Collegamento Colere–Lizzola
(ne abbiamo davvero bisogno?)
(pubblicato su terrealtre.noblogs.org)
Il manifesto
Di cosa si tratta?
RSI srl intende collegare la stazione sciistica di Colere con la stazione di Lizzola, occupando la Val Conchetta e l’alta Val Sedornia, ad oggi non ancora antropizzate.
Il progetto prevede il livellamento del terreno per la creazione di tre nuove piste, l’inserimento di tre nuovi impianti a fune e una funicolare nel tunnel di 450 metri ricavato nel Pizzo di Petto.
Si prevede inoltre un bacino di accumulo dell’ acqua e innevamento artificiale per tutte le piste.
Le tre seggiovie di Lizzola verrebbero dismesse e sostituite da un’unica cabinovia. Ad oggi le piste di Colere si trovano fra 1600 e 2200 m, mentre quelle di Lizzola fra 1500 e 2000 m. I nuovi impianti si collocherebbero tra i 1800 e 2200 m.
Il costo dell’opera è di 70 milioni di euro, di cui 50 pubblici. I costi successivamente precisati per il versante di Lizzola indicano un incremento del 36%, con conseguente espansione del contributo pubblico.
Apertura completa prevista: dicembre 2026.
Ha ancora senso investire nello sci da discesa?
Le proiezioni a 50 anni prevedono il 40% di giorni di neve in meno e un innalzamento di 500 metri della copertura nevosa stagionale, causando una crisi notevole sotto i 2000 metri per quanto riguarda spessore e persistenza del manto nevoso. L’innevamento artificiale diventa imprescindibile e costoso: per innevare 1km di pista sono necessari 40/50mila euro a stagione.
È un’industria che necessita di fondi pubblici per sopravvivere: oltre 60 milioni di euro stanziati negli ultimi 10 anni solo per le stazioni bergamasche.
Perché non investire i soldi pubblici in beni pubblici?
Crediamo in uno sviluppo economico alpino che va oltre la monocultura dello sci da discesa; che garantisce i servizi essenziali per restare a vivere in montagna, come il diritto di cura, studio e mobilità; che interviene sulle aree a rischio idrogeologico, tutelando chi vive nelle aree montane.
Il turismo dello sci non risponde al problema dello spopolamento
L’industria del turismo di massa rischia di sostituire le comunità di montagna con turisti intermittenti, dove il costo della vita per i residenti si alza. I posti di lavoro stabili sono presenti nelle comunità dove sono state inserite attività industriali, artigianali, agricole e di turismo diffuse, parsimoniose e attente al contesto.
Rifiutiamo di concepire la montagna come un luogo da ingolfare di turisti
L’unicità di un territorio viene svalutata dagli standard del turismo di massa. L’accesso dalla Val Seriana e dalla Via Mala è problematico e il traffico sarà ulteriormente congestionato, poiché non è prevista nessuna miglioria alla viabilità. Meglio valorizzare l’esistente e differenziare l’offerta sulle 4 stagioni includendo gli attori locali.
Perché il collegamento non è una risposta
Il comprensorio dovrà affrontare la forte concorrenza di aree sciistiche vicine che hanno ben altra offerta sciistica e di servizi.
I chilometri di piste non aumenteranno in quanto alcune piste di Lizzola verranno chiuse.
La fruizione delle strutture in quota sarà destinata a una élite: boutique hotel, campeggio glamour, sci gourmet.La “destagionalizzazione” del progetto si riduce a introdurre il downhill a Colere.
Quanto è veramente accessibile questo progetto?
I costi per il collegamento sono spropositati
La quota di risorse pubbliche richieste è sproporzionata rispetto all’investimento privato, perdendo il requisito di redditività che dovrebbe caratterizzare l’attività degli imprenditori.
Viene valutata la fattibilità economica considerando solo i costi riferiti alla Val Sedornia + Lizzola, escludendo quelli implicati per il collegamento in Val Conchetta.
In questi 60 anni di concessione, il conto economico esteso al 2084 non prevede i costi per la sostituzione degli impianti e le cauzioni destinate allo smantellamento a fine vita di strutture, impianti e piste.
