Botta e risposta – 2

Risposta al Collegio Guide Alpine Liguria
di Riccardo Innocenti

Al Presidente del Collegio Guide Alpine Liguria, Lorenzo Cavanna
c/o Sede Comunale, Via Pertica,29 – 17024 Finale Ligure (SV)
collegioguidealpineliguria@pec-legal.it

e p.c.

Al Presidente del Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane Martino Peterlongo
Via E. Petrella, 19 20124 Milano
segreteria@guidealpine. it guidealpine@mypec .eu

ASD Pennavalley
pennavalley@gmail .com

Riferimento A (vedi parte 1 del presente post): lettera del Collegio Regionale Guide Alpine Liguria Prot. Int. N.198_22 del 16 marzo 2022 con oggetto: Vs proposta di accompagnamento in affidamento – esperienza di arrampicata su roccia rivolta ai vostri associati – diffida.

Riccardo Innocenti

Egregi Signori,
con la lettera in riferimento A) il Presidente pro tempore del Collegio Regionale Guide Alpine Liguria ha espresso una serie di considerazioni sulle attività associative della ASD Pennavalley.

Le considerazioni espresse non sono condivisibili.

Per una corretta comprensione della tematica vi prego di tenere presente le considerazioni che seguono.

Premetto che l’ASD Pennavalley è regolarmente costituita nelle forme di legge ed è iscritta nel registro nazionale del CONI per il tramite dell’Unione Sportiva ACLI quale Ente Nazionale di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI (Allegato n. 1 certificato di iscrizione nel Registro Nazionale del CONI).

Con provvedimento del 14 febbraio 2017 il CONI ha aggiornato l’elenco degli sport di propria competenza ed in particolare delle Elenco delle discipline sportive ammissibili per l’iscrizione al Registro delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (1) (Allegato n. 2).

L’elenco permette di individuare le discipline sportive che il CONI ritiene di sua esclusiva competenza nonché di attribuire dei codici univoci che ne permettono l’identificazione al fine dell’iscrizione delle ASD/SSD nel Registro Nazionale del CONI. “Il Registro è lo strumento che il Consiglio Nazionale del CONI ha istituito per confermare definitivamente ‘il riconoscimento ai fini sportivi’ alle associazioni/società sportive dilettantistiche, già affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Sportive Associate ed agli Enti di Promozione Sportiva.

Le associazioni/società iscritte al Registro saranno inserite nell’elenco che il CONI, ogni anno, deve trasmettere ai sensi della normativa vigente, al Ministero delle Finanze – Agenzia delle Entrate ” (2).

Tra le oltre 380 discipline incluse nell’elenco figurano:

– L’Alpinismo id. AB001

– L’Alpinismo (Skyrunning) id. AB002

– La corsa in montagna id. AF003

– Il Trail id. AF007

– Lo Scialpinismo id. CU004

– L’Arrampicata Sportiva su roccia (Boulder, Lead) id. AD002

– L’Arrampicata Sportiva su strutture artificiali (Boulder, Speed, Lead) id. AD003

– La Mountain Bike id. AX008

L’ASD Pennavalley, nell’iscrizione al Registro Nazionale del CONI ha dichiarato di svolgere quale attività associativa le predette discipline sportive. In particolare l’Arrampicata Sportiva su roccia (Boulder, Lead) codice identificativo CONI AD002.

L’ASD Pennavalley ha fatto partecipare suoi soci ai regolari percorsi formativi che questo Ente Nazionale di Promozione Sportiva ha organizzato per la qualificazione di tecnici nazionali riconosciuti dal CONI. Alcuni soci della ASD Pennavalley hanno concluso positivamente il corso per Istruttori/Tecnici Nazionali di Arrampicata Sportiva e risultano regolarmente iscritti nell’Albo Nazionale di questo Ente.

