Eliturismo: Dolomiti invase

Per contenuti, urgenza e necessità condividiamo in toto questo comunicato stampa, nella speranza che la Fondazione Dolomiti UNESCO faccia finalmente sentire la sua voce. Chi volesse approfondire la questione dei voli in elicottero in Dolomiti veda ad esempio:
18 febbraio 2014: https://gognablog.sherpa-gate.com/un-motivo-per-impedire-leliski-sullantelao/
27 febbraio 2014: https://gognablog.sherpa-gate.com/il-cai-veneto-dovrebbe-sconfessare-il-comune-di-calalzo/
10 marzo 2014: https://gognablog.sherpa-gate.com/leffetto-domino-delleliski-in-cadore/


Dolomiti invase dal turismo in elicottero
a cura di Mountain Wilderness Italia
lettera aperta alla Fondazione Dolomiti UNESCO

Roma, 2 gennaio 2016
Alla cortese attenzione della Fondazione Dolomiti UNESCO
Alla Presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO, Dott.ssa Mariagrazia Santoro
Al vicepresidente della Fondazione Dolomiti UNESCO, Dott. Mauro Gilmozzi
Loro Sedi

Oggetto: le Dolomiti invase dai voli turistici in elicottero.

Spett. Fondazione Dolomiti UNESCO,
Cominciamo a pensare che quanto ci siamo detti durante tutti i diversi incontri partecipativi sulla strategia della Fondazione Dolomiti UNESCO, Dolomiti 2040, riguardo la qualità nella gestione del territorio e del turismo, sia stato un esercizio puramente accademico e sostanzialmente privo di utilità. Ci conferma in questa opinione quanto è avvenuto sia durante il periodo estivo sia in questo primo scorcio dell’inverno riguardo alla invasione delle alte quote da parte dei mezzi motorizzati (soprattutto aerei).

Locandina per l’evento musicale al rifugio Carducci (6 settembre 2015) con Natalino Balasso: in fondo è leggibile la disponibilità del servizio elicottero (a chi non è in grado di salire a piedi…)
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Nel dettaglio:

– Durante tutta l’estate nel Comune di Auronzo sono stati permessi voli di elicotteri per motivi turistici sopra le Tre Cime di Lavaredo e nel trasporto di persone al rifugio Carducci;

– Sempre nel Comune di Auronzo, è stata pubblicizzata, attraverso la promozione di gite in elicottero, la desmontegada delle mucche dai pascoli alti, affiggendo perfino un impudico manifesto che ne illustrava le modalità. Il manifesto in questione mostrava la foto di un aggressivo elicottero posto al servizio di turisti desiderosi di raggiungere le malghe per assaggiare formaggi: il tema della qualità del prodotto di malga purtroppo posto in ombra dalle pale;

– Durante le festività dell’8 dicembre 2016, partendo da Canazei, sono state portate in elicottero sulle nevi della Marmolada alcune fotomodelle per una passerella in bikini organizzata dalla rete alberghiera Union Hotels, certamente con il sostegno delle pubbliche amministrazioni e forse della locale Azienda di soggiorno (in provincia di Trento sarebbe in vigore una legge che vieta i voli turistici in elicottero) (vedi http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/12/14/news/modelle-in-bikini-sul-ghiacciaio-della-marmolada-1.14570463);

– In questi giorni sulla Tofana, presso la Capanna Ra Valles a quota 2475 m, è stata depositata un’avveniristica “supercar” elettrica dalla quale il 31 dicembre sono partiti fasci di luce che hanno illuminato la montagna. Il commento sosteneva, con un’arroganza non priva di risvolti risibili, come questa tecnologia ormai “dialoghi con l’uomo” e sia rivolta alla “costruzione di un mondo più pulito, ecologico”. Anche in questo caso l’auto è stata trasportata in quota con l’uso di un elicottero. Su internet si trovano i filmati che riprendono la “gloriosa” avventura (e perché no, sceneggiata) del trasporto di quest’auto alla Capanna con il consenso di soci sostenitori della Fondazione;

– Il 30 dicembre 2016 a Pinzolo, un grande manifesto pubblicizzava voli panoramici in elicottero su Pinzolo e Dolomiti di Brenta (sarebbe un parco provinciale…) con partenza da località Baldino e organizzati dalla solita società Heliar.

