Exploit sulla Cresta Integrale di Peutérey

Exploit sulla Cresta Integrale di Peutérey
(Integrale della Cresta di Peutérey in 15 ore e 55 minuti della cordata italo-svizzera di François Cazzanelli e Andreas Steindl)

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Venerdì 19 luglio 2019, in 15 ore e 55 minuti le guide alpine François Cazzanelli (IT) e Andreas Steindl (CH)hannocompletato l’ascensione in cordata al Monte Bianco attraverso l’Integrale della Cresta di Peutérey, uno degli itinerari più imponenti delle Alpi e grande aspirazione di molti alpinisti.

Monte Bianco, la Cresta Integrale di Peutérey vista dal rifugio Torino

La Cresta di Peutérey è un insieme di cime situate nella parte meridionale italiana del Massiccio del Monte Bianco: il percorso integrale consiste nella scalata dell’Aiguille Noire de Peutérey per la cresta sud, nella discesa per la cresta nord-ovest, nel superamento delle Dames Anglaises, per poi scavalcare l’Aiguille Blanche e seguire la cresta finale di Peutérey sino al Monte Bianco. Dall’attacco della cresta sud dell’Aiguille Noire sono 3200 m di dislivello con uno sviluppo di 5500 m (Monte Bianco, Gino Buscaini, CAI TCI).

Partiti alle 3.30 del 19 luglio dal Campeggio Monte Bianco “La sorgente” in 5 ore erano sulla vetta dell’Aiguille Noire de Peutérey; senza intoppi, dopo 9 ore e 30 minuti erano al Col de Peutérey pronti ad attaccare il Grand Pilier d’Angle e il bi9anco lenzuolo della cresta di Peutérey. Dopo 11 ore e 50 minuti dalla partenza erano sul Monte Bianco di Courmayeur e dopo 12 ore e 12 minuti sulla vetta del Monte Bianco di Chamonix!

Il materiale usato dalla cordata Cazzanelli-Steindl per l’Integrale di Peutérey

Per la discesa, la cordata italo-svizzera ha scelto la via normale italiana per il rifugio Gonella. Dopo 15 ore e 55 minuti erano di ritorno al campeggio da dove sono partiti alla mattina (il tempo della discesa è stato di 3 ore e 33 minuti).

Per dare qualche numero dell’impresa in velocità, in 15 ore e 55 minuti le due guide alpine hanno salito e sceso 4.276 m di dislivello con uno sviluppo di 45,37 km.

«Era da diverso tempo che volevo scalare questa immensa cresta tutta d’un fiato, partendo dal fondo valle e facendoci ritorno. E sentivo che questo sarebbe stato l’anno buono! – racconta François Cazzanelli – Ho trovato in Andreas un compagno di cordata tecnicamente forte e un amico entusiasta. Abbiamo in comune lo stesso amore per la montagna e la stessa idea di accettazione del rischio».

François Cazzanelli e Andreas Steindl

Con Andreas Steindl, Cazzanelli aveva già realizzato il 12 settembre 2018, il record di concatenamento delle 4 creste del Cervino (Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone) in 16 ore e 4 minuti migliorando di ben 7 ore il record precedente del 1992 di Hans Kammerlander e Diego Wellig di 23 ore.

Per quel che riguarda l’ottimo tempo realizzato sulla Cresta del Peutérey, Cazzanelli precisa che: «in montagna le performance sono difficilmente comparabili in quanto possono esserci delle variazioni, dovute a tanti fattori, come per esempio fare un’impresa del genere in solitaria o in cordata. E –  continua – noi abbiamo preso come riferimento la salita di Ueli Steck, grandissimo alpinista svizzero, che impiegò, in solitaria, 16 ore e 9 minuti, scendendo però dal versante francese». Cazzanelli poi conclude: «Noi siamo molto soddisfatti in quanto assieme abbiamo realizzato un piccolo sogno. Inoltre grazie a Marco Camandona e Luca Rolli, due grandi amici, il tutto è stato documentato con immagini e video straordinari. L’estate non è ancora finita e prima di ripartire in spedizione ho qualche altro progetto sulle nostre Alpi». Cazzanelli infatti, ai primi di settembre, partirà per il Nepal con obiettivi il Manaslu 8163 m e il Pangpoche 6620 m.

