Bon ton da falesia

Bon ton da falesia
(appunti sparsi per critiche violente)
di Ykir Reredlef
(dal suo profilo facebook, 16 gennaio 2024: l’anagramma è di facile interpretazione)

Se una volta in falesia quando vedevi qualcuno erano grandi saluti, oggi speri di non trovarci nessuno e di farti gli affari tuoi con gli amici, ma la speranza è ormai vana, e le falesie sono spesso invase da orde di ragliatori di ogni sesso, credo e cultura!
Chiarito a tutti che chi scrive ha abbondantemente passato il mezzo secolo, e come tale ha perso i freni inibitori della critica, mi preme fare due considerazioni sul bon ton che mi piacerebbe venisse tenuto in falesia.

A cominciare dal parcheggio! Il parcheggio in molte falesie è piccolo e risicato, magari al limite della legalità ma tollerato fin tanto che non sbilancia gli equilibri delle comunità residenti. Siate un minimo attenti, se serve fate due passi in più, non morirete per via di un avvicinamento che supera i 9 minuti. La vostra scarsa attenzione può far incazzare altri climber, ma soprattutto autorità locali ufficiali e non, creando frizioni fra il mondo degli scalatori e quello degli indigeni. Che a torto o ragione indigeni rimangono, e se si rompono troppo le scatole, remano contro e spingono per chiudere definitivamente i parcheggi o peggio ancora la falesia. E questo è male per tutti! Sembra scontato, ma a giudicare da certe frequenti situazioni non lo è! Bene, se ve ne eravate dimenticati, eccovi serviti.

Falesia dell’Alpe Boracche (Valsesia)

Successivamente vediamo alcune altre cosucce che sembrano scontate, ma alla prova dei fatti non lo sono!
Non si caga in falesia, e neanche nelle sue immediate vicinanze. Non si fa. Soprattutto nelle falesie delle regioni meno piovose il vostro simpatico coprolite (detto anche “stronzo” nel senso letterale) rimarrà lì insieme alla carta con relativa sgommata per settimane o mesi. Carta che si decomporrà ben dopo il vostro primo 8a. Sì, quello che ci dicono sulla decomposizione di certi materiali è falso. Come la mia speranza di fare l’8a, fatevene una ragione come me la faccio io. E per le signorine… le salviettine umidificate le troveranno anche gli archeologi e biologi di un lontano futuro e da queste estrarranno il vostro dna e cloneranno una meravigliosa stronza (nel senso di persona brutta) menefreghista che raglia sul 6b. Lasciamo alle prossime generazioni il dubbio che fossimo brave persone, ce la possiamo fare! Infiliamo la salvietta umidificata e sgommata in una busta di plastica, e differenziamola come da manuale del buon cittadino che non si limita ad acquistare dalle aziende che fanno greenwashing.

Chiarito che gli esseri umani non devono cagare in falesia, tantomeno dovrebbero farlo i cani! Che invece trovano una serie di odori e aromi per loro irresistibili, sia del posto sia delle mie scarpette! E povero cagnaccio, quando annusa certe prelibatezze l’istinto prevale e quindi il TUO simpatico quadrupede marchia con vari liquidi corporei quanto può della MIA attrezzatura, sorride al cosmo, e sente di aver fatto quello che la natura gli dice.
E ha ragione! Nella speranza mai esaurita di trovare una bella cagnolina con la quale intrattenersi mentre i padroni ragliano come asini su un 6c+ che sulla guida vecchia era dato 7a, maledetti!
Il cane fa bene, il padrone merita una momentanea paresi alla mano che rinvia alla fine di un lungo runout al limite. Per essere gentili. Quindi il cane è un portatore intrinseco di liquidi vari che inevitabilmente aromatizzeranno le falesie. Questo prima del momento della grande sgommata!

Cani e padroni inoltre fanno casino. Certi padroni più dei cani, ma con un robusto “ti spacco le corna” l’umano capisce e modera i toni, e comunque la discussione avviene fra persone senzienti (ma non per questo meno stupide degli animali), il cane non sempre coglie il disappunto degli altri scalatori. Cari “padroni”, o meglio: accompagnatori di cani. Se il Rudolph, l’enorme e simpatico rottweiler che avete educato malissimo si comporta seguendo il copione da voi scritto… fatevene una ragione: smettete di scalare o lasciate Rudolph a casa. La vostra libertà finisce dove comincia la mia, e a me piacciono i gatti! Che rimangono a casa a cagare nella loro sabbietta, non dove io appoggio la corda che poi mi metto in bocca per rinviare quando il socio distratto non mi assicura guardandomi!

