Cosa hanno fatto davvero Mussolini e il fascismo

Cosa hanno fatto davvero Mussolini e il fascismo
di Mirco Dondi
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 15 marzo 2019)

Spessore 1, Impegno 1, Disimpegno 2

Non è la prima volta che il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani richiama inopportunamente aspetti del passato. Il 10 febbraio a Basovizza ha lanciato il suo “w l’Istria italiana, w la Dalmazia italiana”. Forse gli è sfuggito che è stata l’Italia a invadere la Jugoslavia macchiandosi di crimini di guerra a Lubiana e nei Balcani.

Intervistato nel programma radiofonico La Zanzara ha affermato: “Mussolini? Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro Paese, poi le bonifiche. Non si può dire che non abbia realizzato nulla”.

Antonio Tajani

Il “fino a quando” e gli “a parte” non sono occasionali episodi di una stagione felice, ma inevitabili conseguenze della natura del regime fascista.

Intanto il fascismo, per conquistare il potere, scatena in Italia la guerra civile. La violenza squadrista – che lascia sul terreno migliaia di persone tra morti e feriti – diventa pratica politica, con l’appoggio di larga parte dello Stato liberale, monarca incluso. Già prima del 28 ottobre 1922 i fascisti detengono il controllo delle piazze. Gli oppositori, se manifestano, trovano gli squadristi armati pronti a fermarli. A molti deputati antifascisti viene dato il bando, ovvero non possono più tornare alle loro case e parlare nei loro collegi. I giornali contrari al fascismo – sia nazionali che locali – subiscono attacchi alle loro sedi. L’Avanti! viene più volte devastato. Altrettanto numerose sono le aggressioni ai giornalisti; le corrispondenze sulle violenze di piazza dettate al telefono avvengono spesso sotto la diretta minaccia degli squadristi presenti.

Giunto al potere, il fascismo chiude i giornali di opposizione. Il Corriere della Sera e La Stampa, che coraggiosamente nel 1924 accusano il governo fascista di complicità nell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, sono costretti a sostituire i loro storici direttori, Luigi Albertini e Alfredo Frassati, con figure gradite al regime.

Fra le “opere” del fascismo che nessun democratico dovrebbe mai dimenticare, c’è l’istituzione nel 1926 del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, un organo che giudica gli oppositori antifascisti trasformando un’idea in reato. Il Tribunale speciale diventa uno strumento di repressione nel quale i 5.619 imputati che vi incappano non dispongono di alcuna garanzia.

Ci sono poi le oltre 12mila persone sradicate dalle loro case e inviate in anguste sistemazioni al confino (qualcuno ha parlato di vacanza ma 177 reclusi, per lo più giovani, vi trovano la morte). Né vanno dimenticati i 160mila ammoniti, spesso sottoposti a vigilanza speciale. Un immenso apparato spionistico infligge la sua costante intimidazione. Lo zelo dei delatori si paga a poche lire. Un’ingiuria contro Mussolini costò al signor Giuseppe Piva nove mesi di detenzione.

Lo storico Mirco Dondi

Una parte delle figure di spicco dell’antifascismo sono state eliminate o sono morte in conseguenza delle violenze subite. È un destino che, oltre a Matteotti, investe il liberal democratico Giovanni Amendola, il giovane Piero Gobetti, i fratelli Carlo e Nello Rosselli – fondatori del Movimento di Giustizia e Libertà, fatti uccidere in Francia – mentre il comunista Antonio Gramsci viene lasciato morire in carcere. Non sono i soli a conoscere una fine cruenta: il parroco di Argenta don Giovanni Minzoni muore con il cranio sfondato da una bastonata, Romolo Tranquilli (fratello di Ignazio Silone) e Gastone Sozzi periscono sotto il peso delle torture.

Prima delle leggi razziali del 1938, il fascismo dispone pratiche da apartheid nelle colonie di Eritrea ed Etiopia, quest’ultima conquistata sterminando soldati e civili con il ricorso ai gas chimici banditi dalla comunità internazionale.

Antonio Tajani ha chiesto scusa, un passo indietro per rilegittimarsi, ma tralasciando la natura del fascismo ha offeso la memoria di chi ha avuto la vita distrutta dal fascismo. Com’è triste la politica che distorce le pagine peggiori della nostra storia per un pugno di voti.

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Cosa hanno fatto davvero Mussolini e il fascismo ultima modifica: 2019-06-03T04:26:00+02:00 da GognaBlog

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7 pensieri su “Cosa hanno fatto davvero Mussolini e il fascismo”

  1. Il fascismo e nato come speranza, si è rivelato una farsa ed è finito in una grande tragedia !!!

  2. Il cai sta ancora glorificando il K2 guidato dal Desio, il geologo che in Libia aveva trovato il petrolio, mentre il Mussolini faceva mettere le vigne e  allora la Libia è andata agli ingles…… scherzo sui fatti, ma son i fatti.
    Dai siamo italiani ! Pensiamo ancora a “Roma caput mundi” 🙂 
    Non siamo un poco ridicoli ?

  3. Non so se Tajani abbia simpatie monarchiche, ma certo la monarchia ha sempre avuto simpatie fasciste!

    INFATTI  !!

  4. E comunque i conti si fanno considerando tutti i fattori, altrimenti sono per definizione sbagliati. Il mondo è pieno di bravissime persone che un giorno ammazzano moglie e figli. Se fino a quel momento li hanno mantenuti ed erano pure pilastri della società, andavano a messa, salutavano sempre ed erano gentili con le vecchiette, sono forse meno colpevoli?
    Non so se Tajani abbia simpatie monarchiche, ma certo la monarchia ha sempre avuto simpatie fasciste!

  5. chi afferma che il DUCE è stato il più “grande statista” italiano forse non si rende conto che il DUCE ha portato l’ Italia prima ad una  guerra assurda, sensa senso e non conducibile,  legandosi ad un pazzo criminale  dello stampo di Hitler, condannando l’Italia alla  rovina.
     
    Un “grande statista” che ama il suo paese e il suo popolo non fa certo questo e non impone il suo pensiero agli altri, soprattutto con la violenza.

  6. Se la Repubblica Italiana è nata dichiarandosi poco dopo nella Costituzione come antifascista, significa che il fascismo non deve più esistere e ogni tentativo di riorganizzarlo (con nomi differenti) va denunciato e contrastato. E’ inutile dire cosa abbia fatto di buono il Duce quando allo stesso tempo si è macchiato di crimini e repressioni sociali inammissibili. E’ tale la gravità di queste ultime che le cose buone che Mussolini ha fatto ne vengono ovviamente offuscate. Quelle restano, non si negano, ma i tanti repressi, quando non soppressi perché avevano idee diverse sono certo che avrebbero preferito avere più paludi in Italia e meno violenza.Sono nipote e figlio (di nonno e zio) di antifascisti che durante la Resistenza si sono distinti per le loro azioni (mio padre a 14 anni era staffetta partigiana sui monti di Belluno) e quando erano ancora in vita ho voluto che, senza esasperazioni e con la massima imparzialità, raccontassero ai miei figli cosa succedeva in quei tempi. Senza metterci ideologie politiche o partitiche, ma solo raccontando certi fatti vissuti, perché credo nella memoria da tramandare al solo fine di sperare in un mondo migliore. Se tutto ciò è storia imparziale, io la chiamo educazione. 

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