Andrà tutto bene, se ne saremo capaci
(Bisogno e Disponibilità. Sospetto e Solidarietà)
di Massimo Manavella
Abbiamo chiuso il rifugio Selleries martedì 10 marzo 2020. Oggi siamo a venerdì 17 di aprile. Quindi un certo numero di giorni son già passati, con tutta una serie di ipotesi, valutazioni e previsioni sul futuro possibile.
Partendo dalla considerazione che tutti, ognuno nel suo ambito, ci abbiamo rimesso un pezzettino di portafoglio ed essendo ben consapevoli che non è finita qui, anzi che dovremo preventivare di dovercene rimettere un’altra parte anche nel futuro prossimo, ritengo che sia utile, oltre che indispensabile, iniziare a imbastire qualche ipotesi sul nostro lavoro di domani e dopodomani.
Mi fa abbastanza sorridere quanto si è letto, nelle settimane scorse, a proposito di illusioni del tipo “… quest’estate sarà l’estate della montagna! “. Immaginare che la montagna sarà privilegiata nel post-covid rispetto al mare, perché i turisti saranno diffidenti verso le spiagge, mi pare piuttosto ingenuo e con poche capacità di valutazioni concrete. Oltre che apparirmi, un poco, offensivo nei confronti degli operatori di montagna, per il fatto che non ritengo sia professionale e serio dirsi gaudenti di eventuali disgrazie altrui.

Focalizzando il ragionamento sul settore dei Rifugi Alpini ed Escursionistici, io non vedo troppe differenze e non meno difficoltà rispetto al settore degli stabilimenti balneari. Il rifugio, e l’angolo di montagna che lo ospita, può mettere a disposizione della sua utenza degli spazi limitati e, conseguentemente, anche servizi, per forza, limitati. Esattamente come su una spiaggia. Poi, ovviamente, ci sono stabilimenti balneari con molte attrattive e con una notevole ricchezza di proposte, proprio come esistono rifugi più essenziali e minimali, mentre ce ne sono altri più equipaggiati e con dovizia di offerte. Ma per tutte queste realtà, indistintamente, c’è il problema dello spazio che possono utilizzare: sempre e comunque circoscritto.
Alla luce di questa consapevolezza, entra in campo la possibilità e la capacità organizzativa dei conduttori: siano essi alpini o marini. Si sente parlare, per le spiagge, di separé in plexiglass e di distanziatori tra le sedie a sdraio. Dai rifugi, per contro, non si è ancora sentito granché. Noi quassù, qualche ipotesi con gli altri componenti del gruppo di collaboratori del Rifugio Selleries, la Banda come amiamo definirci, l’abbiamo fatta. Ed un po’ di idee al riguardo le stiamo gradualmente definendo.
Premesso che fino a quando non ci saranno indicazioni governative precise, su quelli che dovranno essere i parametri entro i quali ci potremo muovere e quindi lavorare, tutte le nostre ipotesi rimangono assolutamente aleatorie e modificabili. Partendo, inoltre, dal fatto che per la disinfezione, la pulizia e le sanificazioni, ad oggi noi abbiamo, esclusivamente, tre prodotti certificati ai quali possiamo fare riferimento, provo a spiegare a quali conclusioni saremmo arrivati, fermo restando al doverle adeguare nel momento in cui avremo direttive precise.
I prodotti di cui accennavo prima sono:
– Ipoclorito di sodio (cloro): per sanificare i bagni e le superfici in ceramica;
– Alcool denaturato (alcool rosa): per sanificare i vetri, i cristalli e gli schermi;
– Perossido d’idrogeno (acqua ossigenata): per sanificare le superfici in legno ed i tessuti;
Ognuna di queste sostanze avrà delle percentuali ben definite di diluizione per il corretto utilizzo.
Tutte le persone che lavoreranno al Rifugio Selleries dovranno essere dotate:
– di mascherina e guanti;
– di abbigliamento facilmente lavabile e sanificabile, da sostituire con frequenza;
– di calzature facilmente lavabili e sanificabili;

Cambierà, quasi, radicalmente l’impostazione del servizio che proporremo. La sala da pranzo passerà dall’abituale novantina di posti tavola a 35 forse 40, a seconda delle direttive. Le camere matrimoniali, che al Selleries sono tre, rimarranno tali partendo dal presupposto che una coppia che dorme insieme a casa lo farà anche in rifugio. Le camere a sei posti letto, le utilizzeremo per tre persone, con riserva di usarle per più persone, nel caso in cui si tratti di una famiglia che a casa vive e dorme nello stesso alloggio. Diventa facilmente comprensibile che la disponibilità dei servizi che potremo offrire si ridurrà della metà, all’incirca.
Per il servizio di pranzo e cena saremo obbligati a richiedere una prenotazione obbligatoria. Sia per il diminuito numero dei posti che avremo a disposizione, sia per poter organizzare con efficienza il servizio di somministrazione. A proposito del quale ci organizzeremo con un self service, per evitare che i camerieri debbano girare fra i tavoli, con prevedibili possibilità di infrangere le normative sulle distanze minime. Quindi ai clienti verrà chiesto di utilizzare un vassoio che sarà loro fornito, nel quale verranno via via disposti i piatti con le varie pietanze. Con il pranzo nel vassoio i clienti potranno andarsi a sedere al tavolo loro riservato.
Per coloro che non avranno prenotato, non sarà possibile accedere alla sala ristorante e tanto meno alle camere. E nemmeno al bancone bar. Prevediamo di predisporre un sistema di somministrazione alimenti e bevande all’esterno, con vassoi e piatti da asporto che, al termine del pasto, i clienti riporteranno. Come servizio bar sistemeremo un bancone esterno, non essendo pensabili le code al bancone interno collocato nello stesso salone dove si trovano le persone prenotate per il pranzo o la cena. Tutto ciò nell’ottica di evitare ogni forma di assembramento. Per accedere ai servizi igienici chiederemo a tutte le persone “esterne” di utilizzare l’ingresso posteriore, per chi è pratico del Selleries la rampa che sale da dietro il rifugio, in questo modo eviteremo il via vai, nella sala da pranzo, delle persone “esterne” che avranno necessità di usare il bagno. Per i clienti “interni” l’accesso ai bagni sarà quello di sempre. In questo modo riusciremo a garantire, a tutti, la possibilità di utilizzo dei servizi igienici.
Per garantire anche all’esterno un servizio confortevole, stiamo valutando il noleggio di una tensiostruttura, in modo da poter fornire una sistemazione adeguata anche nel caso in cui inizi improvvisamente a piovere, oppure salga il nebbione umido. Tutti i pasti d’asporto verranno proposti in piatti compostabili, come compostabili saranno posate e bicchieri. Niente plasticume, insomma.
Il nostro personale si destreggerà tra interno ed esterno, per rendere ben organizzate entrambe le situazioni. In sala avremo una persona che provvederà ad accompagnare al tavolo prenotato i clienti e che si occuperà dei conti, un paio di persone al servizio self service ed una persona al bancone bar. All’esterno avremo una persona che provvederà a gestire la sistemazione ai tavoli, due persone al bancone: una per il bar e l’altra per la gestione dei piatti d’asporto. Ci sarà un addetto ai servizi igienici, per garantire un monitoraggio continuo di pulizia e sanificazione. In cucina l’organizzazione e l’impostazione rimarranno le medesime avute fino a prima della pandemia. Stesso discorso per la plonge, il locale lavapiatti. Fatto salvo, in entrambi i casi, l’uso delle mascherine e dei guanti, come per tutto il resto del personale.

Un’altra valutazione che stiamo provvedendo a fare, in questi giorni, è l’acquisto di un generatore di ozono. Questo strumento servirebbe per una sanificazione efficace e, relativamente, rapida di tutti gli ambienti del rifugio, soprattutto di quelli con più ampie metrature, come ad esempio la sala ristorante. Visto che la spesa da affrontare è di una certa importanza, oltre a pensarci bene abbiamo bisogno di avere indicazioni precise dalle commissioni, preposte dal governo, a fornire le linee guida.
Ad oggi questo è il nostro piano d’azione, che, siamo certi, si evolverà e si modificherà ancora di parecchio.
A questo punto, però, un paio di riflessioni al riguardo, vi chiederemmo di concedercele.
Non ci piace affatto tutto ciò, vorremmo che fosse chiaro. Ma non potremo fare altrimenti: più o meno saremo obbligati a muoverci in questo modo. Quindi, cosa significa? Questo nostro piano d’azione significa la soppressione completa, seppur temporanea, di tutto ciò che è il rifugio, alpino od escursionistico, che tutti conosciamo da sempre. La condivisione, la famigliarità e la convivialità andranno a morire. Seppur temporaneamente. Le tavolate e le camerate condivise, quasi sempre, da persone che arrivavano estranee e ripartivano amiche non avranno alcuna possibilità di riproporsi. Seppur temporaneamente. Il buffet della colazione di fronte al quale ci si scambia le informazioni sulle difficoltà delle salite che si andranno, di lì a poco, ad intraprendere, oppure le personali impressioni sul tempo che farà lungo la giornata, non potrà più esserci e verrà sostituito da un self service. Seppur temporaneamente. La birra al bancone del bar, al rientro da una scalata o da una camminata, condivisa con persone incontrate per la prima volta, nessuno la vorrà prendere in considerazione: ammesso e non concesso che sarà ancora possibile un servizio di birra alla spina. Le cene dopo una salita in bici o a piedi, al buio od all’imbrunire ed il rientro nel cuore della notte saranno ben complicate, auspicando di riuscire a farle ancora.
Noi non abbiamo la minima idea di come fecero i nostri colleghi, all’epoca della Spagnola nel 1918 e dell’Asiatica nel 1957. Di come riuscirono a passare attraverso a quelle pandemie e di come riuscirono a venirne fuori. Come non abbiamo idea dei modi che ebbero, allora, nel rapportarsi i loro clienti. Ma ci permettiamo la certezza che, oltre alle direttive governative, noi rifugisti, OGGI dovremo far fronte ad una diffidenza diffusa tra tutti i nostri avventori. OGGI dovremo fronteggiare la paura sottile ed infingarda che si è insinuata, tanto inconsapevole quanto inesorabile, in tutti noi: montanari e cittadini, marinari e campagnini. Appena verremo liberati dalle paratie di contenimento, faremo come i polli d’allevamento che girano con circospezione a poca distanza delle porte spalancate del recinto, per poi, nella maggior parte dei casi ritornarvi dentro.
Al Selleries siamo molto preoccupati. Dell’oggi, del domani e del dopodomani. Perché abbiamo capito che non ne saremo fuori tanto presto.
A fronte di questa nostra preoccupazione siamo qui a presentarvi il nostro piano d’azione. Ma siamo, soprattutto, qui a dirvi che ci aspettiamo, oltre al vostro giudizio su quanto vi abbiamo descritto, anche la completa collaborazione di tutti coloro che saliranno. Quindi siamo qui a dirvi che abbiamo bisogno del vostro aiuto. E non solo estemporaneamente. Noi abbiamo bisogno che ognuno dei nostri clienti sia disposto a fare la sua parte. Perché se NOI abbiamo la responsabilità ed il dovere che darvi certezze e sicurezze, da parte vostra, VOI, avete la responsabilità di muovervi con la coscienza del prossimo. Ognuno di noi e di voi deve capire di dover fare la sua parte. Quindi verificare prima di muoversi da casa. Quindi di essere attrezzato con tutti i dispositivi individuali che gli competono. Quindi di essere consapevole delle sue condizioni di salute. Quindi di lasciare il bagno che ha usato nelle migliori condizioni possibili. In sintesi essere completamente responsabile per sé stesso, senza più demandare ad altri ciò che si deve fare in prima persona.
Abbiamo bisogno che i clienti del rifugio Selleries si ricordino, in ogni momento, da dove arriva la loro passione per la Montagna e quali sono gli ingredienti che la alimentano.
Le considerazioni “pago quindi pretendo” non saranno più di moda in questa nuova epoca. L’arroganza è passata a miglior vita. La fretta e la scortesia di coloro che vedono esclusivamente loro stessi non saranno più di casa, nel rifugio che gestiamo. Ai 2023 metri di quota dell’Alpe Selleries nel post-covid, non ci sarà più posto per coloro che non faranno della comprensione e della disponibilità il loro metro di misura. Ci spiace essere, magari, troppo troncanti, ma ci auguriamo di riuscire a farci comprendere, almeno un po’. Non è più tempo di parlare per mezze parole o per frasi di circostanza.
Noi quassù riteniamo che non ci sia altro modo per venire fuori, più o meno indenni, da questa esperienza. Tutti dovremo metterci del nostro, altrimenti non ce la potremo fare. Vogliamo, ripeto VOGLIAMO, poterci permettere la certezza che diffidenza, sospetto e delazione non diventino le componenti fondanti della nostra quotidianità. Noi crediamo nella condivisione, difficile ma non impossibile nemmeno di questi tempi, crediamo nella solidarietà, anch’essa difficile ma fondamentale, soprattutto, di questi tempi.
Dovremo essere in grado, tutti insieme, rifugisti, alpinisti, escursionisti e biciclisti, di organizzarci e regolarci. Senza sempre pretendere che le direttive ci cadano dall’alto. Non più imposizioni ma scelte consapevoli. Saranno necessarie delle limitazioni nelle frequentazioni e negli affollamenti, per poter stare alle giuste distanze. Sulla spiaggia di Finale Ligure come nei prati dell’Alpe Selleries. Il motto “liberi tutti” non potrà funzionare, questo deve esserci ben chiaro fin da subito. Con il nostro pic-nic dovremo valutare bene dove dirigerci e posizionarci. Stesso identico ragionamento per le scalate in Cristalliera ed in Orsiera. Facendo tesoro dei segnali silenziosi che la Natura ci ha inviato, quando eravamo chiusi in clausura.
“Da ognuno secondo le sue disponibilità a ciascuno secondo le sue necessità”, è una frase che pare riemergere dalla preistoria, come il virus d’altronde, ma che esprime un concetto, secondo me, più attuale che mai.
49
Paolo Panzeri, un bravo politico che dice e non dice! 😊
———
Roberto Pasini, Palombella rossa è un film straordinario e la scena con la giornalista è al contempo surreale e verosimile!
E’ che “montanitudine” suonava come una patologi psichica e “montanesimo” un po’ troppo movimento politico! 🙂
“La montanita’ “ ???? Ma come parli diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa dando uno schiaffo alla giornalista. Dimmi come parli e ti dirò chi sei.
Leggo una “roba” che il cai ha scritto al Governo e riporto alcune frasi:
-il Cai e tutti i suoi Soci si sono astenuti doverosamente da qualsiasi attività in montagna,
-Vogliamo tornare a prenderci cura dei rifugi e dei sentieri di montagna, perché ora ‘Le Montagne hanno bisogno di noi’, così come noi loro“.
-i rifugi alpini costituiscono strutture di accoglienza e presidi culturali e di soccorso in tutte le nostre montagne e prestano anche attività di ristorazione
– indicazioni fondamentali per il mondo di quanti hanno a cuore la montanità, che significa anche attenzione verso le popolazioni che nelle montagne fisiche vivono e devono essere invogliate a restare
La capacità politica del presidente Torti, di non sbilanciarsi mai e di approfittare delle situazioni per massimizzare gli interessi senza assumersi responsabilità, mi ha impressionato: ha superato qualsiasi mia opinione del cai. 🙂
Per i critici, sarà anche una persona che non è quasi mai andato in montagna se non in elicottero o funivia, come quasi tutti i suoi predecessori (non ha nessuna importanza), ma come presidente mi sembra di una abilità strategica notevole !!!
Si vede che sento ancora un certo affetto recondito per il cai 🙂 🙂 🙂
Caro Peppe,
una follia che ben si adatta al quadro attuale, purtroppo.
—————-
La voce del CAI
https://www.cai.it/le-montagne-hanno-bisogno-di-noi-e-noi-di-loro-servono-risposte-urgenti-per-ripartire-e-per-la-tutela-psicofisica-dei-frequentatori-della-montagna/
Grazie per il link, nel marasma generale questa me l’ero persa.
A me pare una dichiarazione piuttosto improvvida (e fatta a che titolo ?) di un dirigente d’azienda troppo zelante su un tema dove invece la prudenza sarebbe d’obbligo (dubito inoltre che si possa autorizzare l’ “uso compassionevole” di un farmaco su una persona sana).
La sperimentazione è già partita, e riguarda un gruppo di volontari.
Ha comunque fatto bene il sindacato di Polizia a chiedere chiarimenti (come scritto nell’articolo, la “notizia” è stata smentita dal Dipartimento di Pubblica sicurezza).
Peppe, grazie per gli auguri. In questo momento ci vogliono più che mai, se si verrà in ospedale.
——-
Leggo letteratura che riguarda i vaccini da vent’anni circa grazie a un’amica ricercatrice e altri genitori preparati in merito. Grazie comunque per l’invito.
———
Per il vaccino ai poveri poliziotti:
https://www.google.it/amp/s/www.sardegnalive.net/newsamp/in-italia/46473/vaccino-covid-19-per-le-forze-dell-ordine-valter-mazzetti-fsp-polizia-di-stato-gli-agenti-non-siano-cavie-per-le-sperimentazioni
Buongiorno Grazia,
io cerco di identificarmi soprattutto negli altri (naturalmente ho le mie opinioni, ma mi interessano di più quelle altrui – meglio se diverse dalle mie).
Internet è un grande diffusore di informazioni, ma non lo vedrei in modo negativo. Ha molto potenziale però è solo uno strumento. Come tutti gli strumenti occorre saperlo usare, applicarlo nel contesto a cui è adatto e farlo utilizzando la nostra cultura e intelligenza.
Il tema dei vaccini è molto delicato. Già scrivere “vaccino”, senza specificare, può portare a errate generalizzazioni.
Non condivido (ma rispetto, in quanto tue) diverse opinioni che esprimi su questo argomento. Per la delicatezza del tema ritengo che questa non sia la sede giusta per approfondire, mi permetto però di consigliarti la lettura della numerosa letteratura scientifica a disposizione di tutti.
Anche l’ordinanza della regione Lazio ha il suo razionale (che sia condivisibile o no – gli obblighi hanno sempre un cattivo sapore, io preferirei che si parlasse di doveri, ma questa parola sta diventando sempre più desueta).
Sarei però interessato a sapere dove hai letto che “volevano dare avvio a una sperimentazione del vaccino sul corpo di polizia”. Hai un link (che non sia il profilo facebook di Pappalardo 🙂 ?
Ti faccio i miei più sinceri auguri per l’intervento a tuo padre,
Giuseppe (Peppe).
…e comunque, di fronte a ingiustizie e incongruenze, io non ho mai saputo tacere, come dimostra il mio articolo apparso qui sul blog qualche mese fa. 🙂
Buongiorno Peppe,
io mi identifico solo con me stessa 🙂
E fin dall’inizio ho provato diffidenza verso le notizie che venivano trasmesse. Ho già raccontato come ai primi di febbraio già venissero dedicate ore (ORE) televisive all’arrivo del gruppo di italiani provenienti dalla Cina. All’epoca mi stupirono non pochi dettagli: a parte, appunto, la narrazione sensazionalistica da quattro spiccioli, l’intervista alla ricercatrice ragusana che ha comunicato che l’isolamento del virus (primi di febbraio) sarebbe anche servito al vaccino (a cos’altro?), quando ancora sembrava una banale influenza. E non contiamo l’aria rilassata dei genitori dell’adolescente trattenuto in Cina per settimane (i miei genitori sarebbero stati stracci). Questi e tanti altri piccoli particolari, sin dall’inizio.
Dopodiché ho continuato a stare in contatto con diversi amici che lavorano in ospedale, tutti atterriti da ciò che stiamo lasciando accadere.
Per il resto, a me sembra proprio il momento giusto per diffondere il più possibile le più svariate notizie, che possono riportarci a contatto con la realtà, poiché quella voluta dalla televisione non lo è. E non lo penso solo io.
Per anni non sono stata iscritta a fb, ho sempre preferito la vita reale a quella virtuale.
Poi, qualche giorno fa, mentre ero in fila per prendere i buoni spesa al comune, mi sono venuti in menti i tempi del fascio. Anche a quell’epoca per mangiare c’erano le stesse e procedure, ammesso che tu avessi la tessera del partito. Ore di fila per fare qualunque cosa, così che tu non abbia tempo per pensare a te, a chi sei, a chi eri, ai tuoi sogni.
Ho pensato che se oggi non avremmo internet, avremmo ancor più chiara la dimensione del problema, poiché saremmo tutti isolati, senza scambi se non quelli telefonici o quelli rubati per strada o a seguito di incontri clandestini.
Credo dovremmo riflettere ogni giorno su questo.
In ogni caso, a facebook continuo a dedicare pochissimo tempo. Quello che faccio, invece, per strada, chiacchierando amabilmente e senza parlare inutilmente di complottiamo, è far notare alla gente come stiamo tutti bene qui nel paese dove vivo. Sempre più persone non portano la mascherina, sempre più persone si accorgono delle incongruenze, soprattutto le persone semplici che non hanno strumenti per comprendere articoli scientifici, proprio perché basano la loro esistenza sulla vita pratica. La mera osservazione porta ad avere profondissimi dubbi su ciò che accade.
Come non farsene venire leggendo che volevano dare avvio a una sperimentazione del vaccino sul corpo di polizia?
Come non averne sapendo che la regione Lazio vuole rendere obbligatorio il vaccino a tutti gli over 65 e il personale sanitario?
Anche i sassi sanno perfettamente che quando il vaccino ci viene inoculato, contraiamo la malattia (benché blanda, se il farmaco è ben fatto), la possiamo trasmettere e soprattutto siamo indeboliti e possiamo prenderci qualcos’altro.
Che faranno secondo te? Metteranno in quarantena tutti i medici, infermieri, osa e assistenti? Ti aspetti questo?
Lo sanno gli italiani che il vaccino anti-influenzabile è sempre prodotto sulla base dell’influenza dell’anno passato? Lo sanno che in quel momento sono deboli e malati? Pensi che il loro medico dedichi tempo a illustrare le possibili conseguenze a cui vanno incontro? Scommetto di no. Scommetto che non dice loro che per ogni vaccino intasca una commissione.
Queste e altre non sono notizie nascoste, sono alla portata, eppure, nonostante le prove schiaccianti sotto gli occhi di tutti, il popolo continua a essere piegato.
La prossima settimana mio padre sarà ricoverato per un intervento al cuore. Come credi che mi senta sapendo che non posso andare a Milano? Come pensi che dormirò sapendo che nessuno dei miei familiari può assisterlo? E se, nel frattempo, come è successo due mesi fa, contrae un’infezione durante la degenza?
Ora è quanto mai doveroso reagire, ascoltare, parlare. Questo io credo.
(E mentre lo dico, Donna Etna ruggisce.)
Cara Grazia, l’ascolto di più voci con la mente aperta è, a mio parere, fondamentale.
Non tutte le voci, tuttavia, parlano con lo stesso peso su di un preciso argomento: attenzione a ciò che viene definito come false balance.
Attenzione inoltre a non selezionare, tra le voci, solo quelle che ci dicono quello che vogliamo credere o che meglio si adattano alla nostra opinione.
Timore a esprimere le proprie idee, mai 🙂
Evitando però di identificarci con la nostra opinione o con la nostra presa di posizione: sta all’opposto dello scambio che ci fa crescere.
P.S. Mi permetto di consigliarti cautela nelle confidenze che fai a Mr. Zuckerberg 🙂
Giuseppe, sono iscritta a fb da febbraio solo perché dei colleghi mi hanno invitata a partecipare a discussioni che riguardavano la montagna. Ho cominciato a pubblicare dal 25 aprile, e non è un caso.
A me non piace l’idea che vengano seguiti i miei spostamenti e anche per questo quando esco il telefono lo lascio a casa.
Mentre non ho timore di esprimere le mie idee.
Mi dispiace tu non possa ascoltare, ma credo che i video siano caricati solo su fb.
In ogni caso, il mio è un invito ad ascoltare più voci, tutto qui, senza per forza prendere una posizione.
Bonne nuit.
Grazia, posso metterci tutta la mia buona volontà, ma non riesco a figurarmi cosa io possa “capire” dal profilo facebook di Antonio Pappalardo.
