Benessere ecologico e non illusioni di crescita
Tesi di Dobbiaco 1994
a cura dell’Accademia dei Colloqui di Dobbiaco
Tesi 1
Il benessere ecologico è un futuro auspicabile e necessario: è il modello di riferimento di una società che aiuti i propri cittadini a vivere bene, ma non a scapito della natura e delle generazioni future. L’attuale modello di crescita economica costituisce un pericolo per là vita e la sopravvivenza dell’umanità. I problemi dell’ambiente hanno assunto proporzioni planetarie e stiamo mettendo a repentaglio le nostre risorse di vita. Benché nei paesi industrializzati il prodotto interno lordo continui a salire, sta calando il benessere reale: ci siamo sottratti agli elementi della natura, al lavoro manuale ed agli obblighi sociali, per poi soccombere al traffico, alle montagne di rifiuti, allo stress, all’isolamento sociale e alla violenza. Il nostro eccesso di consumo seppellisce i nostri desideri, le nostre fantasie e le nostre facoltà intellettuali. E’ il nostro modello di crescita industriale il problema più urgente da risolvere.
Tesi 2
Il cielo non attende, e dalla nostra capacità di salvaguardare il clima dipenderà il nostro futuro. Se non ridurremo rapidamente le emissioni di gas di serra, il nostro pianeta subirà già nel prossimo secolo un riscaldamento senza precedenti negli ultimi 10000 anni, le conseguenze andrebbero da un rapido innalzamento del livello dei mari alla ridistribuzione delle precipitazioni, dalla distruzione delle foreste al degrado del suolo. In molte zone, un’alterazione climatica così repentina metterebbe a repentaglio le risorse alimentari, fomenterebbe conflitti, costringerebbe milioni di persone all’esodo e impedirebbe uno sviluppo economico sostenibile. Ecco perché la salvaguardia del clima e del suolo rappresenta anche una politica di pace.
L’utopia concreta da realizzare è il ritorno a una società solare: un obiettivo conseguibile anche solo utilizzando un cinquemillesimo dell’energia offertaci dal sole.
Tesi 3
Nei paesi ricchi del Nord dobbiamo trovare insieme ai paesi del Sud un consenso per distribuire più equamente fra tutti i paesi del mondo le limitate risorse ambientali. Se continueremo ad appropriarci della maggior parte delle risorse, anche i paesi poveri imboccheranno il nostro cammino della distruzione dell’ambiente, ed il collasso ecologico che ne seguirà inghiottirà tanto i ricchi quanto i poveri. E’ dunque necessario limitare drasticamente il nostro consumo di risorse. Iniziative concrete come “Sustainable Netherlands” dimostrano che un benessere ecologico è possibile, illustrano la portata dei mutamenti necessari ed indicano nuove strade per una gestione più oculata delle risorse.
Tesi 4
Il benessere ecologico è sinonimo di una vita a misura d’uomo nel rispetto dei limiti ambientali. Esso implica, quindi, da un lato la scoperta di una nuova cultura della realizzazione intellettuale, affettiva e relazionale, della riduzione dei bisogni materiali, della bellezza e del contatto con la natura, e dall’altro una tecnologia intelligente che sfrutti in modo più efficiente e decentrato le risorse della natura, imitandone i cicli e prevenendo i pericoli degli errori umani. Ma meno quantità e più efficienza assicurerebbero soprattutto una nuova qualità della vita nella consapevolezza delle nostre responsabilità. Su questi temi urge un dibattito sociale aperto che induca ogni individuo a prendere coscienza del problema.
