Il 7 ottobre visto da sinistra

Almeno riconoscere che è successo. È già chiedere troppo?

Il 7 ottobre visto da sinistra
(tradimenti e silenzi che peseranno sul futuro)
di Anna Segre – Hakeillah.com
(pubblicato su morasha.it uil 19 marzo 2024)

Il buio
Credo che sia impossibile esagerare l’effetto devastante che il 7 ottobre 2023 ha avuto su di noi: orrore, angoscia, paura per Israele, paura per noi stessi di fronte a un’inimmaginabile recrudescenza dell’antisemitismo, senso di insicurezza nella nostra stessa vita quotidiana, senso di solitudine per la mancanza di solidarietà che abbiamo sentito intorno a noi. Decenni di speranze, di sogni e di progetti distrutti in poche ore; kibbutzim e villaggi devastati; massacro con modalità atroci o rapimento di centinaia di persone tra cui molte che si adoperavano per la pace, per progetti di convivenza, per far curare gli abitanti della striscia di Gaza in ospedali israeliani, ecc. Un terribile schiaffo in faccia a tutti coloro che nel mondo ebraico credevano nella pace. Ovvio che dobbiamo continuare a crederci, ma non possiamo nasconderci che dopo il 7 ottobre è immensamente più difficile.

Possiamo ragionare quanto vogliamo sugli errori commessi da Israele, sugli errori di questo governo, sugli errori di Netanyahu, auspicare che vada a casa, o in galera, il più presto possibile; ma poi? Quali proposte potremo avanzare d’ora in poi? Quali prospettive possiamo almeno immaginare? Quali speranze possiamo ancora coltivare? Quali sogni possiamo ancora sognare?

Come se non fossero bastate le notizie orribili che arrivavano da Israele, ci siamo dovuti confrontare con una spaventosa ondata di antisemitismo e con incomprensioni, mancanza di solidarietà, spesso vera e propria ostilità, anche nella nostra vita quotidiana, nelle nostre frequentazioni, nel lavoro, nelle organizzazioni a cui apparteniamo. Sconcerta la mancata condanna da parte delle associazioni femministe degli stupri e femminicidi di massa perpetrati il 7 ottobre. Sconcerta la mancata adesione di alcuni partiti (Verdi e Sinistra, La France insoumise), alle manifestazioni contro l’antisemitismo. Sconcerta che il 25 novembre all’organizzazione ebraica LGBT Magen David Keshet non sia stato permesso di sfilare con il proprio simbolo (appunto un Magen David arcobaleno).

Almeno nei primi giorni dopo il 7 ottobre si poteva sperare che qualche amico o collega con cui avevamo discusso furiosamente fino al giorno prima ci venisse a dire qualcosa tipo: “Io sostengo i palestinesi ma ci tengo a dirti che quello che è successo non ha alcuna giustificazione possibile”. Non sarebbe costato poi molto dirlo, e avrebbe in qualche modo legittimato le critiche successive alla reazione israeliana. Questo, però – stando alla mia esperienza e a quella di altre persone con cui ho parlato – nella maggioranza dei casi non è successo, nemmeno nei primi giorni, quando le vittime israeliane erano molte di più di quelle palestinesi. Per decenni ricorderemo che davanti al più grande massacro di ebrei dopo la Shoah molti non hanno espresso nessuna condanna, molti hanno minimizzato o in qualche modo giustificato, moltissimi semplicemente si sono rifiutati di vedere.

Si sente spesso affermare che è stata la violenza della reazione israeliana a far dimenticare il 7 ottobre. Sarebbe stato logico aspettarsi che succedesse questo, ma francamente devo dire che questa narrazione non corrisponde affatto alla mia esperienza: le frasi più sgradevoli da parte di miei colleghi, per esempio, rivolte a me o pronunciate in mia presenza senza troppi riguardi, sono arrivate tutte nella prima settimana dopo il 7 ottobre; la bandierona palestinese che dominava il campus Einaudi è stata issata il giorno dopo la notizia dei neonati decapitati a Kfar Aza; la manifestazione a Torino in sostegno di Israele del 12 ottobre 2023 non ha avuto molti più partecipanti di quella del 17 dicembre 2023. La reazione di Israele è stata criticata con più veemenza nei giorni in cui Israele era oggettivamente in pericolo, in cui piovevano missili sulle città israeliane, poi man mano che il numero delle vittime civili palestinesi saliva, la questione palestinese è passata un po’ di moda nei media, sostituita da altri temi quali i problemi famigliari della nostra premier o le ricette natalizie. È normale che l’opinione pubblica dopo un po’ si distragga (è stato così anche con l’Ucraina); resta il fatto che personalmente fatico a vedere una correlazione logica tra il comportamento di Israele e il modo in cui è giudicato.