Per cui sapevatelo: cani e soprattutto padroni maleducati in falesia non sono graditi. E mentire dicendo che Rudolph è la prima volta che caga in falesia facendo finta di non vedere l’enorme bennata di merda fatta dal vostro simpaticissimo albergo per pulci da 3 quintali… No, non è cosa!

Concludendo: se il cane è adatto alla convivenza della falesia il padrone lo sa. Tutto ciò che segue è colpa o merito unicamente del padrone.
Ovviamente di pattume neanche parlo ma mi permetto una precisazione. Sempre per favorire la convivenza fra autoctoni non scalatori e scalatori. Molti dei paesi che visitiamo hanno solo la raccolta porta a porta, o peggio ancora i cassonetti che si aprono solo per i residenti. Insomma, l’Italia fa il possibile affinché compriate in loco, ma differenziate altrove, nascondendo e togliendo cestini e altre facilities simili.
È così, l’Italia siamo noi per cui se sputiamo nel piatto in cui mangiamo… sono cazzi nostri.

Quindi rassegniamoci a portarci a casa i resti dei nostri weekend in falesia e non trasformiamo in una discarica a cielo aperto con piramidi di pattume l’unico cestino del paesiello. Non faremo altro che inimicarci la fauna locale. Che anche se non ci piace, perché alcuni sono dei beceri paesanotti, degli arroganti cacciatori, dei commercianti frustrati… qualunque cosa essi siano, sono quelli che abitano lì. E hanno diritto di manifestare il loro disappunto e non gradimento nei confronti dei colorati climber che assediano le falesie. Personalmente in molti posti di tutto il mondo, dopo aver interagito con le persone, mi interrogo sui limiti della democrazia, capisco benissimo. Poi però vado a bere per non pensarci, concentrandomi sulle mie pessime performance recitando pagine a caso del grande manuale delle scuse, edizione 2023.

Ah, già. Se non vi avessi ancora sfilacciato lo scroto…. ricordatevi di spazzolare le prese dopo aver provato inutilmente i tiri al di fuori della vostra portata. Le prese non diventeranno più grandi e magari qualcuno vorrebbe provarle a vista. Diciamo flash. Vabbè, mi accontento che siano pulite quel tanto che basta per non capire come si fa il chiave del tiro dal parcheggio… sarebbe già un passo avanti!
Ci vediamo in falesia, ma in realtà spero di no!

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Bon ton da falesia ultima modifica: 2024-03-26T05:46:00+01:00 da GognaBlog

54 pensieri su “Bon ton da falesia”

  1. Stare sotto alla parete era pericoloso. Piovevano sacchetti.
    Poi, giustamnte, hanno messo l’obbligo di portarsi il contenitore per gli escrementi da trascinarsi su per la parete e poi svuotare ai gabinetti del parco.
    In che periodo ci sei stato?
    Comunque dai, al massimo, come diceva Roberto Jannili, siamo fratelli di cacca.

  2. “nel 1988 andai la prima volta a Yosemite. Allora quando si era in parete la si faceva in un sacchetto di carta per poi buttarlo di sotto. L’unica avvertenza era che invece di urlare sassoooooo, si doveva urlare merdaaaaaa”
    Ahi ahi ahi… Nel 1988, su una (s)comoda cengia dove avevamo bivaccato mentre ci ritiravamo dal Nose siamo stati centrati da uno di quei sacchetti. Non mi dire che era roba tua!

  3. nel 1988 andai la prima volta a Yosemite. Allora quando si era in parete la si faceva in un sacchetto di carta per poi buttarlo di sotto. L’unica avvertenza era che invece di urlare sassoooooo, si doveva urlare merdaaaaaa 

  4. Disse un giorno Gianni Calcagno, tutto soddisfatto dopo averla fatta sui ghiacciai dell’Hindu Kush:
    “Defecatio mattutina dura sine ad vespertina”.
     