Gli Istruttori/Tecnici Nazionali regolarmente iscritti all’Albo Nazionale di questo Ente possono operare all’interno delle realtà sportive che risultano essere regolarmente iscritte nel Registro Nazionale delle Associazioni e Società sportive dilettantistiche del CONI – attraverso l’USacli – e che abbiano indicata come attività, all’interno del registro, una delle discipline seguite dalla USN Sport di Montagna. Gli istruttori in possesso di regolare titolo abilitativo che operano presso ASD e SSD, regolarmente iscritte nel Registro nazionale del CONI, possono godere dei benefici previsti dalle norme agevolative dell’art. 67 del TUIR e percepire fino a 10.000,00 euro annui nel regime fiscale più favorevole previsto per lo sport dilettantistico.

Le attività della ASD Pennavalley sono rivolte esclusivamente ai soci e rispettano tutte le norme vigenti in tema di svolgimento delle attività sociali e quelle del diritto sportivo in tema di promozione sportiva.

La promozione dello sport è il fine primario dell’USacli, quale Ente Nazionale di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI.

La promozione degli sport è il motivo per cui sono stati indette le attività sportiva oggetto della diffida in riferimento A). L’attività di arrampicata sportiva su roccia è pienamente legittimata dall’appartenenza al sistema sportivo che fa riferimento al CONI.

Codesto Collegio, nel formulare le proprie considerazioni, non ha tenuto assolutamente in conto che le Guide Alpine e gli Istruttori/Tecnici nazionali riferibili al CONI sono regolati, e tutelati, da due discipline completamente diverse che hanno piena legittimità di coesistenza reciproca.

Le norme che regolano e tutelano la professione di Guida Alpina appartengono alle norme a tutela delle professioni “turistiche”. Le norme che regolano e tutelano gli Istruttori/Tecnici nazionali fanno parte del diritto “sportivo”.

Per un’analisi approfondita sulla differenza tra i due ambiti giuridici assai diversi, ma pienamente legittimi nella propria diversità, vi rimando alla lettura del “parere proveritate” dell’Avv. Antonella Loconte (Allegato n. 3).

Il parere conferma la piena legittimità della ASD Pennavalley, inserita nell’organigramma al pari di altre molteplici discipline sportive, nell’EPS USacli riconosciuto e legittimato dal CONI e dal diritto sportivo Italiano  (3).

Il mondo dello Sport è regolato e tutelato da leggi chiare. Il complesso normativo regola tutti gli sport e quindi anche quelli della montagna, in quanto ricompresi tra quelli nell’Allegato n. 2. Gli sport della montagna sono, sia ontologicamente che lessicalmente, completamente diversi dalle professioni turistiche che si svolgono in montagna.

Due ambiti e due corpi normativi diversi.

Questo Ente aveva già interessato il Collegio Nazionale Guide alpine Italiane con la lettera in Allegato n. 4: relativa a considerazioni simili espresse dal Collegio regionale Guide Alpine Piemonte. A questo documento si rimanda per ogni ulteriore considerazione da noi già svolta.

In relazione alla lettera in riferimento A) si rileva e si precisa che:

– la qualificazione di un reato penale spetta alla Magistratura e non al Presidente di un Collegio Regionale delle Guide Alpine;

– a fronte di numerose denunce penali che i Collegi nazionali e/o regionali delle Guide Alpine hanno proposto nel tempo si annovera una sola condanna, con reato peraltro successivamente caduto in prescrizione e riferita ad un episodio del 2004 non tutelato dalle norme del diritto sportivo, mentre tutte le altre denunce risultano archiviate.

– ogni ulteriore interferenza nell’attività sociale della ASD Pennavalley e, in genere, di tutte le ASD affiliate alla US ACLI, tramite comunicazioni infondate come quella di cui in oggetto, sarà ritenuta lesiva della dignità delle associazioni e di questo Ente Nazionale di Promozione Sportiva.

