Bravo Stefano Valsecchi!

Bravo Stefano Valsecchi!

Questa volta le brutte notizie arrivano dal comune più piccolo d’Italia, Morterone, in provincia di Lecco. Nessuno sapeva della strada che, zitti zitti e muniti di tutte le autorizzazioni, stanno costruendo con partenza dalla piazzola dell’elicottero e destinazione la sorgente delle Forbesette.

(immagine tratta dalla pagina facebook del rifugio Azzoni)

A denunciare il fatto, con tanto di esauriente documentazione fotografica, è stato Stefano Valsecchi, 30 anni, custode del rifugio Azzoni, la bella costruzione in vetta al Resegone, a picco su Lecco e caratterizzata “dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega”.

Lo ha fatto con un post critico-ironico sulla pagina facebook del rifugio, intitolato Attivazione del servizio jeep verso il rifugio Azzoni, il cui testo recita: “Si comunica che a breve, grazie alla costruzione di una strada agrosilvopastorale lunga un paio di km attraverso il preesistente bosco, verrà attivato un servizio jeep permettendo di risparmiare oltre mezz’ora di camminata lungo il sentiero che sale da Morterone: il Resegone è sempre più alla portata di tutti. Un grazie infinito alla ditta Invernizzi Adriano che nella realizzazione di strade pensa anche a noi rifugisti!!”.

Il rifugio Azzoni, quasi in vetta al Resegone

In seguito alla pubblicazione di questo post, illustrato da foto che non lasciano dubbi sul disastro ambientale che l’opera sta provocando, il web si è scatenato, con grande scalpore sui social e sulle chat di messaggistica.
Il tracciamento di questa ennesima strada agrosilvopastorale (con annesso taglio di bosco) risale gran parte del sentiero numero 916 (ex 16), che da Morterone (all’altezza della piazzola dell’elicottero) porta alla Sorgente delle Forbesette e prosegue, diventando il sentiero numero 917 (ex 17), per giungere al rifugio Azzoni in cima al Resegone.

La nuova strada, che arriva fino a circa 500 metri dalla sorgente, sale a tornanti nel bosco di faggi incrociando più volte il sentiero che, diversamente, sale dritto verso le Forbesette (dove è appena arrivato il cantiere) per piegare leggermente a destra solo nel tratto finale.

(immagine tratta dalla pagina facebook del rifugio Azzoni)

Il post, dal tono indubbiamente ironico ma altrettanto critico verso quanto è stato fatto, non ha solo scatenato in modo dirompente i social, ma ha anche provocato una pioggia di critiche indirizzate alle varie redazioni dei quotidiani cartacei e non. L’intervento sta facendo discutere l’opinione pubblica ma, non c’è dubbio, infiammerà ulteriormente l’estate divenuta, proprio in questi giorni, bollente.

(immagine tratta dalla pagina facebook del rifugio Azzoni)
(immagine tratta dalla pagina facebook del rifugio Azzoni)
(immagine tratta dalla pagina facebook del rifugio Azzoni)

In effetti, la cicatrice che sfregia i boschi del Resegone, la montagna simbolo di Lecco, tracciata dagli incaricati di un’impresa locale che commercia in legna e pellet, e lo sventramento di uno degli ambienti più belli e incontaminati della zona, non sembra abbia altro scopo che quello di abbattere gli alberi e movimentare i tronchi tagliati.

(immagine tratta dalla pagina facebook del rifugio Azzoni)

L’autorizzazione a questa pista è il passo iniziale per la costruzione di una vera e propria strada agro-silvo pastorale che, come gran parte di queste in Italia, conduce in mezzo al nulla.

Il successo del post in buona parte è dovuto alla sua fine ironia, che infatti più d’uno non ha colto. Molti si sono scagliati proprio contro il rifugista, che giustamente dopo centinaia di plausi, ma anche decine di insulti, si sta rifiutando di commentare ulteriormente questa triste vicenda.

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Bravo Stefano Valsecchi! ultima modifica: 2023-07-21T05:49:00+02:00 da GognaBlog

31 pensieri su “Bravo Stefano Valsecchi!”

