Dentro il lockdown
(non dimenticherò mai il mio deserto)
di Roberta Trucco
(pubblicato su periscopionline.it il 23 agosto 2023)
Sono madre di 4 figli. Quando dichiararono il primo lockdown, 10 marzo 2020, e la paura diventò la protagonista di ogni notizia, tentai di filtrare le informazioni, di fare in modo che il terrore non trovasse spazio tra le nostre quattro mura. Sapevo, come molti sanno grazie a un sapere ancestrale che è passato di generazione in generazione, quanto l’ansia e la preoccupazione possano abbassare le difese immunitarie e creare disagi psichici, se prolungate in una situazione di emergenza illimitato.
Da un giorno all’altro venne negato ogni libero spostamento, da un giorno all’altro “l’altro“ divenne un possibile pericolo.
Il nemico era invisibile e poteva albergare ovunque e, se ci avesse aggredito, non ci sarebbe stato scampo. Diventare paranoici era più che plausibile. Spensi la televisione! Una narrazione che più procedeva più mi vedeva contraria perché da subito mi sembrò suggerire regole antiumane.
La cura è fatta di relazione, di calore, di presenza ( quante notti passate vicino al letto dei figli e dei nostri vecchi malati). Ma la narrazione parlava solo di isolamento, di distanziamento, di pericolo ovunque e in chiunque. Anche le parole tutte guerresche urtavano le mie viscere e iniziarono a insospettirmi.
Certo il virus c’era e certamente era pericoloso, ma perché non si spendeva una parola sul sano vivere, sul sano mangiare, sul rispetto reciproco, sull’amore reciproco proprio in un momento così duro e preoccupante?
Perché non una parola di incoraggiamento per i piccoli e i giovani che comunque, da subito si capì, che non correvano un grande pericolo?
Solo parole come guerra al virus, nemico, immagini di carri armati che portavano via le bare e i giovani chiamati al fronte della responsabilità di salvare vite umane, quelle dei più vecchi, rischiando la loro stessa salute.
Quando giunse poi il famigerato vaccino e lessi che era stato approvato in via emergenziale, che i brevetti erano secretati e che i profitti erano privati il mio no fu netto. In principio fu un no politico.
Come si poteva dire che il vaccino era la soluzione alla pandemia globale se non si metteva in condizione tutto il mondo di farlo, i paesi di produrselo a prezzi ragionevoli, senza la rincorsa al profitto per lo più di 4 multinazionali?
Premetto che sono una attivista e da anni mi batto per l’abolizione della pratica della maternità surrogata, pratica che taglia definitivamente il cordone ombelicale con quel sapere ancestrale, un sapere dei corpi, intesi come corpi intelligenti, e non pure macchine a cui cambiare un pezzo per renderli sempre più omologati e perfetti, e certamente questo mio sguardo acuì la mia critica.
Era evidente che con il vaccino si apriva al mercato dei corpi, non solo più quello delle donne e dei bambini, ma a tutti i corpi viventi. Mi bastò porre delle domande su questi farmaci sperimentali per vedermi assegnata la etichetta di NO VAX. Non conoscevo i no vax ma andai un po’ a studiare e più cercavo di capire quel mondo più mi diventò chiaro che la loro battaglia, di cui mai mi ero occupata, aveva comunque a che vedere con i corpi e la legittima autodeterminazione che ogni individuo deve potere esercitare sul proprio, esattamente come nelle battaglie di noi femministe.
I più si definivano FREE VAX e contestavano, anche loro, il mercato dei corpi che la eccessiva medicalizzazione delle nostre società occidentali liberalizzava sfrontatamente sempre di più.
Insomma il mio no si radicò dentro di me con sempre maggiore forza. A questi studi poi si aggiunsero le notizie più tecniche su come era stato sviluppato il vaccino. Poco o nulla si sapeva sugli effetti a medio lungo termine. Università americane suggerivano ai propri studenti di congelare sperma e ovuli prima della inoculazione. Inutile dire che questo aggiunse al mio sentire intuitivo la convinzione che la medicalizzazione della società e la eccessiva medicalizzazione della maternità (oggi essere incinte è una patologia e non più una realtà fisiologica), su cui studiavo da tempo, si intrecciava con la pandemia.
È da qui che sono partita per tentare di convincere i miei figli a sottrarsi alla narrazione del vaccino per “il bene comune”.
E’ stata dura, durissima, cercare di informarli senza allarmarli troppo né in una direzione né nell’altra.
Ho tre figli grandi 27, 25 e 21 e una di 10 anni. I grandi dunque dovevano scegliere in autonomia. Solo una figlia ha scelto di vaccinarsi a fine novembre 2021 perché, sotto la pressione del lavoro appena trovato, non reggeva lo stigma sociale. Il primogenito, giocatore professionista di rugby, è riuscito, con enormi fatiche e subendo molte discriminazioni, a sottrarsi all’obbligo vaccinale e anche la terza figlia, per sua fortuna in Erasmus in Spagna, dove la realtà del green pass non ha mai raggiunto i livelli dell’Italia, ci è riuscita.
Tra dicembre 2021 e febbraio 2022 abbiamo tutti (in momenti diversi) contratto il Covid, compresa la vaccinata, con la ricompensa a tempo di vederci reintegrati nella società sia da un punto di vista morale che burocratico.
Non dimenticherò però cosa abbiamo passato, non dimenticherò la responsabilità di chi ci ha discriminato, fatto sentire dei sorci, degli scarti della società e ha chiuso possibilità ai nostri giovani a causa di un vaccino di cui oggi si sa che i rischi superano i benefici e che non garantiscono nulla, tanto meno la riduzione del contagio. Il Green pass e ancora di più il super green pass è un obbrobrio giuridico e un insulto alla dignità di ogni cittadino.
La mia lotta al transumanesimo e al suo paradigma antiumano, di cui la tessera verde e l’obbligo surrettizio vaccinale, sono i primi mattoni per imporsi al mondo, sarà sempre più decisa e determinata e non finisce qui!
C’è molto da fare, continuare ad informare e a svelare come la narrazione del corpo macchina, perfettibile con l’intelligenza artificiale, con la medicina da remoto, con l’identità digitale, con l’eugenetica praticata proprio attraverso la maternità surrogata, altro non sia che il sogno onnipotente di pochi uomini che si sostituiscono alla forza creatrice della natura o di Dio, depotenziando l’enorme potere divino che alberga in ognuno di noi.
Roberta Trucco
Classe 1966, genovese doc (nel senso di cittadina innamorata della sua città), femminista atipica, felicemente sposata e madre di quattro figli. Laureata in lettere e filosofia con una tesi in teatro e spettacolo. Da sempre ritengo che il lavoro di cura non si limiti all’ambito domestico, ma debba investire il discorso politico sulla città. Per questo sono impegnata in un percorso di ricerca personale e d’impegno civico, in particolare sui contributi delle donne e sui diritti di cittadinanza dei bambini. Amo l’arte, il cinema, il teatro e ogni tipo di lettura. Da alcuni anni dipingo con passione, totalmente autodidatta. Credente, definita dentro la comunità una simpatica eretica, e convinta “che niente succede per caso.” Nel 2015 Ho scritto la prefazione del libro La teologia femminista nella storia di Teresa Forcades. Ho scritto la prefazione del libro L’uomo creatore di Angela Volpini (2016). Ho curato e scritto la prefazione al libro Siamo tutti diversi di Teresa Forcades (2016). Ho scritto la prefazione del libro Nel Ventre di un’altra di Laura Corradi (2017). Nel 2019 è uscito per Marlin Editore il mio primo romanzo Il mio nome è Maria Maddalena che tratta lo spinoso tema della maternità surrogata e dell’ambiente.
Micheli. Grazie per risposta. Io frequento ospedali con una certa periodicità per miei guai dj salute del tutto indipendenti dal Covid. Lu frequento da ben prima degli anni Covid e ora nnoto che l’umore del.perso alle e’ schizzato, le liste d’attesa allungate, il personale ridotto, ecc… insomma il servizio e il senso di protezione chd ti dovrebbe dare un ospedale sensibilmente rarefatti. Al TG regionale piemontese qualche gg fa ho sentito che a Novara o Vercelli jn ospedale ha chiuso il reparto di neurologia per… mancanza di neurologi. Ora la neurologia non c’entra con i reparti anti Covid, ma se tanto mi da tanto… Ripeto, non sono un medico né un dirigente sanitario, parlo solo per impressione, ma sono un attento osservatore di tutto ciò che mi capira intorno e la mia sensazione è che gli ospedali siano più “fragili” di prima del Covid . Incrociamo le dita d speriamo un bene
@91
Discorso con spunti interessanti, Cominetti. Specialmente l’accenno al “divisionismo tra buoni e cattivi” (non un’esclusiva di questo argomento).
Ci sono alcune cose, però, che penso vadano precisate (a costo di essere accusato di “fissarmi sul pelo e non vedere il cane bello grosso che ci sta sotto ” 🙂 ).
“da conservarsi a meno 40 ma anche a temperatura ambiente (!)”
Intanto erano -80 (per quelli a mRNA), e poi va portato a temperatura ambiente per poterlo iniettare (altrimenti al posto della siringa andava usata la sparachiodi, e allora poi vedi l’esitanza…).
Dopodiché non può più essere conservato, ma va usato (e anche piuttosto in fretta).
“che si poteva miscelare tra marche diverse”
No, e nel modo più assoluto. Anzi, non si poteva miscelare nemmeno fra fialette diverse dello stesso lotto.
Forse ti confondi con la c.d. “vaccinazione eterologa”, che è un’altra cosa.
“è sperimentale ancora oggi”
Questo è il punto più interessante, presente anche nell’articolo, stante l’accezione negativa (almeno così io la percepisco) con cui si fa uso del termine sperimentale (a volte associato a siero e genico).
Eppure è quasi un’ovvietà, in questo contesto.
Nel senso che qualunque farmaco che possa definirsi tale E’ sperimentale (cioè basato sull’esperienza), e lo rimane per tutta la durata della sua commercializzazione. E ci mancherebbe, sarebbe preoccupante se non lo fosse.
(Pensandoci, l’intera medicina può essere considerata “sperimentale ancora oggi“. Almeno, quella che funziona. O ci prova…).
P.S. Sorvolo sulla dichiarazione mendace, e, fossi in te, eviterei di farne ulteriore cenno.
#97 Crovella, ti dico la mia, pur non occupandomi di politica sanitaria.
La sanità pubblica, sia ospedaliera sia territoriale, sta presentando da oltre due decenni (in concomitanza con i primi governi Berlusconi) una flessione nella qualità -non tanto quella erogata che è ancora altissima, ma quella percepita- del servizio offerto, a tutto vantaggio della sanità privata, che non è per nulla interessata alla gestione delle emergenzialità.
In caso di un futuro evento pandemico, credo che i sistemi informatizzati di prevenzione e controllo possano funzionare meglio rispetto all’epoca Covid. Allo stesso tempo però, con la crescente sfiducia verso il SSN da un lato e la mancanza di alternative dall’altro, qualsiasi governo andrà estremamente cauto nel proporre misure coercitive di qualunque tipo ai cittadini, quando anche queste si dimostrassero potenzialmente più utili o necessarie di quelle a suo tempo adottate col Covid.
#96 Matteo. Mi riferivo al rapporto rischio/beneficio come incidenza assoluta di eventi, non in rapporto alle fasce di età.
