I bugiardi del clima

«Greenwashing e negazionismo hanno un impatto diretto sul clima». Intervista a Stella Levantesi. In occasione del 56° Climate Reality Leadership Training organizzato a Roma da The Climate Reality Project, la giornalista climatica ci ha parlato dell’influenza della disinformazione e dell’informazione ingannevole sulle politiche per il clima.

I bugiardi del clima
di Enrico Nicosia
(pubblicato su sapereambiente.it il 9 luglio 2024)

Nel 2023, un’indagine commissionata da Greenpeace sulle operazioni di greenwashing di alcune delle più importanti aziende petrolifere europee ha dimostrato come solo lo 0.3% della produzione di queste industrie fosse legata alle energie rinnovabili, destinando all’energia pulita poco più del 7% dei loro investimenti.

Stella Levantesi, giornalista climatica e autrice del libro I bugiardi del clima (Laterza, 2021)

Eppure, da diversi anni le industrie di combustibili fossili cercano di mostrare un volto diverso, promuovendo informazioni ingannevoli sulle loro attività.

In questo modo, il negazionismo e il greenwashing delle aziende petrolifere hanno un impatto diretto sul clima, ostacolando il processo di transizione. Ne abbiamo parlato con Stella Levantesi, giornalista climatica e autrice del libro I bugiardi del clima (Editori Laterza, 2021), intervenuta sul tema durante il 56° Climate Reality Leadership Training, l’evento che ha avuto luogo presso il Centro Congressi La Nuvola di Roma dal 28 al 30 giugno, promosso dall’organizzazione internazionale The Climate Reality Project fondata dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti e Premio Nobel per la Pace, Al Gore.

Pubblicità ingannevoli, negazionismo e diffusione di false informazioni. Sono i metodi delle campagne di disinformazione delle compagnie petrolifere che ostacolano l’azione per il clima. Come si può definire e a che livelli opera il greenwashing?
Il greenwashing fa parte di quella che viene chiamata “informazione ingannevole”. Riguarda alcune aziende inquinanti, sulle quali negli ultimi anni c’è una pressione crescente a essere sostenibili. Il greenwashing permette loro di presentarsi come “verdi” ed evitare di pagare per le attività inquinanti che portano avanti. Lo fanno attraverso campagne pubblicitarie, sponsorizzazioni di eventi e finanziamenti ai giornali. Sulla stampa italiana, per esempio, si parla poco di chi contribuisce a causare la crisi climatica e questo è dovuto anche all’influenza delle industrie inquinanti sui quotidiani. Inoltre, le compagnie sono rapide a adattarsi ai tempi della comunicazione. Molte inchieste giornalistiche hanno dimostrato come diverse compagnie di combustibili fossili abbiano condotto campagne pubblicitarie pagando alcuni influencer sui social media per promuovere il proprio prodotto. Altro livello al quale opera il greenwashing, poi, è la politica, che usa narrazioni ingannevoli come quella del “gas, energia pulita”.

Alcune di queste strategie vengono messe in atto da quelli che chiami “I bugiardi del clima”, nel tuo libro. Chi sono i bugiardi del clima e come riconoscerli?
Sono gli attori che in maniera strategica negano la crisi climatica. Documenti, inchieste e ricerche hanno mostrato come l’industria dei combustibili fossili sia al centro di questa “macchina” che fa disinformazione e greenwashing e incanala finanziamenti per bloccare le politiche sul clima.

Gli scienziati interni alle compagnie, come ExxonMobil, sono stati tra i primi a prevedere l’impatto dell’attività fossile, ma i dirigenti delle compagnie hanno nascosto tutto e montato la più grande campagna di disinformazione della storia recente.

Fra i bugiardi del clima ci sono anche i politici che bloccano la legislazione climatica, le piattaforme mediatiche che fanno da camera dell’eco a questi interessi e alcune figure spesso legate all’industria che attaccano la scienza del clima, fanno disinformazione e manipolano dati. Sono quelli che il climatologo Micheal E. Mann ha definito “negazionisti a noleggio”.

Al livello politico, uno dei momenti più importanti per discutere le strategie climatiche sono le Cop, Conferenze delle Parti. Anche questi incontri internazionali sono “inquinati”?
Le Cop sono fra i momenti più importanti che abbiamo per l’azione climatica. Negli ultimi anni, però, ci sono stati dei problemi legati all’influenza delle industrie inquinanti all’interno delle Cop. Un’analisi di Global Witness ha messo in luce come alla Cop27 di Sharm el-Sheikh erano presenti 636 lobbisti delle compagnie fossili. In questi eventi, la presenza delle industrie inquinanti si traduce in una mancanza di azioni concrete per il clima. Anche il linguaggio lo dimostra. Gli esperti hanno sottolineato la grande differenza, per esempio, fra le proposte di PhaseOut (l’abbandono dei combustibili fossili) e PhaseDown (l’impegno a rallentare il loro utilizzo) e la Transition away (il graduale allontanamento), che alla fine è stata adottata durante l’ultima Cop tenuta a Dubai. Le campagne di disinformazione e l’attività di lobbying delle industrie fossili hanno quindi un impatto diretto sul clima, indirizzando le politiche e bloccando la legislazione climatica. Continuare a tenere queste conferenze in paesi produttori di petrolio è parte del problema.

