Lo scritto, del febbraio 2021, è una serie di considerazioni di ordine filosofico-spirituale (non religioso). Alla fine vi sono anche alcune riflessioni sulla gestione della faccenda CoViD-19 in Italia e in altri paesi. Dello stesso autore segnaliamo i due libri Siamo tutti Dei (2018) e Intuizioni (2019), editi da OM Edizioni di Quarto Inferiore (Bo).
Appendice a Intuizioni
di Paolo Tolardo
L’ingiustizia umana è solo frutto di diseducazione, perché l’uomo è essenzialmente buono. La malvagità non è intrinseca dell’essere umano, ma costituisce un errore, una pericolosa quanto diffusa malattia della mente che si chiama ignoranza. Ignoranza e stupidità sono nemiche del Bene assai più pericolose della malvagità. Contro il male si può protestare e se necessario ci si può opporre con la forza, ma contro ignoranza e stupidità siamo disarmati: per superarle è necessario un lavoro lungo e impegnativo di liberazione interiore ed esteriore. Sia in campo politico che in quello religioso, la potenza del dittatore per manifestarsi ha bisogno della stupidità degli altri che, incapaci di critica e sedotti dalla forza del capo, diventano strumenti privi di volontà, capaci di commettere qualsiasi male per obbedire agli ordini, come ben dimostrato dal movimento nazista. Molti pensano che la via del dovere sia la più facile per uscire dalla confusione delle possibili decisioni da prendere e così un ordine è considerato come la cosa più sicura: la responsabilità ricade su chi lo dà e non su chi lo esegue. Ma chi si limita al dovere non avrà mai il coraggio di compiere un atto libero di cui egli sia unico responsabile, mentre questo è il solo gesto valido per colpire il male e vincerlo. L’uomo ligio al dovere finirà per eseguire anche gli ordini più turpi e le debolezze umane vengono più alla luce nei periodi turbolenti che non in quelli tranquilli. In momenti agitati è facile per il tiranno, spregiatore di uomini e valori, approfittare della viltà, alimentandola e dandole altri nomi: chiama responsabilità la paura ed ambizione la cupidigia, mentre la dipendenza di carattere diventa solidarietà, la brutalità attitudine al comando ed il disprezzo per l’uomo, amore per il prossimo. Le poche persone rette vengono infangate: il loro coraggio è chiamato rivolta, la disciplina fariseismo, l’autonomia arbitrio e la nobiltà d’animo alterigia.

Se guardiamo bene, ogni giorno possiamo vedere persone abbastanza giuste, non per dovere, obbedienza o per essere in regola, ma perché prescindono del tutto da qualsiasi riferimento religioso. Il loro comportamento è la più chiara smentita del dogma del peccato originale: questa contorta invenzione dei santi Paolo e Agostino, per cui l’uomo è intrinsecamente malvagio. Invenzione tanto disumana quanto insensata per la quale perfino i bambini finivano tra le fiamme dell’inferno se morti senza battesimo. La luce di giustizia insita in noi non è proprietà di alcuna filosofia o religione. È da tale luce che scaturisce la chiara formula della giustizia relazionale “Non fare agli altri ciò che non vuoi gli altri facciano a te”. Per amare gli altri occorre prima sapere amare se stessi. Ciò non vuol dire desiderare una vita agiata, molto denaro e beni di lusso, ma desiderare e stabilire buoni rapporti con familiari, amici, colleghi, conoscenti e tutti gli altri esseri. Infatti non possiamo essere sereni se avidità, disprezzo o odio sono presenti nella nostra vita. Quanto più si cresce e si diventa consapevoli, tanto più si soffre perché, anche se si sta bene in se stessi, non si può non partecipare alla sofferenza degli altri esseri, umani e non. Chi entra nel mondo della sofferenza, sia come terapeuta che come malato, dovrebbe sapere che il dolore cresce dove non c’è consapevolezza, la quale non agisce da antidolorifico, ma fa del dolore uno strumento per una migliore conoscenza di sé. I frutti del lavoro interiore sono facilmente riconoscibili: basta aprire gli occhi per vedere che ci sono esseri umani falliti, incapaci di ascolto e di contatti reali, perché imprigionati nella gabbia dell’ego. Oppure sono scontenti di sé e della vita, imbruttiti, incattiviti, sfiduciati, sommersi da ignoranza e stupidità. E vediamo altri esseri umani che vivono lieti, sereni, grati della propria condizione: persone sul cui volto risplende la luce dell’intelligenza e della bontà. Quindi da una parte individui infelici e collerici che trasmettono energia negativa e dall’altra persone serene che trasmettono energia positiva. La liberazione interiore dell’uomo, con studio e riflessione per una vita responsabile di fronte a se stesso, è l’unico reale superamento di ignoranza e stupidità. È urgente unire le intelligenze e capacità migliori a livello mondiale in un progetto unico di miglioramento della qualità della vita di tutti gli esseri, con buona pace dei più brillanti teologi che, con i loro esasperati sofismi, favoleggiano di gratuiti aiuti all’uomo dal cielo.