L’incomprensione
Oltre a questa tempistica sfasata, vedo nelle critiche alla reazione israeliana tre problemi di fondo che a mio parere le indeboliscono molto e le rendono poco efficaci, o addirittura controproducenti, nei confronti dell’opinione pubblica israeliana ed ebraica in generale: prima di tutto, non mi pare che ci si domandi come avrebbe reagito un altro Paese dopo un massacro così terribile di propri cittadini e davanti al rischio concreto che possa ripetersi. Personalmente vorrei credere altri si comporterebbero diversamente da Israele, ma onestamente non ci riesco: viviamo in un Paese che sostanzialmente non si preoccupa di lasciar naufragare barconi carichi di decine o centinaia di persone colpevoli solo di voler raggiungere le nostre coste con il pretesto che, chissà, forse magari un giorno qualcuno di loro potrebbe compiere un atto terroristico; non oso immaginare cosa farebbe se subisse un massacro delle proporzioni del 7 ottobre. Magari altri, con ragioni migliori delle mie, sono convinti che l’Italia agirebbe diversamente, e magari (mi piacerebbe pensarlo) hanno ragione loro. Ma allora perché non lo dicono apertamente?

In secondo luogo mi sembra incredibile che non si faccia quasi mai il minimo cenno alla deliberata volontà di Hamas di moltiplicare il più possibile le proprie vittime civili per avere il sostegno dell’opinione pubblica internazionale. Chi ha veramente a cuore la sopravvivenza della popolazione di Gaza non dovrebbe continuare a dare il proprio consenso a questo gioco cinico e crudele. O, se non altro, dovrebbe porsi il problema: se io decido che chi ha più morti ha ragione, per principio non corro il rischio di incentivare la tendenza a non proteggere i propri civili?

Infine credo che sia un grave errore definire la reazione israeliana come vendetta; io sono fermamente convinta che l’ebreo vendicativo sia un mito dell’antigiudaismo cristiano che non corrisponde per nulla agli ebrei in carne ed ossa: personalmente dopo una vita intera di frequentazione del mondo ebraico, in Italia e in Israele, in diversi ambienti, più o meno religiosi, di varie tendenze politiche (tranne, forse, l’estrema destra), dopo migliaia di ore di discussioni, lezioni rabbiniche, ecc., non ho la più pallida idea di come si dica “vendetta” in ebraico e non ricordo in tutta la mia vita nessuna discussione, laica o religiosa, in cui si sia parlato di vendetta. Viceversa, il tema della vendetta abbonda in testi fondamentali della cultura occidentale, dall’Orestea ad Amleto, con un’insistenza che non ha riscontro nella cultura ebraica (non per niente Shylock è un ebreo immaginato da un cristiano). Anche parlare di giustizia (come nella didascalia del disegno sulla prima pagina dello scorso numero di Ha Keillah) a mio parere è fuorviante, perché nel mondo ebraico (in Italia ma credo in gran parte anche in Israele) la guerra contro Hamas non è percepita né come giustizia né come vendetta ma come autodifesa. Non è detto che si debba essere d’accordo ma allora si spieghi come e perché Israele può difendersi in altro modo; non è né utile né onesto fingere che il problema dell’autodifesa di Israele non esista (finzione che appare ancora più paradossale se consideriamo che invocare la distruzione di Israele non è affatto un tabù e che From the river to the sea Palestine will be free è uno slogan che non scandalizza più di tanto).

Che fare?
I tre problemi che ho sollevato potrebbero sembrare pretestuosi ma a mio parere non lo sono affatto. Tutti e tre inducono a dubitare della buona fede di chi critica Israele e di conseguenza offrono facili pretesti a chi lo difende senza se e senza ma. Tutti e tre alimentano le incomprensioni e sono ostacoli sulla via del dialogo. Quindi chi vuole davvero la pace a mio parere non può non affrontarli, in particolare il terzo. Credo infatti che sia un gravissimo errore non tenere conto del senso di insicurezza e fragilità che il 7 ottobre ha causato.

Qualunque soluzione si voglia proporre (a meno che non si voglia lo sterminio o l’espulsione di tutti gli ebrei “from the river to the sea”), prima o poi dovrà inevitabilmente guadagnare il consenso almeno di una parte significativa dell’opinione pubblica israeliana. Chiedere la pace immediata lasciando a Hamas il suo potere offensivo senza nessuna garanzia che non lo usi, pretendere una reazione che non faccia neanche mezza vittima civile, o cose simili (cioè tutto quello che viene detto normalmente in tutte le manifestazioni “per la pace”), significa in pratica affermare: “Israele deve accettare, almeno nel breve periodo, il rischio che si verifichi un altro 7 ottobre perché nulla di ciò che può fare per impedirlo è moralmente legittimo.” Una posizione di questo genere non è né pacifica né equidistante, ma soprattutto non è utile, anzi, è gravemente controproducente perché rafforza negli israeliani e in buona parte degli ebrei la convinzione che è inutile preoccuparsi dell’opinione del resto del mondo, perché tanto tutto il mondo è sempre e comunque contro Israele. Con questo non voglio affermare che non si possano proporre soluzioni che la maggioranza degli israeliani non approva. Anzi, non credo neanche che si debbano per forza proporre soluzioni realistiche. Si può dire qualunque cosa purché il messaggio rivolto agli israeliani non sia: “siete moralmente tenuti a correre il rischio di altri dieci o cento 7 ottobre”.