Tesi 5
Il progresso ecologico è ostacolato dal divario esistente fra ciò che sappiamo e ciò che facciamo. Vi sono inoltre le nostre barriere psicologiche che ci rendono difficile percepire e valutare correttamente i problemi, e reagire secondo le nostre emozioni e le nostre consapevolezze. I problemi ambientali e la portata dei cambiamenti necessari a risolverli ci mettono in uno stato di angoscia, e scatenano un meccanismo psicologico di difesa che ci porta a negare la vera entità del pericolo. Occorrono dei sistemi che ci aiutino a percepire gli effetti delle nostre azioni quotidiane sull’ambiente. Nel contempo, dobbiamo imparare ad accettare le nostre angosce e a farne scaturire delle azioni positive. Vanno pubblicizzati gli esempi incoraggianti delle iniziative riuscite, ed opportuni incentivi debbono rendere più piacevoli e gratificanti i comportamenti ecologici.
Tesi 6
La produttività deve riacquisire la sua funzione di risorsa al servizio dell’intera collettività. Oggi si considera produttivo solo ciò che pub essere venduto sul mercato, mentre il lavoro domestico, la cura dell’orto, i servizi forniti alla famiglia o al vicinato, o il volontariato per la società e l’ambiente sono considerati improduttivi. Ma proprio da queste attività, ignorate dal mercato, deriva già oggi più della metà del valore aggiunto complessivamente prodotto dalla nostra società. Per creare il benessere ecologico, quindi, occorre riconoscere e incentivare questo impegno, per esempio istituendo un reddito base garantito e nuove forme di servizio sociale, e ridefinendo i tempi del lavoro retribuito e non, e la suddivisione delle attività lavorative fra uomini e donne. In tal modo, ciascun individuo potrà seguire modelli alternativi di vita e di lavoro, ottenendo il dovuto riconoscimento sociale e aumentando la produttività ecologica della società. Tale obiettivo, però, non può esimerci dall’impegno di rendere umano ed appagante anche il lavoro retribuito.
Tesi 7
Un’economia in chiave ecologica richiede una ridefinizione del denaro e della sua funzione. La crescita attualmente inarrestabile della quantità di denaro circolante e i flussi di denaro internazionali ormai anonimi e incontrollabili, non fanno che accelerare la dinamica di crescita dell’economia. Nonostante i frequenti appelli ad un maggiore controllo o ad una limitazione dell’economia monetaria, finora non si è visto alcun progetto concreto e risolutivo. Di esempi pratici di un uso diverso del denaro ne esistono già parecchi, come gli investimenti in banche ecologiche a basso tasso di interesse, l’aumento del capitale proprio delle imprese e i crediti concessi alle imprese locali in alternativa agli investimenti anonimi. Partecipando a sistemi di scambio alternativi, producendo autonomamente più beni e servizi, e riducendo le nostre aspirazioni di consumo, possiamo sottrarci al dominio del mercato e del denaro.
Tesi 8
Una politica ecologicamente responsabile deve stabilire nuove regole e presupposti per favorire il diffondersi di una nuova cultura di vita e di autolimitazione. Finora, la politica ambientale è stata fallimentare: ha prodotto molte norme, ma è risultata alquanto carente sia nell’attuazione che nei risultati concreti. Occorre invece stabilire degli obiettivi di qualità e di riduzione, come pure nuovi strumenti che promuovano l’iniziativa individuale e l’innovazione. Un presupposto essenziale è una riforma fiscale ecologica che renda più costoso il consumo delle risorse ambientali, e produca nel contempo uno sgravio fiscale del lavoro. La spesa pubblica, e soprattutto le sovvenzioni, vanno vincolate a criteri ecologici. Solo quando i prezzi dei prodotti rispecchieranno il loro impatto ambientale, potrà realizzarsi una trasformazione ecologica del nostro sistema economico che garantisca occupazione e incrementi la produttività delle risorse. Inoltre, va ridotta la distanza tra produttore e consumatore, riportando la produzione e il consumo al livello locale o regionale.
Tesi 9
A livello comunale, molte iniziative ecologiche si possono realizzare da subito, a condizione che si crei un’intesa tra le forze politiche e che l’apparato amministrativo sia disposto a impegnarsi con creatività, slancio e perseveranza, sostenuto da una quantità sufficiente di risorse e dal coinvolgimento attivo della cittadinanza. Sia la progettazione che il finanziamento degli interventi e delle infrastrutture vanno vincolate a criteri ecologici. Gli edifici a basso consumo energetico, i tetti che captano l’energia solare, i giardini in città, i viali costeggiati da alberi da frutto e le strade residenziali a traffico ridotto sono solo alcune tessere del mosaico di una nuova cultura emergente.