Soprattutto i paesi più ricchi devono passare dalla società dell’Avere e dell’Apparire, alla società dell’Essere. Da secoli filosofi, maestri spirituali e scienziati ci indicano come comportarci, ma cupidigia, ignoranza e stupidità ci distraggono dall’unica strada praticabile per evitare l’autodistruzione. Ed il compito degli intellettuali è quello di mettere in guardia e gridare alle masse che la modernità ha portato con sé un progresso malato. Alla nostra enorme crescita tecnica non fa riscontro una analoga crescita etica. Dalla povertà dell’etica discende la presente povertà della politica e la mancanza di controllo sulla potenza tecnica. Non ha senso istruire la mente trascurando l’educazione del cuore inteso quale centro operativo della volontà. L’etica, comportamento corretto rivolto al bene, non è un optional, ma oggi più che mai una necessità. Nella sua fase iniziale il lavoro dell’etica consiste nel farci distaccare dal gregge e diventare egregi (fuori dal gregge). Dobbiamo decidere di non essere più come ci vogliono genitori, amici, colleghi, partner, movimento, religione, moda, società dei consumi. Ognuno può cambiare la propria condizione e diventare autenticamente se stesso.
Il condurre una vita “virtuosa” consiste nell’amore per la bellezza della pulizia interiore, attratti dalla giustizia. Qualcosa di nobile e vero si affaccia in noi: seguendolo possiamo diventare un po’ meno grossolani e falsi, quindi migliori. Quando rispondiamo sì a questo richiamo ci tendiamo nella giusta direzione: questa giusta direzione in noi si chiama Etica. Essa è la manifestazione della superiorità dello spirito rispetto alla superficialità del materialismo. È l’etica a rendere legittima la religiosità, esattamente il contrario della pretesa delle religioni di farla scaturire da se stesse. Essa è un valore esclusivamente umano che non deriva da alcuna autorità soprannaturale. Molte religioni, rifiutando di metabolizzare questo concetto, complicano e angustiano la vita umana con le nozioni di caduta, peccato, necessità di riscatto e dolore meritato.
Le chiese cattolica e luterana sono state mute quando avrebbero dovuto urlare perché il sangue degli innocenti gridava al cielo. Esse hanno visto l’uso della forza bruta, hanno osservato la sofferenza fisica e morale di innumerevoli innocenti, l’oppressione, l’odio, l’assassinio, senza alzare la loro voce e correre in soccorso. Hanno assistito in silenzio alla spoliazione ed allo sfruttamento dei poveri, all’arricchimento ed alla corruzione dei potenti. Hanno scelto la sicurezza, la tranquillità, il possesso e l’onore a cui non avevano diritto. Hanno stimolato anziché limitato la concupiscenza: le chiese hanno rinnegato Cristo.
La nostra meta deve essere una società di esseri liberi e felici che si prodigano con sforzo costante per liberarsi degli istinti antisociali e distruttivi. E la morte non ci travolge, perché siamo eterni: è solo una parte del nostro esistere, una condizione necessaria per la costruzione personale della felicità che è l’oltrepassare tutte le contraddizioni e non un premio concesso. I sensi ci permettono di sperimentare l’ambiente in cui viviamo: tramite essi l’anima si nutre dello spettacolo della vita, produce coscienza e poi consapevolezza. L’uomo è divino ed ha il potere di fare miracoli quotidianamente: Cristo ha sempre ribadito questo concetto. Quando ci si libera dalle spinte dell’ego, il miracolo è a portata di mano e la salute è il nostro primo dovere: salute di corpo, mente e spirito. Non rispettare questo dovere è indice di scarse saggezza e moralità: è ciò che nella terminologia cristiana viene detto “peccato”. La salute fisica dà vitalità, la psichica dona serenità ed allegria, la spirituale dona significato. La sincerità è il fondamento di ogni vita spirituale e quando questa base viene a mancare non rimane alcuna spiritualità: è quanto accaduto al cristianesimo. Pensando di tacitare con la violenza dell’Inquisizione e del patto col braccio secolare le obiezioni rivoltegli nel nome della verità durante il medioevo e l’epoca moderna, il cristianesimo ha perso la sincerità, facendo seccare la sorgente della spiritualità in Occidente.
