lungo 4,5 mld di anniluce, ora siamo a 13 mi pare. Prendi un vambino e digli che non è vero che sono tredici, o digli che la scienza ha fatto credere in un errore e vedi la reazione. Ti salta addosso. O anche i suoi maestri, uguale. Questa è la questione. Gli scienziati dove sono per combattere tanta obominio scientista?
    Ora è ordinario dire l’universo è lungo 13 mld di anniluce. Si dovrebbe dire la scienza sostiene che… Tutto andrebbe a posto.

  14. 11
    Giuseppe Balsamo says:

    La verità esiste nel momento in cui ti poni la domanda se esiste. Nel senso che la crei.
    Questa affermazione (se ho capito bene) ha un paio di implicazioni che un pò mi (dis-) turbano.
    Una è la sua antropocentricità. Creare la verità (ponendosi la domanda se esiste) sarebbe dunque prerogativa dell’uomo ?
    E se ciascuno di noi è creatore di verità, come possono coesistere le verità antitetiche che si vengono necessariamente a creare ? Si tratta di fenomeno quantistico ?
     
    Ho inoltre l’impressione che tu confonda la scienza (uno strumento) con gli scienziati (chi ci lavora) o gli scientisti (quelli ci credono e gli altri sono tutti dei ciarlatani). Per non parlare di chi ne fa un uso politico totalmente fuori contesto.
     
    Come già detto, (semplifico) nella scienza non ci devi credere.
    O funziona o non funziona.
    L’omeopatia, ad esempio, non funziona.
     
    P.S. “Prendi un sussidiario e inorridisci“.
    Posso anche prendere un qualunque testo c.d. scientifico di medicina di 100 o anche solo 50 anni fa, inorridire ugualmente e osservare come la scienza (o, meglio, ciò che la comunità scientifica considera come conoscenza scientifica) sia entità tutt’altro che statica, dogmatica, attendibile di per sè o, tantomeno, verità ultima.
     
    P.P.S. Curiosità: l’esperimento in doppio cieco randomizzato fu inventato proprio per tentare di verificare se l’omeopatia funzionasse.

  15. 10
    lorenzo merlo says:

    Non si tratta di abbandonare un protocollo per un eureka serendipido. Si tratta di osservare che viene considerato attendibile solo ciò che emerge attraverso il metodo scientifico.
     
    Dogma in quanto solo ciò che si evince attraverso il metodo scientifico è attendibile.
     
    “Quale potrebbe essere una modalità non scientifica di conoscenza che aiuti a spiegare, meglio della doppia elica, il modo in cui le informazioni genetiche vengono trasmesse?”
    La modalità scientifica ha natura materialista. Ogni altra modalità di altra natura permette conoscenza. Per esempio “scalare lo sappiamo già” è ampiamente comprovato da me stesso e posso comprovarlo ancora. Secondo modalità meccaniciste è la più grande eresia. Il causa-effetto non è più l’unico riferente della verità.
     
    Non si tratta di non usare la razionalità. Si tratta di prendere le distanze dal potere assoluto che, nei fatti, le si attribuisce.
    No, non lo trovo curioso, gli uomini anche nei più strutturati scorre l’energia dell’universo e le strane sinapsi che può vivere sono strane solo per la scienza, per il protocollo, per l’assolutismo che hanno su noi.

  16. 9
    lorenzo merlo says:

    La verità esiste nel momento in cui ti poni la domanda se esiste. Nel senso che la crei.
    Esiste come elemento scientifico o profano cui riferirsi e riferire.
    Non esiste se non come volume iperuranico che tutto contiene e che ogni nostra affermazione, che lo appiattisce a campo, in quanto tale la esprime.
     