François Cazzanelli, classe 1990, è alpinista e Guida Alpina; cresciuto a Cervinia, nella Valtournenche, ai piedi del Cervino dove vive tuttora. Figlio d’arte: il cognome della famiglia del padre, Walter Cazzanelli, e quello della famiglia della madre, Maquignaz, sono legati indissolubilmente da più di un secolo al mestiere di Guida Alpina e all’Alpinismo, da ben cinque generazioni.

François Cazzanelli

François ha ripetuto e aperto svariate vie sul Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa. Solo una settimana dopo il record di concatenamento al Cervino citato sopra, il 21 settembre 2018, Cazzanelli si è reso protagonista, conEmrik Favre e Francesco Ratti, dell’apertura di una nuova via di roccia che risale direttamente la parte più ripida dello Scudo della parete sud del Cervino (e per questo battezzata Diretta allo Scudo) che presenta 10 lunghezze, circa 350 m, con una difficoltà massima stimata fino al 7a/7a+. La Diretta allo Scudo, fortemente voluta da François Cazzanelli e Roberto Ferraris, risolve uno degli ultimi “problemi” del Cervino.

Dal 2009 al 2011 François Cazzanelli ha fatto parte della Nazionale Italiana di sci alpinismo e attualmente continua a gareggiare nelle più importanti competizioni internazionali di lunga distanza. Nel 2019, Cazzanelli ha disegnato il tracciato di gara del Trofeo Mezzalama Jeunes assieme a Emrik Favre.

Dal 2012 è membro della Società Guide Del Cervino e dal settembre 2011 al 2016 ha fatto parte della “Sezione Militare di Alta Montagna del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur”.

Ha partecipato a dodici spedizioni extraeuropee dall’Himalaya alla Cina fino alla Patagonia. Le ultime in ordine cronologico, lo hanno visto raggiungere nel gennaio del 2019 la vetta del Monte Vinsonin Antartide e a maggio raggiungere per ben due volte la vetta del Denali (il nostro McKinley), in Alaska, da due vie, la West Rib e la Cassin, firmando la terza ripetizione italiana. Mentre nella primavera del 2018, è stato protagonista in Nepal di due salite, la prima alla vetta dell’Everest (con l’uso dell’ossigeno per garantire la sicurezza del suo cliente) e la seconda sulla vetta del Lhotse, la quarta montagna più alta del mondo in cordata con Marco Camandona senza l’ausilio dell’ossigeno (unici italiani ad aver scalato il Lhotse nel 2018).

Andreas Steindl

Andreas Steindl, nato a Zermatt l’8 aprile 1989, è guida alpina. Ha lavorato come carpentiere prima di conseguire il diploma di guida alpina nel 2011. Partecipa anche a gare di sci alpino e corsa in montagna. Steindl conosce il Cervino come le sue tasche, infatti è salito sui 4478 metri della cima ben 88 volte prima di stabilire il record di velocità assieme a Cazzanelli. Altro record che detiene è quello di salita sulla cresta dell’Hörnli, 23 agosto 2011, in 2h 57’, battendo così il record di Simon Anthamatten, Ernest Farquet, Marcel Marti e Florent Troillet del 2007 (3h 45’).

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Exploit sulla Cresta Integrale di Peutérey ultima modifica: 2019-07-25T05:11:48+02:00 da GognaBlog

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15 pensieri su “Exploit sulla Cresta Integrale di Peutérey”

  1. Complimenti a chi ha fatto la bellissima fotografia di Andreas Steindl. Bel sorriso aperto di Andreas, eccezionale inquadratura del Cervino vero e del Cervino del tovagliolo di carta, meriterebbe il Pulitzer.                                                                           Per il resto lasciamo perdere.

  2. Qui bisogna valutare i tempi misurando anche i secondi. Per i decimi di secondo si può forse attendere ancora qualche anno. Inoltre servono giudici di gara e una linea di partenza e una di traguardo ben definite che non lascino adito a contestazioni.
    È l’alpinismo dei tempi moderni, bellezza.

  3. Lasciando perdere la discesa, il tempo scatta dall’attacco della Cresta Sud dell’Aiguille Noire du Peuterey, fino in vetta al Monte Bianco di Chamonix, questi sono i tempi: Ueli Steck = 9h45min. Jean Marc BOIVIN = 10h30min. Cazzanelli- Steindl = 12h12min (Sono studioso e storico dell’Alpinismo).