La principale fonte dei conflitti tra religione e scienza sta nell’idea di un dio personale, cioè un essere onnipotente visto come persona creatrice, persona padre, persona padrone, persona giudice ecc. Nell’impegno per il bene, i maestri delle religioni devono sapere rinunciare alla dottrina di un dio personale, rinunciare cioè alla fonte di paura e speranza che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio. Più l’uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più diventa evidente che il sentiero verso la religiosità genuina non passa per la paura o per una fede cieca, ma per gli sforzi in direzione della conoscenza razionale. La ricerca scientifica diminuisce la superstizione e promuove il ragionamento. Alla base di ogni lavoro scientifico c’è la convinzione che il mondo può essere compreso con la ragione. Dobbiamo pensare a un Dio che si rivela nell’armonia di tutto ciò che esiste (Dio di Spinoza) e non a un dio che si occupa delle nostre faccende. Lo scienziato trova la propria ricompensa nella gioia della comprensione e non nelle possibili applicazioni delle sue scoperte. L’intelligenza e l’immaginazione umane sono le potenti forze, troppo spesso usate male, che hanno creato tutte le religioni esistite ed esistenti, anche quelle cosiddette “rivelate”. Come dice Piergiorgio Odifreddi, se la Bibbia fosse ispirata da un dio, non dovrebbe essere corretta, coerente, veritiera, intelligente, giusta e bella? Come mai trabocca invece di assurdità scientifiche, contraddizioni logiche, falsità storiche, sciocchezze umane, perversioni etiche e bruttezze letterarie? La matematica e la scienza sono l’unica vera religione, il resto è superstizione e la religione è la matematica e la scienza dei poveri di spirito. Mentre Albert Einstein dice che le idee più belle della scienza nascono da un profondo sentimento religioso in assenza del quale resterebbero infruttuose. Egli ritiene che questo tipo di religiosità sia l’unica esperienza creativa dell’uomo moderno. Invece Luis Borges dice che la teologia è un ramo della letteratura fantastica.
Gesù Cristo per i credenti è il campione della sofferenza, offerta per la redenzione dell’uomo. A ben considerare però, tutta la sua sofferenza, concentrata in pochi giorni, sbiadisce se paragonata con quella di chi è morto nei lager nazisti, nei gulag sovietici, nelle miniere africane, nelle piantagioni brasiliane o di chi ha passato una vita infermo in un letto o su una sedia a rotelle. E ci sono due modi di considerare la vita: uno come se niente fosse un miracolo e l’altro come se tutto lo fosse. La nostra relazione con la Grande Energia o Grande Spirito ha un potere organizzativo capace di collegare il nostro Io a tutti gli altri esseri. Quindi possiamo vedere noi stessi come figli, gli altri come fratelli, il principio costitutivo del mondo, con tutte le sue cose, come Padre: Grande Spirito, Grande Energia.
La meta suprema da raggiungere è la leggerezza, il pieno distacco da sé, la realizzazione del vuoto a cui richiamano buddismo e taoismo. Questo stato si può trovare solo nell’l’infanzia o nella vecchiaia inoltrata, quando la battaglia per la vita non è ancora iniziata o è già conclusa. Quando cioè non si hanno ancora, o non si hanno più, responsabilità per gli altri ed il segreto dello spirito creativo sta nel conservare la disposizione d’animo dell’infanzia di meraviglia per tutta la vita. È questa disposizione che dà al genio la percezione giusta del mondo. Dobbiamo essere così non per gli altri, ma per noi stessi: non importa cosa gli altri pensano di noi, perché vogliamo Essere e non Apparire. Come dice Pavel Florenskij, avere una disposizione d’animo chiara e trasparente, una percezione integrale del mondo e portare avanti un impegno in modo disinteressato ad aspetti economici: vivere così da poter dire, nella vecchiaia, di avere preso il meglio dalla vita, di avere fatte proprie le cose più belle e nobili del mondo. Le virtù, disposizioni rivolte al bene senza aspettative di premi o castighi, vanno coltivate non perché importanti per questa vita, ma per realizzare il nostro vero sé che vivrà in eterno. E l’armonia derivante dalle buone relazioni tra gli uomini e dal rispetto per tutti gli esseri, dovrebbe costituire l’unica gratificante ricompensa per l’umanità. Il contrario della felicità non è il dolore, ma la noia perché il mondo nonostante tutte le sue meraviglie non ci dice più nulla. La noia nasce fondamentalmente come nausea di sé e l’amore muore quando il volto dell’altro non ci desta più stupore, perché limitati dalla nostra ristretta visione delle cose. La felicità sta nella capacità di essere generatori di bene: solo nella generosità l’uomo attinge alla felicità che è BENE CONDIVISO. Essa non è uno stato originario, ma una meta da raggiungere e, purtroppo, più da approssimare che da possedere pienamente.