    A quei tempi non c’era bisogno di raccogliere le proprie feci in un sacchetto, come è d’obbligo da quest’anno sulla via normale nepalese dell’Everest. Potevi fare la cacca dove volevi: il piú vicino essere umano, a parte Guido Machetto, si trovava a venti chilometri di distanza e tremila metri piú in basso.

  5. A me personalmente capita spesso visto che faccio trekking alla mattina presto di dover andare di corpo mentre sono in mezzo alle montagne. Ovviamente il buon senso vuole che se si è in zone molto frequentate ci si apparta ben fuori dal sentiero dove non passa nessuno. Poi nel mio caso frequentando zone impervie non ho molti problemi nel senso che non passa anima viva. Non sarebbe però la prima volta che vedo qualche runner farla in zone di passaggio. Una volta dietro ad una panchina nel bosco. Capisco l’emergenza ma almeno spostarsi leggermente in mezzo agli alberi 

  6. 48# si Guido …terro’ presente visto che il club dei 27 mi è  passato da un pezzo .
    9zeta è già un viaggio solo a pensarci…mi accontentero’!
    Ciao
     

  7. @ antoniomereu al 47. Occhio perchè quella roba lì sembra un bel 9z! . . . . . . E poi ci sarebbero anche quelli che buttano la buccia della frutta ovunque perché quella la mangiano gli animali.

  8. RISPETTO
    per l aria
    l’acqua
    l’erba
    la terra tutta ,rocce comprese con noi fottute piccole formiche che ci crediamo grandi.
    Basterebbe rispetto.
    Uno dei più grandi misteri dell’umanità è racchiuso nei sacchetti raccolta feci abbandonati in ogni dove,simili a preservativi usati e annodati buttati a terra nei luoghi d’appartamento e con il loro coprofago interno fotografia del padrone del dog,perché!?!
    Per l’ immondizia generica la cosa che faccio è semplicemente raccoglierla e buttarla e questo ovunque mi trovi a passeggiare(spero sempre nell’ intramontabile esempio!)
    P.s. attualmente ho 2 cani , ma fino a settembre scorso erano 3 e sono un cinofilo da 35 anni  la cosa che mi fa incazzare di più sono i possessori di cani con delle bestie come padroni.
    P.s. 2 bell’articolo… e chiedo allo scrivente del post precedente se mi fa dare due tiri anche a me.
     
     

  9. Scarafaggi motorizzati a piedi sintetizzatori di malavita bianca e grigio topo. Tinelli marron come tailleur senza bottoni. Piccozze spuntate e picconi affilati. Ma non vedete l’aureola di zecche intorno alla testa dei più?

  10. Tristemente l’articolo non dice niente di nuovo, ed è quindi purtroppo corretto e necessario ripetere per l’ennesima volta questi concetti che per molti sono scontati.
    Quello che fa incazzare dei fottutissimi mozziconi di sigaretta è la loro onnipresenza: sono convinto che, se si fosse trovato il modo di fumare con la tuta spaziale addosso, se ne troverebbero anche sulla Luna!
    Ci si ricorda di portare accendino, sigarette, cartine ecc. ecc., ma evidentemente ricordarsi anche una scatolina metallica per i mozziconi è troppo. 
     
    Allo stesso modo, se ci si ricorda di portare carta igienica, fazzoletti di carta, salviettine deodoranti/detergenti/profumanti/balsamiche/igienizzanti, ecc. ecc. ci vorrebbe poco a ricordarsi anche un sacchetto per portarsi via il tutto dopo l’uso, ma evidentemente anche questo è troppo.
     
    Notare che comunque il problema mozziconi/fazzolettini/parcheggi non è esclusivo delle falesie, ma si presenta ovunque (e non è una scusante).
    Ah, quoto Vise al #38.

  11. @42 condivido il tuo pensiero, sia sul fatto che un giornalismo un po’ più moderato sarebbe più interessante, sia sul fatto che comunque questo blog sia valido. La mia vuole essere una critica costruttiva!