Anzi, sarebbe già un passo avanti se l’opinione pubblica fosse davvero consapevole di quello che è successo il 7 ottobre ed esprimesse una condanna ferma e inequivocabile. Purtroppo non è così, e questo è il problema più grave di tutti, a mio parere il principale ostacolo a qualunque tipo di dialogo, l’origine principale delle incomprensioni di cui ho parlato in precedenza. È importante far capire che le ambiguità, le omissioni, il rifiuto stesso di parlare del 7 ottobre non aiutano in nessun modo i palestinesi e non sono utili alla pace. Nessun orrore potrà mai cancellare un altro orrore o giustificarlo retroattivamente.

Almeno riconoscere che è successo. È già chiedere troppo?

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Il 7 ottobre visto da sinistra ultima modifica: 2024-04-23T04:40:00+02:00 da GognaBlog

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44 pensieri su “Il 7 ottobre visto da sinistra”

  1. Vi preoccupate di scemenze, come la “credibilità” delle fonti
    Scusa Crovella, ma quando scrivi un articolo, un post, un saggio breve, un libro, la credibilità delle fonti non è fondamentale? Se la credibilità delle fonti non lo è, come cavolo fai il tuo lavoro?

  2. Vi preoccupate di scemenze, come la “credibilità” delle fonti (e perché mai Il Giornale non è legittimo, mentre lo è il Corriere o Il Manifesto?) e perdete di vista il vostro problema principale. Continuando a negare la realtà oggettiva, vi date la zappa sui piedi. Dal 7 ottobre, in poco più di 6 mesi, avete dapprima dissolto la liason sinistra-ebrei che durava dall’Olocausto e, non contenti di ciò, perseverate. Legittimando infiniti eventi come questo, uno dietro l’altro, state spingendo gli ebrei nelle braccia della destra. Molti vi sono già approdati, altri arriveranno alla spicciolata (se li offendete che cosa vi aspettate? che continuino a stare con voi che sputare loro addosso?). A dirlo anche solo un anno fa sarebbe stato un paradosso (ebrei in cammino verso la destra), oggi è realtà sotto gli occhi di tutti e, se voi continuate con posizioni come quelle recenti, diventerà irreversibile.

  3. Dopo il giornale facebook, sempre più elevati standard di credibilità e affidabilità.
     
    Il prossimo passo dovrebbe essere meladettoamiocuggino!

  4. COPIO DA FACEBOOK. CONTINUATE COSI’ E LI SPINGETE “TUTTI” A DESTRA (per capire “chi”, vedere miei interventi precedenti): Ieri sera ho visto il sindaco con la fascia tricolore in testa alla manifestazione ufficiale della Città di Torino in occasione della festa della Liberazione. Dopo la banda e le autorità sfilava l’ANPI. Peccato che, immediatamente dopo, sfilasse il nutrito gruppo dei sostenitori della Palestina con tanto di bandiere e grida contro Israele. Nella sfilata c’erano anche striscioni con: “Stop alle armi all’Ucraina”. Stamattina ho letto sui giornali che tali manifestanti hanno impedito ad altri di mostrare bandiere di Israele e dell’Ucraina. Sono profondamente dispiaciuta di questa situazione di non chiarezza sui nostri fondamenti occidentali, nella quale rampolli e frange della nostra società sostengono apertamente regimi autoritari in cui le libertà individuali sono negate. Poi, sono fortemente arrabbiata che un sindaco con la fascia tricolore permetta manifestazioni del genere, proprio nel momento in cui dovrebbe incarnare le istituzioni rappresentando tutta la cittadinanza.

  5. “Ciò che rileva è che gli israeliani “vogliono” sbatter fuori i palestinesi da lì.”
    Conosco qualcun altro che pretendeva il diritto di prendere il proprio Lebesraum con la forza
     
    “Non rileva un fico secco quel fu il suoi ruolo al tempo. Rileva che, nelle manifestazioni che dovrennerop frestaggoiare la Liberazione, alcuni hanno tirato sassi (a Roma) e/o innescato a6tfferugli (a Milano) con slogan offensivi contro la Brigata ebraica.”
    Gli slogan non so, ma almeno a Roma pare che sassi e barattoli di cibo (evidente sfregio alla fame di Gaza) siano partiti proprio dalle fila della “brigata ebraica”, pura provocazione e schifosa dimostrazione di insensibilità alle tragedie umane. Sotto la bandiera di Israele antistoricamente esposta con stupido orgoglio.
     
    Tu sei felicissimo e non vedi l’ora, ed è proprio a questo che serve il 25 aprile: a combattere contro quelli come te, a renderli inoffensivi e fin ridicoli e evidenziarne l’antistorica politica, razzista, sovranista, autoritaria, coloniale criminale, antidemocratica e fondamentalmente stupida e condannata dalla storia.
     
    Il motto è sempre quello: ora e sempre resistenza.
     