Quando capiamo che il nostro punto di vista è sì vero, ma non è il “Vero”, perché non è l’intero, ma solo una parte e perciò può essere anche ingannevole, siamo sulla strada giusta per evitare il pericolo del fanatismo e di quello opposto del cinismo che non crede ad alcunché. È attraverso questa ricerca di equilibrio tra la nostra parte e quella degli altri sulla bilancia della mente che diventiamo giusti. Giusto è colui che non cerca di vincere facendo prevalere la propria parte o il proprio partito ma, per quanto umanamente possibile, cerca l’armonia delle parti, qualcosa di più grande del proprio parziale punto di vista e cioè cerca l’intero, la verità. Giustizia significa impegnarsi per chi è indifeso, con un impegno attivo e audace.
Possiamo vedere il libero arbitrio come l’arbitro libero e indipendente dentro ognuno di noi che dirige la partita tra due squadre: da una parte la squadra degli impulsi, dei desideri, delle voglie, dei capricci, delle decisioni ingiuste: insomma il totale della dimensione irrazionale, romantica, pulsionale, emotiva, egoista; dall’altra parte la squadra della ragione, del controllo, dell’auto dominio, dell’adesione a valori oggettivi superiori, della deliberazione razionale, della consapevolezza, del senso del dovere e della giustizia.
Di che cosa muoiono le democrazie (ammesso che al mondo siano esistite ed esistano vere democrazie)? I virus più letali sono la plutocrazia (governo dei ricchi), la tecnocrazia (predominio dei tecnici) ed il populismo (esaltazione demagogica delle classi popolari). La deriva plutocratica è in atto in molte (pseudo)democrazie. Alcuni anni fa l’Italia ha esibito la versione più gaglioffa e spudorata di questa situazione, con un capitalista premier che era letteralmente padrone di una parte del parlamento, per il modo in cui selezionava i candidati del suo partito. Il berlusconismo volgare e gaudente è stato (ed è) una patologia nostrana che ha segnato per sempre la società italiana, spiritualmente degradata da molte trasmissioni di diverse TV private. Grottesca e gaglioffa, la versione italiana del decadimento democratico americano, ha portato alla testa del paese l’uomo più ricco, il padrone delle TV, in una identificazione totale fra patrimonio e controllo del governo, addirittura con il fenomeno delle leggi ad personam. In un sistema di democrazia rappresentativa, una minoranza organizzata può facilmente farsi eleggere e diventare classe politica se è coesa attorno ad un capo e possiede mezzi per comunicare il proprio pensiero alla massa della maggioranza. Proprio ciò è avvenuto in Italia agli inizi degli anni novanta dello scorso secolo. Un uomo che disponeva di grandi ricchezze raccolse attorno a sé un gruppo di seguaci scelti fra i dipendenti delle proprie aziende e a lui particolarmente devoti; impiegò con grande mestiere le TV, le radio ed i giornali, si presentò agli elettori e la maggioranza lo votò facendolo diventare primo ministro. Ma denaro, dipendenti devoti, TV e benedizione materna non sarebbero bastati a Silvio Berlusconi se la fortuna non gli avesse regalato un prezioso aiuto: la mancanza di una classe politica capace di combatterlo con determinazione. Ha vinto cioè perché c’è stato il tradimento dei responsabili che avrebbero dovuto impedirgli di accumulare tanto potere. Del berlusconismo ricordiamo gli aspetti più appariscenti: spettacoli televisivi, cortei di auto, forze dell’ordine a disposizione, bandiere, luci, colori, teatri, nave Azzurra, ecc. Insomma una finzione molto più accattivante della realtà, addirittura con affari di stato trattati nelle ville private in Sardegna, ad Arcore, a Portofino, ecc. E le donne? Il loro ruolo di cortigiane era di allietare il signore ed i cortigiani: senza le cortigiane la corte sarebbe tetra e noiosa. In molti casi erano meno colte delle pari grado di un tempo, essendo per lo più divette, soubrettes, escort, veline, il cui biglietto da visita era il proprio corpo. C’era anche il giullare, il buffone; c’erano gli inni da cantare insieme, composti da signore e giullare. Ma proprio perché la canzonetta è senz’anima, è perfetta per un popolo di cortigiani che l’anima l’hanno venduta al signore. Il premio più diffuso a corte è il denaro: più è vicino al signore, più il cortigiano si arricchisce. Chi si ostina a non scegliere la ricchezza quale fine primario della vita, viene disprezzato e deriso. Avviene anche che un condannato per corruzione aggravata di giudici, diventa ministro ed un condannato in via definitiva per frode e concorso in associazione mafiosa, arriva a sedere alla camera dei deputati, al parlamento europeo ed al senato della repubblica. Ma ovunque la deriva plutocratica è reale: non è un golpe, ma passa attraverso il consenso delle masse purtroppo ignoranti. Ampi strati della popolazione americana, per esempio, da più di quarant’anni votano contro il loro interesse, accettando politiche fiscali che beneficiano una ristretta minoranza. Che il berlusconismo possa essere stato il terminale di una malattia presente in forme diverse e meno acute in altri paesi dell’Occidente, è stato un timore affiorato sempre più spesso tra gli osservatori internazionali più seri. Ecco, per esempio, un editoriale di Frank Bruni apparso sul New York Times del 12 settembre 2011 col titolo L’agonia del bunga bunga: “Noi americani ci siamo divertiti parecchio con le vicende di Berlusconi, perché sono sconce, ma anche rassicuranti. Le follie della nostra politica impallidiscono di fronte a questa opera buffa a luci rosse. Ma non dovremmo limitarci a ridere: la discesa dell’Italia da nazione gloriosa a ridicola, con le sue distrazioni carnali e giudiziarie, è un monito per tante democrazie occidentali che, dal benessere hanno tratto un falso senso di sicurezza: hanno lasciato che troppe idiozie facessero danni reali e non hanno imposto ai propri leader di rispondere delle loro responsabilità. A deludere di più gli americani è stato il comportamento dell’elettorato cattolico italiano che ha votato per Berlusconi, la cui immoralità sessuale non è il più pericoloso dei sui difetti”.