Come sarebbe la nostra vita se lavorassimo a due passi da casa, se acquistassimo nei negozi dietro l’angolo, se potessimo fare il bagno nei fiumi, se i pedoni si riappropriassero del territorio, se i bambini potessero giocare per strada, se l’aria buona e la bellezza dei nostri luoghi di vita diventassero dei piaceri quotidiani?
Tesi 10
L’obiettivo del benessere ecologico pone tutti noi di fronte al dilemma tra le nostre conoscenze e le nostre scelte pratiche.
Ne derivano nuovi impegni politici per tutte le componenti sociali.
I sindacati debbono considerare la responsabilità ecologica al pari di quella sociale, e adoperarsi per dare una funzione anche ecologica alla cogestione, rivendicando la compatibilità ambientale dei prodotti. Le associazioni ambientaliste, oltre ad informare le forze politiche, le imprese e i cittadini, non debbono rinunciare alla critica politica fondamentale e a rivendicare un nuovo orientamento dell’economia e della tecnologia. La chiesa deve dichiarare che ogni forma di sfruttamento della natura costituisce un peccato contro il principio della conservazione del creato, e comportarsi essa stessa in modo ecologico.
La scuola deve assumersi la sua responsabilità primaria per lo sviluppo di una coscienza ecologica, e tutti gli enti formativi debbono educare alla creatività e all’approccio interdisciplinare.
I mezzi di comunicazione, infine, hanno il compito, più attuale che mai, di rendere pubblico il dibattito ecologico in tutta la sua ampiezza e molteplicità. La svolta ecologica, infatti, dipenderà anche da come sapremo creare una cultura democratica del confronto.
Tesi 11
La svolta ecologica è una sfida così impegnativa e si scontra con tali e tante resistenze, che per realizzarla occorre smantellare le logiche di potere e di pensiero dominanti. Tale processo va reso possibile con nuove e inedite coalizioni tra le componenti sociali, da cui scaturisca un clima di collaborazione e solidarietà.
Tutte le figure sociali debbono quindi considerare la svolta ecologica un loro compito precipuo, ed impegnarsi a fornire un loro contributo concreto al processo democratico.
Dobbiamo trasformarci da società del rischio a società della saggia sperimentazione, dove provare nuovi percorsi ed imparare dagli errori commessi non abbia più le conseguenze devastanti di oggi. Una cultura della sostenibilità non pub essere imposta dall’alto.
Tesi 12
Giunti alla fine di questo secolo, emergono le nuove verità. La verità su noi stessi e le nostre risorse: dobbiamo risparmiare; sulla natura: dobbiamo darci dei limiti; sul nostro rapporto coi paesi poveri: dobbiamo cedere parte delle nostre ricchezze; sulle generazioni future: dobbiamo spartire ciò che abbiamo.
Ma tutte queste verità possono indurci a ritrovare la giusta misura delle cose, a riscoprire il gusto della lentezza, i pregi dei mercati locali e della produzione artigianale, i vantaggi della moderazione nei beni materiali e la gioia di dedicare più tempo e interesse alla politica, alle amicizie e a noi stessi. Dobbiamo dar vita ad una civiltà in cui la riscoperta e la cura del patrimonio religioso, culturale, etico ed estetico dell’umanità sia altrettanto importante quanto la conservazione dei boschi, della flora e della fauna, delle acque e del suolo. C’è un compito affascinante che attende tutti noi: costruire una società in grado di riempire di valori nuovi il principio: “meno velocità e quantità, più qualità e bellezza”. Una società che spezzi la spirale dell’insaziabilità permanente dei bisogni, abbandoni le illusioni di crescita e trovi il coraggio e la responsabilità di voler vivere bene.
