Sabato 3 settembre 2022, dalle 20 alle 20.45, Federica Mingolla racconterà al pubblico del Campo Base Festival di Oira (VB) la propria determinazione e il suo amore per l’arrampicata e l’alpinismo.
Si vedranno foto e filmati di realizzazioni che hanno caratterizzato la sua crescita, da ragazza che frequentava le palestre indoor e partecipava alle gare di arrampicata a una vera e propria alpinista. Il suo percorso da atleta nelle gare di arrampicata viene presto deviato dall’improvvisa amicizia con una guida alpina che diventa il suo “mentore” e che la porta per la prima volta a scoprire cosa si prova ad arrampicare in posti selvaggi e in quota, ma soprattutto che le mostra l’arrampicata trad e lo stile di scalare le montagne.
Federica Mingolla
Nata a Torino l’8 novembre 1994, arrampicatrice sportiva professionista e con licenza di aspirante guida alpina. Ad oggi Federica si conferma una delle donne italiane più interessanti del panorama dell’arrampicata su roccia e dell’alpinismo europeo. Nel 2013 conquista il secondo posto al Campionato Italiano Assoluto corda. Nel 2014 scopre la roccia ed è una passione irresistibile. La sua specialità adesso sono le vie multipitch in stile tradizionale oltre che l’interesse per la scoperta di nuove pareti di spedizioni, tra cui l’ultima in Groenlandia nel 2019 e in Pakistan nell’estate 2017.
Residente in Valle d’Aosta, è Istruttrice FASI, oltre che Tracciatrice di 2° livello FASI. Laureata triennale SUISM, Dottoressa in Scienze Motorie. Atleta testimonial per La Sportiva e Petzl.
La mia idea di guida alpina
di Federica Mingolla
Riuscire a realizzare i sogni delle persone è la mia idea di guida alpina, che non si riduce ad aiutare chi si accompagna a mettere la spunta su qualche cima.
Il rapporto tra guida e cliente, per come la vedo io, deve essere prima di tutto umano ed è su questo rapporto che si fondano la fiducia e il valore delle salite che si fanno poi assieme.
Avere qualcuno che crede in te e ti aiuta con la propria esperienza e motivazione a raggiungere un obiettivo è fondamentale per la riuscita dello stesso.
Io vorrei essere quella persona per chiunque lo voglia o ne abbia bisogno.
Mi presento, sono Federica Mingolla, classe 1994, vivo attualmente a Introd in Valle d’Aosta anche se il mondo è la mia vera casa: di fatto non mi sono mai sentita appartenere a un luogo soltanto.
Questo grazie al fatto che sono nata e cresciuta a Torino, una metropoli, e mi sono sempre spostata per raggiungere le montagne che tra l’altro fanno da sfondo a questa bellissima città.
Bella sì, ma in contrasto con la mia personalità un po’ più alla Heidi.
Fin da piccola infatti sono sempre stata attratta dalla natura, specialmente dall’ambiente montano, mi faceva stare bene, era un luogo dove potevo essere libera, giocare nei prati, rotolarmi giù per i pendii in fiore, tuffarmi nei laghetti, sciare fino all’arrivo dell’estate sulle ultime lingue di neve… Era un luogo ricco di colori e odori vividi ma soprattutto veri.
Ricordo bene la pace che provavo immersa in quelle montagne silenziose, ancora vestite di bianco, nonostante l’inverno fosse finito ormai da un pezzo.
E’ stato esattamente come si potrebbe descrivere un amore a prima vista il mio con la montagna.
L’arrampicata l’ho scoperta grazie a mio papà quando ero molto piccola, per lo più sotto forma di ferrate in montagna e moulinette su qualche placca appoggiata in scarponcini.
E finalmente all’età di 14 anni ho iniziato a frequentare un corso di arrampicata sportiva in una palestra vicino a casa dove già si allenava mia sorella.
Non ho più smesso.
Da quella prima volta in palestra è stato un crescendo di bellezza e attrazione verso quel mondo nuovo: l’arrampicata.