  6. Che gli israeliani vogliano Gaza per un motivo o per l’altro fa poca differenza. Ciò che rileva è che gli israeliani “vogliono” sbatter fuori i palestinesi da lì. li vogliono allontanare e non vedo l’ora che ci siano un governo israeliano di sinistra (o centro-sinistra, cmq non un governo Nethanyau) perché sarà evidente a tutti che anche con un governo di sinistra, Israele proseguirà nella sua politica che è: 1) spostare i palestinesi da gaza nei Sinai; 2) spostare gli altri palestinesi dalla Cisgiordania in altri stati. Per quanto riguarda la brigata ebraica, hai capito (come al soli) una emerita cippa. Non rileva un fico secco quel fu il suoi ruolo al tempo. Rileva che, nelle manifestazioni che dovrennerop frestaggoiare la Liberazione, alcuni hanno tirato sassi (a Roma) e/o innescato a6tfferugli (a Milano) con slogan offensivi contro la Brigata ebraica. E questo gli ebrei se la legano al dito: quesli insulti è come se fossero stati rivolti a tutti gli ebrei, così lo “vivono” gli ebrei. E’ con scemenze del genere che la sinistra sta scavando un solco fra la sinistra stessa e gli ebrei.. Ma continuate pure così, io sono felicissimo: ce li state mandando fra le nostre braccia e noi li accogliamo con piacere. La cosa incredibile è che non solo NON vi rendete conto del mega autogol che state facendo, ma addirittura vi lustrate orgogliosamente la medaglia di tali vs posizioni, come se foste degli Einstein della politica…

  7. Marco non voglio emettere giudizi sull’attività bellica della brigata Ebraica, sulla sua opportunità o sull’uso politico del tempo.
    Assolutamente.
    Combattevano dalla parte giusta e vanno rispettati.
    Proprio per questo mi da un po’ fastidio che oggi non sfilino sotto la loro bandiera, ma sotto quella di un paese straniero, che all’epoca nemmeno esisteva e che, come minimo, gode di una fama non proprio irreprensibile dal punto di vista di rispetto dei diritti altrui, razzismo e democrazia.

  8. Due cose, Crovella. Gli israeliano non voglio cacciare i palestinesi da Gaza per il bisogno di spazio, ma per poter sfruttare i giacimenti di gas che adesso sono nella zona di controllo e tutela.
    Secondo, dice bene Cominetti: come storico vali poco. Vatti a cercare una storia della Brigata Ebraica prima di farne un faro della Guerra di Liberazione… Ti basti questo:rimase inattiva fino a quasi alla fine del conflitto, non facendo nulla per salvare dall’Olocausto milioni di ebrei…. Ma si prospettava la nascita dello Stato di Israele e per questo furono arruolati  un numero di soldati ridicolo nell’Esercito inglese… Arrivarono al fronte DOPO la liberazione di Aushwitz da parte dei russi 27 gennaio 1945…

  9. Se non vi piace stare in occidente, perché non vi trasferite nella Russia di Putin o in Cina o a Gaza? In ogni caso se si vuole criticare il sistema occidentale, si critichi direttamente il sistema e  non si utilizzino strumentalmente i palestinesi per veicolare la propria insoddisfazione esistenziale verso il sistema occidentale. Fra i due contendenti, la sinistra ci si schiera con i “non occidentali” (palestinesi) e dà addosso alla componente occidentale (israeliani), da qui il senso di tradimento degli ebrei anche residenti in Italia e il loro allontanamento dalla sinistra. Se l’obiettivo è lottare per i diritti, state perdendo voti e quindi assottigliate le vs fila (gli ebrei si stanno defilando dalla sinistra). Io sono contentissimo, ma la vostra è  una tattica masochistica.
    Su piazza Duomo se anche fossero solo dei tafferugli, cmq hanno comportato offese verso la Brigata ebraica e tutto ciò si inserisce nel discorso generale. Minimizzate, minimizzate pure i tafferugli: anche questi risvolti collaterali fanno sì che gli ebrei si allontanino sempre di più dalla sinistra…

  10. Ma guarda un po’, secondo il Corriere della Sera (noto giornale di estrema sinistra) le coltellate, calci e pugni sono definiti “tafferugli”, nessun fermato…
     
    Leggi, leggi il Giornale.

  11. cittadini italiani, che infelici esistenzialmente (ciascuno per i suoi motivi) scaricano con tali proteste la rabbia per la loro infelicità, dando la colpa al sistema occidentale perché sono infelici.

    E a chi la dovrebbero dare la colpa, visto che sono in questo sistema?  Non si ha il diritto di criticare il potere? E’ tutto perfetto? E’ tutto giusto? Non ci sono ingiustizie sociali? Non ci sono privilegi?