– Come non parlare infine di quanto avviene in Val Gardena, dove i voli turistici invernali in quota sono frequenti e interessano sia la Marmolada sia la Val Badia? Anche in questo caso nonostante una legge provinciali li vieti.

Veronica Graf sulle nevi della Marmolada. Foto: Ottavio Giannella
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Se tale è il panorama che ci viene preannunciato all’ inizio della stagione turistica, è fin troppo facile immaginare quale sarà l’evoluzione durante il prosieguo o nella prossima estate. In soli pochi mesi 5 gruppi montani posti sotto il patrocinio UNESCO sono stati violati dall’uso illegale e arrogante di questi mezzi. Alla faccia della coerenza e degli sbandierati comportamenti virtuosi delle due province autonome, le quali nel concreto sono sempre disponibili a rilasciare autorizzazioni in deroga per scopi che nulla hanno a che fare con la cultura della montagna. E’ evidente come le pubbliche amministrazioni che costituiscono il Consiglio di amministrazione della Fondazione non riescano, e in alcuni casi nemmeno ci provino, a far rispettare il piano di gestione così diffusamente condiviso; ciò avviene persino in Provincie dotate di leggi specifiche che impediscono i voli turistici in elicottero. In questi ultimi casi amministrazioni e dirigenti eccessivamente superficiali permettono deroghe che nessun vantaggio arrecano alle comunità delle valli ma minano sempre più la credibilità del patrocinio UNESCO sulle Dolomiti.

Mountain Wilderness Italia si attende dalla Fondazione iniziative concrete, inequivoche e coraggiose, in grado di mettere definitivamente fine all’uso improprio degli elicotteri in montagna. E’ una richiesta forte la nostra, radicata nella ragionevole coerenza con cui abbiamo sempre messa in discussione l’aggressione dei mezzi meccanici alla montagna. In primo luogo elicotteri. Ma non va neppure dimenticata l’urgente necessità di regolamentazioni di ampio respiro, limpide e severe, sull’uso delle motoslitte, dei quad, dei fuoristrada. Come pure attendiamo una dimostrazione di maggior coraggio e di lungimiranza da parte delle pubbliche amministrazioni riguardo alla chiusura, a ore, del traffico automobilistico privato sui passi, cominciando dal giro del Sella. In questo ultimo caso giova ricordare che non siamo nemmeno stati coinvolti nella discussione e nella commissione operativa che deciderà le modalità della chiusura spot per le 10 giornate del 2017.

La Frangivento Asfanè al rifugio Ra Valles sulle Tofane a 2475 m
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Riassumendo: con la presente nota siamo a chiedere alla Fondazione Dolomiti Monumento del Mondo e, attraverso di lei, alle amministrazioni provinciali di Trento e Bolzano, coerenza e severità nella gestione della legge che vieta l’uso a scopi turistici e ludici degli elicotteri in montagna. Le Dolomiti meritano altre modalità di frequentazione, rispettose e basate sulla sobrietà e l’impegno individuale. Basta proseguire con queste indecenti deroghe.

Per quanto riguarda i territori non vincolati al rispetto da specifiche leggi è comunque molto semplice impedire l’aggressione degli elicotteri. Anche da parte dei sindaci. In nessun caso questi voli rispettano le leggi sulla sicurezza, a volte nemmeno i piani di volo, tanto sono complesse le normative vigenti. Con semplici ordinanze, o controlli di agenti di pubblica sicurezza, anche in quota, l’attività di eliturismo può essere sradicata alle radici, e non solo per considerazioni legate al rispetto ambientale. Si sappia che in caso di incidente, di qualunque tipo, come accaduto recentemente in Piemonte con l’eliski, la nostra associazione sarà parte attiva nel sostenere ogni possibile causa contro gli amministratori o funzionari che abbiano rilasciato deroghe, permessi o abbiano finto di non vedere e sapere.

Dalla Fondazione Dolomiti UNESCO ci aspettiamo un’impennata di coerenza che sappia restituire un’immagine della montagna più reale, autentica e meno asservita alle volontà del mercato e a una pratica del turismo che rinnega il valore culturale e naturalistico delle Dolomiti.