Il mio successivo avvicinamento all’agonismo mi ha portata, anche se per poco, ad allontanarmi dalla montagna ed è forse per questo motivo che dopo 4-5 anni di gare mi sentivo già satura di quel mondo così diverso dal mio e desideravo tornare tra i monti che mi avevano fatta innamorare da bambina.
Poi un giorno al Bside, la palestra dove mi allenavo e insegnavo come istruttrice, conobbi una persona che mi cambiò la vita.
Si chiamava Adriano Trombetta ed era una guida alpina.
Quella fu la prima volta che sentii pronunciare quella parola: guida alpina.
Una parola che assunse un significato molto importante nella mia vita negli anni a seguire, che mi riportò a godere della bellezza che solo la montagna sapeva trasmettermi e questa volta con una componente in più: l’arrampicata.
Adriano mi insegnò a tradurre i miei anni di allenamento indoor in arrampicata su roccia e a muovere i primi passi sulle pareti, prima piccole e sportive poi più grandi e di stampo alpinistico.
Ma cosa più importante, Adriano mi portò a scoprire le bellezze della città in cui ero cresciuta e di cui non avevo mai avuto tempo di gioire.
I locali, la musica, il teatro, i musei, le persone, la cultura, il Monviso visto dalla Maddalena, i circoli di lettori, quella che i romani chiamano la “dolce vita”.
Tutti “dettagli” che avevo tralasciato fino ad allora e di cui sentivo improvvisamente sentivo la mancanza.
La vita era tutto questo, l’arrampicata era solo un mezzo per viverla più intensamente e la montagna un posto dove trascriverla meglio perché quello da me più amato.
Le esperienze che ho vissuto negli anni a seguire dall’amicizia con Adriano sono stati per me i più intensi, felici e soprattutto completamente diversi l’uno dall’altro.
Da quando ho ripreso ad andare in montagna c’è stata una continua evoluzione nel mio modo di approcciarmi ad essa ed ancora oggi mi sorprende quante cose mi incuriosiscono e vorrei provare, vivere la montagna come scalatrice e alpinista penso sia la massima espressione di libertà, qualcosa di molto simile alla perfezione.
Per quanto mi riguarda l’arrampicata è la massima espressione di libertà in montagna: danzare sulla roccia quando tutto intorno c’è il silenzio e la musica è solamente nella tua testa, quella stessa melodia che raggiunge l’estasi nel momento in cui senti di essere in perfetta sintonia con la roccia.
Io mi vedo così in futuro, a spasso tra le mie amate montagne con persone desiderose come lo ero io allora di vivere emozioni intense e non smettere mai di sorprendermi, cercando un poco alla volta di raggiungere i miei obiettivi che certamente con gli anni avranno sempre sfumature diverse ma una cosa vorrei non cambiasse mai: l’amore e il piacere che traggo da quello che faccio.
Cosa propongo
Ho diviso le mie proposte in quattro discipline diverse, ma ciò che è più importante è che tu scelga l’attività in base al tuo grado di preparazione.
Arrampicata su roccia
Le esperienze che possiamo vivere attraverso l’arrampicata sono molteplici, basta pensare che questa attività spazia dalla falesia, luogo dove apprendere meglio le tecniche e acquisire l’allenamento per poi affrontare pareti più grandi e selvagge, alle grandi vie in ambiente, come ad esempio quello dell’alta montagna.
Qualunque sia il tuo obiettivo o il tuo livello tecnico potremo insieme sviluppare un percorso su misura per te.
Qui sotto trovi delle proposte sulla base delle quali potrai farti delle idee.
Stage base in falesia
Tre giornate dedicate a tutti i neofiti di questa bellissima attività. Se non avete mai scalato oppure avete appena iniziato a praticare l’arrampicata e vorreste migliorare sotto l’aspetto tecnico e della conoscenza delle manovre per poi riuscire a gestire in autonomia un’arrampicata da primo di cordata e soprattutto la gestione della corda, questo è il corso che fa per te.
Stage avanzato in falesia
Tre giornate dedicate a chi ha già confidenza con scarpette, imbrago e gestione della corda (come assicurare) anche da primo di cordata e a chi vorrebbe approfondire l’aspetto tecnico del gesto motorio, delle manovre da fare, oltre che alzare la difficoltà degli itinerari che si vuole affrontare.