  12. La mia opinione personale è irrilevante sui trend in corso, quello che conta (lo dimostra anche l’articolo qui sopra) è l’opinione della maggioranza degli ebrei, sia israeliani che di cittadinanza europea. Nelle varie proteste pro palestinesi (e, quindi, antisioniste, che inevitabilmente diventano anche antisemite), io leggo, come substrato, l’odio verso l’occidente, sia da parte di immigrati di seconda generazione sia da parte di cittadini italiani, che infelici esistenzialmente (ciascuno per i suoi motivi) scaricano con tali proteste la rabbia per la loro infelicità, dando la colpa al sistema occidentale perché sono infelici.
    In giro trovo solo conferme di questa mia tesi. Ne scelgo una a caso, è di oggi
    da Il Giornale
    Coltellate, calci e pugni: la furia degli immigrati di seconda generazione al corteo del 25 aprile a Milano
     
    Una decina di ragazzini egiziani hanno scatenato il panico in piazza Duomo al passaggio della Brigata ebraica: lanci di sedie, insulti minacce e anche un coltello. Sono i “maranza” che terrorizzano da tempo Milano
     
    EPISODI COME QUESTO (E MILLE ALTRI, NELLE DIVERSE SFUMATURE DEL PROBLEMA) HANNO COME RISULTATO L’ALLONTANAMENTO DEGLI EBREI DALLA SINISTRA E IL LORO AVVICINAMENTO ALLA DESTRA. Contenti voi…
     

  13. Gli ultimi sondaggi dicono che negli USA almeno il 65% è dell’idea che l’azione israeliana ha superato i limiti de debba essere fermata e nelle università americane non si vedevano manifestazioni simili dal 1968…
    certo sono tutti di sinistra “peace and love” e odiano tutti l’occidente, ma io sono convinto (o almeno lo spero) che il governo di Israele dovrà ben farci i conti.
     
    I razzisti strutturali come te possono continuare a confondere antisionismo, antisemitismo, diritto alla difesa e aggressione quanto vogliono, ma la realtà è, per fortuna, un’altra cosa!

  14. Ti sembrerà paradossale, ma se leggi le dichiarazioni di Gallant e Gantz (quindi NON quelle di Nethanyau) e vedrai che il senso è quello. L’ho già spiegato più volte il perché, è agli atti, inutile ripeterlo qui (cè un mio articolo proprio su T&T di qualche settimana fa). La protesta pro palestinesi a me sa tanto di anti-occidente, perché nel binomio israele-palestinesi, è Israele che rappresenta innegabilmente l’occidente. Se davvero tutte queste proteste fossero solo espressione di genuina battaglia per i diritti del popolo palestinese, gli stessi manifestanti avrebbero manifestato a suo tempo per altri popoli vittime di persecuzioni o di genocidi. Invece non si è visto né un corteo pro uiguri, né uno pro-rohingya, né uno pro curdi, nè uno pro cristiani massacrati in sud Sahara (Ciad, Nigeria ecc). Neppure uno pro Houti, quando in Yemen risultano 400.000 vittime (10 volte abbondanti quelle di Gaza!), di cui almeno la metà civili. L’acredine della sinistra è scoppiata solo verso gli israeliani e ciò (a mio avviso) è perché in realtà si tratta di acredine verso il modello occidentale, non di vero sostegno ai palestinesi. A prescindere da questa mia interpretazione, il risultato netto delle proteste pro palestinesi è che sia gli ebrei israeliani che gli ebrei di cittadinanza europea si sentono traditi dalla sinistra e si sentono invece capiti e sostenuti dalla destra. Ce li avete spinti fra le ns braccia. Contenti voi…

  15. @28, 29
    Non riesco a comprendere come il far notare che Israele sta compiendo atrocità a Gaza, possa configurarsi come parteggiare per terroristi (o odiare l’Occidente – ma perché poi ?).
    A meno che non si creda nell’equazione Palestinese=>Hamas.
    Che sarebbe un pò come dire Italiano=>Mafioso: semplificazione che a noi italiani fa enormemente piacere sentire ogni volta che ci viene proposta.
    Secondo voi due, per eliminare l’Anonima Sarda si sarebbe dovuto uccidere (o deportare) tutti i sardi ?
     
    Quanto al modo teorizzato da Crovella @3 per “risolvere una volta per tutte i loro problemi” [degli Israeliani] (espressione che non posso fare a meno d’associare a quella di “soluzione finale” di nefasta memoria), ovvero spostare (ma leggi: deportare) i Palestinesi, trovo paradossale (e antistorico) che un governo che dice di agire in nome del popolo ebraico possa anche solo pensare una cosa simile sapendo cosa il suddetto popolo ha subito durante il nazifascismo.
    Anche se non posso escludere che le cose andranno davvero così.
    In tal caso, può darsi che ci sia qualche treno della morte ancora funzionante, da qualche parte. Saprà il governo israeliano utilizzarlo bene almeno tanto quanto fecero i nazisti ?

  16. Molti non vogliono vedere che condizioni necessarie e forse non sufficienti perché Israele si fermi siano la liberazione degli ostaggi ancora in vita e che Hamas si tolga dai piedi.
    Una fetta dell’opinione pubblica protesta solo per difendere i palestinesi perché Israele è alleato degli Stati Uniti e in generale dell’Occidente e quella fetta di opinione pubblica parteggia per chiunque si metta contro gli Stati Uniti e in generale l’Occidente.
    Non voglio negare gli errori commessi da vari governi “americani” e israeliani ma nemmeno parteggiare per dittatori o terroristi. 
    Segnalo che Hamas, dopo aver vinto le elezioni, ha ucciso molti esponenti dell’altro partito. Vi ricorda il modo di agire di qualcuno?

