John Ball, nato a Dublino nel 1818 era uomo politico e di scienza. Fu sottosegretario alle colonie nel periodo 1855-1858 ed autore di varie opere di botanica, riguardanti soprattutto le Alpi Graie. Il suo fu ancora un alpinismo da studioso e da viaggiatore, tuttavia cooperò con grande efficacia alla conoscenza completa delle Alpi. Percorse la catena in tutte le direzioni per almeno un ventennio, stabilendosi infine a Bassano, dopo il matrimonio con Elisa Parolini. Nel 1859 curò la pubblicazione del primo volume di Peaks, passes and glaciers, ma la sua opera maggiore è rappresentata dal ciclo di tre guide alle Alpi Occidentali, Centrali e Orientali iniziato nel 1863 e concluso nel 1868. Si tratta di una monografia sistematica, frutto della conoscenza diretta, dell’intero arco alpino, redatta in forma divulgativa accessibile a tutti.
Il Pelmo, versante sud-orientale
Le imprese alpinistiche più notevoli di Ball furono la traversata dello Schwarztor 3734 m, comunicazione diretta tra Gressoney e Zermatt (18 agosto 1845) con Matthias Taugwalder e la scalata del Pelmo (19 settembre 1857) ritenuta la prima ufficiale nonostante la vetta fosse stata raggiunta in precedenza da cacciatori cadorini e zoldani. Proprio un cacciatore di camosci accompagnò Ball in quell’occasione. In entrambi i casi, comunque, l’alpinista irlandese dovette trascinare le sue stesse guide, restie a proseguire oltre alcuni passaggi difficili. Se queste due imprese hanno importanza oltre che storica e scientifica anche strettamente alpinistica (in quanto precedettero altre scalate più mirabolanti, in qualche misura indispensabili alla preparazione alla conquista del Cervino del 1865), le prime ascensioni della Marmolada di Rocca (1860), della Cima Tosa (1865) e di molte altre vette sono a loro volta importanti in quanto chiusero il vero e proprio ciclo esplorativo delle Alpi. Per questi suoi meriti Ball fu eletto primo presidente dell’Alpine Club.
Le sue peregrinazioni a scopo scientifico lo condussero nel Riff (Marocco), sui Pirenei, in Giamaica, a Panama, in Perù, Argentina, Uruguay e Brasile dove per molto tempo studiò anche la flora montana. Ball fu una delle figure tipiche dell’alpinismo britannico dell’Ottocento: precedendo le grandi imprese di Whymper, Walker e Mummery, non si inserì nel mondo dell’età vittoriana, discostandosene con l’impegno politico, culturale ed anche con l’attività alpinistica. Morì a Londra nel 1889.
Severino Casara, nato a Vicenza nel 1903 e laureatosi in giurisprudenza nel 1926, iniziò l’attività assai presto e fin dal 1925 compì un’impresa solitaria non comune: salì infatti per primo da solo, credendosi sul comune itinerario di salita, gli strapiombi settentrionali del Campanile di Val Montanaia. Impresa che ancora oggi stenta ad essere riconosciuta. La sua attività, dopo tale affermazione, è proseguita intensissima: circa 200 sono le sue vie nuove nelle Dolomiti. È stato soprattutto amico fraterno di Emilio Comici, con il quale ha realizzato la parete sud della Cima d’Auronzo e la Nord del Campanile Comici.
Il 13 e 14 luglio 1936, con Walter Visentin, Casara salì una (forse la più evidente) delle più belle vie di arrampicata del Pelmo, quello spigolo nord-ovest del Pelmetto che dovette attendere il 1973 per una ripetizione. Sono 850 metri di III e IV, con un tratto di V grado. Dopo la morte di Comici (1940), Casara si è compiutamente dedicato all’attività di scrittore: tra i titoli più noti, Arrampicate libere sulle Dolomiti, Al sole delle Dolomiti, L’arte di arrampicare di Emilio Comici (i primi due autobiografici e ricchi di illustrazioni, il terzo rievocativo della figura del grande scalatore triestino, corredato da fotografie didattiche relative alla tecnica perfetta del campione scomparso). Tra i lavori più recenti spiccano Preuss, l’alpinista leggendario (premio internazionale); Il libro d’oro delle Dolomiti; Sulle crode del Piave. Nel 1949 Casara ha iniziato la propria attività nell’ambito cinematografico: Cavalieri della montagna riscosse grande successo; seguirono Europa dall’alto, Gioventù sul Brenta, e altre 25 pellicole. Morì nel 1983.
0Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Oggi a Padova ho conosciuto per caso il sig. Visintin. È stato un incontro molto bello: è simpaticissimo, ed emozionanti e ricche di particolari gustosi sono le tante storie che racconta.
Questo Sabato 19 ho ripetuto la via Casara/Visentin, da solo. È stata un emozione intensa, una delle vie più belle di Severino che abbia fatto dopo il Corno del doge, era un mito nel leggere la montagna, nel viverla, e ripercorrere quelle tracce è un onore immenso.
Ho letto il commento di Visentin, non so se possibile. Ma mi piacerebbe stringere la mano a Walter, se salira su un rifugio come scritto..
Se può interessare Walter Visentin che con Casara salí lo spigolo nord-ovest del Pelmetto, come riportato, é ancora vivo, autosufficiente, lucido. Pensa di festeggiare il centesimo compleanno in un rifugio sulle Dolomiti, vicino all’amato Pelmo