  12. Tutto condivisibile …l’ha toccata piano! 🙂 Solo non ho capito l’esagerazione di parole dedicate ai cani: in 20 anni di arrampicata non ne ho mai incontrato nemmeno uno che fosse maleducato lontanamente quanto i suoi padroni: cagatori, urlatori, millantatori di gradi, occupatori di vie con corde orfane (di questo non ne parliamo?), istruttori da 4a e bestemmiatori… che è l’unico caso in cui vorrei esistesse davvero un dio per vederlo vendicarsi, seduta stante, di co tanta cafonaggine

  13. Riky Felderer (37): c’è qualcosa di “sbarazzino” nella gestione di questo blog. Lo avevo detto al tempo del “climbing porn”, dove foto di ragazze (a volte in bikini) venivano prese di peso da Instagram, e incollate qui. Mi ero permesso di far notare che magari una persona che pubblica su Instagram si sta rivolgendo ai frequentatori di Instagram, e non gli andrebbe giù di vedere la propria immagine esposta nella bacheca del Bar Gogna. Tra l’altro l’abitudine di pescare da Instagram va avanti con la rassegna di influencer su altri spazi. Un’abitudine abbastanza strana e poco seria, secondo me, ma quando l’ho detto mi sono preso del bacchettone. Sono contento che qualcuno più autorevole di me abbia scritto qualcosa di simile. La mia impressione, sia per l’assenza, quasi sempre, di moderazione dei commenti, sia per il fatto che molti post sono ri-pubblicazioni (e il fatto che gli autori non intervengano mai a commentare significa, secondo me, che non sanno di essere stati pubblicati), è che il ritmo di due, tre pubblicazioni al giorno è insostenibile. Io consiglierei qualche articolo in meno ma più “meditato”, e moderazione più puntuale dei commenti (anziché imporre limiti di battute). Lo dico in senso costruttivo e con gratitudine e rispetto per Gogna, sia chiaro.

  14. @expo – 38
    Forse sono la persona sbagliata per rispondere a queste considerazioni: spesso torno a casa con le tasche o lo zaino pieno delle immondizie degli altri.
    Un po’ buffo quando mi soffiai il naso con un fazzoletto di carta che avevo in tasca e… un secondo dopo iniziai a rotolarmi nella neve per pulirmi la faccia. Almeno il fazzoletto era mio…
    Non pago ripetei l’esperimento una seconda volta… Alè!
    I cestini servono solo a essere riempiti e non svuotati, con la gente che continua ad accumularvi immondizie di fianco… gli stessi vengono poi visitati dagli animali…
    Anni fa, ricordo che il parco dell’Adamello aveva realizzato delle belle “vignette” su come comportarsi. Cose “base” ma erano carine.
     

  15. 28 Marcello: per non parlare di Don Whillans sulla Ovest dell’Everest 😀

  16. @ Vise 38
    Io credo che la consapevolezza della necessita’ di tutelare il nostro ambiente sia solo parzialmente sovrapponibile al problema ” cannibali”.
    Il problema principale , a mio modo di vedere , e’ l’incapacita’ da parte di un gran numero di fruitori di accettare la seppur minima frustrazione nel godimento della loro attivita’ in falesia.
    Non so se ti e’ mai capitato di trovare rifiuti sul sentiero : quando chiedi a chi li ha buttati :”Portarli a casa no ?” , molti dicono che alla falesia manca un cestino.
    Andare 100 mt nel bosco con i fazzolettini , per cagare e poi sotterrare tutto ?
    No , qui serve un bagno prefabbricato.
    Ricordo un tread di un social sulla Valdadige , dove la gente ESIGEVA da un non ben definito ” responsabile delle vie” , che si affrettasse a riavvitare quel dado della piastrina che girava a vuoto , il tutto senza le consuete formule dì cortesia che si usano quando si richiede un favore.
    E una fettina di culo con l’osso no eh ?
    La falesia per molti e’ uno sfogatoio poco distante dalla palestra dei pesi.
     

  17. Leggo tra i commenti, le opinioni di chi, per ovviare ai disguidi narrati nell’articolo, che ho gradito anche per lo stile adottato, suggeriva, a patto che non si tratti solo di un’utopia, di tornare a una montagna meno addomesticata e più scomoda.
    Immagino che non tutti quelli che frequentavano la montagna quando era scomoda fossero consapevoli e rispettosi fruitori.
    Avere meno frequentatori della montagna in maniera consumista, la parola che qualcuno adotta qui dentro mi dà la nausea… non significherebbe avere reso più persone consapevoli dell’irriporoducibilità di un bene finito chiamato ambiente…
    Mi viene in mente anche la prima ripetizione invernale di una via aperta “dal capo del vapore di questo blog” (a scanso di equivoci, il fatto riguarda i ripetitori, non il capo). A molti anni di distanza dall’apertura, il tutto postato su internet e pubblicato su rivista. In quel racconto,  relativo ad un luogo a dir poco ameno, si narra di un sacco a pelo lanciato nel vuoto… se non erro dopo il secondo bivacco. Al tempo rimasi sbigottito. 
     