Lizzola ci guadagnera’ davvero?
Rifugi sfavoriti dall’unica cabinovia Lizzola-Mirtillo, aumento della cementificazione e dei costi delle case, aumento del costo dello skipass. Lizzola diventerebbe il parcheggio per gli impianti di Colere.
Quale altro futuro per Lizzola?
Chiediamo alle Amministrazioni locali una visione più lungimirante e rispettosa dei territori, e il coraggio di sostenere nuove proposte per valorizzare l’esistente: rifugi, escursionismo invernale e estivo o l’eventuale rinnovamento degli impianti esistenti, con costi molto più contenuti rispetto a quelli ipotizzati per il collegamento.
Il progetto è intrinsecamente insostenibile
Impianti più capienti e veloci ed innevamento artificiale significano più dispendio di energia elettrica e carburante.
Prevedere l’innevamento artificiale su tutte le piste è una implicita dichiarazione che il progetto non ha prospettiva.
L’impatto antropico interesserà valli ora incontaminate che saranno irreparabilmente danneggiate da sbancamenti e scavi.
Il progetto ignora l’ambiente
Tutta l’area interessata dal progetto rientra nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo della Presolana, un Sito RETE NATURA 2000 (codice IT2060006) all’interno del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche.
Gli impianti e le strutture previste sono paragonabili a quelli di un insediamento industriale. L’impatto ambientale dell’afflusso di migliaia di persone è simile a quello di un centro commerciale, ma in un contesto remoto e fragile, con conseguenze negative per flora e fauna.
Il terreno carsico è naturalmente incompatibile con la creazione di bacini di raccolta, che richiederebbero isolamento con materiali plastici destinati a diventare inquinamento da macro e microplastiche. I pannelli solari previsti saranno posizionati a nord-est e saranno esposti a neve e gelo.
Comprensorio Colere-Lizzola… News
di Lucio Toninelli
(pubblicato nel gruppo FB Val di Scalve, more than Mountains
Che succede? Tutto tace, calma piatta, mare calmo… Ma le apparenze ingannano: nonostante le numerose contraddizioni, incoerenze, marceindietro, la talpa avanza. Sta cercando la via più breve e più facile per arrivare «all’osso». Forse comincia ad essere un po’ in affanno sui tempi aggressivi che si era data.
Noi invece non abbiamo fretta. È il motto sul quale riescono ad essere d’accordo perfino maggioranza e minoranza a Vilminore: per ora, niente fretta. L’importante è decidere verso quale futuro andare. E poi salire sul treno giusto, non su quello che ha più fretta di partire. E il futuro giusto è quello che vogliono i cittadini – i residenti, anzitutto, se davvero ci preme fermare lo spopolamento. Senza escludere il parere di chi ama le nostre Valli e le frequenta, ovviamente, ma bisogna metterli in condizione di conoscere i fatti e di esprimere la propria opinione. Non è così difficile, basta volerlo.
Intanto, il termine di 90 giorni richiesto da RSI per la firma delle convenzioni proposte con la PEC del 27 agosto è scaduto. Perché? Perché giustamente l’Amministrazione di Vilminore ha chiesto chiarimenti, documenti, integrazioni che non sono ancora pervenuti. Fra cui un misterioso «allegato A» del progetto che nessuno sa dire cosa sia, dove sia, se ci sia…
Vi pare che si possa firmare una convenzione al buio? Una decisione che può (e ha l’obiettivo di…) mutare il corso della storia della nostra valle per almeno 60 anni, si può prendere alla leggera? No. Aspettiamo.
Così il Comune di Valbondione – già designato capofila del progetto – ha dovuto chiedere una proroga di 45 giorni al termine dei 90 giorni, perché si è reso conto che effettivamente ci sono aspetti da chiarire.
Giusta la fretta di salvare gli impianti di Lizzola, ma mi pare normale che, se la convenzione la deve approvare anche Vilminore, l’Amministrazione locale faccia delle domande e magari ponga delle condizioni.
