Euro Montagna

L’accademico del CAI Euro Montagna è morto a 89 anni il 29 ottobre 2020 per CoViD-19, a Genova.

Euro Montagna
di Fulvio Scotto
(dal suo profilo facebook, 1 novembre 2020)

La maggior parte degli alpinisti delle Alpi sud-occidentali conosce il nome di Euro Montagna perché indissolubilmente legato alle Alpi Liguri e Marittime principalmente per le sue pubblicazioni, le guide dei Monti d’Italia per la collana CAI-TCI.

Euro Montagna in vetta al Mont Blanc du Tacul, dopo la prima ascensione dello sperone nord-est, 12-13 agosto 1965

La sua conoscenza di ogni cima e delle sue pareti, le vie aperte e le ripetizioni, la familiarità con i personaggi dell’alpinismo, la meticolosa esplorazione delle montagne da Genova alle Marittime fatta sul terreno e sui documenti, con il puntiglioso riordino delle relazioni, la documentazione sui protagonisti, sugli episodi del loro agire e sugli aneddoti, tutto ciò fa di Euro Montagna un personaggio unico nel panorama alpinistico sud-occidentale.
Ma i suoi orizzonti non si limitavano certo alle Marittime.

a destra, Rita Corsi ed Euro Montagna
Sperone nord-est del Mont Blanc du Tacul, 1a ascensione

Negli anni giovanili (cioè poco dopo la guerra, perché Euro era nato a Genova il 10 ottobre 1931) aveva esplorato assiduamente l’Appennino Ligure e le Alpi Apuane, per lui le montagne più comode da raggiungere da Genova, tracciandovi numerose vie di scalata di notevole difficoltà. Erano sicuramente ancora tempi duri, di faticosa rinascita.

Rubando le parole scritte dal suo amico Gianni Pàstine, profondo conoscitore anch’egli della storia dell’alpinismo genovese, nel fare riferimento ai mezzi di cui allora poteva disporre, diciamo che: “Euro ha percorso con tenacia grandi itinerari, specie nel Gruppo del Monte Bianco, partendo da un inizio basato su pochissimi mezzi, avendo per maestro nient’altro che la propria passione e volontà”. La determinazione è stata l’elemento catalizzante e fondamentale della sua attività.

Salvatore Gabbe Gargioni ed Euro Montagna (a destra) davanti al vecchio bivacco Varrone

Ridendo, lui stesso mi raccontò che a Genova i suoi amici dicevano di lui: “I mortali nemici di Euro non sono gli eventuali uccisori dei suoi genitori (una delle peggiori cose che potrebbe farti un nemico è ucciderti i genitori), ma, i nemici di Euro, sono i malcapitati che durante una salita non vogliono proseguire per la vetta…”.

Euro deve inoltre essere considerato la memoria storica dell’alpinismo ligure, sia per quanto riguarda le Alpi che per l’Appennino, fino alle Apuane comprese, da un lato, e al Monte Bianco dall’altro.

Euro Montagna sulla Punta Bich, cresta sud dell’Aiguille Noire de Peutérey con Nicola Campora (22 luglio 1963)
Euro Montagna in vetta alla Cima Sud dell’Argentera, 27 giugno 1970. Foto: Renato Boggero.

A lui va il grande merito di aver saputo documentare tutto ciò attraverso un’infinità di scritti, articoli e monografie, primi fra tutti i già citati prestigiosi ed enciclopedici volumi della collana Monti d’Italia. Alpi Liguri con Lorenzo Montaldo nel 1981 e Alpi Marittime, vol. I nel 1984 e Alpi Marittime, vol. II nel 1990, sempre col Montaldo e con Francesco Salesi.

Da sin, Pietro Galleri, Euro Montagna, Gianni Pàstine, Vittorio Pescia, Alessandro Gogna, Stefano Sironi, Salvatore Gabbe Gargioni, Ferruccio Joechler, Giorgio Noli, Nicola Campora, xx, Dunny, yy.
Da sinistra, Monica e Marta Cassin, Graziella Canepa, Euro Montagna, Guido Cassin, Giulio Gamberoni e Salvatore Gabbe Gargioni.
Euro Montagna in vetta alla Cima di Curmaon, cresta est, via Gervasutti, 28 luglio 1968, con Franco Piana

Da ricordare inoltre, in precedenza, nella stessa collana, il volume Alpi Apuane del 1979, coautori Angelo Nerli e Attilio Sabbadini.