  18. il mio prossimo articolo sarà comunque “bon ton del giornalismo”.
    Me la sono tenuta dentro, ma alla fine ho reputato opportuno esprimere quanto segue. 
    Questo “articolo” è stato preso e pubblicato senza dire nulla all’autore, cioè io!
    Di fatti l’ho pensato e sviluppato per la mia (mia) pagina FB, dove parlo ai miei “amici”.  Col linguaggio che voglio io. In casa mia parlo come mi pare. Questo pr rispondere a un commentatore che lamenta toni inadeguati.
    Diversamente mi sarei comportato se avessi dovuto sviluppare lo stesso tema per terzi. E non parlo di soldi, sia chiaro! 
    Poi ieri mi scrive appunto uno di questi miei amici e mi dice: hai visto su “gognablog”? 
    Vado a vedere e… eccoci qui!
    Ormai ho una certa età e non ho più voglia di fare battaglie, però il buon titolare di questo blog almeno un messaggio per dire: “ti scoccia se ripubblico sul mio blog il tuo scritto?”  poteva mandarlo.
    esprimo un po’ di rammarico, nulla di che.

  19. Concordo pienamente col discorso dell’ affollamento. Si é fatto di tutto (e si continua imperterriti sulla stessa falsariga) a portare in montagna più gente possibile.
    Domenica vedevo la solita fila di formiche sull’invernale del Grignone, storicamente preso d’assalto da tutti i lombardi (e non solo) grazie anche alla presenza del rifugio in cima (ma che senso ha?), dei pali e delle orride corde fisse su una cresta che sarebbe di una bellezza da “categoria superiore” (in termini di quota, nel senso che sembra la cresta di un 4000 quando le cornici sporgono di 2 metri ). Poi ci si stupisce che come pochi giorni fa, i soliti ignoranti hanno lasciato aperta la porta del locale invernale (porte, materassi e altro da buttare).
    Proprio sulle montagne della fascia prealpina, ultimo avamposto di natura prima dello squallore delle metropoli, si fa di tutto per urbanizzate e antropizzare.
    Il trionfo dell’ illogico e del cattivo gusto

  20. Gratta gratta, ecco che emergono svariate opinioni contro i 2cannibali2. Mi fa piacere che non siano esclusivamente Torino-centriche. Il tema è rilevante e ne va del piacere stesso di andar in montagna. I numeri umani amplificano gli effetti a tal punto che il mondo è totalmente cambiato. La sigaretta in sosta era un elemento “positivo” nei decenni scorsi, in un 2mondo” che non è più quello di oggi. Oggi, che abbiamo conusmato l’ambiente oltre i livelli di guardia, dobbiamo stare attenti al singolo particolare, al singolo mozzicone, alla singola tacca di vernice, alla singola deiezione, ecc. Il modo di gestire i cani raccontato al 29 è quello “corretto” e dimostra che quando i cani danno fastidio non è colpa dei cani, ma dei loro padroni che non sanno 9e spesso non VOGLIONO) governarli. l’autore si è concentrato sulle falesie, ma il problema generale coinvolge tutta la montagna, anzi tutto il mondo dell’outdoor.

  21. In quanto alle cagate c’è una prova che mi ritrae mentre mi alleggerisco sulla ovest del Cerro Torre. Non ne vado fiero, ma cos’altro potevo fare?

    C’è poco da fare, quando la bestia vuole uscire se non calasi le braghe. Poi lo sforzo e l’aria fresca conciliano.

  22. Grande Matteo, l’è lu..????
    però coi cani non si scherza quelli educati la fanno come minimo a 15 mt dalla parete

  23. Infatti l’avevo scritto nel commento precedente, poi ho dovuto sfoltire per aver superato i 1500 caratteri…ma in falesia ho rimproverato (bonariamente) proprio il socio di Alessandro G. (che in quel momento arrampicava) che poi si è scusato (per aver gettato un mozzicone).
    Però penso che ci siano troppe persone, pensa solo all’ unto. É un fatto, che poi sia un ragionamento sbagliato ok, ma é sotto gli occhi di tutti.
    PS Alessandro, spero che un po’ nonostante il pentimento l’abbia cazziato anche tu (repetita iuvant) ????