Si auspica, pertanto, la ripresa di un corretto comportamento da parte di Codesto Collegio Regionale nella ferma convinzione che gli ambiti di azione delle Guide Alpine (tutelati dalla legislazione turistica) e delle Associazioni e Società Sportive riferibili al CONI (tutelati dalla legislazione sportiva) sono diversi e la vostra pretesa di svolgere in esclusiva alcune attività è del tutto infondata.

Roma, 25 marzo 2022

Il Responsabile della USN Montagna Riccardo Innocenti

Note
(1) L’elenco delle Discipline è consultabile al link: urly.it/3my-3

(2) Tratto dal sito https://www.coni.it/it/registro-societa-sportive.html

(3) https://www.usacli.it/discipline/

14
Botta e risposta – 2 ultima modifica: 2022-04-07T05:29:00+02:00 da GognaBlog

Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

229 pensieri su “Botta e risposta – 2”

  1. Monaco, l’hai presa da 100 scalate su ghiaccio di Grassi?  Che via dev’essere..sicuramente su una via così non fai le soste da manuale cai..

    no. da ”Arrampicare in Piolet-Traction”, di Renzo Quagliotto
    meno leggendario come libro, ma lo ho consumato sfogliandolo al cesso.
    tante vie che mi hanno fatto sognare, alcune vissute.
    questa no. come scusa (del climber) posso addurre il fatto che dopo qualche avventura al sole sono diventato fotofobico.
    a volermela tirare ti direi che son diventato ”un rude uomo da parete nord”.
    ma la dura realta’ e’ che soffro i pendiazzi, e nel caso della Cascata del Freney, la ratio pendiazzi/tiri e’ troppo alta per un pigro scalatore da cemento 😉  

  2. Monaco, l’hai presa da 100 scalate su ghiaccio di Grassi?  Che via dev’essere..sicuramente su una via così non fai le soste da manuale cai..
     

  3. “Per questa via e’ necessario puntualizzare quanto segue:
    – e’ una delle piu’ difficili vie di ghiaccio aperte nel gruppo del Monte Bianco, e’ un po’ meno difficile dell’Ipercouloir alle Grandes Jorasses, di G. C. Grassi et G. Comino.
    – Per la verticalita’, per l’esposizione al sole (sud-est), per l’alta quota, per il lunghissimo percorso di avvicinamento e la impossibilita’ di fuga in caso di cattivo tempo, sono necessarie per intraprendere questa salita, non soltanto buone ma ottime condizioni ambientali e fisiche. Si tratta della cascata di ghiaccio a quota piu’ alta di tutte le Alpi (forti pericoli oggettivi).
     
    N.B. i primi salitori, partiti a mezzanotte dal bivacco Ghiglione, salivano al colle di Peuterey alle luci dell’alba, alle ore 4 attaccavano il canalone; alle 17 erano in vetta al Monte Bianco e, velocissimi, scendevano al rifugio Gonella per il meritato riposo. ”
     
    chissa se fa sognare piu’ questo o l “‘impostazione culturale” del Crovella…

  4. Metto li il 225 esimo commento: Esistono i cannibali (alla Crovella), esistono i caiani (e lo dico da socio), esistono le GA simpatiche e quelle stronze. Adesso per monti troveremo anche le ASD, che dire, siamo sempre più numerosi!!!!!
     

  5. comunque la Cascata del Freney sta alla sua destra.

    esatto.
    e ancora più a destra ci sta la parete dove sale la diretta Bonatti-Zappelli.
    Ho la sensazione che il pilone Gervasutti-Bollini sia più orientato verso est che a nord.

  6. Hai ragione Monaco, ho invertito. 
    Sì, credo anche io che l’Esimio Conferenziere abbia al più fatto la Gervasutti in Sbarua, con gli spit peraltro..