Bisogna poi citare anche un altro lavoro, enciclopedico anch’esso: Le origini dell’alpinismo in Liguria, scritto insieme a Giulio Gamberoni, pubblicato nel 2012 e in seconda edizione nel 2017 con la collaborazione di Gianluigi Baraldi.

Tra gli interessi alpinistici di Euro, cioè quelli della sua attività in parete e non solo con la penna, al di là delle Marittime e delle Apuane, ci sono in primo piano il Monte Bianco come già accennato, e poi il Cervino sua prima grande montagna, e anche le Dolomiti.

Tutta questa attività gli valse già dal 1962, all’età di trentuno anni, l’ammissione al Club Alpino Accademico, il CAAI.

Parete nord del Torrione Grande del Castello della Pietra, con Giancarlo Croci, Nicola Campora, Salvatore Gargioni e Gino Musso, dal 16 novembre 1975 al 25 luglio 1976.
Parete nord del Torrione Grande del Castello della Pietra
Euro Montagna sul terzultimo tiro della via SUCAI (più conosciuta come via Vaccari) sulla parete sud-ovest del  monte Nona, Alpi Apuane.

Euro è un incontenibile narratore di storie, riportando nomi date e aneddoti con una lucidità e una incredibile propensione per i dettagli. Basta dargli il “la” e ci ritroviamo travolti da una valanga di ricordi: dall’Argentera alla Maledia, al Marguareis, o dall’Uia di Santa Lucia al Procinto, Pizzo d’Uccello, Pisanino, Dames Anglaises, Drus, Tacul, Campanil Basso in Brenta e scoprire che ha conosciuto Tizio e Caio, che ha bivaccato nei posti più disparati e un’infinità di altre storie di fronte alle quali, nei pomeriggi che ho recentemente trascorso con lui per una lunga intervista, anche l’orologio getta la spugna e va in esaurimento… Io ascolto, e le sue parole, nel racconto dell’infanzia e dei primi approcci, visualizzano nella mia immaginazione fotogrammi, che paiono scorrere in bianco e nero come in un film del neorealismo.

Disegno di Euro Montagna

Mentre nel suo studio parliamo, Euro sfoglia minuscole agendine, più piccole di un pacchetto di sigarette, e sulle quali, anno dopo anno, ha segnato le sue vicende.

Non sono io che lo intervisto, è lui che racconta, inarrestabile. Sì, ma se per ogni anno di attività, per ogni agendina impieghiamo un pomeriggio… questa intervista dura 20 giorni…

Poi tira fuori foto, disegni, schizzi, appunti e un libro che ha stampato in una quarantina di copie, tutte numerate per gli amici e di cui mi ha regalato una copia, la numero 33. Una raccolta di suoi racconti autobiografici già pubblicati negli anni su varie riviste e che, così confezionati, ha intitolato Racconti di alpinismo. E di avventure da raccontare, Euro, ne ha tante.

Disegno di Euro Montagna

Alcuni appunti
Un altro grande amore di Euro Montagna è stato il Corno Stella (alpi Marittime). Lo salì per la prima volta il 16 luglio 1955, per la via De Cessole, con suo cugino Duilio Montagna.

Euro e Gabbe (Salvatore Gargioni) salirono la parete nord del Corno Stella percorrendo la via Rabbi (6a salita) il 15 e 16 settembre 1958 con un bivacco a 50 metri dalla vetta (“Abbiamo mangiato dei fiori per la sete… col risultato di impastarci ben bene la bocca!”, ha raccontato Euro).

Sulla stessa parete nord del Corno Stella, dopo la via Rabbi nel 1958, Euro ha salito anche la via Ellena (10a salita) un anno dopo, il 19 luglio 1959, con Ottavio Bastrenta e Carlo Sabbadini partendo direttamente dalle Terme di Valdieri, ove avevano dormito nella caserma in rovina su un po’ di paglia e con una coperta fornite loro da Italo Alchieri.