  17. Inutile come sempre cercare di far ragionare che non vuole ragionare e vive solo di slogan del piece and love, diritti e giustizia. Gli esempi erano per sottolineare che, quando erano in corso i vari genocidi che magari oggi sono esauriti, (ma chissà quante altre persecuzioni sono in corso oggi come oggi) nessuno si è mai scalmanato come fanno i centri sociali al giorno d’oggi. Cmq continuate pure a protestate, parlo sul tema palestinesi, con ridicoli cortesi in cui pretendete di sfondare i cordino i polizia (salvo frignare se vi beccate qualche manganellata a fronte di vostri attacchi), tanto l’occidente non arriverà mai a ostacolare Israele, né tanto meno a fermarla o a combatterla. E fra gli israeliani, anche di sinistra, monta invece la mentalità che ho indicato. Non è necessario che si arrivi all’unanimità degli israeliani, un minimo di dissenso fisiologico resterà anche fra i cittadini israeliani, ma la maggioranza (comprendente anche una bella fetta della loro sinistra) vuole mettere una pietra tombale sul problema palestinesi.

  18. Evvai di benaltrismo, extrema ratio di chi non sa come rispondere!
    Se ne sentiva proprio la mancanza.
     
    Tanto per fare un po’ di fact-checking, che non guasta mai.
    Il tentativo di genocidio dei Rohinya è bel che terminato adesso siamo alla persecuzione semplice; comunque il Myanmar è stato dichiarato colpevole dall’ONU e sottoposto a sanzioni da CE e USA. Secondo il Corriere Medici senza Frontiere stimava morti nell’ordine delle migliaia.
     
    In Cina contro gli Uiguri la situazione è decisamente differente, forse perché i cinesi sono decisamente più astuti degli israeliani.
    Che gli uiguri siano perseguitati e oppressi è fuori di dubbio, ma non ci sono stati massacri ma, pare, trattamenti sanitari forzati (sterilizzazioni) che hanno fatto crollare i tassi di natalità del 60%. Anche qui la CE ha condannato e imposto (blande) sanzioni, gli USa solo condannato
     
    Comunque mi accontenterei che a Israele si applicasse, o anche solo minacciasse di applicare, le sanzioni del Myanmar!

  19. Io NON vedo l’ora che Israele vada a elezioni, così cadrà il governo Nethanyau e andrà al governo o Gallant o Gantz, così si vedrà che Israele continuerà nella stessa politica. Non ci sarà più l’equivoco che Nethanyau continua a fare la guerra pur di prolungare il suo governo ed evitare di finire in tribunale. L’acredine con cui in Occidente la sinistra protesta contro Israele e pro palestinesi è aqnomala. Come mai solo i palestinesi, con tutti i crimini che si stanno commettendo nel mondo? oggi come oggi si sono altri genocidi in essere, uno in Cina (uiguri) e uno in Birmania (rowindha), nonché un’infinità  di guerre, a volte civili a volte fra stati, ma sempre con centinaia di migliaia di morti civile. Eppure oggi la sinistra protesta SOLO per i palestinesi. La mia spiegazione è che alla sinistra i diritti dei palestinesi non importano un fico secco. Come mai la sinistra occidentale ce l’ha solo con Israele e NON con la Cina o la Birmania, ecc? Perché Israele rappresenta l’Occidente e la sinistra, in particolare europea ma recentemente anche USA, ce l’ha con l’Occidente. E’ il paradosso della cultura woke. Si “ama” talmente tanto l’altro che alla fine si odia se stessi. Per cui ogni ragionamento su Israele, ebrei, antisionismo se diverso o uguale a antisemitismo… non c’entra un fico secco. C’entra solo che i woke odiano l’occidente. Ma allora cosa continuate a vivere qui? Spostatevi e lasciate che l’Occidente viva all’occidentale… e non rompete i cabasisi…

  20. Nei giorni dopo l’agguato terroristico del 7 Ottobre Hamas ha stuprato decine di ostaggi israeliani , che poi hanno messo a verbale le violenze subite.Gutierrez ancora traccheggia sulla condanna degli stupri di guerra commessi da Hamas perchè condannare Hamas è condannare il 70% della popolazione palestinese ( i “partigiani resistenti” che stuprano i loro ostaggi , e buona parte di UNRWA) ..Il tutto si commenta da solo : Gutierrez è stato a capo di un’organizzazione che  per anni ha tollerato , quando non finanziato , il terrorismo e la propaganda antisemita nelle scuole dei territori palestinesi.

  21. Ma naturalmente è tuo diritto assoluto non considerare il mio parere e pensare di Gutierrez quello che vuoi.
     
    Un po’ meno quello di fare affermazioni false come quelle del tuo intervento #20.
    Quando queste falsità possono essere sbugiardate con estrema facilità poi…

  22. I pareri di un bambino dell’asilo sulla mia intelligenza mi interessano pochissimo. Penso che Gutierrez duri poco , e che molte ipocrisie stiano venendo al pettine.