  7. comunque la Cascata del Freney sta alla sua destra.
    alla sinistra ci sta Freneysie Pascale
    o usi destro e sinistro come orografici, desueta moda franzoseggiante ?
    che sicuramente piacera’ al nostro esimio conferenziere tuttofare
    (piu’ tuttociarlare, che mi sa che di vie del Giusto manco una ne ha fatta…)

  8. Si quello che fece con Paolo Bollini della Predosa, a dx della Gran Cascata del Freney di Grassi Bernardi 

  9. dalla conquista della parete nord delle Grandes Jorasse al Pilone nord del Freney, sul Monte Bianco,

    siamo sicuri che sia il Pilone “NORD” del Freney  ???

  10. Mi sono informato..in effetti trovare qualcuno che parlasse di Gervasutti alle 11 del mattino di un giorno feriale non deve essere stato semplice.. impressionante 

  11. Vedremo. Per intanto leggi questa, risale a pochi giorni fa (7/4/22). E’ una delle innumerevoli occasioni in cui mi invitano come esperto di montagna. Ti è mai capitato? Forse perché non sei un esperto di montagna né di alpinismo. Il giorno in cui tu avrai anche solo un milionesimo delle interviste, delle conferenze, dei vari eventi cui vengo regolarmente invitato, potrai rivolgermi adeguatamente la parola. Sciacquati prima la bocca, però.
     
    (il neretto nel testo è aggiunto da me per consentire allo stordito di turno – Teo nella fattispecie – di identificarmi con facilità)
     
    COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE DI TORINO
    UNA TARGA AL MONTE DEI CAPPUCCINI, IN RICORDO DEL “FORTISSIMO” GIUSTO GERVASUTTI
    Una targa dedicata all’alpinista Giusto Gervasutti è stata scoperta, questa mattina, presso la balconata del Monte dei Cappuccini, nei pressi del museo Nazionale della Montagna.A ricordare “Il fortissimo”, la presidente del Consiglio Comunale, Maria Grazia Grippo che ne ha ricordato il legame con Torino, nonostante le origini friulane. Nacque infatti ad Udine nel 1909 ma si trasferì a Torino affascinato dalle Alpi occidentali.Grippo ha sottolineato come il leggendario Gervasutti abbia trasmesso alcuni insegnamenti come “l’invito a lasciare ai giovani il piacere della scoperta, lo sprone a osare sempre, a pretendere il massimo da se stessi e raccogliere sfide sempre nuove. Sono elementi che rappresentano un buon viatico per un atleta ma anche per chi si affaccia al mondo con il suo carico di ambizioni tutte ancora da realizzare. La salita in montagna, ha evidenziato, rappresenta una metafora di crescita e di realizzazione, nella cornice della quale Gervasutti volle mettere a disposizione strumenti, tecnica, conoscenza e saggezza ma anche generosità d’animo”.Fulvio Scotto, presidente del gruppo occidentale del Club Alpino Accademico italiano ha ripercorso le imprese di Gervasutti, dalla conquista della parete nord delle Grandes Jorasse al Pilone nord del Freney, sul Monte Bianco, il Picco Gugliermina, la parete est delle Jorasses e la nord ovest dell’Ailefroide.Gli incontri con gli intellettuali torinesi, anch’essi appassionati di montagna, come Massimo Mila o Renato Chabod, sono stati illustrati dall’alpinista e scrittore Carlo Crovella.La direttrice del Museo della Montagna, Daniela Berta ha sottolineato come Gervasutti sia stato una delle figure che maggiormente ha contribuito a costruire l’immagine di Torino come capitale delle Alpi.Il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano, ha portato il saluto della Circoscrizione sottolineando come la presenza della targa, in questo territorio, rappresenti un ulteriore elemento di storia e cultura in un territorio ricco di musei

  12. E a supporto di ciò, ti ricordo, Crovella, che a volte, in montagna, la soluzione al problema non c’è. E talvolta bisogna tirar giù le doppie e ritirarsi..

  13. Parlapà come si dice a Torino, “lei non sa chi sono io”! Puoi aver scritto anche 100 libri e 1000 articoli, ma sei e continui a essere solo  un teorico della montagna.