Per il Consiglio Direttivo di Mountain Wilderness Italia, il presidente Carlo Alberto Pinelli

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Eliturismo: Dolomiti invase ultima modifica: 2017-01-02T05:26:46+01:00 da GognaBlog

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17 pensieri su “Eliturismo: Dolomiti invase”

  1. Leggo che ieri a Foppolo “cadeva”, ma sembra si sia solo ribaltato, vicino all’arrivo di una seggiovia, un piccolo elicottero turistico e per poco non “tagliava” qualche persona e qualche bambino, ma per puro caso non ci sono stati dei feriti e nemmeno dei danni.
    Ma sono arrivati altri due elicotteri, uno del soccorso e uno dei carabinieri.
    Un bel problema l’elicottero!
    Prima i cavalli a Londra sporcavano tantissimo, ora le auto inquinano…. e camminare soltanto non si può: Londra è molto grande.

  2. “Enrico Damin Non sono d’accordo. Ci sono persone che per problemi fisici, disabili, non possono raggiungere certe mete, con l’uso di un elicottero gli si puó dare la possibilità di poter assistere a certi panorami che persone più “fortunate” possono ammirare raggiungendoli a piedi. Perché privarli di spettacoli così emozionanti? Certo è che la cosa va regolamentata e non sfruttata per puri interessi economici.
    Da facebook 4 gennaio 2017 alle 11:21”

    Giustificare l’uso dell’elicottero con i disabili è proprio una bella scusa…
    Pur di non faticare si sfruttano anche i disabili.

  3. Ecco una breve selezione di commenti pubblicati su facebook.
    René Querin Ma quanti sono questi voli? Sono meglio o peggio delle macchine che “circondano” i vari passi dolomitici? L’inquinamento di auto/moto/pullman è migliore di quello degli elicotteri? Se bisogna preservare il Patrimonio Unesco (da notare che solo parti delle Dolomiti sono da considerarsi tali) allora perché non vietare qualsiasi transito di veicoli a motore?
    Da facebook 4 gennaio 2017 alle 15:59

    Mauro Cutugno Arroganza è ritenere che il proprio modo di vivere la montagna sia migliore degli altri modi.
    Nei parchi naturali in USA ho visto convivere pacificamente tante passioni diverse, perché in Italia non riusciamo ad accettare gli altri così come sono nel rispetto reciproco?
    Invece che cercare pretesti per odiarci, pensiamo a viverci la nostra passione con le persone che la condividono stando attenti a non danneggiare gli altri e la natura.
    P.S.: non sono mai salito su un elicottero in vita mia.
    Da facebook 4 gennaio 2017 alle 14:31

    Enrico Damin Non sono d’accordo. Ci sono persone che per problemi fisici, disabili, non possono raggiungere certe mete, con l’uso di un elicottero gli si puó dare la possibilità di poter assistere a certi panorami che persone più “fortunate” possono ammirare raggiungendoli a piedi. Perché privarli di spettacoli così emozionanti? Certo è che la cosa va regolamentata e non sfruttata per puri interessi economici.
    Da facebook 4 gennaio 2017 alle 11:21

    Nadia Montagner Si dice che si deve salvare la montagna coi loro abitanti e adesso? Va bene l’elicottero – ma fatemi un piacere – vogliono il formaggio e non vogliono camminare vi è la latteria della valle – se no gambe in spalla e via – quando arrivi in baita altro che formaggio – e poi bene alla linea – non a quella in foto perché dopo non la troviamo più.
    Da facebook 4 gennaio 2017 alle 10:48

    Roberta Chiesa Meglio poco turismo ma buono ed ecologico. È da miopi pensare che il turismo selvaggio (addirittura favorevole a mezzi inquinanti e di disturbo alla fauna) sia una risorsa economica per la montagna. I danni ambientali non hanno prezzo.
    Da facebook 4 gennaio 2017 alle 10:33