  1. Grazie Alex
    Grazie per aver dedicato il tuo tempo e il tuo talento a questo simpatico scritto.
    Ne sono onorato. Anche se, lo ammetto, non sono un critico lettario (come non sono un sacco di altre cose e in questo tu mi hai ben capito) e non so quale effettivo contributo il tuo componimento possa dare al post in questione. 
    Ma tant’è… l’animo umano è volubile e fallace… e a me, il tuo sforzo, gratifica il mio piccolo Ego.
    Peace and sweat. 
    Angelo G.

  2. Al lettore Angelo G., un giorno, si guastò l’ automobile; raggiunta l’ officina, il preventivo,  circa 2500 euro. Ma come sarebbe, disse Angelo G.,  è solo un piccolo guasto che…ecc. ecc. La risposta fu: lei è un meccanico? Paghi oppure vada via e non rompa…
    Totrnato a casa, Angelo G. accese il televisore e sentì che era scoppiata una guerra;  il giorno dopo incontrò in ascensore il suo vicino di cas; questi gli propose  di andare a una manifestazione per la pace; Angelo G. restò perplesso a una simile proposta; rispose al vicino che non ci sarebbe andato, mica era un politico, uno storico, un analista geostrategico, un inviato di guerra. Il vicino rimase in silenzio, lo guardò come un’ ameba che passa sotto la lente del microscopio, andandosene senza dire più nulla.
    Tratto da: “Storie di Angelo G., un uomo moderno”

  3. Una ulteriore dimostrazione, se ce n’era bisogno, che l’Homo Sapiens si è evoluto in Homo Stupidus. E’ la solita questione da “illo tempore”: danaro e potere, potere e danaro. Una infinita tristezza per l’ambiente naturale che lasceremo a chi verrà dopo di noi. 

  4. Fanno di tutto per agevolare l’accesso alla montagna, anche ai non appassionati, che poi si comportano da non appassionati appunto. La montagna dovrebbe esser vissuta nella sua interezza, non fatta assomigliare ad un luogo comune.
     
     
    Tutto è ciclico… l’economia parte, cresce, matura e declina, così come la frutta negli alberi, così come la nascita di un essere umano, di un animale e poi il tutto si conclude con la morte.
    Ora la questione montana va analizzata ciclicamente. Prima solo palcoscenico di qualche cacciatore, poi di qualche sparuto alpinista pieno di soldi (perchè chi non ne aveva non andava in montagna) ora siamo alla montagna di massa, e come dice Dino “fanno di tutto per farci andare”. Siamo alle fasi di euforia come accade in borsa con i titoli… 
    Gli anni 800 la montagna era come gli anni 70 dove il Nasdaq aveva stornato pesantemente, poi pian piano le quotazioni crescono, poi nel 1995 al 2000 il tam tam dei giornali, espertoni di finanza e giu’ tutti a prendere titoli big tech…. poi con il 2000 la sciacquata… 
    Ecco in montagna siamo al 1998…  manca poco allo scollinamento. Poi arriveranno i provvedimenti che per salvaguardare l’ambiente occorre nn usare piu’ l’auto, etc. E ci andranno sempre meno … pochi a dir il vero…pochissimi … ritorneremo come nel 1700-1800 tre gatti insomma. 

  5. Fanno di tutto per agevolare l’accesso alla montagna, anche ai non appassionati, che poi si comportano da non appassionati appunto. La montagna dovrebbe esser vissuta nella sua interezza, non fatta assomigliare ad un luogo comune.

  6. Laura al 9. Magari sarebbe utile che specificassi che la sovrappopolazione (e relativa distruzione degli ambienti) riguarda la porzione di Terra più civilizzata. Hanno ripetuto così tanto sta storia dell’aumento della popolazione (iniziando a sfoltirla a suon di virus e medicine e pesticidi), che il popolo ha finito per farla propria. 

