Arrampicare a Capo Figari

Dopo le esplorazioni del 1980 e 1981 per il libro Mezzogiorno di Pietra nessuno era più tornato sulle rocce sarde di Capo Figari per continuarne l’esplorazione arrampicatoria. Le vie Mirage, Pilastro del Divorzio, Poseidon, Tartaruga zoppa e Via del Piacere erano rimaste i soli itinerari, ormai praticamente dimenticati, anche perché tutti aperti nello stile alpinistico, quello che non prevede di facilitare i ripetitori e lascia alla sola relazione l’aiuto dato a costoro.
Ma ecco che nel 2023 una guida alpina…

Capo Figari: le vie del 1980 e 1981 (tracciati approssimativi). Da Google Earth.

Arrampicare a Capo Figari
(i sogni e i progetti esistono per essere raggiunti…)
di Cristian Cinghio Candiotto

Ottobre 2023, tra le tante idee che mi frullano costantemente per la testa, una su tutte da un po’ di tempo non mi lasciava tranquillo.

Quel pilastro… quel bellissimo pilastro slanciato verso l’alto… congiunzione tra mare e cielo contornato alla base da una vegetazione verde, marcata, selvaggia, ostile al passaggio… così come madre natura l’ha creata.

Questo Pilastro è ben visibile da Golfo Aranci… sembra posto come baluardo in difesa di Capo Figari…

Capo Figari: il progetto di Cristian Candiotto e Pietro Bonaiti sull’evidente pilastro nord
Il Pilastro nord di Capo Figari
In arrampicata nel tentativo di apertura sul Pilastro nord di Capo Figari

E dalla casa di vacanza in terra sarda, ogni mattina la mia vista ne viene costantemente rapita.

Ma si sa, non sempre tutto è possibile o raggiungibile… o perlomeno non quando noi vorremmo.

E così questo sogno, questa linea di salita per diversi anni è rimasta nel cassetto come tante altre.

Ma ad ottobre del 2023… qualcosa è cambiato… non ero più disposto ad aspettare… e forse avevo al mio fianco anche il compagno giusto, l’amico con cui condividere questo sogno, questa salita.

Tutto nel tempo dell’ora prende forma, il sogno inizia a materializzarsi… e tutto sembra così irreale da non crederci.

Presi i biglietti, siamo in Sardegna…

I giorni a seguire… saranno giorni unici, dedicati a trovare il percorso migliore per l’approccio al pilastro, alla salita in stile alpino, al disgaggio e alla condivisione di emozioni uniche tra me e Pietro.

Pietro Bonaiti in arrampicata nel tentativo di apertura sul Pilastro nord di Capo Figari
Tentativo di apertura sul Pilastro nord di Capo Figari: Cristian Candiotto ( a sinistra) e Pietro Bonaiti
In arrampicata nel tentativo di apertura sul Pilastro nord di Capo Figari
In arrampicata nel tentativo di apertura sul Pilastro nord di Capo Figari

Aprire una parete vergine è una grande emozione… passare dove nessuno ha messo piede ti fa sentire un esploratore, l’incognita mette pepe all’avventura… e per il resto ti senti come uno scultore davanti ad un blocco di granito… sta a te tirarne fuori il meglio.

Procediamo bene, la linea prende forma ed è una gran bella avventura. Scegliamo il nostro stile… e tra chiodi, friend e fix, un tiro dopo l’altro, saliamo verso la cima.

Peccato che i giorni di permanenza finiscono…è il momento di tornare a casa.

Decidiamo così di pianificare il nostro assalto alla vetta per marzo… rimandando così di qualche tempo la nostra discesa in Sardegna. Gli impegni di lavoro ci sono e vanno rispettati…

Ma, ahimè, la sfiga ci vede bene…e così un infortunio a Pietro lo esclude dai giochi…

Che fare?
I biglietti sono presi, la statica è in parete ed in più con noi si è aggiunta forza lavoro, il mitico Caimano Armando!

Sorgono mille dubbi, mille incertezze, scendiamo sì/no, chiedo a qualcuno di accompagnarmi nel progetto, rimandiamo, che si fa?