Il risultato è che abbiamo perso tempo. Quando Al Gore vinse il Premio Nobel per la Pace nel 2007 la temperatura globale era di 0.7°C superiore al periodo preindustriale. Oggi siamo a +1.1°C. Quale è l’impatto dei piani delle compagnie Oil&Gas?
Abbiamo perso tempo e continuiamo a farlo. La campagna di disinformazione delle industrie fossili e l’inerzia politica hanno ostacolato l’azione necessaria per far fronte alla crisi climatica e ai suoi impatti su salute umana, ecosistemi e biodiversità. Inoltre, le industrie che più inquinano continuano a farlo. Un recente rapporto  dell’organizzazione Oil Change Intarnational ha analizzato i piani di otto fra le più grandi compagnie petrolifere del mondo (Chevron, ExxonMobil, Shell, TotalEnergies, BP, Eni, Equinor e ConocoPhillips). I risultati mostrano come i piani estrattivi di queste aziende potrebbero portare a un aumento delle temperature globali di 2.4°C. Invece di interrompere i nuovi progetti fossili per raggiungere la decarbonizzazione, come indicano gli esperti, c’è un’espansione dell’industria.

Anche per questo eventi come il corso organizzato da The Climate Reality Project continuano a servire…
L’azione per il clima si può promuovere in vari modi. Gli spazi di ricerca e scienza, giornalistici e di inchiesta, legali delle cause climatiche, di attivismo, sono tutti fondamentali a contribuire all’azione per il clima. L’azione climatica è anche azione politica, economica, sociale, culturale, proprio perché la crisi climatica tocca tutto e ci riguarda da vicino. Anche momenti come l’evento Climate Reality Leadership Training sono importanti per espandere la rete, diffondere la consapevolezza climatica e fare luce sugli ostacoli all’azione per il clima.

Enrico Nicosia
Naturalista rapito dal fascino per il mondo naturale, sommerso e terrestre, e dei suoi abitanti, spera un giorno di poterli raccontare. Dopo la Laurea in Scienze della Natura presso l’Università di Roma “La Sapienza” va in Mozambico per un progetto di conservazione della biodiversità dell’Africa meridionale. Attualmente collabora come freelance con alcune testate come Le Scienze, Mind e l’Huffington Post Italia, alla ricerca di storie di ambiente, biodiversità e popoli da raccontare.

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I bugiardi del clima ultima modifica: 2024-09-05T04:53:00+02:00 da GognaBlog

40 pensieri su “I bugiardi del clima”

  1. Tornando all’articolo , quello che vedo io e’ una grande difficolta’ a capire: “Chi sono i bugiardi”.
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    Spesso le “narrazioni” dei media sono assai poco convincenti , e ti danno la sensazione di volerti assolutamente vendere il loro prodotto.
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    Poi aspetti qualche anno , e tutte le “verita’ assolute e incontrovertibili” di ieri , diventano le cazzate di oggi.

  2. “Ma avanti così, altrimenti chi ci vota più (perché l’obbiettivo è essere votati, mica risolvere i problemi, non è vero, Bertoncè?).”
     
    I problemi si risolvono anche – ma non solo – semplicemente eliminando le macchie di vegetazione dall’alveo di fiumi e torrenti.
     
    Questo si chiama “risolvere i problemi”.
    Ma tu – a proposito di chi fa demagogia elettorale col bandierone per accalappiare il voto dei balsami che passano per le strade – preferisci il mitico Green Deal.
    I romagnoli ne vedranno gli effetti (forse) fra 250 anni, dopo 249 alluvioni. Ma chettefrega? (copyright professor Aurelio Ovidio Marcellini).

  3. “Non discutere con un idiota [e neppure con chi ha il cervello devastato dall’ideologia]. Ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza.”
     
    Giuseppe, mannaggia! Me lo dimentico un po’ troppo spesso.

  4. Bertoncelli #34: cosa vorresti dimostrare con quel video?
    Che il popolo tutto attribuisce le responsabilità dell’alluvione ai verdi e che di conseguenza i verdi non prenderanno voti alle prossime elezioni locali?
    Embè?

  5. Ti propongo un altro video
     
    Bertoncè (poi chiudo davvero, che l’aria è già abbastanza asfittica per i miei gusti), tu guardi questi videi (e poi quello che pesca “a strascico nella Rete” sono io, vabbè) vedi tronchi ammassati e argini che cedono e, dato che non ammetteresti neanche sotto tortura che il riscaldamento globale può causare dei danni, concludi: ecco la causa dell’alluvione.
     
    Mi sembri come quello che schiaccia l’interruttore, si accende la luce, ed è convinto che la luce si è accesa perché ha schiacciato l’interruttore, senza sapere nulla di tutta la catena presente a monte del contatore, senza la quale avrebbe un bel da schiacciare (al buio).
    E se hai l’ardire di farglielo notare, si incazza e offende pure.
     
    “tu comunque […] continua pure a votare come hai sempre fatto
     
    Ma che ne sai tu, Bertoncè, di chi vota Balsamo (se vota).
    Come se poi cambiasse qualcosa. Come se, votando a destra o a sinistra o whatever cambiasse di colpo la criticità idrogeologica di un territorio o smettesse di piovere in modo così maleducato. Magie elettorali!
    Bertoncè, all’acqua non interessa sei sei communista o fratello, quando vuol passare da qualche parte, passa.
    Comunque mi sa che ti sei scoperto, Bertoncè. A te non interessano veramente gli alluvionati in E-R, ti interessa solo per chi votano. O mi sbaglio?
     
    ma quanti non la pensano come loro sono forse “antidemocratici” e “regressisti”?
     
    Eccerto. E quelli che non la pensano come Fratelli d’Italia sono figli unici.
     
    P.S. “TACI” lo vai a dire a qualcun altro, Bertoncè.