#93 Balsamo. Sì, per molti è una questione di percezione, e l’esitanza vaccinale è fatto ben noto. Come medici però, pur tenendo conto delle percezioni dei pazienti, non possiamo esimerci dal prendere posizione a favore di una strategia terapeutica che sappiamo essere idonea, quale che sia l’esitanza di chi abbiamo di fronte. Se a una signora con TIA e fibrillazione atriale dicessi “cara signora, le dovrei prescrivere un anticoagulante ma comprendo bene la sua esitazione e dunque non glielo prescrivo”, verrei immediatamente (e con ragione) radiato dal mio ordine professionale.
Balsamo e Migueli, che mi sembrate medici e penso anche ospedalieri.
Una domanda: possiamo considerare il nostro odierno sistema ospedaliero più fragile rispetto al gennaio 2020?Negli ultimi anni: molte dimissioni e, purtroppo, anche molti decessi fra il personale, molto stress nei reparti, nervosismo alle stelle che io vedo tutt’oggi ecc. Il tutto che rende meno robusto ed efficacie il sistema di difesa (in particolare quello ospedaliero, ma in generale quello sanitario).
Di conseguenza, possiamo affermare che, oggi, affronteremmo una nuova eventuale “guerra sanitaria” (leggi: nuova pandemia da patogeno sconosciuto) con un esercito (=sistema ospedaliero/sanitario) più debole di quello del 2020?
Possiamo concludere quindi, che (a prescindere dalle fisime sui dati e contro-dati) oggi come oggi, sulla base della costatazione che il nostro esercito sanitario è più debole del 2020 (cioè all’inizio del Covid), le scelte governativa (di QUALSIASI governo in carica) dovrebbe essere ancora più prudenziali (leggi: più stringenti) di quelle del periodo Covid?
Io, che NON sono un medico, penso di sì. Il buon senso indirizza verso questa conclusione. Ergo è inutile, oggi, continuare (da parte della solita frangia di indisciplinati) a fare elaborazioni su cosa sarebbe stato se… o cosa hanno fatto gli altri o cosa si sarebbe dovuto fare…
Non trovate?
Caro Antonio, quello che dici è giusto tranne la frase “I dati sono totalmente a favore dell’efficacia.” che è assolutamente vera per le categorie a rischio, decisamente un po’ meno per un quarantenne e direi falsa per un diciasettenne che non ha mai rischiato nulla.
Questo al tempo del II lock-down era già noto e ancora di più quando sono poi iniziate le vaccinazioni di massa. A questo mi riferivo prima.
Quanto al contagiarsi all’aperto (anche in città), è sempre stato chiaro che può avvenire solo se uno ti sputa in faccia e ha pure una buona mira.
Ma i fautori del controllo sociale, chi ritiene che gli italiani siano tutti “furbetti”, quelli che ritengono che chiunque osi chiedere ragione o peggio contestare le Autorità Preposte debbano essere controllati con mano di ferro, quelli per cui esiste solo surveiller et punir, insomma, hanno preso forza da questo tipo di gestione e continuano ad avvelenare l’aria.
@94
Ti ricordo che, per tutti gli altri farmaci, è bastato molto meno di quello che è successo a seguito della vaccinazione, per giustificarne la sospensione della somministrazione e il ritiro.
Verissimo, ma erano a seguito di segnalazioni di singoli casi in contesti nemmeno paragonabili a quelli di un’emergenza pandemica.
@Antonio
Bravo
Ti ricordo che, per tutti gli altri farmaci, è bastato molto meno di quello che è successo a seguito della vaccinazione, per giustificarne la sospensione della somministrazione e il ritiro.
@87
“non mettere sullo stesso piano i benefici ottenuti dalla vaccinazione e gli effetti collaterali”
Migheli, credo che sia essenzialmente una questione di percezione, e la questione non è tutta sul piano razionale, altrimenti non ci sarebbe discussione.
E ciascuno di noi, dentro di sé, attribuisce pesi diversi agli elementi in gioco a seconda del proprio vissuto, delle competenze, dell’informazione chericeve (e che ritiene affidabile), dei pregiudizi…
Inoltre, in giro c’è anche parecchia disinformazione (e chi, su questa, ci campa).
Infine, l’esigenza di assumere un farmaco a fini preventivi (quando si è sani), non è una cosa ben compresa da tutti.
Comunque, sul fenomeno dell’esitazione vaccinale, che non è certo nato con la Covid, sono stati scritti fior di testi.
@88
“al tempo della seconda la situazione e la conoscenza era completamente diversa”
Sarebbe meglio contestualizzare il tuo completamente, ma, comunque, nella c.d. “fase 2” molte restrizioni sono state allentate. E non era solo una questione di “conoscenza” ma di livello di pressione sul sistema sanitario.
“si, certo, gli epidemiologi”
Matteo, se come argomento mi tiri fuori gli slogan televisivi, cosa vuoi che ti dica: resta della tua idea e cerca solo conferme della medesima.
La constatazione che, a distanza di anni, si facciano ancora le stesse discussioni, con le stesse argomentazioni e le stesse storture di allora (come se nulla fosse…), io la vedo come conferma del fatto che la popolazione italiana ha una percentuale strutturale di “furbetti” (di “schegge impazzite”, se preferite) che si ripresenterà sempre e quindi anche in una eventuale nuova situazione di emergenza. La situazione di futura emergenza potrebbe essere una nuova pandemia, imputabile ad un agente patogeno sconosciuto, ma potrebbe essere anche di altra natura: una guerra, magari vicinissima a noi o anche dentro al nostro territorio nazionale, oppure rivolte e sommosse, atti di terrorismo, eventi drammatici di natura ambientale a livello nazionale (inondazioni, terremoti, ec):Ebbene, io continuo ad esser convinto che chiunque si troverà a governare l’Italia in una situazione di “emergenza” reagirà nello stesso modo in cui si è agito nel periodo 2020-22: nel dubbio, “chiudo di più che di meno”, così cerco di bloccare quante più schegge impazzite possibili. A questa logica non c’è altra considerazione che tenga, né sul piano scientifico, né su quello giuridico, né su quello politico.
A parte la puttanata delle metastasi che chiuderei qui e bon così, mi sembra che, sul tema dei comportamenti individuali durante l’era covid, si tende sempre a ragionare per schemi rigidi e non con il buonsenso.
Ovvio che leggi e decreti ai quali siamo stati sottoposti erano schemi rigidi, perché è così, ma nell’individualistico vorrei riportare mie esperienze personali affinché questo divisionismo tra buoni e cattivi, almeno qui nel gognablog, finisca. Anche se so già che sarà cosa vana, ma magari mi sbaglio.
Allo scoccare del primo lockdown nel marzo 2020 avevo mio padre ricoverato in ospedale a Genova (io vivo nelle Dolomiti a ca 550 km di distanza) per un’emorragia cerebrale e di covid si parlava abbastanza confusamente fino a quando scattarono le restrizioni che tutti conosciamo.
Mi sono visto costretto a recarmi in ospedale scavalcando muri e arrampicandomi per scale di servizio con porte d’emergenza chiuse. Sapevo che mio padre sarebbe morto nel giro di pochi giorni e non volevo, per nessuna ragione al mondo, che lo facesse da solo. Nell’insennatezza apparente del mio gesto (ero ovviamente pronto ad assumermi ogni responsabilità penale per il mio agire) io sentivo di agire nel bene. Anche nel bene di una società ultimamente un tantino priva di nerbo e lasciva nei confronti di ogni cosa, giusta o sbagliata che sia, che non amo ma che ho sempre rispettato. Mi trovavo in coda dal tabaccaio dove fumatori facevano i loro acquisti e dove c’era chi si provava allo specchio la mascherina del colore che più gli aggradava. La società era anche questo e io, che perlopiù vivo relegato nel luogo dove risiedo, in cui a volte non vedo i miei vicini per mesi, cercavo di evitare il più possibile ogni tipo di contatto con altre persone.
Le informazioni erano molto confuse e si credeva che più si chiudeva meglio era. Ma quei poveri governanti (ci metto Conte ma pure Draghi), oltre ad avere le idee confuse come chiunque, avevano pure la pressione di dover rendere conto a un paese del loro operato. Un gran casino, insomma.
Avevo conoscenti che organizzavano feste clandestine per sentirsi liberi ma non ci sono mai andato. Così oltre che a sentirmi definire novax, sorcio irresponsabile, egoista, untore e cose simili, perché non mi sono mai vaccinato, mi sentivo dare dell’asociale. Sono stati momenti di grande confusione in tutti i sensi et voilà, arriva il vaccino salvatore. Un vaccino multimarche e con sottomarche pure, da conservarsi a meno 40 ma anche a temperatura ambiente (!), che si poteva miscelare tra marche diverse -ricorderete i famosi cocktail- e cose così.
A parte che mi ero già detto che non mi sarei vaccinato per nessuna ragione al mondo ancora prima che il vaccino apparisse, perché vedo poche persone, non prendo mai farmaci e credo nella capacità del corpo di combattere, entro certi limiti, virus e altri malanni e pure di rafforzarsi attraverso loro, quando il vaccino arrivò avevo già preso la mia decisione. Oltretutto la confusione che regnava mi ricordava quando certe persone ti vogliono rassicurare, anche quando non serve, e ti dicono la fatidica frase: NON C’È PROBLEMA. Ecco, io lì vado automaticamente in modalità protezione, ma all’arrivo del vaccino anti covid ero già pronto a evitarlo. Mi sembrava da incoscienti farselo.
Il vaccino mi faceva paura, mentre il covid no. Comunicavo con amici e familiari in diverse zone del pianeta e sentivo che le misure prese dai vari stati cambiavano in funzionecdello stato e della sua condizione economica. Insomma, stavo bene così.
Mio padre se ne andò e io tornai nel mio eremo dove non succedeva assolutamente niente. La primavera del 2020 era bellissima e, dovendo stare a casa, con mio figlio maggiore facemmo tanta legna da averne ancora e lunghe camminate nel bosco, giri in bici in zone fuori mano e deserte…
Dalle città arrivavano notizie tremende e mi dispiaceva per chi ci viveva. Periodicamente andavo a trovare mia madre con la classica autocertificazione. Tutto normale. Non lavoravo, mi riposavo. Fare la guida alpina non stanca fisicamente ma mentalmente si. Recuperato quasi 40 anni ininterrotti di pressione. Benissimo.
Poi arrivò l’estate e il virus se ne andò in vacanza pure lui, non so dove, ma io ci stavo attento come d’inverno, anche se vedevo che l’avvicinarsi del ferragosto eccitava tutti gli italiani, politici compresi (soprattutto) e l’andazzo alla “ne riparliamo dopo le vacanze” ricadeva in quello stesso calderone che vedeva bell’e pronto un cambio di governo e addirittura un generale degli alpini a stanare chi si opponeva all’inoculazione sperimentale. Che è sperimentale ancora oggi, ma questo è un altro discorso.
Questo per dire che l’impressione che ognuno ha avuto sulla situazione è stata molto diversa e ognuna non deve né giudicare né condannare tutte le altre. A parte casi di idiozia conclamata come chi guidava da solo in auto indossando la mascherina e similia, ognuno ha vissuto la cosa a modo suo.
Poi arrivò il ricatto del “se non ti vaccini non lavori” che era una vera bastardata. Anche chi ne è stato fautore non dovrebbe dimenticarlo mai!
A me ha aperto gli occhi su una cosa che meritavo da anni, ovvero il servirmi degli impianti meccanici di risalita per sciare in pista e fuoripista come professionista. Senza grinpas non potevo prendere gli impianti ma andare con le pelli si, e l’occasione per non prenderli più è stata di quelle d’oro! Scio da quando avevo due anni e di curve ne ho fatte abbastanza per esserne soddisfatto. Tra l’altro i freeriders iniziavano a starmi sulle palle per il loro approccio superficiale, quindi basta fuoripista. Scialpinismo e basta.