  4. Paolo, sapevo che saresti arrivato, tu non scrivi sempre, ma quandi intervieni anche in modo criptato lanci il pensiero di molti.
    Ti rispondo io usando una frase di Alberto e modificandola
    Hanno alzato l’asticella per chi non è un professionista, ma sicuramente non sulla loro pedana, e sto parlando del tuo intervento sul Denali, Cassin classicissima e niente di più…potevano ma non hanno fatto. Ma oramai ci viene duro per ogni cosa, forse ci vorrebbero più Paolo Panzeri, il sapere e il capire non è da tutti…ciao vecio, passa a trovarmi in Valle

  5. mi sembra normale che due ragazzi forti e motivati, nel pieno dell’esuberanza fisica, vogliano alzare l’asticella.
    La storia dell’alpinismo ne è piena. Altrimenti saremmo rimasti a Horance-Benèdict de Saussure.

  6. Bravi e che gambe, ma più bravi Cazzanelli e socio al Denali: ora dopo 27 anni dalla prima volta nel 92 degli statunitensi (?) anche gli italiani sono quasi riusciti a salire la ormai conosciutissima Cassin in giornata.
    Calcagno è stato calato, dopo le indicazioni dei ragazzi della prima ripetizione italiana del 93, ma è ancora là, penso in pura pace. O no ?
    Sono stati solo alla classicissima al Denali o hanno salito roba tosta da quelle parti come si proponevano?

  7. La montagna molte volte è leva di ciò che siamo. Ognuno è diverso, ognuno vive intensamente i suoi obiettivi, la sua esperienza, il suo sentire, nella riuscita e nel fallimento. Bravi! E basta.
    Lo dice applaudendo un lento contemplatore. Tutta la mia ammirazione! E chi sa andare veloce, può molto insegnare.

  8. Complimenti per la realizzazione del vostro “piccolo sogno”! Voi lo avete realizzato e non impedite ad altri di realizzare il loro sogno, anche andando piu’ piano o verso mete piu’ facili. Per me non sarebbe una scelta, non ce farei neanche in 12 giorni ma va bene cosi’.

  9. In  certi exploit non  vedo la velocita’ fine a se stessa, se sei veloce sfrutti al meglio anche la finestra meteo favorevole (essenziale in montagna), la velocita’la vedo piu’  al fine dell’impresa…certo, per essere veloce devi essere allenato, preparato, equipaggiato “leggero” etc.etc.etc…Comunque l’evolversi della progressione nelle salite alpinistiche anche in termini di velocita’ e tempistiche, di recente ha consentito soccorsi prodigiosi..penso agli interventi di Urubko e Co. con Revol e Cassardo…

  10. Di solito chi critica dalla tastiera non ha la piu’ pallida idea di cosa stia criticando, i soliti telealpinisti da divano. Non c’e’ nulla di piu’ bello che salire in velocita’ e padronanza di quello che fai, magari dopo mesi di preparazione. Senza contare che in questo modo si corrono certamente meno rischi di quelli che salgono “impiccati”.
     

  11. Credo che sia una bella cosa, ovviamente non per tutti, ma una delle tantissime sfaccettature dell’alpinismo e degli alpinisti, a qualcuno piace, a qualcun’altro no, un po di sana invidia, ma niente che possa nuocere a nessuno, io faccio loro i complimenti, vi siete preparati, ci avete provato è questo è l’essenza e siete riusciti …bravi, un altra idea un altro stimolo …avanti così!
    Ivo Ferrari

  12. Meglio gente che viaggia e sa il fatto suo, che gente che pensa di saper “andare” e saper “stare”. Vanno rieducate le masse, i merenderos per interdersi, gente che pensa di potere ma non può. E’ evidente che i signori in questione possono e fanno bene. 

  13. Thoeni, non dire cazzate. Conosco bene Cazzanelli (i guanti Kusch sono una figata, li uso anch’io) e ti assicuro che ha tanta passione per quello che fa che farebbe bene anche se l’avessero tanti tromboni da polentate in rifugio. Da sempre gli alpinisti aspirano a migliorarsi nelle prestazioni, non c’è niente di male, anzi mi sembra un pilastro dell’evoluzione umana. Questi ragazzi veloci non sono dei freddi non contemplatori come alcuni potrebber pensare. Ognuno contempla alla sua velocità e capisco quanto sia bello e appagante sentire che la macchina va mentre ci si sente un tutt’uno con quello che hai attorno. Non uccidete questa felicità per favore!

  14. La montagna non è un autodromo Fateli tornare a casa, rieducateli, fateli tornare nel mondo reale

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