Giancarlo Gazzola, vicepresidente di Mountain Wilderness Italia, comunica la volontà di creare un Osservatorio con numerose associazioni per tenere sotto controllo i lavori in vista dei Giochi invernali del 2026: per il timore che dietro i proclami si nascondano nuovi scempi ambientali, come i collegamenti sciistici tra Cortina, Arabba e Alleghe. “C’è l’esperienza dei Mondiali: sono state ampliate le piste anche con l’esplosivo, è stata sbancata tutta la zona dell’arrivo abbattendo ettari di alberi e aumentando il pericolo di valanghe”.
Cortina: altro che impatto zero!
di Giuseppe Pietrobelli
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 13 aprile 2021)
“Vogliamo dar vita ad un Osservatorio sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, perché abbiamo visto quello che hanno fatto per i mondiali di sci di due mesi fa. E non possiamo permettere che si ripetano ancora promesse di interventi a impatto zero, mentre poi si sbancano le piste e la montagna”. Giancarlo Gazzola, vicepresidente di Mountain Wilderness Italia, svela il progetto che numerose associazioni ambientaliste stanno coltivando per tenere sotto controllo l’appuntamento che coinvolgerà Veneto, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Mancano ancora cinque anni, ma temono che con il miraggio olimpico si ripetano scempi ambientali. “Gli impianti, la pista da bob, gli sbancamenti… l’elenco è lungo”, continua Gazzola che mostra le foto di alcuni lavori eseguiti per i Mondiali. “E questo sarebbe stato l’impatto zero e niente cemento?”.
Nel Bellunese la Fondazione Dolomiti Unesco sta chiedendo alla Regione i veri progetti del carosello di impianti per collegare Cortina con Arabba e con Alleghe, attraverso l’incantato paesaggio delle Cinque Torri. In buona parte è un piano fantasma, anche se ne è stato anticipato un costo di una settantina di milioni, da suddividere a metà tra Regione Veneto e imprenditori dello sci invernale. E’ il bubbone principale che allarma gli ambientalisti. Un paio d’anni fa Luca Zaia si è sbilanciato annunciando una prima fase con il collegamento di Cortina alle Cinque Torri, che avrebbe dovuto essere pronto per i Mondiali. C’è poi la “fase 2”, in due parti. La prima: dalle Cinque Torri ad Arabba, passando per il Col di Lana, Passo Campolongo e l’Alta Badia, ma qui c’è la fiera opposizione di alcuni comuni, Livinallongo in testa. La seconda verso Alleghe, passando da Selva di Cadore, per sciare sotto la Civetta.
C’è l’esperienza dei Mondiali e ci sono davanti a noi le Olimpiadi. Nel primo caso sono state ampliate le piste anche con l’esplosivo, anzi ne sono state create di nuove ed è stata sbancata tutta la zona dell’arrivo, sotto le Tofane, abbattendo ettari di alberi e aumentando il pericolo di valanghe”, è la prima denuncia di Gazzola. “Poi hanno rifatto la strada che porta al Falzarego, innalzando muraglioni. Si dimentica che Cortina è un paese, le Olimpiadi saranno terribilmente impattanti, altro che sostenibili com’è scritto nel Masterplan”.