Nel frattempo qualcuno scopre – quasi per caso – la convenzione relativa al progetto di rifacimento degli impianti di Colere del 2022 (progetto assolutamente cruciale, è il caso di ribadirlo?), con la quale il Comune di Colere ha preso impegni vincolanti con RSI anche su competenze del Comune di Vilminore; senza peraltro coinvolgerne l’Amministrazione, a quanto appare dagli atti.
Al punto G) di quella convenzione si legge che il Comune di Colere (a firma del Sindaco nonché Presidente al tempo della CM di Scalve) concede alla Società RSI…
“la concessione d’uso delle piste da sci facenti parte del demanio sciabile, del Comune di Colere e Vilminore di Scalve, come evidenziato nelle tavole, allegate al progetto di fattibilità tecnico economica, di cui ai P.G.T dei Comuni interessati, incluse le aree individuate nell’allegato [A] (mai pervenuto) alla presente Convenzione;”
Come può il signor Sindaco ‘vendere’ un ‘uso’ che non è suo? E il punto H) successivo aggiunge che cede anche:
“la concessione d’uso di tutti i terreni di proprietà del Comune di Colere in quota (quale quota?), inclusi quelli siti nel comune di Vilminore per la realizzazione di piste da sci, impianti e l’insediamento d’attività commerciali, oltre a tutti i terreni che confinano o fanno parte del demanio sciabile del Comune di Colere e Vilminore, come evidenziato nelle tavole, allegate al progetto di fattibilità tecnico economica, di cui ai P.G.T dei Comuni interessati, nonché eventuali loro estensioni, incluse le aree individuate nell’allegato [a] alla presente Convenzione;”.
Ripeto la domanda: a che titolo il Sindaco di Colere cede diritti di un altro Ente Comunale? In questa convenzione si mischiano un titolo di pura proprietà catastale con le competenza amministrative? È, a dir poco, imprudente o impudente farlo senza assicurarsi che il Comune confinante e il collega Sindaco siano informati e d’accordo. Di sicuro è argomento e decisione che avrebbero dovuto passare per il Consiglio Comunale di Vilminore. Ma da li non è passato mai.
L’impressione è che si abbia a che fare con i sordi, i muti, i ciechi e, soprattutto, i furbi.
I sordi sono quelli che non rispondono neppure alle richieste di accesso agli atti (non parlo di Vilminore che ha correttamente consentito l’accesso agli atti che sono pubblici). Ma gli altri dovranno pur rispondere, prima o poi!
I muti sono quelli che dovrebbero raccontare ai cittadini che li hanno eletti come pensano di affrontare la questione di cui moltissimi ormai parlano apertamente. Dovranno anche dire se e come intendano chiedere il parere dei cittadini. O finisce come col Convento, che si fa una assemblea pubblica finta e poi si prosegue sottotraccia in altre direzioni come le talpe?
I ciechi sono quelli che, nonostante le evidenze, si rifiutano di constatare il fallimento degli investimenti simili in altri posti. Né si preoccupano del clima, «tanto hanno i cannoni da neve!». E fanno spallucce al fatto che il progetto sia a carico dei contribuenti, cioè soldi anche loro (circa il 70%).
E lo sbandierato obiettivo di fermare lo spopolamento? I ciechi fingono di non capire la contraddizione: l’iperturismo non ferma, ma accelera lo spopolamento, ovunque! I paesi sciabili hanno sofferto lo spopolamento, come e più di quelli non sciabili. Di ricadute in benessere diffuso, nessuna traccia. Di impatto positivo sulla ripresa delle attività commerciali e i servizi, neanche l’ombra. Per ironia, neanche sulle attività tipicamente turistiche come il settore alberghiero e della ristorazione. Né in Valle, né altrove.
E i furbi? Sono quelli che pensano all’immobiliare e ai grandi lavori, e a come trarne profitto.
La grande truffa del turismo dei grandi numeri è proprio questa: risposte sbagliate a problemi finti ma strumentali ad altri scopi.
Almeno una cosa potrebbe unirci, “noi contrari e voi favorevoli”: vorremmo essere noi cittadini a deciderlo. Vorremmo non dover dipendere da un «banchiere illuminato» per decidere il nostro futuro, e neanche da un circolo filantropico di pochi imprenditori che, sia pure con buoni intenti e con l’Università di Bergamo, ci vogliono spacciare «un nuovo turismo per una nuova abitabilità», o convincerci che “dobbiamo sentirci turisti in casa nostra”. Non siamo «persone svantaggiate» o bambini bisognosi di tutela. Grazie. Siamo cittadini adulti e con diritto di parola, soprattutto quando si spendono soldi nostri ed è in gioco il nostro futuro.
