Avventure da Lotzorai

Avventure da Lotzorai
di Riky Felderer

Uno dei motivi per i quali ho deciso di trasferirmi “qui” è perché c’è terreno vergine, un sacco di terreno vergine.

Già nei miei viaggi con i Ragni di Lecco a Monte Ginnirco e al Donneneittu avevo visto roccia sufficiente per passarci una vita: una fortunata serie di coincidenze nel 2016 mi ha consentito di fare la mossa!

Ed eccomi qui, col mio bed and breakfast e il mio trapano a raccontarvi di ciò che è successo nei dintorni.

Alexander Huber su La Bavarese

Ah, “qui” è la ridente Lotzorai, ottimo centro turistico sardo locato sul mare tra Santa Maria Navarrese e Tortolì, ribattezzata “let’s all right” da Marcello Cominetti e base logistica perfetta tra mare e monti.

“Qui” succedono tante cose, viene un sacco di gente, si aprono tante vie nuove, corte o lunghe, chiodate con gli stili più disparati, ma soprattutto si consumano importanti volumi di birra.

I bar locali, la mia sala da pranzo e la mitica “dépendance” di Attilio, hanno visto cose e persone che non si dimenticano!

La storia per adesso si limita alla “mia” zona, ovvero alle pareti nel territorio di Baunei che si affacciano sul mare alle spalle di Pedra Longa, sulle quali ho informazioni precise e abbastanza puntuali. Tra qualche mese magari pubblicherò qualcosa di più completo sulle vie lunghe in Sardegna, ma già gli spunti di questo articolo possono bastare a consumare i polpastrelli per i prossimi anni!

2016
Il primo anno appena arrivato, con Ruben Bernasconi, comincio ad aprire una via che per mille motivi finirò più avanti, primo fra tutti volevo finirla con Ruben, ma non riuscivamo mai a incastrare i tempi! Successivamente conosco l’indomabile Jan Kares e la sua banda, che mi coinvolgono per le vacanze di Natale nel chiodare una nuova falesia. Nascono così il primi 30 tiri del Sistema Solare e Slava’s Garden, che oggi grazie al lavoro della “gang” locale sono arrivati a 60 e ancora se ne aggiungeranno!

Poco dopo, grazie all’aiuto economico e fisico del gruppo Ragni di Lecco, nasce la falesia di Cengia Giradili, una delle falesie più belle del Mediterraneo! Ad iniziarla ci pensano Luca Passini, Roberto Caboi, Andrea Ratti, Marco Zanone e Francesco Muntoni, oltre a chi scrive. Anche questa negli anni viene fortemente implementata dal gruppo di scalatori ogliastrini e conta oggi una sessantina di tiri dal 5 al 9a (forse). Si attende che qualcuno con livello alto venga a chiodare i tiri veramente duri, che ci sono!

Da sinistra, x, Jan Kares, Riky Felderer, Cristian Murgia

2017
Con Cristian Murgia e Roberto Caboi apro la facile e divertente Tre per tre sulla parete di Su Mulone, appena di fianco alla falesia che diventerà “Gocce di Natale” (che chiodiamo anche insieme a Jan Kares). Durante l’estate Jan Kares, insieme a Jaro Ovčáčk, chioda Falco a Punta Argennas, molto impegnativa e credo non ancora ripetuta in libera. Vado a fargli le foto, mentre liberano la via con un caldo senza senso! Sempre con Jan collaboro alla chiodatura di Manga, ma il lavoro vero l’ha fatto lui!

L’autunno invece mi vede decisamente impegnato nell’apertura di una nuova via a Punta Argennas con Matteo Mottarello Motta e Cristian Murgia, in parallelo a un’altra coppia, Dimitri Satana Anghileri e il Lupo Matteo Gianola, dove apriamo due vie: l’impegnativa Modalità aerea e la molto impegnativa Il martello le dà, l’incudine le prende.

Vincenzo Puccioni, Matteo Staderini e Riky Felderer sulla Punta Giradili

Dal racconto originale:
Passiamo attimi di esaltazione a momenti di depressione. Guarda che figo… no, non si passa, noi andiamo di qua, voi andate di là… blablabla… Sembra una paretina (in effetti, volendo, lo è! Non passa i 200 metri!) ma la sua forma e le sue caratteristiche la rendono particolare: è tutta a onde verticali e strapiombanti, comincia a prenderti a calci dal primo metro e smette solo dopo l’ultimo, senza tregua!