Oggi i bambini vengono troppo spesso violentati con l’esigenza di prestazioni sia nella scuola, che nello sport e non è raro sentire genitori di giovani calciatori incitarli alla violenza. Ed i bambini hanno diritto ad una sessualità naturale, spontanea e felice. Il bambino che non viene represso sessualmente cresce sano, equilibrato, senza tare ed ambizioni sbagliate. Pagare meglio gli insegnanti veramente preparati e capaci è anche un segnale per cambiare la scala dei valori di una società. Perché un trader che specula in borsa può girare in Porsche, mentre il professore che sta formando le nuove generazioni, fa fatica ad arrivare a fine mese? Chi dei due crea più valore per la società?
Donne, eroine anonime, capaci di concretezza, donatrici di vita e d’amore, che lavano i bambini, placano le grida, riempiono le bocche; serve immemori i cui gesti dispensano sollievo, pulizia, piacere; umili combattenti del quotidiano, regine dell’attenzione e della tenerezza che medicano le ferite e le afflizioni. Gli uomini custodiscono le porte della società che genera morti e sviluppa odio: le donne custodiscono le porte della natura che fabbrica vita ed esige amore. Donne che ascoltano con quel misto di rispetto e maternità che non prende del tutto sul serio il prossimo; quel senso materno che le donne intelligenti hanno per i grilli dell’uomo. Ma anche donne di umili condizioni che, dietro compenso, affittano il proprio utero: una volta erano schiave del patriarcato, ora lo sono del mercato. E donne in carriera che non sopportano la fatica della maternità: rovinerebbe l’estetica del corpo che deve rimanere sempre giovane ed attraente. Col dominio del materialismo, donne e bambini sono diventati merci. Il nascituro è diventato articolo di commercio, prodotto del capriccio dell’adulto che, consumatore desiderante, può ordinare “alla carta” il figlio che più si adatta ai propri gusti. Il potere raggiunge il massimo del controllo sulle anime quando convince gli schiavi che il nemico è chi è nelle loro stesse condizioni o addirittura chi sta più in basso. La lotta da verticale tra le classi, si è disposta in orizzontale tra gli sconfitti della mondializzazione, tra omosessuali ed eterosessuali, tra migranti ed autoctoni, tra islamici e cristiani, tra atei e credenti, tra uomini e donne e l’élite plutocratica trionfa indisturbata. Le plebi sottopagate sono ora impegnate a guerreggiare tra loro. Nel quadro del nuovo ordine mondiale a flessibilità totale, si deve rimanere eternamente giovani e quindi eternamente precari. Regna la religione del consumismo che vuole tutti bambini sempre desideranti, in continuo movimento e senza radici. Per il consumismo, legato al capitalismo esasperato, tutti gli ostacoli, tutte le differenze devono sparire. Quindi via confini, via dogane, via ogni restrizione alla circolazione delle merci, via sovranità nazionali, via differenze tra i sessi che devono poter usare gli stessi prodotti. Le donne devono mascolinizzarsi con il gioco del calcio, col pugilato, con la spavalderia e l’aggressività tipica del maschio e gli uomini devono femminilizzarsi con atteggiamenti, depilazione, cosmetici e trucchi tipici delle donne. Si ha così la creazione di un modello unisex, con eliminazione delle differenze tra i sessi e la demonizzazione, come omofobo e intollerante, di chi non introietta questa ideologia. Da anni i governi di alcuni paesi hanno fatto propri questi concetti, per cui in alcune scuole oltre agli articoli maschile e femminile è stato introdotto l’articolo neutro e solo ad una certa età il minore deciderà se vuole essere maschio, femmina o gay (movimento LGBT).