  24. E’ inutile pensare di diminuire il flusso di persone in falesia. Anzi per chi fatica per chiodarle, curarle etc è una soddisfazione. La vera azione da fare è avere il coraggio di protestare con chi non si comporta come deve ( e percentualmente non sono tanti). Quando si vede maleducazione intervenire ed esporsi in prima persona evitando sorrisi ambigui che sembrano dire “guarda devo rimproverarti ma visto che sei così forte e bello tutto ti è concesso”. Le falesie sono un bene comune ed è dovere di tutti noi preservarle.

  25. Bell’articolo secondo me, tristemente di attualità. Non ci vedo onestamente troppa volgarità, di cui invece é impregnato ormai (in senso concreto e non dialettico)  anche il mondo della montagna e dei suoi satelliti, e come sempre l’ Italia in questo fa da capofila perché purtroppo quello che si vede in falesia e in montagna è lo specchio della discarica a cielo aperto che sono ormai le strade, i parchi, la cosa pubblica in genere, e stiamo, ahimè, andando indietro. Questo il nocciolo (principale) della questione: siamo abituati (soprattutto in Italia) al degrado e allo sporco, e chi alza il ditino viene visto spesso come il rompicoglioni di turno.
    Settimana scorsa, falesia della discoteca sempre a Lecco, nuova sorpresa: uno dei massi ai piedi della falesia colorato con evidenti tratti infantili, molto probabilmente con l’approvazione magari anche incoraggiante e orgogliosa dei genitori.
    Mi viene da dire, con un po’ di arroganza e “classismo” che questi neofiti abbiano un atteggiamento poco improntato al rispetto e al principio basilare del “lascia questo posto come l’hai trovato”, ma anche che aumentando vertiginosamente la quantità di persone, quella degli  imbecilli aumenta per un discorso statistico.

  26. D’accordo sull’educazione di padroni e cani in falesia, io ho due cani da 45 kg e so come si comportano come aggressività verso altri cani troppo invadenti e quindi evito di portarle in falesia, anche se quando l’ho fatto si sono comportate con le altre persone e come igene molto bene. Io da fumatore mi stupisco sempre di recuperare cicche in OGNI falesia dove vado, e soprattutto mi stupisco di farlo nella falesia local che frequento, visto che bene o male le persone sono sempre le stesse… Personalmente non mi piace in falesia quando i fenomeni di turno, non riuscendo a passare in libera iniziano a bestemmiare gridando. Io non sono un bigotto, se mi martello un dito scappa magari anche a me una bestemmia, non lo nascondo. Ma tante volte mi sono trovato in falesie frequentate anche da famiglie con bambini e i “porchi” non si contavano. 

  27. Bell’articolo simpatico, colorito nelle espressioni, ma tragicamente vero!
    Stessa cosa vale per i mozziconi di sigaretta, che si trovano anche in certe soste… Ma nn esistono sigarette al plutonio? Magari sono pure aromatiche ma senz’altro utili al resto dell’umanità non fumatrice! 😉
     

  28. Su certe vie alpine il mozzicone segnala una sosta. Non sono fumatore e le cicche buttate, incluso il gesto del buttarle, ovunque, a meno che non si tratti di una pattumiera, mi hanno sempre fatto orrore. 
    In quanto alle cagate c’è una prova che mi ritrae mentre mi alleggerisco sulla ovest del Cerro Torre. Non ne vado fiero, ma cos’altro potevo fare?
    Questo è il video e la mia defecatio è al min. 24.43.
    Potete saltarla.
     Ykcir, non prima di metà maggio. Ciao.

  29. Ottimo post. Io vado sovente col cane, che non rompe i coglioni a nessuno, un po’ essendo stato educato a non farlo e principalmente avendo di suo un carattere sereno.
    Per tutto il resto, che dire? In falesia, come altrove in montagna, è davvero pieno di merenderos e teste di genitali maschili/femminili etc. che meritano ampiamente tutto quello che accade (o potrebbe accadere) loro, dati i comportamenti assurdi che adottano.
    Non ci vuole assolutamente nulla a riportare TUTTI i rifiuti a valle, a mettere i mozziconi in un portacenere, andare in montagna col rispetto che naturalmente il luogo ispira. Dunque, nessuna scusante per chi non lo fa, solo mazzate.
    p.s. la magnesite non la uso, così ho una scusa per non essere riuscito a passare.

