«Fuck the Olympics»?

Le montagne non appartengono al potere. Invitiamo tutti gli alpinisti/escursionisti a prendersi un giorno libero, il 19 febbraio 2024!

Ecco come su repubblica.it dell’8 febbraio 2024, a firma di Fulvio Bianchi, veniva data la ferale notizia. Così, senza un briciolo di pudore, per concludere trionfalmente una lunga lotta che aveva visto apparentemente vincitore il “no” alla pista di bob. Il “no” del CIO, del CAI, di molti politici e soprattutto dell’opinione pubblica:

Ci siamo. Sabato 18 febbraio 2024 si inaugura il cantiere a Cortina per la costruzione della pista olimpica da bob, skeleton e slittino. La Pizzarotti di Parma ha vinto il bando per l’impianto light ed è pronta a costruire nei tempi previsti. La Pizzarotti è una società fondata nel 1910, costruisce in 15 Paesi di tutto il mondo, ha appalti anche miliardari e sta occupandosi, fra l’altro, del passante per l’alta velocità di Firenze. Non ha quindi alcuna intenzione di fare brutte figure, né di pagare penali. Certo, sarà una sfida, una corsa contro il tempo: lo sa bene la società di Parma, l’unica che ha accettato il bando pubblico.

Il 18 febbraio verrà aperto il cantiere a Cortina, niente cerimonie particolari sono previste (al momento). Verranno impiegati sino ad massimo di 200 operai, due turni per giorno, sei giorni su sette. Alla soddisfazione politica, soprattutto di Salvini, Abodi e Zaia, si oppongono gli ambientalisti che contestano anche il taglio dei larici per costruire la pista olimpica a Ronco. Il nuovo progetto, con la pista light (meno parcheggi, meno tribune, eccetera) suggerita da Salvini, consente il risparmio di “4.311 mq di superficie boscata”, si passa quindi “da 24.291 a 19.980 metri quadri”. Ma ai verdi non sta bene: si oppongono al taglio di 500 larici secolari, non sono esclusi ricorsi che però non dovrebbero bloccare i lavori.

Nel piano è previsto che per ogni albero tagliato, 12 ne verranno ripiantati. Se quindi saranno tagliati davvero 500 larici, ne verranno ripiantati 6.000. Gli alberi sono censiti, è già stato dato l’appalto con affidamento diretto per intervenire. Il taglio fa parte della bonifica del territorio e la messa in sicurezza della zona del Ronco, anche se non mancheranno di sicuro le polemiche. La Procura della Repubblica di Belluno intanto ha aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti per poter verificare i contenuti di un esposto relativo alla demolizione della vecchia pista olimpica di bob “Eugenio Monti”, di Cortina. La segnalazione è stata inviata alla magistratura dall’associazione ambientalista “Italia Nostra” la quale ipotizza che, con l’intervento, sia stato distrutto un elemento protetto da vincolo paesaggistico. La verifica dell’esistenza delle autorizzazioni è stata affidata ai carabinieri del Nucleo tutela beni ambientali”.

«Fuck the Olympics»?
(certo, se non saranno sostenibili, perché la nostra vita non è un gioco)
di Alberto Peruffo

Dopo le manifestazioni di Milano e Venezia [1], se fallirà la mediazione giuridica (ci sono ben tre esposti in Procura di Belluno che chiedono di fatto il “blocco giuridico” dei cantieri), iuris alla mano, in “punto di diritto”, sarà necessario “prendere posizione” nella zona di Cortina, nei pressi dei cantieri della pista e delle vie di comunicazione.

Alberto Peruffo e Alessandro Gogna, alpinisti e attivisti, durante la manifestazione di Milano [1] del 10 febbraio 2024, perché le Olimpiadi siano davvero sostenibili. Foto: Grazia Pitruzzella.

Avvisiamo tutti i vari gruppi di tenersi pronti per un intervento di protesta diffusa, e quindi incontrollabile, per i giorni 18/19 febbraio 2024. E successivi.