  6. In otto anni di forum, NON ho mai usato la parola comunisti per definire gli odierni “democratici” e “progressisti” (ma quanti non la pensano come loro sono forse “antidemocratici” e “regressisti”?).
    Pertanto TACI.
    … … …
    Ti propongo un altro video sull’alluvione 2023:
    https://www.youtube.com/watch?v=SVi6E7z5j90
     
    Dai tuoi “raggionamendi” dovresti appartenere pressappoco alla razza degli estimatori di Angelo Bonelli, celebre cioccolataio del Parlamento e ciottolataio della Val d’Adige (non che col partito dell’armocromista le cose vadano meglio…). Dal video e dai commenti si apprende la considerazione che i romagnoli alluvionati hanno per i Verdi.
     
    Tu comunque, nonostante le annuali alluvioni in Romagna, alle prossime elezioni regionali in novembre continua pure a votare come hai sempre fatto. Della serie: “Nei secoli fedele” o anche “Me ne frego!”.

  7. “Nel corso del mese di maggio 2023, i territoricentro-orientali dell’Emilia-Romagna sono statiinvestiti da due eventi pluviometrici in rapida suc-cessione, ciascuno di entità eccezionale, con quan-titativi totali complessivi di precipitazione stimati traun quarto e metà del valore atteso per l’intero anno(secondo il clima 1991-2020)”
    ” La cumulata dell’indice regionale suiprimi 17 giorni di maggio 2023 è di 221,40 mm ecorrisponde al massimo mai registrato per cumu-late di questa lunghezza dal 1961.La commissione incaricata dalla Regione Emilia-Ro-magna per valutare l’eccezionalità di quanto avvenu-to ha stimato tempi di ritorno per i singoli eventi tra100 e 500 anni, a seconda della località considerata,mentre per la probabilità che due eventi di tale inten-sità si verificassero così ravvicinati nel tempo i tempidi ritorno stimati sono superiori a 1.000 anni.”
    .
    Rapporto IdroMeteoClima 2023

    Arpae Emilia-Romagna
    https://www.arpae.it › meteo › rapporti-annuali

     

     

    Quindi Bertoncelli, non c’entra il cambiamento climatico ma gli alberi nell’alveo se due eventi come quelli scatenatisi lo scorso anno si sono verificati a distanza di pochi giorni e non di 1000 anni come da stime statistiche, ai quali si aggiunge quello di quest anno che non ha atteso tra i 100 e i 500 anni. Tutto nella norma.

     

  8. Bertoncè, io adesso ci scherzo, anche se forse non è il momento giusto, perché l’ironia è l’unico modo che vedo per interagire con te, dato che il ragionamento non funziona (non che con l’ironia vada molto meglio, a quanto pare).
    Ma ti garantisco che un anno fa è stata veramente dura, e il sentimento era tutt’altro e non credo che allora avrei scherzato così. E comunque mi considero fortunato: se penso a chi ha perso tutto (come capitato a un mio vicino al pianterreno), un’auto da rottamare è poca roba.
     
    Per questo motivo, vedi, mal sopporto chi, su questo argomento, semplifica e specula per ideologia politica senza sapere di che parla (ma essendo convinto del contrario, e insultando pure) come stai facendo tu dal tuo primo intervento. Per non parlare di certe c.d. figure istituzionali.
    La considero bassezza, davvero, ed è ora di darci un taglio. Continua pure tu, se vuoi.
     
    E comunque non dovresti disprezzare così tanto i comunisti, avete sicuramente una cosa in comune: la testa dura. Ma dura sul serio, eh.
     
    P.S. Evidentemente abbiamo due idee molto diverse su cosa significa argomentare, ma non saro certo io farti cambiare la tua, Bertoncè.

  9. Balsamo, il tuo “Bertoncè” ripetuto in continuazione fa capire che sei alla frutta: i nervi vacillano. Quando non si riescono a opporre argomentazioni, le menti fragili spesso si riducono cosí, per la frustrazione.
    … … …
    Prova comunque a gustarti quest’altro video.
    https://www.youtube.com/watch?v=HLSMCmvjVQo
     
    Vi si vedono argini crollati (per colpa del cambiamento climatico?), e alberi e arbusti che non sono stati eliminati dagli alvei (sarà pure questa una colpa del cambiamento climatico? mah!).
    Dal minuto 12.30 al 12.55 si parla perfino di te.
    😀 😀 😀 
     
    P.S. Leggi pure i successivi commenti dei romagnoli, che forse navigano meno in Rete, ma sanno ciò che dicono.
    P.P.S. Ci vediamo al prossimo “Bertoncè”.

  10. Che poi la domanda “chi paga?“, Bertoncè, me la sono fatta pure io eh, mentre sbadilavo e buttavo la roba.
    Indovina chi l’ha pagata l’auto nuova alla moglie, Bertoncè. Come dici? Figliuolo, La Meloni, Bonaccini?
    Acqua, acqua (in tutti i sensi), Bertoncè, comunista che non sei altro 🙂

  11. @27
    Aggiungo un punto, Expo.
    L’aumento di intensità e di frequenza delle precipitazioni, rischia di rendere insufficienti le opere dimensionate su basi climatiche storiche, ormai superate da nuove e peggiori condizioni.
    Certo che non bisogna utilizzare il “riscaldamento globale” come copertura delle proprie mancanze, ma le condizioni sono cambiate rispetto al passato, Expo, e lo si vede bene dalla luce, totalmente inadeguata alla situazione, sotto quel ponte.
     