Giornata in parete – via lunga
Una giornata in parete, ad affrontare la verticalità e il brivido del vuoto che solo una via lunga può darti.
Qualunque sia il tuo livello tecnico, qualunque sia la stagione, qualunque paura tu abbia, possiamo trovare la via giusta da affrontare insieme e migliorare le tue capacità in parete. Dalle vie di più tiri assolate nei fondo valle in autunno e primavera all’alta montagna in estate, ovunque tu vorrai potremo percorrere le vie di roccia più belle e indimenticabili.
Stage di arrampicata trad in fessura
Volete sperimentare l’arrampicata trad?
La vera arrampicata, quella pura, che non lascia traccia.
Questo è il corso che fa per voi: tre giornate in Valle dell’Orco alla scoperta delle sue fessure più belle per apprendere l’arte dell’incastro e di come piazzare le protezioni veloci (nut e friend) per scalare proteggendole da primi di cordata.
Arrampicata su ghiaccio
L’arte di salire dei flussi d’acqua che in inverno si ghiacciano in più svariate forme e diventano dei perfetti parchi giochi per noi che amiamo arrampicare e soprattutto amiamo l’avventura vissuta in tutte le sue stagioni: questa è la sua versione invernale!
Scopri tutte le proposte in base al tuo livello tecnico o per iniziare da zero questa meravigliosa attività.
Si può riassumere l’arrampicata su ghiaccio esattamente come quella su roccia dal punto di vista della tecnica di progressione, con la sostanziale differenza che in mano abbiamo due piccozze e ai piedi abbiamo due ramponi: le piccozze diventano una proiezione delle nostre mani e i ramponi una proiezione dei nostri piedi.
Se iniziamo a ragionare in questo modo l’approccio a questa bellissima “arte” sarà naturale come quando si prova ad arrampicare per la prima volta su roccia.
Chi si trova subito a proprio agio, chi ci mette di più, ma alla fine tutti si innamorano delle sensazioni che quest’attività ti può dare.
Stage base di arrampicata su ghiaccio
Una giornata dedicata a tutti i neofiti di questa bellissima attività. Se non avete mai scalato su ghiaccio oppure avete appena iniziato e vorreste migliorare sotto l’aspetto tecnico e della conoscenza delle manovre per poi riuscire a gestire in autonomia un’arrampicata da primo di cordata e soprattutto la gestione della corda, questo è il corso che fa per te.
Giornata su cascata di ghiaccio – Goulotte
Una giornata su una cascata di ghiaccio o in un couloir incastonato nelle grandi pareti, ad affrontare la verticalità e il brivido di salire con le piccozze e ramponi su questo elemento misterioso. Qualunque sia il tuo livello tecnico o qualunque dubbio/paura tu abbia possiamo trovare la cascata giusta da affrontare insieme e passare una splendida giornata su una parete ghiacciata.
Scialpinismo
Non c’è espressione di libertà più grande per un amante della montagna in inverno che quella di salire e scendere con gli sci ai piedi, potendo scegliere la linea più gradita, più estetica e vicina al proprio livello tecnico.
Questo è lo scialpinismo, un’attività che ti cambia il modo di guardare le montagne in inverno e in primavera, perché è così coinvolgente e divertente che non potrai più farne a meno!
Senza dire che è anche un ottimo esercizio fisico.
Scegli tra le proposte quella che più fa al caso tuo e inizia subito!
Queste attività sono rivolte a chi non si accontenta di sciare sui pendii dei comprensori sciistici ma vuole pennellare la neve vergine delle montagne selvagge.
Dallo stage di più giorni suddivisi in più weekend alla singola giornata, per tutti i livelli. Unico requisito: voglia di andare in alto con le proprie forze per godersi a pieno la discesa.
Stage base di scialpinismo
Tre giornate dedicate a tutti i neofiti di questa bellissima attività. Se le pelli di foca sono ancora un mistero e vorresti prendere più confidenza con la tecnica di salita e di discesa in tutti i tipi di neve e terreni, questa è l’attività giusta per te.