Ecco perché non abbiamo fretta. Sono tante le cose da chiarire che verranno al pettine. E non abbiamo neppure ancora iniziato a parlare di ambiente e di normative italiane ed europee che il progetto NON rispetta.
Verrà il tempo che ricorreranno al mantra «ecco, siete i soliti ambientalisti del No».
Nessun problema. Ce ne faremo una ragione, non è poi un’offesa così grande. Anzi.
Aggiornamento del 10 gennaio 2025
A Vilminore il giorno 3 gennaio 2025 si è tenuto l’incontro pubblico “Comprensorio sciistico Colere-Lizzola: Patrimonio di tutti o parco divertimenti per pochi?”.
Gli interventi sono stati:
Angelo Borroni – Orobie Vive; Luca Mangili – Flora Alpina Bergamasca; Loris Bendotti – CAI sottosezione Valle di Scalve; Lucio Toninelli – Orobie Vive; Luca Rota – Scrittore, Blogger; Pietro Orrù – sindaco di Vilminore di Scalve; Walter Semperboni – sindaco di Valbondione; interventi dal pubblico.
Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
E pensare alla strada della VALSERIANA
prima che agli impianti da sci ??
Interessa a migliaia di persone anziché a
pochi !!!
Il dibattito intanto prosegue sui più alti toni.
Consiglio di dare un’ occhiatina ai commenti espressi pubblicamente su FB dal sindaco di Lizzola sig Semperboni Walter :
I latini dicevano come.. “vixit bene qui bene latuit’..
Io non voglio vivere bene stando nascosto..
Voglio che la mia Gente viva bene..
Quindi agli stronzetti pseudo ambientalisti e comunisti che sono contro il Comprensorio dico solamente..
Succhiate e lo dico da Sindaco.
Quando il patrimonio naturalistico sarà distrutto, non ci sarà moneta che potrà riportarlo indietro!
Ne 10 bar in più in paese, ne mille villeggianti in più d’estate e d’inverno, e nemmeno quelli che si saranno riempiti le tasche con i nuovi business.
La montagna non è solo neve e inverno (3,4 mesi), c’è tutto il resto, altre tre stagioni.
Avete mai fatto una bella escursione in val conchetta a vedere le fioriture primaverili ed estive?!?!
Siete arrivati troppo tardi, cari amici delle belle valli orobiche. Sull’esempio del celebre modello Dolomiti Superski si immaginano costosi collegamenti, di valle in valle a beneficio dell’ aumento di percorsi sciabili, allargando il comprensorio. Un simile progetto, molti ma molti anni fa, avrebbe potuto prevedere un Superski tra Valsassina e Orobie bergamasche e valtellinesi, competitivo con quello del Trentino A.A. Quest’ultimo, suscettibile di numerosissime critiche, ma funzionante e collaudato, originato ben prima dell’attuale cambiamento climatico. Ultimo, ma non meno importante: il progetto verrebbe finanziato con prevalente denaro pubblico con benefici a privati in termine di fatturato e reddito. Non è questa la sede per discutere di investimenti pubblici quale volani economici e con aspetti redistributivi del reddito. Purtroppo, e se ne è già parlato abbondantemente nel blog, esistono progetti per nuovi impianti sciistici ancora peggiori, a latitudini e quote inferiori. La cultura dello sviluppo e crescita basata sul debito accomuna tanti amministratori locali, che hanno mutuato questa idea dai governanti di Roma, in particolare da quando l’approvazione del tanto discusso PNRR ha aumentato gli appetiti di accaparramento, di fondi e di voti. Quando il debito è pubblico, è un oggetto intangibile, inesistente per le finanze private. O così ci vogliono far credere. Ci si aspetta ben altro dai nostri amministratori locali, molto vicini ai problemi ed alle aspettative di chi li ha nominati.