  30. Fabio @22, c’è chi, anche fra gli assidui frequentatori del blog, lascia i mozziconi con filtro alle soste delle vie perché, ingegnosamente argomenta, segnalano a chi viene dopo che si trova sulla via giusta… Ma questo non mi ha mai dissuaso dallo scalare con lui, né lo farà in futuro; così è anche colpa mia… perché mi sta simpatico e gli voglio bene lo stesso.
    Per non parlare dei mozziconi per strada, in città o nei prati.

  31. @ 18
    “Non si caga in falesia.” 
    E se ti scappa un attacco di diarrea a trenta metri da terra mentre sei impegnato in un passaggio di settimo grado? Ragazzi, questo è un problema!
    Nella storia dell’alpinismo esistono casi di innaffiate (o peggio!) sul compagno di cordata. Gradite un elenco?
     
    P.S. Meno male che la cosa non mi riguarda. Alla mia età io tutt’al piú faccio la pipí lungo una via normale…

  32. Noto con stupore che la maggioranza si è accanita contro deiezioni umane ed animali. Solo da qualcuno è stato sollevato il problema mozziconi. Questo forse perché la maggioranza di loro appartiene a chi tollera questo flagello, perché si sta puntando il dito contro la propria dipendenza e quindi contro di lui? Il rituale di “rullarsela” ogni tre tiri è del climber a livello mondiale, ma solo il due percento ripone il proprio mozzicone in una scatolina… Ho trovato mozziconi abbandonati sotto ogni falesia. Altri occultati nei pressi di soste di vie di più tiri, talvolta in buchetti o reglette, che oltre a farmi inorridire, mi è venuto da pensare : poerett! (tradotto – povero stolto mentecatto, dipende da sostanza tossica).

  33. L’è lü!
    L’è lü!
    Si, si l’è proprii lü!
    L’è ‘l tambur principal del la banda d’Affori
    che scomanda cinquecent’ cinquanta pifferi

  34. @ 17
    “[…] faccio tutto quello che non si deve fare.”
    Ah! L’è lü!
     
    P.S. Matteo, tu che sei milanese, ho scritto bene?

  35. Ps gli emoticon ridanciani che avevo messo sono stati tradotti dalla piattaforma in punti interrogativi … pasiensa …

  36. “Non si caga in falesia” vale da solo il prezzo del biglietto ????????????????????????????

  37. “Sappiatelo”….vado in falesia e faccio tutto quello che non si deve fare….spero sempre di non trovare più nessuno la prossima volta  che andrò….anche in montagna…

  38. @15 Converrai anche tu sul principio che, se facciamo tornare la montagna meno comoda (come era allora), avremo meno cannibali di oggi. Vale per le falesie, ma anche per l’alta quota, per i sentieri e per lo scialpinismo…

  39. È il portato della massificazione dell’arrampicata. Si stava decisamente meglio quando, su 30 metri di scalata, ci stavano 2 chiodi solitari e per giungere alla base della “via della pulce” si doveva ingaggiare una sorta di lotta furibonda con la macchia mediterranea.

  40. Il testo si poteva scrivere con meno aggressivitaà e turpiloquio.
    Cordialità,
    Mauro Dell’Antonia

  41. @ratman è stata una sorpresa anche per me, non sono imbarbogito io (non troppo) ma ormai il giornalismo è ripostare cose di altri… alla faccia dei bei tempi del fight club di Gulliver! Contenuti di livello pazzesco, toni e minacce da denuncia penale e autori incredibili…(in tutti i sensi). Se venissero ripresi e pubblicati certi battibecchi, le questure avrebbero del lavoro!
    sic transit gloria mundi
    @marcello quando arrivi? 