Io non ho facebook (e me ne guardo) e non conosco bene questo c.d. “social”.
Al link che hai messo tu, io vedo una foto simpatica coi baffoni e trovo il suo profilo (cose tipo “La formazione”, “L’attività artistica” ecc… e – personalmente – non lo trovo di grande interesse). Non trovo altro.
Forse tu hai facebook e vedi altro ?
Dubito però che tu sia iscritta a facebook, con tutta la tua attenzione a non farti tracciare.
Grazia non ho detto che preferisco vivere nel frullatore.
E non ho detto che fai male a pensare e ad agire come fai. Anzi.
Solo che in questo mondo la maggioranza, PURTROPPO va in altra direzione.
Peppe,
boh? A capire?
Utile in che senso ?
Magari può essere utile:
https://m.facebook.com/generaleantonio.pappalardo
Riva, se conoscessi il futuro sarei padrone di me stesso !
L’unica piccola cosa che ho fatto in questi anni, per me travagliati per le conseguenza di due miei tumori diversi, e stata prendere la decisione. dopo 40 anni come socio accademico, di non pagare più il bollino del cai, perché proprio non mi riconosco più negli obiettivi e non stimo più per niente i vari capi, per il mio modo di vedere, alpinisti farlocchi.
Qua si parla, magari con poca competenza, magari con vanità, magari con stupidità, magari pontificando, ma si parla e si fanno pochi danni, purtroppo non si realizza mai niente: per lo più ci divertiamo a raccontarci delle storielle.
“il “senso civico” del saper fare dei sacrifici anche nelle cose che amiamo (lui il tennis, noi la montagna) in nome di priorità di maggior rilievo per il Paese.”
Non trovo alcun senso, nel fare un sacrificio che non è di alcuna utilità, sotto alcun punto di vista, a nessuno.
Vi trovo cenni di riti arcaici e superstizioni varie volti a placare gli dei avversi o retaggi della colpa originale dei cattolici, oppure anche una somiglianza con le sofferenze autoinflitte per entrare a far parte di società primitive, ma non vi trovo proprio nessun senso né civico, né razionale, né comune.
Posso
@ Paolo Panzeri al 236. Bella quella del Gaber sulla TV, non la conoscevo, ma sospettavo. Invece qui dove la televisione la facciamo noi, come va a finire?
Roberto,
io penso semplicemente che non dovremmo piegarci al futuro che stanno apparecchiando, accettando di rivedere in peggio le nostre vite.
So che molti negozianti il 4 apriranno e che si stanno organizzando manifestazioni sull’intero territorio.
———-
Alberto,
io non mi sento per nulla ingenua, semplicemente seguo il mio cammino e non quello che altri tracciano per me. Questo è un diritto di tutti, anche se a volte ci sembra di non poter fare a meno di fare questa o quell’altra cosa.
Se persone come te preferiscono continuare a rimanere dentro il frullatore, siano liberi di farlo. Ce ne sono moltissime come me che seguono altre strade ed è per questo, per esempio, che quotidianamente ricevo doni dagli amici contadini. C’è una grandissima rete di persone che vivono in maniera diversa e continueranno a farlo e, soprattutto, si batteranno affinché ciò accada.
———
Paolo Panzeri,
più calzante che mai la canzone!
——-
Matteo Cominetti,
sono d’accordo con te.
La Signora Crovella vi assicuro che è tutt’altro che un soprammobile, anzi è fortissima e spesso mi distacca abbondantemente. Non scrive su internet perchè non le interessa minimamente: se avesse voglia, di idee ne ha e anche ben chiare. Ma cosa c’entra mia moglie con i rifugi al tempo del Coronavirus e relative propblematiche? Lasciatela fuori dai commenti, dai, è anche una questione di “eleganza” del sapersi comportare. Oltretutto io non mi sono mai spacciato per un alpinista di punta, anzi ho sempre detto che sono un alpinista di livello “medio”, anche per scelta convinta. Mi diverto molto di più a perlustrare un vallone dimenticato da Dio, magari con tre tiri finali di III e IV grado, piuttosto che frequentare la falesia a bordo strada. Ormai non amo più neppure le vie in quota, come quando avevo 20-30 anni. In ogni caso qui si esprimono anche escursionisti e scialpinisti, nonn credo sia un club ristretto solo ai sestogradisti, mi pare che oggi tu ti sia alzato con il piede sbagliato, sei andato completamente fuori dal seminato. Travaglio (che è torinese come me e che io leggo, convintamente, quasi tutti i giorni) ha detto una cosa che qui c’entra perché richiama il “senso civico” del saper fare dei sacrifici anche nelle cose che amiamo (lui il tennis, noi la montagna) in nome di priorità di maggior rilievo per il Paese. Ciao a tutti!
Benassi (@232, @238), ma veramente qua
https://www.cai.it/nuovo-primato-storico-del-numero-di-soci-del-club-alpino-italiano-2/
dice che nel 2019 è stato raggiunto il record di iscritti (da 322.022 a 327.391).
E qua
https://www.cai.it/322-022-soci-mai-cosi-tanti-nella-storia-del-cai/
lo diceva per il 2018 (da 316.931 a 322.022)
Se poi guardi qui
http://archivio.cai.it/rapporti_attivita/2016/files/assets/common/downloads/publication.pdf
a pagina 175 puoi vedere l’andamento dal 2007 al 2016.
Il calo c’è stato dal 2012 al 2014 (3 anni), ma dal 2015 al 2019 gli iscritti sono aumentati fino al massimo assoluto del 2019.
Tu hai dei dati diversi ?
come fanno tutti i politici quando c’è da prendere, anche Conte con il sindaco e forse anche il governatore non so se c’era, a prendersi gli onori a Genova. Come se avessero fatto tutto loro.
Gli oneri magari no. Quelli li lasciano agli altri.
forse il COVID darà un’altro scossone agli iscritti CAI, ma la malattia, credo oramai incurabile, è da iniziata da tempo.
Chi è ancora iscritto oramai lo fa più per opportunità , di certo non perchè ci crede.
Il fatto che Crovella non ami allenarsi non significa che ci si debba assoggettare tutti a questo credo per me nocivo. Forse per la passeggiata con la moglie (ma la moglie di Crovella avrà pure lei dei gusti, delle esigenze o è un soprammobile?) nelle valli solitarie va bene, ma sulla nordovest del Civetta non è la stessa cosa. E a me capita di andarci spesso d’estate e quando mi giro di 180 gradi e vedo casa mia, sento il desiderio di tornarci, sarò matto? esagerato? Se non mi allenassi alla Crovella dovrei limitarmi ai prati con i bambini o al massimo a fare qualche ferrata (con i guanti, haimè), che pure faccio, ma devo necessariamente rapportarmi con la prestazione massima richiesta e non con la minima se voglio sopravvivere e magari pure godermela un po’.
Tutto questo non prescinde da chi lotta e soffre e muore negli ospedali ma una cosa non esclude l’altra. Conte ieri era a Genova con il comico Bucci (sindaco di Genova, porcavacca!) per celebrare il posizionamento dell’ultima campata del nuovo ponte ex-Morandi. Serviva? Non direi, ma era lì, segno che nell’emergenza corona virus le cose vanno avanti.Se Travaglio, o chi per lui, a tennis le prende per poco allenamento il rischio sarà quello di pagare il campo o l’aperitivo al compagno. Una guida se “le prende” quasi sempre finisce in un sacco portacadavere. Non è bello.
Gaber diceva :
La televisiun ha la forza d’un leun
La televisiun la ga paura de nisun
La televisiun la te indormenta come un cuiun
Si vede sempre da ciò che viene proposto ! 🙂
Attenzione, Cominetti: non confondere l’Alpine Club con il CAI.
L’equivalente del CAI in Inghilterra è il BMC.
Giusta osservazione quella di domandarsi se caleranno gli iscritti al Cai. Allora lì si correrà ai ripari, perché al Cai importa la quantità e non la qualità. Che bello il British Alpine Club, piccolo, elitario ed esclusivo! Un vero Club e non un’associazione parrocchiale, anche nell’efficienza, ma lasciamo perdere.
Invece sulle volontà voluttuarie degli alpinisti mi manifesto da professionista, ovvero da guida alpina. Ai corsi di formazione viene richiesto il sapersi muovere su difficoltà basse (intorno al 4° grado) in salita e in discesa senza corda. Per dei giovani allievi ben preparati non è un problema durante i corsi ma questa forma fisica e mentale va mantenuta semplicemente per portare la pelle a casa dopo ogni giorno di lavoro.
Credo sia i l pensiero di ogni guida, quello di arrivare nella forma idonea al momento in cui si potrà riprendere a scalare in montagna, prima di tutto per una questione di sicurezza (e qui il termine non è abusato come va di moda da un po’ di tempo a questa parte per fare leva sulle debolezze umane). Da qui le pressioni verso il governo per poter liberare certe attività in montagna che, ovviamente, non metterebbero a rischio la possibilità o meno di contagio tra le persone.
Trovo l’esempio di Travaglio tennista quanto di più buonista-superficial-banale Crovella abbia potuto trovare. Forse voleva farsi capire da tutti, compresi i ritardati come me, in questo non posso dargli torto anche se Travaglio personalmente lo vivo come un granchio vivo nelle mutande.
@232
Il coronavirus e le norme di distanziamento e una limitata frequentazione della montagna (rifugi, bivacchi e capanne sociali compresi) contribuiranno a far calare gli iscritti?
Domanda lecita……
infatti il CAI è da anni che sta perdenso consensi. Perchè fa tutto meno quello per cui è nato.
Mi dispiace dirlo perchè ci sono dentro, ma il CAI è un’associazione morente.
@226: interessante il modello rifugio stile banco self service e niente altro. ci sono dei negozi, in città, che sono così: stile macchinette dove, inserendo la monetina, può avere il caffè, oppure un Marsh o una Coca. Però vedete che se lo si applica in montagna l’occupazione viene praticamente azzerata, la crisi morderà anche alle alte quote.
Immaginando di tornare rapidamente ad una situazione pre Covid: a me mancano molto i rifugi vintage (vedi: https://gognablog.sherpa-gate.com/nostalgia-vecchi-rifugi/), ma un sistema di rifugi totalmente costituito da rifugi vintage si inserirebbe in un contesto molto diverso da quello oggi dominante. Non voglio tirare in ballo le mie tesi, ma i rifugi vintage (se totalitari) non possono che convivere con una montagna old style, moooolto meno frequentata… Vedremo: chissà, magari l’epidemia produrrà anche degli effetti sociali non negativi… basta aspettare e vedremo. Buona giornata a tutti!
Ieri Marco Travaglio (direttore del Fatto Quotidiano) ha detto “A me (Travaglio) piace giocare a tennis. Cosa c’è di più adeguato del tennis alle attuale situazione generale? Uno sta di qua e l’altro sta di là della rete, non c’è contatto, non c’è pericolo. Quindi, in teoria, è stupido vietare il tennis in questi giorni. Però è giusto vietarlo se lo si inquadra nello scenario complessivo. Infatti permettere ai tennisti di andare a giocare a tennis vuol dire autorizzare il movimento di gente, che è l’ipotesi che ora come ora non è suggerita da nessun esperto. Quindi io (Travaglio) capisco la situazione e accetto di rinunciare al tennis.” Mutatis mutandis è il ragionamento applicabile alla montagna, con in più il già citato concetto che, di fronte ai gravissimi problemi che il governo deve ANCORA affrontare (cioè quelli delle ripercussioni economiche che emergeranno nelle prossime settimane), figuratevi se il governo prenderà anche solo in considerazione le istanze degli alpinisti/escursionisti…
E vi illudete che il CAI, in tale centesto, si faccia parte attiva a sottoporre al governo le istanze “voluttuarie” degli alpinisti/escursionisti? Ma dai, non lo farà mai neppure al seguito di un sondaggio stile Piattaforma Rousseau (M5S)….
Matteo, capisco il tuo punto di vista. Ognuno fa le sue scelte e ne gestisce le conseguenze. Per quanto riguarda il CAI se io fossi loro cercherei di coinvolgere i soci in un grande sondaggio/brainstorming collettivo on line. Potrebbero emergere idee interessanti e si manterrebbero i legami sociali, cosa importante in questa fase di distanziamento fisico, un po’ come facciamo noi sul blog. Anzi forse potrebbe essere anche un’idea per Alessandro introdurre magari , accanto a quelli tradizionali, anche un format diverso, meno interattivo ma più consultivo, focalizzato su domande specifiche e con vincoli di spazio. Potrebbe essere utile a darci uno spaccato delle opinioni correnti nella nostra comunità e rompere quel clima a volte un po’ stantio di old boys club.
Grazia
hai ragione !!
Ma pensi veramente che: cittadini vari, lavoratori, arrampicatori diretti a Finale, imprenditori, funzionari, investitori nelle azioni autostradali, banchieri e bancari, politici di turno, possano promuovere una decrescita felice con la diminuzione del traffico???
scusa se mi permetto, ma sei dolcemente ingenua.
Roberto, riguardo a rifugi e rifugisti non so cosa si potrebbe fare; di sicuro il Selleries non è omologabile al Boccalatte e questi al Gnifetti o al Quintino Sella e andrebbero trattati in maniera differente.
Riguardo ai vincoli di spostamento ribadisco la mia posizione: non appena mi sarà permesso di varcare i confini di comune o regione per andare a lavorare (rischiando di infettarmi), mi prenderò il diritto di varcarli per andare in montagna (evitando ovviamente il più possibile le occasioni di contagio e rischiando, credo, molto meno che in ufficio)
Matteo, anch’io leggo su FB vari appelli. A parte i problemi economici di cui parla Crovella, ci sono due vincoli con i quali nel medio periodo bisogna fare i conti: i limiti di spostamento (fuori comune, in regione e da regione a regione) e il distanziamento fisico (preferisco questo aggettivo a “sociale”). Il primo potrebbe allentarsi, ma resta il secondo che ha conseguenze serie su molte, non tutte, le attività in montagna e si riverserà anche sulle scelte personali del portfolio di cose praticabili. Se i rifugi vogliono aprire io penso debbano ripensare per quest’anno il loro modello di business. Non basta comprare ozonizzatori o mascherine con marchio CAI (come ho letto). Il discorso sarebbe lungo, ma il rifugio non può più essere il luogo che abbiamo conosciuto: temporaneamente dovrebbe diventare un distributore self-service o quasi di prodotti/servizi essenziali in quota (oltre a presidio di emergenza), ripensando seriamente la sua struttura dei costi, in particolare il costo del personale che a spanne, non conoscendo i numeri, penso abbia un peso non indifferente.
Buongiorno a tutti,
Roberto, Enri, Alberto, grazie per la vostra gentilezza.
Il segreto per decongestionare il traffico è diminuirlo, non costruire nuove opere che deturpano il paesaggio e la vita dei quartieri interessati (così come in un altro post si sta dicendo che il segreto dello smaltimento dei rifiuti è diminuirne la produzione).
Tutte le opere, compreso il ponte di Genova, non fu progettato per sopportare il peso e il numero dei veicoli attuali. E siccome siamo in Italia, la manutenzione fu certamente annoverata nel preventivo di spesa, ma evidentemente non eseguita puntualmente. Difficile credere che un ponte crolli da un momento all’altro senza avvisaglia alcuna, così come un lastrone in montagna non si stacca per magia.
Da mesi ormai ripetiamo quanto sia deplorevole questo arresto, sia per l’economia che per la dignità e i diritti del popolo, ma ci dovevamo fermare.
Non era giusto quel numero sempre crescente di autoveicoli, non lo era lo sfrecciare dei corrieri che se non consegnano tot pacchi vengono licenziati, non lo erano le giornate lavorative senza limiti, non era l’apertura di negozi 24 ore su 24, non lo era l’apertura di certi locali fino a tarda notte in pieno abitato. La lista è lunghissima e ci vorrebbe un altro articolo.
Per questo ritengo che l’unico aspetto positivo di questo stop sia che ci da tempo e modo di pensare e ripensare alle nostre vite, al sovraffollamento delle città, alle condizioni di certi quartieri, all’alimentazione, alle nostre relazioni, al numero crescente di medicinali, al numero crescente di malati di cancro e leucemie, a cosa stiamo facendo, dove stiamo andando, che messaggi vogliamo passare ai nostri figli, che tracce vogliamo lasciare su questa Terra.
Capito male: è un appello al Cai, non del Cai!
Peccato.
Beh, pare proprio che ‘sto CAI qualche volta riesca pure a sorprendere…adesso vado dall’altra parte a leggere!
Enri ha perfettamente ragione.
Sono passato tante volte da li, ci sono passato anche 2 giorni prima che il ponte crollasse.
Poi ci sono ripassato dopo il crollo, transitando dentro Genova.
C’è un transito di auto e mezzi pesanti con relativo rumore e inquinamento impressionante.
Senza il ponte è un dramma. Credo ci vorrebbe qualcos’altro per alleggerire ulteriormente il traffico, l’autostrada passa a pochi metri dalle finestre, dai terrazzi dei palazzi.
Grazia,
io non aggredisco nessuno, se hai avuto questa impressione ti chiedo scusa.
Non mi esprimo per luoghi comuni. Infatti parlo della terra in cui vivo. Non potrei mai dire che in lombardia veneto sicilia o sardegna che sia una strada non va fatta…
perche’ non so come stanno le cose.
a genova il mondo si e’ fermato per 30 anni per causa di chi, per idee regressive e sciocche, ha bloccato opere che avrebbero fatto bene all’economia ed all’ambiente.
perche’ costruire i famosi terzo valico e gronda (gran parte in galleria) avrebbe permesso di decongestionare un’area metropolitana che invece patisce un tale transito di mezzi che non dovrebbe avere. Questo vuol dire inquinamento rumore intasamento perenne.
se ci togliamo anche il ponte abbiamo una sola strada da est a ovest per tutti .. camion auto tir di tutto.
per non parlare del fatto che senza strade di un certo tipo il porto muore, muore genova, la liguria ed il nord italia perche non abbiamo idea di quanto il porto di genova sia indispensabile ancora.
per questo quando sento certi discorsi mi irrito. Non perche’ qualcuno la pensa diversamente da me ma perche’ non si sa di cosa si sta parlando.
non credo che la valle d’aosta tornerebbe volentieri a no autostrada e si tir sulla statale e nel centro di courmajeur. Ma questo lo lascio dire ai locali.
scusate sono andato fuori tema, ma il Ponte a Genova e’ importante.
Grazia, ti rispondo io da affezionato ospite del Levante perché i genovesi, già abbastanza essenziali e rudi per natura, potrebbero mordere. Con affetto e rispetto lascia perdere il Ponte. Bisogna conoscere come funziona l’economia e la logistica del polo genovese per capire cosa significa. Anche il Vate di Sant’Ilario in questo periodo per fortuna tace (vantaggio secondario dell’epidemia) e quelli che lavorano duramente forse a luglio riusciranno ad aprire Non è poco in questo quadro abbastanza buio per il turismo e la cantieristica. Un saluto.
Enri, vorrai perdonarmi, ma se ti esprimi per luoghi comuni, io non ti comprendo.
E poi, magari, così, se si ha tempo, ricordiamoci di avere in mente le più semplici regole della cortesia, che vogliono che non si aggredisca inutilmente un interlocutore, solo perché non si è d’accordo con lui.
Mi viene spontaneo pensare che magari hai interessi nella ricostruzione del ponte.
Per Grazia 209.
ma sei per la decrescita felice??
vuoi venire a genova e dimostrare che il ponte non serve?
ma perche’ prima di aprire bocca non ci si pensa 100 volte.
da Genovese, innamorato delle montagna liguri, onore a chi ha saputo ricostruire un ponte.
@cominetti: ma lo so perfettamente, non sono mica nato ieri, di fatti a me non passa neppure per la testa di scrivere una mail al Presedente Generale o a M360. Rispondevo a un commento precedente che poneva espressamente a me una domanda precisa sul Cai.
Le orecchie son fatte per sentire e la testa per pensare.
https://www.youtube.com/watch?v=1KnRHSQnt5U
Crovella 211, se mandi una lettera a Montagne 360 viene pubblicata solo se non va contro nulla di ciò che il Cai professa. Ci sono dei filtri intoccabili. Io li ho provati.
Anonimo Lusa 214, anche in Italia i contagi saliranno non appena si apriranno le gabbie, ma allora avremo fatto l’esperienza che prima non avevamo (alla faccia di Merlo e qualcun altro che sostengono che l’esperienza non è trasmissibile) e ci difenderemo con mascherine, guanti e sana diffidenza verso il prossimo, perché sappiamo che ‘sto corona virus è più cazzuto dell’innocua influenza che credevamo fosse due mesi fa. Mica è poco.
Per i pro crucchi sui giornali scorrono le notizie:
La Germania allenta la stretta e il contagi da coronavirus, risalgono immediatamente.
Prima di starnazzare sui diritti gli italiani ribelli dovrebbero pensarci 2 volte e ringraziare il nostro Governo per la sua lungimiranza ed il buon lavoro che sta svolgendo!
Coronavirus, la Germania allenta la stretta: il contagio risale immediatamente, un pessimo segnale
@ Paolo Panzeri al 165. La scrivania glie l’hanno posizionata vicino o lontana dalla finestra?
@ 206 Ovvero: “Se non ti piace questa minestra salti la finestra”.
@ 206 Se non condividi le scelte del Presidente Generale e del Consiglio Centrale del Cai, chiedi spiegazioni scrivendo alle Sede Centeale a Milano. Oppure manda una mail alla redazione della rivista M360 ponendo il tema. Vediamo cosa ti rispondono. A mio parere diranno quello che ho anticipato , ovvero che la posizione ufficiale di un’istituziond nazionale non può essere contraria alle disposizioni generali emanate dal governo. Quanto alla presentazione di doglianze e istanze, non credo proprio che gli organi nazionali del Cai si muoveranno mai in tal sensi. Anche perché non sarebbe condiviso da tutti i soci. Ciao!
Il ponte sul Polcevera è necessario per sollevare dal traffico il ponente della città, altrimenti chi ci vive si trova con i camion in casa con tutto quello che ne consegue. Certo, si potrebbe fare a meno del ponte se il traffico fosse minore…
Marcello,
mi dispiace molto per le vicende legate a tua madre.
——-
Il ponte è necessario? Innanzitutto, come tante opere dell’uomo che prima doveva far fruttare ogni secondo, potrebbero scomparire lasciando il posto a strade più a misura d’uomo con meno traffico e più quiete. Credo che anche le persone che stavano lì prima del ponte possano essere d’accordo con me.
E su ciò che è successo e sul fatto che le opere continuino anche adesso, ci sarebbero tante cose da dire, ma preferisco tacere.
——-
Per i rifugi non mi trovi d’accordo. Questo, se parliamo di quelli veri, tipo il Biella di qualche anno fa in Dolomiti, dove la doccia era solo fredda, se c’era acqua a disposizione.
Non ho l’onore di conoscere il Selleries, purtroppo.
Teniamo anche conto che in certi casi i rifugi sono la casa del rifugista, che sono un riparo e un punto di riferimento importante in certe aree montane. Qui sull’Etna, per esempio, a me conforta sapere che sia d’estate che d’inverno il Rifugio Citelli a 1.700 m è sempre presidiato. Il gestore è un montanaro, è generoso, pronto ad aiutarti, è un membro del soccorso alpino e le tariffe per mangiare sono contenute.
Diverso è il bar all’arrivo della finiva, dove un cappuccio costa 2-3 euro e un arancino 3,50 €. Questo genere di locale, lo chiuderei senza esitazione oppure lo ridimensionerei.
@206 Potrebbe essere il Cai, ma solo se lo “sente”. Al momento mi pare che la posizione ufficiale delle istituzioni, dal Cai all’Associazione Guide, sia allineata al pieno rispetto delle norme generali (governative). Mi pare che non tutti i soci Cai (anzi…) condividetebbero mosse contro le norme generali. Per i singoli alpinisti che non condividono tali norme governative non restano che due scelte: o stare zitti o al limite consorziarsi fra di loro e agire (con istanze come descritto) a prescidende dalle posizioni ufficiali del Cai. Ciao!
Il CAI? Che cos’è il CAI?
Scusi Crovella ma il gruppo di alpinisti che porta le istanze ai politici non dovrebbe essere il CAI?