Euro Montagna (al centro), Giorgio Noli (a destra)

Quando con Giorgio Noli ha effettuato la traversata della Cresta Savoia da nord a sud, il ritorno è stato a piedi fino al bivio di Entracque per prendere la corriera per andare alla stazione di Cuneo a prendere il treno per Savona e da lì con cambio treno andare poi fino a Genova… questo era sovente il “contorno accessorio” dell’alpinismo ligure in Marittime alla metà degli Anni ‘50…

Il Monte Bianco è stato il grande amore di Euro Montagna. Lo salì per la prima volta il 25 luglio del 1952 facendo la traversata dal rifugio Torino per il Mont Blanc du Tacul e il Mont Maudit con Felice Ridella (con cui il giorno prima aveva scalato il Dente del Gigante) e Giorgio Noli, insieme ad altri due amici (Conti e Mongiardino). Discesa, manco a dirlo, dopo essere tornati al Col du Midi a piedi fino a Chamonix…

Euro Montagna nello studio di casa sua: “Sun segûo che u l’ea scritu chi dréntu (sono sicuro che era scritto proprio qui)”.

Ma è la parete della Brenva che ha affascinato Euro, che sale per l’omonimo sperone il 13 agosto 1956 con Duilio Montagna per la prima volta, e poi il 24 agosto 1962 per la spettacolare via Major con l’amico savonese Carlo Aureli

Euro ricordava che al Bivacco della Fourche c’era anche Gaston Rébuffat e che al ritorno Toni Gobbi gli regalò un cinturino nuovo per la piccozza. Meglio non indagare in che condizioni fosse il cinturino di Euro…

La Cresta di Peutérey è una spettacolare scala che la natura ha costruito per salire al Monte Bianco. Euro la percorre con l’amico Silvano Massa nel 1958. L’idea era di andare alla Dames Anglaises, ma già che erano lì… “Cosa dici Silvano, già che siamo qua, se facessimo la cresta di Peutérey…?”. Il copione recita: un bivacco in cima all’Aiguille Blanche (senza adeguata attrezzatura ovviamente…). Euro, anche lui in scarponcini leggeri da roccia, che allaccia i ramponi all’amico che li usa per la prima volta in vita sua (!!!). Secondo bivacco al Col de Peutérey in una truna scavata nella neve. Terza notte alla Vallot e… rallentando il ritmo quarta notte al rifugio Gonella. Arrivati a Courmayeur vanno a farsi curare i principi di congelamento dal dottor Bassi. Arriva Cosimo Zappelli: – Avete fatto la Peuterey? Ma vestiti così?… – e diventa una favola metropolitana… Anni dopo quando un amico presenterà Euro a Cichin Ravelli: – Ti presento il mio amico Euro Montagna… che ha fatto la Peuterey in mutande…

“Se per ogni anno di attività, o agendina impieghiamo un pomeriggio… questa intervista durerà 20 giorni…”. “Va ben, vuriâ dî che stemmu ‘n pö ciù insémme“.

Euro salì il 21 e 22 luglio 1963 con Nicola Campora l’Aiguille Noire de Peutérey per la cresta sud, bivaccando sulla Punta Welzenbach, e prendendo anche la pioggia…

Mont Blanc du Tacul: una delle più belle ascensioni di Euro è la prima salita dello sperone nord-est (a sinistra del Couloir Gervasutti). Salita effettuata con Carlo Aureli, Enrico Cavalieri e Stefano Sironi il 12 e 13 agosto 1965.

In Apuane, la sua via più bella è l’inviolato Gran Pilastro Sud-Est della Pania Secca, con Gino Dellacasa il 7 luglio 1963.

Euro mi racconta: – Nella notte andando verso la parete, mi sono mangiato ben tredici pesche che mia moglie Giulia mi aveva nesso nello zaino per il ritorno… Gino sperava che, per gli effetti di quella colazione fossimo costretti a fare un dietro front… invece no (…) Poi però nella parte alta ci siamo beccati un temporalaccio micidiale che ci ha inzuppati come spugne… (ecc…).