    Chi dice ciarlatano all’omeopatia, dice che “non contano”.
    Che la scienza possa esprimere una natura della coscienza o dell’innamoramento non ne dubito. Da un lato vanterà il primato delle identità trovate e dall’altro non dirà altro, se non attraverso il Suo metodo, di quanto già detto da qualche tradizione. Vedi entanglement e Jung e altri. Vedi Pnei e l’amore.
    Se ora si vuole prendere le distanze da tutta la vulgata scientista della scienza e si vuole restare in equilibrio dialettico sulla sua popperiana natura, fate pure. Ma non è in questi termini che la scienza è percepita, divulgata, insegnata, eseguita, concepita, considerta. Vedi le porcate Covid e la cultura scientista unico campo in cui possono sopravvivere.
    Prendi un sussidiario e inorridisci.
    Proprio chi ha consapevolezza che la scienza non è uno dei campi di ricerca umani, dovrebbe essere il primo impazzire su come per scienza si intenda verità ultima, che chiude ogni discussione. Ma non l’ho mai visto fare, neppure da Rovelli, nonostante le sue aperture metafisiche.

  17. 8
    Luca flow says:

    Alcune cose che scrivi meritano di essere approfondite. Dici: “Il credo scientifico (…) si fonda su regole autoreferenziali. Ritiene che con esse si possa raggiungere la verità. Che poi sia momentanea non fa niente.” Cos’è la “verità”? Se intendi una continua approssimazione ad una conoscenza sempre più accurata dei fenomeni osservati, direi che non c’è necessariamente una regola autoreferenziale che guida la conoscenza scientifica. Ad un certo punto può accadere che uno o più scienziati si accorgano che i metodi usati fino a quel momento per la ricerca scientifica non sono più adatti e ne trovano altri. Per farti un esempio tra i tanti, pensa al cambio di teoria, di metodo, di logica, o di paradigma che ha consentito a James Watson e a Francis Crick di scoprire la doppia elica del DNA. Non c’era nessuna regola autoreferenziale quando hanno pensato a questa soluzione. Il cambiamento di prospettiva ha permesso l’avanzamento delle conoscenze scientifiche sulla struttura del DNA. Se le basi di questa scoperta sono rimaste “vere” e intatte fino ad oggi è perché non ci sono state, finora, altre teorie più valide che abbiano soppiantato quella della doppia elica. 
    “Ciò che è dogma è l’elezione a sola epistemologia che la scienza si attribuice e che gli scientisti raccolgono a piene mani, fino a risolvere ogni dubbio e discussione con abbrobri del tipo “scientificamente provato” ”
    Rimanendo in tema di DNA, credo che tu conosca il dogma della biologia molecolare. Questo è l’unico dogma che io conosca in ambito scientifico. E’ stato chiamato dogma perché l’informazione genetica passa dagli acidi nucleici per arrivare alle proteine e non viceversa. Questo implica che c’è un nesso di causalità tra DNA e RNA e questo nesso è monodirezionale. Questa teoria è stata formulata negli anni Cinquanta del secolo scorso ed è durata finora. Se qualcuno riuscirà a dimostrare che il dogma della biologia molecolare non è più valida, allora questa teoria verrà abbandonata. Ma finora è ancora valida. E’ questa una verità? No, ma è una teoria attualmente valida fondata sull’osservazione scientifica e, come tutte le teorie scientifiche, falsificabile. 
    “Se sostieni altre modalità non scientifiche di conoscenza la scienza dice che non contano in quanto non riproducibili misurabili quantificabili, ma solo secondo le sue autoreferenziali regole.” Quale potrebbe essere una modalità non scientifica di conoscenza che aiuti a spiegare, meglio della doppia elica, il modo in cui le informazioni genetiche vengono trasmesse? Te ne viene in mente una sulla quale possiamo confrontarci?
    Sul terzo punto posso solo dire che la fisica quantistica, in 100 anni, è stata molto più accolta di quanto non fosse agli inizi. E’ però curioso che alla teoria dei quanti abbia contribuito anche uno studioso (Von Neumann) che è diventato famoso per la teoria dei giochi, ossia una teoria che esamina l’interazione strategica tra agenti razionali attraverso modelli matematici. Ci avevi mai pensato? Non ti sembra curioso che all’evoluzione di una teoria che sembra essere, dalle tue parole, un modello meno limitato di scienza (“….a ciò che le va oltre – da qui, per esempio, la difficoltà o l’impedimento ad accettare tanto i risultati della fisica quantica, quanto le sue implicazioni filosofiche di tipo illogico”) abbia contribuito uno studioso che, in un altro campo del sapere, ha usato i principi della razionalità e quelli matematici per far avanzare le conoscenze scientifiche?

