Commenti razzisti sul web per un testimonial sudanese

La vicenda ha riguardato una pubblicità dell’azienda Salewa nella quale compare un modello francese di origini sudanesi, preso di mira dagli haters. “La nostra posizione sull’inclusione anche in montagna non cambia. La montagna è di tutti“, ha spiegato il direttore marketing del brand, Thomas Aichner.  “Già in passato abbiamo fatto campagne con modelli di diversi colori di pelle. Per noi tutti gli uomini sono uguali“, ha aggiunto.

Commenti razzisti sul web per un testimonial sudanese
a cura di ANSA
(pubblicato su tg24.sky.it il 23 luglio 2024)

Diversi commenti razzisti sotto una pubblicità pubblicata online di Salewa, azienda che opera a livello internazionale e che vende materiale tecnico per gli appassionati della montagna, sono comparsi a corredo di una foto nella quale compare un ragazzo di colore, alimentando il dibattito oltre che l’indignazione sui social. Il testimonial, un modello francese di origini sudanesi, è stato preso di mira ed accostato a ladri e profughi. Il produttore bolzanino è dovuto intervenire, cancellando gli interventi non consoni. “La nostra posizione sull’inclusione anche in montagna non cambia. La montagna è di tutti”, ha spiegato il direttore marketing di Salewa, Thomas Aichner“Già in passato abbiamo fatto campagne con modelli di diversi colori di pelle. Per noi tutti gli uomini sono uguali“, ha aggiunto.

Il post preso di mira dagli haters – ©Ansa

La rinuncia alla replica
In breve tempo – ha sottolineato ancora Aichner – si è innescato su Facebook un dibattito con alcuni commenti positivi e altri fortemente razzisti“. E più di un utente ha segnalato di voler boicottare il marchio. “Siamo aperti al dibattito, non ci tiriamo indietro, ma è inutile condurlo su Facebook“, ha proseguito il dipendente marketing di Salewa, spiegando la scelta di rinunciare ad una replica, nella speranza di fare cambiare idea agli haters. “Il modello è originario del Sudan del Sud, è cittadino francese e vive a Nizza. Lo scorso anno avevamo fatto un video con lui e ora abbiamo utilizzato una sua foto per l’avvio dei saldi di fine stagione“, ha specificato ancora. Salewa ha poi riferito che non utilizzerà l’immagine in Germania “perché il contesto ormai non è più quello giusto”.

Thomas Aichner
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Commenti razzisti sul web per un testimonial sudanese ultima modifica: 2024-08-03T05:58:00+02:00 da GognaBlog

352 pensieri su “Commenti razzisti sul web per un testimonial sudanese”

  1. Chi incapsula l’umanità è chi usa il termine “negro” o “ebreo”, chi parla di “razza”, pensando che questo definisca un uomo e lo determini.
    Chi pensa che Silla, Jacobs o Egonu (e tutti gli altri) non possano essere italiani perché negri.
     
    Esattamente come definire Esposito “terrone” o te “terrone ripitturato da sabaudo” e perciò costituzionalmente fancazzisti, tendenzialmente ladri e mafiosi, sporchi, ecc.

  2. A ghettizzare l’umanità, incapsulandola in caselle rigidissime siete più portati voi, woke del menga

    Parla quello cui dà fastidio la “mischietta” (come la chiama lui).
    Da sganasciarsi.

  3. @92 a fine Olimpiadi faremo i conti e vedremo quante mediaglie sono 2italiane” e quante falsamente italiane. chi gioisce perché vince Jacobs è un cretino, la potenza sportiva italiana non è quella che risulterà dal medagliere finale. a me personalmente non me ne fgrega niente, del medagliere, non sono uno sostenitore del ventennio che inneggiava al prestigio della razza. I problemi che la politica deve affrontare sono ben altri (dall’economia ai conti pubblici, dai salari alle pensioni, dagli asili nido alle case, dalla sicurezza per strada all’efficacia dei trasporti-vedi recenti tilt treni+aerei ecc), che le olimpiadi sono una delle tante occasioni per distrarre l’opinione pubblica, tanto da parte governativa, quanto da parte dell’opposizione (che sui temi caldi, 2banfa2, ma non combinerebbe un cazzo, come del resto non ha saputo fare nelle ultime due legislature con il Pd nel governo 9 anni su 10). chissenefrega se la pugile algerina è maschio o femmina: certo è un problema oggettivo, ma è un problema sportivo e tocca alle autorità sportive prevedere delle regole serie, non alla politica, nè ai giornalisti, né ai dibattiti né tanto meni ai cittadini… (PS: certi mie conoscenti tedeschi – bavaresi e non del nord dove domina AdF, cui a suo tempo ho chiesto per curiosità, non sono contenti che nella formazione titolare germanica di calcio ci siano due negri e un fottio di cognomi turchi e latinos…ma che “tedeschi” sono???)

  4. @ 87
    Non avevo dubbi : i pregiudicati che rubano , spacciano e vengono trovati con droga , refurtiva o coltelli addosso , vanno tutelati , specialmente se appartengono a minoranze perche’ :”Quella e’ la loro cultura”…
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    Woke woke !
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    Il vero problema non sono i delinquenti , ma la polizia che si ostina a volerli controllare.
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    Woke woke 2
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    Tanto poi ci sara’ sempre qualche pifferaio di Hamelin che “monta” una massa di idioti imbottigliati di tematiche progressiste per fare manifestazioni tipo Black lives matters ogni volta che fermano uno spacciatore con una fedina penale come una guida delle Pagine Gialle….
    In fondo “E’ la loro cultura”…

  5. @89 sei tu che non capisci. A ghettizzare l’umanità, incapsulandola in caselle rigidissime (si può dire “di religione ebraica”, ma non “ebreo”, ma che minchiata…), siete più portati voi, woke del menga, di chi usa liberamente i vari termini senza alcun sottinteso di nessun tipo. come ho già raccontato in passato ho diversi amici ebrei e non si sentono per nulla offesi quando vengono definiti ebrei. Figurati se chiacchierando fra amici bisogna stare attenti anche a dire “persone di religione ebraica” anziché ebrei…. ma dai, ma in che mondo vivi?
     
    Fra un po’, anche nel linguaggio quotidiano, non potremo più dire “zucchine”, bensì dovremo dire “ortaggi generalmente verdi e dalla forma allungata, ma non solo, che, seppur appartenenti alla specie Cucurbita Pepo L., fanno parte della famiglia delle Cucurbitaceae“.
     
    A che vita di “m” vi autocondannate. Leggete l’articolo di oggi, vi tornerà utile non solo in montagna, ma addirittura nella vostra spicciola quotidianità, ad ogni frase che pronunciate.

  6. Giotex. Sentimento contro Cartesio finisce sempre 3 a 0. Quelli con lo zainetto hanno avuto una diversa “educazione sentimentale” e reagiscono diversamente a certi stimoli, anzi probabilmente non reagiscano affatto, perché lo “stimolo” non colpisce la loro attenzione essendo “normale”. Gli stimoli che li “sfrugugliano” sono altri. Comunque è stato interessante che quella semplice foto banale abbia scatenato questa tempesta ormonale. Era già accaduto in passato ma a fronte di stimoli più complessi. Ancora una volta è confermata la potenza dei simboli, come ben sanno i comunicatori professionali. 

  7. Paura, ignoranza e provincialismo.
    Va ancora bene che, chi vuole, può liberarsi da tutte e tre. 

  8. Jacobs, Silla, Egonu sono italiane almeno quanto te e basta ascoltare come parlano nelle interviste per rendersene conto.
     
    Per sostenere il contrario bisogna essere al livello intellettuale di “Ahmed Ben Bella” Vannacci e credere alla razza italica, che evidentemente non è capace nemmeno di capire quello che vede allo specchio quando si fa la barba!

  9. @88 Ti sei perso un pezzo: mi riferivo ad un accenno dei giorni (di qualche altro commentatore) scorsi circa pastori, lavapiatti di rifugi alpini, lavoratori vari che sono “non europei” e vestono tecnico, ma usato. non credo che siano il target di un’azienda top di gamma che vende a prezzi stratosferici.
     
    Parimenti quelli cui ti riferisci tu (es palestra indoor parti bicocca, ecc) non fanno testo, quanto meno non fanno ancora testo, perché sono uno spaccato statisticamente irrilevante rispetto agli immigrati che girano nel nostro paese. Non credo che un’azienda spenda soldi per una campagna promozionale volta a quel target, è ancora commercialmente irrilevante. l’obiettivo vero è quello che ho evidenziato io: far leva sui bianchi danarosi sensibili ai temi buonisti…

  10. Circa Olimpiadi (nonché  europei o mondiali di calcio): la mia contrarietà principale verso i grandi eventi sportivi è per gli scempi ambientali che comportano con le allegate “frodi” (corruzione, ecc), ma ho anche un particolare contrarietà proprio per la mischietta che è ormai trasversale. Se la nazionale di volley va in finale solo perché è composta da cubane (colored), nere varie, est europee, americani, a maggior ragione se naturalizzate con mosse burocratiche ancorché legittime (es hanno sposato un italiano o hanno un nonno nelle Langhe…), che cazzo di nazionale italiana è? I grandi eventi sportivi, le Olimpiadi in particolare, vertevano sul presupposto di un confronto (sportivo e non bellico) fra nazioni, cioè fra popoli diversi, con caratteristiche etniche diverse, alcuni più portati per una certa disciplina altri verso per altre disicpline. Insomma confronti sportivi, cavallereschi e schietti, fra popoli DIVERSI, non fra popoli globalizzati e mescolati. Che cazzo cdi rilievo ha che Jacobs vince o meno i 100 piani? E’ figlio di un marines USA di pelle nera, corre forte per quel particolare DNA, non per la capacità della federazione di allevare atleti italiani “forti”. Ho incidentalmente assistito in TV alla partita Svizzera-Turchia dei recenti europei di calcio. L’unico svizzero con un cognome svizzero era Freuler (ps froiler), gli altri erano più turchi dei turchi, di nome e d’aspetto. Non ricordo se in quella particolare partita, ma ho notato che in molte nazionali “collaterali” ci sono giocatori che hanno cognomi europei, esempio Maier, perché figli di un europeo e di una non europea , e, per ragioni sportive, hanno scelto di giocare nell’ “altra” azionale. Insomma ci sono quasi più cognomi non europei in nazionali europee continentali (e parallelamente più cognomi europei nelle nazionali non continentali) che viceversa. Non è più un confronto fra popoli, come concepito in origine, ma un confronto fra assemblaggi umani del tutti arbitrari, o quanto meno casuali. Anche dal punto di vista antropologico i grandi eventi sportivi non hanno più senso e andrebbero aboliti. poi queste Olimpiadi si stanno rivelando completamente ridicole, dalla Senna inquinata ai vermi nel cibo al ristornate del villaggio olimpico…