    Mirco Pavan “affiggendo perfino un impudico manifesto che ne illustrava le modalità. Il manifesto in questione mostrava la foto di un aggressivo elicottero posto al servizio di turisti desiderosi di raggiungere le malghe per assaggiare formaggi”: welcome to Medioevo!!
    Da facebook 4 gennaio 2017 alle 8:38

    Riccardo Tognettini Gli elicotteri sono da vietare e basta. Se vuoi salire su una montagna prendi una funivia se c’è oppure ci vai a piedi. Se fosse per me vieterei anche le motoslitte. Elicotteri e motoslitte solo per ricerca e soccorso.
    Da facebook 3 gennaio 2017 alle ore 21:59

  4. Quello che sbigottisce nella stizzita risposta di Giorgio Pirolo è l’ignoranza delle argomentazioni utilizzate; un’ignoranza ancorata a luoghi comuni da “bar dello sport” che il mondo culturale, al quale Pirolo e Corona dicono di far parte, dovrebbe essersi lasciato alle spalle da oltre mezzo secolo. Il giovane a brillante architetto si dichiara “inorridito” dalla denuncia di Mountain Wilderness e non esita a rispolverare le sciocchezze di quegli speculatori edilizi che, nei lontani anni cinquanta, accusavano le associazioni ambientaliste di essere solo degli arcaici “club di contesse”. Cosa altro significa infatti l’affermazione – priva ovviamente di qualsiasi riscontro oggettivo – che gli autori della denuncia attuale sono solo pseudo-ambientalisti, adusi a scorrazzare su e giù per i boschi alla guida delle proprie “SUV da 100.000 euro”? Prima di mettere per iscritto insinuazioni così squalificanti (per chi le formula) Pirolo avrebbe dovuto avere la decenza di informarsi, non solo e non tanto sulle denunce dei redditi dei componenti la nostra associazione, ma piuttosto sulle iniziative che da tre decenni – e affrontando anche enormi difficoltà economiche – Mountain Wilderness porta avanti per contrastare la banalizzazione ludico/consumistica della montagna e delle esperienze che in montagna si possono vivere in libertà. Iniziative che includono la tutela della biodiversità e dei paesaggi identitari, la lotta all’uso turistico dell’elicottero e alla omologazione della montagna a gigantesco “parco tematico”, la lotta alla proliferazione degli impianti di risalita, la difesa dei parchi nazionali e regionali, il soccorso alle comunità colpite dai terremoti, le proposte per limitare l’afflusso motorizzato sui passi dolomitici, ecc. Senza contare le iniziative umanitarie che ci vedono protagonisti in Etiopia, Afghanistan, Pakistan. E via discorrendo.
    Venendo al caso specifico nessuno di noi ha la pretesa di contestare la possibile bontà ecologica dell’invenzione di Pirolo. Ci dichiariamo incompetenti. L’Asfanè può anche essere una automobile utile all’ambiente. Quello che si contesta e si configura come una vergogna è la scelta compiuta per lanciare pubblicitariamente il nuovo prodotto. Per sua natura la scopo dell’ automobile – elettrica, a benzina o ad aria compressa – è quello di facilitare gli spostamenti degli esseri umani lungo strade asfaltate; e non è quello di inerpicarsi in luoghi ancora parzialmente o totalmente liberi dal fiato, spesso pestifero, della cosiddetta “modernità”. Tanto è vero che la povera Asfanè, per essere collocata lassù, in un contesto a lei radicalmente estraneo, ha avuto bisogno dell’assistenza di un altro marchingegno meccanico, altrettanto fuori posto: l’elicottero. Concludo con un esempio: oggi molti famosi architetti progettano e realizzano grattacieli di grande fascino artistico. Tuttavia tutti noi saremmo sconcertati se uno di quei moderni capolavori venisse edificato partendo dal centro del Colosseo. La contaminazione ci farebbe rabbrividire. Questo vale letteralmente anche per la montagna, malgrado troppi se ne siano dimenticati. Suppongo che lo stesso Corona, precipitatosi a difendere l’operato dell’amico, dovrebbe ammettere che l’esempio è calzante.
    Carlo Alberto Pinelli, presidente di Mountain Wilderness Italia (http://www.carloalbertopinelli.it)