Le Relazioni
Sapere
Il cielo non attende. Della tutala del clima dipenderà il nostro futuro – Hartmut Grassl;
Benessere ecologico e non illusioni di crescita – Reinhard Loske, Wolfgang Sachs;
Cosa significa benessere economico? L’esempio concreto “Sustainable Netherlands” – Markus van Brakel;
Non sappiamo ciò che facciamo e non facciamo ciò che sappiamo – Sigrun Preuss;
Agire
Produttività sociale ed ecologica: idee nuove per l’economia e la politica – Hans Ruh;
Un’economia senza crescita? Un’economia per vivere bene? – Walter Lentzsch, Arno Teutsch, Angelika Zahrnt;
Progettare il futuro e non amministrare le emergenze: una nuova opportunità per la politica – Eva Lichtenberger, Carlo Ripa di Meana, Michael Werbeck;
Benessere ecologico al posto della crisi permanente: un compito per la scuola, i mezzi d’informazione, le chiese, le associazioni ambientaliste e noi cittadini – Günter Altner;
Insieme per il benessere ecologico –Tavola rotonda con Mario Agostinelli, Sabrina Kasslatter-Mur, Benno Malfer, Ugo Mazza, Angelika Zahrnt, Eckhart Hildebrandt (moderatore);
Presentazione e discussione delle “Tesi di Dobbiaco 1994”.
I Relatori
Mario Agostinelli, segretario generale della CGIL – Confederazione Generale Italiana del Lavoro Lombardia, Milano;
Günter Altner, biologo e teologo, professore di etica sociale all’Università di Coblenza-Landau, socio fondatore dell’Öko_Institut di Freiburgo in Br.;
Manus van Brakel, collaboratore dell’associazione “Friends of the Earth Netherlands”, Amsterdam;
Hans Glauber, consulente, presidente dell’Ökoinstitut Alto Asdige / Südtirol, ideatore dei Colloqui di Dobbiaco, Frankoforte s.M. e Bolzano;
Hartmut Grassl, direttore dell’Istuto Max Planck di meteorologia, Amburgo, professore all’Università di Amburgo;
Eckart Hildebrandt, ricercatore nell’ambito tecnologia-lavoro-ambiente presso il “Wissenschaftszentrum Berlin”, Berlino;
Sabine Kasslatter-Mur, presidente del Consiglio provinciale di Dobbiaco;
Jost Krippendorf, titolare dello studio di consulenza ecologica e sociale “Büro Krippendorf”, Berna;
Alexander Langer, presidente del gruppo parlamentare verde del Parlamento Europeo, Bolzano e Firenze;
Walter Lentzsch, imprenditore, Zurigo;
Eva Lichtenberger, assessore regionale all’ambiente della Regione Tirolo, Innsbruck;
Reinhard Loske, economista, coordinatore dello studio “Germania sostenibile” presso il “Wuppertal Institut für Klima, Umwelt, Energie”, Wuppertal;
Benno Malfer, abate del Convento dei Benedetti Muri-Gries (Bolzano), già professore di teologia morale presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo Roma;
Ugo Mazza, assessore all’ambiente e territorio, Comune di Bologna;
Sigrun Preuss, esperta di psicologia ambientale, docente all’Universitá di Brema;
Hans Ruh, professore di etica sociale all’Università di Zurigo;
Wolfgang Sachs, membro del gruppo di lavoro “Nuovi modelli di benessere” presso il “Wuppertal Institut für Klima, Umwelt, Energie”, Wuppertal e Roma;
Arno Teutsch, sindacalista, responsabile della politica ambientale internazionale della UIL-Unione Italiana di Lavoro, Roma, Bolzano;
Michael Werbeck, direttore presso il Ministero dell’ambiente e dell’urbanistica, Brema;
Angelika Zahrnt, economista, vice-presidente del BUND Deutschland – Lage per la tutela dell’ambiente e della natura, Neckargemünd.
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