Frane create apposta per fare lavori

La procura di Lucca ha aperto un’inchiesta sull’affidamento a procedura diretta di lavori pubblici, per somma urgenza, nel territorio di Vagli di Sotto (Lucca), in Garfagnana, e tra gli indagati ci sarebbero l’attuale sindaco di questo Comune montano, Giovanni Lodovici e l’ex primo cittadino e ora vicesindaco Mario Puglia. Con loro anche il consigliere comunale di maggioranza Piero Franchi, assessore nella precedente amministrazione e alcune posizioni organizzative dell’ente comunale garfagnino.

Questi i nomi di tutti indagati nell’inchiesta che dovrà chiarire se davvero esiste un ‘sistema Vagli’ fatto di favori ad imprenditori locali nell’assegnazione degli appalti pubblici: Giovanni Lodovici, Mario Puglia, Mirna Pellinacci, Piero Franchi, Monica Puglia (figlia di Mario), Anna Laura Cazzullo (moglie di Puglia), Gennaro Arpaia (maresciallo dei carabinieri, sospeso dal servizio per altro procedimento e accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio), Ultimo Bernacca, Marco Bertoncini Alfeo Bragoni (dirigente del settore ragioneria e tributi del Comune), Luca Dal Torrione, Lorenzo Dal Torrione, Marina Fateyeva, Debora Franceschi, Carlo Franchi (figlio di Franchi, assunto nella ditta Romei Srl beneficiaria per la Procura di alcuni appalti affidati senza gara), Filippo Franchi (anche lui figlio di Franchi, archivista del Comune), Mariolino Morganti, Federica Orsetti, Tiziano Pandolfo (l’imprenditore edile barghigiano cui il 25 maggio è stata sequestrata una Lamborghini Countach del valore di 300mila euro ritenuta provento degli appalti pilotati), Maurizio Romei, Roberto Romei, Marisa Siniscalco, Cristina Turba, Giorgio Turba (imprenditore massese del marmo), Lorenzo Vannucci, Viviano Verdigi, Vladimir Yugay.

Per tutti loro, a vario titolo, le indagini dovranno chiarire se e in che forma si siano configurati i reati ipotizzati di turbativa d’asta, truffa, falso ideologico e, solo per gli amministratori pubblici, corruzione.

Lucca, Procura accusa: frane create apposta per fare lavori
(pubblicato su controradio.it il 25 maggio 2020)

Perquisizioni e acquisizioni di atti sono in corso da parte di Guardia di Finanza, polizia, carabinieri, anche forestali. Gli investigatori hanno raggiunto gli uffici comunali di Vagli di Sotto, le sedi di varie aziende del marmo e anche l’ente Parco delle Alpi Apuane. Nel mirino della procura ci sarebbero una serie di lavori pubblici che sarebbero stati avviati anche esagerando la gravità di alcune emergenze naturali. L’inchiesta ipotizza a vario titolo reati come truffa, falso ideologico, abuso di ufficio, corruzione, turbativa d’asta, riciclaggio. Gli indagati sono una trentina e per alcuni si ipotizza l’associazione a delinquere. Tra gli indagati ci sono amministratori pubblici, anche loro familiari, oltre a imprenditori del marmo.

Mario Puglia

Nell’inchiesta della procura emergono numerose delibere per procedure dirette di affidamento lavori in somma urgenza “per frane inesistenti ma dichiarate dal sindaco” di Vagli di Sotto (Lucca) o per “frane realizzate ad arte proprio dall’amministrazione comunale con mezzi di scavo” solo per “elargire somme alle solite ditte”. E’ quanto riporta il decreto di perquisizione firmato dal pm Salvatore Giannino in cui si contestano reati di abuso d’ufficio, corruzione, truffa, turbativa d’asta e associazione a delinquere. Gli indagati, si legge ancora, “sfruttando monopolio acquisito all’interno del Comune di Vagli di Sotto” agevolavano a fini di lucro attività commerciali ed economiche “gestite dai sodali del sindaco, in assenza di autorizzazioni, favorendo la realizzazione di immobili e opere in assenza di titolo a costruire, anche finalizzate all’esercizio o agevolazioni di attività estrattive”.

