FLASH DI ALPINISMO – APPENDICE 1
di Massimo Bursi
Alpinisti citati
Mi sono divertito ad aggiungere questa sezione di cenni biografici degli alpinisti citati. Ho impiegato diverso tempo per dare la mia personale impostazione a questo capitolo. Per me l’alpinismo è la storia e la vita di questi uomini e spesso rileggendo le loro storie mi sono emozionato.
Mi sono autoimposto di scrivere poche righe per ciascun profilo, ma spero che questo sia sufficiente per accendere la vostra curiosità.
Robert Alain (1962 – vivente, Francia)
Specializzato nella scalata in solitaria e senza corda di edifici quali i grattacieli. Ha scalato le 100 strutture più imponenti al mondo. Naturalmente ha subito diversi arresti per questa sua illegale attività.
Kurt Albert (1954 – 2010, Germania)
Compagno di cordata di Wolfgang Gullich.
A lui si deve il concetto di rotpunkt cioè di segnare con bollo rosso le vie di falesia che si è riusciti a salire completamente in libera.
Pur lavorando come insegnante di matematica, è riuscito ad elevare il livello dell’arrampicata tedesca in Sassonia ed in Frankenjura. Sono famose le sue ripetizioni in libera della via degli Svizzeri e della Hasse-Bradler in Lavaredo.
Pietre miliari sono anche la via Eternal Flame sulla Nameless Tower di Trango e la via Riders on the storm sulla Torre Centrale del Paine in Patagonia.
Pierre Allain (1904 – 2000, Francia)
Noto per essere stato il primo salitore della parete nord del Petit Dru e per aver ideato le prime scarpette di arrampicata a suola liscia, chiamate PA dalle sue iniziali (1947).
Si è formato sui massi della foresta di Fointanebleau nei pressi di Parigi.
Ha aperto nuove vie sia in Delfinato che sul Monte Bianco.
Malgrado un tentativo nel 1938, non è riuscito ad essere il primo salitore della parete nord delle Grandes Jorasses, dove effettuerà la terza ripetizione nel 1946 per la via di Cassin.
Nella sua carriera ha inventato nuove attrezzature di arrampicata ed introdotto nuovi materiali per l’abbigliamento alpinistico.
Alvise Andrich (1916 – 1951, Italia)
Protagonista dell’epopea del sesto grado, specialmente in Civetta.
Fra le vie principali che ha aperto, ricordiamo, nel 1934, la fessura nord-ovest della Punta Civetta, con Ermani Faè. L’itinerario sulla Punta Civetta risolveva il problema alpinistico del momento: venne salito in due giorni al primo tentativo, con alcuni espedienti temerari e un’arrampicata al limite del possibile e restò a lungo un modello di difficoltà estrema ed eleganza in arrampicata libera.
Alvise Andrich divenne poi pilota di aviazione militare.
Armando Aste (1926 – vivente, Italia)
E’ stato uno degli alpinisti italiani più influenti del dopoguerra, specialmente nelle Dolomiti dove ha effettuate prime salite, prime solitarie, prime invernali. Ricordiamo solo, fra le prime salite, la via dell’Ideale sulla parete sud della Marmolada e la via Aste-Susatti sulla Punta Civetta.
Nel 1962 ha effettuato la prima ascensione italiana della parete nord dell’Eiger. Nel 1963 ha effettuato la seconda salita della Torre Centrale del Paine in Patagonia e la prima alla Torre Sud.
Armando Aste è autore di un apprezzato libro, pubblicato in diverse edizioni e con diversi aggiornamenti, I pilastri del cielo, in cui emerge la sua profonda fede religiosa.
John Bachar (1957 – 2009, Stati Uniti)
Habitué della Yosemite Valley noto per le sue solitarie estreme e senza corda (free-soloing) e per i suoi passaggi boulder. Ha introdotto il concetto di allenamento sistematico nell’arrampicata anche attraverso la scala Bachar di sua concezione.
Ha salito senza corda il grado 5.11 nella seconda metà degli anni settanta quado questo era il grado limite: tra le sue solitarie spiccano la salita di New Dimensions, di Nabisco Wall, di Butterballs. Nel 1976, Bachar ha offerto 10.000 dollari a chiunque riuscisse a seguirlo, in solitaria, per tutta una giornata lungo le big wall di Yosemite ma nessuno ha accettato questa sfida.
Claudio Barbier (1938 – 1977, Belgio)
Personaggio internazionale, di difficile carattere e di personalità complessa, che frequentò soprattutto l’ambiente dolomitico. Nel 1957 a causa di un infortunio del suo compagno Diether Marchart, deve tornare indietro da Punta Tissi in Civetta, lasciando il compito a Walter Philipp e Dieter Flamm di terminare quella via che diventerà una delle più grandi classiche delle Dolomiti. E’ noto soprattutto per le sue scalate in solitaria e a lui si deve il primo concatenamento della storia dell’alpinismo: nel 1961 salì in giornata ed in solitaria la via Cassin sulla ovest di Lavaredo, la Comici alla Grande, la Preuss sulla Piccolissima, la Dulfer sulla Punta Frida e la Innerkofler sulla Cima Piccola.
Dale Bard (vivente, Stati Uniti)
Presenza fissa dello Yosemite negli anni Settanta. Passava il suo tempo sia scalando in libera le fessure più impegnative che scalando le big-walls. Fu uno dei primi scalatori a pensare seriamente di scalare il Nose a El Capitan in completa arrampicata libera.
Roberto Bassi (1961 – 1994, Italia)
Trentino, esploratore nei primi anni 80 delle enormi possibilità delle falesie della valle del Sarca assieme a Maurizio Zanolla, Heinz Mariacher, Luisa Iovane e Bruno Pederiva. In valle del Sarca è famosa la sua via Zanzara e Labbradoro al Colodri.
Ha vinto i primi campionati italiani di arrampicata nel 1985 e 1986.
Gianni Battimelli (1948 – vivente, Italia)
Storico rappresentante dell’arrampicata romana. Ha contribuito a portare in Italia il vento dell’arrampicata americana. E’ autore, fra le altre, anche di una via mito come Hellzapoppin sulla scogliera di Gaeta. E’ un grande conoscitore della storia dell’alpinismo, storico collaboratore di Alp e della Rivista della montagna.