  14. @208 evidente che non conosci  proprio niente della mia storia, specie di montagna e di didattica della montagna, altrimenti non diresti queste cose. Vatti a leggere le migliaia di miei articoli e commenti, pubblicati anche (ma non solo) su questo blog, nonché i libri e quant’altro, per constatare che ho curato la crescita, anche e soprattutto motivazionale, di centinaia di allievi (ovvio, in collaborazione con gli altri istruttori della mia scuola). In particolare sono noto e apprezzato proprio perché curo moltissimo la formazione della mentalità nella testa degli allievi, molti dei quali sono successivamente diventati più forti di me. Tutti mi portano riconoscenza infinita anche a distanza di decenni.
     
    Per quanto riguarda la strategia per chiarire il problema primario di cui a questo articolo, stai tranquillo che, quando io entro nella logica di “spianare il terreno”, un modo o l’altro prima o poi l’ho sempre trovato. Non sarà l’Ufficio Legale del CAI Centrale a darmi una risposta di mia soddisfazione? Non c’è problema: ho già in testa almeno altre due o tre strategie. Ma prima o poi il canale giusto che mi fa arrivare all’obiettivo, lo trovo. Faccio sempre così, nella vita. In questo, devo dire, che la forma mentis allenata dalla montagna mi è sempre stata molto utile. L’andar in montagna propone dei “problemi” (il più banale: dove passare?) e ti allena mentalmente a trovare le soluzioni. Non entra la prima soluzione? Cercane un’altra e poi un’altra ancora fino a quando arrivi all’obiettivo. quindi stai certo che non demordo. Potrà volerci del tempo, questo sì. ma prima o poi farò chiarezza sul tema.

  15. Teo, ti avverto che dai suoi colleghi Crovella è soprannominato Caterpillar (o qualcosa del genere). 

  16. :))))) testa sregolata mi piace tantissimo! Ho sempre avuto una speciale ammirazione per i folli. Quindi ti ringrazio, in primis, del complimento. Passando oltre al tuo comportamento sempre più democristiano anni 80 “lei non sa chi sono io!”, ti cito ciò che tu hai scritto:
    ha lo scopo di promuovere e favorire lo sviluppo dell’Alpinismo, dello Scialpinismo e dell’Arrampicata in tutti i loro aspetti tecnici e culturali
    proprio quello che tu non fai, come si desume dalle tue parole e modi di intendere l’insegnamento. E questo sai perchè? Perchè non hai fatto davvero alpinismo con la A maiuscola, e ti manca la componente affiliativa. Credi che sapere andare in montagna e trasmettere e promuovere questa cosa, voglia dire conoscere a memoria il manuale CAI sui nodi.  Come dice il detto “Chi sa fa, chi non sa insegna”. Ciao ciao

  17. Vedi che non sia con chi stai parlando? Nè conosci cos faccia il CAI com,e sodalizio completo e, nello specifico, come modello didattico. Per informarti ti copio qui (l’ho già fatto alcuni giorni fa, ma si vede che sei una testa sregolata) la descrizione della Commissione Nazionale Scuole del CAI
     
    Commissione Nazionale Scuole Alpinismo Scialpinismo Arrampicata libera
     
    La Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo e Scialpinismo (http://www.cnsasa.it), istituita nel 1937, ha lo scopo di promuovere e favorire lo sviluppo dell’Alpinismo, dello Scialpinismo e dell’Arrampicata in tutti i loro aspetti tecnici e culturali, con particolare attenzione ai problemi della prevenzione degli infortuni.
    Nell’ambito delle finalità statutarie del Sodalizio e in accordo con gli indirizzi programmatici del Comitato Centrale di Indirizzo e di Controllo, la Commissione orienta, coordina, uniforma e controlla l’attività pratica e didattica delle Scuole di Alpinismo e Scialpinismo e Arrampicata del Club alpino italiano.
    Controlla l’attività e cura la formazione e l’aggiornamento degli Istruttori di Alpinismo, Scialpinismo e Arrampicata Libera del Club alpino italiano.
    Indirizza tecnicamente e moralmente l’attività Alpinistica, Scialpinistica e di Arrampicata Libera delle Sezioni e dei singoli Soci.
    QUESTO FACCIAMO. ADESSO TI E’ CHIARO? 