  11. dovreste accusare di razzismo tanto chi usa “negro” quanto chi usa “ebreo”
     
    Sono assolutamente d’accordo: chi usa la parola “ebreo” o “razza ebraica” è un razzista, va trattato come tale e internazionalmente boicottato.
    Perché al massimo si può parlare di “religione ebraica”.
    Per essere chiari intendo proprio lo stato di Israele 
     
    Avevo già cercato di spiegartelo un’altra volta, ma tu proprio non riesci ad ascoltare o a ragionare

  12. Io ho due bambini piccoli 3 gli unici film che posso vedere al cinema sono i cartoni…e anche a me urta che in ogni cartone debba esserci obbligatoriamente una coppia gay, una famiglia mista, un amico nero, in figlio con due mamme lesbiche solo per accontentare tutti e senza un nesso o un chiaro scopo nella storia e per questo pure la disney sta facendo marcia indietro.  In tv non so come sia perchè sono 20 anni che non la possiedo
     
    Altra cosa è attaccare il modello solo perchè nero. E a chi, come crovella, pensa che gli extracomunitari si vestano solo dalla caritas o expo che pensa che si vestano solo rubandoli dai negozo vorrei far notare che la realtà è molto differente. A milano nei quartieri alla moda c’è un meltinpot di gente benestante da tutto il mondo qui “per fare cose, vedere gente” che segue la moda e veste anche salewa o patagonia o NF.  Ci sono poi figli di  stranieri nati e cresciuti qui i cui genitori sono benestanti e sono possibili clienti salewa, NF, patagonia . Sulla metro a piola o bicocca strabocca di giovani di tutte lw etnie con zaino in spalla che va all’università, italiani di origine cinese, slava, indiana, senegalese, peruviana, somala, filippina, nigeriana, venezuelana, nati e cresciuti qui tutti possibili clienti salewa, patagonia, NF, mammut, montura
    La palestra di arrampicata che frequento è dietro bicocca es è frequentata per metà da studenti univesitari, tantissimi qui con erasmus da tutto il.mondo, cinesi, americani (di ogni etnia come è in america) indiani o inglesi di origine indiana…tutti possibili clienti salewa blablabla
     
     
    Ci vuole tanto a capirlo?
     
     

  13. “un pregiudicato appartenente ad una minoranza viene sottoposto ad un controllo”
    bel esempio Expo, peccato che sia incompleto.
    “Un appartenente a una minoranza etnica con padre e fratello in galera, è senza lavoro e con poche prospettive di trovarlo.
    Normalmente viene fermato cinque volte al mese (se sta nel suo quartiere), sempre e magari arrestato (se fuori dal suo quartiere o in zone “bene).
    Facilmente durante i fermi, specie di notte viene malmenato.
    Se trovato in possesso di maria o fumo, probabilmente andrà in galera”
     
    Continuo o credi di aver capito?
    L’approccio sicuritario che piace tanto a certi cretini (che mai l’applicherebbero ai delitti contro il patrimonio) è questo.
     
    P.S.: il quadro è adattabile anche a certi quartieri di Napoli o Milano, anche rimuovendo i termini “minoranza etnica”

  14. Ricordo  che, quando ero piccolo, sia in casa che a scuola, sentivo usare senza problemi diversi termini. Mi focalizzo su due: “negro” ed “ebreo”. Nel loro uso non c’era nessuna sottinteso dispregiativo, né per l’uno per l’altro: erano termini per identificare sinteticamente dei gruppi umani, un po’ come dire i russi, gli americani, gli asiatici oppure gli alti, i bassi, i maschi e le femmine. Da allora, una certa parte politica ha caricato il termine negro di una valenza spregiativa, mentre il termine ebreo continua a non averne, nonostante l’Olocausto e le varie discriminazioni. Quindi oggi agli occhi dei woke, chi usa il termine negro è un razzista, mentre si può usare il termine ebreo senza che ciò comporti alcun sottinteso. Io sono per poter usare liberamente TUTTI i termini, ma se, voi woke, volete fare i buonisti, fatelo a 360 gradi: dovreste accusare di razzismo tanto chi usa “negro” quanto chi usa “ebreo”. Invece no e la spiegazione è il motivo del disprezzo che io provo verso TUTTI i woke. Perché voi siete buonisti+inclusivi+politically correct solo a senso unico, ovvero solo verso quelli che piacciono a voi, in particolare verso l’aggregato umano composto da neri,  arabi, mussulmani e similia. Vi genuflettete davanti a tutti questi, vi auto riducete a esser loro schiavi e poi pretendete che lo facciamo anche noi che non la pensiamo come voi. Quell’aggregatoumano è un nemico storico dell’Occidente, in particolare europeo, e tutti quelli non vedono l’ora di piazzarsi a casa nostra per usarci come schiavi. E voi, woke del menga, anziché reagire a queste invasioni, siete addirittura loro alleati all’interno dell’Occidente. Siete una quinta colonna che, dall’interno, agisce a favore dei nemici dell’Occidente. Io combatterò fino all’ultima goccia di sangue contro queste “invasioni”, ma l’unica soddisfazione è che, se negri e musulmani comanderanno prospetticamente in Europa, lo faranno anche a vostro danno. Ci rederanno tutti schiavi, certo, ma lo faranno anche neri vs confronti, voi, che avete fatto di tutto per far evolvere la realtà in quella direzione. Altro che la “libertà”, tanto cara a voi woke svitati. Ci penseranno “loro” (i vostri cari amici) a rendervi schiavi: dovrete ringraziare solo voi stessi, perché sarete autori del vostre futuro nefasto.

  15. @ 81
    La “razza” vale solo per voi imbottigliati da centro sociale : se prendo un bambino nero del Botswana e lo faccio crescere in una famiglia di Bergen avra’ una cultura e un ‘intelligenza pari a quella degli altri , e’ ovvio.
    .
    Questa pero’ non e’ in alcun modo una giustificazione per difendere gruppi etnici che per cultura non disdegnano di commettere crimini.
    .
    Pensa a Black Lives Matters , prodigiosa esternazione woke…
    .
    Il quadro e’ sempre lo stesso : un pregiudicato appartenente ad una minoranza viene sottoposto ad un controllo in cui si mena con la polizia perche’ rifiuta di essere identificato in centrale.
    Il teletrasporto non esiste , i poliziotti lo caricano a forza in auto , uno su 10.000 muore , e i woke cantano :”Bellaciao” e :”Polizia fascista !”.
    Il nero di Bergren in primis NON DELINQUE , fornisce i suoi documenti , sale in macchina col poliziotto , non si fa’ nulla e….
    Niente woke , niente “bellaciao”.
    La srconda si chiama “integrazione”

  16. @ Placido Mastronzo
    a ) Ho usato volutamente il ternine “negativi” perche’ l’estensore dell’articolo con “nonchalance” ci ha tenuto velatamente a fare capire chi erano i buoni e chi i cattivi : commenti positivi ok , e quelli negativi sono “razzisti”.
    Di qui quelli che pensano / votano bene , di la’ la merda…
    Sfumature……
    b) 
    Certamente si.
    La “pressione” per avere pubblicita’ in cui compaiano gay , minoranze etniche , quote rosa e Clint Eastwood femmina in ogni serie tv e’ fortissima , come pure l’aperto biasimo o accuse di :”razzismo” di fasce politicizzate della societa’ civile quando questo non succede.

  17. Enri, neppure io le guardo e non me ne importa molto.  infatti ho visto una foto della squadra di Volley femminile italiana  e non la partita. E quella foto mi è sembrata simbolica, esattamente come la foto che ha originato questa discarica come la chiama Cominetti, una discarica che come tutte le discariche dice però molto, molto di più di cosa gira sotto le apparenze civili e pulite delle tavole ben apparecchiate. Ravanare nei rifiuti è una pratica standard degli investigatori e dei curatori di anime. Siamo cambiati, profondamente e irreversibilmente (forse) e questo scatena un mare di emozioni contrastanti, che appartengono alle due grandi categorie generali della paura e della speranza. Come questa discarica ha ben messo in evidenza, a parte alcune sbavature caratteriali che comunque sono inevitabili. PS. Per tua informazione ligure il Parco ha stanziato 200.000 € per sistemare Tubi e Bacio. Vedremo cosa combineranno. Ciao

  18. Ecco, ci mancavano le olimpiadi!
    Chi fa battute dando per scontato che chi le ascolta segua gli stessi programmi radiofonici o televisivi, deve leggersi l’articolo di oggi su come cagare all’aperto. 
    Mica siamo tutti idioti. 
     
    Non ho mai visto sul gognablog un articolo che prenda una deriva da discarica di rifiuti, come questo.

  19. Della serie.. sono razzista e me ne vanto!!! Diofa, Che si sbiancassero loro!!!
    E non me ne vergogno neanche, che si sappia bene ci metto la faccia, nome e cognome !!!!
     
    Sperando di non dover mai andare al prontosoccorso causa colica renale e dover essere toccato dalle mani di un dottote negro
     
    Io sono stato fortunato, l’ultima volta che sono andato, mi ha preso in carico una bella dottoressa cubana, due bocce!!!
     

  20. Expo #73: parto dal fondo (cioè dal tema in oggetto):

    Quanto al modello sudanese di Salewa , l’articolo in sostanza dice che su fb c’e’ stata una discussione con commenti positivi e negativi e Salewa non ha preso posizione.

    Mi sembra una lettura un po’ edulcorata, visto che l’articolo dice:

    Diversi commenti razzisti [omissis] sono comparsi a corredo di una foto nella quale compare un ragazzo di colore [omissis]. Il testimonial, un modello francese di origini sudanesi, è stato preso di mira ed accostato a ladri e profughi. [omissis] “In breve tempo – ha sottolineato ancora Aichner – si è innescato su Facebook un dibattito con alcuni commenti positivi e altri fortemente razzisti“

    Se per te i commenti RAZZISTI sono solo “commenti negativi”, ne prendo atto. Per me non sono la stessa cosa.
     
    Continui:

    Ovvio che Salewa puo’ usare chi vuole per la pubblicita’ , mica nessuno ha questionato sul target e sull’efficacia della pubblicita’ sugli utili di Salewa ? Ma non ovvio che mi chiedano / impongono di usare delle “quote” nelle mie scelte aziendali e di vita.

