Avvicinare le montagne

Piemonte, il progetto ‘Avvicinare le montagne’ fa molta paura a chi ha a cuore le sorti dell’Alpe Devero, specie in tempi di Pnrr. E le perplessità sono sempre le stesse, a suo tempo denunciate dal Comitato e sintetizzate egregiamente nell’articolo che segue (datato gennaio 2020).

Avvicinare le montagne
di Fabio Balocco
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it del 20 gennaio 2020)

A distanza di un anno e mezzo mi sembra corretto fornire un’informazione supplementare sul faraonico progetto ossolano dall’inquietante titolo “Avvicinare le montagne”. Nome che presuppone una esasperata visione antropocentrica: le montagne innanzitutto non si spostano e poi non consideriamole un ostacolo, ma anzi una culla di civiltà spesso aggregante. Progetto che, come tutti quelli faraonici (attualmente è il più grosso e impattante intervento previsto sulle Alpi), vede convergere simpatie di partiti politici di supposta sinistra e di supposta destra.

Progetto per il quale siamo quasi alle battute finali. Nel maggio 2018 infatti la Provincia del Verbano Cusio Ossola ha avviato l’iter procedurale di Vas (Valutazione ambientale strategica), nell’ambito della quale sono stati raccolti i pareri dei soggetti competenti in materia ambientale, pareri tutti molto critici.

Giovedì 9 gennaio, nell’ambito delle consultazioni, il Comitato Tutela Devero (che ha raccolto medio tempore più di 91mila firme di opposizione al progetto, e non sono poche…) è stato audito in Regione, dove non solo ha esposto tutti gli aspetti negativi relativamente all’impatto ambientale e territoriale che il progetto avrebbe (e che ho già esposto in precedenti post), ma ha altresì evidenziato le perplessità che desta la situazione economica del soggetto proponente.

Vediamola. Innanzitutto, a differenza della maggior parte delle stazioni sciistiche, che sono Spa, la San Domenico Ski (soggetto “attuatore” del progetto) è una Srl e i bilanci non sono revisionati. Essa è detenuta al 100% dalla società anonima svizzera Mibafin Investments SA e pertanto i reali imprenditori della San Domenico Ski sono sconosciuti.

Ma, oltre a ciò, ciò che colpisce è che negli ultimi anni la società è sempre risultata in perdita. E l’ultimo bilancio disponibile (30 settembre 2018) registra ricavi in calo del 16% e perdite in aumento del 47%. Questo a fronte di un investimento totale per i nuovi impianti e strutture che dovrebbe essere di ben 130 milioni di euro da parte del privato, oltre che di 43 della mano pubblica. Mano pubblica che ha le pezze al sedere, ma è sempre disponibile a gettare il cuore oltre l’ostacolo quando si tratta di grandi interventi sul territorio.

Si può senz’altro affermare che l’audizione abbia raggiunto il risultato sperato e cioè far aprire gli occhi ai soggetti interessati all’operazione, anche sulle perplessità che desta la stessa in virtù dei dati anche semplicemente economici. In un’area, oltretutto (e il Comitato lo ha sempre sostenuto e dimostrato), che vive sul turismo dolce. Ed è qui il caso di ricordare come l’Osservatorio italiano del turismo montano rilevi come lo sci di discesa registri mediamente un +1% medio annuo, mentre ciaspole, sci-alpinismo e trekking invernale registrano un +10% medio annuo.

In più giova rilevare, come ha fatto di recente la giornalista ambientale Elisabetta Ambrosi, come lo sci da discesa sia – al di là del pesante impatto amplificato dalla produzione di neve finta – uno sport sempre più riservato a una élite, e non già alla massa, come invece è per il turismo dolce.

Infine – ma sarebbe il caso di dire last but not least – le nostre Alpi sono già piene oggi, gennaio 2020, di cimiteri dello sci: impianti e beni immobili di vario tipo abbandonati. Fummo Francesco Pastorelli e il sottoscritto a farne un primo censimento molti anni addietro. A dicembre se ne sono occupati due autorevoli testate, come The Guardian e il Corriere della Sera, il quale ultimo afferma: “A causa del caldo in mezzo secolo la stagione si è ridotta di 38 giorni. L’80% delle piste dipende dalla neve artificiale, che ha costi esorbitanti. Così che aumentano i fallimenti”.

Invito con il presente post il nuovo presidente delle aree protette dell’Ossola, la dottoressa Vittoria Riboni, che si dice da sempre sostenitrice del progetto, a leggere gli articoli. Oltre che il documento prodotto dal Comitato.

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Avvicinare le montagne ultima modifica: 2022-06-14T05:08:00+02:00 da GognaBlog

9 pensieri su “Avvicinare le montagne”

  1. 9
    Luca says:

    Ma per favore .con analisi così si rischiava di usare ancora le lampade a petrolio.
    perché la corrente elettrica le dighe , le auto l’industria .tutti in montagna sui verdi prati a veder le mucche 
     

  2. 8
    luca mozzati says:

    L’aberrante progetto non demorde, presto saremo chiamati a doverci difendere legalmente. Seguite la faccenda sulla pagine facebook del comitato tutela devero e naturalmente alpe devero

  3. 7
    Matteo says:

    “Mi domando come possa ancora esserci gente a favore di queste infrastrutture che servono solo a buttare via denaro”
    beh Andrea, se sei (o pensi di essere, o ti fanno credere che sarai) dalla parte di quelli che raccolgono il denaro buttato via…meglio se sei anche  un po’ stronzo e della montagna o dell’ambiente in generale non te ne frega nulla oppure se sei un po’ stupido e male informato.
     
    A occhio direi almeno un 50% della popolazione, insomma.

  4. 6
    Nicolo' says:

    L’Ossola è e deve rimanere una zona lontana da certi tipi di discorsi ..il suo bello è il nulla… cioè perdersi dove l’uomo può ancora capire cos’è la natura… siamo invasi da assurde strade agrosilvo pastorali che 20 anni fa spacciavano il miracolo della rinascita degli alpeggi e attività di pastorizia… vediamo i risultati…jeep a 2000 metri…da veri baita lover…non tocchiamo il tasto centraline idroelettriche..il più vergognoso stupro ambientale degli ultimi 50 anni .. è questo il futuro della montagna… spero di non essere presente a vederlo…

  5. 5
    Andrea Veronesi says:

    Mi domando come possa ancora esserci gente a favore di queste infrastrutture che servono solo a buttare via denaro. Sono un insulto all’intelligenza umana. 

  6. 4

    Le supposte si infilano, quando serve, nel culo.

  7. 3
    albert says:

     Volendo sfruttare le ciaspole, si può andare anche su sabbia di spiaggia( vedi iniziative web) oppure su appositi terreni morbidi in montagna, terrosi e cosparsi di”grassa”(letame di stalla).
     come  sepoltura di nata nel 1956:https://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2021/08/19/news/la-seggiovia-di-frassene-a-voltago-e-ai-titoli-di-coda-1.40613204

  8. 2
    antoniomereu says:

    Supposta destra e supposta sinistra rende molto bene…

  9. 1
    albert says:

    Meglio piste per skiroll e pattinaggio( anche in citta’)  ed erba ski sicure. Una volta fatte, durano e vanno bene anche coperte di neve, se mai ne cade di naturale.

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