Mountain Wilderness ha preso posizione con alcuni commenti sull’esperienza iridata. Il presidente onorario Luigi Casanova scrive: “Mondiali disastrosi, Tofane cementificate. Hanno usato l’esplosivo per le piste Labirinti e Vertigine, hanno installato enormi bomboloni di gas contro le valanghe, hanno inserito salti impossibili e curvoni da Formula 1. Adesso ci attende una grande e lunga sfida, abbiamo bisogno del contributo di tutte le sensibilità e intelligenze per impedire i tre grandi collegamenti legati alle Olimpiadi, altrimenti lasceremmo ai nostri giovani in eredità le Dolomiti in alta quota definitivamente distrutte”. E conclude: “Bisogna costruire le necessarie alleanze, anche di profilo internazionale”.Ed ecco il primo incubo di Gazzola: “Vogliono realizzare un mostro, la pista da bob che costerà ben di più dei 50 milioni preventivati. Sarà usata per 15 giorni, dicono che diventerà un polo futuro per questo sport, senza dire che in Italia conta su una quindicina di atleti. Luca Zaia vuole riciclarla d’estate per farci andare i bambini in giostra”. In effetti il governatore leghista ha detto di recente: “Le gare si disputeranno come nelle olimpiadi del ’56 nella pista Eugenio Monti, un pezzo della nostra storia e un patrimonio che racconta i successi del passato. Merita di rinascere”. Replica di Legambiente: “Non ripetiamo gli errori di Torino 2006 dove la pista di bob da 110 milioni non è mai più stata utilizzata”. A Cortina non si annuncia una “ristrutturazione”, ma un rifacimento completo.
Gazzola guarda anche all’altro secondo scempio: “Ci dicono che i collegamenti sciistici tra comprensori serviranno all’ambiente, non è vero: serviranno solo a spendere soldi pubblici e a far guadagnare qualcuno. Ci prendono in giro dicendo che il pubblico utilizzerà materiali plastic free e che saranno impiegate auto elettriche…”. Per questo le associazioni vogliono coinvolgere anche le istituzioni in un osservatorio che controlli, denunciando sprechi ed abusi.
La Fondazione Dolomiti Unesco ha chiesto inutilmente alla Regione i progetti del “carosello” bianco. Adesso si muove anche la politica. “Non capiamo perché Zaia e l’assessore al turismo Federico Caner non vogliano tirare fuori le carte e ancor meno perché non le vogliano dare alla Fondazione, nel cui cda siede la stessa Regione. Mettersi contro l’Unesco sarebbe un errore gravissimo”, denuncia Giacomo Possamai, capogruppo del Pd a Venezia, che ha presentato un’interrogazione. Lo stesso hanno fatto i Verdi con la consigliera regionale Cristina Guarda: “È inammissibile che non si discuta di un progetto di privati finanziato al 50 per cento con soldi pubblici. E’ un’attività produttiva con limitati benefici per l’occupazione che aggredisce le Dolomiti con progetti invasivi e speculativi e non tiene conto dei cambiamenti climatici e della necessità di ripensare il turismo in modo ecosostenibile”.
La giunta veneta però tira dritto e non spiega. Nel Piano Regionale di Ripresa e Resilienza ha inserito opere per 639 milioni di euro legate alle Olimpiadi. Si tratta di 500 milioni per interventi alla rete stradale e ferroviaria, 48 milioni per fogne e rete idrica di Cortina, 91 milioni di euro per impianti sportivi. In questa voce ci sono i 50 milioni per la pista da bob e 32 milioni per il Villaggio Olimpico. Naturalmente il masterplan è pieno di nobili intenzioni: “Il progetto verte sulla sostenibilità ambientale… nell’ottica di un turismo sostenibile… con una mobilità a basso impatto che preservi territori unici, valorizzi aree naturalistiche e limiti il consumo di suolo…”.
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Avevo sentito dire a Cortina che la gestione del nuovo impianto che collega Socrepes a Bai de Dones non se la voleva prendere nessuno e questo la dice lunga sulla sua presunta utilità. Ad ogni buon conto, da qualche giorno è iniziata la sua costruzione, se non lo sapevate.
È tutto utile: messa in sicurezza, valorizzar💰💰💰
Ho verificato di persona che a Cortina, le Istituzioni che si occupano di territorio e organizzazione di eventi, confondono il termine “sostenibilità ” con “sostentabilità”. La differenza è così grande e sostanziale da spiegare gli effetti descritti nell’articolo.
Effetti che però sono visti con occhio un po’ ingenuo, perché non dovrebbe scandalizzare uno sbancamento fatto con l’esplosivo o l’allargamento di una stradina con sponda in cemento armato, bensì la loro utilità post olimpiadi in relazione al costo ambientale che richiedono. Le foto fatte con il terreno sottosopra mentre si costruisce il nuovo impianto di Col Druscè testimoniano dei lavori ma non la loro effettiva utilità.