@198 Crovella sentenzia: Condivido sia 195 che 196. Però vedete che sono gli alpinisti stessi che “affossano” la situazione dei rifugisti… altro che “solidarieta’”…
La solidarietà, per quanto mi concerne, l’ho profusa a iosa anni fa al Rifugio Forte dei Marmi all’Alpe della Grotta sin da quando erano gestori il Vigiani e Marco e anche in seguito con i nuovi gestori dando di mano a gratis scaricando le vettovaglie dalla teleferica, pulendo il prato nelle vicinanze, ecc.
In questo periodo chi affossa i rifugisti è un solo responsabile: il Coronavirus!
@ Pasini al 202. Nel 1972 un conoscente è andato a pescare trote in un torrente sfizzzero previo pagamento del permesso giornaliero. Da buon fumatore italiano quando ha finito il pacchetto di sigarette l’ha buttato nel torrente. Dopo qualche minuto si è sentito toccare su una spalla. Si è girato e c’era il guardiapesca che l’ha multato di 20 franchi e poi se l’è portato a spasso lungo il torrente per cercar di recuperare il pacchetto vuoto delle sigarette chiudendo così in anticipo la battuta di pesca. Da allora mi chiedo cosa succederebbe qua da noi.
io non ho detto che i rifugi sono indispensabili. Ho detto che c’è da distinguere. Ci sono rifugi che sanno di rifugio e altri che sono “NON LUOGHI”.
quanto a certi uffici comunali che non rispondono alle chiamate, uno SCHIFO.
Che dire delle banche che per accedervi bisogna prendere appuntamento, ma chiami e per averev rispopsta ci vuole una giornata.
Poi gli uffici postali, qui da noi ne hanno chiusi diversi, con il risultato che la gente si assembra nei pochi aperti. Già è tutto complicato e invece di aiutare il cittadino si fa esattamente il contrario. Bravi
Ora dico, ma perchè io devo lavorare e bancari e dipendenti postali invece chiudono gli sportelli??
come sempre cittadini di serie A e B.
Perché necessariamente puzzolente? In Svizzera esiste una terza tipologia: bivacchi/rifugi puliti e ben tenuti, curati dalle sezioni locali, incustoditi, con bevande e generi di prima necessità, belle coperte, telefoni di emergenza, legna, cassetta pronto soccorso, nei quali si paga con un contributo personale messo nell’apposita bustina e poi nella cassettina. Magari salvano anche vite. Mi sono sempre domandato cosa succederebbe qua.
Questo dest-riga (scusate ma ho fatto l’ufficiale nell’Esercito…) che ci ha dato il corona virus servirà a capire quello che non era utile. Se quest’estate potremo andare in montagna senza i rifugi, significherà che non servivano e così migliaia d’altre cose. E’ un mese e mezzo che cerco di farmi fare un documento dal Comune in cui risiede mia madre, (Genova) rimasta vedova e senza pensione perché l’Agenzia delle Entrate l’ha bloccata finché non riceverà la domanda di reversibilità che però deve essere corredata dal fatidico documento… Il Comune e tutti i suoi uffici sono stati abbandonati, nessuno risponde al telefono a cui ti dicono di chiamare, il sito internet ti rimanda a un altro che non funziona. Un disastro nel disastro. Ma nell’elegante via Garibaldi, dove ha sede il Comune, un altrettanto elegante pasticceria del cazzo vende i pasticcini, quelli si. Mentre il sindaco Bucci si vanta alla radio del termine dei lavori sull’ex ponte Morandi, come se l’avesse costruito con le sue mani, e lo fa con tono mussoliniano facendo le pause per l’applauso. Il ponte è utile, i pasticcini no. I servizi di un Comune per i suoi cittadini sono utili, i rifugi in montagna non sono indispensabili. Questo ha di bello il corona virus, a fare RESET.
Non ho neppure letto l’articolo ma solo qualche commento e… commento pure io, alèèèèè.
Non sapevo che parlasse di rifugi ma credevo che trattasse la situazione generale dovuta al corona virus, visti i commenti.I rifugi dipendesse da me li raderei al suolo lasciando solo qualche bivacco puzzolente incustodito. Il motivo? Sono inutili. La birra a fine gita me la posso bere al bar del paese o a casa.
ci sono rifugi e rifugi. Non sono tutti uguali.
Questo per me fa la differenza.
Ci sono rifugi dove ancora si respira l’aria giusta; si parla di montagna; di alpinismo; si condividono esperienze; ci si accontenta, ad un giusto prezzo, di quello che viene servito; dove il rifugista sa cosa ha intorno, conosce i luoghi e le vie, sa darti suiggerimenti, si preoccupa di quello che i sui ospiti vanno a fare, controlla se ritorni e quando ritorni ti porta il diario dove annotare la salita che hai appena fatto; rifugi dove il custode si alza all’alba con te per servirti la colazione.
Questi per me sono rifugi da frequentare, tra questi ci sono rifugisti che conosco e che mi fanno stare bene.
Non sono tanti questi rifugi, ma ci sono. Almeno io in tanti anni li ho incontrati.
Tanti altri invece sono dei veri e propri ristoranti, punto e basta, dove vogliono spennarti , dove c’è casino e basta, dove devi consumare, non rompere le palle e pagare.
Condivido sia 195 che 196. Però vedete che sono gli alpinisti stessi che “affossano” la situazione dei rifugisti… altro che “solidarieta’”…
A chi protesta per l’impedimento ad arrampicare/fare gite suggerisco, anziché limitarsi a scrivere post su post, di seguire altri canali più efficaci per sperare di farsi ascoltare da Conte. So che esiste un gruppo trasversale di parlamentari appassionati di montagna. Appartengono a tutti i partiti, hanno il presunto amore per la montagna in comune. Individuate qualche loro rappresentante di spicco, poi contattatelo con una comunicazione ufficiale, ben scritta, schematica (magari con un bel numero di firme) dove esponete le vostre doglianze ed eventuali proposte operative. Se siete astiti, contattate, fra questi parlamentari alpinisti, uno che appartenga ai partiti oggi di opposizione, così avrà un motivo per attaccare il governo. Chiedetegli che si faccia portavoce delle vostre istanze presso il Premier o il Ministri dello Sport… e stiamo a vedere cosa succede. Secondo me, non succedera’ niente, perché il paese ha ben altre priorità da affrontare e il governo non ha tempo da dedicare agli alpinisti. Però almeno avete fatto un tentativo sensato. Invece scrivere quintalate di commenti contro il governo “anticostituzionale” non produrrà mai niente. Buon pomeriggio a tutti!
Carlo, sono tantissimi anni che evito i rifugi, per quanto mi è possibile. I motivi sono i seguenti: detesto gli assembramenti, il chiasso, i turni per la cena, i rumori di notte in camera comune, la fila per il gabinetto. L’incanto del rifugio purtroppo è andato perduto.
Solo nei giorni feriali fuori dell’alta stagione chiedo ospitalità a un rifugio, e allora tutto si presenta, quasi per magia, come all’epoca in cui si era in pochi. Per il resto, rinuncio a tutte le salite che mi obbligherebbero a subire i disagi che ho elencato. Vado in montagna alla ricerca della bellezza, non della bruttezza.
Per quanto ho spiegato, il problema attuale perciò non mi riguarda. Se proprio si rendesse necessario un pernottamento in quota, preferirei la tenda. Come ai vecchi tempi gloriosi.
@195 Test Crovella: Siete disposti a pernottare almeno una-due volte più del necessario (sul piano logistico) per dare una mano ai rifugisti?
Io non sarei disposto a pernottare e ad entrare a pranzare/cenare per ragioni di carattere sanitario già precedente da me esposte essendo un luogo chiuso e quindi esposto ad un probabile rischio di contagio.
Anche se eventuali normative mettessero regole eviterò bar, ristoranti, pizzerie, parrucchieri, estetiste, sale da ballo, stabilimenti balneari, palestre, chiese, grandi magazzini.
Augh!, perché da ragazzo a volte leggevo Tex Willer.
E’ legittimo che desideriate farvi sentire come dice Benassi, ma allora scendete in piazza: finché vi limitare a polemizzare con me, il governo non sa neppure che esistiate.
Pensate invece al tema chiave dell’articolo: cosa possono fare i rifugisti quest’estate e come li si può aiutare? Io ho già detto che ho deciso che quest’estate NON mi appoggerò ai rifugi per mie valutazioni economiche. Se potessi lo farei, ma la prudenza mi impone di dare priorità ad altre voci di costo. E voi, che farete? Siete disposti a pernottare almeno una-due volte più del necessario (sul piano logistico) per dare una mano ai rifugisti? Questo è un bel test, per capire se davvero “amate” il mondo della montagna. Ciaooo!
C***o! Caro Lusa, se io fossi tutte quelle cose (193), partirei domattina alla conquista del mondo. Come mio generale, Alessandro Gogna.
Le regole del Grande Capo Crovella:
È entusiasta: cura il proprio tono emotivo più di ogni altra cosa gli appartenga.
È lungimirante: focalizza i suoi collaboratori sulla destinazione, più che sulla rotta.
Ascolta: trova sempre un momento opportuno per gli altri.
È esigente: è autodisciplinato e misura le performances, personali e del gruppo.
È perseverante: arrendersi non è suo stile ma sa quando è tempo di cambiare.
Sfida le persone: affronta con positività il nuovo, condividendolo con gli altri.
È autorevole: sa costruire la propria leadership interessando e facendosi ascoltare.
Fa autocritica: è il primo a mettersi in discussione riconoscendo i propri errori.
È coinvolgente: apprezza in pubblico e riprende in privato.
Ha memoria: impara e perdona, ma ricorda.
Appunto sulla nave ci siamo anche noi. Allora facciamoci sentire.
Non siamo noi che dobbiamo rendere conto.
E’ l’amministratore delegato che giustifica il suo operato ai soci, non il contrario.
Sono i funzionari dello stato e i politici eletti che si devono giustificare con i cittadini. Non il contrario.
No, no, no! Caro Lusa, “augh” è la parola a mo’ di sentenza con la quale il Grande Capo indiano conclude sempre i suoi discorsi.
Perciò, tutt’al piú, potremmo parlare di Grande Capo Crovella. Converrai con me che è molto piú di uno sciamano. Carlo, dico bene?
N.B. A tutti e due: sto scherzando!
So bene che lo avete capito subito, però lo dico pensando ad altri che potrebbero non averlo capito.
Carlo, a livello teorico avrai pure ragione. Però a volte mi sorge un dubbio: pure il Settimo Cavalleria fece quadrato intorno al generale Custer…
E anche il popolo tedesco fece quadrato intorno a Hitler. Dopo scoprí che aveva avuto torto nel farlo. Solo dopo, però.
Alle Termopili i guerrieri spartani e tespiesi fecero quadrato intorno a Leonida: avevano ragione.
… … …
E il nostro Conte è un novello Hitler o un novello Leonida? Per me è quasi un novello comandante Schettino (quasi); però sulla nave ci siamo pure noi, popolo italiano.
Lui invece magari si crede un piccolo Napoleone: “Dio me l’ha data [la poltrona] e guai a chi me la tocca”.
Crovella lo sciamano.🤣🤣🤣🤣
@187: hai perfettamente ragione, ma non prendertela con me, non sono io che ho varato queste misure restrittive. In più: alle prossime elezioni ricordati della situazione e fai le tue scelte tenendo conto di cosa sta capitando oggi. Guardate che dovremo abituarci all’idea di improvvise pandemie, questa potrebbe non essere l’ultima. Sto parlando non solo di seconda ondata del Corovavirus, ma di futuri nuovi virus, improvvisi come questo. Per cui scegliete adeguatamente da chi vorrete essere guidati nella prossima situazione di grave emergenza. NON sto facendo proselitismo per la Lega: ho già detto che Salvini è operativamente un incapace, sa solo banfare e giocare di sponda. Sto dicendo: fate esperienza da questa situazione per le vostre future scelte elettorali, tenendo conto che ci potremo trovare di nuovo in una situazione del genere e decidete da chi vorrete essere guidati nelle prossime pandemie. Augh!
Carlo ne fai una questione di senso civico. Bene.
Una persona ha le proprie idee, le proprie convinzioni. Questo NON vuol dire che in seguito, in base hai fatti, non si possa cambiare idea, non si possa dire gli ho dato fiducia ma ho sbagliato.
Questo vuol dire avere senso di critica, VERSO SE STESSI E VERSO GLI ALTRI, in questo caso del governo che puoi avere anche sostenuto con i tuoi voti, ma non vuol dire che poi non devi criticarlo anche con forza.
Solo gli sciocchi non cambiano idea.
Però sta di fatto che il governo in carica (il governo, NON la persona del premier), è sostenuto da una maggioranza costituita da M5S+Pd+Leu+Iv (questi eletti nel Pd). Non esiste più la distinzione destra-sinistra? Può darsi (secondo me è un male per la vita di un Paese, ma questo è un altro discorso). Allora la fotografia è: chi fra di voi ha votato (nel marzo 2018) per i partiti che OGGI sostengono il governo in carica, ha contribuito a eleggere quei parlamentari che OGGI sostengono il governo in carica. Quindi indirettamente il governo in carica è sostenuto da molti di voi. Ce l’avete con questo governo per le misure “anticostituzionale” ecc? eh… se avete contribuito a votare per i partiti di maggioranza… prendetevela con voi stessi, non con me. Non sono io che ho varato le norme restrittive, sono i “vostri” rappresentanti che, fra mille altre cose (tra l’altro molto più importanti), vi “impediscono” di arrampicare. Questa conclusione è innegabile (per chi, fra di voi, ha votato quei partiti). Paradossalmente sarei molto più giustificato io, a strillare oggi contro le norme restrittive, perché io NON ho votato per i partiti dell’attuale maggioranza. Però il mio senso civico mi fa capire che, in una emergenza del genere, occorre fare squadra. Poi, a emergenza terminata (che potrà essere anche fra molti mesi – qualcuno vagheggia una seconda ondata dell’epidemia), allora sarà legittimo e necessario valutare le decisioni e criticare gli errori. Ma adesso occorre fare quadrato. E’ una questione di “maturità”.
“In nome della legge” o volendo “dell’oggettività”
Quando adottiamo ciecamente una religione, un sistema politico, un dogma letterario, diventiamo automi. Smettiamo di crescere. Anais Nin
La folla è un gregge docile incapace di vivere senza un padrone. È talmente desiderosa di obbedire che si sottomette istintivamente a colui che le si pone a capo. Sigmund Freud
La solidarietà rende gli individui difficilmente controllabili e impedisce che diventino un soggetto passivo nelle mani dei privati. Quindi occorre una macchina propagandistica che corregga ogni deviazione dal principio della soggezione ai sistemi di potere. Noam Chomsky
La questione dell’educazione è l differenza tra l’educazione all’obbedienza e l’educazione alla libertà. Gherardo Colombo
Certo, bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino a un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza, però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni. Fabrizio De André
di grinze ne fa eccome.
Destra e sinistra non esistono più. E’ tutto un grande minestrone, dove l’attuale primo ministro potrebbe fare il presidente di qualsiasi schieramento. Un pò come un’amministratore delegato di un’azienda che offre il suo operato a chi meglio lo paga. Infatti prima era il presidente del governo Conte I lega+5stelle.
Poi i voti sui governi (e non solo) non contano nulla. Carta straccia.
Carlo non ha scritto che “Conte è di sinistra” (178).
Ha scritto che è il governo a essere di sinistra o centro-sinistra. In piú, successivamente, ha scritto il commento 181.
… … …
Prima regola: non dire bugie.
Seconda regola: citare correttamente.
Terza regola: non stuzzicare il can che dorme (questa però vale per me…).
dilla tutta fino in fondo. Non raccontare solo una parte. Ti sei dimenticato di: corruzione, evasione, lavori pubblici fatti a cazzo che costano 5 volte tanto quelli privati, gente con la mesata assicurata che si gratta, sanità mandata all’aria, pensioni d’oro e pensioni da fame.
@ 178: il GOVERNO Conte in carica è sostenuto da una maggioranza M5S+Pd+Leu+Iv (i cui parlamentari furono eletti nelle file del Pd prima di staccarsi). quindi è un governo esplicitamente di centro-sinistra. Il Ministro dell’Economia è Pd, il Ministro della Salute è di Leu (che sta a sinistra del Pd). Le misure che vi infastidiscono tanto sono quindi varate da una compagine parlamentare di “centro-sinistra”, non certo da un governo esplicitamente di destra. Chi, nel marzo 2018, ha votato per i partiti oggi in maggioranza, con chi se la deve prendere? Con Salvini? No: se la deve prendere con quelli che ha contribuito a votare. Mi pare che la cosa non faccia una grinza.
… semplicemente faccio un’analisi oggettiva.
Tenetevi forte, può succedere di tutto.
Ma dai Pasini, io non alimento niente… semplicemente faccio un’analisi oggettiva. Sono il primo a dire che i rappresentanti dell’altro polo a loro volta sono degli incapaci. Ve lo immaginate un governo Salvini in questa situazione? Avrebbe fatto esattamente le stesse cose, forse peggio.
—
L’Italia è il paese più bello del mondo, per il sole, il mare, si mangia bene, si beve meglio ancora, ci sono delle donne bellissime, c’è cultura, musei, teatri, ecc. Ma… è il resto è a catafascio. I vostri piagnistei (sul poter o meno fare gite) mi fanno ridere perché l’attuale situazione (il cigno nero) è troppo grande per essere gestita adeguatamente dagli italiani. Inutile confrontarci con i tedeschi, che mi pare abbiano già riaperto gran parte della vita economico-sociale. Loro hanno un senso civico che a noi non appartiene e poi sono previdenti. Per esempio nel corso degli anni hanno investito risorse pubbliche per dotarsi – in tempi non sospetti – di un numero adeguato di posti letto in terapia intensiva. Invece gli elettori italiani hanno preferito investire in altre misure: cito, solo perché le più recenti, il reddito di cittadinanza e quota 100. Quanti letti in più avremmo potuto avere senza ‘ste due belinate? epperò vaglielo a dire agli elettori che devono stare senza il sussidio oppure che devono andare in pensione a 70 anni… Preferiamo queste cose? benissimo, però avremo meno letti (terapia intensiva) e questo, per evitare il tracollo ospedaliero (almeno in certe zone) tende inevitabili le misure adottate.
—
E’ però incontestabile che il governo in carina è di centro-sinistra e che gli “attacchi” alle libertà personali da quello provengono. E’ chiaro che ora tutti i nodi vengono al pettine. Ancora ieri il problema all’ordine del giorno era cosa si intenda per “congiunti” (quelli da poter visitare). Non abbiamo nel nostro DNA (di popolo) i neuroni per capire quali sono le priorità. E questo alla fine costringe a gestire la situazione come se fossimo un gregge da 60 milioni di beoti.
—
Cmq, a me personalmente la vita è cambiata quasi nulla, se non fosse per le già citate preoccupazioni di calo del fatturato. Per il resto vivo, anche in queste settimane di reclusione, come mediamente vivo da decenni per indole e scelta. Forse avrei qualche incontro di lavoro in più e qualche spostamento a piedi in città: in effetti mi mancano, ma (come ho già raccontato) sono stato educato “Prima il dovere e poi il piacere” e.. stringo i denti. La vita mi ha inseghnato a saper aspettare e aspetterò che anche questo cigno nero passi: so riorganizzarmi, anche nei risvolti spiccioli come la tipologia di gite da fare quando ci sarà il permesso di muoversi dalle città.
—
Per cui me ne posso lavare completamente le mani del problema: se volete andare ad arrampicare dopo il 4/5… ma fatelo pure, tanto, se vi fanno la multa, la fanno a voi e non a me ( e se decidete di fare ricorso, dovrete pensarci voi, mica io). Buona giornata a tutti!
Lorenzo, grande la App Neuroni: me la rigioco!
o ce l’hanno col governo (loro), in nome dei “diritti” individuali, oppure lo difendono mi sembra veramente da pauperes spiritu pensare alla politica come al tifo calcistico, noi e loro, Milan e Inter, buoni e cattivi [Nota: la figura retorica applicata è quella dell’eufemismo], ma soprattutto totalmente inefficace per comprendere la realtà e agire razionalmente.
Comunque credo che definire Conte di sinistra senza scoppiare a ridere sia impresa impossibile per una persona seria: dovremmo definire Obama bolscevico.
questo puo essere giusti per alcuni ma non per tutti.
Ma beato chi crede e non vede, non va bene a tutti.
Ci sono persone che si fanno domande. Prima di accettare tutto quello che gli viene imposto, cercano di capire e se non sono d’accordo criticano, espongono il loro dissenso, le loro alternative. Esiste una critica costruttiva.
Fase Successiva o del delatore elettronico, nonoché della disoccupazione – e disperazione – del proboviro.
https://www.ereticamente.net/2020/04/la-cina-si-posiziona-in-un-mondo-che-nemmeno-orwell-avrebbe-immaginato-alexandre-aget.html
Condivido e inoltro.
LA APP PER LA FASE 2«Con la Fase 2 sarà fondamentale utilizzare una preziosissima App. Non parlo di Immuni, ma di un’app ben più potente e sicura, Neuroni. Sviluppata da Madre Natura, Neuroni è un’app gratuita che non sfrutta la tecnologia Bluetooth, bensì la ben più collaudata tecnologia Sinapsi. Si tratta di una tecnologia per nulla invasiva della privacy e che rende l’app comunque utile anche quando il 60% della popolazione non ne fa uso.Le due app (una non esclude l’altra) funzionano in modi differenti. Facciamo un esempio.La app Immuni vi dice se il tizio che era con voi in ascensore vi ha infettato.La app Neuroni che per fare due piani potete prendere le scale, che ultimamente non è che avete fatto tutta questa attività fisica.La app Immuni vi dice se la signora con cui avete litigato al supermercato per l’ultima confezione di lievito vi ha infettato.La app Neuroni vi suggerisce invece di non litigare per una confezione di lievito e di non infilarvi nella corsia del supermercato dove sono presenti ben dodici provetti panificatori manco fosse il festival del pane di Altamura.Ma il grande vantaggio di Neuroni è che è già installata in ogni scatola cranica e non richiede quindi uno smartphone.Neuroni è di facile utilizzo anche se per tenerla operativa è necessario aggiornarla costantemente. Esistono vari modi per tenere la app Neuroni aggiornata, ma studi scientifici dimostrano che leggere è il metodo più efficace.Dal momento che però non tutti sono consapevoli della potenzialità di questa app, permettetemi di tirar fuori l’Aranzulla che c’è in me per darvi qualche suggerimento sul settaggio.Un primo test che potete fare per vedere lo stato di salute della vostra app è questo.Avete tifato per il poliziotto che inseguiva il runner solitario sulla spiaggia con l’appoggio di elicotteri, droni e satelliti e non vi hanno per nulla infastidito i ventuno milioni di euro sprecati per un ospedale inutile realizzato solo per marketing politico?Ecco, in questo caso avete dei problemi di settaggio. E può essere anche che le parole della D’Urso abbiano in qualche modo hackerato il vostro sistema operativo.Purtroppo non è possibile resettare il tutto, ma qualche rimedio proprio in vista della Fase 2 è possibile. Ora vi spiego come fare (Aranzulla scansati proprio). Accedete al menù principale. Cercate le funzioni “hater”, “delatore” “caccia-alle-streghe” e togliete la spunta. Mettete invece la spunta a “spirito critico”, “buon senso”, “prudenza”, “empatia” e “solidarietà” e salvate le nuove impostazioni premendo ok.Ecco, così facendo avrete a disposizione la più potente arma per affrontare la Fase 2.p.s. se nel frattempo ascoltando il consiglio di Trump vi siete iniettati o avete ingerito della candeggina, sappiate che la vostra app non è stata danneggiata. Semplicemente, per un errore di fabbrica, non vi è mai stata installata. Capita.