  18. 7
    Giuseppe Balsamo says:

    @4
    Sul punto 3 ci sarebbe, volendo, parecchio da discutere.
    Adesso che ci penso, forse anche sul punto 1.
    Ad esempio. La Verità esiste ? (non intendo il quotidiano, eh…)
     
    P.S. Sul punto 2, chi dice che non contano ?
    Che non (attualmente) riproducibile misurabile quantificabile implichi irrilevanza, mi pare assunzione tanto generica e arbitraria almeno quanto estranea alla scienza.

  19. 6
    Fabio Bertoncelli says:

    No, mi ero sbagliato. Meno male. 😂😂😂

  20. 5
    Fabio Bertoncelli says:

    Per me Luca stasera ha voglia di prendere qualche bastonata… 😂😂😂

  21. 4
    lorenzo merlo says:

    Bello e grazie.
    Due cose.
    1. Il credo scientifico, tanto per usare la formula impiegata nell’articolo è autopietico in quanto non può essere diversamente. Si fonda su regole autorefenziali. Ritiene che con esse si possa raggiungere la verità. Che poi sia momentanea non fa niente. Non contempla niente di quanto non sia in grado di misurare e quantificare. Solo ciò che riesce a quantificare e misurare divene  oggetto scientifico.
    La prima parte del tuo commento si riferisce al metodo, non alla verità che con esso si ritiene di poter raggiungere, sebbene come detto anche solo temporaneamente. E sul metodo nessun problema, ognuno può fare il proprio. Non solo, nel nostro piccolo spesso scimmittiomiamo di seguire il metodo scientifico per ogni stupidaggine.
    Ciò che è dogma è l’elezione a sola epistemologia che la scienza si attribuice e che gli scientisti raccolgono a piene mani, fino a risolvere ogni dubbio e discussione con abbrobri del tipo “scientificamente provato” per dire che un dentifricio è migliore di altri.
    Se il dubbio scientifico fosse cultura non ci sarebbe scientismo perché tra i dubbi ci sarebbe anche quello dell’attendibilità della conoscenza non scientifica.
    2. Ogni affermazione sussiste solo nel campo di riferimento, indipendentemente dalla consapevolezza che di questo si ha. Se a calcio prendi il pallone con la mano è sbagliato. Questa si che è verità in quanto condivisa da giocatori e spettatori, che sanno dei limiti del campo. Se passano a basket non inorridiscono, purché sappiano le regole del nuovo campo.
    Se sostieni altre modalità non scientifche di conoscenza la scienza dice che non contano in quanto non riproducibili misurabili quantificabili, ma solo secondo le sue autoreferenziali regole.
    Ne aggiungo una.
    3. Chiunque ordinariamente formato non ha accesso se non per suo personale prcorso ai limiti della scienza e a ciò che le va oltre – da qui, per esempio, la difficoltà o l’impedimento ad accettare tanto i risultati della fisica quantica, quanto le sue implicazioni filosofiche di tipo illogico –. La fisica meccanica sussiste nelle sue verità finché il campo è di tipo amministrativo, crolla brutalmente quanto il contesto è relazionale. Ma non dirlo a uno scientista potrebbe impazzire.
    Sì, condivido Maturana, Bateson, Faucault e anche Feyerabend.
     