Durante le tre giornate verranno affrontati i seguenti argomenti: sicurezza (campo ARVA) e soccorso in valanga, tecnica di salita e discesa, introduzione alla cartografia e utilizzo di un dispositivo gps.
Stage avanzato di scialpinismo
Tre giornate dedicate a chi ha già confidenza con le pelli di foca ma vuole migliorare la tecnica di salita, di discesa e le proprie abilità e conoscenze su come programmare una gita per poi poter affrontare le uscite con più autonomia. Durante le tre giornate verranno affrontati i seguenti argomenti: sicurezza (campo ARVA) e soccorso, nivologia, approfondimento tecnica di salita e discesa, scelta itinerario, cartografia e utilizzo dispositivi gps.
Giornata di scialpinismo
Una giornata di sci con la guida dove potrai chiedermi di approfondire qualsiasi dubbio o perplessità tu abbia in merito a tecnica di salita/discesa, sicurezza, soccorso in valanga, programmazione di una gita, cartografia, nivologia o utilizzo del dispositivo gps.
Oppure una giornata semplicemente senza pensieri in montagna.
La gita verrà pianificata sulla base del tuo livello personale e i tuoi desideri.
Traversate di scialpinismo – Raid di più giorni
Questa sezione è dedicata a chi è interessato alle cosiddette Haute Route, ovvero le traversate di più giorni per arrivare da un punto A a un punto B passando per cime, valli, colli, canali e dormendo nei rifugi o bivacchi presenti lungo il cammino.
In base al tuo livello e/o a quello del gruppo pianificheremo un itinerario da seguire sulle montagne che vorrai/vorrete percorrere in base alle condizioni di neve e ai giorni a disposizione.
Alta montagna – Alpinismo
Non ci vuole chissà quale dote per andare in alta montagna, la cosa principale è non avere fretta e fare le cose per step:
• allenamento
• esperienza
• motivazione
• passione
Penso che queste siano le caratteristiche base che bisognerebbe sviluppare per diventare un bravo alpinista. Per questo propongo delle uscite che hanno come scopo non solo quello della “vetta” ma anche quello di sviluppare un po’ più di esperienza e di allenamento per arrivare sempre più in alto nel raggiungimento dei propri obiettivi.
La prima volta che ho messo piedi su un ghiacciaio avevo 16 anni e per me è stato come conoscere il paradiso terrestre.
Era come scoprire per la prima volta l’altra faccia della montagna: quella fatta di neve perenne, cime aguzze, nessun’anima viva se non quella degli uomini che provano a raggiungere le sue alte cime, il silenzio che dilaga per quegli spazi immensi lasciandoti senza fiato.
Soprattutto ricordo la mia felicità, la fatica nell’ascesa e la concentrazione che ci misi per arrivare in cima e ridiscendere a valle verso il rifugio. Ma la felicità era parte di tutto questo, non solo il raggiungimento dell’obiettivo ma tutto il viaggio in sé.
Il viaggio introspettivo che inizi andando in montagna si fa sempre più profondo avvicinandoti alle alte quote, ai limiti della vita.
Non è affascinante tutto questo?
Uscita base in alta montagna
Una giornata dedicata a tutti i neofiti di questa bellissima attività. Se non avete mai calzato un paio di ramponi, preso una piccozza in mano o visto un ghiacciaio, poco importa!
La giornata verrà strutturata sulla base del livello tecnico, delle condizioni in loco e degli obiettivi espressi dai partecipanti.
Dalla giornata in ghiacciaio a vedere i tipi di legatura, la progressione in conserva, le varie tecniche di utilizzo del rampone e della piccozza nel cramponnage, il recupero in crepaccio, alla vera e propria esperienza su una cresta e/o via normale in alta montagna.
Contattami per discutere un programma su misura per te!
Uscita avanzata in alta montagna
Hai già fatto qualche uscita in alta montagna e preso dimestichezza con i ramponi e la tecnica del cramponnage e vorresti iniziare ad affrontare qualche cresta/ via più impegnativa per arrivare in vetta a qualche 4000?