Tra gli indagati oltre al sindaco Giovanni Lodovici, al vicesindaco Mario Puglia, c’è l’assessore Mirna Pellinacci, vicepresidente del Parco delle Alpi Apuane.

C’è anche la truffa tra i reati ipotizzati nell’inchiesta. Il pm Salvatore Giannino ha ricostruito uno schema che coinvolgeva amministratori e imprenditori del marmo. Schema che prevedeva “false scritture private al fine di ottenere un’inesistente usucapione sui terreni appetibili dagli imprenditori del marmo”, e, prosegue il pm, “poter poi, artefatto l’acquisto da parte del sindaco in proprio favore, indurre gli imprenditori interessati all’estrazione del marmo ad acquistare quei terreni in cambio della delibera di giunta favorevole all’estrazione del marmo proprio in quei terreni”. Tutto questo, secondo il pm, sarebbe stato finalizzato a giustificare il pagamento di denaro in cambio di delibere di giunta in materia di concessioni di cave. Tra gli indagati risulta anche un imprenditore del marmo di Massa (Massa Carrara), Giorgio Turba, noto per essere proprietario di Cava Romana all’interno del Parco delle Alpi Apuane, concessione dove viene estratto il pregiato marmo ‘Bianco P’. Inoltre le stesse indagini avrebbero rivelato che alcuni congiunti, mogli e figli, di alcuni amministratori pubblici indagati, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati assunti presso le ditte che beneficiavano degli appalti pubblici loro affidati senza gare di appalto ma con procedura diretta.

Cosa dice la minoranza
(pubblicato su luccaindiretta.it il 25 maggio 2020)

[… ]In merito all’inchiesta interviene il gruppo di opposizione Per Vagli e Roggio con il capogruppo Edoardo Fazzani: “Questa inchiesta non è certamente un bel biglietto da visita per l’imminente e tanto atteso evento turistico del Comune di Vagli, ovvero lo svuotamento del lago, previsto per il 2021. I capi d’accusa sono pesanti, adesso confidiamo nella magistratura”.

Il gruppo di opposizione era andato all’attacco già a inizio anno: “Siamo andati a spulciare sui lavori assegnati nell’ultimo triennio: abbiamo notato che le ditte sono non più di tre ma addirittura il 90 per cento dei lavori di cui il 90 per cento in somma urgenza sono affidati tutti alla stessa ditta“.

L’opposizione adesso sta valutando di chiedere le dimissioni al sindaco: “Noi valuteremo anche quello e quella di tutti i consiglieri coinvolti – specificano -. Sperando che con senso di responsabilità chi è coinvolto faccia un passo indietro subito in autonomia”.

Vagli di Sotto e la Penna di Sumbra

Appalti affidati a familiari e amici
(pubblicato su serchioindiretta.it il 25 maggio 2020)

Per gli inquirenti c’era un “sistema Vagli”, fatto di favori ad imprenditori locali da parte di amministratori compiacenti. Accuse pesanti quelle contenute nella nuova inchiesta giudiziaria che scuote il Comune di Vagli, dove sono stati iscritti a vario titolo nel registro degli indagati il sindaco in carica Giovanni Lodovici, l’ex primo cittadino e attuale vicesindaco Mario Puglia, insieme all’assessore Mirna Pellinacci nell’ambito dell’indagine su presunti appalti truccati, turbativa d’asta, truffe, falso ideologico e, per gli amministratori, corruzione. Con loro risultano indagati una trentina tra consulenti, periti e imprenditori dei settori marmifero e delle costruzioni. Sotto inchiesta ci sono anche la moglie e la figlia dell’ex primo cittadino.