Bel troiaio.
Bravo DOGE
La dicitura “impatto zero” è chiaramente subdola perché non si può fare nulla che rispetti tali condizioni e solitamente è utilizzata da chi ha qualcosa da nascondere. A me quando qualcuno mi dice che “non ci sono problemi “, inizio a preoccuparmi.
Senza cronometraggio al millesimo ( milionesino a quando?) di secondo sotto impresso nel riquadro , mettendo il tasto MUTE per non farsi assordare dai commenti tecnici irrefrenabili da ex atleta entomologo del gesto atletico, ( ocio allo sbuffo di neve, alla gambetta , al deratano troppo arretrato, ecco ecco , vai col rallenty..ha toccato con la mano lapista ..)..le gare di sci ( bob, pure sci di fondo in alcune versioni senza partenza in linea) sarebbero tutte uguali, tranne in caso di disastrose cadute.( in tal caso lacrime di coccodrillo e rallenty ripetuto del fatal errore e del lamento del Gallo Ferito, e quando arrivano ‘sti soccorsi, ecco l’elicottero.. ) Invece gli sponsor si contendono le riprese a suon di bigliettoni..e ,divanati , noi si guarda lo schermo.La cerimonia inaugurale e conclusiva poi..una gara a chi sballa di piu’ rispetto alla manifestazione di 4 anni prima. .A conferma che:”Siamo il prodotto di una politica/educazione avviata, coltivata, alimentata, valorizzata, celebrata in nome del progresso.”Se dopo pochi anni le strutture vanno a remengo anziche ‘ servire a nuove generazioni di sportivi e pure ai comuni cittadini..parla un Gran Manager.” .. ma non erano soldi pubblici, han pagato tutto gli sponsor “, ovvero usa e getta.
Siamo il prodotto di una politica/educazione avviata, coltivata, alimentata, valorizzata, celebrata in nome del progresso.
Il tessuto è liso, le pezze lo ricoprono ma lui cede nuovamente.
Non lo si vuole buttare.
Siamo in mano a una politica/educazione che senza incertezze, propone nuove pecette, senza indugio afferma che nuove regole sapranno gestire e prevenire gli inciampi e gli strappi del passato.
Nel culto degli esperti, competenti e specialisti, crediamo a quanto ci dicono.
Il potere di comunicazione a loro disposizione è come una tonnara: pochi sfuggono, gli altri si azzuffano. E gli esperti tirano su le reti e ci guadagnano.
Solo un crollo esiziale permette di pensare ad una rinascita in cui la dimensione umana sostituisca il perno della ruota che ci ha portati dove siamo. Un meccanismo tecnologico, unto a olio di denaro, e di buoni pensieri, privo di attriti a scapito di grandi rifiuti che si accumulano lontani dalla vista delle élite che lo abitano.
Sul cerchione degli ultimi, sempre in lotta fratricida per non cadere, sempre in rincorsa per stare al passo, sempre attenti per non scivolare via e perdersi nel buio del progresso.
Certi sport sono derivati da attivita’ naturali,poi sono stati esasperati, altri inventati di sana pianta . Se alcune attivita’ cronometrate ipertecnoligia dipendenti venissero eliminate , l’umanita’ dopo alcuni anni non ne sentirebbe alcuna mancanza.Quelli naturali invece potrebbero continuare anche senza impianti sofisticati.Unico effetto positivo una ristrutturazione della viabilita’, anche ora ci sono strettoie, rallentamenti in giorni di traffico intenso, assatanati che sorpassano incondizioni rischiose, frane che ricoprono la strada.Un giorno, colto da operazione nostalgia, ritornammo per antichi percorsi , quando ancora la Cavallera era obbligatoria: Perarolo..( con spaccio speck !)poi oltre una decisione improvvisa: deviazione per Castellavazzo paese..una scoperta architettonica ed etnica!