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Euro Montagna ultima modifica: 2020-11-24T05:27:57+01:00 da GognaBlog

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12 pensieri su “Euro Montagna”

  1. Solo oggi, per caso, mi imbatto in questo blog di Gogna e apprendo con incredulità la triste notizia. Non riesco a trattenere le lacrime, sembra incredibile perché non ci siamo mai conosciuti di persona, ti avevo solo parlato al telefono una volta, per ringraziarti dello splendido articolo che avevi pubblicato in memoria di mio papà. Quel giorno eri imbarazzato, non ti aspettavi una mia chiamata, per te era stato solo un naturale, sentito saluto ad un caro amico, ad un compagno di avventure. Eppure quel saluto mi aveva donato una grande gioia, mi aveva fatto capire che esisteva ancora il legame di quella corda che vi aveva regalato tanti sogni. Sono cresciuto con i racconti delle vostre salite, mio padre mi ha sempre parlato di te e così,  indirettamente, ti ho conosciuto quasi come se fossi uno di famiglia. Mi permetto, dunque, di salutarti e di ringraziarti per la grande amicizia che ti ha legato a mio papà, per le splendide giornate che avete vissuto insieme e per le meravigliose vie che avete firmato, ma ancora di più per la passione che mi avete regalato che è cresciuta in me nutrita dai racconti delle vostre avventure, dei vostri bivacchi, della vostra determinazione. Mi auguro che vi siate già incontrati e che stiate organizzando altre splendide cavalcate attraverso quelle guglie, le più appuntite, “quelle che (come dicevi) bisogna salire da giovani”. Un saluto commosso e un abbraccio, quello che purtroppo non abbiamo avuto occasione di darci, ciao Euro!
    Matteo Cavalieri

  2. Io sono una appassionata di alpinismo ma in poltrona.Ho letto e riletto il.meraviglioso articolo pure i commenti sono stupendi.le foto poi….Vi ringrazio di cuore

  3. Semplicemente grande euro.il mio mito lo cercavo sempre x Bolzaneto e quando mi dedicava anche un un’attimo mi sentivo grande solo di averci parlato

  4. Euro Montagna, Elso Biagi e Angelo Nerli.
    numi tutelari delle Apuane, nomi che hanno fatto volare i miei desideri  di ventenne che si avvicinava alle loro vie con grande timore e rispetto.
    infaticabili creatori di sogni. 

  5. Alpi apuane girate in lungo e in largo con nello zaino  sempre la guida di Euro Montagna.
    La conservo anch’io con molta cura

  6. Bellissima la via della Pania Secca, che feci tanti anni fa più volte. La guida delle Alpi Apuane, poi, la conservo come una reliquia. Un alpinismo di grande umanità

  7. Quando purtroppo ci lasciano uomini come Euro Montagna, scompare anche un pezzetto dell’alpinismo che ho tanto amato e che amo tuttora.

  8. Come Euro eroe di Bolzaneto e quando nei primi anni ‘70 cominciai ad arrampicare si trovavano sue tracce ovunque: alla Pietra Grande, al roccione di Cravasco, in Baiarda… Era davvero il nostro mito ! Euro l’ho poi incontrato qualche volta in giro per Bolzaneto o sull’Appennino. Piccolo e possente, umile e simpatico. Una Montagna di umanità. Riposi in pace

  9. La sua via al pilastro sud della Pania Secca è  giustamente la più famosa, regolarmente ripetuta e apprezzata. Ma in  Apuane Euro Montagna ha girato in lungo e in largo, d’estate e d’inverno. Prima salita d’inverno della est del Pisanino, via nuova alla Guglia di Piastra Marina sopra Resceto, prima invernale con Ottavio Bastenta della sud-ovest del monte Contrario, via nuova alla ovest del monte Freddone, via nuova sulla nord del Pizzo delle Saette.

  10. La sua via aperta sul pilastro sud della Pania Secca è una delle vie classiche piu belle della Apuane in un ambiente integro e selvaggio tra i piu suggestivi. Nel 1982 aprimmo una logica variante diretta, di cui sono molto orgoglioso.
    Ciao Euro.

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