Alle 14.00 del primo giorno siamo quindi all’attacco delle possibili vie. I team sono formati: Satana e Gianola su una linea, Mottarello e io su quella più bella. A noi si aggiunge, il secondo giorno, il mio socio locale Cristian, che per qualche motivo non ha soprannomi, spero non ce ne vogliate!

Ma se Mottarello è cotto per via del cibo pessimo del traghetto, Satana no: parte sulla canna del primo tiro. Il fuoco gli brucia dentro e tira dei runout senza senso. Azzecca incredibilmente la sequenza e prosegue oltre il primo marcato strapiombo. Noi intanto prepariamo il materiale per il giorno dopo e andiamo a casa.

Il giorno dopo si comincia. Chiaramente, con due cordate che salgono quasi parallele a 50 metri di distanza, lo sfottò è senza precedenti: sembra di essere sugli spalti di una partita di calcio di serie Z. Appena uno è in difficoltà non si perde l’occasione per ricordargli che bastava allenarsi, anziché aiutarlo o incoraggiarlo. Se uno cade, non c’è pietà. Se uno bestemmia perché non passa, ben che vada si sente rispondere “mi dispiace, mi dispiace veramente un sacco”.

Entrambe le vie vedranno la prima libera per mano di Matteo Piccardi (ground up) nel 2018, e successivamente di Dimitri, sempre assicurati dal sottoscritto, che ormai prende la residenza ad Argennas…

Davide Wuberone Lagomarsino in apertura di Crysalis a Punta Giradili

2018
Il 2018 non offre grandi novità… chiodiamo con Jan Kares e Cristian Murgia il settore “Gocce di Natale” e successivamente Jan prosegue da uno dei tiri della falesia e apre Manga, una breve ma intensa via con passi fino al 7a+.

Sempre Jan insieme a Jan  Hrcnir apre Let your fingers do it later, 7b+ partendo dal settore “ironia” del Dinopark, bella e impegnativa. Li accompagno un giorno, ma Jan non ha rispetto per sé e per gli altri e quando disgaggia non c’è pietà per nessuno: o i sassi li schivi o li prendi in testa. Lui deve pulire la via! Li abbandono alle loro usanze di uomini temprati nell’est!

Quasi dimenticavo: su Punta Argennas Lorenzo Gadda, Vincenzo Mascaro, Alessio Miori aprono La dolce vita affrontando quella che forse è la più bella porzione di roccia della parete. La via è impegnativa e ancora da liberare (credo) in quanto dopo il termine della chiodatura gli apritori hanno trovato brutto tempo e sono dovuti rincasare.

Il tracciato di Luna di Miele a Punta Argennas

2019
Il 2019 invece è più denso di azione e avventura. Si comincia  dall’Aguglietta di Baunei, avancorpo della Costa ‘e s’Aidu (la porzione del massiccio di Su Mulone che s’affaccia sul mare, di fronte a Pedra Longa): Fabio Erriu, Maurizio Oviglia e Bruno Poddesu, nel mese di giugno aprono Direzione nulla e la sua variante Gocciaman, una simpatica via di 4 tiri (con variante Gocciaman) adatta a spenderci mezza giornata in ambiente da favola.

Poco dopo, arrivano i soliti amici dall’ex Cecoslovacchia e Jaro mi convince a tentare una via nuova sulla sinistra di Saratoga. La mia motivazione era nulla, la parete mi sembrava poco interessante, la vegetazione sembrava tanta a causa della prospettiva e invece… aveva ragione lui! Con una doppia cordata apriamo una linea comune di cinque o sei tiri e poi ci dividiamo. Jan Kares e Jan Hrcnir proseguono dritti, mentre Jaro ed io ci spostiamo a destra a prendere un sistema di placche meravigliose per finire con un bel diedro fisico. Nascono così Corvalis e Freaky and Mysterious. Corvalis è il nome dell’aereo di un simpaticissimo pilota amico di Jan col quale lo portava in Sardegna a chiodare! E siccome si vive anche di aneddoti e piccole storie, ricordo distintamente Jan in maglietta mentre faceva sicura al socio mentre il vento cambiava direzione e… la sua avventura finisce a letto con 39 di febbre per un paio di giorni!