    Trovo davvero triste che qualcuno ci veda LA causa dell’alluvione: la qualunque per confermare il proprio pregiudizio e sostenere la propria propaganda, quando per quanto sta accadendo v’è una serie di concause.
    Almeno si criticasse l’incremento nel consumo di suolo in E-R, potrei anche capire ed essere d’accordo, ma questo… becerume da bar, povero Bertoncè, che tristezza 🙁
     
    P.S. Ahò, Bertoncè, la prossima volta che mi arriva il Ravone in garage ti chiamo anche a te a sbadilare (e facciamo le corna, se tanto mi dà tanto meglio lasciar perdere 🙂 ).
    Ho sbadilato per un giorno intero la smalta, porca zozza, e auto da buttare (quella di mia moglie).
    E tu hai il coraggio di scrivermi che “Me ne frego!“?
    Ma non ti vergogni nemmeno un pochetto, Bertoncè, col tuo mondo a bianconero? Ma và a caghér Bertoncè, và, quasi quasi mi fai incazzare sul serio… 🙂

  12. Alluvione 2023:
    Intervista “sul campo” a un alluvionato 2023, inferocito come una belva assetata di sangue.
    https://www.youtube.com/watch?v=K6swnWRTpYQ&pp=ygUKYm9uY2VsbGlubw%3D%3D
     
    N.B. Guardate – e ascoltate! 😀 😀 😀 – fino alla conclusione.
    P.S. Purtroppo non è stato possibile procedere ad analoga intervista dopo l’alluvione 2024. Corre voce infatti che il signore sia stato appena arrestato per aggressione a mano armata (con un forcone) contro l’attuale assessore regionale all’ambiente e coordinatore del Patto emiliano-romagnolo per il Clima. Bonaccini l’ha scampata solo perché ora poggia il deretano sugli scranni di Bruxelles.
    … … …
    Balsamo, tu sei un ardito esploratore della Rete, grande collezionista di collegamenti virtuali, imbonitore ed eccezionale arrampicatore su specchi, benché dalla logica zoppicante (anzi, diciamo pure amputata di gambe).
    Ordunque, prova a spiegarlo tu al due volte alluvionato che non è colpa del menefreghismo della Regione Emilia-Romagna, una Regione che fa come te: “Me ne frego!”.
    Poi mi saprai dire come sarà andata a finire.

  13. @ 26 Balsamo
    .
    Al di la’ delle beghe politiche , io credo che il riscaldanento globale che causta forti precipitazioni concentrate nel tempo e nello spazio sia una causa primaria dei danni in Romagna , ma non l’unica.
    .
    Viviamo in tempi in cui e’ moda per i politici avere certezze tanto inscalfibili quanto ideologiche : e’ molto piu’ facile accusare il “mal comune” del riscaldamento globale che dare giustificazioni su mancate pulizie degli alvei , tombini interrati e canali di scolo ostruiti.
    .
    A Milano e’ uguale :quando si gonfiano il Seveso e il Lambro , che poi sobo due fiumetti del cazzo, tutti puntano il dito sulle precipitazioni eccezionali , ma nessuno dice che i tombini e le caditoie sono pieni di terra e dentro ci crescono rigogliosi gli alberi , perche’ non li pulisce nessuno.
    .
    Idem con patate per le tombinature dei fiumi fatte a livello della portata media e senza sfoghi come sulle alture di Genova.
    .
    Ho la sensazione che da quando ci siamo inurbati non capiamo piu’ un cazzo di natura ( compresi quelli che si dicono “verdi” ) e che servirebbero migliaia di anziani contadini ad insegnarci come si gestisce idraulicamente il territorio.

  14. Altro che “riscaldamento globale“, colpa dei comunisti, Bertoncè, che tagliano i tronchi e li lasciano in mezzo ai fiumi, apposta, che poi si incagliano nei ponti bassi come successo l’anno scorso.
    Poi, vabbè, RFI Governo e Commissario (Figliuolo, emanazione del governo) lo sapevano da allora che quel ponte era da rialzare (pensa, è più basso dell’argine – ti sembra normale, Bertoncè ?) e non hanno fatto un tubo, ma queste son quisquilie, pinzillacchere, Bertoncè.
     
    https://www.today.it/cronaca/tappo-legname-ponte-lamone-boncellino-alluvione-emilia-romagna.html
     
    Ma chissà da dov’è venuta tutta quell’acqua, Bertoncè. Tu ne hai un’idea?

  15. per te si tratta solo di un caso?
     
    Santa polenta, ma dove avrei scritto che si tratta “solo di un caso“?
    Mi pare d’aver scritto, invece, che i “bacini di espansione” sono importanti, ma non sono la panacea come invece tu credi e vuoi far credere, Bertoncè (oltre al fatto che la Romagna ne sarebbe priva per colpa dei comunisti).
     
    Prova ne è che alcuni, nel 2023, si sono riempiti e non hanno evitato alcunchè (benché, forse, se non ci fossero stati le cose sarebbero andate anche peggio). Altri, invece, ce l’hanno fatta (vedi Samoggia, per il rotto della cuffia).
     
    Questi sono fatti, Bertoncè, che c’azzecca “pescare a strascico nella Rete“? (Oltre al resto delle frasi offensive da te rivoltemi, ma vabbè).
     
    Che il Panaro non abbia più straripato (per ora) ne sono felice.
    Ma trasportarne l’esempio paro paro a qualsiasi altro bacino idrico (senza nemmeno sapere come la cassa sul Panaro sia stata dimensionata e se sarebbe in grado di assorbire una quantità di pioggia pari a quella che si è riversata in Romagna) è segno manifesto d’incompetenza.
     
    Non che l’incompetenza sia un male in sè, ci mancherebbe: ma “quando si è incapaci di argomentare conviene tacere: non c’è nulla di male” (cit.)
    Quando, invece, si parla, il problema vero è manifestare chiusura mentale verso qualsiasi informazione o ragionamento che non si adatta al proprio pregiudizio e sopravvalutare la propria (in)competenza.
    L’effetto Dunning-Kruger ti dice niente, Bertoncè?