Ai clienti che me lo chiedevano dicevo che ero vaccinato per tagliare corto e tenerci il fiato per salire e scendere. Sciare in discesa mi piace ancora molto e semmai mi alleno per fare piu salita e di conseguenza più discese che fa pure bene alla salute.
I casi di disobbedienza civile si sono resi necessari per non farsi annullare la dignità e perché non si viveva tutti nella stessa condizione geografica, demografica e sociale.
Ora che si sanno più cose di prima, ognuno tragga le sue conclusioni. Personalmente, mi sarà andata di culo, ma rifarei esattamente nello stesso modo.
E ne avrei da dire…
@82 Claudio
D’accordo con te su tutto, e rispetto la tua scelta. riguardo l’informazione ufficiale, e le scelte ufficiali del governo, io non credo ci sia stata malafede: solo tanto, tanto pressappochismo, e volontà di pararsi il c**o, ma senza considerare la contropartita.
Questo, dal mio punto di vista, ha aperto gli occhi. Cerco di guardare tutte le facce dell’informazione… vedi anche i recenti conflitti armati… ma questo è un altro discorso
La medicina a differenza dei numeri non da certezze perché ha a che fare con l’uomo ricco di varietà e comportamenti, ancor più in una fase emergenziale con una sanità distrutta da 20 anni di privatizzazioni.
Anche i numeri, poi, non sempre son affidabili chi li interpreta altrimenti non si spiegano crolli e mancate previsioni.
Ho trovato coerente il comportamento e le decisioni del Ministro Speranza.
Non vorrei mai affrontare la prossima pandemia con l’attuale Ministro.
“Ma in una simile fase emergenziale…”
Potrei accettare la cosa solo per il primo lock-down, al tempo della seconda la situazione e la conoscenza era completamente diversa.
“potresti chiedere a un epidemiologo. Dubito però che ti darà certezze”
si, certo, gli epidemiologi.
Quelli che prima “state tranquilli”, poi “le mascherine per strada”, “le mascherine egoiste e quelle altruiste”, “ma quando arriverà il vaccino”, “chi non si vaccina muore”, “occorre vaccinare il 75% della popolazione”, “no anzi l’85%”, “il vaccino non serve a salvare la vita, ma a diminuire gli effetti secondari” e qui mi fermo perché mi viene la depressione…
Non do patenti di sorcio, furbetto, metastasi a nessuno. A posteriori, probabilmente limitare la vaccinazione ai malati, agli anziani e ai sanitari sarebbe stata la opzione più saggia. Credo anche che estendere la vaccinazione a tutte le fasce di età non sia stata primariamente una manovra pilotata da interessi commerciali, ma sia stata una scelta (NB di tutti i Paesi del mondo, a prescindere dai governi/regimi) dettata dalla non conoscenza della patologia e di conseguenza dal rischio di un prezzo troppo alto da pagare in termini di decessi (e di conseguente impopolarità, vediamo sempre le situazioni anche dal punto di vista di chi governa).
Ciò premesso, per amore della verità scientifica vi chiedo ancora una volta di non mettere sullo stesso piano i benefici ottenuti dalla vaccinazione e gli effetti collaterali. I dati ci sono, quelli nazionali li potete scaricare dal sito dell’ISS. Per noi medici e ricercatori, è abbastanza avvilente continuare a leggere -da parte di non addetti ai lavori- queste interminabili diatribe su efficacia/danno del vaccino. I dati sono totalmente a favore dell’efficacia.
Grazie.
@82
“Balsamo […] Sei d’accordo?”
In parte, per due ragioni.
Primo, in questo contesto non ritengo statisticamente molto significativi i confronti fra Paesi diversi.
Secondo, ritengo non del tutto corretto usare i decessi per valutare l’efficacia di un lockdown.
@74
Più chiaro, grazie (nonostante il bisticcio divieto/consentito 🙂 ).
Come detto: meno contatti, meno contagi, meno T.I. occupate. Scopo: diluire il fenomeno nel tempo. Poi, 50, 100 o 200 metri, poco rileva, mi pare: il messaggio era (o avrebbe dovuto essere) chiaro.
Tuttavia, se ritieni criticabile applicare regole generali restrittive a qualunque tipo di contesto, dalle città alle case accanto al bosco, e il paternalismo che siffatti provvedimenti sottendono, posso anche essere d’accordo.
Potrei pure trovare di poco senso, ad esempio, impedire a me, che vado in montagna quasi sempre in solitaria, di saltare in macchina, farmi un giro in Dolomiti (o altrove) e tornare a casa senza aver incrociato nessuno.
Ma in una simile fase emergenziale, da chi in quel momento ha il dovere di governare, ti aspetteresti qualcosa che tenga conto di mille diversi contesti ed eccezioni, o invece che valga erga omnes e prescinda dai buoni comportamenti del singolo (restando nei limiti costituzionali, ovviamente) ?
@83
“Con una aggiunta […]”
Se non hai già deciso che la tua risposta sia la verità, potresti chiedere a un epidemiologo. Dubito però che ti darà certezze (se queste sono quello che cerchi).
Michele, non ho usato imporre a caso, perché invece sarei stato favorevole a una imposizione ex-lege limitata alle categorie a rischio, con tutte le assicurazioni e le assunzioni di responsabilità del caso.
Ciao Matteo, chiaro che non mi scoccia la tua risposta. E certo, il dubbio è venuto anche a me. Dico solo due cose: primo, che non c’è una nazione dove solo gli ultra sessantenni sono stati vaccinati, per cui è difficile sapere come sarebbe andata in quel caso. Secondo, ti faccio notare che hai usato il termine “imporre”: anche per gli ultra sessantenni, io non sarei favorevole a nessuna forma di imposizione.
“Balsamo: per come lo leggo io, l’articolo di Wired dice che non c’è modo di stabilire se la “durezza” dei vari lockdown sia stata direttamente proporzionale al contenimento dell’epidemia nei suoi risvolti più gravi. Mentre sembra più chiara l’efficacia delle campagna vaccinali: basta vedere i numeri di certi paesi dell’Est Europa dove hanno prevalso la disinformazione e la superstizione. Sei d’accordo?”
Se non ti scoccia rispondo io prima di Giuseppe.
Si, sono d’accordo.
Con una aggiunta: siamo sicuri che non si avrebbero avuti risultati simili imponendo la vaccinazione solo dai 60 in su?
E tutto questo mi fa inc***are ancora di più, per tutta la manfrina che abbiamo subito, per l’inutile dispendio economico (diretto e indiretto) e per le conseguenze sociali e politiche
Parmeggiani: mio figlio, all’epoca quindicenne, chiese di vaccinarsi perché fa gare di sci e senza il lasciapassare non avrebbe potuto prendere gli impianti di risalita. Io e mia moglie malvolentieri acconsentimmo. Io sono vaccinato e l’ho fatto convintamente. Uguale mia moglie. Abbiamo anche un figlio piccolo per il quale mai e poi mai avremmo preso in considerazione il vaccino anti covid.
Io la campagna vaccinale l’ho vista come una via d’uscita dalla commedia di assurdità messe in fila dal governo italiano, ed anche una maniera per proteggere gli anziani. Comunque, ho fatto che mi fidavo, fatalisticamente.
Non mi preoccupavano gli effetti a lungo termine, però senz’altro sulle possibili conseguenze nell’immediato la comunicazione, da parte degli organi preposti, è stata pessima, e ti faceva venire un sacco di dubbi. Questo per dire che rispetto la tua scelta e la tua prudenza, che ritengo comprensibili. So benissimo che non sei un no-vax e che non sei un furbetto. L’unica cosa che ti contesto, leggendoti molto spesso in questo forum, è la tendenza a prendere l’informazione ufficiale con troppo pregiudizio. Non è tutto falso e non c’è sempre un interesse dietro. Giusto essere guardinghi, ma almeno altrettanto lo si deve essere nei confronti della informazione non ufficiale. Questo, almeno, secondo me.
Balsamo: per come lo leggo io, l’articolo di Wired dice che non c’è modo di stabilire se la “durezza” dei vari lockdown sia stata direttamente proporzionale al contenimento dell’epidemia nei suoi risvolti più gravi. Mentre sembra più chiara l’efficacia delle campagna vaccinali: basta vedere i numeri di certi paesi dell’Est Europa dove hanno prevalso la disinformazione e la superstizione. Sei d’accordo?
Proprio non vuoi ammettere di aver scritto una str***ata.
E quelli che pretenderebbero che i figli potessero andare a scuola senza rischiare conseguenze a lungo termine, cosa sono?
Infatti la rovina di questo paese è colpa dei no-vax.
Le frane, le alluvioni, la corruzione, l’evasione, la mafia, i ponti che crollano, la violenza sulle donne, le morti sul lavoro, ect. Tutta colpa dei No-VAX.
Sento stridore di dita sugli specchi…
Proprio non volete ammettere di aver frainteso. Ho scritto dei furbetti dopo un punto che per convenzione chiude una frase. Comunque se proprio volete polemizzare, ritengo furbetto, e quindi cancerogeno, un no- vax che esibisce un falso green pass per sedere al ristorante.
@73 – Matteo
Appunto… Hai anticipato la mia risposta 🙂
@72 Carlo
No, non sono io. Forse un altro frequentatore del blog.
Fortunatamente non ho avuto nessun problema al cuore.
Non saprei dirti se, con una esperienza del genere, avrei modificato il mio comportamento in merito alla vaccinazione per me stesso.
Posso però dire senza nessun dubbio che lo avrei tenuto ugualmente per i miei figli
@Carlo
Io non ho interpretato un bel niente… Qui stai associano “furbetti” ai “novax”… a meno che per “novax” non intendi chi non si è vaccinano ma qualcun altro..
@68 – Balsamo
Tento con altre parole: il fatto che il divieto di attività all’aperto fosse consentito solo nell’ambito di – diciamo – 100 mt dal’abitazione, era giustificabile? Aveva un senso logico o sanitario?
“Non ho mai inteso fare dei no- vax dei furbetti.”
Nono, certo che no…quello che hai scritto al #61 voleva dire proprio il contrario!
Carlo, prima di premere “invia commento”, fai un respiro profondo e rileggi con calma.
E poi cancella.
Sign. Parmeggiani se posso ancora profittare di Lei. Mi par di aver capito Lei abbia subito un importante intervento al cuore. Anche il mio di cuore, ormai 15 annu fa, è passato per il comodino. Non ritiene che ” noi” si sia a più a rischio se contraessimo il Covid ??????
Mafiosi, corrotti, corruttori, evasori, ladri, ect.
Fabio hai voglia te di sorci e metastasi e non li ha portati il covid.
@67
Almeno Lei non travisi il mio scritto. Non ho mai inteso fare dei no- vax dei furbetti.
La ringrazio della risposta e rispetto la sua scelta anche se io, proprio per proteggere la mia di famiglia, ho fatto la scelta opposta.
Sorci, metastasi, ect., Fabio, per me chi fa queste affermazione può anche andare affanculo.
@58
Regattin, no non lo sapevo.
Interessante. Fedriga più realista del re 🙂
@60
Parmeggiani, non ho capito la domanda.
“dà un senso” in che senso ? (Perdona il gioco di parole).
@Carlo
Io non mi ritengo un furbetto. Ritengo di avere protetto la mia famiglia da una norma che metteva a rischio la sua incolumità.
Hai mai sentito parlare del giuramento di Ippocrate che devono fare i medici? Ebbene, avere contribuito alla vaccinazione dei ragazzi che hanno perso la vita, senza che il farmaco in questione sia stato adeguatamente testato, lo ritengo una violazione a questo giuramento.