Invece del collegamento con lizzola proporrei di rifare la festa della luna
expo,no non per il collegamento sicuro ma per il cambio degli impianti che ormai erano diventati troppo vecchi….io spero che allarghino il demanio sciabile e un bel lago in quota
Cla,io sono di Colere e bar e ristoranti c e ne sono abbastanza e non 1 come dici tu….la montagna noi la viviamo da abitanti non come voi….
Ho scoperto Schilpario quest’anno, 2024, ci sono stato 4 volte in un appartamento in primavera e autunno. Anche fuori stagione ci sono aperti 3/4 bar, un ristorante/albergo, un bellissimo hostel con camere private e cucina comune, una decina di negozi tra alimentari e altro, la biblioteca e l’ufficio turismo, banca, il mercato settimanale. La latteria a Vilminore con i prodotti a km 0. La strada per il passo del Vivione è aperta 4 o 5 mesi per cui non c’è lo sgaso dei rompicoglioni motociclisti. C’è tutto quello che serve per un tranquillo soggiorno in montagna. Quello che manca è l’overturism, ma ne i residenti ne i turisti occasionali come me ne sentono la mancanza, anzi.
Per piacere Andrea non andarci, vai a Cortina per te è meglio!
A Colere in paese c’è solo un bar.
@19 Andrea
Capisco.
.
A Schilpario ho fatto qualche gita con gli sci stretti , e tante scialpinate in zona Campelli e “Silvio” , mi dispiace che le cose non vadano bene.
A Colere tutto lo sviluppo e’ solo per la riqualificazione in ballo degli impianti per il Polzone/ Cima Bianca , o e’ gia’ scontato che il collegamento con Lizzola si fara’ ?
Expo ti rispondo io, Schilpario è famosa per lo sci di fondo e non da discesa….vai a farti un giro nel centro di Schilpario e vedi se riesci a bere un caffè in centro?sta chiudendo tutto invece a Colere siamo passati nel non avere più nemmeno una banca e un bancomat ad averne 3….boom di affitti, rivalutazioni delle case….
Articolo di una faziosità disarmante, inutile aggiungere altro…
Sarei curioso di sentire dai fenomeni del no almeno UN esempio dove l’economia montana stia fiorendo senza impianti o strutture adeguate!
@ 17 Andrea
.
Perche a Colere sono favorevoli ?
Lavorano nell’indotto delle piste ?
.
Intravvedono l’opzione “settimane bianche” ?
.
Il valre delle case si rivaluta ?
.
Nella vicina Schilpario , che di recente ha visto la chiusura dello sci da discesa , c’e’ stata tenuta del turismo o peggioramento ?
Per forza perché guardano tutti al loro piccolo….a Colere l 80 per cento sono favorevoli
Andrea nessuno ha parlato di sci alpinismo,io abito in valle e fidati che se dovessimo votare ha ragione Aldo.Vince il NO
Su come l’Overtourism stia trasformando i luoghi in peggio , un pezzo interessante sul corriere.https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/24_dicembre_20/maurizio-galimberti-la-como-dei-vip-insegue-solo-soldi-e-celebrita-ci-vogliono-cultura-e-rispetto-e-serve-il-numero-chiuso-fd9bc3be-6526-4953-9dc4-f419ac379xlk.shtml
@ 12
Questo e’ vero.
.
L’ overtourism non piace a nessuno , e fra l’altro , non porta un turismo redditizio.
.
Da molte gite in montagna pero’ posso dire che neanche il turismo “braccino” , con spesa al supermercato e picnic sulla via del ritorno , lascia grandi ricchezze sui territori.
.
Molte volte anche la consueta “birra e panino” dei gruppi di skialper avviene lontano dai territori “consumati”.
Aldo vorrei sapere dove abiti tu?se non sei della valle allora è meglio che ti informi….con il turismo tirchio degli sci alpinisti non ci campi,manco il caffè si fermano a prendere
E’ inutile voler attrarre sciatori che troverebbero piste migliori, servizi e vita mondana in località molto più note. La Val di Scalve è apprezzata perchè è BELLA e questo attrae turisti di ben altra qualità. Si deve puntare sul fascino di una valle ancora autentica, pubblicizzandola e promuovendola, se si vuol puntare sul turismo, ricordando bene che tra l’originale e la copia, la gente sceglie l’originale, così lo sciatore continuerà ad andare a Cortina, Madonna di Campiglio ecc.