  18. Crovella mi sembri il Marchese del Grillo “io so io e voi non siete un cazzo” 🙂 però inizio a preoccuparmi che tu effettivamente comprenda le cose. Ma secondo te pensi davvero che un corso di alpinismo potrebbe andare a fare l’Integrale?? Ammesso che tu sappia dov’è..Il problema è che quelli che la pensano come te formano degli alpinisti che sono e saranno solamente sempre dei mediocri. Sarà dal 1968 che frequenti il CAI ma la montagna e l’alpinismo che conosci è probabilmente solamente quella che leggi su Montagne 360. Comunque tienici aggiornati su cosa ti dice l’ufficio legale CAI, siamo trepidanti..

  19. @ 203 ti suggerisco di informarti sulle persone con le quali ti interfacci, altrimenti fai davvero figure ridicole, evidentemente sei troppo fuori dal mondo, specie quello CAI.
     
    Chiaro che non basta insegnare le manovrine, questo è uno dei due lati della medaglia, l’altro è quello ideologico-culturale di creazione (nella testa di ciascun allievo) della corretta forma mentis, della giusta cultura di montagna e della motivazione affinché ciascun allievo faccia il tipo di montagna più consono con i suoi “talenti”. Anche sull’esempio della Peuterey sei completamente fuori strada, a dimostrazione che non conosci un fico secco di che cosa sia il CAI, per cui parli a sproposito.
     
    Ti ho già detto mille volte che NON è obiettivo istituzionale del CAI né percorrere la Peuterey in uscite istituzionale né preparare allievi perché la facciano in loro uscite private.  Non siamo la squadra corse di F1, siamo una produzione di serie di “tranquille” berline. Ciò non toglie che se un istruttore o un allievo abbiano i giusti talenti possano andare a fare la Peuterey, ma cmq solo come uscita privata.
     
    Per quanto riguarda l’Ufficio Legale anche qui sei completamente fuori strada e sei pure ridicolo. Non sai nulla del CAI, hai un minestrone in testa su cosa siamo e cosa possiamo e/o vogliamo fare come sodalizio e… ti metti a sentenziare su cosa dobbiamo fare??? Stiamo a vedere, ma vedrai che se uno o più soci iniziano -su questo tema –  a mordere le chiappe dei vertici nazionali… la situazione prima o poi si muoverà…

  20. Comunque Crovella, consiglio pasquale di redenzione, evita di farti figure, per farti dire dall’ufficio legale del CAI di farti furbo, te lo diciamo noi in questa stretta cerchia di amici al bar..

  21. Crovella, stai rasentando il ridicolo. Ormai i tuoi non sono più scritti, ma deliri in piena regola. A partire dal fatto che un istruttore CAI ha una preparazione analoga a quella delle guide alpine. A continuare confondendo la difficoltà di una via con l impegno e finendo con il credere che sapere fare la manovrina alla perfezione significhi trasmettere la capacità di andare in montagna ad un allievo. Si vede anni luce che non hai mai fatto una salita con la S maiuscola. Ti vorrei vedere se sull integrale di Peuterey fai le soste da manuale, la percorri in una settimana..ok sapere l ABC ma agli allievi bisogna trasmettergli ben altro.

  22. Su un punto generale concordo. Abbiamo ormai sviuscerato il problema a fondo, in ogni suo risvolto. Non aggiungeremmo nulla e nessuno evidentemente riesce a coinvincere la controparte. Non resta che tagliare la testa al toro.
     