Per parlare del caso più famoso ed eclatante, hai sentito parlare di Camilla Canepa? Pensi che sia un effetto collaterale accettabile? Una “martire” per la buona causa della vaccinazione?
PS: io prima di questo evento, sono sempre stato rispettoso di qualunque norma giusta o meno giusta, per “amore” della società. Ma non venitemi a toccare la famiglia.
Alberto, prima venivano definiti “sorci” (oltre a tante altre cose) e ora “metastasi”.
È un miglioramento o un peggioramento?
Un minimo di onestà intellettuale!! Ho scritto che sono i ” furbetti” le metastasi della società…. suvvia voler far polemica o attacchi personali a tutti i costi anche no
In questa Italia, di metastasi ce ne sono tante e da ben prima che arrivasse il covid. Chi fa di queste affermazioni sarebbe bene che prima si guardasse intorno e soprattutto dentro.
METASTASI
“Riproduzione in una nuova sede di un processo morboso, spec. tumorale, per diffusione di agenti patogeni o di cellule tumorali dalla primitiva sede di impianto.”
Chi non si è vaccinato contro il Covid e ha condotto una vita sociale viene definito una “metastasi”.
Domando ai forumisti in questione se si ritengono una “metastasi” sociale.
Carlo, intanto non ci sono mai stati obblighi di legge, ma solo ordinanze e decreti d’urgenza…questo come lo vogliamo chiamare? Riguardo alle “regole da loro stessi liberamente scelte”, intendo.
Comunque quelli che tu simpaticamente chiami “metastasi”, possono in realtà essere (e sono stati storicamente) la parte migliore e più avanzata della società, gente come i disertori nel ’17, i renitenti nel ’43, Giorgio Perlasca o Marco Cappato
@59
E questo comportamento ( legittimo e permesso dalle norme) non è un filo individualista? …e non è a un passo dall’essere ( ora si illegittimo) untorio se non ci si ritira nell’eremitismo??
Contesto ai no-vax non il fatto di non volersi vaccinare ma il fatto di voler comunque stare in società non rispettando le regole da loro stessi liberamente scelte. I “furbetti” non fanno affatto bene alla società, anzi, sono sempre delle metastasi
@balsamo
Bene. E questo dà un senso alla norma?
@40
Claudio,
io non mi sono vaccinato (né ho fatto vaccinare i miei 3 figli minori) perchè ci sono state fin da subito avvisaglie che gli effetti avversi dovuti al vaccino fossero troppo, troppo alti rispetto alle altre vaccinazioni a cui siamo stati sottoposti. Soprattutto in relazione al rischio per i miei figli di contrarre malattia grave. E i fatti temo mi stiano dando ragione.
57. Devo correggerti, ma probabilmente non ne eri al corrente: nella mia Regione, Fedriga, con l’ordinanza n. 4/PC, vietò qualsiasi attività motoria al di fuori della propria abitazione. La riporto di seguito:
1. in attuazione del divieto di spostamento dal proprio domicilio, dalla propria residenza o dalla propria dimora, ad eccezione delle specifiche necessità normativamente individuate, è fatto divieto di svolgere, all’aperto in luoghi pubblici, attività motorie o sportive e passeggiate, anche in forma individuale;
@38
“la passeggiata all’aperto non doveva essere (inutilmente) vietata”
Genoria, ti ricordo che la “passeggiata all’aperto” (la c.d. “attività motoria”) non è mai stata vietata, nemmeno in fase 1 (purché svolta “in prossimità della propria abitazione” – qualunque cosa volesse dire in prossimità…).
Se intendi dire che un risultato comparabile si poteva ottenere (forse) anche con un lockdown meno rigido potrei essere d’accordo, ma il significato di “inutile” è un altro.
E questo proprio per quanto da te indicato: “all’aperto la probabilità di contagiarsi era, di fatto, nulla”, benché ciò sia vero solo in termini relativi (le probabilità dipendono comunque dai comportamenti e dal buonsenso adottato dalle persone).
(Detto tra noi, se avessi avuto il bosco dietro casa avrei fatto esattamente come Cominetti e senza sentirmi per questo un furbetto – casomai un privilegiato. Senza vantarmene, ma con solo un lieve dispiacere per chi non poteva fare altrettanto).
Ma allora perché sono state imposte regole così stringenti ?
Le risposte vanno da un eccesso di prudenza alla sfiducia nei comportamenti dei propri concittadini, dall’incompetenza alle prove di controllo sociale.
La cosa interessante è il processo mentale con cui si seleziona quella che ci piace chiamare vera.
P.S.
E’ interessante leggere che per te l’articolo di Wired “dice le stesse cose che [hai] cercato di sostenere“: io ci vedo solo un’accozzaglia di bandierine sparse in modo randomico su un piano XY.
A parte (forse) l’ultimo, che sembra mostrare una pallida correlazione inversa fra copertura vaccinale e decessi.
Ma sarebbe preoccupante, se questa fosse LA prova dell’efficacia dei vaccini.
Caro Marcello,
anch’io sono quasi sempre d’accordo con te (e ci mancherebbe altro! ) e mi diverto pure a leggere i tuoi commenti che sono sempre ben scritti . E credo molti la pensino come me. Un unico appunto: non è sempre necessario avere l’ultima parola. Quando si è vincenti si può anche lasciare il campo: inutile infierire……
Caro Marcello, quasi sempre concordo con te. Ma stavolta permettimi di dissentire: Alessandro ovviamente non è né affascinato né influenzato dal fascismo, dove per fascismo deve qui intendersi, in modo piú preciso, la faziosità e l’intolleranza.
Se è stato eliminato un commento e non un altro piú offensivo, propendo a credere che si tratti di banale errore, e non di malafede.
Nel GognaBlog si respira aria di libertà. Purtroppo a mio giudizio c’è pure licenza di volgarità, che a volte tracima in offese: se devo contestare una cosa, è questa.
Io sarei piú severo. Ma ciascuno di noi ha un proprio limite di tolleranza: quella di Alessandro è evidentemente superiore alla mia.
Con simpatia.
caro Fabio la soluzione è che vi attiviate affinchè le cose che ho spiegato migliaia di volte siano recepite in modo tale da non rornarci mai più sopra. Altrimenti, periodicamente, il fenomeno di turno le riprende e… siamo da capo. E’ quest’andazzo che è stucchevole, tanto per utilizza un aggettivo usato in altra conversazione (a cui tu ti sei correttamente opposto). Finche i fenomeni non accettano, il giro di giostra periodicamente ritorna. I tuoi appelli non vanno quindi indirizzati a me, ma ai “fenomeni” del caso, affinchè non facciano partire periodicamente il giro di giostra. Sennò, periodicamente, saremo sempre allo stesso punto. Ciao!
@ 53
Caro Carlo, io sono duro di comprendonio, come tu hai frequentemente notato (secondo te, è tonto il 99% dei forumisti).
Pertanto, visto che non ho capito bene, di chiedo gentilmente di spiegarmi di nuovo, con semplici parole a me comprensibili, quel che hai scritto. Lo hai già fatto quattrocentosettantasei volte, ma una quattrocentosettantasettesima non guasterebbe.
Grazie.
P.S. Urge aprire un CrovellaBlog, per gli appassionati del genere.
Mi faccio vanto di non aver mai avallato una decisione o presa di posizione solo perché proveniente da una parte politica o dato per scontato che una parte abbia ragione a prescindere, o sia morale.
Lo so che può essere difficile da capire, si chiama onestà intellettuale
Crovè 41, certo che a fare minestroni d’ogni sorta sei un vero maestro.
Non ha manco fatto il servizio militare e te la tiri da militarizzato, questa è proprio bella. Mi sembri quelli che si mettono gli anfibi militari senza aver fatto la naja. Perché se l’hai fatta, gli anfibi li conosci e non vuoi più saperne.
Anche quando racconti della tua esperienza inglese, sembra che tu enfatizzi di natura fatti di una banalità sconcertante. Mai sentito parlare di persone educate e di altre maleducate?
La buona educazione o creanza, che poi è il rispetto per il prossimo, non ha nazionalità.
Tutti gli stereotipi di cui ti servi per trarre le tue conclusioni vanno bene al bar (nota, non al caffè) e sanno delle pacche sulle spalle che tanto detesti e le caratteristiche sabaude non dovrebbero essere da te medesimo ostentate e sbandierate come differenza per elevarti a eletto rispetto a tutti gli altri, ma portate dentro come valori di vita quotidiana. Così facendo appari come un vero spaccone esibizionista. non te ne rendi conto?
A me, questo tuo modo di porti fa un po’ di tenerezza perché di tipi così ne ho conosciuti tanti e mi hanno sempre lasciato in imbarazzo per loro. Dai, cerca di tirare le somme su te stesso e nel bilancio riconosci anche qualcosa di sana negatività. Altrimenti non ci spegheremmo tanta tua ridondanza, effetto Larsen, Rückkopplung, non so più in che lingua dirtelo…
Non mi interessa se sei simpatico o antipatico, è un fatto che non mi ha mai interessato neppure riguardo me stesso.
Io ce l’ho con i ribelli a prescindere, l’hai detto tu. Non ti sembra un’assurdità?
Non dipenderà dal perché uno si ribella?
Quando hai raccontato che imputi la tua passione per la montagna al fatto che un giorno tuo padre ti ha messo sul comodino un libro di Bonatti, mi fai venire in mente che a me è successa una cosa simile.
Mio padre lavorava in Africa e andava e veniva, io facevo le elementari, e un giorno arrivò con un mangiacassette. Erano gli anni ’60 e nessuno aveva mai visto una cosa simile, almeno per noi a casa era una novità assoluta.
Dentro c’era una cassetta e mio padre non ne aveva altre. Era Bringing It All Back Home di Bob Dylan e io l’ascoltavo ininterrottamente, ma non perchè mi piacesse ma perché ero affascinato dall’apparecchio.
Anni dopo, trovai sul comodino di mio padre il libro di Bob Dylan: Canzoni d’amore e di protesta, ero più grande, lo lessi, feci qualche collegamento ed eccomi qua.
Ti stimo e ti invidio, Cominetti. (Sinceramente!)
Taglio corto (sto scalando): eremitismo.
L’hai detto tu.
C’entra, caro mio, che se perfino il governo più a sinistra della storia della Repubblica italiana non ha avuto remore a calpestare i diritti individuali, vuol dire che nessuno li rispetterà mai.
Per cui mettervi il cuore in pace. Se in futuro dovesse ripresentarsi una situazione di pandemia sconosciuta (o anche di guerra o di altra situazione di emergenza generale) non aspettatevi comportamenti diversi dalle autorità. Cioè in futuro, di fronte a una situazione di emergenza generale, non aspettatevi dai governanti italiani (di qualsiasi colore) approcci in stile anglosassone o tedesco.
Anzi, forse le decisioni del Conte 2 saranno zuccherino rispetto a quelle che probabilmente verranno assunte in futuro. Non è un mio auspicio, è la prospettiva cui giungo da osservatore “terzo” della realtà e della dinamica politica (non solo italiana).
Ricordo che tali provvedimenti sono stati assunti dal governo Conte 2, da tutti i politologi definito “il più a sinistra della storia della Repubblica Italiana”.
E questo cosa c’entra col prezzo del pesce…
o come direbbe un mio amico dalla parte opposta della sabauda landa:
ECCHISSENECJAVA?
@45 scrivi:
L’applicazione di questa politica tramite terrorismo mediatico, sotterfugi metodologici, vie traverse, luoghi comuni, totale mancanza di discussione (generale e parlamentare) e demonizzazione dell’opposizione mi è da subito apparsa come esecrabile.