(da Rita Cantarini su Facebook)»
Caro Crovella, visto che tu fai il consulente e conosci il mondo delle aziende dovresti sapere come funziona la giostra. La pretesa di governare un’organizzazione con il micro-management (centinaia di pagine di provvedimenti di dettaglio) in sostituzione di una leadership ispiratrice e coinvolgente, porta a creare da un lato zelanti e passivi esecutori che non si assumono responsabilità personali e credono nel potere salvifico delle procedure e dall’altro ribelli riottosi e controdipendenti che cercano in ogni modo di sfuggire alle regole e si oppongono per partito preso ad ogni direttiva che venga dall’alto. È esattamente quello che oggi sta succedendo. I due poli assumono poi nei talkshow e nei social aspetti caricaturali da commedia, incarnati da alcuni personaggi emblematici, riversando nelle due polarità aggressività, paure, risentimento, paranoie. Nella discussione oggi in corso nel paese c’è un’area di “centro” dello schieramento, che si allarga sempre di più, che critica non tanto le restrizioni ma la modalità di gestione della crisi che si ispira a modelli antiquati e inesperti di governo, fondati su una non chiara visione strategica, una pignola elencazione di compiti, una scarsa responsabilizzazione ed educazione dei governati rispetto agli obiettivi e al senso delle azioni da compiere, un sistema di misure dell’efficacia delle politiche che fa acqua da tutte le parti, una comunicazione paternalistica e ondivaga, un continuo cedimento alle pressioni localistiche e corporative che fa percepire debolezza e scarsa determinazione. Questo schieramento è trasversale ai partiti ma non riesce a prevalere perché rimane schiacciato da quel gioco infernale di schieramento che mobilita passioni ed energie, un po’ come avviene anche qui. Anch’io come altri speravo in Colao ma vedo che è stato subito ingabbiato dalla forza del deep state romano che mi dicono essere micidiale. Non a caso la prima cosa che ha chiesto il suo gruppo è stato lo scudo penale e li capisco. Ti possono fottere da un momento all’altro e non sai neppure perché. Questo è il vero dramma. Il Covid 19 non ha cambiato il paese. Il problema c’era prima ed è stato amplificato dal cigno nero. Una piccola cosa che si può fare, e qui il mio appello è anche a te, è intanto quella di non alimentare l’inutile e dispersivo gioco dei due cantoni.
Manipolo sa di fascio.
Quindi non mi appartiene
Crovella vi ha pesato; non posso che dargli ragione, siete un manipolo di frustrati. 🤣🤣🤣🤣🤣
Leggo con gran divertimento al commento 162:
Tralasciando le pittoresche assunzioni su chi abbia votato chi e il piagnisteo da vittima incompresa del blog, faccio notare che astenersi dal criticare chi governa è prerogativa dei sudditi.
O dei leccapiedi.
Crovella ma che cazzo ne sai te, cosa ho votsto e se ho votato .
Cosa ne sai? NULLA.
Te l’ho gia detto una volta . Si può andare al seggio e dire non voto perché non mi sento rappresentato e farlo mettere a verbale.
Te invece ti senti rappresentato? Bravo!
Ma falla finita di mettere in bocca agli altri quello che non pensano o dicono.
Scendi dal trono sabaudo che gli hanno tagliato i gambi e rischi di farti male.
La Storia però ci insegna che a volte il popolo si stanca del salto dei pasti e del salto dalla finestra, e cambia sport: non piú il salto ma l’assalto.
In Italia è ancora presto, ma ci stanno preparando.
E a chi non bastasse lo sport per l’estate ci sarà quello per l’autunno: il salto dalla finestra.
166@ Volete uno sport per l’estate? Il salto dei pasti.
🤣🤣🤣🤣🤣
@163 Tranquillo, nessuno dirà nulla perché è la fotografia inappuntabile della realtà. E se dicono qualcosa, confermano la fondatezza dell’analisi: o ce l’hanno col governo (loro), in nome dei “diritti” individuali, oppure lo difendono, ma allora devono assumere posizioni anti-movimenti individuali (e quindi dire pubblicamente che è giusto stare a casa). Trattasi di cul de sac. Resta il problema dei rifugisti (che poi è il vero tema di questo articolo) e sinceramente non so come se la caveranno. Pero’ non saranno gli unici: tireremo la cinghia tutti. E alla grandissima. Volete uno sport per l’estate? Il salto dei pasti. Ciao!
La notizia per me più scioccante di oggi è aver letto il nome del nuovo “capo” di Montepaschi.
Bel colpo della sinistra di potere !
Informo che fra l’essere intubato, anche se per fortuna per poco tempo, e l’essere operato per tumori diversi in un breve periodo, è molto peggio essere intubato.
C’è molta più incertezza sul proprio futuro.
Io non auguro né l’una né l’altra esperienza, invito solo a non sottovalutare la possibilità di viverle entrambe senza morire.
Poi si ragiona diversamente e la libertà assume un altro significato, diventa espressione di autonomia di pensiero e di azione per motivi necessari e sufficienti e quasi tutto ciò che si è abituati a vedere e a fare scompare come fosse un nulla.
Carlo, ti rendi conto di ciò che hai scritto (162)? No, non te ne rendi conto. Allora te lo dico io: hai scritto ciò che non può essere scritto, l’Innominabile.
Adesso te la vedrai tu con i diretti interessati. 😂😂😂
Ma ribellatevi pure (al governo), meglio sapervi in giro che a scaricare sul web le frustrazioni. Faccio solo notare (non per la prima volta) che il pericoloso attentatore ai diritti costituzionali (nonché lo strangolatore delle vostre incomprimibili aspirazioni) è un governo di sinistra. Tale governo e’ sostenuto da una maggioranza di sinistra, i cui parlamentari sono stati eletti, presumo, da molti di voi… voi che qui state protestando contro il “vostro” governo! Poi ve la prendete con me, come se lo avessi eletti io, il governo in carica… Allora mettetevi d’accordo con voi stessi: avete scoperto che preferite i politici che privilegiano i diritti individuali di movimento? Beh, la prossima volta votate per lo schieramento opposto… Buonaserata a tutti!
@Benassi
Lo comprendo dal punto di vista umano. Sul modo non mi esprimo (irrilevante, per me).
@Matteo
Cosa intendi per “mortalità totale” ?
I citati dati ISTAT comprendono tutti i decessi, quindi il discorso “con” o “per” COVID-19 è escluso da quel dato.
Per quanto riguarda la Germania, mi piacerebbe molto avere un dato analogo proprio per lasciare fuori (possibili) differenze di classificazione e capire megliocosa è successo da loro.
mi associo a Matteo.
per lavorare mi posso anche contagiare e schiantare. Per arrampicare no?
Il governo limita la libertà per prevenire il contagio, ma vende le sigarette anche se ammette che fanno venire il cancro.
Eppure il cancro non è una semplice influenza.
Come mai??
hai ragione PASINI. Ritiro l’augurio.
Diciamo allora che ne formulo un altro di augurio: chiedere giustizia.
Mi dispiace Benassi ma non si augura a nessuno di finire intubato. Se uno lo fa, vuol dire che ha perso il controllo della sua aggressività. E questo significa che c’è un problema, a maggior ragione se fai una professione di aiuto. E con il dovuto rispetto qualcuno ti deve dire di fare qualcosa, invece di mandarti al diavolo e di toccarsi, se ha un po’ di sensibilità umana.
@Crovella: se il governo mi da la licenza di varcare il confine comunale o regionale per andare a rischiare il contagio sul lavoro, io me la prenderò per andare ad arrampicare, disposto ad arrivare in giudizio.
@Giuseppe Balsamo: “Non capisco invece perchè fare il confronto con la mortalità dell’anno passato” perché la mortalità totale è l’unico numero vero da cui si possa partire per un’analisi seria e non strumentale, stante che per gli infetti dovresti fare il tampone a tutta la popolazione e che i morti per/con/su/di/a/da/in/tra/fra Coronavirus sono contabilizzabili a capocchia e quindi non si prestano a un’analisi seria (vedi i morti in Germania)
Giuseppe-Matteo-Roberto Pasini,
si continuano a ripetere gli stessi concetti senza venirne a capo: purtroppo i due mesi di bombardamento mediatico hanno sortito gli effetti auspicati e i più non fanno che ripetere che è una guerra giusta e bisogna sacrificarsi.
Sarà perché non sono cattolica, sarà perché diversi amici infermieri mi ripartano da mesi incongruenze, sarà perché non ho la tele e non mi interessa il tipo di “informazione” trasmessa, ma la necessità di veder spegnere la mia vita non la vedo proprio, neppur se mi impegno.
Alleluja! O ho ricevuto (a 20 giorni dalla mia richiesta) dei buoni spesa!
A parer mio la fase 2 potrà favorire l’aumento dei contagi. Parenti e fidanzati che si incontrano nelle loro rispettive abitazioni spalancano le porte al virus dove prima non era entrato. Non si possono fare i conti senza l’oste.
Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane in ambito sanitario.
io invece non lo comprendo. Nessuno qui vuole sminuire il suo sacrificio, soprattutto di coloro che ci hanno rimesso la vita.
Massetini ha tutti i diritti di sfogarsi ma senza augurare ad altri che non hanno responsabilità di quanto accaduto, di finire intubati.
Che lo auguri a coloro che invece di reagire prontamente, hanno sottovalutato il problema dichiarando che non c’erano problemi.
Che lo auguri a coloro che hanno demolito il sistema sanitario italiano.
Comprendo lo sfogo di Massentini.
Non capisco invece perchè fare il confronto con la mortalità dell’anno passato, cercando di porre chi ancora non ha compreso la portata di questa emergenza sanitaria (ed economica) di fronte a una evidenza, sarebbe una “menata”.
Se Massentini lo vorrà spiegare lo leggerò volentieri.
BREAKING NEWS: pare che il governo stia aprendo all’ipotesi di estendere la definizione di “congiunti” anche a fidanzati/e nonche’ “affetti stabili”!
ALE’!!!
@ Crovella al 150: Tu sì che andavi censurato! Siam mica qua a lucidar gli scarponi al millepiedi!
Nuove disposizioni:
https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_27/coronavirus-spostamenti-fase-2-vietato-andare-seconde-case-fidanzati-possono-incontrarsi-db482c2a-886b-11ea-96e3-c7b28bb4a705.shtml
Sintesi sui temi che interessano:
– Si’ passeggiate nei boschi SE ABITATE IN montagna (altrimenti nisba).
– Sì sport all’aperto purché soli o al massimo in due con distanza DUE metri (arrampicare? Non credo si riesca, almeno in cordata).
– Sì visitare i “congiunti”, che sono solo i familiari giuridicamente tali e non gli amici/fidanzati (tradotto: puoi pupparti la domenica con la suocera, ma non con l’amante. A Torino diciamo: “ciule’? gnanca a parlene!”).
Conoscenti mi dicono che, gia’ da settimane, il sito Pornhub ha reso gratuito l’accesso al servizio Premium… potenza della tecnologia. Forse se i rifugisti mettono un maga schermo nella loro sala… magari l’estate non sarà così preoccupante…
Ultimo intervento. Giacomo, non penso di aver mancato di rispetto a nessuno e mi dispiace molto che tu ti sia fatto di me l’idea di una persona inopportuna, arrogante e superficiale. Certo alcuni interventi sono problematici ma non vengono da operatori della sanità, che in condizioni normali sono addestrati dentro e fuori dal lavoro a reggere lo stress e a gestire l’aggressività e la frustrazione spesso provocate dal contatto con la sofferenza e la morte. In ogni caso, ognuno risponde alla sua coscienza, con umiltà e sincerità.
L’Aruspice Sabaudo dice: al netto dello stile (ma c’è chi è “fine” per natura/educazione e chi invece non ha avuto, per esempio, la fortuna di studiare e di affinarsi nei modi), al netto dello stile, dicevo, io comprendo ‘sto Antonio e la sua valutazione di molti discorsi che fate voi. Anche io, seppur leggendovi alla veloce, avverto spesso un senso di fastidio. Mi date l’immagine di esser mollemente adagiati sui divani dei vostri attici pariolini (immagine figurata, ovviamente) a discettar di compressione dei diritti costituzionali o di quanto vi manca arrampicare o cose del genere, quando nel Paese ci sono situazioni oggettive veramente problematiche, o per cause sanitarie o per ragioni economiche. Non voglio ripetermi, ma nei prossimi mesi si abbatterà su tutti noi la morsa inesorabile della più grave recessione dei tempi moderni: ci penserà la ristrettezza economica a determinare l’ampiezza degli spostamenti e quindi anche della possibilità o meno di far gite e di che tipo (rifugi, tenda, uscite in giornata a breve distanza…). Segnalo, per stemperare il clima, che siamo di fronte ad una paradossale rivoluzione copernicana dello scenario politico-costituzionale: la compressione dei diritti è oggi attuata da un governo di (centro-)sinistra e da alcuni governatori del Pd (il severissimo Di Luca campano), mentre strillano come oche a favore della libertà di “riapertura” sia i leghisti nazionali (Salvini ecc) sia i governatori nordisti (di destra). Come la mettete? A leggervi, date l’impressione di appartenere (la maggior parte di voi, almeno) al bacino catto-sinistrorso, epperò vi scagliate a sangue contro i decreti governativi (cioe’ emanati dalla vostra maggioranza parlamentare) e non vi accorgete che siete allineati con le posizioni “urlate” di Salvini-Meloni. Pena del contrappasso…eh eh…(me la godo un casino…)
Concludo il mio intervento 145 perché, leggendo meglio il finale di quello 143 di Matteo, forse è necessario. Non di tratta di liceità o non liceità, a me sembra evidente che i POSITIVI ASINTOMATICI, come tutti i pericolosi contagiosi, devono essere messi in condizione di non contagiare il prossimo. Si tratta anche di fare appello, questa volta in modo sensato, al senso civico. Tutto questo ovviamente finché la ripetizione degli esami non rivelerà che NON SI È PIÙ POSITIVI ASINTOMATICI.
@Pasini, siamo in una delle tante discussioni da Covid-confinati, visibilmente viziata dalla fatica psicologica e da sentimenti ( a dominanza cupa e pessimista ) piu’ che su opinioni motivate razionalmente. E tu, da uno scambio di battute violente ma certamente provocatorie, concludi che l’autore ha bisogno di aiuto. Come penso ti rendi conto, hai usato una formula tipica del linguaggio dei blog ( “trovatene uno buono” ), che si presta quindi piu’ ad essere letta come un insulto che come un aiuto. Oltretutto, al di la della buona fede, io trovo un po’ semplicistico e allo stesso tempo anche presuntuoso pensare di aiutare qualcuno su questioni private con proclami pubblici, dall’alto della propria professione…
Del resto, dopo aver letto molti contributi, se ognuno di noi applicasse la tua stessa solerzia interventista, ho paura che la lista delle persone da aiutare potrebbe essere ben nutrita.
Rispondo a chi mi ha preceduto e poi basta. Sono definiti asintomatici solo i POSITIVI che non hanno sintomi, non tutti coloro che non hanno sintomi. Ad esempio è risultato, facendo i tamponi e gli esami seriologici a tutti (ome vorrei io!) che il 49 % dei POSITIVI di Ortisei è asintomatico, non il 49% della POPOLAZIONE di Ortisei. Quindi, ripeto ancora una volta: chi non ha sintomi non è necessariamente un asintomatico nel senso suddetto, che è quello che ci interessa, infatti nella maggior parte dei casi per fortuna non lo è affatto. È sano e non trasmette nessun virus. Solo una parte dei POSITIVI sono POSITIVI ASINTOMATICI. Per questo è importante far di tutto per sapere chi sono. Solo così si potrà lasciar vivere normalmente tutti i NON POSITIVI, ovviamente tutti asintomatici, ossia la maggioranza della popolazione. Lapalissiano, direi…
Almeno per un mesetto ancora gli addetti ai lavori – rilassandosi a casa – saranno protetti dal fenomeno che si chiama burnout.
E comunque Giorgio, Grazia non faceva che rispondere a te che dici “è ovvio che gli asintomatici dovranno rimanere isolati finché lo saranno.” con una verità lapalissiana: chi non ha sintomi, è asintomatico. Per definizione a prescindere dal perché lo è.
Peraltro, se fosse vero che la percentuale di chi ha contratto il virus ma non ha i sintomi è del 45%, allora non avrebbe alcun senso isolare quelli che lo hanno contratto, ma semmai chi non lo ha contratto. E, credo, sarebbe lecito solo su base volontaria.
Fase 2: Per apertura delle strutture ricettive se ne riparla giugno. Dato di fatto.
Giacomo, se uno augura agli altri di venire intubati a causa delle loro opinioni siamo fuori dagli “standard” di una normale dialettica. Vuol dire che sta emergendo qualcosa di forte. Si può reagire sullo stesso piano, tacere o cercare di aiutare, senza entrare nel merito. Questo ho fatto io, dopo il secondo intervento che spiegava in modo evidente il retroterra personale (Si chiama outing). Non dopo il primo, in cui mi ero limitato ad un richiamo alle regole. Ognuno di noi ha una sua deontologia professionale e personale. Non so che lavoro fai o hai fatto tu. Io mi sono sempre attenuto alla riservatezza. L’ho violata poche volte solo quando ho avvertito un potenziale pericolo per la persona. A volte ho sbagliato, a volte sono stato utile, come accade a tutti. E in questo blog è la prima volta che sono intervenuto su un fatto personale. Mi fido della mia intuizione, anche se a volte mi ha ingannato.
Non visito il blog tutti i giorni, ho anche altre cose da fare, o meglio altre cose che tento di fare. Ero rimasto alla risposta di Chiara ai miei interventi, e cioè al n.82. Premesso che credo ci sia un malinteso, perché io sono sulla stessa linea di Chiara, Pasini, Cominetti ecc…, tanto per intenderci, vorrei invitarla a non dire stupidaggini che non fanno che nuocere al raggiungimento dei suoi più che condivisibili obiettivi. Mi riferisco alla sparata che sintetizzo in “siamo tutti asintomatici, quindi tamponi e esami sierologici generalizzati non servono a nulla”. Consiglio al riguardo la lettura o rilettura di quanto pubblicato sul caso “Ortisei” in Alto Adige e sul caso “Vo’” in Veneto, dai quali risultano percentuali di asintomatici portatori del virus del 45/47% e non del 100% come afferma lei, ignoro su quali basi. Generalizzare i tamponi, mettere a punto gli importantissimi test seriologici è quindi un modo razionale ed efficace per evitare il diffondersi della pandemia, per sviluppare l’effetto gregge, per evitare di chiudere tutti in casa o di trasformare i rifugi, gli alberghi, i ristoranti in luoghi che, mi spiace dirlo per gli amici albergatori e gestori, cercherò di evitare. L’alternativa è ovviamente sperare, come spero io, e come credo speri Chiara, che il virus se ne vada da solo per cause naturali, come tutti gli altri virus nefasti che lo hanno preceduto (illuminante al riguardo il Nobel Montagnier, che ora molti cercano di mettere a tacere). Si tratta però solo di una speranza perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, siamo in un mondo fatto di ghetti sovraffolati, dove i contagi sono molto facili, inevitabili. E il sovraffollamento non può che portare che a nefasti presagi. Quindi, nella situazione attuale, io non abbandonerei la strategia dei tamponi e altri esami generalizzati, anche perché non mi sembra affatto conflittuale con quanto Madre Natura probabilmente deciderà.
Il suggerimento di farsi aiutare, indipendentemente se sia condivisibile e sia espresso in buona fede, e’ oltremodo fuori dalle righe in un contesto pubblico. Non suona altro che un insulto radical-shic, in risposta ad un linguaggio incontestabilmente violento . Ma per uno psicologo del lavoro mi pare onestamente uno scivolone.
Invito a una maggiore educazione nei confronti di chi ha un’opinione differente, su qualsiasi argomento. Grazie.
Antonio, hai la mia solidarietà.
Massentini, sono uno psicologo del lavoro. Ho più di 70 anni. Ho lavorato per una decina di anni( tra i trenta e quarantacinque) con il personale sanitario (infermieri, medici, caposala). È un lavoro duro. Soprattutto in periodi di grande stress come questo. Le tue parole mi fanno pensare ad un fenomeno che si chiama burnout, ben noto e conosciuto. Il mio consiglio è quello di farti aiutare da qualcuno della tua struttura. È molto più utile che non riversare incazzatura e odio all’esterno. Ti auguro ogni bene.
Contenimento e aperture.
Oggi mi sono soffermato a ragionare sul pensiero di una possibilità dovuta anche dalla stupidità umana.
Sembra che non si formi una immunità a questo virus (non so a cosa servano i test sierologici per trovare gli anticorpi).
Se il contagio continuasse ad aumentare, diverrebbe sempre più probabile una mutazione del virus, magari in bene, o magari in male.
Se diventasse più aggressivo, la gente andrebbe subito nel panico e bisognerebbe rompere tante teste.
Tanti se, ma per l’ultimo siamo già ben attrezzati ?
Roberto, non te la prendere.
In realtà non credo che l’intervento sia da cartellino rosso, anzi: il mondo è pieno di gente così -purtroppo. Spaventati, incapaci di ragionare, lealisti e succubi all’estremo nella speranza di sopravvivere, ma rancorosi e lividi per esserlo.
Renderci conto della loro esistenza in realtà serve, rende chiara la differenza che io chiamo tra cittadini e sudditi; aiuta a scegliere.
Come vedere i cittadini tedeschi che protestano contro alcune decisioni sulla quarantena, mantenendo la distanza o paragonare la reazione della polizia tedesca a quella della polizia italiana.
massentini. mi avete fatto incazzare così tanto che sbaglio anche il nome. sono un os (operatore sanitario) di una rsa e da due mesi sono un trincea. mia moglie fa la cameriera in un bar, è a casa da due mesi ma senza stipendio. le vostre menate mi fanno incazzare perché state in un salotto a parlare di cose insulse come il diritto a muoversi oppure a confrontare i numeri dei morti di quest’anno con quelli dell’anno scorso e tante altre menate del genere. mi trovate imbecille? altrettanto penso dei vostri commenti. anzi con dispiacere non verrò più su questo sito dove per anni ho trovato articoli e commenti di qualità
Questo intervento di Massetini, fossi Alessandro non lo cancellerei.
Non lo cancellerei perchè lo lascerei lì a testimonianza che l’imbecillità umana arriva molto in alto.
Massettini, non so chi sei, cosa fai, quanti anni hai, che esperienza di vita hai avuto. Leggo solo le tue parole e provo un grande disagio. Esprimono rabbia, aggressività e sofferenza. Come ho detto altrove se immetti negatività nel mondo, ti ritorna indietro. A mio parere non è mai la soluzione dei propri problemi. Rispetto la libertà ma questo intervento è da cartellino rosso. Se il blog diventa uno spazio per lo sfogo di alter ego di Napalm51 personalmente non sono più interessato. Buona settimana.
tutta invidia la tua.
dico le coso come stanno. sai cosa se ne fanno dei vostri sogni i 100 medici morti e chissa’ quanti infermieri. c’è da augurarsi che per il virus vi facciate 2-3 settimane di terapia intensiva in ospedale, intubati e senza nessuno intorno. ci risentiamo quando uscite dall’ospedale, svuotati e depressi. se proprio non sapete stare fermi, andate a lavare il sedere degli anziani soli e intubati nella residenze rsa. se per caso starete male, vorrete l’assistenza sanitaria perfetta, però volete anche la libertà individuale senza limiti. non si possono avere enteambe: scegliete e agite in modo coerente. i sogni sono solo aria fritta, se vivete ancora di sogni alla vostra età siete rimasti dei bimbetti dell’asilo
Ma sì, stiamo a casa, buoni, in silenzio, senza abbracci, senza baci, senza lavoro, senza relazioni. E mettiamo anche a tacere i desideri, quelli che ci vorrebbero altrove. E lasciamo che tutti i nostri sensi si assopiscano, come se fossimo in letargo. E lasciamo che siano altri a scegliere per noi, a dire cosa dobbiamo dire, a ordinare ciò che non dobbiamo fare, come quando eravamo piccoli. Lasciamo che qualcun altro tessa il nostro futuro, come se fossimo marionette in attesa dello spettacolo. Lasciamo che siano infranti tutti gli ideali in cui credevamo. Spegniamoci, e facciamolo senza rumore, che potremmo disturbare chi sta lavorando per il nostro bene, per la nostra salute, per il benessere del paese.
il DAP accusa i magistrati. I magistrati accusano il DAP.
Zagaria e altri mafiosi agli arresti domiciliari.
e Conte: GUAI a voi cittadini se vi assembrate, se non rispettate le regole.
I cittadini riunchiusi!
ma intanto i BOSS mafiosi escono.
Se il Massentini parla di sport, significa che non ha letto né l’articolo e tantomeno lo scambio fitto.