Roger Baxter-Jones (1950 – 1985, Gran Bretagna)
Specialista dell’arrampicata su terreno misto. Dopo aver salito le principali vie delle Alpi, ha cominciato ad effettuare importanti invernali specie sul Monte Bianco. Anche in Himalaya si è distinto (Jannu, Makalu, Shisma Pangma, Broad Peak) per salite in stile alpino. Si è trasferto a Chamonix dove è diventato una guida affermata.
Patrick Berhault (1957 – 2004, Francia)
Autentico fuoriclasse sia in falesia che in alta montagna. Compagno di cordata di Patrick Edlinger con il quale ha introdotto un regime di allenamenti scientifici per innalzare il livello di arrampicata.
Le sue falesie preferite erano nel sud della Provenza: Saint Jeannet e Verdon. La sua montagna preferita era il Monte Bianco dove ha effettuato concatenamenti e scalate in velocità con Jean Marc Boivin. Ha effettuato anche la traversata di tutte le Alpi compiendo salite di notevole impegno quali il Pesce in Marmolada, il Philipp-Flamm in Civetta e le celebri 3 pareti nord delle Alpi. Ha lasciato incompiuto il concatenamento delle 82 cime di 4.000 metri delle Alpi.
Furio Bianchet (1911 – 1969, Italia)
Negli anni Trenta, fu tra i protagonisti del sesto grado assieme al gruppo degli alpinisti bellunesi. Fra le sue prime vie ricordiamo lo spigolo sud-ovest della Torre Venezia (1934), un problema più volte affrontato dai migliori arrampicatori della zona, salito assieme ad Emani Faè e Alvise Andrich, la via diretta alla parete sud-ovest del Cimon della Pala (1934) con Mary Varale e Alvise Andrich e lo spigolo sud-est di Cima De Gasperi (1935) con Alvise Andrich e Attilio Zancristoforo.
Marco Bianchi (1962 – vivente, Italia)
Dopo aver salito le classiche vie di Dolomiti ed Alpi ha allargato il proprio campo di azione salendo l’Aconcagua e successivamente sette dei quattordici Ottomila: Manaslu, Broad Peak, Cho Oyu, Shisha Pangma, Dhaulagiri, Everest e K2, senza ausilio di ossigeno né di portatori d´alta quota.
Oggi si dedica alla fotografia in bianco e nero.
Pierluigi Bini (1959 – vivente, Italia)
Negli anni 80 ha rivoluzionato l’arrampicata su roccia nel centro Italia.
Cominciò ad arrampicare a 15 anni calzando semplici scarpe Superga sulle pareti del Gran Sasso facendo cordata con Vito Plumari.
Come altri personaggi del Nuovo Mattino ha affinato la tecnica di arrampicata in libera utilizzando pochissimi chiodi, ha innalzato il livello delle difficoltà e la velocità delle salite.
Molto attivo nelle Dolomiti con le prime solitarie della via dei Fachiri (Cima Scotoni), della Detassis (Croz dell’Altissimo), della Gogna (Marmolada), della via Aste-Navasa (Crozzon di Brenta), della via Buhl e della via Reali (Piz Ciavazes) e della via Soldà (Sass Pordoi).
Peter Boardman (1950 – 1982, Gran Bretagna)
Ha al suo attivo un’instancabile attività in Inghilterra, sulle Alpi, in Himalaya e su altre montagne del mondo. Autore anche di due libri assai significativi per capire l’approccio alpinistico anglosassone. Boardmann faceva spesso cordata con Joe Tasker e partecipava alle spedizioni di Chris Bonington assieme a Doug Scott, Dougal Haston e Nick Estourt.
Fra le sue salite in Europa ricordiamo il Petit Dru, l’Olan, la parete nord del Cervino, il Pic Sans Nom, la parete nord delle Droites. Fra le spedizioni: Everest parete sud-ovest, Changabang, K2 per cresta ovest e sperone degli Abruzzi, Kangchenjunga ed Everest cresta nord-est.
Walter Bonatti (1930 – 2011, Italia)
Non solo leggendario alpinista ma ancheesploratore e giornalista, è stato autore di molti libri e numerosi reportage di esplorazione per il settimanale Epoca. Inizia a scalare sulle Grigne nel 1948 ma è con la nuova via alla parete est del Gran Capucin che inizia la lunga serie di vie nuove, di solitarie ed invernali stupefacenti, essendo Bonatti dotato di un fisico e di una resistenza eccezionale.
Fra le numerose spedizioni extra-europee ha fatto molto scalpore, anche nelle aule dei tribunali, la sua tormentata vicenda sul K2 nel 1954. Ma anche la tragedia del Frêney dell’estate del 1961 sul Pilone Centrale, vede Bonatti al centro di ingiustificate polemiche.
Chris Bonington (1934 – vivente, Gran Bretagna)
Ha progressivamente esteso il proprio campo di azione dall’Inghilterra, alle Dolomiti, al Monte Bianco, all’Eiger, fino all’Himalaya e a tutto il mondo. Uno dei maggiori organizzatori di spedizioni himalayane, oltre 19, con membri di grande esperienza. Sulle Alpi ricordiamo la prima salita del Pilone Centrale del Frêney, sul Monte Bianco nel 1961, la spedizione alla parete sud dell’Annapurna del 1970, la spedizione sull’Everest del 1972 e alla parete sud-ovest dell’Everest del 1975. Inoltre ha organizzato altre 2 diverse spedizioni sull’Everest (1982 e 1985).
Jim Bridwell (1944 – vivente, Stati Uniti)
Figura di riferimento fra gli scalatori statunitensi dello Yosemite, ma anche in Patagonia ed in Alaska. Ha contribuito ad innalzare lo standard dell’arrampicata libera ma soprattutto la tecnica di arrampicata artificiale in big-wall tanto che le sue leggendarie vie sul Capitain erano fra le più temute al mondo negli anni 80. Ha fondato anche il centro di soccorso in Yosemite Valley.
Ha aperto oltre 100 vie in Yosemite Valley, oltre ad essere stato il primo ad aver scalato El Capitan in giornata lungo la via del Nose (1975).
Nel 1979 effettuò la prima ripetizione della via di Maestri al Cerro Torre, polemicamente nota come via del compressore.