Ma nel profondo la mia decisione era già stata presa…

Ho sempre avuto verso l’alpinismo un approccio romantico, di rispetto, il valore della cordata…e nella mia vita alpinistica ho sempre messo prima l’amicizia alla prestazione…perché dovrei cambiare ora? Con Pietro si è creata una bella amicizia e questa va’ oltre qualsiasi linea o piacere, voglio completare con lui questa linea. Decido così di comunicarglielo…e vi posso garantire che, una volta effettuata la scelta e comunicata, mi sono sentito veramente bene, sollevato…ora potevo guardare oltre.

Pietro rimane piacevolmente colpito e rimandiamo il tutto a giugno.

Presa la scelta di partire, Pietro farà riabilitazione al mare, ed io con il Caimano inizierò a pulire i tiri già fatti della linea risalendo la statica.

Questo era ciò che mi ero messo in mente, ma una volta lì… ho deciso di perlustrare la zona un po’ oltre la linea del pilastro, scovando così 3 pinnacoli che hanno richiamato subito la mia attenzione.

Guardo Armando e gli dico…e se invece di ripulire la linea sul pilastro ne aprissimo una nuova…magari una normale per tutti con vista mare, che ne dici?

Il Caimano annuisce…la decisione è presa.

Da lì alla partenza dopo 5 giorni, saranno giornate intense di lavoro dal mattino alla sera, senza momenti di riposo. accecati dalla brama e alimentati dall’euforia apriremo 2 nuovi itinerari.

La torre staccata (versante nord di Capo Figari) sulla quale si svolgono Bentu Malu e Domo mea.
Armando Ligari in arrampicata su Bentu Malu a Capo Figari
Cristian Cinghio Candiotto in arrampicata su Bentu Malu a Capo Figari
Armando Ligari in discesa a corda doppia dopo aver salito Bentu Malu a Capo Figari

L’aiuto di Armando è stato fondamentale, disgaggio, pulizia, trasporto materiali…da solo non avrei potuto portare a termine i progetti iniziati.

Perché da considerare…che dopo aver salito lo spigolo creando una bella linea normale di accesso con difficoltà classiche…la vista non poteva che spaziare sulla traversata delle tre punte.

Vuoi, poi fatta l’attraversata, non creare una linea ben più dura ma super estetica…con tiri in placca, diedro e strapiombo?

Certo che sì! Dalla base della torre si era vista una linea fattibile fino alla cima…ora avevamo la certezza.

Questa toccata e fuga in terra sarda ci ha regalato una bella esperienza a portata di mano…forse alle volte bisogna solo aver voglia di guardar oltre senza per forza inseguire vie e spedizioni in terre blasonate per divertirsi, vivere un’avventura.

La torre staccata (versante nord di Capo Figari) sulla quale si svolgono Bentu Malu e Domo mea.
Capo Figari da Google Earth. Il tracciato amaranto è la via in progetto al Pilastro nord, al momento salita solo fino a metà.
In arrampicata su Domo mea, versante nord di Capo Figari
In arrampicata su Domo mea, versante nord di Capo Figari

Sono nate così:
Via Bentu Malu, 80 m, IV grado, 3 tiri di corda con soste attrezzate a fix.
Via Domo mea, 130 m, VII, 4 tiri di corda con soste attrezzate a fix.

Le vie sono alpinistiche con alcune clessidre o massi incastrati attrezzati con cordone, alcuni fix sono in via, ma tutte e due necessitano di una serie completa di friend per la progressione.
La discesa è in doppia ed attrezzata sull’ultima sosta della via Bentu Malu.
Calata da 30 m e si è alla base.
Dalla via Domo mea alla via Bentu Malu, l’attraversata è attrezzata con 3 fix.

Ringrazio questa fantastica terra di avermi concesso l’approccio…
Ringrazio i miei amici Armando e Pietro e non mi rimane che dire… ci vedremo a giugno per completare il nostro progetto.

