Divieto d’arrampicata in Marmolada
E’ del 20 giugno 2016 la notizia del divieto d’arrampicata in Marmolada, più precisamente sulla perpendicolare della Stazione della funivia di Punta Rocca. Successivamente è stata emessa un’altra ordinanza, il 21 giugno, che definisce meglio i contenuti della precedente.
La decisione si è resa necessaria in quanto la stazione d’arrivo della funivia di Punta Rocca sarà interessata da lavori che potrebbero comportare l’accidentale caduta di materiale, anche se verranno adottate tutte le misure di sicurezza previste dalla legge, atte a impedire ogni malaugurato evento.
Riportiamo qui di seguito, delle due ordinanze emesse dal responsabile incaricato del comune di Rocca Pietore, solo il testo della seconda (cioè la N. 25, la definitiva), annotando solo il link per la prima (N. 24).
La stazione d’arrivo della funivia di Punta Rocca
Ordinanza n. 25 del 21 giugno 2016
Settore proponente: Area Tecnica.
Oggetto: Lavori alla Stazione funiviaria di Punta Rocca. Interdizione arrampicate lungo la verticale di Punta Rocca – parete sud della Marmolada. Via dell’Ideale e relative varianti.
Il Responsabile
VISTA la comunicazione del 16 giugno 2016 pervenuta il 17 giugno 2016 al protocollo n. 3481, da parte della “Marmolada s.r.l.”, con la quale si richiede l’emissione di opportuno provvedimento a garanzia della messa in sicurezza del cantiere in località Punta Rocca-Stazione di arrivo funivia, regolarmente autorizzato;
SENTITO il Sindaco;
CONSIDERATO che perpendicolarmente al cantiere, lungo la parete sud della Marmolada, si snodano alcune importanti vie di arrampicata che potrebbero essere interessate da eventuali cadute accidentali di materiali, a prescindere dal fatto che sul cantiere sono da adottare tutte le opportune e necessarie garanzie di sicurezza;
PRESO ATTO dei periodi in cui si svolgeranno i lavori distribuiti da adesso fino al 30 giugno 2017;
CONSIDERATO che la pubblicazione del presente atto è rivolta alla generalità delle persone e in particolar modo a chi si diletta nell’arrampicata sportiva;
VISTO l’art. 107 del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali e successive modifiche e integrazioni;
VISTI gli articoli 41 e 42 dello Statuto del Comune di Rocca Pietore;
A TUTELA della sicurezza e della pubblica incolumità delle persone
Hansjörg Auer in solitaria sulla Via del Pesce, Marmolada, 2007, archivio Auer
O R D I N A:
1) IL DIVIETO DI ARRAMPICATA lungo la perpendicolare di Punta Rocca, parete sud della Marmolada, via di arrampicata denominata “Dell’Ideale” e relative varianti perpendicolari a Punta Rocca, dal 21 giugno 2016 al 15 luglio 2016;
2) i contravventori al presente divieto saranno sanzionati a termini di legge;
3) sarà cura della società richiedente provvedere all’esposizione del presente divieto nelle aree interessate, con opportuno avviso plurilingue;
4) di REVOCARE la precedente ordinanza n.24 del 20.06.2016.
Il Responsabile
Loris Fersuoch
Considerazioni di forma
Al di là della veniale imprecisione nel momento in cui la salita della parete sud della Marmolada viene qualificata come terreno per chi si diletta di “arrampicata sportiva”, va detto che l’ordinanza n. 24 era molto vaga. Si parlava solo di “perpendicolare da Punta Rocca”. La Stazione terminale di Punta Rocca non è situata sulla Punta Rocca vera e propria, bensì circa 250-300 metri a est. Direte: è ovvio che non s’intende la vetta, bensì la stazione terminale, luogo dove effettivamente saranno fatti i lavori. Ma, da un punto di vista formale, dovesse disgraziatamente succedere un incidente a qualcuno, l’ordinanza sarebbe facilmente attaccabile in sede giuridica. Se io arrampicando per esempio sulla via dell’Ideale sono stato colpito da una scarica non mi sarebbe difficile dimostrare che la perpendicolare da Punta Rocca non passa da lì. Dunque arrampicavo in piena legalità e io (o i miei eredi) dobbiamo essere risarciti. Ciò assodato, bene hanno fatto quelli del Comune a correggere l’ordinanza n. 24 con l’emissione della n. 25, che in effetti parla giustamente di via dell’Ideale e delle sue varianti.
Si è dunque ovviato in tempo a una grossa imprecisione con una correzione, ma a nostro parere sarebbe necessario includere nel divieto anche altre vie, aggiungendo i nominativi delle vie interessate dalla possibile caduta materiale, la cui linea di caduta non è così facilmente prevedibile. Oltre alla via dell’Ideale con le sue varianti d’uscita, la Messner e la Mariacher, potrebbero essere esposte anche la parte bassa della via Attraverso il Pesce, la via Italia, la via Fram, la via Fortuna, la via Fantasia, oltre alle varianti di minor conto di ciascuno di questi itinerari.