Sì fate votare la gente della valle di scalve poi vediamo se vince il sì 😂😂😂
vince alla grande il no,forse a colere se la giocano ma non stravincono,nei restanti paesi no all 80%
Anche se la cittadinanza di Val di Scalve e alta Valseriana e’ d’accordo , credo serva pensarci benino , se ho capito bene 50 milioni investiti su 70 arrivano dallo stato.
.
Una parte che invece tocca solo noi inguaribili sentimentali , sono le zone protette come la Val Conchetta e ( spero di aver capito male) , l’alta Valzurio , che verrebbero trasformate da caroselli sciistici e piste da Dh.
Fate veramente ridere, bisogna fare un referendum nelle zone interessate e poi vediamo il risultato….io sono fortemente favorevole e anche quasi tutti i cittadini della valle di Scalve ma gli ambientalisti di città non vogliono
Saluti.
Ringrazio Alessandro per aver sollevato nel blog questa questione. Le Associazioni e le singole persone che aderiscono ad OrobieVive è da almeno 15 anni che si oppongono a questo progetto che dovrebbe passare oltre che nel Parco delle Orobie anche nel Geosito della Val Conchetta. Tra Colere e il rifugio Albani le piste tracciate hanno DISTRUTTO il fondo calcareo sottostante, con un danno ambientale visibile anche su Google Earth (guardate pure tra il monte Ferrante e Colere lo schifo che hanno fatto …). Da quando hanno iniziato a tracciare le piste, penso ad inizio anni ’80 mi sono imposto di non andare più all’Albani e così ho fatto, con un’unica eccezione di una Commissione CAI BG che era convocata colà …. Colere mi ha perso come turista. Ed ora vogliono fare lo stesso in Val Conchetta, sotto il pizzo di Petto, e sul lato opposto versante Spigorel …. DISASTRO TOTALE! Saluti. Massimo Silvestri
Guarda che sto dicendo la stessa cosa (impara a leggere). certo che anche loro hanno le loro richieste da evadere, ma il grande pubblico non le conoscerà mai e soprattutto, dalla notte dei tempi in qua, chi occupa posti di potere NON fa quello che è giusto fare, ma quello che vuole fare (vuole=a volte può essere “deve”, cioè risponde alle esigenze di uno più potente di lui). se tu vivi nell’illusione che possano esistere dei politici, di qualsiasi colore, che perseguano ciò che è “giusto” fare in assoluto, fra che prepararti la vaselina, che il tuo destino è segnato.
Perché, tu credi che Milei, Trump e tantopiù la completamente inane e inconcludente Meloni non debbano rispondere a nessuno, non abbiano richieste diverse e non subiscano pressioni, ricatti o promesse perché facciano una cosa invece che un’altra?
Scendi dal pero!
Il problema è che tu (io, noi) non sappiamo quali siano queste richieste, chi le faccia e chi abbia poteri di pressione nei loro confronti.
Se non capisci come funziona qualcosa non riuscirai mai a farlo funzionare bene o finirai per fare un disastro…purtroppo i risultati non riguarda solo te e quelli come te.
il mondo è bello perché è vario. Guardati introno e da Trump a Millei, dai nuovi che verranno fuori sia in framncia che in germania (elezioni a dine febbraio), per non parlare dell’Italia (che sta in questo macro fenomeno) il trend è quello che sto dicendo io. Come al solito anziché preoccuparti dei problemi reali, ti incaponisci su posizioni teoriche da salotto e ragioni solo su quelle, stando a tavolino. Poi la realtà ti inchiappetta alla grande (ad es la TAV prospetticamente sarà completata, alla faccia delle tue affermazioni su cosa si “giusto” e “utile”) Contento tu (di fare sempre la fine dell’inchiappettato), contenti tutti.
“Qualche gg fa ho affermato che la politica è “fare quello che si decide di fare” e NON è invece “fare quello che è giusto in assoluto”.”