Per finire l’anno in bellezza concludo un capitolo aperto anni prima, e insieme a Cristian Murgia finiamo di chiodare e quindi liberiamo Bella e monella, che ad oggi rimane la via che forse mi è piaciuta di più! Sei tiri uno diverso dall’altro, aperti dal basso (come tutte le vie di cui parliamo) in un ambiente da favola! Per fare un po’ di storielle… “belle e monelle” era un night di Lotzorai di fianco alla pizzeria di Cristian.

Ma quello che più conta per l’arrampicata di alto livello è l’apertura di Nike.

Jan Kares insieme all’amico Jan Hrcnir si imbarcano per questa ardita via che prende di petto lo strapiombo centrale del grottone di Giradili, a passare quello che è uno degli strapiombi più pronunciati di sempre. I primi 5 tiri strapiombano dai 10 ai 20 metri ognuno, e il vuoto è più importante che sugli strapiombi di Pan Aroma (Tre Cime di Lavaredo). I gradi supposti (Jan non riesce a liberarla) molto importanti.

La via rimane un po’ lì, come messa in cantina per un paio d’anni, anche a causa del Covid…

2020
Il 2020 vede l’arrivo di due “nuovi” personaggi che si aggiungono alla banda locale, il matematico Luca Vallata e Marco Pellegrini. Ambedue voraci consumatori di metri e desiderosi di apporre la loro firma su queste pareti, subito si danno da fare. Luca apre Una ballata sul mare Salato a Su Mulone, appena a sinistra di Bella e monella. La sua via finisce in un buco enorme che speravamo fosse passante, e invece non lo era (peccato) mentre il Pellegrini con Manuel Zambanini apre l’impegnativa Penso positivo.

Ma non pensiate che Jan Kares stia a grattarsi le mani a Praga!

Insieme a diversi soci, tra cui Tomas Truhelka, Slavek Dostal e il local Vincenzo Puccioni, apre Samo e seto (7b, 6b+ obbligato), lunga e abbastanza impegnativa via che parte dal settore Ironia del Dinopark. Roccia molto bella e chiodatura esigente (ma non troppo) spero la renderanno una via ripetuta!

Dimitri Satana Anghileri in apertura di Il martello le dà, l’incudine le prende a Punta Argennas

2021
Il 2021 parte con un inverno meteorologicamente complicato, che alterna caldo e freddo in maniera casuale. Con Claudio Mosca ci ingaggiamo sulla parete sud di Su Mulone e ne tiriamo fuori Impreza, via continua e divertente su roccia da sogno e chiodatura assolutamente “plaisir”, sei tiri di goduria. Il nome deriva dal fatto che la mia dolce metà, mentre stavamo aprendo, mi telefona e mi dice “la macchina è rotta”, là in mezzo alla Sardegna. Bloccato in sosta al quarto tiro mi sento inutile, non so proprio come aiutarla. Inutile dire che macchina fosse… Non vorrei essere citato dal produttore della celebre “baracca”.

Poco in parte, invece, sempre Marco Pellegrini con la sua Giulia apre Giumar, quando arriva un “big” cui hanno parlato di Punta Argennas: il mitico Rolando Larcher, che con una velocità impressionante apre 40 on the rocks, scalando il primo tiro di L’incredibile DeWalt di Cortese e proseguendo dritto su roccia fenomenale a canne e strapiombi. Ne verrà fuori una via tra le più dure della zona, e a vedere le foto decisamente interessante. Già che c’era, finisce la via di Cortese aggiungendo il tiro che manca per uscire dalla parete. Contestualmente incontro il mito in persona, Alex Huber. Dopo essere stato vagliato al bar con qualche litro di birra, vengo reputato affidabile e insieme a Cristian lo accompagniamo a fare la prima libera di Oiscura, difficile via aperta da Gianni Canale e amici a Giradili. Con la scusa di fargli qualche foto, prendiamo le misure con Huber. Ne nascerà un rapporto che dura nel tempo, fatto di grandi bevute e avventure importanti!