  23. ““Le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas del 7 ottobre”. Ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu il segretario generale, Antonio Guterres, ha condannato senza mezzi termini il sanguinoso attacco dei miliziani fondamentalisti “
     
    Tratto da qui (o è terrorista anche il Vaticano):
    https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-10/gaza-oni-palestina-israele-occupazione-territori.html
     
    Continuare a citare la propaganda di fonti di parte per cercare di giustificare l’ingiustificabile mi pare proprio stupido.
     
    Gutierrez ha condannato Hamas già il 25 ottobre, ma evidentemente questo non deve impedire che si condanni il comportamento di Israele.
    Proprio questo è ciò che non sta bene a un razzista come Katz: è insopportabile per uno come lui che si misuri con stesso metro Israele e a un palestinese.
     
    Tu continua pure a qualificare la tua intelligenza e la tua capacità di giudizio basandoti sulla propaganda.

  24. “Si tratta di trend incontenibili e che NON dipendono da Nethayau, neppure dal Likud”
     
    Questo può darsi che sia vero, però di certo dipendono molto di più, e direi in modo essenziale, da quanto glielo lasciamo fare e da quanti soldi pompiamo in Israele sotto varie forme (in maggioranza gli USA, ma anche dalla CE)
     
    Per questo è bene parlarne, sottolineando la vergogna e il crimine evidenti nel progetto neocoloniale di appropriarsi di beni e terre altrui usando la forza e/o la deportazione.
    Il tutto impostato sulla base di un inaccettabile “diritto divino” a una “terra promessa” e a un preteso “diritto alla difesa” assoluto che non vuole riconoscere alcun limite di umanità o di altrui diritti 

  25. Io ho percepito fortemente che nella maggioranza degli ebrei (sia con cittadinanza israeliana che “solo” europea), compresi quelli di sinistra, si stia consolidando la convinzione che l’unico modo per evitare in futuro un nuovo 7 ottobre sia sbarazzarsi dei palestinesi. Spostandoli, il rischio si attenua, non fosse altro che per una maggior lontananza spaziale (per i missili, avete visto che il sistema di protezione è molto efficace). In più, come ho già spiegato, Israele ha fame si spazio e inevitabilmente lo prenderà ai palestinesi. Gaza “ricostruita” potrebbe diventare un grande quartiere residenziale di chi, di giorno, lavora a Tel Aviv e la Cisgiordania diventerà la grande terra coltivata dai coloni dei Kibbutz. Se analizzate lucidamente la realtà, vedete che la strategia di Israele si muove in queste due direzioni (in Cisgiordania, già oggi, i coloni ebrei usano le ruspe per spingere i palestinesi “verso” il Giordano, domani “oltre” il Giordano).  Si tratta di trend incontenibili e che NON dipendono da Nethayau, neppure dal Likud, visto che la pensano così anche i partiti di centro-sinistra che, fino al 7 ottobre, erano all’opposizione. Più tardi verranno spostati i palestinesi e più vittime ci saranno fra di loro.

  26. “Katz said”
     
    Eggià, l’ha detto Katz…ma chi è Katz?
     
    Sarebbe il caso che Katz, come ministro degli esteri di Israele, giustificasse le sue affermazioni con il fornire i nomi dei 12 dipendenti (su 30000) del UNRWA accusati di essere membri di Hamas.
    Cosa che Israele non ha mai fatto.
    Oppure verificasse come sono riusciti detti dipendenti a superare il controllo da parte parte delle forze di sicurezza israeliane, richiesto (imposto) per ogni singolo membro del UNRWA. Magari salterebbe fuori qualche pericolosa  “quinta colonna”.
     
    Già, già, l’ha detto Katz.
    E se l’ha detto Katz vuoi che non ci siano imbecilli che lo prendano per oro colato?

  27. Oddio…
    .
    The Colonna report ignores the severity of the problem, and offers cosmetic solutions that do not deal with the enormous scope of Hamas’ infiltration of UNRWA,” Katz stated.
    .
    Hamas has infiltrated UNRWA so deeply that it is no longer possible to determine where UNRWA ends and where Hamas begins,” Katz said.
    .
    The problem with UNRWA-Gaza isn’t that of a few bad apples; it is a rotten and poisonous tree whose roots are Hamas,” Katz stated.
     

  28. Rimango un po’ perplessa.
    E’ normale che l’opinione pubblica si distragga?
    Il senso di insicurezza e fragilità parte davvero dal 7 ottobre? Prima, in tutto il mondo, non è accaduto proprio nulla?
    Perché si stupisce che non se ne parli più? Si parla, forse, degli assalti della polizia durante i presidi per la TAV? E di quello che è successo a Trieste, Pisa, Catania, contro i ragazzini?