Il vero pericolo nei progressi della robotica e dell’intelligenza artificiale, non è quello di creare macchine che, perché perfette, possono prendere il sopravvento sull’uomo, ma che individui malvagi possano causare danni molto gravi all’umanità e all’ecosistema, perché in grado di disporre di computers e robots potentissimi solo per il loro malvagio interesse. La nuova conoscenza acquisita con l’intelligenza artificiale, se guidata da buone intenzioni ci permetterà di accelerare la nostra evoluzione spirituale. Invece se motivata da intenzioni cattive, l’umanità potrà essere schiavizzata da uomini pieni di odio ed egoismo. La scelta è solo nostra: si tratta della grande sfida che la società deve affrontare il più presto possibile.

Considerazioni sul fenomeno Coronavirus
L’egoismo dei grandi ricchi, padroni di TUTTI i mezzi d’informazione ha a disposizione diversi strumenti per dominare le masse di tutto il mondo che, ignoranti e sapientemente terrorizzate, accettano acriticamente tutto quanto loro propinato da chi vuole una civiltà di tipo medievale: tanti sudditi, oggi con il computer, e pochi signori. Si tratta di un disegno a livello mondiale che viene avanti da diversi anni e ben evidente per chi non si accontenta di “bere” tutto quanto profuso da TV, radio e giornali, ma si sforza di chiarirsi dubbi e perplessità con osservazione attenta dei comportamenti sociali e con ricerche personali al di fuori dell’informazione ufficiale. Nel mio libro Intuizioni, in nuce c’è già la messa in guardia circa il progetto di Governo Unico Mondiale del quale il CoViD-19 è un pratico strumento di attuazione. I detentori del potere sanno bene che, con il bastone della Paura e la scusa dell’Emergenza, alle masse si può fare accettare tutto, anche le più assurde prese in giro e restrizioni alle libertà personali: purtroppo ne fanno le spese anche quel 20% circa di individui che ancora si impegnano ad usare la testa e vedono bene tutte le manovre di raggiro e sfruttamento dei potenti. Il è capitato (o voluto?) a fagiolo, con gli indiscutibili casi dolorosi così barbaramente strumentalizzati e SPETTACOLARIZZATI dai padroni dell’informazione per spaventare i creduloni dell’andrà tutto bene (ricordate i canti e i balli sui balconi della primavera 2020?), convinti che i governanti si interessino della nostra salute, mentre dovrebbe essere evidente a tutti che, ormai da tempo, si impegnano per distruggere la sanità statale, la scuola (sudditi ignoranti sono più facilmente dominabili), l’economia e la vita sociale. Facile ed ipocrita dare la colpa di tutti i mali al Coronavirus, mentre dovrebbe essere chiaro che essi sono dovuti ad incapacità, a sete di potere a all’ingordigia degli immancabili approfittatori. Le probabili vittime di tumulti che sorgono sempre più numerosi in città italiane ed estere, andranno imputate alla volontà di oscuri manovratori del potere economico, di insaziabili multinazionali del farmaco e di incapaci governanti a livello mondiale. Sulla coscienza di chi ha voluto il famoso “lock down” e continua a imporre assurde restrizioni, ricadono anche gli aumenti di:
• violenza sui minori e sulle donne, con i noti “femminicidi”;
• decessi dovuti ad altre patologie per mancata assistenza sanitaria, deviata quasi esclusivamente sul CoViD 19;
• suicidi;
• consumo di psicofarmaci, droghe ed alcool;
• aggressività sociale in tutti i contesti;
• ecc.