Dimitri Satana Anghileri su Modalità aerea a Punta Argennas

Soprattutto veniamo introdotti a quello che serve per entrare nell’Olimpo degli scalatori: la dieta liquida! Ma questa è un’altra storia!

In tutto questo la solita Punta Argennas viene presa di mira da altri due del Nord-est: un redivivo Mirco Grasso, reduce da un brutto incidente in Dolomiti, e Alessandro Baù. La via si chiamerà A piede libero proprio per festeggiare il ritorno all’avventura di Mircone, e offre difficoltà abbastanza alte (7c+) e obbligatorio a volte importante, lo dice chi l’ha accompagnato durante la FA! Ma anche Mirco stesso durante la libera ha espresso stupore per quanto fosse andato lungo in alcuni tratti!

L’anno si conclude con Huber che apre in solitaria autoassicurato una variante diretta di Nike e comincia l’assedio alla via per la FA, purtroppo finito sotto l’acqua. L’anno finisce con il solito Jan Kares che, assicurato dalla moglie, apre Happiness, quella che a mio avviso è la sua più bella via (di quel grado) della zona. 10 tiri veramente belli, degni di diventare una classica del grado 6!

Stefano Vulcan su Bella e monella

2022
E così dicendo arriviamo al 2022, il covid speriamo sia ormai il passato e il solito Pellegrini, ormai semi-local, si cimenta insieme a Vallata per chiudere il suo trittico di Su Molone, e apre Tempi Interessanti, che propone un solido 7b+ con 7a obbligato. Breve ma intensa! Nel frattempo Huber torna carico e per 20 giorni lo assicuro per liberare quella che diventerà La Bavarese. Qui capisco cosa voglia dire “non avere paura del vuoto”, quando vedo Huber cadere per 20 metri senza fare una piega in un strapiombo senza senso! L’avventura finisce bene, la via viene liberata e gradata V, 8a+, 8b+, 8b, 8b+, 7b+.

Le calate lungo la via sono qualcosa di orrendo, bisogna fissare tutti i tiri e sono necessarie tecniche abbastanza evolute solo per riuscire a tornare a casa! Arriva l’estate e con un caldo che non si può neanche immaginare Jan Kares a luglio trascina la bella Eva (nel frattempo diventata sua moglie) a fargli sicura su Luna di Miele. Probabilmente il caldo gli ha dato alla testa, ma date retta al vecchio (cioè me): se il vostro grado è 6b, non partite per questa via. Se il vostro grado è 6c solido a vista… allora sì!

L’estate passa calda e fastidiosa, e il sottoscritto, ancora più folle di Jan, convince l’amico Davide Farci a fare un giro a Giradili per cominciare una nuova via, “tanto la parete è a est e va in ombra presto”. Sotto un sole folle comincio l’avventura su Poi si vedrà, che finirò insieme a Puccioni e Staderini (il Farmer) con climi poco più ragionevoli. L’idea era di aprire una “normale” a Giradili, ma la parete non accetta vie semplici come speravo, e qualche tiro supera il 6a. Bella, divertente ma non alla portata di tutti! Senza neanche farlo apposta Wuberone, al secolo Davide Lagomarsino (genovese trapiantato a Cagliari), apre poco a sinistra la sua Crysalis, bella e divertente via che percorre lo spigolo di Giradili. Neanche il tempo di bere una birra per festeggiare le nuove aperture, che un altro fuoriclasse arriva a Giradili in ottobre: Steve McClure. Il timido quanto fortissimo inglese, in soli tre giorni viene a capo del rebus degli spit nel grottone e ne esce con una salita ground up pazzesca. Tentando di seguire Nike, “sbaglia” linea e fa un misto tra la variante di Huber e l’originale di Kares, con una nuova linea decisamente di livello!

E l’anno non finisce qui: il sommozzatore Nicola Lanzetta, dopo la decisione di abbandonare gli abissi in favore delle pareti, apre prima in solitaria, poi aiutato da Marcello Cominetti, Lo chiamavano Rombo di tuono, una via di 4 tiri sul 6c a sinistra di Luna rossa sulla parte alta del massiccio di Su Mulone chiamata anche “Curruru mannu”. Marcello non mancherà di arricchire di note di colore nei commenti questa ascensione!

