I Masai di Lempapuli
di Daniela Prandoni
PRESENTAZIONE
“La cosa importante è avere dignità e principi anche se si è poveri (I Masai di Lempapuli)”.
Lempapuli è una comunità Masai della Tanzania stanziata vicino a Kijungu, nel distretto di Kiteto, nella regione Manyara. E’ composta da 57 enkang (insediamenti familiari), circa 5.000 persone e 10.000 mucche.
Coordinate geografiche: 5°22’20.2” S – 37°25’35.8” E
In questa terra, purtroppo nessuno si è mai spinto a dare un aiuto, né Governo, né Missionari. Lempapuli è situata in una zona arida dove, anche per il governo locale, è difficile portare aiuto. Non c’è corrente elettrica, non c’è acqua, non c’è assistenza sanitaria.
“L’opera umana più bella è di essere utile a chi è meno fortunato di noi (Sofocle)”.
Dopo tre anni di volontariato personale dei soci fondatori, è nata nel 2016, l’Associazione OdV, I Masai di Lempapuli. Una piccola squadra, principalmente femminile, promossa dalla determinazione di tutte (il Consiglio Direttivo è formato da 7 membri di cui 6 sono donne), ha accettato la sfida, con il motto “Si può migliorare il mondo, si può aiutare qualcuno che è meno fortunato di noi”.
Molte erano già state le opere finanziate individualmente ma da quel momento, grazie alla struttura organizzata e ugualmente no-profit, tanti furono gli obiettivi in più che si volle raggiungere, volti a migliorare le condizioni di vita dell’intera comunità privilegiando bambini e ragazzi.
Con la costituzione dell’Organizzazione di Volontariato I Masai di Lempapuli, Daniela Prandoni e le sue amiche si sono prefisse un impegno costante con gli obiettivi di:
– soddisfare i bisogni primari della Comunità di Lempapuli: acqua, nutrimento, igiene e salute;
– assicurare un’adeguata istruzione per garantire un futuro a bambini e ragazzi.
Già dal 2013, prima della costituzione della OdV, i soci fondatori, contando unicamente sulle loro risorse, hanno avviato una serie di iniziative che, ancora oggi, sono portate avanti dall’Associazione. In particolare:
– fornitura di farmaci generici di base: ogni tre mesi, vengono consegnati in loco, attraverso i volontari, medicine generiche per febbre, vomito, mal di pancia, dissenteria, ma anche collirio, disinfettanti e antinfiammatori;
– copertura di spese ospedaliere per patologie che richiedono interventi chirurgici. Tipicamente i Masai, per curarsi, ricorrono a medicamenti naturali che, nei casi più gravi, si rivelano essere totalmente inefficaci: sulla base di segnalazioni degli abitanti di Lempapuli, vengono fornite loro le somme necessarie a eseguire operazioni chirurgiche e a consentire le relative cure; in molti casi, l’assenza di tali interventi avrebbe portato le persone colpite da tali patologie a conseguenze estremamente gravi;
– acquisto di due moto e di tre automobili: la mobilità nella zona è estremamente difficoltosa; si pensi, ad esempio, che l’ospedale più vicino è a sei ore di cammino; ridurre tale tragitto, in certi casi, voleva dire salvare una vita umana.
Oltre a queste iniziative, che sono mantenute tuttora con continuità, da quando è stata costituita l’Associazione sono stati avviati dei veri e propri progetti, come di seguito illustrato.
PROGETTI e REALIZZAZIONI
Nelson Mandela aveva detto dei progetti: “Sembrano sempre impossibili finché non vengono realizzati”.
Se da una parte, c’è molto da fare, dall’altra, è certo che qualsiasi aiuto arriva direttamente nelle tasche dei beneficiari: sono direttamente i soci fondatori che pagano i fornitori e porteranno ai Masai quanto raccolto. Nessuna altra missione, associazione o ente potrà approfittare del denaro inviato né a copertura delle proprie spese vive né a fini di lucro o speculazione. Ecco qualche dettaglio:
Nel 2016 è stato realizzato il primo progetto, Il Pozzo per la vita che ha permesso di portare l’acqua all’intera comunità di Lempapuli. È stato infatti costruito un pozzo, profondo 102 metri, dal quale si riescono ad estrarre 4,2 mc di acqua all’ora, che è una quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno non solo della popolazione ma anche del bestiame. A seguire, sono stati realizzati un abbeveratoio in cemento per il bestiame e una cisterna, sempre in cemento, per la raccolta dell’acqua nonché un edificio per riparare il generatore. L’acqua è pompabile 24 ore al giorno.
Sono in progetto l’acquisto e l’installazione di pannelli solari che consentiranno una forte riduzione dei costi di gestione.