Hermann Buhl (1924 – 1957, Austria)
Figura leggendaria: uno dei più grandi alpinisti di tutti tempi, dotato di resistenza e forza di volontà eccezionali. Il suo alpinismo è caratterizzato da vie nuove, solitarie ed invernali spesso compiute con mezzi assai esigui. Leggendaria è stata la sua salita in solitaria della Cassin al Pizzo Badile con avvicinamento e ritorno in bicicletta da Innsbruck. In Himalaya ha salito per primo ed in solitaria il Nanga Parbat con un’impresa leggendaria. Successivamente ha salito anche un altro 8000, il Broad Peak assieme a Kurt Diemberger.
Il suo libro E’ buio sul ghiacciaio è una pietra miliare nella letteratura di montagna.
Dino Buzzati (1906 -1972, Italia)
Giornalista e scrittore bellunese appassionato di alpinismo e in particolare delle scalate su roccia. Molte sono le vie di roccia, anche difficili, da lui percorse sulle Dolomiti, spesso accompagnato da famose guide alpine divenute nel tempo suoi intimi amici, quale Gabriele Franceschini. I gruppi da lui più frequentati erano le Pale di San Martino e la Croda da Lago, a cui era particolarmente affezionato. Per quasi tutta la sua vita ha dedicato a questa attività il mese di vacanza in settembre, che trascorreva nella casa di famiglia. Il suo amore per le montagne e per le scalate era tale che più volte ha raccontato e scritto che quasi tutte le notti a Milano sognava di arrampicare.
Enrico Camanni (1957 – vivente, Italia)
Giornalista e storico di alpinismo. È stato redattore capo della Rivista della Montagna dal 1977 al 1984. Nel 1985 ha fondato la rivista Alp.
In trenta anni di giornalismo ha scritto circa mille articoli collaborando con numerosi giornali e periodici.
Renato Casarotto (1948 – 1986, Italia)
E’ famoso per le sue impegnative solitarie ed invernali sulle Dolomiti, sul Monte Bianco, in Patagonia ed in Himalaya.
Iniziò ad arrampicare sulle Piccole Dolomiti e poi sulle Dolomiti. Grazie ad uno stage di arrampicata in Inghilterra nel 1975 ebbe modo di sperimentare l’alto livello dell’arrampicata libera d’oltremanica e utilizzare le prime scarpette EB. Tornato in Dolomiti aprì le prime vie valutate di settimo grado. Compie exploit in Patagonia dove apre in solitaria una via sull’Huascaran e sul Fitz Roy. Nel 1982 sale in invernale e solitaria la trilogia del Frêney (Ratti-Vitali alla Aiguille Noire, Gervasutti-Boccalatte al Picco Gugliermina e Pilone Centrale) per poi dedicarsi all’Himalaya.
Riccardo Cassin (1909 – 2009, Italia)
Fu uno dei protagonisti dell’epoca del sesto grado prima della Seconda Guerra Mondiale. Grazie alla sua tenacia e decisione ha risolto i maggiori problemi alpinistici dell’epoca, sia sulle Dolomiti che sulle Alpi Occidentali. Nel 1934 compie la prima ascensione della Piccolissima in Lavaredo. Nel 1935 scala lo spigolo sud-est della torre Trieste e apre una via sulla parete nord della Cima ovest di Lavaredo. Nel 1937 Cassin sulle Alpi Centrali compie la prima salita della parete nord-est del Pizzo Badile. Nel 1938 compie la prima salita dello sperone Walker della parete nord delle Grandes Jorasses. E’ stato anche un imprenditore di successo nel campo delle attrezzature alpinistiche.
Yvon Chouinard (1938 – vivente, Stati Uniti)
Scalatore, ambientalista e imprenditore di successo – Patagonia è stata creata da Chouinard. Ma è anche surfer, canoista, pescatore e ideatore di una filosofia aziendale che unisce ambientalismo e profitto.
Iniziò ad arrampicare in California con Royal Robbins e Tom Frost negli anni 60. A corto di denaro cominciò a costruire l’attrezzatura necessaria per se e per gli amici creando quindi una piccola azienda di scalatori.
Nel 1964 partecipa alla prima salita di North American Wall a El Capitan.
Arrampica in Canada con Fred Beckey compiendo diverse prime ascensioni. Nel 1968 effettua un lungo indimenticabile viaggio in Patagonia dove scala il Fitz Roy con Doug Tompkins e altri compagni.
Emilio Comici (1901 – 1940, Italia)
Elegante esteta appartenente al periodo d’oro, l’epoca del sesto grado, delle Dolomiti.
Scalatore di talento che aprì oltre 200 nuovi itinerari, tra i quali ricordiamo: la Comici-Benedetti in Civetta (1931), la Comici-Dimai alla Grande in Lavaredo (1931), lo Spigolo Giallo alla Piccola di Lavaredo (1933) ed il Salame del Sassolungo con Casara nel 1940.
Comici ha innovato l’arrampicata introducendo la concezione estetica dell’arrampicata come espressione di un movimento armonioso.
Per la retorica del regime Comici, Cassin, Carlesso, Andrich rappresentarono la risposta italiana alla scuola tedesca dell’alpinismo.
Gianni Comino (1952 – 1980, Italia)
Pioniere della arrampicata su ghiaccio negli anni 70. Ha aperto e ripetuto numerose vie di ghiaccio di estrema difficoltà sul Monte Bianco, molte delle quali in compagnia di Gian Carlo Grassi.
Nel 1978 effettua due importanti solitarie: la Boivin-Gabarrou all’Aiguille Verte, anche in prima invernale e il Supercouloir al Mont Blanc du Tacul. Nello stesso anno con Grassi apre due nuove goulotte, una sulla parete nord dell’Aiguille Verte e una sulla parete sud delle Grandes Jorasses, detta l’Ypercouloir. L’anno successivo Comino e Grassi compiono la salita estremamente pericolosa di due seracchi: il seracco sospeso del Col Maudit e quello a sinistra della Poire.
Mauro Corona (1950 – vivente, Italia)
Scrittore, alpinista, scultore ligneo e personaggio oramai pubblico assai caratteristico. Autentico amante della montagna e dei boschi.
La sua vita, piuttosto difficile e tormentata, è stata segnata dalla tragedia della diga del Vajont. Dopo un duro lavoro da emigrante in Germania e nelle cave di marmo vicino a casa, comincia a scolpire quasi per caso, diventando uno scultore assai apprezzato.
Anche la passione per l’alpinismo lo porta ad aprire oltre 300 vie sulle Dolomiti d’Oltrepiave.
Ma il vero successo, anche mediatico, lo raggiunge come scrittore di romanzi, autentici bestseller.