  16. Se il Panaro prima ha straripato cento volte, tutti gli anni, e poi non piú, per te si tratta solo di un caso? Ma ci credi davvero?
     
    P.S. Sei piú ottuso di quanto pensassi: abile nel pescare a strascico nella Rete, facendoti bello con collegamenti a destra e a manca, ma con grosse lacune nell’uso del cervello.
    Mah! Da evitare.

  17. Bertoncè, facciamo finta che non mi stai trollando (ho più di un dubbio) e parliamo un pò del 2023 (per il 2024 meglio aspettare informazioni più consolidate).
     
    Casse sul Montone (Forlì-Cesena): completamente allagate e ciao fichi.
    Cassa sul canale dei Molini: raggiunta la capienza massima, idem.
    Cassa di espansione sul canale Redino (Bagnacavallo): riempita, canale esondato.
    Bacino del parco Golfera (Lugo): tracimato.
     
    Questo per rispondere alla tua affermazione che “di chi doveva costruire opere idrauliche (bacini di espansione, ecc.) […] non l’ha fatto“, quando, con tuttaevidenza, le opere ci sono (alcune, per lo meno) e a (cercare) di farti capire (per l’ennesima volta) che i “bacini di espansione” non sono la panacea (e che chi si illude “di combattere le alluvioni” in questo modo, mi dispiace ma sei tu).
     
    Riguardo alle 11 opere a tuo dire “bellamente ignorati dai sedicenti “democratici”“, mi risulta che nove siano ancora in costruzione e due in fase di progettazione.
    Si tratta di opere complesse (e con di mezzo espropri) che non si costruiscono nè in un giorno nè in un anno. Se hai notizie di ritardi o negligenze, postale e leggerò con interesse (escluso “La Verità”, naturalmente 🙂 ).
     
    Infine, sul tuo paragone con il fiume Panaro e il fatto che “da allora (mezzo secolo) è straripatoZERO volte: Bertoncè, anche il Ravone era straripato ZERO volte fino al 2023 (e pensa, senza casse d’espansione). Eppure a me è arrivato in garage, come la mettiamo?
     
    Questo per dirti, zucca dura, che ogni bacino fluviale e ogni territorio ha la sua specificità: far paragoni tout-court (Panaro) serve solo a dimostrare la propria incompetenza in materia. Inoltre, la pressione climatica (e antropica) negli ultimi tempi è, ahimè, cambiata (in peggio).
     
    Motivi per cui, per affrontare questi problemi (compreso quello delle frane, che è altrettanto grave, Bertoncè), servono competenze (e anche una visione politica illuminata), non propaganda.
    Quindi, fra governo, enti locali ed esperti da bar (o da blog), siamo in una botte de fero, Bertoncè, non trovi? Cosa potrebbe mai andare storto? 🙂
     
    P.S. AFORISMA:
    Chi fa propaganda, avvelena anche te. Bertoncè dì a te stesso di smetterla
     

  18. ———  AFORISMI  ———
    “Mai discutere con un balsamo. Ti costringe a scendere al suo livello e poi ti batte con l’esperienza.” (Fabio Bertoncelli)
     
    P.S. Noto però che continui a scantonare (eh, furbacchione!  😀 😀 😀 ) sulla questione degli undici bacini di espansione bellamente ignorati dai sedicenti “democratici” che allora comandavano in Regione, tra i quali la vicepresidente regionale e assessora con coordinamento al Patto per il Clima (sòrbole!).
    Non sapendo che altro fare, ti dedichi quindi all’arrampicata sugli specchi, ma poi mi frani sulle frane quando qui si parla di alluvioni. Mah!
     
    N.B. Se ti illudi di combattere le alluvioni con la vulgata del Green Deal, dovrai aspettare almeno 250 anni prima di assistere (forse) a qualche lievissimo miglioramento.
    Nel frattempo i romagnoli dovranno sorbirsi altre 249 alluvioni: una all’anno. Non so se saranno tanto pazienti…

  19. Nel frattempo, però, il Partito non si cura piú del popolo e dei lavoratori
     
    Eh, signora mia, non esistono più i (gran) Partiti di una volta… 🙂
     
    A Bertoncè, ma che stai a dì. Ma che ne sai tu di chi vota Balsamo (sempre se vota)…
    Manco sai che è stato fra gli alluvionati e ti permetti di dargli patenti di “Me ne frego!” e gli chiedi, a lui, se ha ascoltato “le innumerevoli interviste” o “riflettuto sulle loro ragioni“. Chi ha riflettuto, e un sacco, mentre sbadilava la smalta, Bertoncè. Ma ce l’hai un pochino di decenza, o stai solo cercando di farmi perdere la pazienza? (In una parola: mi stai trollando, per caso?)
    Così, per sapere, eh.
     
    P.S. Insisti imperterrito con la questione “bacini di espansione” come se fosse il punto fondamentale.
    Ebbene, per quanto importanti, con gli eventi estremi sempre più intensi e frequenti i bacini non saranno certo sufficienti a risolvere il problema delle alluvioni.
    E ti dirò di più: quelli dimensionati su basi climatiche storiche, con le nuove condizioni potrebbero diventare addirittura pericolosi.
    E con le frane (di cui l’Appennino è pieno), che facciamo, Bertoncè? Le risolviamo anche quelle con i “bacini di espansione” o “ci attacchiamo al tram“?
    Ma tranquilli, il governo ha già trovato la soluzione. Assicurazione obbligatoria per tutti. Maledetti comunisti! 🙂
     
    Dovresti mettertelo in testa, Bertoncè: la realtà del mondo mal si presta a una divisione bianco/nero o su base ideologica. E’ molto, molto più complicata. Informati.