Ma ognuno ha diritto di dire la sua, un po’ meno di farlo in modo brutale, ma siamo a casa Gogna e decide lui chi lasciare entrare.
Il Massentini, pur esprimendosi in modo aggressivo, nel suo commento 122 vuol dirci che il problema del tornare in montagna é secondario. Infatti oltre al problema economico delle attività lavorative vi é il problema della mancanza della libertà, non siamo più in un paese libero se per uscire di casa occorre giustificarsi.
122. 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Che si diceva, Roberto Pasini e Peppe Balsamo dei nostri sogni?
Notte buona.
molti di voi fanno dei discorsi talmente bislacchi, vedi scemenze scritte nei commenti di questo articolo ma anche dei giorni scorsi, che l’unica cosa che suscitate e’ voglia di prendevi a pedate. Ci sara’ molto da lavorare a testa bassa nei prossimi mesi, per non finire tutti affamati, con le difficoltà come da articolo, che leggere i vostri lamenti per non fare sport mi fa sllo prudere le mani. tiratevi su le maniche e fatevi il mazzo come si deve e non vi passera’ neppure per la testa se non correte o se non arrampicate. se potete sta li’ a far lamenti sul mancato sport significa che siete viziati e capricciosi. non suscitate il mio rispetto ma solo voglua di prendetvi a pedate. vergognatevi
Ragazzi io vivo a Genova sotto monte Fasce. Stiamo vivendo una bomba atomica e questo e’ oggettivo. D’accordo a che le persone possano muoversi, a piedi. Applichiamo la distanza, seria e disciplinata da tutti, senza arroganza o scemenza. Cosi ce la facciamo se no no. Non ci vuole molto.
Antonio Massentini, presente!
La mia vita, oltre a dedicarla alla passione per la natura, è proprio caratterizzata da tutte le attività che hai elencato, da anni.
Attività che, ahimè, non posso svolgere ora (tranne portare la spesa a una vecchietta alle prime luci dell’alba, sentendomi una ladra).
Ti invito ad avere riguardi per il pubblico a cui ti rivolgi, poiché non puoi mai sapere chi ci sia dall’altra parte della cattedra.
Che la serenità e la limpidezza negli intenti ti accompagnino.
se schiumare per le energie represse, contattate il rifugisti drll’articolo e andate a lavorare quest’estate da lui come lavapiatti o per le pulizie, poi vediamo a fine stagione se siete ancora cosi’ baldanzosi e ribelli. alternative: lavorare nei campi a raccogliere pomodori oppure fare i volontari per dare pasti a chi ne avrà bisogno, saranno sempre di più
Ancora una volta gli italiani stanno dimostrando quello che i francesi definiscono “orgueil mal placé »: siamo tutti buoni a cantare alla finestra il nostro inno, a intonare (sempre alla finestra) canzoni per i partigiani morti per la libertà che non siamo degni di onorare, di batterci il petto in nome di eccellenze in ogni campo e per le bellezze del nostro paese, ma poi non siamo in grado di distinguere il falso dal vero, e non ci tiriamo indietro se dobbiamo accusare un nostro compagno di banco.
In tutta franchezza, ho sempre avuto difficoltà a esprimere il mio senso di apparenza al popolo italiano di oggi che, anche in questa occasione dimostra di non avere, tranne pochi casi, buon senso, spirito pratico e amor proprio.
Marcello, io sono sulla collina sopra Zoagli. Questa mattina ho fatto i miei giri di corsa consentiti intorno alla casa (un po’ abbondanti) dalle 5.30 alle 6.30 e non c’era nessuno. Nel pomeriggio vista molta gente in giro senza mascherina e con cani e bambini. Domani? Aumenteranno i contagi? Chi lo sa? I contagi porteranno di nuovo al panico? I governatori come Toti rinunceranno a salvare quel che resta del business estivo o cercheranno di gestire in ogni modo l’eventuale impatto con le risorse che hanno a disposizione adesso, mettendo in gioco la loro rielezione? Difficile fare previsioni senza le doti del nostro Aruspice Sabaudo. Vediamo e speriamo, senza eccedere con l’alcol🤪🤪
E sui numeri, mi trovo d’accordo persino con uno detestabile come Sgarbi. https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/264339384603165/?vh=e
Mi trovo a Genova per assistere mia madre che ha l’Alzheimer e dalla mezzanotte di oggi si potrà tornare a uscire per fare sport (jogging e bici per ora). Vedrete che ci sarà un intasamento dei luoghi dove è possibile fare ciò e che tutti verranno ricacciati in casa con una contro-delibera prima regionale e poi nazionale. Se dobbiamo confidare sul buon senso degli italiani (che non sono come i tedeschi, in tutti i sensi) credo che non andrà un cazzo bene. Spero di sbagliarmi e semmai ne riparliamo domani sera.
Il tedesco l’ex ministro delle Finanze ricorda che «se c’è un valore assoluto ancorato nella nostra Costituzione, questa è la dignità delle persone, che è intoccabile. Ma questo non esclude che dobbiamo morire».
Dovrebbe ricordare come tutti i suoi fans che il coronavirus non guarda in faccia nessuno. Non fa distinzioni di appartenenza o meno ad una classe sociale; non guarda chi si rifà a valori assoluti o relativi qualsivoglia; non gli riguarda la dignità delle persone; la loro libertà reale o presunta; non gli riguarda degli scenari prospettati dagli scienziati, filosofi, teorici, politici, analisti economici, bancari e colorio che pendono le labbra dalla Borsa; non gli interessa chi sei o chi non sei e cosa pensi o cosa dici o non dici.
Il coronavirus è natura e come natura è “volontà di potenza” di nietzschiana memoria e come natura non segue un ordine, ma segue il caos.
Sì, Matteo, era questo che intendevo.
———
Grazie ai sogni di Roberto: se non avesse esplicitato il primo, l’avrei fatto certamente io. Vorrei anch’io ardentemente che il secondo si avverasse, ma non sarà così.
——-
Giuseppe, in una democrazia ideale succede che lo Stato sia espressione del suo popolo.
Ora mi pare più che evidente che un esiguo gruppo decida per tutti, inebetendo i cittadini con numeri e morti e depredandoli della loro libertà, dignità e funzione sociale.
C’è qualcuno che o è leggermente egocentrico o deve avere la coda di paglia: pensa sempre che tutti si riferiscano sempre e solo a lui.
Per Balsamo: rispondevo a Pasini dicendo che /credo) Grazia si riferisse allo “strano” e inspiegato comportamento del virus di cui lui è beneficiario in Liguria. Il comportamento, intendo, per cui da qualche parte c’è un notevole aumento di mortalità, anche sotto i 60 anni, da qualche altra invece no. E non tra Burundi e Finlandia, ma tra Bergamo e Crema o Milano, Torino e Venezia e Roma (vado a memoria perché non ho voglia di andare a ricercare i grafici -peraltro incompleti).
Senza che apparentemente ci siano ragioni evidenti; però occorre trovarle per capire cosa è successo, come funziona il tutto e come rispondervi efficacemente.
Non hanno e non possono avere senso le stesse misure dappertutto, se non quello di evidenziare, ancora una volta, una gestione deprecabile della crisi. Che comprende anche tutte le cose che mi fanno incazzare (e che piacciono tanto ai “sudditi”): divieto di attività fisica all’aperto e di spostamento tra comuni, ma anche musei o librerie chiuse, come se il virus riconoscesse i confini comunali o fosse più virulento in una libreria che in un super!
“Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale”
che è, sei di parte? Nelle osterie c’è più verità che nei salotti bene? Vino veritas.
Pasini, noti il clima da osteria solo quando rispondo io ad altri avventori dell’osteria?
Pasini, sono d’accordo con la tua analisi e anche a me piacerebbe veder realizzati entrambi i tuoi sogni (soprattutto il secondo, che mi sembra decisamente quello più importante 🙂
Vorrei però fare una considerazione aggiuntiva (e, ovviamente, personale) su quanto hai espresso, in particolare al commento 103.
Mi è piaciuta molto la frase di Schauble (dovrò rivedere alcune mie opinioni su di lui).
Ma vorrei che si prendesse consapevolezza che lo Stato non è un’entità astratta, generalmente in contrapposizione con i nostri interessi, da additare come colpevole quando le cose vanno male (ovvero, sempre).
Lo Stato siamo noi.
I comportamenti responsabili, nei confronti di noi stessi, degli altri, dell’ambiente, sono innanzitutto un nostro dovere. Direi IL nostro dovere.
Ed è sulla base di questo dovere che si fonda sia la nostra dignità sia il diritto al rispetto di questa da parte dello Stato (tutti noi).
Per la cronaca: Schauble (che non è un mio idolo) è in carrozzella paralizzato perché gli spararono le Brigate Rosse tedesche quando era presidente della Confindustria tedesca.
I have a dream… anzi due. Il primo che i nostri dibattiti evitassero se possibile il clima da osteria. Il secondo è più complesso. Io non ho avuto e non avrei problemi ad accettare limitazioni alla mia libertà personale. Vorrei solo che all’inizio della fase 2 il nostro Presidente del Consiglio andasse in televisione e con brutale franchezza, senza melliflui paternalismi, dicesse le cose come stanno: che dobbiamo aprire perché altrimenti siamo fottuti, che questo comporterà altri morti, che lo stato farà il possibile ma non è in grado di fornire test e dpi a tutti e quindi bisogna provvedere da soli, che non ci saranno pasti gratis per sempre a debito e quindi bisogna rimboccarsi le maniche e scordarsi alcune mollezze del modo di vivere italiano degli ultimi anni, che i debiti andranno restituiti, che gli anziani sono a rischio e dovranno autotutelarsi, che ci sono alcune chiare regole di base da rispettare per tutelare la nostra salute e quella degli altri e poi che ognuno è arbitro della sua fortuna. Ecco, vorrei essere trattato come un adulto responsabile non come un bambino fragile, viziato, egoista e narcis0, che va protetto per il suo bene, a cui si prescrive (per finta) anche quando deve fare la pipì e casomai viene punito con qualche leggero scappellotto (se non ha i parenti giusti che lo proteggono). Vorrei passare da una sceneggiata sovraeccitata e isterica con promesse di salvezza e gioia per tutti ad una pacata commedia borghese che accetta con dignità e compostezza anche sacrifici, pericoli e dolori. Temo che dovrò aspettare la prossima vita.Buona attesa della fase due.
A proposito di Germania, più o meno dal minuto 8 (se non avete desiderio d’ascoltare i commenti) potete vedere riprese di questi giorni che mostrano un popolo decisamente non asservito come il nostro:
https://m.youtube.com/watch?fbclid=IwAR2rqhF6U0yFW5UHbFvbuTAdjcGWk3w6pxtfbIQWdQAsF8nuR7raK5PmwS4&v=FnN0Giy7u8U&feature=youtu.be
Matteo ha detto: che finché se si ha il senso critico di un Lusa, prono a “bu’o punzone” a qualunque imbecillità.
Matteo (detentore del sapere veritiero) dovrebbe farsi un’autocritica sul suo senso critico a qualunque intelligenza. Io porto le mutande di ferro.
A chi vorrà essere prono “bu’o punzone” a questa intelligenza bancaria «assolutamente sbagliato subordinare tutto alla salvaguardia della vita umana» libero di indossare il tanga.
Costituzione della Repubblica Federale Tedesca
ARTICOLO 1 [Protezione della dignità umana]
(1) La dignità dell’uomo è intangibile. È dovere di ogni potere statale rispettarla e proteggerla.
La “ dignità” (anche nella morte) viene prima di tutti gli altri diritti e i tedeschi ne sanno qualcosa. A Berlino nella stessa piazza ci sono il Reichstag e il Museo dell’Olocausto.
Personalmente vorrei che anche nel mio Paese lo stato rispettasse la mia dignità prima ancora della mia libertà e mi trattasse come una persona adulta e responsabile, non un bambino da tutelare e proteggere, magari non dicendogli la verità.
Graaaaazieeeeeee, Robeeeeertooooo!
Chiunque abbia espresso questi pensieri merita la mia stima.
Dignita’ e Vita (vale non solo per il Covid 19).
dal Corriere della Sera di oggi“L’avvertimento più clamoroso e significativo viene dal presidente del Bundestag, Wolfgang Schäuble, secondo il quale è «assolutamente sbagliato subordinare tutto alla salvaguardia della vita umana». In una intervista al quotidiano Der Tagesspiegel, l’ex ministro delle Finanze ricorda che «se c’è un valore assoluto ancorato nella nostra Costituzione, questa è la dignità delle persone, che è intoccabile. Ma questo non esclude che dobbiamo morire».
@Matteo
Grazie per la precisazione. Non ho avuto tempo (e voglia) di dedicarmi ai dataset, ma sapevo da altra discussione che l’avevi fatto tu e il tuo risultato mi sembra più in linea con quanto già si sapeva (effettivamente quelli dell’ISTAT avrebbero potuto mettere una suddivisione più fine – vabbè…).
Però, perdonami ma non ho capito quale problema volesse sottolineare Grazia (tuo commento #97, riferito, immagino, al #95).
Prima ho scritto che sarebbe bene citare anche le fonti, non citare solo le fonti 🙂
Per Balsamo. Ho controllato Milano. Effettivamente l’impennata è marzo, ma molto più forte per gli over 74. Presto per un bilancio ma in alcuni luoghi sembra davvero una sorta di eutanasia.
Per Giuseppe Balsamo “L’altra considerazione, che mi ha lasciato piuttosto stupito, è che le percentuali della fascia d’età 15-64 (che personalmente non considero affatto “vecchi”) generalmente non si discostano più di tanto da quelle che comprendono tutte le fasce d’età.”
Dall’analisi dei dati parziali che avevo fatto io qualche giorno fa, questo effetto si evidenzia solo dove è più alto l’incremento percentuale della mortalità (dove ci sono più morti). Comunque, anche dove la mortalità è maggiore, i valori di mortalità sotto i 60 anni tendono a essere uguali alla media degli anni precedenti [nota: la suddivisione 15-64 tende a essere un po’ troppo “rusca” e a nascondere più che a mostrare]
@Pasini “Ho controllato in Liguria…forse siamo stati fortunati?” questo credo sia proprio il problema che in qualche modo voleva sottolineare Grazia.
Certe che finché se si ha il senso critico di un Lusa, prono a “bu’o punzone” a qualunque imbecillità, oppure il discernimento e l’apertura mentale nell’informarsi come qualcuno tipo Enri: “La tv ci ha fatto vedere”…
Intanto ieri un elicottero ha continuato a volteggiare dalle mie parti: una ventina di poliziotti sono saltati addosso a 10 ragazzi che, in bicicletta, distanziati con guanti e mascherina, andavano a omaggiare le lapidi dei partigiani.
http://www.milanotoday.it/video/polizia-via-democrito-25-aprile.html
Ovviamente erano pericolosi comunisti dei centri sociali e se la sono andata a cercare e “non possiamo mica permetterci che questa ggente mettono in pericolo la salute di tutti, signora mia!”
Continuo a essere molto, ma molto più preoccupato per il dispiegarsi di questa mentalità perniciosa, deresponsabilizzante, inquinata che per il Covid.
Perché la gestione della società demandata ai questurini porta inevitabilmente, prima o poi, ad aver bisogno di un 25 aprile: non c’è nessun vaccino, solo prevenzione.
Pasini,
per valutare l’impatto sulla mortalità ho scelto volutamente i comuni dove gli effetti dell’infezione si sono manifestati prima e quindi, presumibilmente, dove il virus ha potuto circolare per più tempo indisturbato prima che venissero prese le misure di contenimento.
Fa eventualmente eccezione Pesaro, che è stato ugualmente un focolaio importante (e dove ho qualche conoscenza personale).
Non è mia intenzione fare ricerche sulle cause del perchè o del percome (inquinamento, 5G, malasanità, decisioni errate, sfortuna o altro). La mia considerazione è che, al netto di tutto, dove il virus ha circolato l’effetto è stato questo.
L’altra considerazione, che mi ha lasciato piuttosto stupito, è che le percentuali della fascia d’età 15-64 (che personalmente non considero affatto “vecchi”) generalmente non si discostano più di tanto da quelle che comprendono tutte le fasce d’età.
P.S. Milano sta a +65% per marzo e a +49% per aprile+marzo. E’ evidente il cambio di pendenza della curva a partire da fine marzo.
Please:
https://www.sanitainformazione.it/salute/covid-19-il-primario-di-cardiologia-del-sacco-non-si-muore-di-polmonite-ma-di-trombosi/?fbclid=IwAR0zb9cwwVigx5DhbnBwydSY5wuukx9VPOyIk7bahU_UTMpNHzlEwB7s3KY
È sempre possibile svolgere l’attività motoria in prossimità della propria abitazione principale quindi è falso quanti affermano che sono segregati e murati vivi in casa!
Risposta commento 91, : In Piemonte hanno stabilito la distanza di max 200 m. A meno di non percorrere, avanti ed indietro, il marciapiede sotto casa, rischiando di essere portati via per un T. S. O per presunta follia, siamo di fatto bloccati in casa.
Per il resto il rifugiata, nell’articolo, giustamente, cerca di ipotizzare il prosieguo della sua attività lavorativa futura. Il rifugio è anche un presidio del territorio ed è giusto che possa rimanere, magari anche con il compito di mantenere alcuni sentieri dietro corresponsione di indennità.
Altra domanda per Balsamo. Ho guardato anche Milano. Mi risultano per tutte le classi di età 4028 decessi gennaio – aprile nel 2019 e 4292 nel 2020. Sbaglio qualcosa? Ho applicato i filtri due volte perché non mi ritrovavo ma da’ sempre lo stesso risultato.
Balsamo, grazie per l’interessante segnalazione del file ISTAT. Certamente i dati da te citati sono davvero impressionanti e dimostrano l’entità del pericolo. Però non è dovunque così: io attualmente mi trovo in Liguria da febbraio e ho controllato a caso tre comuni Genova e due del Levante vicino a me:Rapallo e Sestri. Gli incrementi sono molto bassi: forse siamo stati fortunati?
È sempre possibile svolgere l’attività motoria in prossimità della propria abitazione principale quindi è falso quanti affermano che sono segregati e murati vivi in casa!
Bar chiusi? Ti fai il caffè in casa con la moka. Parrucchieri chiusi? Ti fai da solo la zucca pelata. Estetiste chiuse? Le unghie te le fai da solo. Ristoranti e pizzerie chiusi? Segui i menù di Benedetta Parodi e gozzovigli a casa. Chiese chiuse? Segui il rosario di Lourdes su TV2000. Teatri e cinema chiusi? Vedi la tv.
“Più città per pochi” come direbbe il buon Crovella.
Tre gite in croce? Ammazza… ho iniziato a fare, portato dai miei, a cavallo del 1965… fai tu il conto. Lavoro molto, ma contemporaneamente leggo molto e scrivo molto, anzi moltissimo. Spesso le tre cose coincidono. Scrivo pipponi, articoli, relazioni, pareri, saggi, romanzi… Cmq seguite i suggerimenti di Gallese. Io già faccio cosi: ho preso le misure ad alcuni di voi, so che che tali pipponi non mi piacciono e non leggo neppure una riga. Tornado al tema centrale, direi che si può sintetizzare così: preso atto di quelle che saranno le regole davvero in vigore nei mesi estivi, ciascuno faccia come gli suggeriscono il suo senso civico e i suoi gusti personali. Io non penso che mutero’ la mia propensione a fare gite solitarie (o con mia moglie) in posti isolati, con o senza virus. Buonz domenica a tutti!
Nella pagina dell’ISTAT con i dati (parziali) dei decessi nei primi mesi 2020, è comparsa la possibilità di visualizzare i grafici per i comuni presenti:
https://www.istat.it/it/archivio/241428
Questi dati comprendono i decessi per qualunque causa, quindi sono al di fuori della (a mio parere inutile) polemica dei decessi “con” e “per” COVID-19 e sulle linee guida sulla compilazione dei certificati.
Ovviamente le altre cause non si sono fatte da parte a causa del COVID-19. Proprio per questo motivo, per valutare l’incidenza del nuovo evento, mi sembra significativo considerare l’incremento percentuale rispetto allo scorso anno.
E’ possibile che la pressione sul sistema sanitario imposta dal COVID-19 abbia contribuito ad aumentare l’incidenza anche per le cause “altre”. Difficile (almeno per me) quantificarlo con esattezza in modo da scorporarlo dagli incrementi osservabili. Tuttavia, personalmente considero questo effetto di secondo ordine.
Qualche esempio relativo al solo mese di marzo, per tutte le età e filtrando per la fascia 15-64 anni:
Bergamo: +390% (tutti) +155% (15-64)
Brescia: +203% (tutti) +217% (15-64)
Lodi: +298% (tutti) +263% (15-64)
Piacenza: +316% (tutti) +417% (15-64)
Parma: +165% (tutti) +127% (15-64)
Pesaro: +241% (tutti) +63% (15-64)
Una precisazione sul significato delle percentuali: +100% significa raddoppio dei decessi totali rispetto allo scorso anno.
Ciascuno si faccia la sua idea sul livello di pericolosità della COVID-19.
P.S. Piccola nota sulle fonti.
E’ corretto consultare e incrociare più fonti per verificarne l’attendibilità. Ancora più corretto (a mio parere) sarebbe citarle quando si fa una affermazione su unamateria che non si conosce, in modo che chi legge abbia la possibilità di verificare in proprio. Oppure specificare che si scrive per opinione personale.
Scusate la digressione.
Faccio un ultimo commento al numero 87 ma poi non proseguiro’ non essendo interessato a seguire pensieri che ritengo inutili. La tv ci ha fatto vedere anche i camion dell’esercito portar via le bare da bergamo a decine o no?
Io non sto dicendo che ci siamo dimenticati delle altre malattie ne’ valuto dal punto di vista medico. Dico un’altra cosa molto semplice. Lo sviluppo di questo virus, per la velocita’ di contagio, mette in crisi le nostre terapie intensive (che per mille ragioni sono poche ecc ecc tutto gia’ detto). Ora, se si muore anche perche’ non ci sono abbastanza posti per essere curati come si deve, e’ evidente che dobbiamo cercare di contagiarci il meno possibile. Giusto? E per far questo il rispetto di quelle 3/4 semplici regole che ormai conosciamo a memoria e’ importante. E per uscire dalla situazione attuale e per evitare che torni e’ necessario metterle in pratica. Stop. Mi sembra semplice. Il che vuol dire che la nostra liberta’ non sara’ diminuita ma solo un po’ diversa. Se invece vogliamo a tutti i costi dividerci come fanno sempre gli italiani fra fazioni, tifoserie e cercare sempre il complotto o lo scontro politico sterile fate pure, non mi interessa.
e tornando all’argomento di questa sezione, quindi, potremo andare in montagna anche senza rifugi.
Caro Enri,
una buona informazione presuppone l’attingere a più fonti.
Leggendoti, mi viene da pensare che che tu sia perso, per esempio, le relazioni dei medici che, alla luce di autopsie (nonostante il diktat imponga la cremazione) si sia evinto che la causa dei decessi non è polmonite interstiziale, ma piccoli trombi, e che ai primi sintomi i malati possono essere curati tranquillamente a casa con farmaci di uso corrente e poco costosi.
Perchè mai, sapendo tutto questo, dovremmo essere atterriti all’idea che i reparti di terapia intensiva potranno essere riempiti?
Lo sai, a proposito dello straripare dei reparti, che diverse strutture alberghiere avevano messo a disposizione i loro spazi e non sono neppure state prese in considerazione?
E comunque, magari anche solo con strategie diverse da quelle seguite, per esempio, isolando i malati invece di trasferirli presso le RSA, sapendo che i soggetti over 70 erano a rischio, avrebbe potuto rendere meno pesante il conteggio dei morti.
La madre di un mio conoscente si trova in casa di riposo. Qualche settimana fa accusava una febbriciattola ed è risultata positiva al covid19. Attualmente non ha alcun sintomo e il tampone è negativo. Mi spieghi, di grazia, perché non le è consentito di uscire dal reparto in cui l’hanno segregata e fare due passi al sole in giardino?
State certi che se avessi un parente in una casa di riposo, andrei a prenderlo al costo d’essere arrestata.
