Appendice 1. Collezione Joachim Schindler, Dresda Prove di moschettoni nell’Elbsandsteingebirge da Joachim Schindler (l’arenaria di Dresda nota come le “basse montagne”)
Schindler scrive: “Su alcuni aspetti – come la data di introduzione dei moschettoni – ci sono versioni storiche molto diverse. Per tutte le attrezzature tecniche come anelli, ganci, moschettoni, corde da arrampicata, anelli di corda, ecc., ci sono varie dichiarazioni e vanti. C’è una data in cui questi strumenti erano generalmente conosciuti, ma si sa anche che contemporaneamente c’era già qualche singolo utente e qualche esperimento.
Forse un’altra affermazione importante: per molto tempo, gli storici dell’alpinismo hanno prestato poca attenzione a ciò che accadeva nelle catene montuose a bassa quota o le consideravano di scarso valore per quanto riguarda la tecnologia alpinistica. Ad esempio, la prima guida di arrampicata per la Svizzera sassone fu pubblicata nel 1908 – in altre zone di arrampicata molti anni dopo. Già nel 1923, con la guida alpinistica del Dr. Rudolf Fehrmann, TUTTE le vie furono classificate nei livelli di difficoltà da I a VII. Tre anni dopo, Welzenbach suggerì una scala di difficoltà da I a VI!!!
– Si dice che intorno al 1910 Rambo Herzog abbia introdotto il moschettone. Le mie foto mostrano alpinisti con imbragature e moschettoni nella Svizzera sassone già nel 1892/93!!! Ho altri esempi, ma ci sto ancora lavorando.
Cordiali saluti da Dresda Achim“.
Di seguito, immagini della collezione Joachim Schindler: si vedono moschettoni in Elbsandsteingebirge già nel 1892
I primi moschettoni d’arrampicata – 2
ultima modifica: 2023-06-12T05:07:00+02:00
da GognaBlog
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5 pensieri su “I primi moschettoni d’arrampicata – 2”
Tornitore era il nomignolo dato dai colleghi e amici guide…come torniva lui non c era paragone in Elbasantenderbingererstunpfünsrterzaiz ne parlano tuttora.
Propendo per un pastore sardo in trasferta tedesca. Notare la perizia con cui usa “sa lepa”.
Alle sue spalle si nota un *ago da mina* utensile inserito nel tornio per forare la roccia . Erano utensili personali che bisognava avere all’ingaggio dell’accordo di lavoro, quasi sempre a cottimo. In molti li tenevano nascosti per evitare scopiazzature nella forma e nel metallo
L’usanza di un buon bicchiere credo prescinda dall’attività che si sta facendo.
Quello che non mi spiego è come si sia riusciti a dedurre la professione di quel signore da una foto in cui non c’è traccia di tornio o di altro attrezzo usato per la tornitura.
Propongo “il tornitore” come personaggio-tormentone del Gognablog 2023.
Nell’immagine del “tornitore (?) con imbragatura in corda e moschettone”, c’è un particolare trascurato che meriterebbe qualche commento… le due bottiglie in primo piano! Si sa qualcosa sul momento in cui il loro uso venne adottato dal mondo alpinistico?
Tornitore era il nomignolo dato dai colleghi e amici guide…come torniva lui non c era paragone in Elbasantenderbingererstunpfünsrterzaiz ne parlano tuttora.
Propendo per un pastore sardo in trasferta tedesca. Notare la perizia con cui usa “sa lepa”.
Alle sue spalle si nota un *ago da mina* utensile inserito nel tornio per forare la roccia . Erano utensili personali che bisognava avere all’ingaggio dell’accordo di lavoro, quasi sempre a cottimo. In molti li tenevano nascosti per evitare scopiazzature nella forma e nel metallo
L’usanza di un buon bicchiere credo prescinda dall’attività che si sta facendo.
Quello che non mi spiego è come si sia riusciti a dedurre la professione di quel signore da una foto in cui non c’è traccia di tornio o di altro attrezzo usato per la tornitura.
Propongo “il tornitore” come personaggio-tormentone del Gognablog 2023.
Nell’immagine del “tornitore (?) con imbragatura in corda e moschettone”, c’è un particolare trascurato che meriterebbe qualche commento… le due bottiglie in primo piano! Si sa qualcosa sul momento in cui il loro uso venne adottato dal mondo alpinistico?