Insieme potremo testare le tue abilità e programmare delle uscite su misura per te e i tuoi sogni nel cassetto.
Arrampicata e alpinismo di Federica Mingolla
Prime femminili
2020, prima donna e prima libera in assoluto della via Angels and Demons, Caporal-Valle dell’Orco, finita di chiodare assieme a Leonardo Gheza, 8a+ max/ 7a obbl., 200 m;
2020, prima donna e seconda libera assoluta di Colpo al Cuore, Caporal-Valle Orco, 8a max/ 7b obbl., 200 m, con Leonardo Gheza;
2020, prima donna a scalare Tik Tok Sock, 8b+, Valle dell’Orco;
2020, prima donna e prima libera in assoluto della via La vendetta del Caduto, Chandelle du Tacul, 8a?/ 7a obbl., con Francesco Civradano;
2020, prima donna e seconda in assoluto a scalare in libera la via Le Incroyable al Pilier Rouge, 8a max/7b obbl. 290 m, con Leonardo Gheza;
2020, prima donna a salire in libera la via Il giovane guerriero sulla Est delle Grandes Jorasses, 7b+/c, 350 m, con Leonardo Gheza;
2019, prima donna a ripetere Itaca nel sole, al Caporal nella Valle dell’Orco, 8b max, 180 m di sviluppo – 20 marzo 2019, salita in due giorni diversi;
2019, prima libera, in inverno, di Monster (350 m, ED+, 8a max, 7a obbl.), via di arrampicata sportiva interamente attrezzata a fix inox sui 2600 m della Becca di Verconey in Valgrisenche, assieme al chiodatore Matteo Giglio;
2018, prima ripetizione assoluta in libera di Addio al Celibato nel Parco della Gola della Rossa- Genga- Frasassi (8a+ max/ 6c obbl., 250 m);
2017, prima ripetizione femminile italiana e seconda al mondo di La Cattedrale in Marmolada, Dolomiti, (8a+ max RS4, 800 m);
2017, prima ripetizione assoluta di Celeste Nostalgia in Val di Mello (400 m, 6b e /RS3+/III), via aperta da Prina, Bassani, Moro e Facchinetti nel 1985, irripetuta;
2016, prima donna italiana a salire in libera Tomowak Dance, 8a max, Caporal, (seconda assoluta dopo Matteo Della Bordella);
2016, prima donna a ripetere Legittima Visione in Valle dell’Orco, 8b in diedro di gneiss granitoide;
2016, prima donna in assoluto a scalare in libera, da capo cordata, Attraverso il Pesce – Weg durch den Fisch (VII+, A2, 7b+), con l’alpinista bresciano Roberto Conti;
2015, prima donna italiana e seconda al mondo ad avere scalato una delle pareti più difficili sul MonteBianco, Digital Crack, VIII, sull’Arete des Cosmiques;
2014, prima donna italiana e terza al mondo a scalare Tom et je Ris, 8b+ di 60 m nelle Gole del Verdon.
Vie Aperte
2020, Valle dell’Orco-Caporal
Finito di chiodare la via iniziata da Massimo Farina ed Ezio Marlier nel 2005 , con Leonardo Gheza, Angels and Demons, 8a+max /7a obbl., 200 m;
2020, Valle dell’Orco-Punta Phuc (Cima Monte Castello)
Apertura di una nuova via con Andrea Migliano dal nome Gli amici di Via Po, 7b max/ 6c+ obbl. RS3, 300 m;
2019, Groenlandia
Tasermiut Fjord – Apertura di una nuova via con Edoardo Saccaro sulla parete sud del Middle Pillar – Nalumasortoq dal nome La Cura, 7b+/A2+, 525 m;
2018, Aiguille Croux (Monte Bianco)
Apertura e chiodatura di una nuova via sull’Aiguille Croux, aperta con Gabriele Carrara, dal nome L’isola che non c’è, 7b+ max/7a obbl., RS3+, 400 m;
2017, Kiris Valley, Pakistan
Apertura di una nuova via con i Ragni di Lecco Simone Pedeferri e Luca Schiera sul Peak Nik 4900 m dal nome Good no Good, 7b/A2 6c obbl R3, 800 m.