    Quindi secondo te la scelta di un modello nero sarebbe in qualche modo richiesta/imposta e non una libera, ma ovviamente interessata, decisione aziendale?
    Richiesta/imposta da chi poi?
    Puoi sostenere questa tesi?
     
    Appena sopra scrivi:

    secondo te e’ corretto che ci sia uno scivoloso indirizzamento su chi deve comporre le pubblicita, gli ambienti di lavoro , e addirittura i politici ? . Che in omaggio al politically correct io debba scegliere sulla scheda elettorale un uomo e una donna , sapendo benissimo che potrei avere sottomano due donne validissime o due uomini validissimi , o un negro geniale , o un trans adatto ? . Queste cose non me le puo’ decidere qualche maestrino petulante con la sua ideologia , e’ semplicemente compito mio : oneri e onori !

    Vuoi parlare delle “quote rosa”, dell’ “affirmative action” e di altre misure che sono state implementate, con alterne fortune, per eliminare o almeno tentare di attenuare le discriminazioni cui sono vittima svariati gruppi di persone?
    A parte che mi sembra fuori tema, la questione è molto complessa, ci sono valide argomentazioni sia a favore che contro, e non si può certo esaurirla in 4e4’8.
    Il motivo per cui queste misure sono state implementate mi sembra chiaro e legittimo, ma la loro efficacia alla prova dei fatti è dubbia.
    Comunque non ho il tempo, né la voglia, né una conoscenza abbastanza approfondita per affrontare la questione, e francamente sono scettico sull’utilità di farlo qui.

  21. Pasini, io le Olimpiadi non le reggo. Per non parlare di quando sento dire che c’è’ anche l’arrampicata sportiva. E dire che una delle atlete più forti e’ figlia di un climber ligure di cui in molti siamo amici o perlomeno conoscenti. Quando poi leggo che sport roccia 85 ed 86 sono stati eventi precursori delle gare odierne mi sale la pressione ( e dire che ho io ho battiti bassi). Voi oggi a Parigi vedere omologhi di Glovacz, Le Menestrel, Ben Moon, Catherine Destivelle, Godoffe, Edlinger? Comunque hai fatto bene ad uscire dalla sequenza dei commenti, davvero deprimenti

  22. Ma l’avete vista la squadra delle nostre magnifiche ragazze e sottolineo “nostre” che vanno in finale? Poi c’è chi trova “strana” la pubblicità di Salewa. Qualcuno deve farsene una ragione. Buona notte e sogni d’oro. 

  23. @62 “Quanto alla correlazione fra i concetti (libertà, uguaglianza, diritti, costituzione, ecc), fanno tutti parte di uno stesso coacervo ideologico, “sinistrorso e woke”, diciamo che un eventuale rapporto causa-effetto è dal pilastro ideologico della libertà verso gli altri e non viceversa. ma irrilevante. La natura, non solo umana, non prevede queste categorie”
    .
    L’abbiamo capito che sei fascista e razzista nel senso più completo del termine, non era necessario ribadirlo per l’ennesima volta.

  24. @74
    E’ plateale : la minchia tanta e le ricette te le lascio : mio padre negli Usa e’ stato chiamato :”Italiano mafioso” perche’ un gran numero  di terroni la mafia la avevano portata e messa in atto ; al Nord semplicemente con i nostri difetti di mafia non ne avevamo.
    .
    Dimmi perche’ non esistono termini associabili a :”Ladri” o “Delinquenti” per tedeschi , inglesi , cinesi , polacchi , scandinavi ?
    Nomina sunt consequentia rerum !
    I Rom sono discriminati anche dai romeni , con cui noi li confondiamo , mentre se tu vai negli Usa adesso c’e’ una forte caratterizzazione positiva a favore degli asiatici per impegno scolastico e intelligenza.
    .
    Lo paragoniamo con una cultura che impone alle giovani donne di essere continuativamente in stato interessante per continuare a rubare senza incorrere nelle maglie della legge , o a culture in cui essere un gangster che spaccia e minaccia e’ un punto di arrivo ??

  25. Se gli zingari non avessero la fama che hanno , il termine :”Rom” non sarebbe un problema , e’ solo confondere l’uovo con la gallina.Lo stesso per :”negro” , “chicano”, “terrone”, “gringo”.
    se la fama degli zingari e’ rubare, da cui deriva il fatto che il termine rom e’ un problema per via dell’accezione, quale sarebbe allora la fama dei negri? avere una minchia tanta? e quella dei chicani? mangiare peperoncino? e la fama dei terroni? essere mafiosi? e la fama dei gringo? quella di essere nazisti dell’illionois?

  26. @72
    Io non mi sento discriminato se faccio lo spazzino e mi chiamano :”spazzino” , la dignita’ e’ sapere che esiste un lavoro ,e farlo al meglio : non appendersi a terminologie inutili.
    .
    Se gli zingari non avessero la fama che hanno , il termine :”Rom” non sarebbe un problema , e’ solo confondere l’uovo con la gallina.
    Lo stesso per :”negro” , “chicano”, “terrone”, “gringo”.
    In mezzo sudamerica mi hanno chiamato :”gringo” per i miei tratti somatici , e sapevo che per loro era dispregiativo.
    Io che cazzo ci potevo fare ?
    Cercavo di comportarmi bene e di capire i torti che quella gente aveva subito da qualche:”gringo”.
    .
    Veniamo pero’ al dunque : secondo te e’ corretto che ci sia uno scivoloso indirizzamento su chi deve comporre le pubblicita, gli ambienti di lavoro , e addirittura i politici ?
    .
    Che in omaggio al politically correct io debba scegliere sulla scheda elettorale un uomo e una donna , sapendo benissimo che potrei avere sottomano due donne validissime o due uomini validissimi , o un negro geniale , o un trans adatto ?
    .
    Queste cose non me le puo’ decidere qualche maestrino petulante con la sua ideologia , e’ semplicemente compito mio : oneri e onori !
    .
    Quanto al modello sudanese di Salewa , l’articolo in sostanza dice che su fb c’e’ stata una discussione con commenti positivi e negativi e Salewa non ha preso posizione.
    .
    Ovvio che Salewa puo’ usare chi vuole per la pubblicita’ , mica nessuno ha questionato sul target e sull’efficacia della pubblicita’ sugli utili di Salewa ?
    Ma non ovvio che mi chiedano / impongono di usare delle “quote” nelle mie scelte aziendali e di vita.
    .
     

  27. Expo #69: e tu da cosa ti senti orribilmente discriminato?
    Dal rientrare in una delle tre categorie che ho citato?
    Ne esiste una quarta? Dimmi pure, siamo qui per discutere.
     

  28. E’ definitivo: è troppo cretino anche per essere il clone del altro capo ameno!

  29. @67
    Tu devi essere uno di quelli che si sentono orribilmente discriminati dall’essere definiti :”Spazzini” , e fieri e loro adenoidi quando li chiamano:”Operatori ecologici”.
    .
    Io al liceo ero considerato “povero” perche’ non vestivo Timberland , Americanino e El Charro.
    .
    Come dicevo prima per il nero o “di colore” sara’ una rivoluzione coperniciana : dal dorso al palmo della mano !
    .
    Per la causa della rispettabilita’ / orgoglio dei neri ha fatto di piu’ una coppia come Barack e Michelle Obama ( istruiti , di buon senso , e con consapwvolezza dei loro mezzi ) , che tutte queste boldrinate terminologiche da delegato sindacale.
    .
    Lo stesso per la Meloni pdc , ma non ci siete ancora arrivati.
    .
    Come dicevo pocanzi :”Ma si accomodi signora assessora !”
    .
    In culo vi entra , ma in testa no.
    .
    😉

  30. @ 61
     
    E poi: obbligo de che?
    E’ molto semplice : che se Mountain Hardware o Dynafit vuole fare pubblicita’ utilizzando SOLO dei tedeschini con capelli biondi ed occhi azzurri,  poi non abbia individui piu o meno Mastronzi che sostanzialmente *impongono* che nella pubblicita’ come negli eletti alle elezioni o alle persone che assumo , per OBBLIGO MORALE ogni tedeschino ci debbano essere due culi , due lesbiche , un trans , un disabile , un nero, un cinese, un mediorientale un ebreo , e tutte le varianti femminili….
    .
    In pratica assumo ed uso in pubblicita’ chi mi sembra adatto , e non accetto i “velati suggerimenti” della regia su chi devo scegliere…..
    .
     

  31. Il “minestrone Crovella” del #62:

    m i preme di più il rispetto verso l’ambiente che verso l’umanità nel suo complesso

    Bene, adesso che lo sappiamo siamo tutti più contenti.
    Sono fatti tuoi, chissenefrega, è irrilevante.
     

    non è dall’uso di negro emerge o meno il rispetto verso gli esseri umani

    Dall’uso di “negro” emerge il rispetto o meno per i neri.
    E’ una parola spregiativa, quindi chi la usa 1. ignora che sia una parola offensiva, oppure 2. se ne frega di offendere i neri, oppure 3. la usa di proposito per offenderli.
     

    Uno può ipocritamente usare il temine nero e avere comportamenti molto razzisti (magari senza neppure accorgersene) e un altro può usare il temine negro ed essere rispettoso verso gli altri

    Sagra delle banalità.
     

    rispettoso non significa amarli, significa rispettarli, avere atteggiamenti educati e di rispetto, che è concetto molto diverso dall’amore

    Veramente non c’è mai stato alcun equivoco. Sei tu qui che lo tiri fuori per la prima volta.
    “Rispetto” secondo la Treccani (scusate, eh):

    Sentimento che porta a riconoscere i diritti, il decoro, la dignità e la personalità stessa di qualcuno, e quindi ad astenersi da ogni manifestazione che possa offenderli

    Il rispetto è una cosa, l’amore un’altra, e nessuno ha mai confuso le due.
     

    Voi woke siete ottenebrati dall’ideale, inesistente all’atto pratico, dell’amore universale di tutti con tutti. L’amore di tutta l’umanità non esiste e aspettarsi di 2imporlo2 a tutti è manifestazione di visione da illusi e di limitata intelligenza. uno intelligenze capisce da solo che è impossibile che tutti amino tutti.

    Esilarante.