Michal e Miroslav Coubal (viventi, Repubblica Ceca)
Pressochè sconosciuti alpinisti degli anni 80 che si sono formati sulle torri di arenaria dei Pilastri di Boemia. Arrivano sulle Alpi, aprono Gelbel Engel sull’Eiger nel 1988, Alpenrose nel 1988, via in ricordo di Claudio Barbier nel 1989 sempre sulla nord di Lavaredo. Sempre nel 1989 sul Wetterhorn aprono Trikolora (53 lunghezze, 7 bivacchi). Nel 1990 sull’Agner aprono la Storia Infinita. Nel 1994 sulla Tofana di Rozes aprono Svicka.
Questi itinerari sono stati saliti con perfetto stile alpino, bivacchi, chiodatura scarsa, roccia anche friabile, con difficoltà fino al IX-, con attrezzatura alpinistica artigianale e saliti in libera da loro stessi.
Enzo Cozzolino (1948 – 1972, Italia)
Triestino, Cozzolino introdusse l’uso della magnesite e delle scarpe da ginnastica, l’allenamento con pesi e alla sbarra. Noto anche per le sue idee innovative quali la rinuncia del chiodo come mezzo di progressione ed artefice di un alpinismo veloce e senza compromessi.
Il suo capolavoro fu il Diedro nord del Piccolo Mangart, un giorno e mezzo di salita, usando solo dieci chiodi.
Nel gennaio 1972 tracciò, con Flavio Ghio, la via dei Fachiri sulla parete sud-ovest di Cima Scotoni, una via nuova aperta d’inverno, fatto assai anomalo per quei tempi; in 600 metri, con lunghezze di VI e VII grado, i due usarono solo 12 chiodi.
Michel Darbellay (1934 – 2014, Svizzera)
Conosciuto soprattutto per aver compiuto la prima ascensione solitaria della parete nord dell’Eiger (1963), salita tentata e non portata a termine da Bonatti nello stesso periodo.
Anche la prima ascensione invernale della parete nord-est del Pizzo Badile (1967-1968) ebbe un grande risalto mediatico.
Darbellay si distingue per la grande velocità con cui si muove in montagna: parete nord del Cervino in 6 ore, pilier Bonatti al Dru in 12 ore, parete nord del Fletschhorn in 3 ore, via Ratti-Vitali all’Aiguille Noire di Peuterey in 6 ore.
Bruno Detassis (1910 – 2008, Italia)
Autore di oltre 200 vie nuove, guida, gestore del rifugio Brentei per decenni, il suo nome è legato soprattutto alle Dolomiti di Brenta e alla sua profonda umanità.
Fra le sue nuove vie, ricordiamo: nelle Pale di San Martino con Ettore Castiglioni, la Pala del Rifugio, spigolo nord-ovest, Sass Maor, spigolo sud.
In Brenta: Brenta Alta, via Trento (1934), Crozzon di Brenta, via delle Guide (1935), Croz dell’Altissimo, parete sud-ovest (1936), Cima Tosa, parete est, con Giorgio Graffer (1937) ed in valle del Sarca, la via Canna d’Organo al Piccolo Dain (1938).
Leonardo Di Marino (1963 – vivente, Italia)
E’ stato campione italiano di arrampicata sportiva e successivamente tracciatore a livello internazionale di itinerari indoor.
Alberto Dorigatti (vivente, Italia)
Trentino che negli anni 70 sulle Dolomiti ha aperto significativi itinerari: fra i quali ricordiamo la via FISI, direttissima alla Punta Rocca aperta con Alessandro Gogna, Almo Giambisi e Bruno Allemand.
Patrick Edlinger (1960 – 2012, Francia)
Pioniere dell’arrampicata sportiva alla fine degli anni 70 ed inizio degli anni 80, ha contribuito a fare conoscere questa attività grazie ai mass-media, tanto da diventare un mito ed un’icona dell’arrampicata.
Autentico fuoriclasse dell’arrampicata, divenne famoso con due film di Jean-Paul Janssen La Vie aux Bout de Doigts e Opéra Vertical, con Edlinger che arrampica in solitaria a Buoux e in Verdon, che hanno fatto conoscere l’arrampicata al grande pubblico.
Nel 1986 partecipa alla seconda edizione delle gare di arrampicata.
Amico e compagno di cordata di Patrick Berhault.
Pascal Etienne (vivente, Francia)
Noto alle cronache per avere scalato in libera nel 1983 la Diretta Americana al Dru, assieme a Thierry Renault, Christophe Profit ed Eric Escoffier.
Ron Fawcett (1956 – vivente, Gran Bretagna)
Uno dei più famosi scalatori degli anni 70-80 ed uno dei primi scalatori sportivi professionisti.
Dopo aver innalzato i limiti della scalata inglese, nel 1973 assieme a Pete Livesey fece un primo viaggio in Verdon dove mostrò ai francesi la superiorità della scuola inglese. Seguirono viaggi in Yosemite ed in Verdon. Ma gran parte delle sue scalate più note avvennero nelle falesie inglesi. Molte sono state anche le scalate free-solo.
Gabriele Franceschini (1922 – 2009, Italia)
Storica guida alpina delle Pale di San Martino su cui ha aperto più di cento itinerari e dove ha accompagnato clienti quali il principe del Belgio Leopoldo di Brabante e Dino Buzzati.Ha esplorato le Pale su ogni guglia scrivendo ben 7 guide alpinistiche ed escursionistiche sulle Pale.
Fu il primo a ripetere in solitaria la Solleder al Sass Maor.
Tom Frost (vivente, Stati Uniti)
Californiano degli anni 60 dello Yosemite. Fece la seconda salita del Nose su El Capitan nel 1960. Con Royal Robbins fece la prima salita della Salathe su El Capitan nel 1961. Aprì North American Wall, sempre su El Capitan, assieme a Robbins, Pratt e Chouinard nel 1964.
Successivamente fondò un’azienda con Chouinard nel progettare e costruire attrezzatura alpinistica – si definiva infatti “ingegnere del chiodo”. E’ stato anche un valido fotografo e a lui si devono molte delle classiche fotografie in bianco e nero delle prime salite sulle big-wall.
Inoltre Frost ebbe un ruolo di primo piano nella difesa della wilderness della Yosemite Valley.