    Dopo il week end di Pasqua contatterò l’Ufficio Legale del CAI per appurare i motivi dell’assenza di azioni in merito. In realtà non sappiamo, magari delle mosse sono già state fatte, solo che il sistema italiano è lento. Oppure può capitare che ai massimi vertici non siano al corrente di questa situazione dell’elenco CONI ecc ecc ecc. Oppure ancora che, pur essendone a conoscenza, preferiscano “non infierire” per quieto vivere, dato che i numeri delle ADS sonmo inezie rispetto alla mole del CAI. I mie amici avvocati dicono sempre (parlando in generale, non solo di montagna) “cane non morde cane”.
     
    Cmq,. a quiestop punto sono curioso anche io di sapere quale sia la posizione ufficiale dei veritici del CAI su questo tema. Tibadisco il problema NON è l’esistenza di corsi organizzati in salòe indoor per la “ginnastica sul cemento”. Quello si sapeva già ed evidentyemente non infastidisce nè il CAI Nè le GA. Ilò problema è se il modello si espande fuori (outdoor). Non mi preoccupo tanto delle sigle già attive, che cmq (vedi commento di poco fda) quyalche preoccupazione a me, “vewcchio” istruttore, la suyscitano già.
     
    Quello di cui mi preoccupo è il seguente tema: se ilò modello si consolida, significa che, in un domani, qualsiasi bischero, solo perché apre una ASD dalla sera alla mattina, possa portare gente a fare scialpinismo o sul Gran Paradiso… (cavandoci pure una remunerazione abusiva…). Non credo proprio che sia coerente con la legge 6/89, per cui occorrerà mettere dei precisi paletti o, addirittura, eradicare il problema alla radice (obbligando il CONI a cancellale ler voci dal suo elenco). Vediamo cosa risponderà l’Ufficio Legale del CAI.
     
    Buona Pasqua a tutti!

  23. @197 sbagli proprio nell’impostazione della domanda perché gli istruttori CAI hanno una preparazione analoga a quella delle GA. Ne abbiamo già parlato e si vede che set proprio di coccio, oltre a non conoscere minimamente il mondo della didattica CAI (mi pare te lo abbia anche contestato qualcun altro, forse Dino).
     
    Ripeto una cosa già detta: stiamo parlando di “preparazione in termini di sicurezza e prevenzione”, non di capacità tecniche personali (cioè se il tipo sa fare solo il V o fa il 6c). E’ compito del Direttore del Corso e, risalendo, di quello della Scuola gestire ogni singola uscita in modo che gli istruttori si muovano su terreni congeniali alle capacità prestazionali di ciascuno. VOGLIO DIRE: SE UN ISTRUTTORE DA V GRADO VA A FARE UNA VIA DI 6C, LA “COLPA” (ANCHE GIURIDICA) E’ DEL DIRETRTRORE DEL COSRO CHE NON LO HA MANDATO SU UNA VIA DI V. A cascata la colpa risale al Direttore della Scuola. Lo stesso per scialpinismo, alpinismo, escursionismo, canyoniong ecc ecc ecc.
     
    Per quanto riguarda la preparazione in termini di prevenzione e sicurezza, metto la mano sul fuoco circa gli istruttori CAI. Anzi secondo me (per esperienza diretta in 40 anni e pèassa di insegnamento) siamo molto più pustuni noi istruttori delle GA nella loro attività privata. Le GA mettono più praticaccia, noi sentiamo il dovere morale sdi applicare sempre la m,anocra alla perfezione come nei manuali. Perché la differenza è la seguente: le GA hanno l’obbligo di evitare guai ai clienti, che poi lo facciano nerl modo “A” o n el modo “B” è irrilevante, l’importante è l’incolumità dei clienti. Per noi istruttori c’è anche una finalità didattica, in ogni istante dell’uscita, per cui se oggi si insegna a fare “A, dobbiamo TUTTI fare “A”. Sennò gli allievi sono disorientati.
     