Gli attivisti del Club Alpino Italiano, delle sezioni e commissioni CAI-SEM, CAI-TAM, dell’APE, tutti gli alpinisti/escursionisti che abbiamo incontrato in questi giorni e che hanno a cuore le Dolomiti, non solo come parco divertimenti, quindi gli attivisti dei vari Climate Camp in giro per l’Italia, dalle Alpi agli Appennini (in particolare dalla Val di Susa e dalle Apuane), le nuove giovani forze di Extinction Rebellion, Fridays For Future, Ultima Generazione, fino alle più strutturate forze di Greenpeace, Legambiente, Italia Nostra, Lipu, Pro Natura, Touring Club, WWF – dobbiamo tutti essere pronti per un periodo di mobilitazione e “legittima occupazione”, nonviolenta, ma rigorosa, delle zone in prossimità del lariceto di Cortina. Leggete alcuni dettagli dell’ultimo esposto [2] sui requisiti di chi dovrà tagliarlo! Possiamo permettere una tale follia?

Questo comunicato stampa è stato diffuso da www.peraltrestrade.it

La nostra sarà un’azione di legittima difesa del territorio contro l’arroganza di una ristretta schiera di politici che lo vogliono distruggere, andando contro le antiche pratiche di cittadinanza partecipata, il diritto consuetudinario dei luoghi (le Regole secolari d’Ampezzo), le leggi dello Stato (che prevedono Valutazioni di Impatto Ambientale ed altro), le stesse Direttive Europee (che impongono ottemperanze ambientali rigorose), andando persino contro tutte le autorità associative della montagna citate sopra [3] per arrivare a contraddire il pronunciamento del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), contrario alla pista. Tutto tramite pratiche autoritarie, commissariando il territorio, espropriando di fatto le popolazioni interessate di un diritto comunitario secolare. Quanto i 500 larici che si vogliono tagliare.

Gli unici signori arroganti che vogliono questo “mostro sportivo”, contro tutto e contro tutti, per mero orgoglio pseudo-identitario (senza citare gli interessi dei costruttori), hanno un nome e un cognome: sono i “governatori” delle Regioni e dello Stato, politici che non hanno mai indossato gli scarponi per attraversare, conoscere, difendere queste terre. Autorità astratte senza alcuna autorità concreta. Senza alcuna conoscenza emotiva e scientifica della montagna. Politici “distaccati” senza alcun vissuto né geografico né storico su queste terre. Persone che non conoscono i territori se non per sagre e celebrazioni di partito negli hotel di lusso. Noi tutti – invece – abbiamo passato anni, decenni, la nostra vita, abbiamo percorso centinaia di chilometri, in orizzontale e in verticale, dimostrando di amare e di valorizzare queste terre, patrimonio di tutti (pure Patrimonio UNESCO, con tutte le contraddizioni del “marchio”).

Teniamoci pronti per improvvisare una protesta rigorosa dove ogni singola realtà metterà del suo e chiederà i permessi, se necessari, secondo le proprie responsabilità e ingaggio. Non dovremo fare alcun danno alle persone e alle cose ma possiamo tutti applicare il concetto di “alto ostruzionismo” – ispirato alle nostre pratiche alpine – per ritardare in tutti i modi consentiti – dal senso civile e dalla creatività – i lavori della pista. Possiamo camminare piano piano e abbracciare gli alberi, e pure gli operai. Convincerli della follia. Possiamo armarci di pazienza sedentaria. Possiamo diventare ostacoli naturali, quali siamo. Natura che si ribella.

Se perdono una settimana, i nostri avversari, sono fuori gioco. Sappiatelo e sappiamolo! Noi siamo un esercito di attivisti “di posizione”, loro un manipolo di “servitù” lavoranti (spesso schiavizzate) che arriva da fuori. Che non conoscono le strade e i sentieri delle Dolomiti. Da cui invece noi possiamo scendere, calarci o inoltrarci. Nella luce pallida dei monti. I Monti Pallidi che offrono luce, per chi sa coglierla, di notte e di giorno.