  32. @58 Non, no,. volevo scrivere proprio quello che ho scritto: voi woke siete accecati dalle fisime del politically correct. anche sul caso di specie, l’utilizzo del modello nero, ragionate per stereotipi. Avete i paraocchi. pensate di esser superiopri, in quanto animati da sentimenti e ideali più nobili, e invece dimostrate che non sapete minimamente decodificare la realtà.

  33. “Sì sì confermo che mi sono convinto che il concetto di libertà non esiste in natura”
     
    E io confermo che tu abbia detto un’ennesima cazzata: non ha alcun senso (semantico, etico, filosofico, naturalistico, antropologico) accostare  i termini “natura” e “libertà”
    In particolare tutti i sensi in cui tu sembri intendere la parola natura sono falsi

  34. @54 le realtà che funzionano sono organizzate come ho raccontato io, altro che visione patetica. Aziende, associazioni, squadre di calcio… se ben organizzate funzionano, sennò è anarchia e caos. Vale anche per sistemi sociali e gli stati. Un’azienda solida è basata su un chiaro organigramma. E cos’è un organigramma? Uno schema dove vengono stabiliti i compiti e le finalità, nonché le “regole” del sistema. La regola base è che una riga dell’organigramma “comanda” sulla riga sottostante, sennò tutto crolla. Crolla non solo l’organigramma, ma crolla l’azienda nel suo complesso. Potrei fare milioni di esempi in cui lo sfaldamento dell’organigramma ha mandato in tilt la relativa organizzazione. Aziende, stati, addirittura interi imperi sono crollati quando sono venute meno le regole interne. la libertà è una chimera, la realtà invece non è “patetica schavitù”, ma semplicemente è.. la realtà. Voi woke siete schiavi delle vs fisime molto di più di quanto lo sia io delle mie.

  35. @ Matteo
     
    Mai che si riesca a imporre l’obbligo a pensare prima di parlare…
    Per te sarebbe un dramma esiziale

  36. Sì sì confermo che mi sono convinto che il concetto di libertà non esiste in natura. Non mi addentro perché sto progettando di scriverci sopra un romanzo. Quanto alla correlazione fra i concetti (libertà, uguaglianza, diritti, costituzione, ecc), fanno tutti parte di uno stesso coacervo ideologico, “sinistrorso e woke”, diciamo che un eventuale rapporto causa-effetto è dal pilastro ideologico della libertà verso gli altri e non viceversa. ma irrilevante. La natura, non solo umana, non prevede queste categorie. A parte che m i preme di più il rispetto verso l’ambiente che verso l’umanità nel suo complesso, non è dall’uso di negro emerge o meno il rispetto verso gli esseri umani. Uno può ipocritamente usare il temine nero e avere comportamenti molto razzisti (magari senza neppure accorgersene) e un altro può usare il temine negro ed essere rispettoso verso gli altri (rispettoso non significa amarli, significa rispettarli, avere atteggiamenti educati e di rispetto, che è concetto molto diverso dall’amore). Voi woke siete ottenebrati dall’ideale, inesistente all’atto pratico, dell’amore universale di tutti con tutti. L’amore di tutta l’umanità non esiste e aspettarsi di 2imporlo2 a tutti è manifestazione di visione da illusi e di limitata intelligenza. uno intelligenze capisce da solo che è impossibile che tutti amino tutti. E’ proprio su questa visione illusoria e “fiabesca” (dei woke) che la scelta commerciale in questione (=coinvolgimento del modello nero) punta a fare presa per spingere gli “illusi”, magari inconsciamente, ad acquistare prodotti di quella azienda come per premiarla per il messaggio d’amore.

  37. Il tema non e’ che possano o non possano esserci modelli pubblicitari neri / gay / extraterrestri

    Ah no?
    Combinazione, tutto il putiferio si è scatenato quando Salewa ha usato un modello nero… sarà un caso.
     
    E poi: obbligo de che?

  38. “Il tema non e’ che possano o non possano esserci modelli pubblicitari neri / gay / extraterrestri , MA che sia un obbligo averli “
     
    Ah era questo il tema?  Davvero?
    L’obbligo?
     
    Mai che si riesca a imporre l’obbligo a pensare prima di parlare…

  39. In culo gli entra , ma nella testa no….

    Il culo fa parte dell’intestito, che è un organo pensante.

  40. Forse voleva scrivere:

    io, per dare l’esempio di rispetto all’ambiente, cerco di limitare le mie uscite in montagna, mentre voi, per dare l’esempio di rispetto delle persone, evitate l’uso del termine negro

    Ma si vede che proprio non ci arriva.

  41. Co-erenza ed onesta’ intellettuale imho e’ anche avere una visione equilibrata di quello che sono state le mie vittorie e i miei fallimenti : io dubito definirei mai le “Periferie arcobaleno” di Milano , un campo nomadi grande come interi quartieri e dove ogni santo giorno i “migranti” si accoltellano per borseggi , droga o gang , un mio “successo” ,
    D’altronde la coerenza non e’ per tutti : prima serve capire qualcosa.

  42. Apro la finestra per cambiare un po’ l’aria , ma tanto per molti ultimi soldati giapponesi in guerra che ancora vivono in una “time capsule” del 1968 non serve a nulla :
    In culo gli entra , ma nella testa no….
    .
    a ) Il tema non e’ che possano o non possano esserci modelli pubblicitari neri / gay / extraterrestri , MA che sia un obbligo averli , altrimenti sei definito razzista-fascista-etc..da qualche maestrino frustrato.
    Infatti questo atteggiamento ha un nome , e  si chiama mala fede intellettuale.
    .
    Che poi secondo qualcuno i gusci per alpinismo non  siano rivolti agli alpinisti ma a chi ama spendere 500 euro per andarci a  prendere la metropolitana a Lambrate , ho poco da dire : di stronzate ne sento tutti i giorni , una piu’ una meno…..
    D’altronde io vado in ufficio usando gli stivali waders per la pesca a mosca , e da qualche settimana vado in spiaggia con una motoslitta Polar.

  43. P.S.: comunque la coerenza con le proprie idee è un metro di paragone per le persone oppure può esserlo un metro di paragone per le ideologie (intese come sistema di idee), non delle idee.
    Sempre per via che chi parla male pensa male ecc… 

  44. ““libertà” con tutto quello che ne consegue (inclusione, parità, diritti ecc ecc ecc)”
    Mi pare ci sia una certa confusione sui significati: che inclusione, parità e diritti conseguano dalla libertà non mi pare né storicamente, né etimologicamente, né filosoficamente sostenibile in sé e per sé.
     
    Comunque noto che quei termini ti mettono decisamente a disagio, anzi scatenano in te una reazione patologicamente fobica, fino a fare affermazioni semplicemente ridicole nella loro stupidità “non credo neppure che esista davvero la “libertà” in natura”.
     
    Come già detto sei schiavo dentro e sei schiavo volontario perché l’unico modo di sentirti al sicuro è pensare di controllare tutto.
    E vorresti che il mondo intero fosse così, chiedendo regole e predicando una società ingabbiata in regole arbitrarie in cui vige la massima sorvegliare e punire.
     
    Una cosa veramente triste e patetica
     

  45. Ammesso e non concesso che ciascuno si “flagelli” autoimponendosi le “proprie” regole (io, per dare l’esempio di rispetto all’ambiente, cerco di limitare le mie uscite in montagna, mentre voi, accecati dal politically correct, evitate l’uso del termine negro), sottolineo che io, che non credo neppure che esista davvero la libertà in natura, non sono in profonda contraddizione nel mio autoimpormi delle regole mentre mi pare che voi, fautori delle libertà dei diritti delle uguaglianze delle costituzioni ecc ecc ecc, lo siate sistematicamente. Che poi anche questa continua ricerca (alimentata da voi, perché a me non me ne importa un fico secco) della coerenza o meno è un’altra delle vostre pippe mentali. La fondatezza o meno di certe prese di posizione conto poco con la coerenza, se non in termini “ma da che pulpito”…  Se si fa l’esame del sangue approfondito (concetto da cogliere in senso metaforico), nessuno, ma proprio nessuno, passa indenne alla valutazione della coerenza o meno. Quindi il mito della coerenza come metro di valutazione delle idee è un’altra delle paranoie della sinistra (intesa in senso lato, sia politico che ideologico).

  46. Sempre lui:

    gli schiavi del politically correct sono appunto “schiavi” di regole che si sono autoimposte e si chiudono in una gabbia di cui sono prigionieri. Non è una grande manifestazione di intelligenza!

    Ridicolo.
    (Auto)Imporsi delle regole non è una pratica, in sé, né “intelligente” né “stupida”.
    E’ evidente a (quasi) chiunque che dipende dal motivo per cui lo si fa, e sta, questo sì, all’intelligenza di ognuno modulare la rigidità con cui si seguono.

    A quanto risulta dai suoi quotidiani contributi al GognaBlog, anche lui si è chiuso in una gabbia di cui è prigioniero, essendosi autoimposto delle regole ad esempio per quanto riguarda la frequentazione della montagna (massimo X uscite al mese, ecc.).
    Lui, però, è diverso dagli altri… ça va sans dire.

  47. @48 L’esilarante è invece nella contraddizione di chi crede ciecamente nel totem della “libertà” con tutto quello che ne consegue (inclusione, parità, diritti ecc ecc ecc), in parole povere la visione woke, open mind e politically correct, e che poi finisce schiavo delle sue stesse regole. E’ la pena del contrappasso: il massimo delle libertà idealizzata innesca schemi rigidissimi, che si ritorcono anche e soprattutto a danno dei fautori dell’ideale della libertà massima. Una contraddizione spaventosa, che peraltro pagate voi stessi in prima persona, anche nei risvolti spiccioli come non poter utilizzare liberamente questo o quel termine, neppure nel linguaggio spicciolo quotidiano… A guardarvi dall’esterno, dico: una vita di “m”, se dovessi sintetizzare in un titolo giornalistico.
     
    Io non sono in contraddizione: non credo neppure che esista davvero la “libertà” in natura (ma non apro adesso questa parentesi, ci porterebbe via solo tempo e spazio ed è irrilevante sul caso di specie), per cui non sono in contraddizione se mi riconosco in schemi  sistematici e istituzionalizzati, dove appunto le cose sono chiare e regolate, anche rigidamente regolate, ma da regole in cui mi riconosco, non da regole stabilite da altri (come nel caso di “negro”: voi lo trovate un termine offensivo e quindi siete portati a vietarne l’uso anche a me che lo uso da quando sono nato e, da quando sono nato, l’ho sempre sentito usare come un termine comune, senza alcun sottinteso dispregiativo).
     