Campo Base Festival
DAL 2 AL 4 SETTEMBRE 2022
Campo Base esplora i temi del rapporto tra uomo e natura, della cultura della montagna a ogni latitudine, delle attività sportive. il festival propone pratiche di riconnessione con l’ambiente naturale per affermare la centralità della natura nell’esperienza umana. Vogliamo stimolare un pensiero che possa essere valido per il presente e capace di immaginare futuri possibili per coloro che verranno. Campo Base si svolge in Val d’Ossola, un territorio con valli e montagne meravigliose, ricche di cultura e saperi e Tones Teatro Natura è appunto il nostro campo base con il campeggio che ne è il fulcro, con la sua comunità temporanea e il punto di partenza per esplorare il territorio e la cultura locale, fare ecologia sul campo e praticare attività sportive. Pensatori, scienziati e i protagonisti dello sport e dell’esplorazione, sono chiamati al festival per condividere le loro esperienze, aprirci a percorsi di senso, stimolare riflessioni. Le arti e le creazioni degli artisti sono per noi “sismografi” di futuri possibili, oltre che strumenti per sintonizzarci verso nuove percezioni e importanti catalizzatori di energie.
PROGRAMMA VENERDì 2 SETTEMBRE 2022
>19.00 – 20.00 Aperitivo di benvenuto insieme The Outdoor Manifesto e Ci Sarà Un Bel Clima
>20.15 – 20.30 Benvenuto del curatore del festival Alessandro Gogna
>20.30 – 21.15 Luca Mercalli ed Emanuele Coccia riflessioni sui temi dell’ambiente, della cura dei luoghi e dell’abitare
>21.15 – 22.00 Tamara Lunger si racconta riflettendo sui valori della montagna e dello sport
>22.00 – 23.00 Klub Taiga Live
>23.00 – 02.00 Oko Dj
PROGRAMMA SABATO 3 SETTEMBRE 2022
> 09.00 – 12.30 Escursione con Giorgio Vacchiano – Le storie del bosco
> 09.00 – 17.00 Escursione con Franco Michieli – La vocazione di perdersi
> 09.30 – 12.30 Passeggiata con il forager Alessandro Di Tizio – Profumi selvatici buoni da mangiare
> 14.30 – 16.30 Percorso per piccoli e famiglie – Tracce con Pacharama
> 14.30 – 17.30 Esplorare l’ambiente alpino e sé stessi quasi a piedi nudi – Move Freely con Robert Fliri l’inventore per Vibram delle famose scarpe fivefingers
> 15.00 – 16.00 Workshop Ridai vita alla tua tenda – A cura di Ferrino
> 20.00 – 20.45 Federica Mingolla e il suo amore per l’arrampicata
> 20.45 – 21.30 Luca Schiera (Ragni di Lecco) e la sua avventura in Patagonia
> 21.30 – 22.30 Nives Meroi e il grande valore della solidarietà in montagna
> 22.30 – 00.30 Il cinema, la natura, la montagna
> 22.30 – 08.30 Escursione notturna con Matteo Nasini – Corale errante
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LE ATTIVITA’ SPORTIVE DI CAMPO BASE
CON OSSOLA OUTDOOR SCHOOL
sabato 3 settembre 2022
> 09.00 – 12.00 oppure 12.00- 15.00 Parapendio
> 09.00 – 12.30 oppure 13.30 – 18.00 Sentiero attrezzato esposto
> 09.30 – 13.30 oppure 14.00 – 18.00 Canyoning
> 15.00 – 19.00 Arrampicata sportiva in falesia
ACQUISTA LA TUA AVVENTURA
PROGRAMMA DOMENICA 4 SETTEMBRE 2022
> 09.00 – 12.30 Escursione Oira e le sue frazioni alte con il Cai Seo di Domodossola
> 09.00 – 12.30 Escursione sonora Superpaesaggio
> 09.00 – 17.00 Camp ragazzi
> 09.30 – 12.30 Dimostrazione con Federica Mingolla – L’arrampicata Trad
> 12.30 – 18.00 Festa di Campo Base – Pranzo e musica con Davide Tomat, Coro Valgrande e Amaro&Rovina
A CAMPO BASE PUOI CAMPEGGIARECON LA TUA TENDA O CON QUELLA COMUNITARIA.