Roberto Gallieni (1929 – 1991, Italia)
Compagno di cordata di Bonatti, con il quale ha iniziato la via al Pilone Centrale del Frêney nel 1959 fino alla tragedia del 1961.
Assieme a Bonatti, aprì due vie sul Bianco: sul Mont Maudit e sulla Chandelle del Mont Blanc de Tacul.
Giusto Gervasutti (1909 – 1946, Italia)
Soprannominato il Fortissimo, figura di spicco degli anni 30 e 40, riuscì a mettere insieme il meglio della scuola alpinistica dolomitica con quella occidentale di granito e ghiaccio. Gervasutti diede prova di innovazione sul Monte Bianco.
Fra le sue prime salite ricordiamo: Couloir Gervasutti alla Tour Ronde (1934), Couloir Gervasutti al Mont Blanc du Tacul (1934), la via Devies-Gervasutti in Ailefroide Occidentale (1936), pilastro del Pic Gugliermina (con Gabriele Boccalatte), la via Bollini-Gervasutti al Monte Bianco, Pilone nord del Frêney (1940) ed infine la parete est delle Grandes Jorasses (1942).
Almo Giambisi (1938 – vivente, Italia)
Alpinista e gestore di rifugio. Noto più per aver ospitato all’albergo Col di Lana al Passo Pordoi tanti alpinisti e scalatori squattrinati che per le sue salite sulle Dolomiti e le sue spedizioni in giro per il mondo.
E’ stato amico di lunga data di Claudio Barbier.
John Gill (1937 – vivente, Stati Uniti)
Ginnasta, padre del boulder e matematico. A metà degli anni 50, concepì il boulder come estensione della ginnastica, introdusse l’utilizzo della magnesite ed introdusse la tecnica del movimenti dinamici. Gill introdusse anche la prima scala di valutazione dei passaggi boulder (B1, B2 e B3).
Phil Gleason (vivente, Stati Uniti)
Americano degli anni 60, 70 ricordato per una fotografia di notevole impatto emotivo pubblicata sulla rivista Ascent del 1973. E’ ancora in attività.
Stefan Glowacz (1965 – vivente, Austria)
Arrampicatore di falesia che ha vinto la prima edizione di gare di arrampicata (SportRoccia) a Bardonecchia nel 1985. Terminata l’attività agonistica si è dato all’alpinismo di alto livello sia in Europa che a livello extra-europeo. Nel 2001 è stato il primo arrampicatore a completare la scalata della cosidetta “Trilogia delle Alpi” cioè le tre vie di arrampicata più difficili delle Alpi: Silbergeier in Ratikon, The end of Silence in Feuerhorn e Des Kaisers neue Kleider in Fleischbank.
Andrea Gobetti (1952 – vivente, Italia)
Speleologo e scalatore del gruppo torinese del Mucchio Selvaggio ma soprattutto sagace scrittore di romanzi e di articoli.
Alessandro Gogna (1946 – vivente, Italia)
Alpinista, scrittore e storico di montagna. Ha iniziato con l’alpinismo classico fino alle moderne evoluzioni dell’arrampicata. Fra le sue scalate ricordiamo: la prima invernale alla Cassin in Badile, la prima solitaria alla Cassin alle Jorasses, la prima ascensione al Naso di Z’mutt al Cervino, la prima salita della via FISI in Marmolada e due prime salita alla Seconda e Quarta Pala di San Lucano. Successivamente ha contribuito in maniera efficace all’espansione dell’arrampicata in Italia nel periodo del Nuovo Mattino. Fondatore di Mountain Wilderness.
Ha scritto oltre 50 libri di montagna ed ha creato un’agenzia con un immenso archivio fotografico di montagna.
Giancarlo Grassi (1946 – 1991, Italia)
Piemontese, uno dei pionieri dell’arrampicata su ghiaccio, cascate e goulotte. Fa parte del gruppo torinese del Nuovo Mattino. Prolifico apritore di nuove vie sia in roccia che di ghiaccio. La cordata Grassi-Comino nel 1978 scala una nuova goulotte sulla Aiguille Verte, nel 1979 apre l’Ypercolouir sulla parete sud delle Grandes Jorasses e nella stessa estate sale due pericolosi seracchi: quello del Col Maudit e quello a sinistra della Poire. Negli anni successivi Grassi continua la sua esplorazione di cascate in valle Orco, Valli di Lanzo, Val di Susa, Val Varaita e Val di Cogne. Scala anche in California, in Canada – con Renato Casarotto e Guido Ghigo – nelle Ande, in Patagonia ed in Himalaya.
Ivan Guerini (1954 – vivente, Italia)
Di lui ho letto che non è: accademico, guida alpina, istruttore d’alpinismo, sponsorizzato. E’ uno dei protagonisti della scoperta della Val di Mello, persona libera da condizionamenti, che è rimasto coerente nel corso degli anni. A lui si deve l’utilizzo dell’airlite come suola d’arrampicata per migliorare l’aderenza. Le sue vie più note in Val di Mello, tutte salite nella fine degli anni settanta, sono: Cunicolo Acuto, Tunnel Diagonale, Alba del Nirvana, il Gioco dello scivolo, il Risveglio di Kundalini, il Giardino delle bambine leucemiche, Stella Marina, Oceano Irrazionale e il Picco Darwin. Oggi continua ad aprire vie a basso impatto ambientale e ad indirizzo esplorativo.
Robert Guillaume ( – 1961, Francia)
Apre con Lionel Terray una via sullo sperone est-nordest del Pic Adolphe nel Monte Bianco nel 1958. Con Antonio Vieille effettua la prima invernale della Gervasutti al Pic Adolphe nel 1961. E’ fatalmente coinvolto nel tentativo di prima salita al Pilone Centrale del Frêney (1961).
Wolfgang Güllich (1960 – 1992, Germania)
Ha contribuito ad innalzare il grado dell’arrampicata anche grazie ad un allenamento sistematico: aprendo il primo 8b, nel 1984, Kanal im Rucken (Germania), il primo 8b+, nel 1985, Punks in the Gym (Australia), il primo 8c, nel 1987, WallStreet (Germania) ed il primo 9a, nel 1991, Action Direct (Germania).
Rimane memorabile la prima salita free-solo del tetto di 6 metri di Separate Reality in Yosemite.
Con Kurt Albert, ha contribuito a portare l’arrampicata sportive in alta quota aprendo Eternal Flame, sulle Torri del Trango in Karakorum, e Riders on the Storm, in Patagonia sulle Torri del Paine.