    Questa mia preferenza per gli schemi sistematici, ordinati e normati,  vale nelle grandi questioni esistenziali, come nel lavoro (uno come me, che fa il consulente di direzione aziendale, “vede” e “ragiona” in termini  di organigramma  aziendale, è il mio pane quotidiano) fino alla routine spicciola e ai contesti di svago come quelli culturali, sportivi o perfino connessi all’andar in montagna (CAI). Non solo non c’è in me alcuna contraddizione, ma non riesci neppure a immaginare quante volte vengo consultato (da organizzazioni non a scopo di lucro) per ottimizzare questioni statutarie, normative, regolamentari, proprio per la mia particolare forma mentis sul tema.

  48. @24. Bertoncelli, se ti piace riportare fatti di cronaca a rinforzo delle tue tesi, dai un’occhiata a quello che accadde il 22.7.2011 in Norvegia. Eh già, ma Breivik aveva nonni dell’Uganda.
    Ma con questo metodo di confronto a chi ce l’ha più lungo (l’elenco di vittime) capisci che non si può ragionare?

  49. Cominetti:

    Ignoranza e provincialismo, oltre ad andare spesso a braccetto, sono esplosivi pericolosi.

    Parole sante.

  50. @41
    gli schiavi del politically correct sono appunto “schiavi” di regole che si sono autoimposte e si chiudono in una gabbia di cui sono prigionieri. Non è una grande manifestazione di intelligenza!
     
    Detto da chi sta (volontariamente) all’interno di una associazione come quella del CAI da lui stesso definita “palla di pongo” e dove “Le regole sono regole e vanno rispettate” (cit. Crovella) e afferma di starci pure “bene“, lo trovo particolarmente esilarante.

  51. @43 Infatti chi non mi trova piacevole, presumo che si defili da me, se non lo facesse sarebbe davvero poco intelligente… Sta di fatto, però, che sono sempre circondato o quanto meno in contato con “eserciti” sterminati di persone: nella mia vita reale non rilevo affatto una eventuale emarginazione né per il mio linguaggio né per le mie idee, che sono note da decenni e nessuno cade dal pero come voi (frequentate questo blog, magari non nick diversi, da tempo immemore e cadete dal per se dico oggi, agosto 2024, che uso abitualmente il terine negro? Mon siete molto svegli!). In ogni caso la ricerca del consenso non è mai stata una priorità della mia vita, tanto meno se per farlo devo chinare il capo all’ipocrisia. Io dico sempre pane la pane e vino al vino: ho sempre utilizzato il termine negro senza nessun sottintesi dispregiativo e lo userò sempre cos’, A chi non piace… c’è l’intero pianeta dove trascorrer il proprio tempo. Ma il bello è che di alcuni dei miei (tanti) compari so di certo che votano strutturalmente a sinistra. Eppure mai nessuno, neppure i piddini da sempre, mi ha detto “no tu non puoi venire alla nostra gita in montagna perché dici moru e cupio.” si vede che il mondo in cui vivete voi non è quello “vero”. In genere i woke buonisti ecc si costruiscono un para-mondo di buone intenzioni, una specie di “paese delle meraviglie”, dove tutti sono buoni, parlano con termini “puliti” da ogni sottinteso, si baciano in bocca e si amano l’un con l’altro e convivono felici e scambiandosi lo spinello… Ma quello è un mondo ideale e fantasioso, che NON esiste nella realtà. I fuori dal mondo siete voi, non chi dice pane al pane e vino al vino.

  52. Bertoncelli, forse sarò accecato dalla faziosità (vomitevole), ma non capisco perché ti inalberi così tanto.
     
    Ti ho solo posto un paio di domande, a seguito della tua frase “Forse il signorino riteneva di non essere stato ospitato in modo a lui confacente?” (il cui sotteso significato è inutile spiegare per non offendere l’intelligenza di tutti, e comunque la tua premessa “un’integrazione in cui uno accoglie e l’altro ammazza” lascia poco spazio ai dubbi anche per i meno dotati).
     
    Dato che sei già giunto alle conclusioni, ero interessato a sapere da dove avevi tratto ciò che tu chiami “la realtà” (…o dovrei dire “La Verità” ? 🙂 ) per arrivare ad esse.
    Tutto qui. Se vuoi, ripondi, altrimenti discuti pure col tuo gatto.
    Attento, però. A volte parlare con i gatti non è una buona idea. Potrebbero risponderti 🙂
    https://www.youtube.com/watch?v=rv1ythlgNOo

  53. “se noi fossimo vissuti all’epoca, il 3 settembre 1939 mi avreste raccontato un’idiozia del genere. Complimenti al cervello!”
     
    Fabio, questo non credo proprio.
    Stante le posizioni attuali tu avresti gridato alla provocazione polacca e dimostrato per l’immediata entrata in guerra a fianco dell’Alleato, non io.
    Mi duole però confessare che in base agli orientamenti familiari dell’epoca è molto probabile che l’avrei fatto anch’io (come quasi tutti i figli della borghesia cresciuti a libro-e-moschetto)

  54. Crovella, guarda che tu fai benissimo a usare le parole che vuoi, così gli interlocutori capiscono subito con chi hanno a che fare.
    Buon per te.
     
    Poi, se vuoi continuare a sostenere contro ogni evidenza che “negro” sia una termine asettico, fai pure… se ti pare possiamo anche raccontarci che Cristo in croce è morto di freddo perché era poco vestito, anche se sappiamo benissimo che non è così.

  55. Fa un po’ sorridere il credere che ci siano marche (brands) per fighetti e altre per veri alpinisti. Come non accorgersi che il marketing che le regola cerca di attaccare più vagoni possibili al treno in corsa. Quando quest’ultimo corre.
    Ovvero, se Colin Haley (uno dei più forti e creativi alpinisti del momento) veste Patagonia, nel negozio di porta Garibaldi a Milano si riverserà, come in realtà accade, una massa appecorata e spendacciona di Fantozzi locali che acquisterà capi della stessa marca per recarsi poi giornalmente nel solito posto di lavoro. Perché, come anche fa Salewa, queste aziende producono (in oriente) capi per la città sempre più in maniera massiccia. Perché è là che vive la maggior parte delle persone, bianche, gialle nere e d’ogni altra sorta.
    Seguendo questo treno (o trend cosiddetto) anche aziende meno blasonate si sono adeguate….alzando i prezzi per divenire piu appetibili.
    Oggi chi guida il treno è la francese Decathlon, fino a qualche anno fa snobbata dai duri e puri perché costava poco, ma che ha sempre prodotto articoli della massima qualità a prezzo equo. Decathlon è molto ricca e può permettersi più di tutte le aziende di fare ricerca mettendo in commercio prodotti dal massimo contenuto tecnico (gli zaini sono probabilmente i migliori sul mercato, ma anche giacche e calzature non scherzano, oltre all’ottima ferraglia Simond) a prezzi popolari.
    Decathlon infine è molto democratica permettendo anche alle famiglie meno abbienti di equipaggiarsi decorosamente per numerosi sport.
    La stessa, forse perché francese, utilizza modelli di colore (vario) da decenni, senza avere mai destato scandalo.
    Ignoranza e provincialismo, oltre ad andare spesso a braccetto, sono esplosivi pericolosi.

  56. @35 ti assicuro che, nel linguaggio quotidiano, utilizzo da sempre  il termine negro come il piemontese di finocchio (cupio) e mille altri analoghi anche imn presenza di altre persone, siano essi amici/conoscenti o incontri di lavoro e nessuno ha mai protestato! Tutti questi alfieri del politically correct del menga diffusi nella vita reale li vedete solo voi, ma al massimo essi si esprimono nei dibattiti TV, sui giornali e in occasioni pubbliche. Tutta questa “sensibilità” cambiata rispetto al passato, io sinceramente non la percepisco, almeno nello spaccato di vita reale che frequento.
    Ho già specificato, mi pare ieri, che evito di utilizzare il termine negro in miei scritti o interventi pubblici NON per ipocrisia o per codardia, ma per togliere ad eventuali detrattori l’appiglio cui agganciare le critiche (vedete? è un bastardo razzista: dice negro!). Li aspetto sui contenuti, i detrattori, e su quelli li castagno ben bene.
     
    L’ipotesi che io possa dire ai frequentatori di colore di un locale “buongiorno signori negri” è del tutto irrealistica per il semplice fatto che non frequento locali con tali caratteristiche.
     
    infine la considerazione del livello di intelligenza in funzione dell’uso dei termini o del modo di pensare è reciproca: gli schiavi del politically correct sono appunto “schiavi” di regole che si sono autoimposte e si chiudono in una gabbia di cui sono prigionieri. Non è una grande manifestazione di intelligenza!

  57. @ 29 e 32
    Ma voi non capite che la faziosità vi ha accecati? Non vi rendete conto che ve ne siete usciti con scempiaggini astronomiche, che negano la realtà e vanno solo a vostro scapito?
     
    In particolare, le frasi di Balsamo sono un capolavoro:
    “Tu, Bertoncelli, sai forse qualcosa di più preciso di quanto riportato dai media ?Conosci l’accusato o qualcuno della sua famiglia ?”
     
    Giunti a questo punto di faziosità vomitevole, preferisco discutere col mio gatto: in quanto a onestà intellettuale vi batte dieci a zero. 
    Gatta Camilla – Balsamo   10 – 0
    … … …
    P.S. Vi do una notizia bomba: la Seconda guerra mondiale non fu scatenata da Hitler con l’invasione della Polonia. Fu scatenata dai polacchi che, la notte precedente, attaccarono e distrussero una stazione radio. Oppure, a vostro gradimento, fu scatenata da Regno Unito e Francia, che due giorni dopo dichiararono guerra alla Germania.
     
    Ecco, se noi fossimo vissuti all’epoca, il 3 settembre 1939 mi avreste raccontato un’idiozia del genere. Complimenti al cervello!

  58. Tornando a bomba, ciò che può dare fastidio è il messaggio che il testimonial veicola, quello che simboleggia.
    Se un’azienda con la visibilità di Salewa scegliesse come testimonial Andrew Tate (non sono comunque in grado di escludere che qualche azienda l’abbia fatto), ci sarebbe una legittima, giustificata, levata di scudi contro gli ignobili messaggi che costui promuove, che offendono e minacciano tutte le donne e quindi tutti noi.
     
    Che messaggio veicola un testimonial nero?
    Chi viene offeso o minacciato da un testimonial nero?
    A voi la risposta.