E io caro Crovella, continuo a non fartela passare.
Il giusto e l’assoluto lasciamoli perdere che sono aggiunte tue, perché credo che nessuno abbia mai pensato di tirarli in ballo.
La concezione di politica come “fare quello che si decide di fare” o come più incisivamente avevi scritto allora “di fare quello che si vuole” è la concezione deforme e abnorme della politica che porta a invadere la Polonia per lo spazio vitale o a imporre la dittatura del proletariato.
La definizione corretta secondo me di politica è “decidere cosa si vuole fare e quindi cercare di mediare con ciò che si può fare”.
Dove il focus del processo politico è sul modo di definire cosa fare, sul come farlo e su cosa è possibile fare.
I tre i processi sono ben distinti e compito della politica è scegliere come devono essere fatti, la modalità con cui si svolgono.
Ma che siano democratici, autocratici, oligarchici o dittatoriali, nel mondo reale non ci si può mai limitare a “fare ciò che si vuole”.
Comunque in tutti e tre i momenti c’è sempre un dibattito, una contraddizione tra i differenti interessi e le visioni ed idee e le decisioni già prese possono essere messe in dubbio, modificate o revocate.
E quanto più manca o viene represso, quanto più è probabile che si fallisca clamorosamente, suicidi nel bunker della Cancelleria a Berlino o con il crollo del muro della medesima città.
La storia insegna che gli effetti deleteri di una concezione politica che cerca di prescindere o annullare il dibattito sono direttamente proporzionali alla sua repressione.
Qualche gg fa, credo con riferimento alla TAV valsusina, ho affermato che la politica è “fare quello che si decide di fare” e NON è invece “fare quello che è giusto in assoluto”. Confermo l’impostazione di base. In tale impostazione, ovviamente, c’è anche il lato perverso, ovvero quando la politica, per il famoso patto faustiano con residenti-elettori-lavoratori, “decide” di concretizzare cose stupide e sbagliate. In quel caso occorre correggere PREVENTIVAMENTE la volontà dei politici, ma NON con arringhe dall’alto in nome di ciò che è “eticamente giusto” (tanto la politica è sorda da questo orecchio), quanto lasciando l’iniziativa in mano ai residenti e a chi li appoggia. Se i residenti sono davvero CONTRO le scelte scellerate, vedrete che alla fine le bloccano. Laddove non solo i residenti (a maggioranza, ovviamente) NON sono contrari alle opere, ma ne no addirittura “collusi”, per il suddetto patto faustiano, allora non c’è santo che tenga. Ma sottolineo che le opere inutili e dannose (dal piccolo skilift dove non c’è più neve al Ponte sullo Stretto) non passerebbero MAI se l’opinione pubblica fosse davvero contraria e fosse efficace in tale azione. La pista di bob di Cortina per le Olimpiadi 2026 alla fine sembra che si stia facendo, dopo che hanno abbattuto alberi “centenari”, ma il dato chiave è che i cortinesi (residenti+acquisiti, cioè imprendotor-lavoratori) non sono davvero stati capaci a contrapporsi efficacemente a tale iniziativa imbecille. Gli “sghei” sono più potenti dell’etica. Quando si vede una’opera scriteriata, prima di prendersela incondizionatamente con la politica, occorre prendersela con l’opinione pubblica che non è stata capace a contrapporvisi e/o è addirittura collusa con essa. Ricordo benissimo che nel 2019 la maggioranza degli italiani esultò per l’assegnazione all’Italia delle Olimpiadi 2026: ci fu una dichiarazione “orgogliosa” perfino del Presidente Mattarella. Per cui oggi 2024, 5 anni dopo quella euforia, è da stolti piangere perché hanno abbattuto gli alberi centenari di Cortina. A chi, 5 anni fa era in buona fede nell’euforia per l’assegnazione, ricordo che l’intelligenza è quella facoltà che permette di “vedere” la probabile evoluzione dei fenomeni. Se non si dispone di tale facoltà, è inutile e ipocrita, a malefatte compiute, “scaricare” la colpa SOLO sulla politica.
Se ne sentiva proprio il bisogno…quasi come di una terza chiappa, direi!