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Mi pare che i commenti si siano parecchio allontanati dal contenuto dell’articolo, divenendo una discussione slegata da questo. In questa scia, quindi senza alcun riferimento alla Mingolla, segnalo:
https://m.youtube.com/watch?v=r7p96saVLi0&feature=youtu.be
Non credo.
Ma qui si esula dal post e mi fermo
Nessun positivista materialista ha le doti per riconoscere la banalità della dimensione spirituale. Essa non è altro che la nuce di tutto ciò che fai. Dunque lo spirito della natura ha un’espressione ben precisa. Non riconoscerla è eleggere concetti ad essa estranei. Con la vita che ne consegue.
Sarò anche logico-positivista, ma il termine “spirituale” mi pare mero artificio semantico per definire quello che non si conosce e non si sa definire altrimenti, non il fondamento valido di una teoria, di una morale, di una politica.
L’equivalente del hic sunt leones dei cartografi antichi.
Utile al massimo se spinge qualcuno ad andare a vedere per capire.
Per “Natura” vedi Paracelso e tutti gli alchimisti.
La questione è spirituale non logico-positivista.
“Sciogliere le identità è sottrarre la terra biografica da sotto i piedi.
…Allontanarsi dalla natura, disprezzarne il senso è perdere la stella polare di se stessi.Eleggere ideologie in sostituzione della natura è ammaliare gli uomini in effimeri incantesimi.”
Credo sia vera l’ultima frase.
Ma credo il problema maggiore e più pericoloso sia attribuire il valore di “natura” alle proprie ideologie pretendendo di conoscere cosa essa sia.
In particolare, l’identità non è natura ma cultura: confondere le due cose è ideologia e conduce all’intolleranza e alla sopraffazione.
Come testimoniato da Torquemada e Hitler
Io sono convinto che si tratti di un fenomeno puramente meccanico e statistico. Gli anglosassoni usano la defiizione “Effetto swing” (altalena). Io preferisco la definizione “Effetto molla”, rende ancor meglio l’idea: un elemento, tenuto compresso per secoli e secoli, è scattato e sviluppa un’inerzia che prescinde dalla volontà umana. Vale per le donne in montagna come in qualsiasi altro risvolto della vita. Anche se qualcuno si fosse contrapposto a questo trend, l’effetto molla lo avrebbe travolto. Oggi ci sono molte alpiniste al top, perché la “base” è ampia e preparata. Basta leggere su Altri Spazi i racconti di donne, sconosciute ai più, che vanno in montagna anche da sole. Sarebbe stato inconcepibile 50 anni fa,ma forse anche solo 20 anni fa.
A Torino abbiamo avuto la prima istruttrice di scialpinismo nel 1978. Poi la presenza femminile si è costantemente infittita, ma non ci sono stati né episodi di ostruzionismo né favoritismi “ideologici”. È una cosa che è venuta da sé. Progressivamente le istruttrice sono entrate in Direzione, ricoprendo anche ruoli di responsabilità. Da un paio di anni l’altra scuola torinese (rispetto a quella in cui opero io) ha una Direttrice donna. Ma non stappiamo champagne, né mastichiamo amaro (a seconda dell’aviazione ideologica) . Semplicemente c’è una maturazione automatica della componente femminile.
Mutatis mutandis, accade lo stesso nella vita. Ovvio restano aree di antichi retaggi, ma non le prendo neppure in considerazione: col tempo si estingueranno, è scritto nella storia.
Ne uomo , ne donna…
AlpinistA va bene! Il termine era li da tempo che aspettava…
Sciogliere le identità è sottrarre la terra biografica da sotto i piedi.
Si resta nel vuoto dell’alienazione.
Allontanarsi dalla natura, disprezzarne il senso è perdere la stella polare di se stessi.
Eleggere ideologie in sostituzione della natura è ammaliare gli uomini in effimeri incantesimi.