  5. ……questa è la vera faccia di una realtà voluta dal livello politico …… è le belle parole specchietto ……. Il mio pensiero ? Che tra dieci anni non esisterà il rispetto Naturalistico …… il dio denaro sta iniziando il suo percorso di annientamento. Un saluto Massimo

  6. Il Parco naturale Adamello Brenta ribadisce con forza la propria contrarietà all’utilizzo turistico degli elicotteri sul proprio territorio. Tale pratica viene considerata in contrasto con la tutela dell’ambiente e con i criteri del turismo consapevole e rispettoso che l’area protetta cerca di proporre. Il Piano del Parco vieta infatti il sorvolo a motore, con le sole deroghe dettate dalla Legge Provinciale 5 del 1996, che però non lascia spazio all’utilizzo dell’elicottero per fini turistici. Devono essere autorizzati solo i voli di soccorso e di servizio ai lavori in quota che necessitano dell’uso dell’elicottero per questioni di sicurezza o di diminuzione degli impatti ambientali rispetto ad altre forme di intervento. Con questo spirito, anche nel recente passato, abbiamo segnalato ai servizi competenti della Provincia di Trento l’assoluta necessità di limitare il più possibile l’utilizzo di tale mezzo.
    Joseph Masè, presidente dell’Ente Parco Adamello-Brenta

  7. buongiorno a tutti!
    di seguito una nota che il parco per il quale lavoro manderà oggi ai giornali locali che hanno ripreso la notizia.
    Andrea Mustoni

    “Il Parco Naturale Adamello Brenta ribadisce con forza la propria contrarietà all’utilizzo turistico degli elicotteri sul proprio territorio.
    Tale pratica viene considerata in contrasto con la tutela dell’ambiente e con i criteri del turismo consapevole e rispettoso che l’area protetta cerca di proporre.
    A tal fine il Piano del Parco, all’articolo 6.1.20, vieta “il sorvolo a motore, con le sole deroghe dettate dalla Legge Provinciale n. 5 del 1996” che non lascia spazio all’utilizzo dell’elicottero per fini turistici.
    Il Presidente dall’Ente Avv. Joseph Masè, conferma la posizione del Parco ricordando che “devono essere autorizzati solo i voli di soccorso e di servizio ai lavori in quota che necessitano dell’uso dell’elicottero per questioni di sicurezza o di diminuzione degli impatti ambientali rispetto ad altre forme di intervento. Con questo spirito, anche nel recente passato, abbiamo segnalato ai servizi competenti della Provincia di Trento l’assoluta necessità di limitare il più possibile l’utilizzo di tale mezzo”.
    A conferma della sensibilità del Parco nei confronti del tema, il Presidente Masè evidenzia anche che “ il Cuore delle Dolomiti non deve essere ferito e offeso da modalità di fruizione incompatibili con la conservazione e tutela della natura. Le Dolomiti di Brenta e l’Adamello vanno considerate come un patrimonio non solo del Trentino, ma del mondo intero e come tale rispettato con cura e dedizione”.
    In sintesi, Parco Naturale Adamello Brenta, in merito al tema dell’utilizzo a fini turistici dell’elicottero, ha preso posizione in modo chiaro e lontano da qualsiasi spiacevole interpretazione”.

  8. Caro Sergio e Dudu… avete ragione. A ben vedere la foto del Primiero ingenera confusione. Per questo motivo la tolgo. Grazie della collaborazione.

  9. Da abitante di Primiero peró non sono molto contento che si “butti nella mischia” una foto cosí a caso di una bella manifestazione che si svolge nella mia valle che non c’entra nulla con l’argomento trattato.
    Comunque un saluto e tanti Auguri di un buon 2017 a tutti!

  10. Caro Sergio… hai ragione. Fiera di Primiero non c’entra nulla con Auronzo. Abbiamo a lungo cercato una foto del manifesto “incriminato” senza trovarla, quindi abbiamo deciso di inserire una foto di una desmontegada qualunque.
    Inoltre hai pure ragione sul mancato “invito” all’amministrazione veneta. Mountain Wilderness (ed io a ruota) se ne dev’essere dimenticata…
    Complimenti: sei un lettore attento!