Rispettabilissima la tua opinione. Ricordo che tali provvedimenti sono stati assunti dal governo Conte 2, da tutti i politologi definito “il più a sinistra della storia della Repubblica Italiana”. Se ha agito così la sinistra (che dovrebbe mettere la tutela dei diritti davanti a ogni altra cosa) figurati come agiranno fi “altri”. Difatti Draghi (che non si è mai sbilanciato sul suo orientamento politico personale, ma che certo non è di sinistra, leggete la sua storia personale) ha confermato stesso orientamento, neppure lui con una vera apertura al “dibattito”. Se tanto mi dà tanto… Cosa vi aspettate (in un’ipotetica futura situazione di nuova emergenza) da un governo di destra? il “liberi tutti”? mah…
Caro Antonio, sono del tutto d’accordo con te. Nemmeno io sono un epidemiologo e nemmeno un dottore, però noto i fatti.
Non ho idea se ci siano studi riguardo alle varianti e a come sia avvenuta la loro selezione. Però mi pare significativo che siano apparse proprio dove non si è vaccinato.
Comunque mi pare alquanto evidente che la ragionevolezza e validità della politica della vaccinazione di tutta la popolazione fosse quantomeno da mettere in dubbio.
L’applicazione di questa politica tramite terrorismo mediatico, sotterfugi metodologici, vie traverse, luoghi comuni, totale mancanza di discussione (generale e parlamentare) e demonizzazione dell’opposizione mi è da subito apparsa come esecrabile.
E continua ad apparirmi tale
So bene che il confronto da me abbozzato sui tassi di mortalità medici e generali non regge a un’analisi seria, purtuttavia credo abbia un certo senso: se persone tra i 30 e i 60 anni molto più esposte per lavoro e malamente attrezzate (e questo si che è uno scandalo!) hanno tassi molto inferiori a quelli generali, che senso ha vaccinare tutta la popolazione? Costringere gli scolari e gli universitari? E in generale chi ha meno di 50 anni e che, peraltro, sarebbe più esposto a eventuali danni a lungo termine?
Il senso secondo me c’è stato, ed è quello del controllo sociale, così che nessuno protesti per le 2 mascherine in dotazione…e per tutto il resto. Che si perda l’abitudine, così censurabile e pericolosa, di chiedere la ragione e il conto.
Così potremmo in un radioso futuro marciare uniti e compatti opponendo i nostri petti a difesa della Patria e del suo Governo, come qualcuno continua a sperare…e sopratutto non disturberemo il manovratore!
P.S.: a proposito di analisi a spanne dei pochi dati accessibili anche a uno scemo come me, hai notato come la mortalità dei medici è superiore a quella degli infermieri? Potrebbe essere anche questo legato alla differente età media delle categorie? Rafforzando la convinzione dell’inutilità di vaccinare sotto i 50 anni…
Eh… si vede che non ci sono più i sabaudi di una volta!
Di fatti in un commento precedente ho concluso che la realtà che osservo oggi, anche a Torino, è peggiorata rispetto a quando ero giovane, direi un 40 anni fa all’incirca…
A maggior ragione valgono i provvedimento coercitivi per tutti.
Crovella, però i dati della Regione Piemonte dicono che i vaccinati 3/3 non superano l’80% dei residenti, leggermente peggio della media nazionale. Avanti Savoia!
@40 Se vale la definizione di Gaber io sono non solo un anarchico, ma addirittura un super-anarchico. Ovviamente il paradosso di Gaber va contestualizzato nello stereotipo della realtà italiana. Per differenza un cittadino coscienzioso è un’anomalia e non la regola in Italia.
Da studente ho vissuto per alcuni mesi estivi in Inghilterra. Il padre della mia famiglia ospitante, dopo qualche settimana che vivevo con loro, mi ha detto “Ma tu sei davvero italiano? Non lo sembri proprio. Infatti sei serio, ordinato, rispetti le abitudini e le consuetudini di questa famiglia senza comportanti a modo tuo e poi ti ho visto alla fermata del bus. Ti metti in fila, aspetti il tuo turno, non spingi. Ti comporti come un inglese. Altri ragazzi italiani, che abbiamo ospitato negli anni scorsi, erano l’esatto contrario di quello che sei tu.” Allora io ho domandato: “Da dove venivano i vostri precedenti ospiti italiani?” Risposta “Da Roma, Milano, Firenze...”. Altra mia domanda: “Non avete mai ospitato prima uno di Torino?” Sua risposta “No, mai“. Mia conclusione” Ecco è lì la differenza, Torino è una partizione anomala rispetto alla realtà italiana“.
Questo dialogo è avvenuto verso la fine degli anni Settanta. Devo ammette che l’attuale realtà torinese, pur rimanendo molto differente da quella delle stereotipo “italiano”, è notevolmente peggiorata da allora ai nostri giorni. Ma restiamo pur sempre “anarchici” ai sensi della definizione provocatoria di Gaber.
Per #39. Segnalo che, storicamente, il Ducato di Savoia per diverso tempo ha inglobato anche Ginevra, specie negli anni in cui, nella città elvetica, imperava il Calvinismo. Ecco perché nella nostra cultura sabauda c’è un forte influsso di tipo protestante (cioè di severità e di applicazione indefessa), pur essendo noi complessivamente cattolici, quanto meno in larga maggioranza. Io personalmente faccio risalire proprio all’influsso calvinista quel “senso del dovere” così esasperato (e non riscontrabile, in pari misura né con pari diffusione, nel resto della popolazione italiana) che caratterizza i “sabaudi”. Può darsi che, invece, il senso del dovere non derivi per nulla dal Calvinismo, ma sia invece figlio della cultura militare e militaresca che, qui da noi, si è consolidata nei secoli e che ci viene impartita fin dalla culla (sia ai maschi che alle femmine). Il fortissimo senso del dovere incorpora una marcata autodisciplina e, di conseguenza, un indiscusso senso dell’ubbidienza.
Sta di fatto che, sia la prima o la seconda la causa storica del ns senso del dovere (e dell’implicita ubbidienza) poco rileva al riguardo, Rileva invece che, da sempre, io coltivo una profonda avversione per chi si ribella, per chi vuol vivere a modo suo, per chi pensa “tanto io so come si fa”. Per i furbetti, insomma. Questa mia idiosincrasia verso i “protestatori seriali”, con annesso disprezzo nei loro confronti, non nasce adesso (cioè non nasce nell’era Covid ecc), ma l’ho sempre avuta e inoltre credo che di aver sempre vissuto in ambienti (familiari, professionali, sportivi) dove tale imprinting è la norma.
La vita è bella perché è varia, anche se, purtroppo, nella varietà sguazzano individui che, in condizione di emergenza (come è stato il Covid e come potrebbe essere una nuova pandemia o una guerra, chissà…) sono difficili da gestire proprio per la loro innata indisciplina. Per colpa del 20% di furbetti indisciplinati, chi governa non può non emettere provvedimenti con validità erga ormes, condizionando quindi anche il restante 80% dei cittadini.
Quello che hai fatto tu sono, giustamente, affari tuoi. Però mi interessa capire cosa manchi al mio tentativo di analisi: io ho scritto che la maggior parte della gente che non si è vaccinata lo ha fatto per paura, disinformazione e individualismo. Posso aggiungere: sfiducia nelle istituzioni e malinteso concetto di anarchia. Anarchia non significa fare quello che si vuole, quello è individualismo. Quest’ultima cosa la spiego, con l’esempio di David Graeber: “Se c’è una fila per salire su un autobus affollato, aspetti il tuo turno e, anche in assenza della polizia, ti astieni dallo sgomitare per passare per primo? Se hai risposto sì, allora ti comporti abitualmente come un anarchico”. Potresti obiettare, Cominetti, che tu sei quello che l’autobus non lo prende proprio, perché vai a piedi. Nel qual caso potrei aggiungere una categoria al mio ragionamento: l’eremitismo. Non so cos’altro possa essere. Se hai qualcosa da aggiungere, scrivilo. Mi interessa.
Come al solito Crovella trae le sue conclusioni, di cui si dichiara fermamente convinto, utilizzando una superficialità estrema condita da luoghi comuni fanciulleschi. Ma è possibile che tu non riesca a fare mai un’analisi approfondita delle cose? Tenendo conto delle moltissime varianti che in molte presentano?
Anche Genoria al commento 29 trae conclusioni affrettate e banali.
Come spesso Crovella dice: quello che ho già detto è agli atti, basta andarlo a leggere. Ammesso che interessi a qualcuno.
Si, il motivo per cui non mi sono vaccinato non rientra in nessuno di quelli qui descritti. Non ci prendete per nulla.
Sui furbetti poi, se dichiaro che durante il primo lockdown uscivo di casa era perché andavo nel bosco con mio figlio dove non incontravamo nessuno.
Nei luoghi con altre persone mi sono sempre comportato nell’assoluto rispetto di regole e persone, senza che questo mi costasse neppure fatica. È che probabilmente certi comportamenti escono dai rigidi e limitatissimo schemi crovelliani, per questo non vengono capiti.
Ho sempre avuto il massimo rispetto e pena per chi viveva in città ammassato con milioni di altre persone, ma non si possono applicare le stesse regole a Milano e nella frazione a casa sparse di 23 abitanti in cui vivo. Esercitare la disubbidienza civile lo considero un diritto sacrosanto quando una regola è logicamente inapplicabile. Fare i furbetti è altra cosa.
Ho pure sempre avuto rispetto per chi si è vaccinato. Mai cercato di fare proseliti verso il non vaccinarsi, non sono affari miei. Massima libertà.
Sono affari miei anche il non essermi vaccinato.
Forse Crovella non lo sa ma la sua rigidità sabauda, che lui vorrebbe anche sobria ma a esser sobrio proprio non ci riesce, fa ridere al confronto dei principi che regolano senza sforzarmi la mia condotta di vita. Solo che non li ostento come fa lui continuamente, li metto in atto e basta.
Balsamo, non sono un esperto ma posso dedurre, dall’articolo che mi hai segnalato, che certamente il martello doveva essere usato nella situazione in Lombardia del 2020, con tanto di chiusura dei luoghi di lavoro, e tutti a casa. Si è preferito invece estendere a tutta l’Italia l’obbligo di chiudersi in casa, salvo recarsi a lavorare dentro fabbriche e centri logistici.
Poi io mi chiedo: se all’aperto la probabilità di contagiarsi era, di fatto, nulla, perché vietare alla gente di uscire di casa. Ripeto: all’aperto: non ho detto che dovevano restare aperti i ristoranti (e i cinema e tutto quanto), ho solo detto che la passeggiata all’aperto non doveva essere (inutilmente) vietata.
L’articolo di Wired dice le stesse cose che ho cercato di sostenere anch’io. Non è stato tanto il divieto di uscire di casa a fare la differenza, quanto la sottovalutazione (Milano non si ferma) e poi la capacità ricettiva delle terapie intensive (impatto iniziale, molto negativo) e in seguito, in positivo, il successo della campagna vaccinale (successo ottenuto indipendentemente dalle azioni di coercizione, come già detto).
@22
“Chiudere la gente in casa è stato inutile e anzi ha fatto danni”
Psicologici ed economici, di sicuro. Ma perché affermi che “è stato inutile” ?
Intuitivamente: meno contatti, meno contagi, meno ricoveri. Se non viene capito a livello di popolazione, tocca (purtroppo) imporlo.
E attenzione che il lockdown non serve a ridurre contagi e decessi cumulati: se un patogeno circola, prima o poi lo incontrano tutti (e una roba come il SARS-nCOV2 circola eccome nonstante i lockdown, eccetto – forse – facendo come i Cinesi).
Serve, invece, per abbattere l’onda esponenziale dei contagi, la pressione sul sistema sanitario e a prender tempo per cercare misure sanitarie efficaci.