Questa mattina (25 maggio) negli uffici comunali, in sede di aziende e abitazioni di amministratori e imprenditori finiti sotto inchiesta si sono presentate le forze dell’ordine, incaricate dalla procura di acquisire la documentazione relativa a numerosi lavori eseguiti in regime di somma urgenza e quindi affidati con procedura diretta a ditte ed aziende compiacenti. Blitz che sono stati eseguiti dai carabinieri forestali di Camporgiano da cui era partita, circa 18 mesi fa, l’indagine, militari della compagnia dei carabinieri di Castelnuovo, uomini della squadra mobile di Lucca e del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Lucca. Trenta gli obiettivi degli inquirenti, tra case private, uffici e sedi di aziende. Nell’inchiesta sono finite sotto la lente anche numerose autorizzazioni all’attività estrattiva nel bacino marmifero di Vagli, che sono al vaglio degli inquirenti. In qualche caso, ritengono gli investigatori, i danni e le calamità venivano perfino inventate, ma fatte risultare nelle carte necessarie a procedere all’affidamento dei lavori.

L’inchiesta era partita da una segnalazione arrivata ai carabinieri forestali di Camporgiano che più di recente hanno svolto le verifiche del caso a seguito di un esposto denuncia del gruppo di opposizione Per Vagli e Roggio e relativo ai lavori di realizzazione di un bypass dopo la chiusura, per motivi di sicurezza, del ponte Morandi sulla Tambura. Un’opera che era stata fatta partire nei giorni di Pasqua e nonostante l’emergenza CoViD-19 per rompere l’isolamento del paese e che, anche quella, è adesso sotto la lente della procura. La lista delle opere per cui si ipotizzano illeciti è lunga e copre tutto il periodo dalla precedente giunta a quella attuale. Durante le perquisizioni è stata acquisita la documentazione dei lavori e degli affidamenti per vagliare nel dettaglio le procedure. Nel mirino ci sarebbe anche il recente bando per la gestione della piscina comunale, mentre si ipotizza anche la truffa per alcuni finanziamenti ottenuti per l’emergenza maltempo da parte di enti pubblici. Denaro che sarebbe stato destinato a Vagli sulla base di certificazioni false che avrebbero gonfiato l’entità delle opere da eseguire per il ripristino di strade o versanti franosi, a seguito di nubifragi.

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Frane create apposta per fare lavori ultima modifica: 2020-05-29T04:21:00+02:00 da Totem&Tabù

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7 pensieri su “Frane create apposta per fare lavori”

  1. Sull’Orientale sarda a fine anni ’80 caddero ben 2 frane contemporaneamente nella zona di Genna Ramene-Genna Silana (Comuni di Baunei e Urzulei) dove un’impresa locale di proprietà del sindaco del primo Comune, costruì in vari anni di lavoro, diversi tunnel artificiali. Quello che nessuno si chiese fu come poterono cadere più frane contemporaneamente (ovviamente di notte) in luoghi distanti tra loro ma che interessavano la stessa strada.

  2. Una volta i delinquenti finivano in galera. Oggi, invece, i mafiosi vengono scarcerati.
    Tu, Alberto, e voi tutti, ditemi: che cosa vi aspettavate? Io, Fabio Bertoncelli, che altro mi aspettavo?

  3. la diabolica mente del virus più letale:  l’ UOMO…non ha limiti.

  4. In effetti rumors circa strade, ponti o viadotti costruiti appositamente sotto frana per poter poi gestire soldi e appalti della ricostruzione se ne sono sentiti a iosa, ma provocare appositamente la frana è un significativo passo in avanti!

  5. Mi sono laureato in Scienze Geologiche all’Università di Modena nel 1969 quando il capo s’Istituto era il professore Ugo Lo Sacco che veniva dall’Università di Firenze. Ho seguito i suoi corsi di Geologia e Geologia apllicata. Ricordo benissimo
    la classificazione delle frane in Italia, di cui a partire dei suoi lavori nell’Appennino Tosco-Emiliano era il massimo esperto.
    Devo aggiungere al mio bagaglio una nuova categoria al primato mondiale italiano nel settore frane e smottamenti, comprese le frane catastrofiche (Vajont e Sarno), quella delle frane 
    Frane create apposta per fare lavori
    Che geniale creatività aleggia tuttora nelle cave del genio mondiale Michelangelo

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