A volte le pagine pubblicitarie del web sono commoventi. Sì, perché c’è la possibilità che ti facciano sorridere. La superficialità con cui vengono confezionate spesso è inaccettabile. Non bisognerebbe mai dimenticare che un marketing accurato non può fottersene in questo modo di logica e accuratezza. Si rischia di ottenere l’effetto contrario: invece di invogliare, si ottiene di dissuadere (e a noi in questo caso andrebbe anche bene…).
La Capanna Regina Margherita sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa
Prendiamo a esempio la pagina di www.alagna.it, quella che vorrebbe promuovere l’eliski sul Monte Rosa in questo 2014-2015.
Questo è il testo che presenta in generale le possibilità di eliski ad Alagna Valsésia:
“Eliski ad Alagna
Alagna è un ambiente ancora selvaggio e non toccato dal turismo di massa. Offre possibilità infinite di splendide escursioni e, grazie all’eliski, opportunamente controllato e regolamentato, agli sciatori più esigenti è garantito di scoprire itinerari in neve fresca invernale anche in primavera. Colle del Lys, Colle Ippolita, la Valle Nera, il Cavallo, il tour di Zermatt sono solo alcuni dei voli che proponiamo! Le guide di Alagna sapranno consigliarti quando e dove volare, scegliendo per te dove le condizioni sono al top. Ad Alagna si vola con elicotteri a 5 posti, gruppi rigorosamente di max 4 persone accompagnati da una guida alpina UIAGM. L’eliski controllato e ben organizzato è un modo di guardare la montagna con una prospettiva nuova“.
Questo testo, indipendentemente dalle nostre ben precise opinioni sull’eliski, è abbastanza misero. Potremmo dire che è mendace quando asserisce che l’ambiente di Alagna non è toccato dal turismo di massa; potremmo osservare che è grottesco quando garantisce “agli sciatori più esigenti” itinerari in “neve fresca invernale” anche in primavera; potremmo constatare che è penoso quando stabilisce che l’eliski è “un modo di guardare la montagna con una prospettiva nuova”; potremmo soffocarci dal ridere quando si parla di condizioni al top (viene in mente un plurisbeffeggiato modo di esprimersi di Flavio Briatore: se non sei al top… sei fuori!).
Un’altra pagina dello stesso sito www.alagna.it descrive le varie possibilità per il turista invernale. In questa, accanto alle varie proposte di sci fuoripista, scialpinismo e ciaspolate, figurano le proposte di eliski di fine settimana (790 euro a persona, comprensivi di guida alpina per 3 giorni, 2 voli in elicottero, 3 notti in HB ad Alagna in camera doppia, Ski pass Monterosaski 3 giorni, Safety kit, trasferimenti Acqua Bianca Alagna) e le proposte di eliski su base settimanale (1600 euro a persona, comprensivi di guida alpina per 6 giorni, 2 voli in elicottero, 7 notti in HB in hotel 3 stelle ad Alagna in camera doppia, ski pass Monterosaski 6 giorni, safety kit, trasferimenti Acqua Bianca Alagna).
Senza qui stare a discutere sui prezzi (ognuno può fare le sue valutazioni), analizziamo la proposta nel dettaglio. In entrambi i casi si parla di “25 atterraggi e tantissime discese; 3000 metri di dislivello e un terreno sempre diverso; canali ripidi, percorsi su ghiacciaio, ampi valloni e spazi infiniti“. Osserviamo che, in altra parte del sito, sono 8 le piazzole dedicate all’atterraggio, non 25.
Il testo prosegue: “Le guide alpine di Alagna conoscono il free ride paradise a menadito. Sciare con loro la vastità dei fuoripista del Monterosa ski significa scoprire dove la neve è migliore, dove i canali sono più divertenti, dove i panorami sono mozzafiato e l’eliski è emozionante”.
Fino a pochi giorni fa il sito di cui stiamo parlando confondeva l’eliski con l’eliturismo e pubblicizzava un “bel regalo di Natale” la possibilità di raggiungere con l’elicottero la Capanna Regina Margherita per poi scendere in sci. Periodo: giugno-settembre! Errore cui giustamente e finalmente si è posto rimedio cancellando le pagine incriminate. Il marketing spesso tralascia l’accuratezza, ciò che gli interessa è imbonire, non certo spiegare. Ma quando si parla di fuoripista (anche se con elitrasporto), non si può essere mai superficiali: occorre dire che il pacchetto è soggetto alle condizioni meteo, nonché allo “storico” della stagione di innevamento; occorre dire se c’è un minimo “garantito” e qual è eventualmente. Qualifichiamo questa proposta uno squallido esercizio pubblicitario, l’ennesimo tentativo di promettere divertimento ed emozioni epidermiche in un campo dove la montagna invece di farla da padrona è ridotta a business da divertimentificio, dove le abusate parole “mozzafiato” ed “emozionante” celebrano il parto stitico di un copywriter a dir poco senza fantasia.