Gary Hemming (1934 – 1969, Stati Uniti)
Scalatore che ha effettuato importanti salite in Yosemite e nel Teton. Successivamente si è trasferito in Francia dove ha portato le tecniche americane di scalata su roccia sul Monte Bianco. E’ conosciuto per le sue salite estreme al Monte Bianco del 1962 e del 1963: la diretta americana all’Aiguille du Dru assieme a Royal Robbins e la parete sud della Aiguille du Fou assieme a John Harlin, Tom Frost e Stewart Fulton.
Anche il suo rocambolesco salvataggio nel 1966 a due alpinisti tedeschi bloccati sul Dru fece scalpore poichè scavalcò la squadra ufficiale dei soccorsi.
Warren Harding (1924 – 2002, Stati Uniti)
Soprannominato Batso, e’ stato uno dei protagonisti dell’alpinismo californiano. E’ stato il primo ad aprire una via su El Capitan, nel 1958, il Nose, in 45 giorni di scalata assieme a diversi compagni. Ha aperto altre vie su Half Dome, Sentinel Rock ed El Capitan (Wall of early morning light). Ha aperto Astroman, alla Washington Column. Ha aperto South Face Route al monte Watkins in Yosemite con Yvon Chouinard e Chuck Pratt.
E’ stato spesso criticato dai puristi per l’uso eccessivo di chiodi ad espansione e per la prolungata permanenza in parete.
John Harlin (1935 – 1966, Stati Uniti)
E’ stato un aviatore della Air Force con base in Germania e questo gli ha consentito frequenti trasferte sul Monte Bianco e sulle Dolomiti. Successivamente lascerà l’esercito per fondare una scuola internazionale di alpinismo a Leysin in Svizzera.
Nel 1962 effettua la salita alla nord dell’Eiger. Assieme a Tom Frost, Gary Hemming e Stuart Fulton aprono una via estrema sulla parete sud della Aiguille du Fou sul Monte Bianco e nel 1965 con Royal Robbins aprono la direttissima sulla parete ovest del Petit Dru sempre sul Monte Bianco. L’ultimo progetto è una direttissima invernale alla parete nord dell’Eiger.
Dougal Haston (1940 – 1977, Inghilterra)
E’ uno degli alpinisti inglesi più influenti.
Ha iniziato con le scalate invernali sui monti scozzesi per poi trasferire la tecnica sulle Alpi effettuando importanti ripetizioni: canalone Gervasutti sul Mont Blanc du Tacul, via Italo-Svizzera alla cima Ovest di Lavaredo, parete nord dell’Eiger in invernale, via Harlin alla nord dell’Eiger, parete nord del Cervino in invernale. Successivamente si è specializzato in spedizioni extraeuropee: tentativo al Cerro Torre, Annapurna, Everest (1971 e 1972) ed il Changabang. Nel 1975 con Doug Scott salì la parete sudovest dell’Everest nella spedizione di Bonington.
Ha diretto la scuola internazionale di alpinismo in Svizzera (Leysin).
Anderl Heckmair (1906 – 2005, Germania)
Appartenente alla scuola di Monaco del sesto grado, in breve tempo ripete tutte le vie più difficile delle Alpi (ad esempio la seconda salita della Solleder in Civetta). Passato alla storia per la prima salita alla parete nord dell’Eiger nel 1938 assieme a Vorg, Kasparek ed Harrer. Questo successo è stato utilizzato dal regime nazista per propaganda. Prima dell’Eiger, fece un importante tentativo alla parete nord delle Grandes Jorasses nel 1931, aprì un itinerario sulla parete nord alla calotta di Rochefort (1931) ed aprì una variante al diedro Ferhmann sul Campanile Basso (1933). Nel 1951 effettua l’ottava ripetizione della Cassin alle Grandes Jorasses.
Andy Holzer (1966 – vivente, Austria)
Cieco dalla nascita. Holzer ha scalato sei delle Seven Summit. Ha scalato diverse pareti sulle Dolomiti di Lienz, sulle Dolomiti in generale.
Nel 2004 ha salito la via Comici in Lavaredo e la Cassin alla Piccolissima in Lavaredo con Erick Weihermayr, pure lui cieco e con Hugh Herr, senza gambe.
Alex Honnold (1985 – vivente, Stati Uniti)
Originario della California trova terreno fertile in Yosemite dove si impone per le sue arrampicate in solitaria, per i suoi record di velocità e per i suoi concatenamenti.
Fra le scalate in solitaria ricordiamo: il Nose a El Capitan in meno di sei ore, the Phoenix, Astroman, Rostrum in Yosemite, El Sendero Luminoso in Messico. Su El Capitan concatena in giornata il Nose, Salathe e Lurking Fear. Il record di velocità sul Nose è suo: meno di due ore e mezza. Detiene record di velocità, solitarie econcatenamenti anche in Inghilterra. Con Tommy Caldwell, nel 2014, effettua la prima traversata integrale del Fitz Roy. E’ uno dei fuoriclasse del momento.
Alex Huber (1968 – vivente, Germania)
Ha iniziato a scalare giovanissimo con il fratello Thomas ripetendo la via Fortuna in Marmolada a 16 anni. In falesia si fa conoscere per la apertura del secondo 9a (Om) e l’apertura del primo 9a+ (OpenAir). In Yosemite libera la Salathe a El Capitan (8a), Zodiac (8b) ed altri cinque itinerari.
Dopo alcune spedizioni di successo in Pakistan, Himalaya, Patagonia ed Antartide, nel 2000 apre in solitaria Bellavista (8c) sulla Ovest di Lavaredo che successivamente sale in arrampicata libera. Sempre in Lavaredo nel 2002 sale free solo la Hasse-Brandler (7a+) sulla Grande di Lavaredo e nel 2007 apre Pan Aroma (8c) sulla Ovest di Lavaredo.
Arno Ilgner (vivente, Stati Uniti)
Scalatore degli anni 70 e 80. Negli anni successivi ha messo a punto un programma di allenamento fisico e mentale per l’arrampicata chiamato Rock Warrior’s Way, spiegato anche in un paio di suoi libri.
Luisa Iovane (1960 – vivente, Italia)
Inizia ad arrampicare giovanissima in Dolomite dove conosce Heinz Mariacher. Assieme formano una coppia, nella vita ed in montagna, ripetendo, in libera e molto velocemente, gli itinerari più impegnativi ed aprendone di nuovi in Marmolada, una decina di nuove vie, in Pordoi, sul Sass de la Crusc e sulla Torre Trieste.