E a proposito delle decine di migliaia di morti, mi piacerebbe sapere quanti italiani sono scomparsi per infarto, ictus, tumore, infezioni contratte in ospedale, leucemie…oppure in questi due ultimi mesi le altre malattie dilaganti fino all’altro ieri hanno deciso di dare una tregua arrendendosi al covid19?
Cosa debba succedere per vedere ciò che è accaduto, me lo domando sin dall’inizio, visto che i più si bevono in fiducia piena tutto ciò che viene trasmesso dalla televisione senza darsi la pena, non dico di pensare, ma anche solo di vedere.
Carlo Crovella avrà le sue idee, con le quali spesso non sono d’accordo, ma è un uomo d’esperienza e capace di porre spunti, anche accesi e controversi. Chi si infastidisce non lo legga, oppure controbatta con sostanza. Senza offesa.
Sono d’accordo con Enri. Se Crovella si cuce le “mutande di latta”, per essere più tranquilli dovremo indossare quelle di ferro. Se il distanziamento è di un metro per diminuire il rischio forse tre è meglio. Doppi guanti e doppie mascherine.
Per me il distanziamento è un imperativo e un modello da seguire per il prossimo futuro. Le chiacchere lasciano il tempo che trovano.
Io sono fondamentalmente daccordo con Grazia. E sinceramente non ne posso più di un Crovella che è sempre impegnato a lavorare ma continua a trovare il tempo scrivere pipponi chilometrici nei quali ricordarci le sue tre gite e il suo modo di andare di andare in montagna..che niente ha di originale in quanto da anni praticato da molti di noi…..insomma basta con questa autopropaganda basata sul niente!!
Grazia,
questo virus non e’ mortale per il valore assoluto dei morti. Lo e’ in parte per la %. Lo e’ soprattutto per la rapidita’ con cui mette in crisi le ns terapie intensive. Questa e’ matematica e statistica. Se invece vogliamo fare i complottisti o peggio i politici, prego accomodatevi ma fate solo chiacchiere.
ripeto, se decine di migliaia di morti le scambiamo per la propaganda di questo o quel governo ( qualsiasi colore abbia) vuol dire che viviamo sulla luna. E ci occupiamo dell’apertura o meno dei rifugi = viviamo sulla luna. Cosa deve succedere ancoraper vedere quello che e’ accaduto?
Giorgio,
con tutto il mio impegno non arrivo a capire come non sia chiaro che siamo tutti asintomatici – e per questo dovemmo stare a casa?
Ma la chiave non è che lo siamo solo per il covid19, ma per altri infiniti virus.
Allora, stiamo per sempre buoni a casa ad aspettare il santo vaccino che ci salverà da morte sicura? E quando si diffonderà un’altra influenza (come capita ogni santo anno da quando sono in questa vita), ce ne faremo un altro, e poi un altro ancora?
Lo scambio si sta facendo sempre più astratto, complice la vita tra quattro mura e i riverberi della televisione, che ormai hanno anestetizzato il popolo italiano….
Sono stata per tutto il mese di febbraio a Milano dove, per quasi tutto il tempo, sono stata impegnata con visite quotidiane a mio padre in ospedale.
Tornando in Sicilia, dopo il dovuto isolamento, ho incontrato tante persone. Avrei potuto generare una strage, eppure a Zafferana è mancato solo un signore di 85 anni, che era già malato e che purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere.
Mi pare ovvio, vista la realtà che mi circonda – onestamente lascio perdere i dati proposti come se fossero noccioline a un popolo affamato – che qualcosa non va in alcune aree precise e, mi viene spontaneo aggiungere, il fantomatico virus non c’entra nulla.
Però, con tutta probabilità, arrivare ad ammettere questo è troppo violento per la mente umana, troppo duro sarebbe accettare che c’è qualcosa che sta andando al di là di una semplice malattia.
E nel nostro non voler vedere, preferiamo rimanere chiusi a casa, convinti che, sì, hanno perfettamente ragione a dirci che dobbiamo limitare gli incontri, che non possiamo vedere i nostri cari, non possiamo andare a trovarli nelle case di riposo sapendo che potremmo non rivederli mai più, che dobbiamo per amor della salute pubblica rinunciare al nostro lavoro, alle nostre passioni, alla nostra dignità di liberi cittadini, alla nostra umanità.
Preferiamo annichilire tutti i nostri sensi e abbandonarci al torpore.
Benassi: è ovvio che gli asintomatici dovranno rimanere isolati finché lo saranno. Se hanno un minimo di senso civico avranno un buon motivo per applicarlo.
Grazia: non si tratta necessariamente di tamponi ma anche di esami sierologici. È vero che sono soggetti a margini di errore. Io dico solo che gli sforzi andrebbero indirizzati per cercare di migliorarli e applicarli non solo ai malati.. I contagi continuano malgrado la segregazione, è chiaro a tutti che non danno i risultati sperati. Bisogna quindi provare in altre direzioni, cercando di neutralizzare gli asintomatici. E finirla di tenere la gente a marcire nelle case, mangiando in modo spropositato anziché fare sport. Se il virus non se ne va da solo non c’è altra via.
Una volta “scoperti” (saranno mica visitors?) gli asintomatici, che facciamo li chiudiamo in un lager o li fuciliamo subito?
Cmq, tamponi o non tamponi, spiegatemi che senso avrebbe attendersi intorno ai rifugi (vedi commento 62). Se mi organizzo con la tenda, vado a cercarmi un posto isolato e fuori dal mondo, mica vado a infilarmi in un campeggio stile Giovani Marmotte attorno ai rifugi. Per cosa, poi? Per avere un pasto caldo da consumare nella “mia” tenda? Ma mi faccio una minestra Knorr sul Camping Gaz! Oppure per avere i servizi a disposizione? Ma… se devo essere sincero, io (che complessivamente non ho paura del virus) sono proprio restio a utilizzare servizi comuni in un momento storico come questo…. Bah. Finché non ci saranno regole chiare, nessuno può capire se gli “piacera’” o meno il modo in cui si andrà in montagna nel prossimo futuro.
https://m.youtube.com/watch?v=HvqOLx-3Afw&fbclid=IwAR2uY_D-RvZeqZw5D5hFrpPh4uf3Lz_hpdY5cHwDNs2umUzdsnpBstzqF68
Giorgio Daidola,
lo vogliamo capire, una volta per tutte, che il tampone non è affidabile e soprattutto per le malattie infettive, come ha ammesso anche chi lo ha inventato? Non basta sapere che viene spesso effettuato almeno due volte?
Vogliamo capire, una volta per tutte, che siamo asintomatici verso miliardi di virus e che fino all’altro ieri ce ne andavano a spasso per il mondo indisturbati senza timore di prenderci tumori e leucemie?
Vogliamo capire, una volta per tutte – e qui sta il punto focale – che il problema sembra sussistere solo in Italia, visto che gli altri paesi stanno tornando alla vita normale?
Di quali prove, di grazia, avete ancora bisogno?
Un paio di esempi:
https://m.youtube.com/watch?fbclid=IwAR2ZomKewJYhOjvEHRUXOKDYRlegGQk_ZU1J-ksz2DZyBg778Q6kQQTdka0&v=srPyZ1vIc7c
Panzeri, il 75 % dei contagi (dati ultimi del OMS) sono dovuti agli asintomatici. Piaccia o meno. Vogliamo capire una volta per tutte che la via da seguire è quella di cercare di scoprirli? Con analisi imperfette fin che si vuole ma che danno comunque risultati essenziali e che possono migliorare investendo in questa direzione? Analisi costose se fatte bene (vedi Svizzera) ma sempre molto, molto più economiche (ci vuole poco a capirlo, non servono dati) delle vie seguite di blocco di tutto con norme sempre più assurde e distruttive?
Daidola, ho notato che in Francia vengono fatti pochissimi test.
Ho cercato una risposta al perché siano pochi, ma senza risultato.
I test sierologici, ora molto sponsorizzati, servono a poco, ad avere conferme, però bisogna poi fare il tampone, che chissà se funziona bene.
I tamponi danno la presenza del contagio attivo, ma non garantiscono l’immunità, magari si ha il virus senza presentare sintomi e bisogna rifarlo più volte.
In Svizzera a un privato fare un tampone costa 200 franchi.
Mi sembra che parlare di certezze con i test servano solo per tranquillizzare la gente.
Ma dopo tutto questo dibattito, qualcuno l’ha capito o meno che il problema sono e saranno gli asintomatici e che investendo con assoluta priorità nei test per tutti i presunti sani che intendono frequentare le montagne si risolve quasi del tutto il problema alla base? O forse non lo si vuol risolvere per raggiungere scopi inconfessabili?
@69: concordo, anche perché è un isotopo del mio slogan. Io credo che se la montagna torna ad essere “scomoda” (no rifugi, no impianti, no strade…ma lunghi avvicinamenti, zainoni con tenda, isolamento…) ben pochi la troveranno attraente.
———
Circa la mie proprietà visionarie, vi inviterei a leggere molti mie testi scritti già verso metà anni ’90 (e poi a seguire), dove prevedo a grandi linee molte evoluzioni successive nel mondo degli alpinisti: la sudditanza psicologia agli aggeggi tecnologici, il sistema di monitoraggio telematico dei movimenti in montagna, le formule “promozionali” e consumistiche per acchiappar clienti in montagna… Tutte cose che, più o meno, si sono poi concretizzate nei decenni successivi… Quindi fa bene Pasini a “temere” i mie vaticinii…
Lo scrittore di fantascienza Isaac Azimov venne poco considerato (per non dire di peggio) quando pubblicò i primi racconti negli anni ’50 e ’60. Eppure le cose che aveva previsto in molti casi si sono avverate e in tempi anche moto rapidi. Per cui suggerisco a chi snobba con sufficienza le mie considerazioni (o, peggio, si incazza nel leggerle) di fare tesoro e di aspettare: basteranno pochi mesi per capire che aria tirerà sia nel Paese che in montagna. E poi lì si vedrà: se la mia è tutta aria fritta, la realtà dimostrerà che è aria fritta, altrimenti… Nel dubbio io mi dedico a costruirmi le mutande di latta… Male non fa: alla peggio le riporrò nel cassetto. Buon weekend a tutti!
Ognuno e’ libero di fare impresa, corretto. Ma si auspica in modo sensato ( e quante imprese con poco senso ci sono). Quando leggo che si potrebbero far dormire nelle camerate a posti alternati, pasti distanziati…. me ve lo immaginate? Quando arrivano in 10 o 20 al rifugio, il rispetto degli zaini fuori ecc?? Ma, conoscendo i luoghi e la gente, vi sembra possibile?? Siamo seri.
non so, potranno produrre la colazione la cena, la gente dorme in tenda e si serve stile farmacie con la serranda….
ma in ogni caso questo pone il problema piu’ profondo di come vogliamo andare in montagna. I rifugisti ci sono perche’ c’e’ gente che frequenta i rifugi. Personalmente preferisco alzarmi alle due di notte e fare tutto in giornata piuttosto che passare la sera e la notte in un rifugio albergo. Il Gnifetti, per fare un esempio, in cui l’ultima volta che sono andato ho provato fastidio disagio e tristezza per il contrasto fra l’ambiente interno e la bellezza fuori. Non ci voglio tornare mai piu’ in un posto simile d pazienza se quelle cime quindi io non potro’ piu’ permettermele perche’ non sono kilian, Il problema dobbiamo porcelo pero’. Non possiamo parlare di ambiente, di rispetto per gli altri, se non siamo in grado di identificare i nostri egoismi e le nostre scorciatoie. E lavorarci su per migliorare almeno un minimo.
Paolo Panzeri,
qualunque numero di decessi imputato a questa malattia, non dovrebbe spingerci solamente tra le braccia di un vaccino sviluppato in pochi mesi senza misure di sicurezza, ma a pensare all’alto tasso di mortalità dovuto a malattie molto più gravi.
Forse non avete avuto notizia di medici che hanno denunciato la procedura che vuole che in caso di dubbio sulla causa di morte, sul certificato venga scritto che è avvenuta per covid19.
E neanche che un medico americano abbua denunciato che in Usa vengono trasmesse le immagini strazianti dei nostri ospedali, spacciandole per situazioni avvenute localmente.
La quarantena sta mettendo anche a nudo la poca capacità degli italiani (visto che gli altri paesi stanno riaprendo) a leggere la realtà senza farsi influenzare.
Frena, Enri: “pretendiamo rifugi aperti”? Chi l’ha scritto?
Obnubilati dalla campagna mediatica che ci accompagna da due mesi, abbiamo dimenticato d’essere un popolo libero che vive in una democrazia.
Ritengo indispensabile che chiunque eserciti un’attività possa essere libero di aprirla al pubblico, questo nel rispetto della nostra dignità di uomini e cittadini.
Oppure vogliamo lasciare il carro in mano a chi ha abbondantemente dimostrato di non essere all’altezza di guidare un paese durante una presunta emergenza?
Cioè, sono d’accordo su questo punto, commento 66 “Se invece il rifugio ci e’ dovuto perche se no non ce la facciamo allora interroghiamoci sul nostro modo di andare in montagna, sul perche lo facciamo e sul fine. Questo e’ il punto. Dopodiche il danno per i rifugisti e’ ovvio. Ma e’ un altro capitolo. Ma se il tema e’ che per un ns capriccio pretendiamo rifugi aperti allora non abbiamo capito nulla e, lasciatemi dire, temo allora che la nostra passione per la montagna sia davvero falsa. Dai, coraggio, mettiamo a nudo le nostre debolezze e facciamo chiarezza in noi stessi.
Enri, commento 66.
Sono totalmente d’accordo!
Da qualche giorno sono morte più persone americane per il corona che nella guerre di Korea: 52.000 contro 36.000.
Nel mondo sono “ufficialmente” morte quasi 200.000 persone delle quali 26.000 italiani….. i numeri magari sono da moltiplicare per 2-3-4-5 volte a seconda delle politiche dei vari Stati e Regioni, non penso di più.
In due mesi e si continua: così batteremo i morti per l’influenza !!!
A me non sembrano numeri di poca importanza. tanto da dire che ne muoiano pochi e il vaccino non sia importante.
Per Grazie commento 60. Non ho capito. Io sono per la massima liberta’ di poter andare dove si vuole ( tanto e’ che ho trovato insensato non poter fare camminata da casa propria da soli ma potendo fare tutto il giorno giri per macellaio fruttivendolo e supermarket) ma nel rispetto altrui. Come ben si e’ detto, i rifugi verrebbero ridotti ad alberghi non potendo piu essere cio che sono e cioe’ rifugi dove chi ha necessita’ trova comunque riparo se non la salvezza in caso di incidente. Se cosi sara’, per la sicurezza di tutti meglio dire che NON saranno aperti. E soprattutto sono per una montagna vissuta in modo etico: che vuol dire anche fare a meno di aiuti e aiutini, rifugi bivacchi funivie ecc. Se invece il rifugio ci e’ dovuto perche se no non ce la facciamo allora interroghiamoci sul nostro modo di andare in montagna, sul perche lo facciamo e sul fine. Questo e’ il punto. Dopodiche il danno per i rifugisti e’ ovvio. Ma e’ un altro capitolo. Ma se il tema e’ che per un ns capriccio pretendiamo rifugi aperti allora non abbiamo capito nulla e, lasciatemi dire, temo allora che la nostra passione per la montagna sia davvero falsa. Dai, coraggio, mettiamo a nudo le nostre debolezze e facciamo chiarezza in noi stessi. Se per l’estate 2020 non saremo in grado di vivere una montagna piu’ spartana allora poniamoci davvero delle domande, anche a cominciate da quanto mi devo allenare e la dieta che devo fare per fare un 4000 senza barare. Perche di questo si tratta.
Caro Crovella, in realtà “più montagna per pochi” rischia di diventare “meno montagna per tutti” o persino “niente montagna per tutti”. A volte gli dei sono capricciosi e distorcono in modo inaspettato le nostre previsioni. Per questo che ti temo come aruspice. Scherzo ovviamente. Comprendo le tue preoccupazioni, avendo fatto il consulente per tutta la vita. La mia ex azienda occupa attualmente 43.000 persone a livello mondo. Pensa che problemi di occupazione hanno. Li ho sentiti e si stanno muovendo come stai facendo tu e i nostri rifugisti per gestire la situazione. Le linee d’azione sono tre: mantenere, stringere e allargare il rapporto con la base clienti con un’azione mirata e intensa di comunicazione; rivedere il portfolio dei prodotti/servizi offerti individuando tutti gli spazi di innovazione che paradossalmente l’emergenza offre facendo sorgere nei clienti nuovi bisogni; rivedere il modello organizzativo allo scopo di ridurre i costi, aumentare l’efficienza, adeguarsi alle normative e trovare nuove modalità di erogazione, accedere a tutte le possibilità di credito agevolato per finanziare la strategia di contenimento. Sono le stesse cose che con un linguaggio meno da consulenti stanno facendo Manavella & c. Il gioco è duro, ma c’è stato di peggio (pensa a cosa significa la giornata di oggi per molti) e poi sappiamo che quando il gioco si fa duro……esprimo a te e a tutti quelli che lottano sul fronte del business anche personale la mia vicinanza e la mia disponibilità al sostegno.
@61: guarda che, per scelta ideologica e coerfente, sono almeno 20 anni che pratico un alpinismo/scialpinismo in cui, salvo rarissime occasioni, vado in valloni isolati e dimenticati da Dio, dove normalmente non incontro esseri umani (e magari sono a 50-100 km da Torino). Ma il tema è stato ampiamente dibattuto a più riprese in articoli passati su questo Blog (ottobre 1019 e mi pare anche gennaio 2020) per cui ti invito a leggere tali articoli e relativo dibattito e a non riaprire qui la questione perché il tema chiave qui è un altro. Certo che le le due cose sono collegate, come dimostrano gli interventi che stanno arrivando anche in questo post. ecco il motivo del mio accenno. Ciao!
Ben vengano, Paolo Gallese, le buone pratiche dell’andare in montagne che includano:
– assenza di traffico di mezzi di trasporto in alta quota;
– zero utilizzo di oggetti monouso in plastica e simili;
– zero rifiuti sparsi ovunque;
– zero fuoristrada e moto che percorrono sentieri;
– zero mezzi di trasporto in alta quota (Etna docet);
– rispetto (e non a caso non aggiungo “maggiore” poiché spesso è proprio mancante) degli spazi comuni;
– rispetto per i gestori di rifugi;
– solidarietà nei confronti di chiunque si incontri;
– consumo di soli prodotti locali;
– promozione del cammino e delle tecniche base di orientamento, uso di cartine e allerta soccorsi.
Credo la lista possa essere ancora lunga.
dal Corriere di oggi:
Piano Cai per Rifugi: kit Covid e pernottamento in tenda tutt’intorno
https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_24/coronavirus-piani-cai-rifugi-termometri-notti-tenda-8564085e-8665-11ea-9ac6-16666bda3d31.shtm
A me sinceramente fa un po’ ridere, ‘sta specie di città mobile intorno agli edifici. Personalmente quando vado con la tenda, mi cerco un posto bello isolato e lontano dalla folla. Però per chì ha piacere di avere un pasto caldo e dei servizi a disposizione… Sarà cmq una soluzione “scomoda” per chi è abituato ai rifugi stile alberghetto con mezza pensione stellata e magari docce calde… Vedremo.
Enry ha fatto emergere una criticità in ambito dell’artico: “E se di notte tu arrivano 6 persone che si sono salvate da una bufera che fai, non li fai entrare”.
Il rifugio è considerato al pari di una struttura ricettiva di aggregazione in una spazio chiuso.
Se i gestori dei rifugi non potranno esercitare la loro attività nella stessa situazione si troveranno gli Alberghi, pensioni, bed&brekfast, ecc.
Per quanto concerne le farneticazioni pseudo antropico ecologiste del farneticante oracolo Crovella “Più montagna per pochi“??? non voglio commentare.
Cominci l’oracolo a levarsi dai piedi dalla montagna, almeno dia l’esempio.
È vero, Enri, in due mesi di privazioni non abbiamo capito nulla:
https://youtu.be/Lm7FRpmZ1no
Ti ringrazio, Grazia, per la tua precisazione. Nel frattempo, trovo che Enri abbia in parte ragione, benché io non abbia mai gestito un rifugio e possa non rendermi conto di cosa significhi, non tanto in ragione dei costi, quanto delle responsabilità legali. Effettivamente, una cordata in difficoltà che si presenti inaspettata a rifugio “pieno”, può creare non poche responsabilità ad un gestore. Sono superiori le norme di distanziamento, o quelle relative alla prestazione di soccorso? Non mi riferisco qui ad un agire di buon senso, quanto al rischio concreto (in questo paese siamo abituati) di eventuali denunce.
Il mio piccolo insistere sull’argomento “tenda”, da un punto di vista collaterale, non perché sia convinto possa essere una soluzione o una necessità, vuole riferirsi al considerare una serie di eventualità. Indiendentemente dal mio trascorso e dalla mia abitudine, d’altri tempi, di organizzare un’ascesa manco affrontassi la risalita del Baltoro (concedetemi un’autoironia), volenti o nolenti questa estate assisteremo ad un aumento di gente che farà uso della tenda, ne sono convinto.
Questo provocherà problemi nuovi. Una diminuzione di introiti per i rifugi, che non vedono di buon occhio questa pratica, qualora diffusa; un concreto pericolo di smaltimento dei rifiuti (non tutti si prendono la briga di attrezzarsi anche per il recupero degli “effetti” della propria presenza); un possibile aumento di richieste di soccorso (un soccorso “a bassa intensità”, nei confronti di persone o gruppi che abbiano sottovalutato cosa significhi muoversi con pesi supplementari, o porre la tenda nei punti sbagliati).
Al tempo stesso, si potrebbe porre la discussione su un problema di limitazione della libertà in montagna? O al contrario di una riappropriazione degli spazi aperti, rispetto alle variegatissime normative addirittura comunali? Come riflettere insieme su questioni come queste? Anzi, ha senso porsele? Oppure no?
Ammettendo, nella migliore delle ipotesi, tanta gente in tenda, educata, attrezzata, responsabile (sarebbe bello potesse essere così…), la loro presenza potrebbe rappresentare un piccolo aiuto per i rifugi qualora, come comunità alpinistica, si facesse massa in tal senso? Ci si potrebbe auto sensibilizzare in questa direzione, di supporto e non di concorrenza, all’attività dei rifugi più alti?
La tenda è un piccolo vaso di Pandora sul quale mi piacerebbe si riflettesse. Pur comprendendo chi, per limiti fisici, o anche psicologici, potrebbe non sentirsi più in grado di affrontare un ascesa in questo modo, tutto il mio rispetto.
Beh… concordo in pieno con Enri (in particolare nel commento 57).
Però vorrei far riflettere tutti su un punto che mi è balzato all’occhio. Non vi siete resi conto che ciò che sta venendo fuori (oggi da Enri, ma ieri mi pare da Pasini) non è altro che… “Più montagna per pochi“???
Quando ho pubblicato il relativo articolo sul Blog (mi pare fine settembre 2019 o primi di ottobre 2019)…. orribile dictu! si è levato una protesta di milioni di voci… Certo non potevo immaginare che sarebbe arrivata l’epidemia, ma il naso mi diceva che si stava già andando verso una montagna più scomoda e perciò meno frequentata dalla specie umana (che, se “occidentale”, detesta la scomodità…)… Sei mesi fa io immaginavo che vi volessero 5-10 anni, ma la realtà sta viaggiando a una velocità che non ci immaginiamo neppure…
Io trovo assurdo quello che tu dici. Non bastano migliaia di morti e meno 15 per cento di pil che mettera’ un mare di italiani sul lastrico alla fame per farci maturare un atteggiamento realistico e prudente? Siamo a maggio e ancora dentro un inferno e qualcuno pensa di aprire a luglio i rifugi che sono un concentrato di aggregazione? Ma non abbiamo capito nulla nel frattempo? Io dico che chiunque potra’ andare in montagna ma contando solo sulle sue forze ed avendo un comportamento rispettoso verso gli altri. Ma di aprire rifugi tra due mesi o anche prima mi sembra una follia.
perche’ non ce ne e’ bisogno. Siamo in grado di andare in cima ad una montagna senza aiuti, ci andiamo. Se non siamo in grado ce ne scegliamo una piu’ accessibile.