Giusto Callegari, variante d’uscita Mariacher alla via dell’Ideale, Marmolada, 23.07.1988
Considerazione di sostanza
Non si comprende come non si faccia alcun accenno alla transitabilità del ghiaione alla base della parete sud. E’ pur vero che il sentiero che dal rifugio Falier sale al Passo Ombretta si snoda a sufficiente distanza dalla parete stessa. Ma nulla vieta di pensare che, lungo il ghiaione, possa vagolare qualcuno, magari alla ricerca di residuati bellici.
Considerazione di fondo
Siamo alle solite. La comunità alpinistica viene come di norma trattata come ignorante e minacciata di adeguate sanzioni, proprio come si fa con i bambini quando non si sa come educarli.
Possibile che non si riesca mai ad avere, da parte dell’autorità, un atteggiamento che ci riconosca responsabilità? Possibile che non si riesca a sostituire la parola “divieto” con la parola “Attenzione, pericolo grave”?
In Italia ci riempiamo continuamente la bocca con la parola “divieto” anche quando è del tutto inutile. Se una cordata è così stolta da trovarsi, in quei giorni, su quelle vie dobbiamo cercarne il motivo nella non adeguata comunicazione, magari nella lingua diversa, ma certamente non nella volontà di trasgredire il divieto. Chi sano di mente può volontariamente andarsi a cacciare sotto la caduta di materiale da cantiere? Nessuno. Dunque, se lo fa, lo fa per ignoranza totale della situazione. Meglio perciò insistere sulla comunicazione adeguata e capillare, tralasciando di vietare, cosa del tutto inutile, offensiva e sospetta. Sospetta di volontà di mettersi al riparo da aggressioni giuridiche e ritorsioni mediatiche.
Consigliamo il Comune di Rocca Pietore di fare adeguati avvisi sui siti di arrampicata più importanti nei vari paesi, dei quali ci diciamo fin da subito disponibili a fornire gli indirizzi nel caso non si voglia provvedere a farlo con fatica propria.
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ora che è crollato il blocco di ghiaccio di punta rocca sappiamo il perchè – piste da sci e gatti da neve che tolgono il manto protettivo di neve + stazione a monte che scarica acque e rifiuti ?
@ Andrea Dolci: lavorare vicino a una strada è un po’ diverso che farlo in cima a un’alta parete, se rifanno la facciata di un palazzo, il transito pedonale lo spostano sul lato opposto e il problema è risolto, anche se dovesse cadere
qualcosa il rischio si potrebbe contenere… ma se cade qualcosa e sotto c’è una parete alta centinaia di metri, il materiale può finire chissà dove..,. e se si stacca qualcosa per conto suo dalla parete, si darebbe sempre e comunque la colpa al cantiere… non è così semplice
Scusate ma non capisco una cosa: in città si rifanno facciate di interi edifici, si sventrano ali di palazzi e si ricostruiscono tetti senza che possa cadere un singolo sassolino in testa ai passanti. Siccome non stiamo parlando di un edificio dalle dimensioni imponenti, era così impensabile la posa di normali reti e barriere a protezione dalla caduta accidentale di materiali ?
Sarà difficile cambiare le cose cancellando tutto.
Un tempo si poteva dormire dentro al caldo sul tavolato e la mattina si scendeva gratuitamente con la prima corsa, chiacchierando con i controllori sempre curiosi di storie di alpinismo.
Mi han detto che poi ognuno ha voluto avere ragione.
Ora attacco alle 11, dormo in cengia e pago 11-13 euro al pomeriggio.
Però così facendo si incontrano tante “sgandoline” scosciate, come al Torino.
Questo eco-mostro che per anni ha vomitato a sud rifiuti di tutti i generi va demolito!
Quello che mi dispiace per le prima volte che sono stato a scalare sulla parete sud l’ho usata per scendere.
Di questo proprio non ne sono fiero.
anche per me, se domani quella stazione funiviaria sparisse, sarebbe un miracolo ! Come mettere un cesso pubblico accanto a una scultura di Michelangelo….
Condivido in toto sia il commento preciso e pacato di Gogna, sia la sostanza di chi mi ha preceduto. Purtroppo non sono al corrente dell’entità dei lavori di ammodernamento e neppure delle differenze nella cubatura complessiva. Resta comunque il fatto che questa stazione d’arrivo è un vero eco-mostro che umilia con la sua ingombrante presenza lo spirito dell’alpinismo. Bisognerebbe indagare sulle responsabilità del signor Vascellari, proprietario dell’impianto e sulla legalità dei permessi che è riuscito a ottenere. Lo faremo. Carlo Alberto Pinelli
Quella funivia è un monumento alla vigliaccheria dell’uomo che rompe offende spacca cio che gli conviene, è uno schifo schifoso cattedrale della bruttura su una delle meraviglie del mondo.
ABBATTERLA SAREBBE LA COSA GIUSTA DA FARE
a sud si vieta.
a nord si distrugge.
Ah, adesso mi è chiaro perché agli alpinisti è vietato arrampicare le Sud, mentre agli addetti ai lavori è consentito devastare il lato del ghiacciaio, anche fino a togliere tutta la massa nevosa fino alla base! E non mi riferisco allo scempio del 2005, bensì alla situazione tanto incomprensibile quanto immonda, trovata il 18 giugno 2016.