Viviamo tempi diversi perché c’ é chi ha lottato per arrivarci. Oggi ci sono molte più donne in ruoli che prima gli erano preclusi perché c’ é chi ha avuto una mentalità più aperta rispetto a quella dei tempi in cui é nato.
Domani che siano uomini donne trans froci cristiani ebrei o musulmani non fregherà niente a nessuno, se continueremo ad evolverci.
Altrimenti vivremo l’ ennesimo triste e ritrito ripetersi della nostra stupida storia.
Ogni fenomeno va contestualizzato nel quadro socio-politico-ideologico in cui si e’ espresso. Il dibattito in seno al CAAI sull’accettazione delle donne si riferisce, se la memoria non mi inganna, agli anni ’60-70. Parliamo di un’era geologia completamente diversa. In generale la variazione della società registrata in questi 50 anni corrisponde a quella mediamente registrata in 100 anni nella storia dell’umanità.
Lasciamo perdere il cambiamento generale e concentrandoci solo sul tema donne alpinistiche al top. Mi viene da dire chex salvo rarissime eccezioni, nei 60-70 non c’erano grandi star. Anche quando si ruppe il tabu del CAAI, le prime ammesse furono pochissime.Ricordo Silvia Metzeltin, Luisa Jovane, forse Renata Rossi della Val Bondasca. Sicuramente me ne dimentico qualcuna, anche perché io non sono il cronista del CAAI, ho solo vissuto le vicende del CAAI dall’esterno, per puro interesse culturale.
Oggi invece l’intero mondo ha virato verso la leadership femminile. Non c’è da stupirsi, quindi, che ci siano così tante donne al top: in montagna come nei consigli di amministrazione, come, forse, a Palazzo Chigi. Viviamo il tempo delle donne. È un fenomeno storico oggettivo, da registrare come tale.
D’altra parte la stessa Scuola Gervasutti per lungo tempo non ammetteva ragazze fra le allieve. Quando si fece un tentativo, accadde un fatto di cronaca sui cui dettagli lascio raccontare Manera. Si tornò per un piccolo tempo a una scuola esclusivamente maschile, poi prevalse l’apertura anche alle allieve. Da allora è così strutturalmente. Ebbene mi risulta che nelle ultimissime stagioni alla Gervasutti ci siano più allieve che allievi maschi… Anche questo dettaglio conferma che stiamo vivendo un tempo storico completamente differente da quello dei decenni scorsi.
Genio.
A breve le prime froci, trans e via così.
Le posizioni conservatrici degli uomini sono la rovina del mondo!
Leggendo le attività di Federica Mingolla e Tamara Lunger (gogna blog 28-08) mi viene da pensare che, data la mia età, ho vissuto degli avvenimenti che visti con gli occhi di oggi sembrano appartenere all’archeologia dell’alpinismo.
Negli anni ’70 l’accesso al CAAI (Club Alpino Accademico) era precluso alle donne. Ricordo accesi dibattiti e varie votazione tra i conservatori (che non volevano ammettere le donne) e progressisti che invece spingevano per l’ammissione. Finalmente noi progressisti riuscimmo a prevalere e le donne furono ammesse al CAAI. La motivazione principale dei contrari era che la donna non possedeva i requisiti fisici per praticare una attività alpinistica a livello accademico. Come è stata smentita questa assurda convinzione.
E’ una ennesima dimostrazione che le posizioni conservatrici hanno torto!
Brave Federica e Tamara e tanti tanti complimenti.
Un fenomeno. Tra l’altro, scorrendo l’elenco delle vie fatte, si apprezza la capacita’ di scalare sia su granito che su calcare su difficolta’ elevate. Non tragga in inganno quando si legge “prima donna a…”: quanti uomini hanno un curriculum simile?
In tal senso non sarebbe l’ora di finirla a catalogare le scalate suddivise fra uomini e donne? La prima femminile, oltre a far ridere, e’ un insulto a tutte coloro che, come immagino Federica, non salgono di certo certe vie per essere la prima donna a…
Il suo cv e’ incredibile cosi com’e’.
Come lo e’ stato quello della Destivelle e di altre.