Avvertimento
di Francesco Guillot (Coordinatore regionale Lipu per la Sardegna)
Comprendo l’entusiasmo degli scalatori per la bellezza del luogo e il desiderio di trasmettere ad altri le sensazioni e l’esperienza arrampicatoria. Tuttavia devo ricordare che  Capo Figari, Cala Sabina, Punta Cannigione e Isola di Figarolo sono Zona di Protezione Speciale ITB013018 per la presenza di specie animali di importanza comunitaria, ed uccelli inseriti nell’allegato 1 della  Direttiva Uccelli 79/409/CEE, tra questi il Falco pellegrino Falco peregrinus brookei , che nidifica con alcune coppie nelle falesie di Capo Figari. Giova ricordare che le vie ferrate erano previste nel Piano di Gestione ma sono state stralciate per gli effetti significativi negativi dal decreto assessoriale di approvazione (buras 41 del 10 settembre 2015), pertanto attualmente, anche in considerazione  dei divieti al punto 7 del Piano di Gestione, riguardo agli uccelli marini (vedi allegato sotto), le arrampicate sono vietate. Ci rendiamo conto che l’articolo è stato scritto in assoluta buona fede e che GognaBlog ha in più occasioni preso posizione a difesa dell’ambiente ma il rischio di danneggiare la nidificazione di specie protette è reale soprattutto nel periodo tra il 1 febbraio e fine giugno. Per Capo Figari inoltre esistono, purtroppo, progetti di insediamenti residenziali di lusso che sono stati oggetto di opposizione e, per ora bloccati, grazie all’intervento da parte del Comitato Maremosso di Golfo Aranci, della nostra ed altre associazioni.

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Arrampicare a Capo Figari ultima modifica: 2024-04-24T05:04:00+02:00 da GognaBlog

8 pensieri su “Arrampicare a Capo Figari”

  1. 8
    Fabio Bertoncelli says:

    @ 3
    Matteo e tutti gli altri compagni di sventura, dovete sapere che con mia moglie, meditando sui mali della vita e sul mistero del mondo, a volte me ne esco con questa battuta (spesso filosofeggio con battute surreali…):
    “Ma porca pu**ana! È mai possibile che in ‘sto mondo non esista nemmeno un Ufficio Reclami a cui rivolgersi? No, neppure quello!
    Nasciamo, viviamo, moriamo. E dopo, fine della trasmissione. Per il resto dell’eternità”.
     

  2. 7
    Davide Scaricabarozzi says:

    @Matteo
    Come ti capisco…

  3. 6
    Alberto Benassi says:

    il guaio è che cresce sempre di più il rimpianto per tutti i posti in cui non sono mai stato…

    il rimpianto è una brutta bestia, proprio per questo bisogna gustarsi al massimo quei posti che si riesce a vivere.

  4. 5
    Raffo Giovanni Battista says:

    Impressionante!
    Rimpianti

  5. 4
    Claudine J. says:

    Ce n’est que partie remise !
    A bientôt pour le récit de la libération de la voie sur ce beau pilier.

  6. 3
    Matteo says:

    Molto ben espresso, ma per nulla consolante!
    #*$$@!
    🙁 

  7. 2
    Fabio Bertoncelli says:

    Matteo, il tuo è il dolore che ti coglie quando raggiungi la consapevolezza di ciò che avrebbe potuto essere e invece non è stato né sarà mai.
    Succede in genere a una certa età e forse solo per alcuni. Dipende tanto dalla propria sensibilità d’animo, da ciò che ti batte nel petto, dai pensieri che si annidano nei meandri del cervello.
    Si può soffrire in silenzio oppure esternare il proprio grido di dolore a chi ci è caro.
    In ogni caso, cosí è la vita.
     
    P.S. Non sono battute di spirito, purtroppo.
    P.P.S. Altrimenti si esterna nel GognaBlog. Ecco, questa invece è una battuta.  😀  😀  😀

  8. 1
    Matteo says:

    Mi è piaciuto proprio molto questo racconto!
    Il guaio è che cresce sempre di più il rimpianto per tutti i posti in cui non sono mai stato…

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