  59.  la cosa che più ha umiliato i miei genitori  in 15 anni di svizzera era essere chiamati cingani, l’equivalente nostro di negro… te però  la  sai lunga!!! uomo di mondo!!! E visto che te hai sempre chiamato negro  una persona di colore, continuerai  a farlo  perchè diofa!!! col cazzo che adesso arriva la rachete di turno a dirmi cosa posso dire e cosa no… insomma se tu  fossi svizzero…quei  taliani io li ho sempre chiamati  cingani….col piffero  che adesso cambio!!!
     
    A parte che vorei  proprio vederti  rivolgerti ad un Senegalese, scusi signor negro, mi saprebbe dire…
     
     

  60. @33
    “[…] il termine “negro” è asettico, siete vuoi buonisti del menga ci avete caricato sopra un tasso di negatività
     
    Crovella, lo era in origine, ma, come avviene per qualunque lingua viva, termini e connotazioni cambiano nel tempo con l’evoluzione della cultura delle genti che li usano. Che lo vogliamo o no, che siamo d’accordo o no. Solo le lingue morte restano immutate.
     
    Quanto al fatto che il “tasso di negatività” caricato sulla parola “negro” sia da attribuire ai c.d. “buonisti del menga” (chiunque essi siano), non ne sarei così sicuro.
    La parola, spesso associata a “sporco” o “bastardo“, come da te fatto notare, è stata utilizzata in un passato anche recente e in modo oggettivamente dispregiativo, da suprematisti bianchi, politici e militanti di estrema destra, segregazionisti, eccetera: in una parola: dai razzisti.
     
    La sensibilità su questi temi, Crovella, è cambiata (fortunatamente ed era ora, aggiungerei).
    Chiaro che uno possa continuare a usare liberamente “il termine “negro”” a prescindere da tutto e da tutti, e non credo che possa essere considerato “cattivo” (o razzista) per questo se lo fa in base alla sua connotazione originale.
    Solo un pò boomer (o diversamente sensibile, come direbbero i woke – chiunque essi siano 🙂 ).
     
    P.S. Ti sconsiglio però di usare la parola negro in un locale frequentato da negri, dicendo ad alta voce “Ma guarda quanti negri che ci sono qua dentro!“.
    Che è un termine “asettico” poi glielo spieghi tu.

  61. Crovella:

    In realtà il termine “negro” è asettico

    Ma certo.
    Allora fai un esperimento: prova ad andare in uno di quei quartieri che ti piacciono tanto a spiegare che è un termine asettico, tira pure fuori l’etimologia, la Ginzburg, Levi, o chi vuoi.
    Vediamo cosa ti dicono.

    Detto questo, come già ripetuto innumerevoli volte, nessuno vuole imporre niente.
    Chi usa certi termini si qualifica da sé.

  62. Tu invece sei uno che vuole provocare, perché pensa che nella provocazione si affermi la sua consistenza e unicità.
    Ma essendo deficiente non riesce a capire quello che gli altri gli ribattono e quindi non risponde a tema, ma continua a ripetere a pappagallo e verbosamente i propri pregiudizi, credendo così di affermare la  la verità.
     
    Riuscendo a essere così solo una patetica macchietta
     
    NOTA: in quanto scritto non c’è un solo insulto. Nulla di paragonabile alla continua affermazione dell’altrui mancanza di intelligenza!

  63. Al fenomeno di recente entrata, tal Giotex (ma presentarsi con “nome e cognome” proprio non vi va giù, a voi woke, open mind e politically correct del menga, eh?) dico che, razzista o non razzista, uso liberamente il termine “negro” da che sono nato e non ho nessuna intenzione di esser obbligato a modificare il mio vocabolario quotidiano solo perché urta la sensibilità dei woke, open mind, politically correct del menga. Uso il termine “negro” (in realtà più frequentemente nella versione dialettale “moro”, che in genere si pronuncia “moru”) non necessariamente in senso spregiativo, perché se volessi aggiungerci davvero del disprezzo direi “sporco negro” oppure “negro bastardo” o cose del genere. In realtà il termine “negro” è asettico, siete vuoi buonisti del menga ci avete caricato sopra un tasso di negatività, che invece il termine originario proprio non ha. E quello che fa incazzare è che pretendiate che tutti si debbano adeguare alle vostre regole del menga. una delle assi portanti della visione woke è la globalizzazione del linguaggio: tutti uguali, tutti che dicono la stesse cose, tutti che pensano le stesse cose. Come sostengo da innumerevoli decenni, sono i buonisti progressisiti e “rivoluzionari” che in realtà dividono l’umanità fra “buoni” e “cattivi” (ad esempio in funzione dell’uso o meno del termine negro), molto ma molto di più di quanto facciano gli appartenenti al campo avversario.

  64. Ho molti dubbi che, allo stato attuale, Salewa abbia come target umano, cui vendere i suoi attrezzi NUOVI, i vari personaggi, in particolare neri, che frequentano le nostre vallate (pastori, collaboratori di rifugi, braccianti ecc). Salewa è un marchio di alta gamma e punta a clientela danarosa, che, (ripeto) allo stato attuale, è ancora bianca e occidentale, per una questione proprio di disponibilità economiche. Al momento nessuno pensa di vendere capi e attrezzi top di gamma ai vari neri, bosniaci e pakistani, che infatti girano con capi tecnici, ma “usati”. Può darsi che l’acquisto di oggi da parte di un bianco danaroso presso Salewa, fra due-tre anni, stinto e magari un po’ strappato, finisca a uno dei lavoratori, ma immagino che avverrà gratis (=beneficenza) e il tutto non alimenta cmq un incremento di fatturato per l’azienda. magari fra 20 o 30 anni le cose saranno diverse e avremo frotte di alpinisti di colore, magari danarosi, che acquisteranno capi nuovi ad alti prezzi, ma, oggi come oggi, direi proprio di no.
    A Torino, in pieno centro, da un po’ di anni, c’è un negozio monomarca Salewa: siccome passo spesso da quelle parti per andare/tornare da riunioni di lavoro, do sempre un’occhiata, per curiosità, a quanto esposto in vetrina, ma sembra di guardare dentro alle vetrine di un negozio Cartier! Capi bellissimi, ipertecnici ma da fighetti che se la tirano. e s prezzi stellari (infatti io mi servo in negozi “pratici” dove trovi materiale/abbigliamento ottimo ma non delle marche da fighetti, di cui Salewa è una, non l’unica). Insomma, la politica commerciale dell’aziernda ha strumentalizzato il modello di colore NON per vendere capi nuovi a potenziale clientela NERA, ma per sensibilizzare la parte woke, open mind, radical chic della clientela bianca danarosa. Ciò non giustifica gli insulti al modello nero (infatti non ho mai parteggiato per tali insultatori), ma non riempitevi la bocca di buonismo a parlar “bene” dell’azienda: per biechi obiettivi di fatturato, ha strumentalizzato il corpo di un modello nero, né più né meno come tantissime altre aziende strumentalizzano il corpo delle donne. Pocihè le femministe criticano aspramente queste ultime aziende, non mi torna che voi (woke, open mind, politically corret e tutto il resto “del menga” che riempie le vostre teste) non stigmatizziate lo sfruttamento del corpo del modello nero da parte dell’azienda.

  65. “Tu, Bertoncelli, sai forse qualcosa di più preciso di quanto riportato dai media?”
     
    Dipende quali media…mi sa che sono quelli che titolavano “uomo algerino picchia donna italiana” 

  66. @Giotex
    “[…] forse veramente l’ambiente degli alpinisti e degli sciatori e’ differente ma sono sconvolto!!!
    Fareste più bella figura se semplicemente ametteste di essere razzisti e basta
     
    Giotex, perché ti sorprendi ?
    Nessuna categoria (tantomeno gli alpinisti) può eludere le leggi del Cipolla: la frazione sigma è sempre presente in qualsiasi sottoinsieme umano.
    Vedi: https://gognablog.sherpa-gate.com/le-leggi-fondamentali-della-stupidita-umana/
     
    Naturalmente, presi come singoli, nessuno ammetterà mai di farne parte (di sigma, intendo), perchè quelli sono sempre gli altri (la c.d. “massa appecorata” – (c) Cominetti), mentre noi stessi siamo gli “illuminati“.
    E agli illuminati non la si fa.
    Anche se, a volte, qualcuno si fa venire un dubbio ogni tanto. Ma non farti ingannare, è solo pro forma e passa in fretta 🙂
    Figurati ammettere di essere razzista! 😀 😀 😀
     
    P.S. Mi unisco al consiglio di Pasini sul “prendersi una lunga pausa ogni tanto” (dai c.d. social).
    Per ora a me è sufficiente il fine settimana, specie se lo trascorro tra le montagne.

  67. @24
    Forse il signorino riteneva di non essere stato ospitato in modo a lui confacente?
     
    O forse ha avuto un crollo psicotico, un raptus, o ha sentito le voci (sempre che sia stato lui – per ora è solo accusato… Ma a destra non erano quelli garantisti ? 🙂 ).
     
    Allo stato attuale (e pietoso) delle informazioni, mi asterrei da qualsiasi ipotesi o conclusione, se non altro per rispetto delle persone coinvolte.
     
    Tu, Bertoncelli, sai forse qualcosa di più preciso di quanto riportato dai media ?
    Conosci l’accusato o qualcuno della sua famiglia ?
    O ti accontenti di veder soddisfatto il tuo pregiudizio ? (E nel qual caso, chissene dei fatti…)

  68. Ogni tre giorni un italico doc fa fuori la sua donna e a volte pure i suoi figli. Ci andrei cauto ad usare figure di potenziali feroci assassini in pubblicità se fossi la Salewa. Devi fartene una ragione caro Giotex sulle tendenze che girano sui blog. Recentemente ho visto una vignetta di Altan (purtroppo non si possono qui postare immagini): uno dice “Sono incapace di odiare” l’altro risponde “E cosa fai per 
    per passare le giornate?”Conviene prendersi una lunga pausa ogni tanto, serve a ridurre il pericolo di contagio. Io ho adottato questa strategia e la trovo per ora efficace, è la famosa “modica quantità”. Certo l’astensione completa sarebbe meglio, tanti lo fanno e fanno bene secondo me, ma in molti di noi umani alligna un po’ di perversione da un lato e di ansia di “scomparire”dall’altro, soprattutto quando invecchi e il tuo profilo sociale diventa più sfocato e il tuo mondo un po’ si restringe. Il “vivere nascostamente” di Epicuro non è facile nella nostra società dello spettacolo. Buon proseguimento o buona “vacanza”. 