Potrei elencare tutti i danni provocati con protervia alle nostre vite da chi finge di occuparsi della nostra salute e invece ha ben precisi interessi di sfruttamento del prossimo ma, a chi fosse interessato a capire molti aspetti delle dinamiche sociali attuali, mi limito a suggerire di consultare Internet, prestando attenzione critica a pensatori come Enrica Perrucchietti, Paolo Gulisano, Diego Fusaro, Massimo Cacciari, Marco Bersani, Mauro Scardovelli, Massimo Mazzucco, Guido Grossi, Antonio Galloni, Antonio Rinaldi, Paolo Becchi, Piergiorgio Odifreddi, Ugo Mattei, Umberto Galimberti, Fausto Carotenuto, Raffaele Fiore, Marco Montemagno, Francesco Neri, Corrado Malanga, Marco Rizzo ed altri. Ammesso e non concesso, che in Italia si siano avute finora 80.000 morti e nel mondo 2.000.000 ESCLUSIVAMENTE per il Coronavirus, questi numeri rappresentano lo 0,13% sui 60 milioni circa della popolazione italiana e lo 0,03% sui 7,5 miliardi circa della popolazione mondiale. Ogni giorno muoiono molte più persone per tumore, arresto cardiaco, diabete, denutrizione, ecc., che per Coronavirus, ma solo di questo deve alimentarsi e girare il grande circo mediatico, con buona pace di tutti gli sprovveduti che non si rendono conto di quanto vengono presi in giro e non immaginano gli interessi miliardari mossi dallo sfruttamento del fenomeno “pandemia”. Tutti gli anni le influenze mietono vittime, soprattutto tra gli anziani, come fa l’influenza Coronavirus, la quale ha picchi di letalità superiori alle solite influenze solo in determinate località. Diversi medici di base, coscienziosi e indifferenti alle luci della ribalta televisiva, hanno dimostrato che il CoViD-19 può essere combattuto con medicine efficaci, poco costose e conosciute da tempo e non hanno avuto decessi tra i loro pazienti. Naturalmente sono da comprendere e condividere il dolore e la sofferenza patiti dalle persone colpite dal male e dai familiari che hanno perso congiunti. E penso ci sia un’altra considerazione da fare: da tempo le industrie tradizionali hanno saturato tutti i paesi ricchi con i loro prodotti e molto di più questi paesi non possono assorbire. È nata quindi la necessità di creare nuove industrie che affianchino le tradizionali e perciò ecco produzioni di:
• miliardi di mascherine, molte delle quali finiscono in mare;
• lettori della temperatura corporea a distanza;
• depuratori d’aria per ambienti domestici, uffici, ecc.;
• frigoriferi speciali per la conservazione dei vaccini;
• monopattini elettrici;
• banchi scolastici con rotelle, di impossibile utilizzo;
• barriere trasparenti per negozi, uffici, ecc.;
• oggetti usa e getta come camici, guanti, copri scarpe, tele per barbieri, ecc.;
• disinfettanti che finiscono in mare;
• strisce distanziatrici ed indicatrici di percorso per pavimenti;
• opuscoli illustrativi per come lavarsi le mani, come indossare la mascherina, come mantenere la distanza, come attenersi al rispetto del numero massimo di presenze contemporanee in negozi, uffici, ecc., e come salutarsi con il gomito!
• e tante altre nuove produzioni nate dalla fantasia di abili approfittatori.
Poi tutte le attività nuove per il montaggio di schermi separatori; per la disinfezione di ambienti, carrozze ferroviarie, autobus, auto, ecc; per le aumentate consegne di merci a domicilio; ecc.
Una domanda: è voler bene o preoccuparsi per la salute, costringere in pochi metri quadrati per più di un mese adulti, ma soprattutto bambini, in tante città italiane e straniere? Ma ciò che trovo più sconcertante sono la piaggeria dei giornalisti; la condiscendenza sorniona delle autorità religiose; il lavaggio dei cervelli di TV, radio e giornali; la credulità (o malafede?) di molti intellettuali i quali non hanno capito che il distanziamento sociale e la spinta al lavoro e alla scuola a distanza fanno parte del programma di dominio delle masse; l’accettazione supina della maggior parte delle persone di tante restrizioni dittatoriali alla libertà personale, con il disprezzo delle leggi e l’uso spudorato degli anticostituzionali DPCM. Dobbiamo sperare contro ogni speranza, avere fede nella Giustizia vera e pensare, senza compiacimento, che oscuri manovratori, pseudo scienziati, intrallazzatori ed equivoci governanti a livello mondiale, tutti abili approfittatori dell’ignoranza, prima o poi dovranno pagare per le loro malafede, avidità e becera demagogia.
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Cristallina. Più di pura.
Telegram | Le ali del brujo | 250822 | 13:21
Detto. Fatto.
@8
“le informazioni sono innumerevoli … ognuno attinge laddove trova in parte conferma alle proprie idee”
Ma infatti, e questo è il nocciolo del problema.
Ma più che cercare conferme ai propri pregiudizi, ormai pratica quotidiana qui e altrove, credo che sarebbe meglio cercare di (ri)collegarsi con la realtà, dato che questa se ne infischia delle idee di ciascuno e persino se le informazioni siano vere, false, main o contro.
Il modus operandi dell’articolo in questione (II parte) è il solito: si parte da presunti fatti, parziali, indimostrati, distorti o affatto falsi, per costruire un proprio castello di teorie (la c.d. narrazione) e portare il lettore dove fa comodo portarlo (con l’aiuto della di lui pancia).
Qualcuno definisce questo “unire i puntini“, io lo chiamerei piuttosto manipolazione.