  20. Ci fu un tempo in cui il Partito (PCI) si interessava ancora al popolo, ai lavoratori, al territorio e finanche ai bacini di espansione.
    Una volta il fiume Panaro straripava praticamente ogni anno (sic), allagando tutta la zona di Modena Est (campi, strade, casolari, palazzi, villette, aziende agricole, aziende artigianali, aziende industriali). Poi, nei primi anni Settanta, la Regione Emilia-Romagna costruí i bacini di espansione.
    Domanda: quante volte da allora (mezzo secolo) è straripato il Panaro a Modena Est?
    Risposta: ZERO.
     
    Nel frattempo, però, il Partito non si cura piú del popolo e dei lavoratori; di piú, non li nomina nemmeno. E neppure si preoccupa di costruire le casse di espansione già in progetto, di manutenere gli alvei di fiumi e torrenti, di rinforzarne e alzarne gli argini.
    Ora invece il Partito si dedica agli affari e alla finanza (“Abbiamo una banca?”), con buona pace di Balsamo, che continua a votarlo e si abbevera alle sacre fonti, nei secoli fedele.
     
    P.S. Balsamo, non sgattaiolare: parlami delle 11 casse di espansione non realizzate dalla Regione Emilia-Romagna e già finanziate in parte dallo Stato. Allora presidente della Regione era tal Bonaccini e vicepresidente (e assessore con delega al Patto per il Clima!) era l’Elly Schlein (della serie: “Chi li ha visti?“).
     
    Attendo risposte concrete nel merito; prego astenersi da voli pindarici e svicolamenti vari. Grazie.

  21. Benassi, il problema è sistemico.
    Da un lato ci sono risorse sempre più limitate per la manutenzione (non entro nella polemica sull’incompetenza) e dall’altro un consumo selvaggio di territorio (Sarno & Quindici non ci hanno insegnato nulla) ed eventi meteo sempre più estremi a causa del cambiamento climatico (che, per qualcuno, nemmeno esiste o, se esiste, non è colpa dell’uomo e gli eventi estremi ci sono sempre stati, e tutta la parafernalia).
    Pertanto, occorre affrontarlo in modo altrettanto sistemico (posto che si possa) o non potrà che peggiorare.
    Per questo motivo, focalizzarsi sulle “casse d’espansione” per ragioni esclusivamente ideologiche (che, applicate a problematiche principalmente tecniche hanno prodotto, da sempre, solo dei danni) per me è piccineria.
    Ma si sa, il c.d. “Green Deal“, signora mia, è “idiota, demagogico e inutile” a prescindere: parola di Bertoncè (o ci fa ? – si scherza, eh, Bertoncè 🙂 ).
     
    P.S. Tornando all’articolo, la cosa che forse non è stata notata è che le grandi compagnie petrolifere SAPEVANO.
    Anzi, a volte i loro modelli climatici si sono rivelati molto più predittivi di quelli dello stesso IPCC. E non solo hanno messo tutto a tacere ma hanno fatto una campagna di controinformazione i cui effetti si vedono ancora oggi (vero, Giovanni ?).
    Ma come ? Tanto chiasso attorno a BigPharma e Bill Gates e su BigOil niente ?

  22. le principali cause di tutti questi disatri  che csusano alluvioni sono  lo sfruttamento e la trascuratezza del territorio. Un territorio che viene sempre più aggredito e allo stesso tempo non manutenuto come avrebbe bisogno. Qusto avviene non solo in Romagna ma praticamente su tutto il territorio italiano, anche qui da me. Un tempo i fossi venivano puliti a mano da squadre , il consirzio bonifica aveva la squadra spagliatori, che puliva e non lasciava nulla nell’alveo, quello che tagliava veniva tirato sull’argine. Adesso passa un trattore , trita tutto e lo lascia li dentro. Il reticolo idraulico era tutto sistemato, ora è tutto disastrato e pieno di rifiuti. Lungo le strade passava l’omino dell’Anas a pulire e sistemare.  Questi disastri, con argini fatti a cazzo da ditte che non sanno fare il loro lavoro,  con funzionari tecnici che non ci capiscono nulla o non controllano come dovrebbero, con soldi pubblici buttati al vento, anche se qualcuno l’intasca,  è l’evidenza di quanto questa società sia in declino. È tutto uno scarico di colpe, ma nessuno che si assume le proprie responsabilità, e si va di disastro in disastro come se tutto fosse normale. 

  23. Prima del 2023 la Regione Emilia-Romagna […]”
     
    Bertoncè, mi sembra evidente che non hai letto (o hai letto ma non compreso) né l’articolo de “Il Post” né quello de “Il Giornale”.
    Forse che li consideri “fonte dei ciarlatani” ?
    (Detto da uno che legge e crede a “La Verità” lo torverei esilarante 🙂 ).
     
    E in seguito che è stato fatto?
     
    Citofonare Figliuolo, commissario nominato dal governo.
    Come se le casse d’espansione si costruissero in un anno… Ah, Bertoncè Bertoncè…
     
    Almeno hai visto i video delle distese di alberi e rami che ristagnavano davanti alle arcate dei ponti? Hai notato i cedimenti degli argini? Hai ascoltato le innumerevoli interviste agli alluvionati? Hai riflettuto sulle loro ragioni? No, eh?” “Ma evidentemente la cosa non ti interessa perché non abiti da quelle parti.
     