Dal 2017 ad oggi la OdV si è dedicata alla scuola. Oltre all’assenza di vitto, mancavano perfino libri e quaderni. Era fondamentale dare loro la possibilità di studiare per portare un giorno la Tanzania, magari l’Africa in generale, a risollevarsi, a vivere sulle proprie forze, sulle proprie risorse e sulla propria autonomia.
Le sole 2 aule peraltro fatiscenti sono state ristrutturate (nel 2017), altre 2 (sempre nel 2017) sono state completate: in effetti il Governo ne aveva iniziato la costruzione senza mai completarla. E altre 3 sono state interamente edificate tra il 2019 e il 2020. Oggi ci sono dunque 7 aule, una per ciascuna classe, poiché il ciclo scolastico dell’istruzione primaria dura 7 anni. Realizzati i locali, è stato pure deciso di finanziare i pasti per tutti gli studenti per tutti i giorni di scuola. A tutti i 250 studenti dai 5 ai 12 anni è offerto un pasto caldo al giorno. Un piatto di polenta e fagioli per ciascun bambino per l’intero anno scolastico costa meno di una pizza in Italia!
Nel 2018 e 2019 è stata data la possibilità a quattro ragazzi meritevoli, scelti dai maestri della scuola, di proseguire il proprio percorso di studi in scuole secondarie lontane da Lempapuli finanziando l’iscrizione, il vitto e l’alloggio: ad una ragazza è stata finanziata la frequenza (iscrizione, vitto e alloggio) presso una scuola per infermieri che dista quasi un giorno di viaggio da Lempapuli.
Molto resta da fare per i servizi igienici. Oggi gli studenti si allontanano dall’aula e vanno nella savana: urge quindi la costruzione di bagni.
E’ urgente realizzare 7 bagni che verranno collegati a fosse biologiche.
Sempre nel 2018 e 2019, sono stati raccolti fondi per acquistare un trattore, col relativo rimorchio, e delle macchine agricole (una sgranatrice e una macinatrice) che hanno permesso di migliorare la produzione del mais, unico alimento ad essere coltivato e fino ad allora lavorato con strumenti manuali, e di incrementare notevolmente la produzione di farina.
Dal 2020, la OdV si è focalizzata sulla sanità, pensando alla realizzazione di un ambulatorio medico, vista la distanza esistente tra Lempapuli e il più vicino presidio sanitario (dalle 5 alle 7 ore di cammino). E’ stato acquistato il terreno, costruito sia l’edificio che verrà adibito a clinica/dispensary composto da 7 stanze, sia la casa che ospiterà il personale lavorante.
Proprio in questi giorni sono iniziati i lavori per la costruzione della recinzione di parte dell’area di proprietà. La casa alloggio è già pronta e completata: mancano invece ancora diverse opere alla clinica, che saranno realizzate non appena in possesso dei fondi necessari, quali ad esempio la costruzione di toilette esterne (richieste dal Governo) e di tutto l’impianto elettrico che necessariamente sarà costituito da pannelli solari vista la mancanza di corrente elettrica. Grande sforzo pure per recuperare l’arredamento interno (letti ospedalieri, tavoli, sedie, armadi) e le primarie apparecchiature elettriche ed elettroniche (ad esempio raggi X e ultrasuoni) utili per la diagnostica di base: a tale proposito è stata contattata una grande struttura ospedaliera di Dar Es Salaam, di proprietà indiana, per verificare la fattibilità di ricevere attrezzature da loro dismesse che per Lempapuli potrebbero abbattere notevolmente i costi di approvvigionamento di articoli nuovi o i costi di trasporto di vecchi eventualmente provenienti dall’Italia.
Parallelamente alle opere edili, sono stati presi i necessari contatti sia con il Governo Tanzaniano sia con medici locali per poter essere pronti all’apertura della clinica/dispensary non appena la stessa sarà ultimata: a tale proposito è stato coinvolto un Avvocato locale, sostenendo le spese per la costituzione in Tanzania di una organizzazione “no profit” che possa gestire questa attività: a novembre del 2020 è stato ottenuto il certificato di registrazione della NGO “Inonyeki Nahipa” (che in Masai vuol dire “occhi felici”).
IL FUTURO
“Quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma l’oceano senza quella goccia sarebbe più piccolo (Madre Teresa di Calcutta)”.