  22. 3
    Luca flow says:

    Caro Lorenzo,
    riprendo una tua affermazione “Tutti i credo, scientifici inclusi, non sono che campi autoreferenziali. Significa che ognuno è dettato da leggi, norme e regolamenti autopoietici, fatti da noi. L’inconsapevolezza di tanta sfacciataggine ci permette, ci impone, di affermare la verità emersa dal nostro campo come superiore a quella altrui. Da qui i malintesi, i conflitti, le guerre.” 
    Non so cosa tu intenda per “credo scientifico”. In ogni caso, a me pare ciò che scrivi dia un’immagine profondamente distorta del pensiero e dell’agire scientifico. Le teorie scientifiche, per definizione, non sono dei dogmi incrollabili ma possono essere dismesse quando nuove teorie riusciranno a descrivere e a spiegare in modo più accurato un maggior numero di fenomeni osservati di quanto non facessero le vecchie teorie. Ciò significa che non sono affatto dettate da leggi, norme e regolamenti “autopoietici” (ti piacciono Maturana e Varela?) ma che sono, semmai, fluide o, come direbbe Karl Popper, falsificabili. 
    Dire poi che il credo scientifico sia alla base di un’imposizione di verità superiori che possono generare malintesi, conflitti e guerre significa avere del sapere scientifico attuale una visione falsa e lontana dalla realtà. Da quello che scrivi mi viene da pensare che non ti sia mai capitato di frequentare, con una certa assiduità, ambienti dove si fa ricerca scientifica. Se ciò che dico è vero, questo potrebbe averti allontanato dall’avere un’idea più precisa e corretta del pensiero e dell’agire scientifico (al di là di ciò che hai appreso da Gregory Bateson e da Michel Foucalt). Se avessi frequentato un po’ quegli ambienti, ti saresti accorto che da parte degli scienziati c’è molta più disponibilità al cambiamento e all’accettazione di nuovi modelli teorici rispetto all’essere chiusi e arroccati sul proprio “credo scientifico”. 
     
     
     
     

  23. 2
    Guido says:

    La scienza meccanicista, che è ormai asservita all’economia e all’industria ed è l’unica che viene divulgata, non studia, ma deride tutti I FATTI che incontra e non rientrano nelle sue premesse, accettate e imposte a priori come veri dogmi. La situazione mi sembra ben sintetizzata in un libro dello scienziato inglese Rupert Sheldrake, che così li elenca:
    –        La Natura si comporta come una macchina;
    –        Il complesso energia-materia è rimasto costante da sempre e per sempre;
    –        Le leggi della Natura restano invariate;
    –        La materia non ha alcun genere di coscienza;
    –        La Natura non ha alcuno scopo, né obiettivo;
    –        Tutta l’eredità biologica è trasmessa nella materia;
    –        Tutto ciò che è nella memoria è registrato come tracce materiali;
    –        La mente è un prodotto soltanto del cervello;
    –        I fenomeni psichici sono illusioni;
    –        La medicina materiale meccanicista è l’unica che funziona veramente.
    ( Sheldrake Rupert –  Le illusioni della scienza- Apogeo Urra, 2013)

  24. 1
    Antonio Arioti says:

    Per come la vedo io si passa da un’esagerazione all’altra. Faccio un esempio. Il CICAP è nato con lo scopo di smascherare i ciarlatani ed è finito per essere sbeffeggiato da molti che, in teoria, dovrebbero essere dalla sua parte.
    Il motivo risiede nel fatto che il CICAP (meglio dire alcuni suoi esponenti di peso) è andato ben oltre l’obiettivo che si era prefissato, mettendosi a imperversare in ogni dove e spesso (non lo dico io ma chi è ben più autorevole) con una buona dose di riduttivismo.
    Diciamo che un po’ di buon senso, che pochi hanno, aiuterebbe a trovare un punto d’incontro. Sulla malafede non prendo posizione, tanto esiste in tutti i campi e probabilmente un po’ in tutti noi. Si tratta di cercare di riconoscerla ma è un processo talmente laborioso che rende più facile l’assuefazione.

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