  29. spett. sig.ra Anna Segre
                                    vorrei ricordarle che:
    -24 Marzo 1944,  Fosse Ardeatine 335 morti.
    -12 Agosto 1944,  Sant’Anna di Stazzema, 560 morti ( 130 bambini).
    -29 Settembre a 5 Ottobre 1944, strage di Marzabotto 1830 morti.
    A queste stragi non è seguito nessun bombardamento a tappeto.
    Distinti saluti
                          Cla
     

  30. “Continuate a non comprendere che questo è l’attuale sentiment degli ebrei … Ora che è stato portato un esempio di come ragiona una parte (a mio modesto avviso crescente, giorno dopo giorno) degli ebrei…Non vi accorgerete e finirete travolti dagli ebrei…”
     
    Continui a confondere le cose.
    L’attuale sentiment, che tanto citi, al massimo è di una parte degli ma tu subito assolutizzi (che pessima abitudine!) in verrete travolti.
    Per un esempio io te ne ho ripostati due presi dallo stesso sito, che sembrerebbero avere un sentiment (certo che è un inglesismo ben fastidioso!) decisamente diverso.
     
    Ad ogni buon conto, personalmente sono sicuro che la religione ebraica sia una pessima cosa, come tutte le religioni, particolarmente razzista e parecchio violenta: basta leggere il pentateuco per rendersene conto.
    La cultura ebraica invece è ben diversa, molto più composita e sfaccettata.
     
    Comunque se finirò travolto, temo molto di più i cristiani come te che gli ebrei.

  31. Continuate a non comprendere che questo è l’attuale sentiment degli ebrei (o di molti di essi). E’ come se nella sinistra europea (italiana in particolare) scattasse una tagliola concettuale del tipo: non è possibile che questo sia il pensiero degli ebrei perché chi ha subito l’Olocausto e per decenni  è stato allineato alla grande famiglia della sinistra, non può pensarla così oggi. Eppure la pensano così. Ve lo sto dicendo da settimane e mi davate del coglione, asserendo che ero io che non avevo capito niente degli ebrei o che mi inventavo tutto. Ora che è stato portato un esempio di come ragiona una parte (a mio modesto avviso crescente, giorno dopo giorno) degli ebrei, ancora affermate che “no, non è possibile questi non sono veri ebrei, sono gli amici di Crovella” ecc ecc ecc. Non vi accorgerete e finirete travolti dagli ebrei…

  32. Per rispondere alle preoccupazioni degli ebrei, o meglio degli italiani di religione ebraica e degli ebrei di nazionalità israeliana, bisogna concepire una soluzione che escluda qualsiasi forma di espulsione sia degli ebrei sia degli arabi.  Per esempio sarebbe realistico istituire tre stati: non solo uno stato in Israele, ma anche uno stato in Cisgiordania e il terzo a Gaza. Anche Gaza potrebbe trovare nello stesso Mediterraneo il suo spazio politico ed economico come altre città-stato (Gibilterra Monaco San Marino).

  33. Credo che nemmeno nei fumetti si possa trovare una lettura storica talmente infantile, mitologica ed erronea…

  34. Mi pare che viviate tutti nel mondo dei sogni. VI scandalizzate perché la guerra è… guerra! Gli Stati Uniti, che sono considerati la massima espressione di democrazia (non solo nei meccanismi elettivi delle cariche di potere, ma per lo spirito di giustizia e libertà), sono stati tirati per i capelli nella II Guerra Mondiale. In realtà anche nella I, ma mi limito qui alla II. Per concludere la II guerra, cosa hanno dovuto fare gli USA? Da un lato per piegare la Germania, hanno bombardato a tappeto le citta tedesche. dall’altro, per piegare il Giappone, hanno sganciato due (DUE, non una!) bombe atomiche polverizzandointere città. Vittime civile? A iosa!. Ma la guerra è così: è guerra, non è una partita a briscola. Sul M.O., ho già detto in tutte le salse che gli israeliani (ora anche quelli di sinistra…) vogliono risolvere una volta per tutte i loro problemi, di cui i palestinesi sono una delle prime voci in lista. Il che significa o spostarli (come io suggerisco, per buon senso) o continuare a bombardarli. Il nome “Segre” dell’autrice di questo articolo (nonché il sito ebraico di pubblicazione del testo) la dicono lunga sull’impostazione attualmente prevalente fra gli ebrei, sia israeliani che europei…

  35. Ha ragione. Io farei precedere ogni raigonamento su Gaza dalla frase “premessa la brutalità d 7 ottobre”.Ma detto questo senza alcun problema, va anche aggiunto che “premessa la brualità del 7 ottobre” la reazione e la cosidetta difesa di Isralele hanno raggiunto una brutalità pari o superiore.

  36. Una narrazione come questa -che esula acriticamente la strage del 7 ottobre dal contesto storico precedente, che non tiene in alcun conto la impressionante sproporzione numerica delle vittime successive, che addirittura attribuisce ad Hamas stesso la responsabilità dei morti Palestinesi- non offre alcun contributo critico alla comprensione dei fatti e non mi risulta rappresentativa dell’ebraismo di sinistra internazionale.

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