Io, francamente, non credo che il vaccino (o i vaccini) siano pericolosi o velenosi ma neppure salvifici.
Credo che l’obbrobrio sia ben descritto dalla frase “Il crepaccio è dovuto alla gestione della comunicazione governativa. Senza tale infamia non si sarebbe generato.” ed è quello che ho scritto a partire da febbraio 2020.
Questo tipo di comunicazione funziona e ottenebra anche persone che reputo intelligenti.
Quello che fa veramente paura è che questa medesima modalità viene ripetuta a tambur battente per l’Ucraina e in campagna elettorale con i medesimi risultati: una visione del mondo basata sulla divisione (crepaccio) tra bianco-e-nero, noi-e-loro, buoni-e-cattivi, vincere-o-perdere.
Che oltre che falso e stupido è estremamente pericoloso.
E il peggio è che mi pare che sia così a livello mondiale…noi, Italia, come spesso è accaduto in passato, siamo solo un po’ più avanti
Il crepaccio al momento è su una concavità. Ma il ghiaccio avanza, arriverà su un dosso e lo aprirà. Forse allora tutti – i ditisti mai – vedranno cosa era stato buttato dentro.
Ma forse sarà tardi.
Ho visto sussidiari delle scuole che solo quella “pura follia” poteva concepire.
Partono dal basso. Sanno come si deve fare.
Certo che oggi emergono delle evidenze nella gestione covid che solo un cieco non vedrebbe, ma chi si è vaccinato ha paura ad ammetterle anche a se stesso. Perché oggi il vaccino fa paura! La quarta dose chi vuole farsela??? Conosco diversi tripunturati che dicono che “col cazzo” adesso si farebbero bucare per la quarta volta! Ma restano dell’idea che il vaccino sia stata cosa buona e giusta a livello sociale. Intanto ora che ce l’hanno dentro non possono dichiarare il contrario.
C’è persino ancora chi gira mascherato e invoca il grinpas, segno che due anni di terrorismo informativo hanno funzionato eccome.
In ogni caso, secondo me, da quello che vedo, il crepaccio è incancellabile. Pochissimi capiscono che questo vaccino è pura follia. Ora si che mi sono schierato.
Il crepaccio è dovuto alla gestione della comunicazione govrnativa. Senza tale infamia non si sarebbe generato. Ognuno avrebbe seguito la sua linea. La delegittimazione di una parte non l’ha creata chi non voleva vaccinarsi. Le responsabilità sono chiare e le cose stanno emergendo, sempre per chi non guarda il dito.
Visto che le informazioni sono innumerevoli, incluse anche quelle false e/o poco attendibili, ognuno attinge laddove trova in parte conferma alle proprie idee.
Sul tema covid, ormai, c’è un crepaccio profondissimo tra chi continua a pensare che lockdown, grinpas e vaccini siano serviti e chi invece non li ha mai ritenuti degni di menti ragionanti. Rassegnamoci pure perché per ognuna delle parti è delirio ciò che pensa l’altra.
L’articolo sul tema covid è ideologicamente schierato, ma non potrebbe essere diversamente, perché, chiamandomene fuori credo che ognuno si incazzi pensando come la vede la controparte. Per cui parlarne serve a poco.
La prima parte è interessante, sebbene discutibile (a partire dall’assunto che “l’uomo è essenzialmente buono“).
La seconda (“Considerazioni sul fenomeno Coronavirus”), più che di intuizioni parlerei di delirio.
Mie opinioni, naturalmente.
La banalità del male.
…solo qualche loro commento…😉
1# credo per lo stesso motivo del tuo e mio commento, il G.blog non sega a pezzi i dissidenti.
Indipendemente dalla Verità, questo testo come altri, allineano alcuni elementi che compongono il volume in cui aleggiano tutte le idee di tutti i tempi, rimescolate da esigenze e sentimenti sempre identici a se stessi.
Si trae dal volume ciò che le esigenze impongono, stimolano. Come per i ruoli di cui ci vestiamo in funzione della circostanza. .
Se quelle del testo vengono estratte ora, sono in questo fatto una verità da considerare.
Chi non le considera liquidandole come complottiste, infila testa e guarda il dito.
Da quali punti la Redazione è discorde?
Anch’io vorrei vivere bene, senza leggere commenti banali come questo, ma che ci vuoi fare… non si può avere tutto dalla vita
Come si fa a pubblicare un articolo farcito di fake new, banalità accuse false, ideologismo da strapazzo? Cita gente come fusaro che non vale nulla e gente come rizzo che rappresenta un partito sconfitto, per fortuna, dalla storia. Il mondo non è per questi pseudointellettuali vuoti e inutili. Io voglio vivere e vivere bene e questi non lo desiderano, augurano la morte del privato e del cittadino medio.