    Caro Bertoncè, non abito in Romagna ma a Bologna, e l’anno scorso mi sono ciucciato l’alluvione del Ravone, un torrentello che nasce dal monte Paderno a pochi chilometri dalla città.
    In condizioni normali detto torrentello ha una portata d’acqua (quando c’è) risibile, ma lo dovevi vedere durante l’alluvione (ah, già, forse dal tuo divano non si vedeva).
    Risultato: un metro d’acqua in garage e auto da buttare.
    Ristori? Nemmeno l’ombra: la mia zona – e altre – è stata dichiarata fuori dalle zone alluvionate. Quindi forse abbiamo avuto un’allucinazione collettiva, compreso l’autospurgo che ha lavorato 4 giorni per svuotarci i garage.
     
    Naturalmente il Ravone è privo di casse d’espansione (chissà perché, maledetto Bonaccini! 🙂 ).
    Scorre intombato per chilometri sotto alla città, almeno quando non esonda. Cosa che non era mai successa prima a memoria di Bolognese (e a questo ultimo giro c’è andata bene), come mai erano state registrate piogge di tale intensità e durata (fatti irrilevanti, eh, il problema sono le casse d’espansione che il Partito non ha voluto fare, parola di Bertoncè).
     
    Prima di aprire bocca, degnati almeno di informarti sull’abbiccí dei fatti […]”
     
    Vedi, Bertoncè, l’ignoranza è un problema superabile: basta informarsi.
    Sulla supponenza è più difficile, ma ci si può lavorare. A volte può bastare evitare di attribuire dei “Me ne frego!” a cazzo a chi non si conosce.
    L’osso più duro è il pregiudizio ideologico.

  24. @ 12
    Prima del 2023 la Regione Emilia-Romagna aveva in programma 23 opere idrauliche (tra cui i bacini di espansione). Ne furono realizzate soltanto la metà (12). La Regione restituí allo Stato i fondi già stanziati per le altre opere.
    Il risultato è stato la doppia alluvione dell’anno scorso.
     
    E in seguito che è stato fatto? Il risultato di quello che (non) è stato realizzato dal 2023 è stata l’alluvione del 2024. Geniale!
     
    P.S. Almeno hai visto i video delle distese di alberi e rami che ristagnavano davanti alle arcate dei ponti? Hai notato i cedimenti degli argini? Hai ascoltato le innumerevoli interviste agli alluvionati? Hai riflettuto sulle loro ragioni? No, eh?
    … … …
    Balsamo, noto che il livore ideologico ti acceca sempre piú spesso. Prima di aprire bocca, degnati almeno di informarti sull’abbiccí dei fatti e non abbeverarti alla fonte dei ciarlatani. 
     
    Comunque, se lo preferisci, continua pure a votare per il Partito: garantisce alla Romagna un’alluvione all’anno; a volte perfino due.
    Ma evidentemente la cosa non ti interessa perché non abiti da quelle parti. Per te, come dicevano una volta, vale il detto:Me ne frego!“.
     

  25. Ammesso , e sembra credibile , che l’eccesso di CO2 sia la causa del surriscaldamento terrestre ( ci sono almeno 10 altre cause )
    .
    Perdona l’ignoranza, ma quali sarebbero queste 10 altre cause, e con quale peso percentuale interverrebbero?

  26. Giovanni (@6), ma davvero, per te, la questione del cambiamento climatico è riducibile a credere o non credere all’equazione “-CO2=raffreddamento” ?
    Non ti sembra una banalizzazione di un problema complesso?
    Non è un pò come credere che i “bacini di espansione” siano la panacea contro le alluvioni?
     
    E poi, perché il verbo credere? Un’equazione non è nè una divinità nè un parto di pensiero magico. Sei proprio sicuro che “non esiste ad oggi nessuna prova scientifica“, o, invece, sei tu che trascuri tutto quanto (ed è tanto) non collima coi tuoi pregiudizi ?
     
    @7 “Non è affatto responsabilità di chi doveva costruire opere idrauliche (bacini di espansione, ecc.) ma non l’ha fatto
     
    A Bertoncè, utilizzare le catastrofi naturali per propagandare la propria ideologia politica, è da miseri (mia opinione, naturalmente). Comunque devo constatare che in questo almeno sei in buona compagnia (del governo).
     
    A parte che (alcuni) bacini di espansione in Romagna sono stati fatti, vedi:
    https://www.ilpost.it/2023/05/19/casse-espansione-emilia-romagna/
    quando i bacini sono pieni (come già successo nel 2023), che fai ? “Ti attacchi al tram ?” (cit.)
    Ancora a semplificare problemi complessi ?
     
    Ma non ti chiedo di credere a me, Bertoncè.
    Che i “bacini di espansione” non sono la panacea te lo dice pure Il Giornale
    https://www.ilgiornale.it/news/politica/soluzioni-vere-contro-allagamenti-spostare-case-dai-fiumi-e-2371197.html
    e quindi dev’esser vero per forza 🙂

  27. Bertoncelli ha ragione , ma l’argomento e’ incredibilmente complesso a tanti livelli.
    .
    Ammesso , e sembra credibile , che l’eccesso di CO2 sia la causa del surriscaldamento terrestre ( ci sono almeno 10 altre cause ), perche’ la terra si raffreddi il Phase Out delle fonti di CO2 sembra difficile da ottenere , perche’ 2/3 della popolazione mondiale non lo vogliono.
    .
    Il phase down esiste , ma e’ un’accozzaglia di ipotesi che nei discorsi degli asiatici arriva al 2060 /70 , quando da maggio a ottobre staremo a 35/40 gradi.
    .
    La captazione e stoccaggio del CO2 emesso potrebbe aiutare , ma i quantitativi sono immani.
    .
    In piu’ in autunno avremo i primi disordini in Germania , locomotiva d’Europa , perche’ l’automotive ( Volkswagen in particolare ) , sta iniziando a fallire e a lasciare a casa gente.