In pratica, benché si sia sempre solo corso dietro al virus, ad ogni aumento delle restrizioni è seguito un calo dei contagi (e poi dell’occupazione delle T.I.).
Su questo, uscì sul blog l’articolo “Il Martello e la Danza”. Te ne consiglio la lettura, se ti interessa. Poi leggine una revisione critica:
fondazionehume.it/societa/il-martello-o-la-danza-rileggere-pueyo-alla-luce-dei-fatti/
Sui confronti fra Paesi diversi (che piacciono tanto a Matteo, specie se confermano i suoi bias 🙂 ), il rischio di fattori confondenti è altissimo.
Se ti interessa, qui si sono divertiti a valutare gli effetti di alcuni fattori (tra cui i lockdown) sui decessi cumulati:
wired.it/article/covid-19-numero-decessi-italia-dichiarazioni-meloni-lockdown-vaccini-dati/
Indovina qual’è la misura che si è rivelata efficace… 🙂
Okay, ci siamo capiti. Grazie, siamo riusciti a dialogare.
Io poi spero comunque in un futuro migliore. Se però sarà sempre così, senza speranza di sviluppo, allora la canzone giusta è questa: https://www.youtube.com/watch?v=qYm4ZsHkmaE
Perché nel dubbio meglio esser più coercitivi che meno… la ratio era quella e (nel malaugurato caso si dovesse di nuovo affrontare una pandemia con agente patogeno sconosciuto) vedrai che la ratio sarà sempre quella.
La spiegazione per cui i governanti italiani, fin dalla notte dei tempi, tendono a emanare provvedimenti più coercitivi di quello che forse sarebbe, secondo logica necessario, sta nella natura antropologica degli italiani. siccome tale natura non cambierà mai, il futuro tenderà a replicare il passato. Tutto qui.
Crovella, you’re missing the point here: una volta superato l’80%, la missione poteva dirsi compiuta. Era quello l’obiettivo minimo della campagna vaccinale: quindi perché accanirsi sulla popolazione. E un discorso simile si può fare sull’obbligo di stare chiusi in casa: la probabilità di contagiarsi all’aperto era nulla, quindi perché hanno chiuso la gente in casa.
Beh, quella sulle nature dei vari abitanti del mondo è proprio una interpretazione stereotipata…
Nota d’ordine: nel mio 31, il riferimento non è 25 ma 29 (Genoria)
@25 o non ti esprimi chiaramente o non ci arrivo io, può darsi. Prevenuto verso gli italiani? Non, semplicemente ho capacità di leggere le caratteristiche antropologiche delle varie popolazioni, ovviamente al netto di casi estremi della forchetta. I tedeschi sono “intruppati” di natura e di educazione, lo sanno tutti. I cittadini dell’estremo oriente, a base confuciana, sono molto “ubbidienti” per loro natura stessa. Gli anglosassoni sono pragmatici, ma non fanno colpi di testa. Tutti queste popolazioni sono più facilmente gestibili e puoi dare loro norme meno coercitive, affidandoti al senso di responsabilità individuale.
Gli italiani NON sono così come u tedeschi, i giapponesi o gli anglosassoni. Ma NON dal tempo del Covid, da SEMPRE e su TUTTO. L’improvvisazione, il senso di furbizia individuale, l’indisciplina e quindi l’imprevidibilità sono i caratteri antropologici degli italiani. Queste caratteristiche, se positive da un lato, sono l’altro lato della mostra genialità e inventiva, ma su temi del genere che noi siamo la patria di Leonardo e Michelangelo c’entra poco.
Dici che l’80% si era vaccinato PRIMA? Bene. Ma il problema è un altro: è il 20% che non si è vaccinato e che non si vaccinerà mai. E’ per colpa di quel 20% che verranno SEMPRE assunti provvedimenti coercitivi per tutti. E’ questo il punto nodale del problema.
Vedete? a distanza di anni e nonostante l’esperienza tangibile alle spalle, c’è ancora molta gente che NON si saprà autocontrollare. Perché fa parte della natura antropologica italiana. Chissà quanti sono quelli che pensano così? A naso (ma solo a naso, però non sono tanto distante dalla verità), direi un 10-15%, massimo 20% della cittadinanza totale. Ebbene, per colpa di questo 15% circa, saranno varati (nella malaugurata ipotesi di nuova pandemia) provvedimenti coercitivi e validi per tutti. E’ questo il punto chiave.
A me personalmente non importa molto, tanto io faccio una vita molto isolata sia per mia natura che per scelta lucida (ben precedente al Covid): già prima del Covid, anzi direi da sempre, mi piace tenere gli altri “distanti”, anche fisicamente (mi piace che la gente NON mi stia addosso e faccio in modo che sia sempre una certa distanza, che occhio e croce quantifico in un metro circa). Dopo il Covid, quindi dal 2020 circa, io li tengo a due metri, non solo a uno. Quindi la cosa in sé non mi tange assolutamente. La mia vita, anche spicciola, non cambia proprio nulla se vengono di nuovo assunti provvedimenti restrittivi come il lockdown rigido o il Green Pass.
Dovrebbero essere invece i “normali” cittadini, quelli coscienziosi, che hanno tutto interesse e marginalizzare i “furbetti” (o presunti tali) e far capire a questi ultimi che la loro pretesa, cioè che siano rispettati all’estremo i cosiddetti “incomprimibili diritti individuali”, è invece una pretesa che produce un immenso danno alla maggioranza complementare dei cittadini. Tocca quindi a questi ultimi (e non certo a me, per i suddetti motivi) educare i “furbetti” in tempi non sospetti come quelli attuali (sul fornte pandemico intendo), in modo preventivo, cioè in modo che i furbetti siano convinti e, nel caso malaugurato di nuova pandemia, abbandonino ragionamenti e comportamenti da “furbetti”. Cedo però che i cittadini coscienziosi non percepiscono la necessità (nel loro stesso interesse) di educare oggigiorno i fiurbetti e qanche questa apparente disinteresse lo collego alla natura antropologica degli italiani, che in genere non hanno visione di lungo termine, vivono sull’oggi e soprattutto preferiscono evitare le scocciature odierne (come sarebbe educare i furbetti) perché dicono “tanto vedremo eventualmente all’occorrenza”.
La combinazione fra l’inestirpabile propensione dei furbetti e l’altrettanto inestirpabile superficialità della porzione complementare dei cittadini sarà il motivo per cui, di fronte ad una malaugurata ipotetica nuova pandemia, in Italia si prenderanno ESATTAMENTE gli stessi provvedimenti presi nel recente passato. il mio non è un augurio, ma una previsione da osservatore terzo.
Crovella (23): intervento lunghissimo per voler dire che hai un pregiudizio anti-italiano (condito di stereotipi sulla cultura degli altri). Ma non rispondi nel merito: l’80% degli italiani si erano vaccinati prima dell’introduzione del greenpass. Miracolo? L’intervento di Fabio (25) dice molto del ragionamento che abbiamo fatto in tanti: un dubbio ci era venuto, eccome, però ci siamo informati e abbiamo deciso. Credo che la cosa giusta da fare fosse vaccinarsi e l’ho fatto, convintamente.
Una cosa da combattere, in questa Italia, sono la disinformazione e il terrorismo dei titoli di giornale. Poi bisogna combattere l’individualismo, perché paura + disinformazione + individualismo = col caz che mi vaccino (gesto dell’ombrello). Un popolo informato e non individualista è un popolo civile. L’obbedienza (in particolare se cieca) non è invece sintomo di civiltà. Anzi: è sintomo di arretratezza.
#17 Matteo
Grazie Matteo per le interessanti riflessioni, a cui provo a rispondere.
1. tu contesti che il vaccino abbia contribuito alla selezione delle varianti depotenziate. I fondamenti dell’immunologia insegnano che le modifiche di un virus avvengono tramite la spinta selettiva indotta sia dall’immunità naturale (per infezione), sia da quella acquisita tramite i vaccini. Possono così affermarsi mutazioni che conferiscono resistenza all’azione inattivante degli anticorpi; ma anche mutazioni che aumentano il tasso di contagiosità, riducendo allo stesso tempo la letalità. Ed è ciò che per SARS CoV2 è avvenuto con le sottovarianti omicron, e che verosimilmente ha portato in passato alla selezione dei vari Coronavirus attualmente responsabili del raffreddore comune.
Tu però fai un’osservazione interessante quando dubiti che aver vaccinato il 20% della popolazione mondiale possa aver contribuito al depotenziamento del virus. In effetti, molte varianti sono nate proprio in Paesi (p es Sudafrica) in cui il tasso di vaccinazione era bassissimo. Io non sono né epidemiologo né immunologo e non so risponderti nel merito. Di sicuro esisteranno studi che hanno valutato l’impatto dei vari meccanismi nella selezione delle varianti di SARS CoV2. Proverò a cercarli.
2. tu affermi che la percentuale di morti fra gli operatori sanitari è stata inferiore a quella della popolazione generale. Per prima cosa dico che gli operatori sanitari dovrebbero essere messi nelle condizioni di non morire proprio per le patologie che curano alla popolazione (altrimenti chi cura i malati?), e questo non è sicuramente avvenuto, perlomeno nella prima fase (ricordo che nell’intero mese di aprile 2020 l’ASL mi fornì in tutto DUE mascherine FFP2, che ogni sera “sterilizzavo” in una scatoletta di plastica con un neon dentro, acquistata a 150€ su Amazon).
Inoltre il confronto da te fatto fra tassi di mortalità non è corretto, perché dovresti confrontare il tasso negli operatori sanitari, persone mediamente di età compresa fra i 30 e i 60 anni, con quello nella popolazione di pari età. Credo che emergerebbe purtroppo un’incidenza maggiore fra i primi (se trovi dati, segnalali).
Ragazzi, ancora con queste etichette? Che barba…
Esatto Fabio, la penso esattamente come te… ma guardano la cosa dalla parte opposta dello specchio
Tra la tante altre cose , a me la faccenda “Covid” mi ha fatto conoscere altri aspetti di tante persone che avevo intorno e, che fino ad allora reputavo anche dotati di una certa intelligenza. Quando si cominciò a palesare l’emergenza che questo virus stava provocando ed il conseguente disagio, quasi in coro, si cominciò a dire : ECCHECAZ…., siamo nel 2020 e quando ci vuole a fare un vaccino…???
Fu quindi tirato fuori il vaccino e lo stesso coro cominciò a recitare: ECCECCAZ.., un vaccino così presto… non so mica mi…!
Molti di questi sopra citate ” persone , alcune dotate anche di una certa intellig..”, che c’è però da dire , come primaria fonte di informazione avevano Facebook, cominciarono a dire che le loro narici, sub-odoravano qualcosa di marcio e poiché la vita va avanti grazie ai “bias di conferma”, ogni giorno portavano nuove teoriche prove ad avvalorare la tesi del NO VAX ed addirittura NO COVIDDII.
Io personalmente mi rivolsi a dei laureati in materia per cercare i miei “bias di conferma”, continuando a pensare: “ma non saranno mica tutti coglioni questi scienziati che ci dicono di vaccinarci??” pur avendo io dei dubbi che fossero tutti sul libro paga delle case farmaceutiche. Dovetti arrivare ad uno di loro in particolare per dirimere tutti i miei dubbi.
Costui infatti era un dottore giovanile e dinamico anche nel pensiero, operante in un ospedale del nord est ,specializzato e riconosciuto come punto di riferimento nello studio e nelle cure di malattie trasmesse da parassiti. Questo dottore riuscì dove in tanti avevano fallito, e cioè, a risolvere un grosso problema di un neonato figlio di miei amici. Questo bastò ad accrescere la nostra fiducia ed a confermare l’iniziale idea di vaccinarsi.