  69. “Fai prima a metterglielo in culo che a metterglielo in testa.”
    Con te il dilemma è improponibile: ragioni col culo, il culo te lo fai riempire dalla propaganda e la testa non ce l’hai proprio!
     
    Giotex: è un blog di montagna e si suppone almeno un po’ di conoscenza.
    Non esistono Sherpa pakistani, ‘azz! Balti e Hunza, non Sherpa. 🙂

  70. Non ho capito una cosa, quindi essere antirazzisti è woke e politicamente corretto e buonista? Si può offendere un modello africano che sta lavorando onestamente solo perchè  non è caucasico? Salewa è  buonista perchè  vuole vendere giacche a vento ( non solo  ad alpinisti ma a tutti ) e fa una pubblicità con un africano? 
    Se fosse stato pakistano? Andava meglio? Magari mascherandolo da sherpa pakistano?
     
    Se salewa avesse usato come modello un macedone o un albanese spacciandoli per malgari non era woke?
     
    Fareste più  bella figura se semplicemente ametteste di essere razzisti e basta
     
     
     
     

  71. ———  A PROPOSITO DI TESTIMONIAL  ———
     
    Pochi giorni fa Axel Muganwa Rudakubana, nato a Cardiff (Galles) nel 2006 da genitori del Ruanda, ha accoltellato a morte tre bimbe e ne ha ferite altre dieci. Insomma, voleva ammazzarne tredici, forse di piú. È successo a Southport, nel Regno Unito.
    Il tizio vanta un passato come testimonial di una campagna umanitaria sulla BBC (sic!).
    … … …
    Come dicevo poc’anzi (23), un’integrazione in cui uno accoglie e l’altro ammazza mi pare – come dire? – leggerissimamente lacunosa.
     
    Insomma, ho il vago sentore che qualcosa non vada in un’integrazione di questo tipo. Forse il signorino riteneva di non essere stato ospitato in modo a lui confacente?

  72. In principio fu il clan, decine di migliaia di anni fa.
    Poi vennero le tribú, cinque o sei o settemila anni fa.
    In seguito le tribú si aggregarono a formare i primi embrioni di Stato, quattromila o quattromilacinquecento anni fa.
    Poi vennero gli imperi, però costruiti con la violenza e le guerre.
     
    Con l’incremento delle comunicazioni e degli scambi culturali si giungerà, prima o poi, a un’umanità con un unico governo. I popoli si mescoleranno.
    Ma tutto ciò esige tempo – molto tempo – e deve avvenire in modo naturale, senza forzature. Altrimenti si giocherebbe all’apprendista stregone, con probabili conseguenze catastrofiche per gli esseri umani.
     
    Ovviamente – e di ciò si tace in modo colpevole – l’integrazione a livello mondiale richiede la buona volontà e la collaborazione di tutte le parti in causa.
    Non solo di alcune.

  73. Expo. Era un po’ che mancavo dal blog ma devo correggermi. Non è vero che nulla si crea. Il tuo ingresso sulla scena “espositiva”  segna una importante novità,  anche se io sono un conservatore e il mio rimpianto è sempre per Gengis Kahn, il venditore di mutande o il prof. Albert. Avanti così, ci rivediamo in autunno per nuovi cimenti socio / culturali/etnografici. 

  74. 120 commenti e , come dicono a Londra , non hanno ancora capito un cazzo…
    .
    Se domani Salewa utilizzera’ come testimonials per i gusci Karola Rakete sulla barca Ong o un palestinese che accoltella un israeliano , questi si metteranno a parlare di capi tecnici usati anche dai marittimi o aziende che fanno gli utili sul mercato mediorientale.
    .
    Fai prima a metterglielo in culo che a metterglielo in testa.
    .
     

  75. Caro Cominetti mi dispiace molto che tu non abbia una badante ucraina che ti offre l’acqua minerale della Canalis. Te la consiglio vivamente. Ti cambia la vita! Ovviamente devi fare una accurata selezione (faccia che ride). Su dai, si scherza e si fa dell’ironia per riportare sulla terra certi palloni che volano in cielo con il rischio di scoppiare. Ho trovato divertente questa “rimpatriata”, anche perché vedo che nulla si crea e nulla si distrugge nel blog. Aufwiedersehen come dicono in Salewa.

  76. Certo che molti giovani sono “conservatori” e non ribelli e rompicoglioni come i boomer (uno stereotipo però perché c’era anche un filone di personalità aiutoritarie, anche se ben mascherate). Spesso sono stati protetti ad ogni costo dalla frustrazione che inevitabilmente comporta l’autonomia,  ma essere “conservatori” oggi è molto diverso dal significato che questa parola aveva nel passato. Basta guardare i modelli di vita e di famiglia dei leader e degli “influenzatori” del lato conservatore nella nostra società e nel mondo.  Siamo ben lontani dallo schema Casa e Chiesa. Alcuni modelli e schemi di vita, una volta scandalosi, sono stati titalmente sdoganati e “normalizzati”. . Di questo pacchetto fa parte l’abitudine fin da piccoli al contatto con persone appartenenti a culture molto diverse. Esperienze che per i bambini e ragazzi del passato era riservata solo ad un’elite che frequentava certe scuole o si poteva permettere certi soggiorni. L’abitudine alle relazioni interculturali è evidentissima anche nel lavoro e nella conoscenza delle lingue. Per questo dico che una campagna con modelli vari non fa ne’ caldo ne’fredda a quella fascia d’età. È una cosa alla quale sono abituati e lo saranno sempre di più, salvo collassi del nostro mondo che ci riportino alla cultura del maso chiuso e del campanile. Ma non ci credono neppure quelli che vanno a stimolare antiche nostalgie nelle RSA per beccare un po’ di voti in uno dei paesi più vecchi del mondo. 

  77. @15 il mio riferimento a “peace and love” è collegato a tal Giotex che ieri ha citato il suo giro di climber hippy mentre noi siamo solo dei bastardi razzisti ecc.
    Anche io frequento molto le nuove generazioni, ovviamente della mia squadra, e osservo che sempre più 20-35ernni ne hanno le palle piene dei dogmi woke: l’osservatorio che analizzo mi induce a sostenere che ci sia un reflusso verso visioni più istituzionali (famiglia vecchio stile, lavoro, standard di vita regolari e inquadrati, ecc). La badante ucraina, cui porto il massimo rispetto (specie perché ucraina), non è il mio modello ideale di organizzazione sociale. Spero proprio che l’Italia non si riduca a diventare una ripetizione in serie di badanti ucraine. Quella sì che sarebbe una società da cui scapperei di mia iniziativa (non credo che accadrà, almeno nell’arco temporale realistico di vita). Ma, guardandomi intorno, nella mia metà campo ovviamente (anche se l’orizzonte numerico è bello corposo), percepisco negli under 35 la crescente presenza di desiderata molto diversi. L’impostazione woke non è più quella dominante fra i giovanissimi, ma resta appannaggio di alfieri degli ideali dei Settanta… gente che ragiona come se avesse ancora vent’anni (quanti ne aveva nei Settanta), mentre  fa la figura  ridicola dell’anziano col chiodo (il giubbotto nero di pelle…).

  78. Io affermo che siete voi che non cpiate. Infatti voi alfieri del politically correct dovreste essere i primi a criticare l’azienda nell’usare strumentalmente il modello nero. L’azienda si spaccia per buonista, ma lo fa solo per prendervi per il naso. Sugli altri casi, accadranno fenomeni analoghi: la Canali serve per illudere i maschi arrapati che nella bottiglia di acqua minerale c’è Elisabetta nuda…, ma il tema qui è il caso di specie del modello nero. Non va insultato il modello nero, questo sì, ma va criticata l’azienda per la sfacciataggine di voler cavalcare un tema così delicato solo per fini commerciali
     
    @12 Io non mi pongo il problema di andar via da questa soxcietà 8così come non mi pongo il problema di andar via dal CAI) perché in questa società sto benissimo e sono felice. Certo difetti ce ne sono, ma non c’è rosa senza spine. voi non è che mi fate venir voglia di andar via, mi irritate perché continuate a lamentarvi  senza un costrutto (così come quello del CAI in merito alle Quagliette) e dobbiamo pure continuare a tenervi sulla barca…

  79. PS. Per capire come siamo cambiati basta andare in giro anche per i rifugi e vedere chi ci lavora e magari indossa Salewa. Due settimane fa sono andato in un rifugio delle Marittime, profondo Piemonte, l’unico “indigeno” era il gestore.  Per non parlare dei pastori incontrati salendo che non si vestono più come homeless ma avevano la loro bella giacca a vento, vecchiotta ma tecnica. Pure Vannacci (ed è dire tutto) si è reso conto di aver pestato un merdone con alcune sue inpportune affermazioni su atleti italiani. Nella mia classe elementare sabauda negli anni ‘50 avevamo un bambino svizzero che veniva a scuola con i pantaloni di cuoio con bretelline e ricamo della stella alpina. Venivano dalle altre classi a vedere questo fenomeno “esotico”. Ve lo immaginate oggi? Dai su, il mondo è cambiato negli ultimi 70 anni, anche in Val Susa. Le pentole woke o il Peace&Love sull’elmetto del soldato Joker in Vietnam (probabilmente anche lui del1949) con c’entrano proprio nulla. 

  80. Aridaje.
    Le aziende “prendono per il naso” (per usare le tue parole) tutti, mica solo gli “alfieri del politically correct” (sempre per usare le tue parole). E’ lapalissiano. Cosa c’è da stupirsi o indignarsi?
    Quello che è grave sono gli insulti, assolutamente ingiustificati, verso il modello. 
     

  81. Non è una strumentalizzazione o un manifesto ideologico: è la presa d’atto di una realtà. La nostra società è profondamente cambiata. Basta guardare le Olimpiadi o lo ripeto andare davanti ad una scuola.  I comunicatori professionali, perché tali sono i pubblicitari, prendono atto dei cambiamenti dei comportamenti sociali. Vedi spot su famiglie fuori dagli schemi, diciamo così, perché questa e’ quello che accade in tante famiglie e nessuno se ne fa più un grande problema, perfino il nonno impersonato da quel conservatore di Lino Banfi o la famiglia fuori dagli schemi del Presidente del consiglio. Semplicemente qui siamo più indietro di circa 20 anni, infatti molti ragazzi e ragazze  per non avere troppi problemi se ne vanno magari a Berlino o Londra a sposarsi o a vivere in modo un po’ “diverso”.  È solo questione di tempo, quando il Natale arriva, arriva diceva Pozzetto nello spot del panettone. Ho citato lo spot della Coca Cola con la colonna sonora We are the World. Roba da anni 80 e qui stiamo ancora a discutere sul modello sudanese. Problematiche da Rsa. Ogni tanto bisogna prendersi un girello e fare un giretto fuori o parlare con la badante ucraina che ci assiste e ci offre l’acqua minerale della Canalis, perché sempre come diceva Meryl Streep “Io vivo di illusioni….”.