  42. “io probabilmente continuerò a frequentare la montagna anche quando avrò difficoltà a fare il sentiero di avvicinamento alla falesia”
     
    Expo, ti odio perché puoi usare del futuro!  🙂

  43. Ecco , se ho capito bene la definizione di :”cannibali” , Stambek_1  ne fa’ un’acuta descrizione senza menzionare il termine.Il fatto che un imbecille diventi un buon atleta non lo redime dall’imbecillità di fondo , e prenderlo in giro i suoi gradi bassi è un vicolo cieco : rimarrà un pirla anche quando farà l’8b  o 3000 m/h di dislivello.Una differenza che vedo fra loro e me , è che io probabilmente continuerò a frequentare la montagna anche quando avrò difficoltà a fare il sentiero di avvicinamento alla falesia , loro molleranno appena non faranno più un grado sufficiente a corroborare un ego ipertrofico.Quanto ai cani , io li amo , ma come detto da Stambek , è richiesta intelligenza soprattutto alla parte umana del binomio uomo-cane , quando si rende conto che il suo animale si comporta in modo inopportuno.I sacchettini imbustamerda sono un’enigma : spero siano in plastica biodegradabile , e possono avere un ruolo nel raccogliere il prodotto e tenere puliti i marciapiedi e i parchi cittadini , ma esattamente su un sentiero a cosa servono ?Poi penso che magari il padrone del cane è quello che non è proprio riuscito ad entrare in un cespuglio , ed ha dovuto cagare proprio in mezzo al sentiero…

  44. Spazzolare le prese le consuma. Next step: idropulitrice a batteria ????????????

  45. Rispertrto a quando ero ragazzo (diciamo seconda metà anni settanta) perfino i marciapiedi dell’austera Torino sono molto più lordi, tanto di residui canini quanto di sigarette, platiche varie 8es l’involucro dei pacchetti di sigarette…), gomme da masticare. Viviamo in un gabinetto elevato a sistema: la casua è l’imbarbarimento del comportamento individuale. Se uno butta la coittà sul marciapiede, figurati se fa mente locale quando è alla base di una parete. Forse come singolo comportamento esisteva anche decenni fa. Il problema è l’estensione del cannibalismo al seguito dell’esplosione numerica dei frequentatori dell’outdoor. Non è una scusa, anzi: io farei pulizia con il lancia fiamme (a cominciare dai cannibali). Più tardi lo capiremo e più faticosa sarà la pulizia.

  46. Quando a fine stagione passo con la pala a sotterrare i “residui animali” mi chiedo PERCHE almeno il piccolo sacchetto di plastica che contiene le salviette debba essere gettato e non portato via: quello non si distrugge. Quando poi raccolgo i mozziconi mi chiedo se il fumatore a casa sua li butta a terra. Parliamo delle bestemmie?
     

  47. Per chi non avesse ancora focalizzato cosa sono i cannibali, l’articolo fa una bella descrizione della tipologia. di una delle tipologie, perché ahimè esser cannibali è una disgrazia trasversale all’umanità. Li trovi in falesia, anche in quota (es Satelliti), li trovi sugli itinerari di scialpinismo, li trovi addirittura sulle cascate ghiacciate… particolarmente arguto il paragrafo sui cani, che sono una vera scocciatura. I cani in quanto tali NON hanno colpa: fanno i cani, è la loro natura. la colpa è dei loro padroni/accompagnatori che non li governano dome “dio comanda”. Tali padroni sono più cani dei loro cani. purtroppo chi porta il cane in ambiente, pensa che lo si debba lasciar “libero”…

  48. Nella sempre più auspicata modifica alla legge 6/89 sulle guide alpine e professioni di montagna, promuovo un articolo che VIETI l’accesso alle falesie dedicate all’arrampicata sportiva, e pure trad, ai cani.
    Intesi come animali quadrupedi e come urlatori umani declamatori a voce alta  delle loro prestazioni misere, più di frequente, o anche degne di nota, purché non sonora.
    Vietri altresì i tentativi, vani fin da subito e con risultato negativo certo, su tiri storici di grado enormemente distante dal proprio, al fine di non consumarli.

  49. Tutto vero!
    E non solo ai piedi delle falesie, ma nei punti base (in presenza di cestini e bagni) e lungo i sentieri: fazzoletti, salviette umidificate, feci di cani impacchettate in sacchettini. 

  50. Ma dai! Chi si rilegge: il mitico Stambecco del forum di Gulliver.
    Spiace un poco vederlo appecorato al mood barbogio del gognablogger medio. È brutto invecchiare.

  51. Caro Ykir, noto con disappunto che ti sei trattenuto!
    Ci vediamo da  Uddenasip.

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