Enri,
trovo piuttosto assurda la tua proposta di non apertura, considerando che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale non è affetta dal covid19.
O vogliamo continuare davvero a credere che ci ammaleremo tutti irrimediabilmente di questo virus e che l’unica salvezza sarà il vaccino?
Proviamo a ripensare alle nostre vite al fine di metterci al riparo dalle vere malattie che attanagliano gli esseri umani negli ultimi decenni?
Ammesso che sia davvero possibile fare una gita in montagna dormendo in rifugio e che qualcuno ne abbia le forze economiche, lasciamo che ognuno decida per sé oppure vogliamo ancora lasciarci trattare come bambini?
Mi spiace per i gestori ma in una situazione come queste e, se va bene, con il problema di dover evitare l’ondata di autunno, non ha senso che i rifugi aprano. Aperti ma con distanze di sicurezza e sanificazione giornaliera? Ma siamo matti? E se di notte tu arrivano 6 persone che si sono salvate da una bufera che fai, non li fai entrare? Meglio dire subito che i rifugi NON apriranno. E cosi sappiamo regolarci. Vorremo mica aiutare il virus a tornare ( se mai usciremo dal mese odierno) solo perche’ sul gran paradiso Dobbiamo andarci e per andarci abbiamo bisogno del rifugio? Non se ne parla. Montagna solitaria, ognuno si arrangia ma non mettiamo la gente in condizioni di rischio potenziale. Io comunque ad un rifugio questa estate, anche se legalmente aperto non mi ci avvicno di certo. E mi dispiace per i gestori.
Continuate a prendere come “nemico” tutto il coecervo delle misure “antilibertà”. E’ un grave errore concettuale, perché presuppone implicitamente che, appena verranno tolte le restrizioni, il nemico sparirà da solo e si tornerà tutti allo stile di vita di qualche mese fa. Invece le regole del prossimo futuro non le detterà il governo X o il governatore Y o la Lagarde della BCE o la Merkel… le regole le detterà l’evoluzione economica. Riporto il DEF (Documento di Economia e Finanza, cioè il “piano economico” del governo), reso noto pochi giorni fa. PIL Italia 2020: -8%; Deficit/PIL 10%; debito-PIL: 155%-160%. Ho poco tempo (proprio perchè, anche in questi giorni di apparente stasi io sto lavorando alle finalità illustrate ieri), quindi non intendo fare analisi più approfondite, ma ho dato una velocissima scorsa alle statistiche ISTAT-Banca d’Italia di ricostruzione della serie storica del PIL italiano dal 1861. Dal 1900 ci sono stati solo due risultati peggiori di quelli cui stiamo presumibilmente andando incontro: il 1927 (-12%) e il quadriennio 1929-32 (29 e 30: – 10% e -11%), anni a cavallo della “grande recessione” statunitense. Neppure gli anni di guerra (sia Prima che Seconda) hanno statistiche così pesanti (probabilmente perché le statistiche economiche erano paradossalmente sostenute dall’attività industriale per esigenze belliche: produzione di cannoni, carri armati, bombe ecc). Quindi è probabile che siamo di fronte a un cambiamento di vita che non riusciamo neppure a immaginare: questo vale sia per i grandi aggregati, come un’intera Nazione, sia per la vita dei singoli, dove le preferenze individuali degli anni scorsi (oserei dire: dei mesi scorsi) saranno completamente spazzate vie. Ognuno ha poi la sua situazione specifica: chi è single avrà esigenze molto diverse da chi ha un nucleo familiare che dipende da lui. Ognuno farà le sue scelte, ma se ipotizzate che, appena riapriranno le gabbie sul piano strettamente della libertà di movimento, si tornerà a vivere come abbiamo vissuto fino al gennaio scorso… beh, auguri!
—
Questo è un sito di montagna e non è un sito di politica o di economia: quindi può apparire fuori tema fare questi discorsi. Tuttavia la crisi sarà talmente profonda e destabilizzante che le considerazione sull’andar in montagna vanno contestualizzate nel quadro generale, altrimenti si parla di cose che non esistono più. Io ho già detto che apprezzo moltissimo Manavella & C (e con loro tutti i Manavella d’Italia) perché hanno dimostrato che si sono posti il problema e hanno elaborato una strategia di operatività alternativa. Loro in quel modo, io in un altro, Forse altri in altri modi ancora. Cmq tutti quelli con questo approccio si stanno cucendo le “mutande di latta” per cercare di parare i colpi dei prossimi mesi. Basterà? e chi lo sa? Forse sì, forse no. Ma almeno, quando fra poche settimane si aprirà la partita, scenderemo in campo “preparati”. Ciascuno di voi dovrebbe porsi questa stessa domanda: siete preparati ad un’economia di stenti? Basterà aver fatto flessioni a iosa per combinare il pranzo con la cena? Forse sì, forse no, chi lo sa. Però a sbandierare ideologie ormai sterili di sicuro non risolverete i problemi, né quelli generali né quelli individuali.
———
Sui rifugi in modo specifico: quelli raggiungibili in auto (o quasi), come il Selleries, forse pareranno meglio il colpo perché, paradossalmente, potranno contare su un flusso di turisti che fanno la gita fuori porta avendo come obiettivo pranzare al rifugio con polena e salciccia. Ma i rifugi alpini in quota? Quelli a 3-4 ore di cammino? Quelli che lavorano non sugli ospiti giornalieri, ma sugli alpinisti che pernottano per l’ascensione del giorno dopo? Uhmmm. Non dico che non ci sarà proprio nessuno, ma intrecciando le restrizioni di natura sanitarie (vedi programma Manavella) con le minor propensione alla spesa generale… quale giro d’affari genereranno i rifugi in quota? Ci sono costi “variabili” (es approvvigionamenti alimentari, ecc) che possono essere rimodulati ad un prevedibile ridotto numero di ospiti. Ma ci sono costi “fissi” che occorre sostenere indipendentemente dalla presenze (mi viene in mente: il generatore di energia, ecc…). Se io fossi un gestore di un rifugio in quota, oggi, mi farei il budget 2020 con molta attenzione: si rischia di stare su per 3 o 4 mesi (metà giugno-metà settembre) e, alla fine, tirando giù i conti, magari si scopre che i ricavi non sopravanzeranno i costi. Anche qui si inseriscono poi le variabili soggettive: se uno è single e fa il gestore perché ama la vita da eremita, magari gli va bene anche questo scenario. Ma se uno fa quello di lavoro e ci deve poi campare fino all’estate prossima (magari con moglie e figli…)…beh, occorre molto molto attenzione. come possiamo dare loro una mano? beh chi può, vada in rifugio più spesso del solito. Chi non può, come il sottoscritto…bhe, non metteteci in croce: io “sento” il dovere di preservare lo stile di vita dei miei figli prima di ogni altra cosa. Quando la crisi sarà passata, mi impegno a passare per una birra fresca al Selleries.
In montagna possono accedere tutti ma non tutti possono accedere a tutte le montagne. Grazie al cielo ogni montagna e’ possibile ad alcuni ad altri no. Ma questo e’ un bene. Se qualcuno non puo’ viverla con tenda sulle spalle perche’ non preparato o acciaccato si accontentera’ di quello che puo’ fare. Chi non potra’ salire al rifugio con carico maggiorato per dormir fuori dovra’ ridimensionarsi. Per fortuna la montagna e’ cosi. Io da molti anni ho problemi ortopedici grossi e io solo so quanto mi pesa oggi provare a fare cio’ che anni fa consideravo una via da fare bendato o un’ascensione per bambini. Ma non per questo ho intenzione di prendere scorciatoie. Se questa estate per andare in cima ad un qualsiasi 4000 sara’ necessario o avere una gamba extra da 2000 e passa metri in una volta sola o comunque una bella schiena da zaino pesante, ben venga. Ripeto la cima non e’ il luogo piu’ importante ma da dove si parte e come si sale. E l’avventura e’ garantita. In questo io vedo solo del bene.
Buongiorno Paolo Gallese,
intendevo dire semplicemente che non tutti sono abituati a portarsi anche il peso di tenda e sacco oppure alla vita spartana senza un letto e una camera.
————-
Che si accenda dentro di noi il desiderio di liberazione!
Grazie a molti di voi, mio figlio ora è spaventato, oggi mi ha visto fare un salto nell’allenamento.Da 60 trazioni scoppiando con 5 kg di gibbotto, oggi son passato a 77 , le gambe delle donne, quasi sereno, allungando i recuperi fra le 4 serie solo di 7 minuti.
E ho fatto 10 sospensioni, 2 su falange, 2 su mezza falange, 3 su tacchetta e 3 su biditi, metà per 10 secondi e metà per 20 secondi, sempre col giubbotto da 5 kg.
Una ROBA che non avevo mai immaginato nella mia vita !
Mi verrà un fisico da atleta !
Se non muoio di corona voglio proprio vedere che vie riuscirò a salire…. la tecnica e l’esperienza non mi mancano, forse la testa, ma non troppo. La gamba dovrò recuperarla, ma non l’ho mai avuta da pestaneve o portazaino.
Viva l’isolamento !!! 🙂
E ora faccio gli auguri a quelli che si illudono dell’esistenza della libertà.
Al contrario Grazia. Se i rifugi non potranno ospitare abbastanza clienti, potremmo comunque supportarli con consumazioni da asporto, se ci manteniamo nei paraggi, autosufficienti per quanto riguarda l’alloggio. Non è molto, ma è qualcosa.
Sul fatto che non sia per tutti, a cosa ti riferisci esattamente? Solo come chiarimento.
Non intervengo sul tema delle misure di contenimento generali. Ne sul tema economico nazionale.
Veramente, Carlo, che non avrei avuto ospiti da portare in giro quest’estate l’ho capito ai primi di marzo, quando hanno dichiarato zona rossa l’intero territorio nazionale senza che, ai miei occhi, fosse necessario.
Già allora avevo compreso che le misure prese non avevano nulla a che vedere con un virus ed è a proposito di questo che scriviamo ornai da un paio di mesi.
Il fatto che Massimo Manavella e, come lui, tutti quelli che lavorano nel turismo si spingano a immaginare un futuro lavorativo, per quanto imbrigliato da decine di regole che mettono a dura prova anni di impegno, non significa che non li sfiori il pensiero delle difficoltà che si troveranno a fronteggiare.
Pensare a un futuro possibile serve a alimentare i sogni e le passioni che ci guidano da tempo, serve a tenerci ancorati alla realtà, piuttosto che naufragare nel mare in tempesta in cui ci hanno gettati.
Personalmente, ci ho messo un po’ a capire quale potesse essere il mio posto e il mio ruolo nel mondo (ci è pure voluto un grave lutto in famiglia per illuminare la mia strada) e, dunque, fatico a credere che tutto quello che lentamente, anno dopo anno, ho costruito e alimentato, sia svanito o rischia di diventare un passato irrecuperabile.
Perché la realtà spaventata, ma io non sono un imbonitore, non mi intetessa prendervi in giro per guadagnarr i vostri like. La realtà e’ questa. I decreti liquidità distribuiranno (ammeseo che riescano, perché sono potenzialmentr affossati dalla burocrazia) soldi che lo Stato non ha o, meglio, che forse oggi ha in cassa ma che sarebbero impegnati per altri pagamenti (a puro titoli di esempio: gli stipendi pubblici dei prossimi mesi). Il gioco drl governo si basa su una scommessa: che nel frattempo arrivino i soldi per pagare sia gli uni che gli altti. Da qui? Dall’Europa? Se si’, a quali condizioni e con quali tempistiche? Allora da nuove tasse interne? Quelle sui redditi non ono ipotizzabili. La patrimoniale? Intanto non la si vuole né la maggioranza né l’opposizione (perché in Italia e’ un suicidio politico: nessuno ti vota piu’) e poi i grandi patrimoni sono già ben sistemati, fiscalmente parlando. Una patrimoniale in Italia andrebbe sostanzialmente a colpire le classi medio basse (compresa la media borghesia) che, paradossalmente, ora sono le classi da aiutare e non da vessare. Allors nuove emissioni di BTP, in aggiunta rispetto alla normale sostituzionr del ddbito? Innanzi tutto bisogna vedere chi e come li sottoscrive (la ricchezza mondiale e’ calata del 30%-35% da inizio anno in tutto il mondo e poi tutti i Paesi hanno le loro grane economiche e terrsno i lork soldi principalmente per l’intetno, Cina e USA compresi ) e poi cio’ aumenterà la spesa futura per interessi sul debito che dovrà essere fronteggiata a cominciarr dalla Finanziaria 2021. Morale: quello che viene elargito oggi ai cittadini potrebbe esser ripreso con la prossima Finanziaria. Ecc ecc ecc. Andiamo al sodo: di fronte a un quadro cosi’, che può fare il singolo? Anziche’ suicidarsi, io faccio cosi: gia’ da fine marzo sto sfruttando le settimane di stasi epet studiare nuove strategie future. Per esempio ho fatto un’analisi di aziende che, secondo certi parametri, potrebbero “sopravvivere” alla crisi e che ovviamente non sono ancora miei clienti. Ora ho un elenco che rimpinguero’ finché riesco. Appena si riaprira’, mi attacchero’ al telefono per cercare contatti chr possano evolversi verso futute collaborazioni. L’obiettivo è sostituore i clienti che non apriranno con nuovi evrntuali clienti. Ci riusciro’? Non ho la piu’ pallida idea. Forse si’, forse no. Ma almeno oggi ragiono in proiezione futura, mi preparo alla battaglia. Invece molti commenti dk questi giorni danno l’impressione di essere solo delle frignate ideologiche di protesta se, quest’estate, si potra’ o non si potra’ arrampicare o avere clienti da accompagnare in giro. E se ad agosto scoprirete che non batterete un chiodo? A quel punto chr farete. Beh… potrebbe essere tardi, almeno.l per l’estate 2020. Viceverss io ammiro la capacità di Manavella & C di aver affrontato il problema a priori, ristrutturando l’organizzazione logistica per l’estate. Ma il tema e’: arriveranno persone da riempire almeno la meta’ dei posti? La variabile chiave non e’ la libertà o meno di movimento, come vi concentrate tutti voi. La variabile chiave e’ quanta gente avra’ disponibilità per permettersi di andar in rifugio. Io ho gia’ deciso che per quest’estate non faro’ gite che prevadano il rifugio e mi limitero’ a uscite in giornata a breve distanza da casa, max 30-50 km (in modo da spendere solo i costi della benzina, portandomi i panini da casa). Se saranno moltisdimi quelli che agiranno come me, chi piu’ convinto chi “obtorto collo”, la situazione di chi lavora in montagns non sara’ rosea. Qusmalcuno dei commentatori si e’ gia’ posto il problema di trovard delle alternative? Non so, cose tipo organizzare programmi come estate ragazzi o rimodularsi in attività collaterali o cose cosi… Questo e’ il vero punto nodale dk rutta la questione per chi lavora (in montagna e non solo). Chi non “vuole” porselo oggi, rischiera’ di non avere sufficiente lavoro nel prossimo futuro. Spero dj avet esaurientemente descritto la situazione. Andra’davvero cosi? Io nd sono convinto, ma solo la storia potrà dircelo con certezza. Buona notte a tutti!
Ringrazio Roberto Pasini e Fabio Bertoncelli, sperando di non aver fatto di nuovo confusione! 🙂
———
Paolo Gallese, tenda e sacco non sono per tutti e comunque non sosterrebbero l’economia delle Terre Alte di cui si parla nell’articolo proposto da Massimo Manavella, che gentilmente ha condiviso ancora una volta le sue riflessioni.
———
El pueblo unido jamás será vencido!
In questo dibattito mi sento un po’ come le fragole su un arrosto di manzo. Ma… tornare a usare tenda e sacco?
🙂
Dopo la fusione con Panzeri, avvenuta per Grazia ricevuta sulle pendici del sacro Etna, ho completamente perso la testa e sono preda di tentazioni fortissime di seguire, invano, le orme dell’unico, vero, inimitabile bricconcello del blog che tanto ispirò a suo tempo i nickname di PM. Ogni volta che leggo le profezie sabaude, la mosca che ormai è dentro di me inizia ad agitarsi come impazzita. Succede che sul sacro colle di Superga le parole del nostro Crovella vengano ascoltate con grande attenzione ma poi realizzate in modi paradossali. Prima della fine dell’anno il “più montagna per pochi” risuonò possente e profetico, richiamando la purezza tetragona di Terminator. Purtroppo vennero chiamati in campo dall’oriente dei nefasti Re Magi ed è finita con “niente montagna per tutti”. Ora una nuova profezia si avanza. Torme di affamati scorrazzano in Corso Moncalieri alla ricerca di cibo e saccheggiano Peyrano, facendoci rimpiangere in luogo del pio Giuseppi l’indomito coraggio risolutivo di Jena Plissken. Come verranno trasformate dagli dei capricciosi queste parole? Sono terrorizzato. Tutto può succedere.
Chiedo umilmente scusa a Carlo Crovella per questo “scherzuccio di dozzina” . Volevo solo alleggerire un po’ il clima del suo ultimo intervento che solleva problemi reali, magari in modo un po’ tragico, che non possono non preoccupano chiunque e ridimensionare certi discorsi sull’andare per monti. Auguro a tutti i compari del blog un buon 25 Aprile. Coraggio amici, la Liberazione è vicina. Presto passeremo dagli Arresti Domiciliari alla Libertà Condizionata. Speriamo solo che il congegno elettronico che ci metteranno alla caviglia non pesi troppo, impedendoci di arrampicare o di correre. 😀😀😀
Io invece dopo aver letto i commenti di Carlo a forza di ridere mi viene a far mal la pancia. 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Bell’articolo, semplice e genuino, a dimostrazione che l’intelligenza può servire anche all’adattamento concreto e creativo. Dopo molti articoli cupi e ignoranti, una pagina solare.
Non posso però non replicare all’affermazione “Montagnier è uno dei pochi scienziati non corrotti o di parte o impreparati che ho sentito”; la mia deontologia me lo impedisce.
Questa affermazione è un atto di fede, è tifo allo stato brado. Se si vuole credere a questa cosa, va bene: ognuno in cuor suo può credere in chi ha voglia di credere. Ma, come qualsiasi atto di fede, dovrebbe essere privato e personale, e non estensivo né condiviso.
Come ripetuto sino alla nausea, la scienza permette in tal senso un po’ di rigore, che l’ha resa differente dalla santa inquisizione; i discorsi da bar possono diventare discorsi più seri, considerando il consenso scientifico.
E come in altra occasione, provoco: io ritengo “Trump persona non corrotta, non di parte e preparata: Trump è il presidente della nazione più potente del mondo, un motivo ci sarà. Gli americani hanno cambiato il mondo e quindi io ci credo, a Trump: stasera convincerò tutti i miei cari ad iniettarsi 20mg di candeggina in vena, che secondo me Trump ha ragione, così si batte il virus. Ci aggiungo del mio, però, che mi sento Silvestriano: io suggerisco di attaccarsi anche due eletrodi alle orecchie collegati ad un alimentatore a basso amperaggio, la cui frequenza, simile al 5G, favorisce di sicuro il debellarsi del virus; inoltre lo farei al sole, che pure il sole aiuta, con la sua radiazione panica e di abbraccio”.
I pochi interventi lucidi, fatti da Balsamo e Govi, sono stati smarriti nel vento. Più che leggere ed informarsi, mi pare si abbia voglia di scrivere animati dal confinamento del pensiero, e si abbia bisogno di alimentare la parte più facile da nutrire, la diffidenza ed il rancore, e la cosa è brutto segno. All’infelicità è semplice affezionarsi.
Le storie piacciono di più della storia; le storie convincono, la storia annoia ed è difficile. Del resto, come non preferire gli alieni nelle piramidi, rispetto ad una equazione di secondo grado? Come non preferire le fantastiche avventure dei mondi quantici, invece che studiare la fisica dei quanti?
Per leggere le tante chiacchiere qui fatte sino ad ora ci vorrebbe la storica tutina anti-cazzata di Robecchiana memoria (Radio Popolare, un covo di reazionari, anni 90).
E allora va bene. Viva tutto. Terra piatta, scie chimiche, lame rotanti, radiazione ultraviolenta, omeopatia, purificazione cosmica, sciamismo quantico (dai Merlo, che con questa ti ho dato il suggerimento per i prossimi tuoi 25 articoli, tanto l’alpinista Gogna te li pubblica tutti, totem e tabù, sia mai!), chip sottocutanei e virus artificiali fatti per sterminare bergamaschi che sono noiosi e lavorano troppo, viva tutto. Tutto uguale, la mia parola vale la tua.
Lo ripeto: ognuno nel suo giardino creda a cosa vuole, ed è sacrosanto. Ma elevare le proprie fedi a paradigmi culturali ed a regole condivise con cui amministrare un paese, e pensare di voler ragionare sui propri atti di fede, ecco, questo è troppo.
Buon 25 aprile. Ma forse, a pensarci bene, non è stata liberazione, anzi. C’è sotto Bill Gates, gli americani, e la vendita al dettaglio di candeggina. Altro che liberazione. E poi i partigiani, malvagi! Almeno i nazisti avevano delle belle divise, stilose. E poi tutti quei morti: io non ci credo, hanno contato male, e sicuramente molti di quelli morti stavano già per morire: di fame; e quindi altro che mano nazista, sono morti di fame.
Carlo, dopo aver letto certi tuoi commenti (41), mi viene – non so perché – come un groppo alla gola. Quasi un senso di soffocamento. E poi tachicardia. Sbalzi di pressione. E infine tendenze suicide, che non ho mai avuto in vita mia.
Oppure, al contrario, improvvisa voglia di fuggire da solo in un bosco, ululando “affangala” a tutto il mondo.
Secondo te, perché? 😂😂😂
Ho già scritto giorni fa che la crisi economica c’è gia’, solo che finora non ce ne siamo davvero resi conto per colpa dell’ibernazione mentale dovuta alla reclusione casalinga. Ma alla riapertura sarà evidente a tutti e durerà ben più dell’epidemia. Ristoranti, bar, negozi, cinema, teatri ecc ecc sono già chiusi dal 1 marzo (circa) e fattureranno un nonnulla d’ora in avanti. E’ un problema che riguarderà l’intera popolazione italiana e non solo chi lavora nel turismo dell’outdoor. Personalmente ho gia’ messo in conto che circa la metà delle aziende mie clienti o non riaprira’ o tagliera’ con effetto immediato i costi di consulenza (dove vengo registrato io): per cui io metto in conto un dimezzamento del mio fatturato 2020. Di conseguenza tagliero’ tutte le spese personali di tipo “voluttuario” e con elevata probabilità non effettuero’ alcuna vacanza questl’estate, sia per non intaccare la risorse a disposizione delle esigenze dei miei figli (studi ecc) sia perché ho scelto di garantire 6 mesi di retribuzione ai miei due collaboratori esterni con P.iva (nonostante il calo di fatturato dello studio). A naso il problema sara’ generale: neppure chi ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (quindi stipendio sicuro) ne’ i dipendenti pubblici/pensionati possono considerarsi completamente al di fuori da ogni rischio. Di conseguenza: non voglio sminuire gli operatori economici della montagna, cui va la mia solidarieta’ (per quel che puo’ valere), ma nei prossimi mesi il Paese dovrà affrontare ben altri problemi che le doglianze degli appassionati di montagna, siano essi fruitori o lavoratori. I “morti”(figurati e non solo) della crisi economica nazionale saranno molto più numerosi dei (gia’ tanti) morti per l’epidemia di queste ultime settimane. Questo non è “pessimismo”: è realismo di analisi. Guardo il vostro sbandierato “ottimismo” e mi chiedo in che mondo viviate. Non vi rendete per nulla conto della gravita della crisi economica, che è mondiale (PIL cinese del 1 trimestre 2020: -6,8%). Gli eventuali errori del governo e delle regioni italiane si inseriscono in un problema mondiale che affossera’ tutti. Cosa fare? Tenere duro, tirate lz cinghia e farsi trovare pronti alla ripresa chd forse arriverà nel corso d 2021 e forse addirittura oltre. Occorre qui di adattare il proprio stile di vita alle nuove condizioni generali. Il dibattito “mascherine o non mascherine” scomparirà di fronte alla constatazione che nel prossimo.futuro potrebbero esserci letteralmente bande di affamati per strada, con possibili rischi di assalti ai supermercati. In tale scenario il dibattito se si potrà o meno far gite e a quali condizioni scomparirà del tutto. Ciao!