2023
Il 2023 è un altro anno caldo, forse troppo e quindi dedicato all’apertura di tiri in falesia, sulla costa si conta poco di nuovo: l’apertura di una falesia e di una via lunga, Bella vista, da parte di Jan Kares, che non teme il caldo e in luglio si regala questa bellissima via sul lembo sinistro di Punta Argennas, con un avvicinamento che a luglio non consiglierei neanche al mio peggior nemico! Ma anche una bella e difficile linea del fuoriclasse belga Klaas Willems e Mathias Mandi, che aprono I ribelli della montagna, 7c con 7a+ obbligato… le solite cose!

2024
Per il 2024 ho visto una linea ad Argennas, nella parte sinistra della parete (a destra di Luna di Miele), che però è già stata cominciata da altri. C’è una statica abbandonata. Approfitto di questo spazio per sapere se qualcuno ha notizie più dettagliate!

Se ho dimenticato qualcuno o qualcosa… siate indulgenti!

7
Avventure da Lotzorai ultima modifica: 2024-06-11T05:12:00+02:00 da GognaBlog

6 pensieri su “Avventure da Lotzorai”

  1. Grazie Riky, immaginavo fosse qualcosa del genere, ma la differenza in sviluppo mi sembrava un po’ troppa… Ora mi è più chiaro

  2.  @gianni in realtà “poi si vedrà” attacca molto più a destra e relativamente più in alto, e prende la cengia a metà parete a destra, dove si prosegue camminando, cosa che “mangia” tanti metri, mentre Crysalis la sfiora appena. La ripartenza dalla cengia poi è vicina, ma la mia piega a destra (io cercavo la via più logica per una “normale” alla punta, mentre quella di Davide insegue la roccia a sinistra. Convergono ovviamente sullo spigolo ma sono due esperienze molto diverse.

  3. Com’è che le donne che appaiono nelle foto non hanno menzione nelle didascalie?

  4. Premesso che l’Ogliastra è comunque un pezzo di paradiso in terra, mi resta una perplessità che spero qualcuno riesca a risolvere. Vedo che ci sono ora, sulla destra della grande parete di Punta Giradili, due vie nuove molto vicine tra loro (“Poi si vedrà” e “Chrysalis”), che attaccano più o meno alla stesssa altezza e escono entrambe in cima.  Come si spiega che la prima prevede otto lunghezze di corda (250 metri + 100 di cresta) e la seconda 16 lunghezze per 550 metri? Aspetto delucidazioni, anche se solo per curiosità visto che ormai da quelle parti sarà difficile che riesca più a mettere mani e piedi…

  5. La denominazione Let’s all right, che io ho ripreso, è da attribuirsi al mio vecchio e compianto amico Maurizio Roveri (tra gli scopritori di Kalymnos e non solo, tra l’altro), frequentatore del litorale baunese fin dagli anni ’80.

  6. Fin dagli anni ’70 mi veniva il torcicollo al solo pensare, guardandole, a tutte le vie possibili che la roccia baunese offriva. Per gusto e mentalità mi rivolsi a pareti alte e scomode quando ancora l’arrampicata sportiva sull’isola, praticamente non esisteva. Con gli anni queste pareti hanno ricevuto le giuste attenzioni da parte di molti bravi apritori, da Oviglia a Piola, da Nadali, Lecis, Motto e Sarti a Vigiani e Larcher. Sicuramente dimentico qualcuno, ma sto andando a spanne. Poi ci fu l’era di Peter Harold, un un’entusiasta britannico che si basò a Lotzorai e che riuscì a coinvolgere i primi locals nell’arrampicata la cui opera venne proseguita, in vari sensi e in profondità, dal Ricky Felderer che in questo articolo sfodera il suo menù ogliastrino. Decisamente un guru (anche per l’elevata statura, non solo morale) con la capacità di trascinare sulle rocce pigri artigiani & artisti, quanto assatanati atleti latenti locali, mischiando razze (politicamente scorretto usato a proposito), stili, maialetto e luppolo, facendo diventare il posto una Mecca internazionale della scalata, come non succedeva dai tempi d’oro del Verdon.
    Ma qui roccia ce n’è molta di più e la balneazione che si può alternare all’appiglio è della più elevata qualità. Uno che ci va, non vede l’ora di tornarci, anche grazie al calore. Quello umano.
    Belle storie!

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