Fortunatamente tutto è passato, ma quando salta di nuovo fuori la faccenda Covid e NO Vax, non posso fare a meno di tornare a guardare queste persone che ho intorno, in “quel” diverso modo.
Luciano al 18.
In futuro accadranno ancora situazioni simili e verranno attuate norme ancor più stringenti, se il popolino non si sveglia.
@22 per la parte che riguarda me, fai il processo alle intenzioni… ma in effetti è vero, d’altra parte è quello che penso in generale (quindi prendine atto). Hai risposto “roma per toma”, dimostrando che sei abdato fuori tema e che non cogli in profondo problema della differenza fra la popolazione italiana e quella nordeuropea o anglosassone.
Chissenefrega di quale lockdown hanno imposto (e/o imporranno) gli altri paesi ai loro cittadini e/o residenti sul loro territorio. E’ questa la diffrenza chiave che vi sfugge. Se vivete in Italia, sarà inevitabile che ricadiate (come ogni altro cittadino e/o residente in quel momento in Italia) sotto gli effetti delle scelte politiche prese dai governanti italiani.
Se vi piacciono i lockdowen chiamiamolo all’anglosassone (esempio di Genoria) o alla tedesca (esempio di Cominetti), andate a vivere in paesi anglosassoni o in Germania. L’errore di base di questi ragionamenti è dire “siccome là fanno così, allora facciamolo anche da noi”. ci sono differenza “antropologiche” che vi sfuggono. Ho già spiegato a suo tempo che la forma mentis di quelle popolazioni ingloba un profondo senso di responsabilità individuale (tra l’altro molto connesso con l’impostazione religiosa, anglicana o luterana). Questo facilità le autorità competenti a riconoscere maggior autonomia individuale.
Il discorso è completamente diverso per l’andazzo degli italiani, che sono congenitamente portati a fare i furbi, a dire “fatta la legge, trovato l’inganno”. Gli italiani (dal Brennero a Siracusa, sia chiaro) sono molto indiscipilnati, ciascuno pensa di esser l’eletto illuminato direttamente dalla Spirito santo e si comporta secondo parametri individuali. A livello aggregato la popolazione italian non ha lo stesso tasso di autodisciplina dei nord europei o, spostandoci di migliaia e migliaia di km, di certi paesi di cultura confuciana. Se tu dici a un giapponese: “per una settimana non uscire di casa”, puoi anche non mandargli i gendarmi e quelli davvero NON esce di casa (lo stesso per un tedesco o un britannico). Prova a dare una disposizione del genere agli italiani… non solo escono di casa, ma addirittura lo dicono apertamente in giro, facendosi esplicitamente belli (vedi Cominetti, ancora oggi!) e sbeffeggiando le autorità e gli altri concittadini. Quante volte abbiamo letto: ” Io sono uscito lo stesso e voi siete proprio dei gran fessi a esservene stati in casa, tanto mica c’erano i Carabinieri che vi davano la multa. E anche se ve la danno, la multa, vu suggerisco io un avvocato chge vi fa il ricorso perché quella multa deriva da decreti in odore di inconstituzionalità, così alla fine vi tolgono pure la multa...”
(ragionamenti analoghi, mutatis mutandis, per il tema vaccini e Gree Pass).
Ergo chiunque si trovi al Governo italiano, che sia il Conte 2 (definito dai politologi il “Governo più a sinistra della storia del, Repubblica italiana”) o la Meloni (nei numeri il Governo incentrato su FdI che è il partito più a destra dell’arco costituzionale – questa definizione va intesa come la intendo io e come sono sempre stato abituato a utilizzarla, fin dagli anni Settanta), non può che prender atto che la popolazione italiana è sostanzialmente indisciplinata e quindi va gestita di conseguenza con norme più coercitive.
Se tanto mi da tanto, di fronte a una (speriamo di no) nuova ondata pandemica innescata da un agente patogeno SCONOSCIUTO (di cui, nell’immediato, non si hanno né vaccini né medicine curative), io mi aspetto che in Italia si varerà nuovamente un lockdown rigido e NON un lockdown all’anglosassone/tedesca, a prescindere da cosa dicano le statistiche.
Ergo chi preferisce scelte all’anglosassone/tedesca, prudenzialmente, dovrebbe trasferirsi già ora in paesi di quel tipo: nel caso di nuova e improvvisa pandemia, sarà soggetto alle regole che verranno adottare là e non quelle alle regole italiane. Se, invece, restate qui, vi beccherete le regole italiane.
(PS: il sentiment su questo tema cambiato??? ma dove? Anci, secondo me si è appesantito, non alleggerito. In più il sistema ospedaliero italiano è allo stremo e con “buchi” di organico che lo rendono ancora più fragile e ciò accentuerà nelle autorità la sensazione di necessità di regole coercitivi)
(Balsamo) Probabilmente questo è vero, ma il lockdown italiano è stato qualcosa di diverso. Chiudere la gente in casa è stato inutile e anzi ha fatto danni. Una cosa che nel mondo occidentale non ha avuto eguali.
(Regattin) Infatti. Come il lockdown all’italiana, così anche il greenpass o per meglio dire il lasciapassare, pensato come “nudge” o come misura che doveva indurre la gente a vaccinarsi, sarà possibilmente solo un brutto ricordo. Chiaro che la prova di essere vaccinato, in certe circostanze, è necessaria (nessuna novità del resto, alla dogana di molte parti del mondo è sempre stata richiesta), ma non ci si spingerà mai più a certi estremi. Ci sono studi che hanno dimostrato come la coercizione (tale era di fatto il lasciapassare italiano) produca a volte risultati completamente opposti a quelli sperati.
(Crovella) Solita sfiducia negli italiani. Gli italiani che si erano vaccinati spontaneamente prima dell’introduzione del greenpass erano più dell’80%. E non c’era bisogno di chiudere tutti in casa come bambini, per prevenire il contagio. Trattati come bambini. Mai più.
(Crovella) Confessa: volevi scrivere “non hai capito niente” o qualcosa di peggio. Bravo Gogna che ha cominciato a intervenire. Certo, dialogare (senza virgolette) è faticoso, perché bisogna mettersi sullo stesso piano degli altri: stai imparando.
Sta di fatto che le terapie intensive hanno iniziato a svuotarsi e i decessi a diminuire sensibilmente (soprattutto per i vaccinati) mano a mano che la copertura vaccinale aumentava.
Numeri e grafici sono agli atti, poi basta non guardarli (o considerarli fasulli) per auto-convincersi di quel che più ci piace.
@18
Regattin, non ne sarei così sicuro. Almeno per quanto riguarda il lockdown.
In caso di patogeno trasmissibile da persona a persona, il lockdown è una delle misure non sanitarie più banali da attuare quando non si sa quali altri pesci pigliare (come è stato per la fase iniziale della Covid).
Mi piacerebbe pensare che, nella malaugurata ipotesi di ritrovarsi in una situazione simile, da questa avessimo imparato qualcosa, ma non sono così ottimista. L’esperienza non è trasmissibile.
Oltre ad associarlo a Matteo 17, vorrei aggiungere che mentre qui nel 2020 ci tenevano chiusi sotto chiave (io uscivo lo stesso perché vivo nel bosco) in Germania la vita scorreva normalmente. Lo so perché ci viveva mia figlia che, volendo tornare in Italia, ha visto che era meglio restarsene a Berlino, dove ci sono molti laghi (leggi spazio) e si poteva stare all’aperto.
E poi quel matto di Bolsonaro in Brasile ha sempre negato l’esistenza del virus e… i brasiliani si sono contagiati come quelli che si sono chiusi in casa e si sono vaccinati.
A me sembra che lockdown e vaccino non siano serviti a nulla.
Ho trovato questo intervento un po’ confuso, aldilà delle tesi che vuol sostenere, giuste o sbagliate che siano, condivisibili o meno.
” Perché non si è’ parlato sul sano vivere sul sano mangiare..” Perché? Avremmo dovuto? In quel momento sarebbe stato prioritario?“ la cura e’ fatta di relazione, di calore, di presenza”: vero, ma quando possibile. Non siamo cresciuti tutti sotto le urla di nostra madre “ non star vicino a tuo fratello o tua sorella che sennò’ ti attacca la febbre? Anche questo è’ sapere ancestrale. In ogni caso concordo che su questo poi si è’ passato il limite.
Intuisco poi, ma forse sbaglio, la ricerca di un legame fra l’essere attivista per combattere la maternità’ surrogata ed essere contraria al vaccino ed in generale alla gestione del Covid: cosa hanno in comune le due cose? Si può’ essere a favore dell’una e contrari all’altra, e viceversa, oppure a favore o contrari ad entrambe. Mi sembra che articoli come questo aggiungano poco o nulla al dibattito ed anche a sostegno della tesi che vorrebbero sostenere.In ultimo mi permetta una battuta: “Come si poteva dire che il vaccino era la soluzione alla pandemia globale se non si metteva in condizione tutto il mondo di farlo”: consecutio temporum da rivedere.
Saluti
Contrariamente (nulla di strano quindi) a quanto affermato da Crovella, credo che nessun governo che in futuro dovesse trovarsi a gestire una situazione simil-covid attuerebbe le medesime soluzioni, perciò né lockdown, né greenpass. La prova è già stata fatta ed è tangibile il fatto che il “sentiment” (termine che trovo orribile, infatti piace molto a Crovella) sia molto mutato rispetto al periodo più nero del contagio.
Caro Antonio Migheli “era chiaro che il virus -anche grazie alle vaccinazioni- si stava depotenziando, possiamo invece discutere” invece io metterei in discussione anche questo.
Lo faccio da ingegnere, quindi senza nessuna pretesa di correttezza medica, ma da persona abituata a confrontarsi con i fatti e con i numeri.
Dubito che il vaccinare con doppia o tripla dose il 20% della popolazione mondiale possa avere un significativo effetto di depotenziamento del virus.
Con tutto il rispetto per le professioni sanitarie (e puoi credermi: mia mamma classe ’29 era un medico chirurgo), quanto al cagarsi addosso nel mettersi il camice, beh direi che sia uno stato d’animo che è stato provocato.
Prova ne sia che a conti fatti, dai dati degli albi professionali, la percentuale di morti tra i medici e gli infermieri è stata decisamente inferiore che quella sul resto della popolazione.
Come è giusto e naturale che sia, stante che parte della professionalità è proprio impedire di essere contagiati!
E se tu ti sei cagato sotto e probabilmente ti sei stressato per parecchi, lunghi mesi, beh, francamente, fossi in te sarei ben incazzato con chi ti ha cacciato nel cervello che stavi correndo un pericolo letale.
E mi chiederei perché, a quale scopo mi ha terrorizzato (e con me l’Italia tutta) e come ha fatto, per evitare che possa farlo ancora nel futuro.
Questa propaganda terrorizzante, al limite del procurato allarme in realtà, è stata evidente fin da subito e abbastanza presto è stato anche abbastanza chiaro che era assolutamente esagerata…diciamo dopo il primo mese del primo lock-down.
Tutto quello che ne è seguito è stato “gratis”
Ed è quello che mi ha fatto e mi fa incazzare tutt’ora. E dovrebbe far incazzare tutti coloro che non credono che il controllo sociale del popolo bue sia comunque e sempre giusto a prescindere!