All’inizio degli anni 80 si dedica all’apertura di nuove vie di falesia in valle del Sarca e in val San Nicolò portando negli anni i livelli dal 7b, al 7c e all’8a.
Partecipa alle gare di arrampicata con notevoli risultati per ben 17 stagioni.
Ray Jardine (1944 – vivente, Stati Uniti)
Ingegnere aerospaziale ricordato soprattutto per la sua invenzione del friend che ha rivoluzionato le tecniche di assicurazione specie su granito.
Originario del Colorado dove inizia a scalare. Negli anni 70 si sposta in Yosemite dove spinge l’arrampicata in libera a livelli estremi aprendo, nel 1977, The Phenix, 5.13a. Nel 1979 scala in completa arrampicata libera West Face a El Capitan.
Negli anni successivi si dedica a lunghi trekking e traversate in diversi luoghi del mondo sperimentando diverse attrezzature da lui ideate.
Hans Kammerlander (1956 – vivente, Italia)
Storico compagno di cordata in Himalaya di Reinhold Messner con cui ha scalato assieme 7 dei 14 ottomila. Con Messner nel 1984 ha anche effettuato il primo concatenamento di 2 ottomila: Gashebrum II e Gashebrum I. In generale fra il 1983 ed il 2001, ha scalato, 13 ottomila tutti senza ossigeno.
Nel 1993 ha aperto con Christoph Hainz una via nuova sulla parete nord dello Shivling.
E’ stato anche il primo a scendere con gli sci da Nanga Parbat (1990) e da Everest (1996), nel corso di quella salita solitaria all’Everest ha stabilito anche il record di salita veloce dal campo base avanzato.
Reinhard Karl (1946 – 1982, Germania)
E’ stato anche alpinista e apprezzato scrittore.
Inizia ad arrampicare con Hermann Kuhn ed assieme ripetono molte classiche delle Alpi: la Bonatti al Dru, la nord delle Jorasses, la nord dell’Eiger, la nord delle Droites, la via degli americani al Dru ed il Pilone Centrale del Frêney. E’ stato anche un abituale frequentatore della Yosemite Valley (1975, 1977 e 1978) dove ha salito diverse big-wall su Half-Dome ed El Capitan. Nel 1977 ha salito, assieme ad Helmut Kiene, Pumprisse sul Kaisegebirge, una delle prime salite europee dichiarate di VII grado. Ha salito l’Everest ed il Gashebrum II. In Patagonia ha salito il Fitz Roy, attraverso la Chouinard ed ha tentato il Cerro Torre.
Ron Kauk (1957 – vivente, Stati Uniti)
Frequentatore abituale di Camp IV in Yosemite dal 1974, specializzato nell’arrampicata in libera. Nel 1975 con John Long e John Bachar percorrono in libera Astroman sulla Washington Column, questa è stata la via in libera più difficile negli Stati Uniti per i successivi dieci anni. Nel 1978 apre Separate Reality ed il passaggio boulder Midnight Lighting al Camp IV.
Nel 1980 passa l’estate in Europa per aggiornarsi sulle nuove tecniche europee di utilizzo di spit e preparazione delle pareti. Cerca di importare queste tecniche negli Stati Uniti, dove però non sono accolte favorevolmente. I suoi exploit sono stati ripresi in molti film.
Pierre Kohlmann (1935 – 1961, Francia)
Parigino, frequentatore abituale di Fontainbleau. Compagno di cordata di Mazeaud. Ha aperto diverse vie nel deserto dell’Hoggar e sulle Alpi, ha partecipato all’apertura della via Couzy in Lavaredo nel 1959. E’ stato fatalmente coinvolto nel tentativo al Pilone Centrale del Frêney del 1961.
Igor Koller (1952 – vivente, Slovacchia)
Polivalente alpinista su calcare, granito, arenaria, in Himalaya e attivo anche nelle scalate invernali. Balzato alle cronache per aver aperto la via attraverso il Pesce in Marmolada nel 1981, per anni l’itinerario più difficile delle Dolomiti, ha anche aperto vie estreme sulla parte est-nord-est del Pizzo Badile e sullo sperone nord del Pizzo Cengalo. In Marmolada ha aperto complessivamente 15 vie. Ha portato la tecnica della scalata con pochi mezzi e pochi chiodi appresa sulle montagne di arenaria di casa sulle Dolomiti, in Val Bregaglia e nelle sue esperienze extra-europee. Inoltre dalla fine degli anni 80 ha contribuito a portare sulle Alpi un gruppo di giovani scalatori slovacchi.
Layton Kor (1938 – 2013, Stati Uniti)
Prolifico scalatore del Colorado della fine degli anni 50 e 60. Ha aperto centinaia di nuove vie in Colorado, ma la sua via più famosa rimane West Buttress su El Capitan aperta nel 1965 con Steve Roper.
Mike Kosterlitz (vivente, Gran Bretagna)
Professore universitario di Fisica ma anche alpinista.
Nel 1968 ha aperto la via degli inglesi sul Pizzo Badile dopo aver ripetuto le vie più impegnative delle Dolomiti e del Monte Bianco.
Durante la sua permanenza in Italia ha arrampicato con Motti, Grassi e compagni in valle dell’Orco contribuendo all’apertura di Sole Nascente ed altri itinerari del Nuovo Mattino ed introducendo attrezzature (nut) e tecniche (arrampicata in fessura) nell’ambiente piemontese della fine degli anni 70.
Guido Eugene Lammer (1863 – 1945, Austria)
Fu uno dei primi alpinisti solitari e sostenitore dell’arrampicata estrema senza guide. Alcune sue vie di ghiaccio sono diventate delle classiche di un certo impegno. Scalò la parete ovest del Cervino ed assieme al suo compagno Augusto Lorria scivolò nel canalone Penhall del Cervino per oltre 400 metri senza riportare gravi conseguenze. Passato alla storia per le sue teorie estreme esposte nel libro Fontana di Giovinezza, seguace di Nietzsche e sostenitore del nazismo.
Emilio Levati (vivente, Italia)
Per primo ha scalato il settimo grado nella falesia di Bismantova ai primi anni ‘80.