  7. Sig.Angelo in Trentino vi sono grosso modo 3 quotidiani l Adige Il Trentino è il Dolomiti raccontano pressoché le stesse cose eccetuato le ricette dei canederli e forse della polenta.l unico che racconta cose diverse e documentate è una pubblicazione annuale  e la fa il presidente della corte dei conti di Trento…ecco vada a leggersele..come dovrebbero fare i trentini invece di bearsi della vulgata onirica del semo er mejo..ladino..certo se vai in Zaire e poi torni a casa anche Grattosoglio è un must.
    ..
     
     

  8. Ah, che sublimi quei silenzi nel bosco che erano interrotti solo dal rumore delle seghe dei boscaioli!

  9.  l’ironia del post di Valsecchi l’ha vista solo lui. 
    Ciò detto, il progresso è anche questo… la ditta Invernizzi Adrino ha preso l’appaltino, i suoi operai mangiano, lui mangia, qualcuno nel comune di Morterone mangia, il rifugio fatturerà il doppio. I salottari si incazzano sulle tastiere. 
    Per sondare il terreno stimolo e sfido Alessandro a provare a organizzare un trekking dimostrativo CONTRO questa strada, e vedere quanti leoni si presentano. Questo per capire quanto alla gente interessino realmente queste questioni. 
    (chiaramente è un post critico/ironico)

  10. E a Valgrisenche se vi interessa, andate a farvi un giro in quella che doveva essere una ciclabile,adesso è diventato un sentiero ,(così dice la sindaca), i soldi arrivano dall’Europa, bisogna spenderli, forestale che autorizza?? Mah!! Legambiente che distribuisce bandiere verdi al comune di Valgrisenche, forse adesso gli darà quella che si meritano? E la pista sempre ciclabile per arrivare al rifugio Bezzi? 

  11. La Provincia autonoma di Trento negli ultimi 4 anni ha aperto più di 20 km di nuove strade forestali e 30.000 mq. di piazzali per il deposito temporaneo del legname esboscato. Nessun cittadino di Trento città o provincia ha obiettato perché sanno che quelle opere servono, perché sanno che i boschi sono una risorsa che deve essere salvaguardata, ma che la salvaguardia senza gestione forestale non è possibile. In Lombardia siamo tutti montanari, alpinisti, ingegneri forestali,  botanici, geologi, (siamo stati anche virologi fino a poco tempo fa…), iper esperti, sempre pronti a criticare, giudicare e condannare… 🙄.  Poi mi raccomando: non facciamoci mancare l’aria condizionata, saliamo in macchina fino all’ultimo spiazzo disponibile per il parcheggio e bruciamo legna che viene dall’est europa.

  12. In ambito locale lo scempio è stato visto da molti, considerato inoltre che a inizio luglio c è stato il tradizionale evento della SEL che ha portato tanta gente in cima al Resegone.
    Il bosco  è è stato sventrato con una pista tracciata in maniera grossolana con le ruspe, incrocia il sentiero più volte interrompendo. 
    Pista brutta alla vista, fatta male, disordinata, con tutto il legname meno pregiato lasciato ai margini. 
    Lecito agire sul bosco, mi chiedo chi controlla lo stato dei lavori e l’eventuale ripristino, il comune di Morterone? L’ente forestale regionale? 
    Doveva proprio passare dove sale il sentiero? 
    Forse il Comune di Morterone dovrebbe dare delle risposte in merito a come è stata tracciata la pista, il bosco di faggi era spettacolare, ora non è più così, 
    Perchè quella zona? 
    Perchè era comodo l’accesso con le ruspe? 
    Ci sono tantissime altre zone che avrebbero bisogno di un taglio del bosco, perché il taglio dove passa il sentiero? 
     
    Le amm.ni danno i permessi ma poi non controllano lo stato dei lavori. 

  13. E magari con il rischio che diventi strada agro-silvo pastorale a pagamento, come quella che da Vico, sopra Verceia, sale al Tracciolino e a Castano

  14. Mio caro signore, si ho letto l’articolo. Non sono un ambientalista ma un Alpinista da lunga data e credo che la montagna debba essere un ambiente dove, chi ama camminare o avventurarsi in altro tipo di attività. Ritengo che chi approda in maniera “sconsiderevole”, permettendo questi scempi, i quali hanno portato alla situazione attuale dei disastri causati da chi come lei pensa di portare in montagna, immondizia e il riferimento è puramente casuale, è meglio che stia a valle a rompere le palle e non venga su in montagna. Le  comodità, riferendomi a quei che non vogliono muovere le “gambine”, è meglio che restino a valle. La montagna non è un parco giochi. Si ricordi che dove c’è più comodità di accesso, più  degrado porta.