Dalla nostra parte la legittimità che ci dà la nostra coscienza collettiva cresciuta frequentando questi luoghi. Ricordiamocelo: nessuno può impedirci di camminare. Sulle montagne, sui sentieri, sulle strade, nelle piazze. Nessuno. Le montagne non “appartengono” a “nessuno” se non alla coscienza collettiva di chi le vive e le frequenta, le cura con passione e rispetto, di noi tutti camminatori, per lavoro o per gioia. Le montagne “sono parte” della coscienza ecosistemica degli umani che le attraversano con rispetto, consapevoli che non sono terre loro. Ma solo del futuro che verrà. Le montagne non appartengono al potere. Sono la resistenza del mondo. Alla deriva delle città.

Non passerete sui nostri corpi. E se lo farete (sottolineo che questi signori per le Olimpiadi – il simbolo fragile della fratellanza/sorellanza – vogliono militarizzare il territorio con l’esercito), se lo farete chiediamo alle “forze dell’ordine”, o meglio ai “difensori del diritto” oltre le contingenze del potere – giuristi, docenti, carabinieri forestali e dei nuclei ecologici che in questi giorni hanno preso la nostra posizione redigendo e leggendo gli esposti – di difenderci e di salire in montagna al nostro fianco.

Preparate scarponi, corde, moschettoni, tende, sacco a peli, fornelletti, tutto quello che serve per difendere i “corpi primari” di cui i nostri stessi fragili corpi sono fatti e interconnessi: gli alberi, l’acqua, il suolo, l’aria, gli uccelli, gli animali della foresta. La foresta! 

La foresta di Cortina, divenuta simbolo di ciò che si deve fare e non si deve fare.
Ci vediamo tutti il fine settimana prossimo, a Cortina.

Alberto Peruffo da Montecchio (il “piccolo monte”, un tempo ricco d’acqua, oggi avvelenato dai PFAS e non solo) è socio CAI e Mountain Wilderness, coordinatore dell’azione olimpica Pechino 2008 [4], parte integrante del Comitato Insostenibili Olimpiadi CIO2026 [5]

PS
Invitiamo pure al Danno Reputazionale, se sarà fatta la pista. Invitiamo tutti gli sciatori – molti sono del CAI – ad abbandonare il comprensorio di Cortina nel futuro immediato, prossimo e remoto. Ci sono molti altri posti sulle Alpi che meritano la nostra attenzione rispetto ad una valle che è diventata e diventerà sempre più, dopo la pista, merce di denaro e simbolo di violenza politica. Costruiremo una campagna internazionale di “boicottaggio turistico”. Ne abbiamo tutta la forza e tutta l’autorità. Positiva. Contro l’arroganza autoritaria del potere economico-finanziario che ha reso Cortina una conca di affari senza senso e senza limite. Una “bolla olimpica” (v. libro [6]. 

Documenti allegati
esposto taglio alberi

nota Paola Favero

Note
[1]
https://gognablog.sherpa-gate.com/perche-la-montagna-non-e-un-parco-divertimenti-e-la-nostra-vita-non-e-un-gioco/ 

https://www.monitor-italia.it/milano-olimpiadi-insostenibili/ 

https://ape-alveare.it/dalla-montagna-alla-citta-in-cammino-contro-le-olimpiadi-invernali-in-difesa-delle-terre-alte/ 

https://www.radiondadurto.org/2024/02/12/no-olimpiadi-insostenibili-milano-cortina-2026-buona-la-prima/ 

[2]
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/11/pista-bob-cortina-esposto-degli-ambientalisti-per-fermare-il-taglio-di-cinquecento-larici-servono-verifiche-sullaffidamento-dei-lavori/7442059/ 

[3]
https://www.peraltrestrade.it/wp-content/uploads/2024/01/Bob-ass.naz_.240123_com_stampa.pdf 

[4]
http://www.antersass.it/sadsmokymountains/default.htm 

[5]
https://cio2026.org/ 

[6]
https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857567877 

«Fuck the Olympics»? ultima modifica: 2024-02-14T05:17:00+01:00 da GognaBlog

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