  11. son perfettamente d’accordo…però non ho capito cosa centri la desmontegada di fiera di primiero con auronzo (vedi foto)…e non ho capito perché all’aministrazione veneta non sia stato fatto alcun “invito”…

  12. Mi spiace dirlo ma in Dolomiti stiamo assistendo ad una farsa ignobile, di personaggi che fanno il doppio gioco, sedendo con cariche importanti nel mondo del turismo cosidetto sostenibile per poi avallare in altre ruoli ( politici o giornalistici) il turismo dei cannoni da neve e delle città in montagna.
    Finché dovremo assistere a questa grottesca rappresentazione, avallata da maggioranze che si autodichiarano progressiste, c’è ben poco da fare.

  13. Per la precisione, la foto con didascalia “Veronica Graf sulle nevi della Marmolada” non è stata scattata in Marmolada (dove se non sbaglio l’eliski nella parte veneta è permesso) ma sulla dorsale NO della Crepa Neigra in Val di Fassa (Trentino), ergo violando il divieto provinciale di decollo e atterraggio sopra ai 1500 metri.
    Da facebook, 2 gennaio 2017, ore 9.35

  14. CORTINA. «Mi chiedo perché Mountain Wilderness e Cipra, invece di farsi pubblicità attraverso la nostra iniziativa, non puntino l’attenzione su cosa circola quotidianamente sulle nostre strade di montagna. Non penso siano gli elicotteri l’unico problema della montagna».

    Giorgio Pirolo replica agli ambientalisti che lo hanno attaccato definendo “una vergogna” l’utilizzo dell’elicottero, nei giorni scorsi, per portare la sua Asfanè Frangivento, supercar elettrica, da Fiames ai 2475 metri del rifugio Ra Valles sopra Cortina. E trova un convinto alleato in Mauro Corona: «Stimo Giorgio Pirolo e l’ho sempre incoraggiato a fare la sua strada. Per questo mi fanno ridere questi ambientalisti a senso unico che se la prendono con lui, che progetta, lavora e si dà da fare. Non è lui che offende la montagna con le sue iniziative. La montagna è offesa quando interi paesi muoiono e nessun ambientalista, di quelli con il Suv da 100.000 euro, alza la voce».

    «Vorrei chiedere agli ambientalisti», prosegue Pirolo, «che auto guidano. Hanno auto elettriche ed eco-sostenibili o continuano ad utilizzare auto a propulsione termica su e giù per i boschi? Sono inorridito dalle loro politicanti parole; abbiamo scelto l’elicottero perché consumava meno rispetto al gatto delle nevi in relazione al tempo di percorrenza. “Il peggio di quanto la cultura della montagna possa esprimere”, per riprendere le parole della guardia boschiva Luigi Casanova, secondo me si valuta in quanti Tir passano per Cortina ogni giorno, in quante automobili e quanti autobus a benzina e gasolio. Su quante moto urlano sulle strade del Passo Giau ogni estate. Qualcuno ha inoltre pensato a predisporre in paese le torrette dove agganciare le auto elettriche invece di promuovere teutoniche potentissime auto a benzina? Invece che proporre di chiudere i passi, perché non li apriamo solo alle auto elettriche, dando così un forte segnale ed un incentivo all’utilizzo? Non rispondere a queste domande è la vera “vergogna”. La nostra Asfanè», sostiene Pirolo, «è il primo vero, importante progetto di auto ad emissioni zero sviluppato interamente in Italia, un orgoglio tecnologico bellunese, esposto nella più suggestiva cornice del nostro territorio a simboleggiare che il nostro sguardo, quello di noi giovani, è rivolto ad un futuro ecologico più pulito e in sintonia con il nostro territorio. E lo stiamo progettando. Infine chiedo a Casanova se mi presta una slitta, o meglio una lioda, per portare giù l’auto il 6 gennaio, dando così anche il suo apporto per un mondo migliore».

    «Anche io sono un ambientalista a modo mio», aggiunge Corona, «e mi dà fastidio questa demagogia; perché questi pseudo-ambientalisti non se la prendono invece con lo scempio di Braies dove, a seguito di una trasmissione tv, oggi non si riesce più a muoversi e si vive fra le automobili e lo smog? Altro che elicotteri».

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