Oltre alla gestione di tutto ciò che è stato avviato, c’è da costruire un tetto per le famiglie totalmente povere. La maggior parte dei componenti di questa comunità ha poche mucche insufficienti anche solo per fornire loro il cibo: figuriamoci per poterle vendere e ricavare qualche spicciolo utile a pagare un tetto sotto il quale vivere…
E’ in progetto anche la costruzione di una chiesa, tanto desiderata dalle donne. I Masai cono credenti ma non hanno un luogo ove pregare. Le donne hanno già delimitato l’area dove far sorgere la chiesa ma non ce la fanno a costruirla vendendo le galline, il loro unico patrimonio autogestito.
Infine si sta studiando un piano per le adozioni a distanza.
PASSA ALL’AZIONE
“L’aiuto prestato ai deboli non vale tanto quanto sostenerli anche dopo averlo fatto (William Shakespeare)”.
– diventa socio
con un versamento di soli € 50,00 si possono condividere tutte le iniziative solidali di aiuto ad un’intera comunità
IBAN: IT09R0348822800000000034662
– dona
se non si ha tempo da dedicare all’aiuto solidale, si può semplicemente donare ciò cui si riesce a rinunciare ed il 26% della somma versata, tra l’altro, può essere recuperato dalle tasse. Ricordiamoci che, con una semplice rinuncia, paragonabile a un vestito superfluo, si può perfino finanziare una “casa”!
IBAN: IT09R0348822800000000034662
– “acquista” un buono pasto per un bambino per un anno
con soli € 20,00 donati (ed in parte recuperati nella dichiarazione dei redditi), si garantisce un piatto caldo al giorno per un anno a un bambino della scuola.
IBAN: IT09R0348822800000000034662
– destina alla OdV il tuo 5 x 1000
Il 5×1000 può essere destinato alla OdV.
IBAN: IT09R0348822800000000034662
– riempiti di colore
“Quando non ho più blu, metto del rosso (Pablo Picasso)”.
Questi sono i colori basi dell’abbigliamento dei Masai: sono stati portati in Italia, sia bellissimi articoli per la casa che per la nostra persona. Basta contattare l’OdV pr sapere cosa c’è a disposizione.
CONTATTI
I Masai di Lempapuli
Via Palestro 53, 21052 Busto Arsizio (VA)
Codice fiscale: 90048220124
Tel: +39 3484423975
E-mail: info@imasaidilempapuli.com
IBAN: IT09R0348822800000000034662
“Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia”.
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Tutto molto bello e interessante. Resta però sempre presente una problematica di fondo. A medio- lungo termine anche iniziative lodevoli come queste quanto vanno a modificare o ad azzerare la peculiarità di queste popolazioni ? A meno che ( e probabilmente penso sia così ) si dia x scontato che questo avverrà comunque e quindi è meglio che questo cambiamento sia il meno doloroso possibile x loro
Mi sembra un bellissimo progetto. Ho avuto modo di conoscere i Masai durante un viaggio di lavoro in Kenya e le loro difficoltà legate all’uso dell’acqua, anche a causa dei trasferimenti dall’alto di questi gruppi in zone poco adatte alla pastorizia nomade, la loro attività principale almeno fino ad alcuni anni fa.
Un saluto di incoraggiamento a chi lavora su questi progetti
Saluti.
Questo articolo e’ la cosa piu’ eretica mai pubblicata da ‘totem e tabu”.
Null’altro da dire.
Per chi vuole c’e’ solo da fare.
Grazie infinite ad Alessandro.
Ms
Bene ineccepibile quando si resta sull’alpinismo puro, foto del Ballera compreso del Sikim o si entra nel documentaristico serio,come il presente,OK,chapeau,per il resto manfrine etc.etc.sorvolare è d’obbligo.
foto del trattore…tanti trattori ancora efficienti vengono donati, ma se sono di una miriade di modelli diversi, poi in zona non si forma una scuola di ripazione con trasferimento di pezzi da un mezzo malridotto ad un ‘altro ancora passabile..Vecchi ferrovieri etiopici che tengonoin funzione la ferrovia del’Asmara, in un documentario chiedevano che le Littorine tenute ad arrugginire in Italia in depositie smembrate , potessero essere trasportate li’, dove erano ancora buone per i pezzi di ricambio..poi a ripararle ci avrebero pensato loro, che c’avevano ormai fatto abitudine…ma ormai dopo tanti anni saranno andati pure i vecchi ferrovieri. Da ogni provenienza sembra piu’ comodo sbolognare vecchi mitra di lamiera e canne semiusurate e munizioni malsicure , cannoni e carriarmati ancora letali.
In Italia abbondano le cucine economiche a legna forse non piu’ tanto ecologiche…li’ usano andora il metodo poco redditizio della pentola a terra su braciere.I motori delle centinaia di autoblinde e Leopard in deposito, rassegnate ad arrugginire, non potrebbero essere usate per macchinari per pompe ed energia elettrica?