Pete Livesey (1943 – 1998, Gran Bretagna)
Grande innovatore, ha dato un valido contributo alla arrampicata negli anni 70 e ha contribuito ad introdurre il concetto di allenamento intensivo specifico per l’arrampicata.
Era interessato a scalare in libera i vecchi itinerari aperti in artificiale. Ad esempio è stato il primo a salire rotpunkt la Costantini-Apollonio sulla Tofana di Rozes nel 1979. Fra le sue salite in Inghilterra ricordiamo Footless Crow in Lake District, Downhill Racer in Peak District e la prima libera di Clink in Galles.
E’ stato anche uno speleologo, canoista, skyrunner ed atleta di orienteering.
John Long (1953 – vivente, Stati Uniti)
Stonemaster della Yosemite Valley. Autore di oltre 40 libri di narrativa e manuali di tecnica di arrampicata che sono stati tradotti in tutto il mondo. Ha contribuito ad innalzare il livello dell’arrampicata estrema solitaria assieme a John Bachar in Josha Tree. Inoltre ha introdotto il concetto di arrampicata in velocità sulle big wall: prima ripetizione in giornata del Nose a El Capitan nel 1975 e prima ripetizione in giornata di West Face a El Capitan nel 1976.
Nel 1977 assieme a Bachar ripete tutti i passaggi boulder più difficili di John Gill.
Alex Lowe (1958 – 1998, Stati Uniti)
Versatile e dotato di straordinaria resistenza. Ha aperto nuove vie in Antartide, nell’Isola di Baffin, in Alaska, in Nepal, sulle Torri del Trango in Pakistan, in Kyrgyzstan e sul Gran Teton nello Wyoming. Fra le altre salite ricordiamo la nord del Cervino in solitaria, l’Everest – due volte , il K2, l’Annapurna, il Gasherbrum IV e l’Acongagua.
E’ stato anche un abile sciatore estremo con prime discese sulle montagne nord-americane.
Cesare Maestri (1929 – vivente, Italia)
Soprannominato “il ragno delle Dolomiti” per le sue capacità alpinistiche. Ha legato il suo nome a moltissime prime salite, ripetizioni e solitarie sulle Dolomiti. Tra le solitarie ricordiamo: la Dibona al Croz dell’Altissimo, la Comici al Salame del Sassolungo, la Solleder in Civetta, la via delle Guide sul Crozzon di Brenta, la via Detassis alla Brenta Alta, la Soldà alla Marmolada e la Micheluzzi al Piz Ciavazes. Effettuò due discusse salite sul Cerro Torre (1959 e 1970): nella prima salita morì il suo compagno Toni Egger e la salita venne messa in discussione. Ritornò successivamente con un compressore per piantare i chiodi a pressione. Anche questa modalità di salita, in forte rottura con la tradizione, fece discutere.
Heinz Mariacher (1955 – vivente, Austria)
Alla fine degli anni 70 apre alcune vie ora divenute classiche in Marmolada con Reinhard Schiestl. Conosce Luisa Iovane con cui vive e scala, in libera ed in tempi rapidissimi, gran parte delle classiche vie estreme delle Dolomiti per poi concentrarsi nell’apertura di nuovi itinerari in Marmolada tra cui spicca Tempi Moderni nel 1982. Nel 1984 effettua la prima ripetizione della via Attraverso il Pesce con Manolo, Iovane e Pederiva, salita di cui effettuerà nel 1987 la prima salita in libera. Negli anni 80 si concentra sull’arrampicata sportiva in valle del Sarca ed in Val San Nicolò. Collabora con aziende produttrici di scarpette di arrampicata.
Fulvio Mariani (1958 – vivente, Svizzera)
Cameramen, regista ed alpinista.
Nel 1983 partecipa come cameramen ad una spedizione svizzera-italiana all’Everest mettendosi in luce anche come alpinista. Arriva al successo e pure sulla cima del Cerro Torre, nel 1985, girando il film Cumbre con Marco Pedrini. A questo punto comincia ad essere invitato e a partecipare come regista a diverse spedizioni, in Himalaya ed in Patagonia, da parte di Reinhold Messner, Jerzy Kukuzcka ed Hans Kammerlander. Fonda la casa di produzione Iceberg Film che ha prodotto oltre 30 documentari relativi all’alpinismo ed altri sport estremi in giro per il mondo.
Paolo Masa (1956 – vivente, Italia)
Iconoclasta protagonista della Val di Mello. E’ stato definito il volto e la penna (tagliente) del gruppo dei sassisti di Sondrio.
Fra le sue vie ricordiamo: Sette Aprile, Amplesso Complesso, Via Paolo Fabbri 43, Il Paradiso può Attendere, Polimagò, Patabang, Sadomasa, Micetta Bagnata, Durango, spesso aperte assieme a Jacopo Merizzi.
Lorenzo Massarotto (1950 – 2005, Italia)
Padovano che si mise in luce dapprima con numerose scalate in solitaria (Aste in Civetta, Cassin e Carlesso alla Torre Trieste, nord dell’Agner, Mayerl al Sass de la Crusc, diedro Casarotto allo Spiz di Lagunaz, Canna d’Organo in Marmolada, Philipp-Flamm in Civetta) e successivamente con 123 vie nuove per lo più sulle Pale di San Lucano. Le sue nuove vie sono caratterizzate da gradazione severa, parco utilizzo di chiodi e assolutamente nessuno spit. Tra queste ricordiamo la via del Cuore sull’Agner, la via Alessio Massarotto al Sass Maor e la via Massarotto-Roman allo Spiz di Lastia. Ha fatto diversi lavori per poter arrampicare a tempo pieno senza alcuno sponsor.
Chantal Mauduit (1964 – 1998, Francia)
Dopo alcune difficili scalate sulle Alpi, si concentrò dapprima sulle Ande e poi sull’Himalaya. In Himalaya scalò K2 (1992), Shisha Pangma (1993), Cho Oyu (1993), Lhotse (1996), Manaslu (1996) e Gasherbrum II (1997), tutti senza ossigeno.
CONTINUA
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Alessandro controlla bene. Può darsi che la foto l’abbia scatata Tom Frost ma sicuramente non è lui. Io dico che è Royal Robbins.
Caro Alberto, grazie delle segnalazioni. Gervasutti e Aste corretti. Frost rimane.
più che la seconda salita della Torre Centrale di Paine Armando Aste va ricordata per la prima della Torre sud del Paine.
secondo me nella foto non è Tom Frost ma Royal Robbins.