Ci auguriamo che la professionalità in montagna e sul terreno sia ben superiore all’accuratezza con cui è stato formulato il pacchetto d’offerta: perché, se così non fosse, l’utente farebbe meglio a disertare.
Flavio Briatore sbarca a Cortina per rilanciare un luogo storico della ristorazione della zona, El Camineto. Un luogo diventato eccellenza grazie alle potenzialità di uno spazio ricco di bellezza, unito a una cucina di altissima qualità che negli anni ha fatto incetta di premi e riconoscimenti.
Il Gambero Rosso nel dare la notizia ha spiegato che ”per tutti era ‘Il Meloncino al Camineto’ (anche per la nostra guida Ristoranti d’Italia, dove fino all’edizione 2013 era presente con una forchetta) la ‘casa’ di Romeo e Orietta Melon, che ne sono stati al timone per 20 dei sui 55 anni di vita. Il tutto esaurito, in stagione, era una costante: lo amavano per l’ambiente, con tanto di caminetto ovviamente, per la vista strepitosa, per una cucina che aveva dei must come il leggendario spaghetto alla cipolla, accanto a piatti più creativi”.
Era stato chiuso a novembre: dopo quasi 20 anni di gestione, la famiglia Melon ha deciso di cedere il testimone giunto nelle ‘mani’ del gruppo Majestas di Flavio Briatore del quale fanno già parte anche il Billionaire, il Twiga e Crazy Pizza, e i brand in licenzaCipriani Monte Carlo, Cova Monte Carlo e Cova Doha.
Come spiega sempre il Gambero Rosso lo ”spaghetto alla cipolla rimarrà nel menù, così come lo chef resident del Meloncino Riccardo Rasina. Un passaggio di testimone all’insegna della continuità con la lunga tradizione del posto, pare quindi di capire. Anche se l’impronta del brand – è il management del Twiga a Forte dei Marmi a occuparsi della gestione – è facile che si faccia sentire”.
”Abbiamo scelto Cortina – dichiara Briatore – in cui crediamo fortemente e che andrà a competere a livello internazionale con le migliori stazioni sciistiche e che ospiterà le Olimpiadi nel 2026. Sarà una bella sfida ma siamo sicuri che l’unione tra la tradizione e i valori rappresentati da “El Camineto” e l’esperienza e professionalità del management di Twiga Forte dei Marmi, che si occuperà della gestione, saranno una formula vincente”.
Le porte alla clientela si sono aperte già negli scorsi giorni (con una prima giornata da tutto esaurito) ma ora si attende l’inaugurazione ufficiale: al taglio del nastro sarà presente non soltanto il manager ma anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè.
C’è grandissima attesa, quindi, per il “Camineto day”, giornata inaugurale che si svolgerà il 9 dicembre, fra brindisi e sottofondo musicale di Alessandro Ristori, conosciuto a Cortina soprattutto per quanto concerne gli eventi mondani. (cfr. ildolomiti.it)
Il nostro Carlone oggi è stranamente assente dal GognaBlog.
Che sia finito, quatto quatto, al Camineto Day con Briatore e la Santanchè a degustare lo spaghetto alla cipolla? e poi, dopo essersi scolati tutti insieme un paio di bottiglie di champagne (o magari tre fiaschi di Barbera), a cantare Rosina?
Ah, Carlo! Tu quoque! 😉😉😉
perfettamente d’accordo eccetto che l’articolo sembra firmato da Flavio Briatore (che per un attimo è deiventato il mio eroe), scherzo! 🙂
P.S.
http://facebook.com/noeliskisulledolomiti
Da sottoscrivere parola per parola. Aggiungo solo che spiace vedere professionisti della montagna, le guide alpine, uniche figure autorizzate per legge all’ accompagnamento in montagna – a scopo di lucro – nelle sue varie articolazioni, collaborare, non solo ad Alagna, con siffatte proposte turistiche, che non educano di sicuro ad una frequentazione “ecologica” e consapevole della montagna invernale, che presenta come si sa rilevanti pericoli da non sottovalutare. Certo pecunia non olet e bisogna guadagnarsi la giornata. Però che tristezza.