  28. Matteo, sei spietato. Uno scrive un commento e poi, implacabile come la maledizione del faraone, arrivi tu a devastare.
     
    P.S. Sto scherzando!

  29. Bertoncelli, non sono affatto d’accordo, primo perché nessuno dovrebbe essere condannato per bestemmia mai e in nessun posto (anzi!) secondo perché Giovanni e quelli come lui dovrebbe essere interdetto per manifesta stupidità e proterva ignoranza.
     
    Infatti come può un essere con un minimo di intelligenza scrivere la frase
    -CO2=raffreddamento… non esiste ad oggi nessuna prova scientifica”…
    Intendo dire, come fai a ottenere una prova scientifica? Costruisci un’altra terra ed emetti meno CO2?

  30. Propongo che Giovanni sia condannato come pubblico bestemmiatore e punito con la gogna e il bando.
    Dopo tanti anni di martellamento mediatico, è mai possibile che esista ancora qualcuno che, come l’ultimo dei soldati giapponesi nella giungla, si ostina a negare la realtà o osa soltanto dubitarne?
     
    Il Verbo è il seguente: 1) L’umanità esiste (purtroppo) -> 2) L’umanità non vuole vivere nelle caverne e quindi produce -> 3) A causa delle attività umane – e pure delle flatulenze bovine – l’anidride carbonica nell’atmosfera sta aumentando -> 4) Riscaldamento globale e siccità. 5) All’occorrenza, anche piogge torrenziali, piogge violente, piogge intense, piogge cosí cosí, cicloni tropicali, tornado, uragani;
    6) Infine pure alluvioni, come ieri in Romagna. Cosí ci è stato detto dalle eminenze mediatiche. Non è affatto responsabilità di chi doveva costruire opere idrauliche (bacini di espansione, ecc.) ma non l’ha fatto, dedicandosi invece a professione piú confacente: quella del ciarlatano.
     
    N.B. Non nego la variazione del clima. La mia posizione è la seguente: mi rifiuto che l’Occidente – piú precisamente, i popoli dell’Occidente, non le élite al potere – sia ridotto in povertà per un idiota, demagogico e inutile Green Deal.

  31. Non esistono negazionisti del cambiamento climatico. Esistono persone che non credono all’equazione -CO2=raffreddamento. Perché non esiste ad oggi nessuna prova scientifica. Quelle portate dai guru del clima (che si muovono beatamente su jet privati) sono arrampicate non ancora immaginabili nemmeno su roccia.
    Andate in Cina e India a fare le convention.

  32. “Il tema chiave dell’intero problema è quello sintetizzato da me. “
     
    Maddai…chi l’avrebbe mai detto?

  33. Il tema chiave dell’intero problema è quello sintetizzato da me. I negazionisti esistono e proliferano (non solo di numero, ma anche nei loro business) perché l’umanità non si convince a invertire lo stile di vita. Quando tutti seguiranno uno stile molto più spartano dell’attuale, in automatico il problema si attenuerà e non ci sarà più questo tifo da stadio fra le due tesi contrapposte. Le Big Oil continuano a esistere e addirittura ad aumentare i loro profitti perché la vita consumistica continua ad aumenta, anno dopo anno, la domanda di base di energia (che in gran parte è prodotta con risorse fossili): se stronchiamo la domanda di base, si affievolisce il relativo business. vale per tutto.

  34. Vorrei solo far notare che la disinformazione delle aziende petrolifere, che sicuramente fa parte della storia recente, va un po’ contro i numeri riportati all’inizio.
    In particolare un investimento del 7% del totale è tanto, se si riferisce a un comparto che titola lo 0.3% della produzione significa semmai che stanno spingendo in quella direzione.
    Che le aziende petrolifere vogliano aumentare il loro business, invece, è normale, è parte fondante della religione della “religione” su cui si fonda la nostra società: il capitalismo.
    Negazionisti del cambiamento, greenwashing e politici pagati sono fenomeni differenti e spesso slegati, ma possono essere combattuti solo con un approccio culturale che modifichi i comportamenti sociali, non politicamente
     

  35. Che ci sia una negativa propensione a negare il problema del riscaldamento climatico è indubbio. Purtroppo dobbiamo contrastare queste posizioni, che a volte sono anche in buona fede (cioè di negazionisti davvero convinti che gli altri e bassi siano “naturali” e destinati a compensarsi) a volte in aperta mala fede (sostenitori di interessi economici che verrebbero danneggiati da politiche di contenimento della società consumistica). Tutto ciò è vero e da diverso tempo io auspico una decrescita felice (sia nello specifico in montagna, come nel 100% dell’esistenza). Torniamo a una vita più semplice, magari sobbarcandoci un po’ di fastidi: es patiamo l’afa ed evitiamo/limitiamo il ricorso all’aria condizionata oppure in inverno stiamo con due maglioni e limitiamo a 18 gradi il riscaldamento. Purtroppo come c’è una scriteriata schiera di negazionisti, esiste un altrettanto scriteriata schiera di invasati green, di cui gli imbecilli che imbrattano i monumenti sono la punta dell’iceberg. Le cose bisogna farle con giudizio: anche le politiche green vanno impostate con moderazione e per step successivi. Se obblighi di punto in bianco tutti i cittadini a isolare la casa, con spese quantificate in alcune decine di migliaia di euro (chi dice 40.000 di dice 50.000) per ogni singola abitazione chiaro che produci un rifiuto e una reazione sbagliata che però rende più difficile proseguire nella politica di risanamento del nostro stile di vita.

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