    (Parentesi: ecco perché un alpinista “forte” non necessariamente è un “forte” istruttore: per fare bene l’istruttore non conta saper fare il 6c, conta avere la “testa” che sto descrivendo).
    Riprendo il discorso principale. Caro Teo, anche qui sei di coccio, mamma mia: te l’ho già ripetuto migliaia di volte (ecco un motivo per cui non saresti un buon istruttore CAI: noi siamo svegli, non tonti).  La preparazione è assicurata da un modello ormai perfezionato dopo decenni e decenni di progressivi miglioramenti.
     
    Il modello didattico è omogeneo per tutti, vale dal Brennero a Siracusa, tutti vengono testati nello stesso modo, c’è un Commissione Nazionale che gestisce il tutto, tramite la Scuola Centrale e le sedi periferiche. Gli istruttori sono testati sistematicamente, sia quando si presentano ai corsi abilitativi, sia successivamente attraverso periodici aggiornamenti. Le scuole fanno aggiornamenti addirittura annuali ai loro stessi istruttori. Le scuola “pestano” i concetti (coerenti con il modello generale e nazionale)  sugli allievi fino dalla prima lezione teorica. Quindi l’uniformità del modello scende dalla CNSASA, attraverso la Scuola Centrale,  alle Commissioni territoriali e rispettive Scuole territoriali (che gestiscono l’aggiornamento dei titolati di competenza). Questi ultimi provvedono, specie se ricoprono ruoli di Direttore delle singole Scuole )p, sottostanti, di singoli Corsi) a far sì che i propri istruttori siano aggiornati, e questo vale tanto per i titolati che per i Sezionali e gli aiuto istruttori. E ogni scuola aggiorna immediatamente l’insegnamento didattico si suoi allievi. Di conseguenza l’imprimatur è unico –  dal Presidente della CNSASA fino all’ultimo allievino appena iscritto.
     
    In più c’è un discorso di coperture assicurative, che valgono ovviamente solo per la parte civile (la responsabilità penale è personale). Il CAI, per mille motivi, anche numerici (350.000 soci forniscono risorse che garantiscono coperture specifiche per gli istruttori), ha copertura civili abbastanza importanti. Viceversa una ASD con 50 soci che copertura ha? Questo è un discorso aggiuntivo: un conto è la preparazione (un termnini di prevenzione e sicurezza) indiscutibilmente superiore per gli sitruttori CAI, rispetto ai corrispondenti “accompagnatori di altre sigle, e pari a quella delle GA. Un conto è, in caso di malaugurato incidente, quali coperture assicurative possa garantire il CAI rispetto a queste “strutturine” che sono se gusci di noce in balia della tempesta oceasnica.
     
    Come puoi vedere (ammesso che ci arrivi, visto che sei proprio di coccio), tutto ciò prescinde dal saper fare o meno il 6c o il 9z. Non è quindi una questione di prestazione individuale, ma di forma mentis nell’approccio alla montagna. Il grimpeur che fa il 9z sul cemento in una sala indoor non ha per nulla tale impostazione e, se mette piede fuori dalla sala indoor, rischia di fare scemenze. Figuriamoci, poi, se pretende di accompagnare gente a fare scialpinismo o i 4000 su ghiacciaio!!! Mi si ghiaccia il sangue nelle vene a pensare che possano esserci dei “poveretti” che, per ignoranza e ingenuità, pensano che il tal figo, che fa il 9z, li sappia in automatico portare in cima al Gran Paradiso nel massimo della sicurezza…
     
    In virtù di tutto ciò, oltre ad averti dimostrato che gli istruttori CAI hanno una ineccepibile preparazione in termini di prevenzione e sicurezza, credo che il tema delle “sigle” che “accompagnano” gente in montagna sia anche un argomento di cui si deve occupare il CAI, in parallelo al tema della remunerazione che tocca direttamente le GA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.