Guido, 🙂
———————-
Oggi pomeriggio parlavo con amici negozianti, ugualmente disperati è preoccupati: si parla di dover sanificare ogni indumento provato, senza contare che molti non vorranno più andare nei negozi preferendo acquistare su internet, con il risultato che nel giro di qualche mese si vedranno costretti a chiudere
E qualcuno, come hanno fatto i cinesi per decenni, sarà pronto a comprare tutto.
——————
Dove stiamo andando?
@ grazia al 38: Ma certo!
@guido, il mio, di nome?
Per fronteggiare il calo delle entrate i rifugisti dovrebbero farsi pagare anticipatamente il costo del soggiorno che verrà rimborsato solo in caso di effettive condizioni atmosferiche che impediscano realmente il raggiungimento del rifugio e il relativo soggiorno. Così i furbetti magari ci fanno prima un pensierino e si liberano dei posti.
@grazia al 35: Nomen Omen?
GG,
io intendo cautelarmi, come ho fatto sinora, dall’insorgere di qualunque malessere e malattia curando l’alimentazione, praticando attività fisica, stando quanto più possibile all’aperto, favorendo le piccole economie, promuovendo gli scambi interculturali e gli stili di vita alternativi a quelli delle masse, con attenzione agli acquisti, ai materiali di cui mi circondo, ai piccoli gesti che fanno fiorire la mia vita.
Di certo non aumentando distanze e prendendo precauzioni prive di utilità e significato.
La mia opinione è che questa situazione, se si protrarrà nel tempo, porterà forzatamente ad un cambiamento di abitudini nell’andar per monti.
Il beneficio prevalente dell’attività in montagna è quello di “liberare la testa” e portare un po’ di serenità : se lo sforzo prevalente dovrà essere quello di cautelarsi (giustamente) da un eventuale contagio, credo che il rapporto beneficio/costi sia perdente.
Naturalmente, tutto dipenderà dal livello di tolleranza di ciascuno e dall’importanza che riveste l’attività in montagna nella propria vita.
Paolo Pasini?
C’era una volta un bel film dell’orrore (“La mosca”), tratto da un racconto omonimo. Lí si mescolarono i DNA di due esseri differenti. Ecco, all’incirca come in Roberto Panzeri.
Scusate, Paolo Pasini.
Pardon, Paolo Panzeri è divertente!
Panzeri, conosco le leggi di Cipolla 🙂
Preferisco però applicarle ai comportamenti piuttosto che a una stupidità innata (il che, forse, è anche peggio).
Paolo Panzeri,
se pensi davvero che l’unica soluzione sia un vaccino, dovresti cominciare a fartene una serie che possano metterti al riparo da tutti i virus che ci sono in giro – una buona parte li hai già incontrati nel corso della tua vita.
Hai vissuto su un altro pianeta? 🙂
In sincerità, non ho mai preso grandi precauzioni per dormire in rifugi e ostelli, ma mi pare d’essere ancora intera, sempre che non sia una illusione lo stato di buona salute che mi accompagna da tutta una vita.
Fabio è divertente! 😊 E anche Paolo Pasini lo è! 🙂
Mi ero scordato i saluti.
… … …
Saluti da Fabio.
Sing Sing. Reparto di massima sicurezza.
Paolo, sei murato in camera tua?
Ti somministrano i pasti attraverso una finestrella?
E per la pipí? A orari prestabiliti?
L’ora d’aria in cortile? No, eh?
… … …
Benvenuti ad Alcatraz. Reparto di massima sicurezza. 😬😬😬
Balsamo. suggerimento 8.
Riva, io lo so, avevo letto”Allegro ma non troppo” del professor Cipolla. 🙂
Risultato:
Fino a un mese fa non avevo mai creduto in quello che leggevo !
A livello individuale si tratta di fare quello che abbiamo sempre fatto in montagna : procedure essenziali di sicurezza, attenzione, senso di responsabilità verso se stessi e gli altri e un po’ di attributi, poi vada come vada. È comprensibile che ha responsabilità di business deve cautelarsi anche formalmente: la burocrazia può essere più letale di un virus. Quindi se pensiamo di usare le strutture aiutiamo coi nostri comportamenti chi di montagna vive.
Penso proprio che noi “over” fino al vaccino dovremo convincerci a girovagare da soli senza entrare mai in una costruzione, da nessuna parte sia, a gustarci nemmeno una mezza o una radler o una panche bella fresca: ombrello e giacca pesante per sicurezza.Il rischio che correremmo sarebbe per una buona percentuale la morte e per un’altra assai simile l’intubazione e la distruzione dei nostri polmoni, quindi direi un 50% futuro senza montagna se ci ammaliamo.
Dopotutto cosa sono sei mesi a fare i bravi e gli ubbidienti ? 🙂
La montagna so bene che mi aspetta sempre e solo ora mi accorgo lentamente che posso sistemare tante cose ferme da decenni.Qui noto una interpretazione per me divertente: Le camere a sei posti letto, le utilizzeremo per tre persone…. Non sono tante le regolette da seguire, ma proprio non riusciamo a metterle tutte e sempre tutte insieme: qui si pensa forse solo alla distanza?!?!
Il virus gira e impiega almeno un giorno prima di morire: possibile che non entri nei nostri cervelli ?????
Immaginiamoci in una stanza chiusa cosa succede…. lenzuola, coperte, maniglie, appendini, finestre, ciabatte, lavandini, interruttori, stufe, sedie, ……
Poiché io non capisco, mio figlio da 10 giorni mi tiene rinchiuso in casa e mi minaccia dolorosamente se oso tentare di uscire 🙂
L’intelligenza è un dono che viene dato a tutti, gratis, alla nascita.
Il problema sta nel farne buon uso.
Cosa ho vinto ? 🙂
Quiz per Giuseppe Balsamo al 21: per ogni italiano intelligente, quanti ce ne sono di non intelligenti? Dai, che è facile!
Amo il pragmatismo di chi, abituato a vivere e a lavorare in condizioni tutt’altro che facili, evita il piangersi addosso, gli inutili lamenti, l’attribuzione della colpa a questo e quell’altro, il minimizzare e l’ingigantire, il parlare a vuoto di cose che non conosce, e si prepara semplicemente ad affrontare la situazione con lo strumento più potente di cui dispone. La propria itelligenza.
Gli accorgimenti prospettati dal Gestore hanno la funzione di mitigare il rischi di contagio, tenendo ben presente che il rischio non si può eliminare.
Alcuni comportamenti, anche involontari, dei fruitori potrebbero essere una variabile non trascurabile e non molto remota per avvalorare la non eliminazione del rischio.
Caso: Utilizzo dei posti tavola sebbene ridotti all’interno del rifugio rispettando le distanze prescritte ai tavoli. Nel caso di avventori asintomatici durante la consumazione dei pasti questi per ingoiare bevande e cibi solidi dovranno inevitabilmente togliere la mascherina dalla bocca. Mettiamo il caso che vada loro di traverso il cibo o la bevanda e per espellerli inevitabilmente iniziassero a tossire il virus inonderebbe l’intera stanza.
Caso: Utilizzo posti letto per pernottamento. Vale il caso sopra esposto.
Caso: I bagni in comune, a seconda dei comportamenti dei fruitori all’interno degli stessi potrebbero rivelarsi potenzialmente settici poichè il virus può essere veicolato tramite gli escrementi alle maniglie delle porte, rotoli di carta igienica, rubinetti dei lavabi saponette e dispenser con saponi liquidi. (Anni fa al rifugio Benevolo al mattino avevo sorpreso un turista tedesco che si faceva il bidet sul lavandino dove poi altri usufruivano per lavarsi i denti).
Rimane plausibile il servizio somministrazione pasti all’esterno all’aperto o sotto tendone.
In caso di improvviso forte temporale e fulminazione quanti potranno accedere come riparo all’interno del rifugio? (Al rifugio Vittorio Sella in una giornata di agosto un forte temporale ha provocato un corri corri per rifugiarsi all’interno del rifugio ed eravamo stipati come sardine persino sulle scale con il gestore che chiudeva porte e finestre.
… ingrassare la Gates & C grazie a nuovi vaccini.
L’ingrasso è il punto 2.
Il punto 1 è il controllo.
Io spero ancora che abbia ragione il premio Nobel Montagnier, uno dei pochi scienziati non corrotti o di parte o impreparati che ho sentito, che ha detto che ci sono buone probabilità che il virus prodotto artificialmente se ne vada naturalmente. Come la maggior parte dei virus malefici che lo hanno preceduto, senza bisogno di ingrassare la Gates & C grazie a nuovi vaccini. Se non sarà così sarà meglio prendersi il virus e curarlo subito come una normale influenza con semplici medicinali appositi, che adesso, sulla base dell’esperienza, ora si sa quali sono. Una vita con le mascherine a tempo indeterminato proprio non mi interessa. Se andrò ancora in un rifugio voglio che sia un rifugio come una volta. Sarà solo un modo triste per accelerare per tutti la fine di tutto. Quando si va per montagne o per mari bisogna assumersi dei rischi, altrimenti meglio morire. Intanto prima o poi bisogna farlo. Per il bene di un’umanità per cui il conto alla rovescia è molto probabilmente già iniziato. P.S. Invece di buttar via tanti soldi massacrando l’economia e creando un odioso e innaturale sistema di distanziamento sociale, nella mia ignoranza da uomo della strada credo sarebbe molto più importante investire tutto, dico tutto, per rendere possibili tamponi o esami seriologici generalizzati. E farlo subito. Si tratta di una priorità assoluta. Isolando poi gli untori, giovani o vecchi che siano. Dopo mesi di pandemia mi sembra che al riguardo si vada a passi di lumaca. Io sono rientrato un mese fa, in piena pandemia, da oltre oceano, respirando in aerei strapieni con passeggeri senza mascherine, per decine di ore. Ho chiesto di poter verificare se sono o meno un untore asintomatico: mi è stato detto che non è previsto, che non è possibile e chissà se e quando lo sarà.
Grazie, Guido! 🙂 Che ventata di buona energia!
Mi sento proprio questo! 🙂
Nel mio piccolo, farò di tutto per continuare a portare avanti i valori in cui credo.
Tuttavia, per le persone come me che hanno già una piccola economia (soprattutto per scelta di vita) e che non lavorano da mesi, non sarà facile supportare i rifugi che, a mio avviso, si vedranno costretti ad alzare i prezzi, lasciando anche parte del personale a casa.
Nota per i gestori: mi auguro che parallelamente alla proposta di stoviglie compostabili venga promosso l’utilizzo di piatti e bicchieri personali.
Buongiorno grazia, tu non sei né ottimista né pessimista, ma realista positiva (non al CV). I pessimisti sono quelli che remano contro, gli ottimisti quelli che vivono con la testa fra le nuvole, i realisti positivi quelli che invece vedono il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto e si impegnano quotidianamente per far sì che la qualità del mezzo pieno sia in continuo crescendo.
Concordo con Pasini. Tra l’altro io non mi sento né impaurito né facente parte del gregge. Piuttosto: faccio una scelta responsabile di serietà. Cioè: verificherò le future regole del gioco (alias le norme governative) e valuterò se mi interesserà o meno fare montagna finché ci saranno quelle regole in vigore (Lavazza: Il caffè è un piacere. Se non è buono che piacere è?). Probabilmente tali regole non incideranno quasi niente sul mio modo di fare montagna: come ho già raccontato, per indole, da decenni, faccio gite da solo o con mia moglie, su itinerari inconsueti e in valloni dimenticati. Ci sono posti così anche a 30-50 km da Torino, immagino lo stesso da qualsiasi altra città. Questo lo faccio in condizioni normali, figuriamoci adesso. E’ molto probabile, invece, che per quest’estate rinuncerò a quelle 3-4 gite in alta quota (ghiacciaio) che mi concedevo. Più che altro perché non mi va, ma solo per gusto personale, frequentare i rifugi con le regole che probabilmente saranno imposte. Ammiro moltissimo e rinnovo i complimenti a Manavella e ai suoi per la loro capacità programmatrice e dico che tutti gli operatori della montagna (rifugisti, guide, accompagnatori vari ecc) dovrebbero sfruttare le attuali giornate di stasi per organizzare diversamente la propria attività estiva. Ma io, per miei gusti personali, non penso che per quest’estate frequenterò i rifugi. Piuttosto utilizzerò la tenda. Non che sia felice di non utilizzar rifugi: spero in autunno di fare un giro in Cristalliera e poter poi bere una birra fresca al Selleries. Ciao!
Roberto, se mi conoscessi sapresti che io sono un’ottimista di natura.
Quel che sto esprimendo è puro realismo e senso pratico dettato da ciò che osservo, come è mia abitudine.
Per quanto mi riguarda, i comportamenti responsabili di una comunità non si misurano nelle distanze e nell’uso di dispostivi inutili quanto opprimenti (soprattutto all’aria aperta e in montagna) dettati da qualcuno, ma nel rispetto reciproco (vedi commento n. 1), nella solidarietà, nella salvaguardia degli spazi comuni.
Durante questi mesi ho visto guanti di plastica in ogni dove, carcasse di pneumatici fumanti, un egoismo senza scampo che ci vuole chiusi a casa senza curarci del vicino.
Può essere auspicabile e buono ciò che sta accadendo e accadrà?
Può darsi che i rifugi avranno quel tanto agognato ordine e “senso civico”, ma perderanno la loro vera natura di rifugio, quel luogo in cui potersi sentire protetti e accolti anche quando non eravamo attesi.
Accadrà, purtroppo, che il popolo, compresso per due mesi, finirà per accettare ogni sorta di regola pur di uscire, senza capire che entrerà in un’altra gabbia, ancor più regolamentata e opprimente.
Mi dispiace non mostrare esultanza al piegarsi del Selleries al nuovo paradigma, nonostante sappia che non ha alternative per sopravvivere, ma non mi è proprio possibile.
Provo un grande rispetto per i gestori. Mi è piaciuto molto questo scritto. E ho letto con piacere ed interesse i vostri commenti.
Io sono uno di quei *selvatici” che bivacca in tenda e, dunque, ha sempre usufruito poco dei rifugi. Continuerò a farlo, sono onesto, per spendere poco, mangiando cose preparate da me.
Ma mi pongo un dilemma, ricordando che sempre mi sono appoggiato alla gentilezza e a qualche piccolo servizio da rifugio, ottenendo sempre professionalità e attenzioni. Forse perché sapevano di quel selvatico figuro spettinato, che spariva in quota di notte.
Anche nel mio piccolo mi adopereró per aiutare i rifugi a sopravvivere. Lo meritano e sono essenziali per tutti noi.
Grazia, mi dispiace non essere riuscito ad attenuare un certo allarmato pessimismo che mi pare di percepire nelle tue parole, ma forse mi sbaglio ed è una mia proiezione sul tuo sentimento. Le valutazioni su chi ci governa forse sono influenzate dalle esperienze personali. Nella mia esperienza di baby boomer ho visto governi ben più forti e pericolosi di quello di Giuseppi. Qui ognuno fa quello che vuole e tira l’acqua al suo mulino. C’è stata di fatto la secessione delle regioni di bossiana memoria e il centro è un mediatore di interessi diversi e contrastanti, spesso scavalcato. Almeno avessimo un governo forte con una solida legittimazione popolare capace di guidare il paese in questo momento! Comunque lasciamo perdere questo livello e torniamo alla montagna, dove sono d’accordo con Crovella che molto dipenderà dai comportamenti responsabili della nostra comunità, a prescindere da quello che deliberanno stato, regioni, comuni, comunità montane, etc.,,e dall’eventuale ridicolo e dispendioso gioco a guardie e ladri, come accaduto con i runner urbani.
Va da sé che ai rifugi, così come ci vengono prospettati, andrà quasi esclusivamente un certo tipo di pubblico che, in linea di massima, non sarà guidato dalla passione e l’amore per la natura.
I rifugisti sono pronti anche a questo?
D’accordo con Matteo! 🙂
Caro Roberto, non amo le etichette, ma definire questo governo semplicemente “debole” mi par riduttivo, anche perché così sarebbe facile essere indulgenti nei confronti di atteggiamenti e direttive. E io non lo sono per nulla.
E poi proprio per rispetto di chi ci ha preceduti combattendo per la libertà, dovremmo mostrare la nostra dignità di uomini e cittadini – e invece vedo, più che altro, un gregge di pecore impaurite da un temporale.
Nel giro di quindici giorni saranno imposte applicazioni, braccialetti, vaccini e regole di ogni sorta che plasmeranno le nostre vite.
E tutto quello che sappiamo fare, a parte pochi coraggiosi, è guardare e cantare dalla finestra.
Ci rendiamo conto che l’abbraccio è diventato un gesto rivoluzionario?
“Noi non abbiamo la minima idea di come fecero i nostri colleghi, all’epoca della Spagnola nel 1918 e dell’Asiatica nel 1957. “ Non fecero proprio nulla, direi, e infatti nel primo caso i morti furono molti di più che nella grande guerra.
Comunque secondo me la birra dopo un giro in Cristalliera è essenziale, a costo di mettere un interfono, appoggiarla per terra sul terrazzo e andarla a bere in mezzo al prato: cerchiamo di mantenere il senso delle cose essenziali nella vita! 🙂
Cara Grazia, visto che è un tema di questi giorni, mi permetto un piccolo riferimento familiare. Il partigiano della Divisione Beltrami di cui porto il nome, sottoufficiale degli alpini che aveva fatto la campagna di Russia, fu ucciso in combattimento a 22 anni in Valle Strona (VB) il 12 aprile del 1945 insieme a due suoi compagni, uno di 18 e uno di 19 anni. Non abbiamo di fronte una dittatura nazi-fascita, ma un governo debole, a volte un po’ confuso e in preda al panico, che cerca di affrontare scelte importanti a cui forse non era preparato. Anche noi siamo di fronte a scelte personali importanti, ma manteniamo il senso delle proporzioni. Altri hanno visto di peggio. Ogni tanto ricordare non fa male: amore per la libertà e disciplina non sono necessariamente valori antitetici e bisogna coltivare, con realismo, la speranza che molte persone non sono disposte a rinunciare alla libertà in cambio della sicurezza. Prima di noi, in tempi più oscuri, qualcuno si è ispirato a questa speranza per andare avanti anche quando sembrava prevalere il contrario tra la maggioranza del popolo. Scusa il pistolotto resistenziale, ma ogni volta ci penso in questi giorni anche negli anni normali ma in quest’anno non normale questa considerazione sul senso delle proporzioni mi fa da guida e mi fa pensare che dobbiamo dimostrarci all’altezza di chi ci ha preceduto. Una buona giornata spero colorata di un po’ più di ottimismo.
A linea guida irregimentate siamo arrivati a fare danni ovunque.
Contenti sul nostro comodo divano.
Tacevamo, la morale etica lo imponeva.
In attesa le cose migliorassero.
Neppure caporali.
Mi compiaccio che ci siano individui così “responsabili” come Manavella (complimenti a lui e ai suoi collaboratori), capaci di saper organizzare la proprio attività futura adeguandola alle prossime (prevedibili) regole. E’ anche vero che per alcuni rifugi (principalmente in alta montagna) le cose diventeranno talmente complicate che… non so bene se si troveranno le soluzione operative. Più in generale: andrà tutto bene se ci sarà il massimo senso di responsabilità da parte di tutti, operatori e fruitori della montagna (questi ultimi a prescindere dall’utilizzo o meno dei rifugi). Se tutti staranno distanti, dentro e fuori dai rifugi, se ciascuno saprà calibrare la propria velocità di progressione (in modo, per esempio, da evitare di far combaciare più gruppi familiari), se si useranno sempre i dispositivi ecc ecc ecc… allora ne guadagneremo tutti, in termini che non verranno presi provvedimenti ancora più stringenti. Se, invece, la collettività degli alpinisti/escursionisti sarà a maggioranza superficiale e non diligente, magari in un secondo momento (esempio: al seguito di nuovi focolai riconducibili al rifugi X o all’escursione Y) verranno presi provvedimenti molto severi a scapito di tutti noi (esempio: divieti specifici di andare in montagna ecc). Questa dovrebbe essere la linea guida del nostro futuro comportamento. Buona giornata a tutti!
Ieri sera ho letto con attenzione l’editoriale e la rubrica “peak&tip” della rivista del CAI, in cerca di segnali che ne evidenziassero la posizione o perlomeno le tendenze.
Purtroppo ho trovato la frase “A tutti noi è richiesta una grande capacità d’adattamento alla situazione, fiducia nel nostro sistema sanitario e nelle scelte politiche attuate per contrastare il virus”.
Non posso fare a meno di pensare all’allineamento del Club Alpino alle politiche fasciste ai tempi di Mussolini.
intanto ci sarà una bella scrematura che vi darà una mano per gli spazi. Gli over60 non ci saranno.
Ci riunchideranno in casa perchè siamo fragili, da proteggere…naturalmente senza pensione poi moriremo di fame.
Dove non ci sono riusciti la Fornero e Monti ci ha pensato il Covid
Ringrazio ancora una volta Massimo e la Banda del Selleries per le loro riflessioni e proposte.
Mi preme, però, sottolineare che ciò che sta sfuggendo ai più è che le direttive che verranno fornite non saranno affatto temporanee, ma diventeranno parte integrante della nostra vita per sempre, salvo ulteriori restrizioni.
Mi duole constatare che è vero che la maggior parte delle persone sono spaventate da un possibile contagio, ma anche ribadire che molti come me non l’hanno mai avuto e per tutti noi sarà ancor più difficile accettare i nuovi paradigmi.
Lo sforzo di Manavella è encomiabile e a lui e a tutti i suoi colleghi va tutta la nostra solidarietà concreta e non astratta. Tuttavia tra noi frequentatori non professionisti delle terre alte credo vada fatto con franchezza e con coraggio un discorso chiaro. Possiamo applicare con il dovuto rigore tutti i protocolli che vogliamo, compreso il protocollo Burioni che sarà applicato in Ferrari (rilevazione della temperatura quotidiana, ogni giorno due mascherine, guanti e occhiali da cambiare ogni settimana, sanificazione due volte al giorno etc) ma la possibilità di contagio non viene eliminata. Questo soprattutto dove accede pubblico esterno che non puoi controllare. Una mascherina usata per più di un certo numero di ore non serve a nulla, così mi dicono. Tanto vale non portarla. Perciò ognuno fa le sue scelte. Se si vuole andare in certi posti è giusto adottare con buon senso alcune precauzioni di base che riducono il rischio, senza stressarsi troppo con procedure che possono avere solo un valore di facciata, poi però si accetta il rischio e “prepararsi all’impatto”. In fondo è esattamente quello che facciamo andando in montagna, anche a livelli non estremi. Procedure, attenzione e rischio consapevolmente accettato. Questo lo sanno, credo, anche le autorità che hanno deciso di aprire varie attività, ma un po’ ipocritamente non lo dicono in modo esplicito perché tendono a considerare i cittadini un po’ bambini. D’altra parte è inevitabile: se allevi conigli perché sono più facilmente governabili, non puoi pensare che si comportino come leoni quando il gioco si fa duro. Noi non siamo bambini, ma donne e uomini adulti, non saremo leoni ma neanche conigli, dobbiamo guardare in faccia la realtà senza raccontarci balle rassicuranti. Se uno vuole ridurre al minimo il rischio di contagio se ne sta per conto suo o al massimo va un compagno sicuro, frequenta luoghi fuori mano ( è possibile con un po’ di creatività come altri hanno già osservato) e si rende completamente autonomo e aspetta che passi la nottata. Nel rispetto delle regole sociali, ognuno, come sempre, è arbitro del suo destino e della buona o cattiva sorte.
Le considerazioni “pago quindi pretendo” non saranno più di moda in questa nuova epoca. L’arroganza è passata a miglior vita. La fretta e la scortesia di coloro che vedono esclusivamente loro stessi non saranno più di casa, nel rifugio che gestiamo. Ai 2023 metri di quota dell’Alpe Selleries nel post-covid, non ci sarà più posto per coloro che non faranno della comprensione e della disponibilità il loro metro di misura.
Ben detto, e ottime anche le riflessioni finali.
Chissà che non ci sia la possibilità di rivedersi fra un po’.
Forza, Banda del Selleries!