  15. 3. Egregio sig. L’ing, ma prima di scrivere, l’articolo l’ha letto? Forse se arrivava al termine avrebbe trovato scritto “conduce in mezzo al nulla”.
    E poi con questo “ambientalisti da salotto” avete (lei e i suoi simili) veramente rotto i coglioni.

  16. Mi rifaccio a questo detto:
    “Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, Voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato.”

  17. Mi sembra di capire che guerre e pestilenze (umane), a lungo andare favoriscono il resto della fauna e della flora di questo ormai, mistero mondo..

  18. La cosa più vergognosa è che l’essere umano per sua natura distrugge e Trasforma gli ambienti , ok, ma il fatto che stiamo devastando in maniera insostenibile questo pianeta è dovuto all’incontrollata continua crescita della popolazione umana : se nel 1800 eravamo un miliardo Oggi siamo otto per l’allungamento delle aspettativa di vita e nessuno dice che ci vogliono poche nascite mondiali , anziché insistere anche in Italia che bisogna fare più figli per il PIL! Vergogna. La gente si lamenta e poi vuole le famiglie , magari numerose che tutti facciano figli (Tra l’altro non tutti ci sono portati). 

  19. Interessante leggere le giustificazioni di sindaco e comunità montana su lecconotizie. com 

  20. Stanno devastando tutto l’arco alpino.
    Bravo il rifugista a fare conoscere lo scempio che si sta perpetrando.
     

  21. La cosa piu indecente e vergognosa é che fanno questo in silenzio ….senza destare commenti o scalpore….si viene a sapere di questi obrobi…soltanto quando le cose sono fatte !!……..é proprio ridicolo che un giovane gestore di rifugio evidenzi la cosa giustamente per l’interesse di tutti…….e dopo dagli enti preposti arriva ogni sorta di spiegazioni …..
    ….sempre dopo …….

  22. Purtroppo anche qui a Macugnaga un disastro simile, è stata violentata la montagna fino al monte moro per fare spazio ad una pista di Mountain bike che raggiungesse la Svizzera.
    Terribile.

  23. Io penso che le strade agro-silvo-pastorali quando vengono fatte con criterio siano una cosa utile, prima di tutto per l’agricoltura di montagna (che altrimenti sparirebbe), poi anche per il turismo di montagna che si basa preferenzialmente sul trekking o sul bike. Un alpeggio servito dalla strada permette anche di ristrutturare le abitazioni, che altrimenti crollerebbero.
    La mia vicina Svizzera è piena di stradine che raggiungono qualsiasi maggengo e non mi pare di vedere questi scempi ambientali. Tutto sta al buon senso.
    Inviterei comunque certi ambientalisti da salotto a fare una stagione in montagna come agricoltore/allevatore e provare a sopportare le ingenti fatiche che si fanno.
     

  24. Da noi quando vengono realizzate strade per disboscare, (oramai sempre più larghe e a bassa pendenza per non usare più cavalli, asini o costose teleferiche) le su fanno arrivare a rifugi o malghe. Spesso con proteste, ma poi l’arrivo di bikers cui servire una pastasciutta placa gli animi dei diretti interessati.
    Finché il denaro sarà più importante dell’ambiente temo non ne usciremo

  25. Come rispondono i mafiosi interessati???………….bisognava sfoltire il bosco per agevolare gli interventi in caso di incendi(..magari arriveranno a fare pure quello!!)….resta il fatto che come per la sottostante cava del magnodeno….(cava mangia boschi)….il silenzio e menefreghismo DEVE REGNARE SOVRANO…PURE L’INDIFFERENZA DI TANTI..
    BRAVO STEFANO BRAVO !!!!!!!!!

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