  82. “Che continuate a stare qui a fare????”
     
    Curioso come la stessa, identica domanda dovresti rivolgerla a te stesso…

  83. A me pare invece che le nuove generazioni non siano per nulla allineate alla visione “peace and love” come illusoriamente sbandierato da qualche romantico dell’era hippy. Vedo invece che è principalmente nella visione hippy che permangono ancora quelli che io chiamo gli infelici, i disadattati, i disorientati, quelli che si sentono a disagio nella società occidentale (che poi, nonostante i suoi mille difetti, è  il miglior contesto al mondo in cui vivere: non siete d’accordo? E sposatevi dove ritenete che vivrete meglio… Che continuate a stare qui a fare????). Come per gli infelici del CAI, che restano all’interno del sodalizio per avere un capro espiatorio su cui riversare quotidianamente la propria infelicità esistenziale, gli infelici generici (i vari NON VAX, NO Greenpass, NO QUESTO, NO QUELLO) hanno bisogno di motivi pretestuosi per sfogare le loro frustrazioni personali nei confronti della società in cui vivono che , almeno allo stato attuale, è quella occidentale. Sull’episodio di specie, tutti questi fenomeni del wokismo hanno interpretato l’utilizzo del modello di colore da parte dell’azienda come un atto di ribellione o almeno di sfida al “sistema” e pensano di osannare tale evento in tale funzione. Non si rendono conto di esser loro stessi (i magici fenomeni del wokismo)  i primi polli che sono stati presi in giro per pure esigenze commerciali.  L’azienda si spaccia “politically correct” così voi bovinamente acquistate i suoi prodotti, ma poi tutto finisce lì. Ci fate la figura dei fessi.

  84. @5 (della nuova numerazione, post 100): Secondo logica dovreste criticare voi l’azienda perché voi siete gli alfieri del politically correct e l’azienda, come sto cercando di spiegare anche contro la vs incapacità di capire, è la vera responsabile di un atto offensivo verso i (presunti) vostri nobili sentimenti di inclusione e del buonismo esasperato. A me questi sentimenti sono estranei e quindi sono del tutto indifferente all’episodio. Certo, se io FOSSI un individuo di colore, mi sentirei ferito dall’ipocrita strumentalizzazione dell’azienda per far leva sui gonzi politically correct. Ma non sono un individuo di colore. Invece voi fate della filosofia woke una bandiera di vita (per cui si schierate con gli individui di colore e quasi vi sentite della “stessa” parte) e allora dovreste sentirvi voi umiliati e offesi che un’azienda “cavalchi” il buonismo per suoi pragmatici obiettivi commerciali (=più sghei da incassare). non vi accorgete neppure che vi prendono per il naso…

  85. Mi scuso. Ho invecchiato parecchio Meril. È nata nel 1949, un anno al quale sono molto affezionato. Scusa cara e grande boomer, mito della nostra gioventù anche se un cafone italiano ti scartò perché eri “brutta”. 

  86. Se si facesse leggere questa discussione ad un ragazzo della Erasmus Generation che arrampica e va in montagna sono sicuro che si metterebbe a sgnignazzare e direbbe scuotendo il capo : “Boomers”. A chi pensa di essere fuori dalle influenze della Moda consiglio di rivedere il pezzo di “Il Diavolo veste Prada” nel quale una grandissima boomer, Meril Streep (1049)  spiega alla ragazza “grassa e sveglia” che ha velleità di purismo intelletuale e porta un golfino azzurro “(no ceruleo”) infeltrito e comprato in una svendita di un grande magazzino, per segnalare il suo disprezzo del consumismo, come funziona il sistema della Moda e come è stato scelto da altro proprio per lei quel golfino. Però è vero che poi la Gioia, figlia dell’Elisio, con la sua Magia riunifica  ciò che la Moda (e il Gogna Blog) fortemente divide. Sorrisino! 

  87. Ancora…cioè ancora credete che patagonia viva con le 4 giacche che vende a voi taccagni che ve ne comprate una e la usate fino quando le toppe e lo scotch da riparare le twnde cede e per forza dovete pensionarla? La north face o la scarpa o la sportiva o mammuth  vendono per il 90% a persone che la montagna la vedono in cartolina ma preferiscono passare l’onverno con un capo caldo e comodo… 
     
    Siete una manica di razzisti che si nasconde dietro a scuse patetiche…eh ma non è colpa mia se in spagnolo o torinese o veneto nero si dice negro…sapendo benissimo che merdone state pestando!!!
    PERFORTUNA LE NUOVE GENERAZIONI VI SEPELLITANNO

  88. “dovreste fare appello affinché l’INTERA collettività alpinistica CRITICHI solo l’azienda per aver cmq fatto ricorso strumentale, cinico e spregiudicato, a un modello nero.” 
    .
    Io invece farei appello a tutta la comunità alpinistica (beninteso eccetto i 4 destrorsi che scrivono qua), x seppellirti sotto una pernacchia, perché cazzate come quelle che scrivi tu meritano solo questo trattamento.
     

  89. Crovella #100:

    Visto che sei uno che cerca solo pretestuosamente una, peraltro infondata, mancanza di coerenza altrui, al fine di compensare l’oggettiva mancanza di argomenti fondati da parte tua???????????????? Tu sei come gli infelici del CAI che hanno costantemente bisogno del capro espiatorio su cui scaricare la loro frustrazione esistenziale.

    Yawn.

    Io non sono sorpreso che campagne promozionali sfruttino modelli nero né sex symbol come a canalis. Gli affari sono affari, da che mondo è mondo, e la pubblicità è l’anima del commercio, quindi è la quintessenza del cinismo del tornaconto pragmatico. I pubblicitari puntano a colpiregli aspetti emotivi più sensibili dei loro potenziali clienti, i cosiddetti target per dirla alla Pasini. Visto che voi woke, buonisti, open minde, progressisti, liberal, illuminati (del menga, sia chiaro, NdR) vi schierate contro chi critica quella specifica scelta (dell’azienda , di coinvolgere il modello nero), dovreste, piuttosto che rompere le palle polemizzando con chi critica tale scelta, dicevo dovreste fare appello affinché l’INTERA collettività alpinistica CRITICHI solo l’azienda per aver cmq fatto ricorso strumentale, cinico e spregiudicato, a un modello nero. Il vero marcio di fondo di tutta questa storia sta in “quella” strumentalizzazione, quella dell’azienda e non nelle critiche successivamente rivolte all’azienda, critiche in alcuni casi anche dal tono razzista, come riferito dall’articolo.

    Riassumo il tuo scritto con parole mie: la scelta del modello nero non ti sorprende e va bene così, fa parte del business. Però, per citarti, “woke, buonisti, open minde, progressisti, liberal, illuminati (del menga, sia chiaro, NdR)” dovrebbero criticare l’azienda perché il modello nero viene usato (strumentalizzato) per colpire un certo target.
    Insomma: per te va bene così, mentre gli altri (woke, buonisti, open minde, progressisti, liberal, illuminati (del menga, sia chiaro, NdR)”) dovrebbero criticare.
     
    Scusa la domanda: ma i modelli bianchi non sono a loro volta usati (strumentalizzati) per colpire un certo target?

  90. “Basta affacciarsi in entrambe le situazioni e, a occhio nudo, si capisce che sono ” situazioni infernali”
     
    Tu a occhio nudo non ti vedi i piedi, io qui ci abito. 
    E comunque ho scritto che i problemi in via Padova sono ben minori di quello che ti hanno messo in testa, non che non ci siano.
     
    Diciamo poi che io non sarò certo un genio, ma la differenza tra la tua e la mia intelligenza è direttamente proporzionale a quella che corre tra la tua e la mia capacità e attività in montagna.

  91.  gli infelici del CAI

    La prossima via che aprirò la voglio chiamare così.
    Me la dedico….ahahahahahah
    Chiaramente sulla relazione, scriverò un diretto riferimento e ringraziamento al mister Crovella.

  92. “Visto che sei uno che cerca solo pretestuosamente una, peraltro infondata, mancanza di coerenza altrui, al fine di compensare l’oggettiva mancanza di argomenti fondati da parte tua????????????????”
     
    Io non ho assolutamente cercato la tua mancanza di coerenza, tantomeno pretestuosamente: sei coerentissimo nel dire fesserie. I punti di domanda ci stanno perfettamente, visto che i miei argomenti non li affronti proprio.
     
    Ripeto: perché dovrei scandalizzarmi per un modello nero, quando tutti gli altri modelli Salewa (e non solo) non c’entrano palesemente per nulla con la montagna e le attività che vi si svolgono? Che differenza c’è?
    Perché tu ti stracci le vesti per un modello nero e non per la modella biondina con le unghie laccate e tutta truccata?
     
    E perché dovrei “fare appello affinché l’INTERA collettività alpinistica CRITICHI solo l’azienda” che usa un modello nero e non anche tutte le altre?
     
    E già che ci siamo, perché sarei un infelice ecc. ecc. se critico il CAI quando il CAI fa qualche stronzata, magari contraddicendo se’ stesso e il suo bidecalogo, come quasi sempre quando c’è di mezzo l’ambiente?

  93. @99 ma senti chi parla, il genio incompreso! Uno che, tempo fa e (ovviamente) in un’altra conversazione ha esplicitamente affermato che in Via Padova a Milano non ci siano assolutamente problemi di sicurezza causati dagli immigrati, per lo più clandestini (che, quasi quotidianamente, si accoltellano per strada, NdR-figuratevi per i nostro connazionali quanto sia piacevole vivere in un posto del genere) e che il famigerato “Kilometro della morte” di Viale Monza non esiste ed anzi è un’invenzione della destra per alimentare l’odio verso gli “altri”. Basta affacciarsi in entrambe le situazioni e, a occhio nudo, si capisce che sono ” situazioni infernali”: quindi sei in oggettiva malafede e come lo sei sul tema sicurezza delle citate vie milanesi, lo sei anche su questo caso di specie. Se invece non sei in male fede, cioè sei davvero convinto della fondatezza delle cazzate che spari, significa che non hai un’elevata intelligenza, diciamo così.

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