Ripeto, senza la minima acrimonia verso la professione medica o infermieristica o sfiducia nella medicina in generale
(anche se con molta acrimonia verso alcuni medici in particolare, terroristi e presenzialisti, i vari burioni-bassetti-pregliaschi)
E’ possibile… E’ cosa di cui andare fieri? Mamma mia…
intendo dire che, conoscendo gli italiani (sia i governanti – di qualsiasi colore – sia i cittadini) di fronte ad una nuova pandemia con un origine completamente diversa (quindi non il virus Covid ma un qualsiasi altro agente patogena, fino a quel momento SOCNOSCIUTO) io sono convinto che le misuire saranno esattamente le stese adottate inb Italia nel 2020-2021: lockdowan (all’italiana), forte spinta al vaccino, quando sarà disponibile, e greenpass esattamente come concepito sia dal Governo Conte 2 che dal Governo Draghi.
Mamma mia che fatica “dialogare” con voi. Ho dovuto riscrivere l’intervento precedente. Cosa c’era, in quell’intrevento, di così “incomprensibile” su cui “mettersi d’accordo”??? Il concetto è molto semplice: l’Italia reagirà nello stesso identico modo come nel 2020-21. Sono pronto a scommetterci.
Il GREENPASS è stata una violenza nei confronti del popolo che in una democrazia, anche se parlamentare, dovrebbe essere sovrano.
Tre parole che significano tutto e niente:
1) “lockdown”: nel 2020 abitavo ancora negli Stati Uniti ed ero libero di andare dove volevo. Certo, le attività al chiuso erano state interrotte o spostate a casa, se possibile (compresa la scuola), ma era riconosciuto il diritto di fare attività all’aperto. Andavo a correre tutti i giorni, nessuno mi ha mai accusato di essere egoista. Il lockdown “all’italiana” è stato una disgrazia: parchi chiusi e fabbriche aperte, una cosa priva di senso. Quindi bisogna mettersi d’accordo: di che lockdown stiamo parlando?
2) “vaccino”: il vaccino anti covid ha ridotto, in chi l’ha fatto, di un 20, 30% la possibilità di contagiare e contagiarsi, e dell’80% la probabilità di sviluppare sintomi gravi, se contagiati (percentuali ipotizzate da me, penso non lontane dal vero). Non era un vaccino immunizzante e non ha sterilizzato (cioè il debellamento totale del virus non è stato neanche mai lontanamente sperabile, alla faccia di quelli che ancora oggi parlano del vaiolo, anche per l’esistenza di serbatoi animali). Il vaccino è stato la svolta e ha contribuito immensamente alla risoluzione dell’emergenza, nel senso che ha cancellato l’intasamento delle terapie intensive. Uno peraltro potrebbe sperare che gli ospedali siano adeguati a una pandemia del futuro con maggiore capienza delle terapie intensive, ma sappiamo che in Italia la sanità pubblica viene finanziata sempre meno.
3) “greenpass”: misura introdotta quando la campagna vaccinale aveva già superato le soglie minime (più dell’80% della popolazione adulta era già vaccinata), sorta di misura punitiva o educativa, completamente inutile: si spera di non rivedere mai più una cosa del genere. ovviamente si spera anche che la maggioranza degli italiani non sia vittima di pregiudizi, paura o scaramanzia. Ma tutto sommato la risposta alla campagna vaccinale anti covid è stata, spontaneamente, molto positiva. In realtà la coercizione potrebbe fare danni, anziché stimolare partecipazione, fiducia e senso civico.
Se l’Occidente ricadrà in una qualche forma di pandemia, diversa in termini virali, ma uguale nelle problematiche socio-politiche, sono arciconvinto che si rifaranno esattamente le stesse cose del periodo 2020-2021. Di fronte ad un virus sconosciuto si risponderà con: lockdown, vaccino, greenpass.
Sono veramente dispiaciuto per l’autrice, che mi pare abbia vissuto malissimo il periodo pandemico (almeno, così intepreto dalle frasi d’apertura dell’articolo).
Personalmente, non sono mai stato nè in preda al terrore nè tantomeno ho mai considerato l’altro come un possibile pericolo.
Certo, la chiusura totale non è stata piacevole. Ma ricordo anche periodi di ri-scoperta del proprio territorio e di vero e proprio godimento della montagna senza l’ingombrante presenza degli sciatori (pur conscio delle difficoltà degli operatori del settore).
Quanto al vaccino, percepisco parecchio pregiudizio: già l’uso della locuzione “siero sperimentale” è significativa, ma parlare di “rischi [che] superano i benefici e che non garantiscono nulla” va oltre la realtà dei fatti e delle centinaia di studi in merito.
Tuttavia comprendo, anche se non condivido, la scelta di non farlo.
E articoli come questo rafforzano la mia convinzione che imporre obblighi sulle scelte vaccinali sia eticamente sbagliato.
La strada da seguire sarebbe quella dell’informazione e della consapevolezza, ma, purtroppo, i pregiudizi (e coloro che su di essi fanno leva per manipolare le scelte altrui) la rendono assai impervia.
Antonio, ti racconto quel che so.
Quando mio fratello si accorse dei primi sintomi (all’inizio di gennaio 2022) telefonò al medico di base:
– Mi sono ammalato di Covid. Esistono farmaci per la cura a domicilio?
– Sí.
– Me li può prescrivere?
– No. Solo Tachipirina e vigile attesa.
Dopo pochissimi giorni la situazione era precipitata. Mio fratello chiamò l’ambulanza e fu ricoverato al Policlinico di Modena. Lí, come da sue parole, fu trattato molto bene e guarí, ma con postumi permanenti ai polmoni.
P.S. Avevo già riportato in passato nel forum la conversazione telefonica, che è il nocciolo della vicenda. Io invece mi ammalai nel luglio 2022 di una forma diversa e piú lieve (equivalente a un’influenza), e fui curato a casa con antivirali.
P.P.S. Ignoro se mio fratello abbia mantenuto il suo medico di base…
E no sul dovere civico di inniettarsi un siero sperimentale venduto a caro prezzo non ci sto. E poi da studi si evince che è successo esattamente il contrario. Il vaccino non immunizava e non bloccava il contagio… dunque…
A posteriori tutto diventa più chiaro e io stesso sono divenuto molto critico, dalla fine del 2021 in poi, sulla necessità di mantenere uno stato emergenziale (incluse le vaccinazioni obbligatorie) che noi operatori sul campo non rilevavamo più. Errori ne sono stati commessi tanti, ma non solo in Italia, e la non adeguata conoscenza di una patologia porta inevitabilmente a commetterne. Però da subito la comunità scientifica internazionale aveva fatto fronte comune e, se anche fosse vero che in Italia le autopsie sono state scarse, ciò non è sicuramente vero a livello globale; e in ogni caso le autopsie rappresentano solo una delle tante modalità in cui si esplica una ricerca clinica (per inciso, sono stati ricercatori italiani a pubblicare a livello internazionale il primo e più completo testo sulla Neurologia del Covid, già nel novembre 2021).
Sulla terapia con paracetamolo (o steroidi, o anche idrossiclorochina) e vigile attesa, ricordo che inizialmente per almeno un anno venne discussa -a livello internazionale- l’opportunità di utilizzare gli antinfiammatori, in quanto gli studi non si prestavano ad interpretazioni univoche. Anche grazie a studi condotti in Italia da ricercatori del Mario Negri, l’utilizzo dei FANS fui poi adottato in tutte le linee guida. Mi pare strano, Fabio, che tuo fratello nel gennaio 2022 non avesse ricevuto indicazioni più aggiornate. Vorrei anche ricordare che le terapie con monoclonali, o i cosiddetti antivirali, dimostrarono un livello statisticamente significativo di efficacia clinica solo nel periodo coincidente con l’uscita di scena della variante Delta e con l’arrivo della omicron, ossia di una variante decisamente più tranquilla riespetto alle prime. Tanto per fare nomi, l’antivirale remdesivir venne utilizzato con gran clamore all’inizio della pandemia, ma la sperimentazione fu poi bloccata (con tanto di articolo di de profundis apparso su Nature) per manifesta inefficacia. Ebbene, con l’arrivo di omicron l’utilizzo di remdesivir ripartì alla grande, con numeri da successo clamoroso (riduzione della mortalità del 90%) e conseguente clamoroso aumento del fatturato della casa produttrice.
Questo per dire che la storia della pandemia deve essere ancora scritta; ma non è giusto, secondo me, che chi si è sottratto a un dovere civico all’inizio di questa storia appaia adesso come un eroe. E’ stato solo un pessimo esempio di selfishness.
Uff… ancora con ‘sto covid…
Ma è giusto. Dobbiamo ricordare quello che è successo. Nessuno nega la paura che c’è stata nei primi mesi del Covid…. Ma non dobbiamo nemmeno negare che le decisioni prese sono stato tutto fuorché razionali… E il “bene comune”, dott. Migheli, ormai è evidente che le motivazioni per cui hanno tentato di fare vaccinare tutti (per tutti intendo anche chi non doveva temere dal Covid più che per una influenza), sono state fondamentalmente sbagliate e hanno fatto morire persone che diversamente sarebbero ancora vive.
E nessuno paga per questo.
Parleremo ancora tra 10,20,30 anni di quello che è accaduto… E spero che per allora qualche verità in più salti fuori.
@ 5
Antonio, su questo punto hai del tutto ragione.
Vi sono però altri aspetti nella condotta sanitaria della pandemia in Italia che a me, profano, paiono altrettanto chiari (e vergognosi). Ne espongo due:
1) Aver “fortemente sconsigliato” le autopsie. Se ci si trova di fronte a una malattia sconosciuta, il primo passo per combatterla è conoscerla, e per conoscerla ci si serve anche delle autopsie delle vittime.
2) “Tachipirina e vigile attesa”. Sì, attesa dell’aggravamento, della polmonite bilaterale, della morte. Mio fratello nel gennaio 2022 è stato quasi ucciso dalla vigile attesa.
Io non ho studiato medicina, ma le considero colpe gravissime. Quanti morti ci sono costate?
#3 bravo Luca la prossima volta ti metti tu il camice, ti caghi tu addosso quando devi visitare perché comunque quello hai scelto di fare nella vita, e provi tu a stare dall’altra parte anziché concionare, OK?
Bravissima l’autrice. Narra, in modo chiaro, i dubbi e le domande che tanti di noi si sono posti, a prescindere dalle scelte che poi ciascuno ha dovuto/potuto fare. Prima che, come sempre e ovunque accade, ci si scateni nella rigida contrapposizione NO qualcosa/ SI qualcosa, vorrei ricordare quanto pensare e riflettere prima di parlare e agire siano esercizi fondamentali. Oggi più indispensabili che mai. E anche ascoltare le riflessioni altrui (lasciando perdere i proclami)
Vedo che siamo ancora al “bene comune”, creato a pagamento dalle multinazionali, improvvisamente amiche dell’umanità.. ai camion dell’esercito per portar via le salme (in Italia mancavano assolutamente camion per quel genere di trasporto, gli unici disponibili erano quelli militari, certamente..)
Comunque io, da bravo sorcio terrapiattista, la mia dose l’ho regalata a chi voleva farsela. Pensa che cattivo.
E la sveglia non suona mai?
Articolo che esemplifica molto bene l’atteggiamento di chi, nella prima fase del Covid (il distinguo è importante), quando non si sapeva nulla delle evoluzioni e conseguenze di una nuova e pericolosa malattia pandemica, ha anteposto il proprio egoismo al bene comune, sulla base di faziose ed antiscientifiche credenze.
(sull’opportunità di procedere con vaccinazioni di massa, e conseguentemente su imposizioni tipo Green Pass, quando alla fine del 2021 era chiaro che il virus -anche grazie alle vaccinazioni- si stava depotenziando, possiamo invece discutere).
Brava Roberta! L’impegno e la lotta verso le ingiustizie non devono finire mai. E danno pure soddisfazione.