Oltre 1 milione di euro per collegare Claut e Carnia Fornese con un percorso mountain bike nel cuore del Parco Dolomiti Friulane. Naturalmente, molto soddisfatto il sindaco di Claut, Gionata Sturam: ”Siamo felici di poter aggiungere un ulteriore componente alla nostra ricca offerta turistica grazie al collegamento con la Carnia. Il nuovo percorso si snoderà interamente in un sito di bellezza mozzafiato e inestimabile valore naturalistico, il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane”.
Veniamo a sapere di questo progetto grazie a un articolo dell’egregio ildolomiti.it. L’autore non sospetta neppure che la costruzione di una pista cicloturistica con i crismi della sicurezza può arrecare all’ambiente danni esattamente come una strada carrozzabile, pertanto l’articolo è abbastanza reticente sulle problematiche ambientali che la realizzazione del progetto comporterebbe.
Di seguito riportiamo l’opinione di Ciccio Colbastone (al secolo Giorgio Madinelli), uno dei più noti conoscitori di quella remota zona.
E chiudiamo con la magistrale presentazione che Luca Calvi ha riservato all’uscita della nuova guida escursionistica del gruppo di Caserine e Cornaget, il cui autore è proprio Giorgio Madinelli.
Il collegamento Claut-Carnia Fornese
a cura della Redazione de ildolomiti.it
(pubblicato su ildolomiti.it il 22 marzo 2023)
Oltre 1 milione di euro per rendere la montagna sempre più interconnessa affinché i turisti possano spostarsi da una vallata all’altra per esplorarne le bellezze che l’amministrazione stessa definisce ”incontaminate” e che quindi lo saranno sempre meno.
L’obiettivo dichiarato delle amministrazioni comunali di Claut e di Forni di Sotto, infatti, è quello di rendere sempre più praticabile la montagna tra Valcellina e Carnia. Lo spiega il sindaco di Claut, Gionata Sturam: “Siamo felici di poter aggiungere un ulteriore componente alla nostra ricca offerta turistica grazie al collegamento con la Carnia. Il nuovo percorso si snoderà interamente in un sito di bellezza mozzafiato e inestimabile valore naturalistico, il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane”.
Per poterlo realizzare, il Municipio di Claut è riuscito ad aggiudicarsi contributi per un importo complessivo di 1,2 milioni di euro in seguito alla concertazione con la Regione e la Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti Friulane Cavallo e Cansiglio. I fondi saranno impiegati per finanziare due progetti. Una parte del finanziamento, pari a 530 mila euro, sarà destinata all’avvio di un collegamento per escursionisti e mountain bike tra Claut e la Carnia Fornese. L’obiettivo è di creare un importante asse turistico tra le due aree, generando nuove opportunità per entrambi i territori. Il percorso sarà accessibile sia per biciclette tradizionali che per e-bike: fin dall’inizio la sintonia tra le due amministrazioni municipali ha dato forte impulso all’idea.
Il restante importo, 630 mila euro, sarà impiegato per il completamento e il miglioramento della viabilità forestale. Questo investimento intende valorizzare i boschi locali, riconoscendo la loro importanza vitale per l’intera comunità. Anche il sindaco di Forni di Sotto, Claudio Coradazzi, ha espresso il suo entusiasmo per l’iniziativa, sottolineando come il progetto rappresenti un’opera di fondamentale importanza per entrambi i territori. “Il nuovo collegamento ciclopedonale porterà valore a tutte e due le vallate. Non prevede viabilità carrabile, ma consentirà soltanto l’accesso a mezzi di soccorso in caso di necessità” ha spiegato.
Questo progetto costituisce il primo passo di un’ulteriore iniziativa che le due Comunità di montagna stanno portando avanti: il collegamento dell’alta via con il fondovalle, al fine di connettere il Pordenonese con il fronte austriaco attraverso Sappada. Si tratta di un progetto ambizioso che inizia con questo primo, significativo tassello.
La strada Rifugio Pussa – Fienili Covardins
di Ciccio Colbastone (Giorgio Madinelli)
(pubblicato sul suo profilo fb il 24 marzo 2023)
Una breve introduzione per chi non conosce i luoghi. Il collegamento tra la Val Settimana e la Val Tagliamento è oggi garantito dal sentiero CAI 364 che parte dal rifugio Pussa, valica la Forcella Lareseit e per la Val dell’Orso s’immette nel solco della Val Poschiedea, l’attraversa e incontra, nei pressi dei fienili Covardins, la strada forestale che proviene dal guado sul Tagliamento di Vico (borgo di Forni di Sotto).
Su questo tracciato sarà costruita una strada per le biciclette, finanziata con i fondi del PNRR per 1,2 milioni di euro. L’intento è quello di costruire una prima tratta di un collegamento ciclabile che da Sappada porti in Valcellina. Ricordo che per essere strada ciclabile deve avere una serie di caratteristiche tra le quali la possibilità di essere transitabile dai mezzi di soccorso; per cui si tratta del progetto di una vera e propria strada, forse a fondo naturale con i tratti più ripidi cementati, con tanto di ponti sui torrenti che attraversa.
Il tema delle infrastrutture in montagna non cessa di andare fuori moda; gli amministratori locali lo cavalcano perché a loro dire permettono sviluppo e lavoro nelle vallate. Per assurdo, se si potesse spianare una catena montuosa (diciamo la Vacalizza che non serve a niente) e farci un bel centro commerciale per far sì che i valligiani diventino tutti commesse e magazzinieri, lo avrebbero già realizzato.
L’ignoranza dei temi ambientali inizia proprio in montagna, nella mentalità dei residenti; quando vedi che le pietre del percorso delle Pozze Smeraldine a Tramonti di Sopra sono state verniciate di rosso in modo che il turista non inciampi, è un chiaro segno di un corto circuito culturale che qualifica gli ospiti come pecoroni, i quali si comportano davvero come ovini, lasciando scie di escrementi al loro passaggio.
Questo semplice esempio la dice lunga sul fatto che, se da un lato non si è pronti ad un’offerta turistica seria e consapevole, dall’altro la massificazione dei luoghi è deleteria perché porta un turismo di mordi e fuggi, indifferente alla conservazione ambientale.
Non esiste nei valligiani la comprensione del tesoro sul quale vivono e si lamentano, si propongono di cambiare provincia, vogliono i sussidi; non si tocchi la loro tranquillità, perché hanno faticato per ristrutturare la casa dei genitori e non amano i foresti che spiano dalle finestre.
Alla fine il progetto di deturpare un tratto di montagna con una strada non è altro che l’espressione dell’odio che i valligiani hanno per il loro mondo, incapaci di vedervi una opportunità e sfruttarla per coltivare un tipo di turismo che ami il loro ambiente.
Caserine-Cornaget
(presentazione di Luca Calvi)
di Luca Calvi
(pubblicato sul profilo fb di Ciccio Colbastone il 21 marzo 2023)
Prealpi Carniche… o Clautane… o Tramontine…
Nella parte occidentale del Friuli che va a fondersi con la Carnia esiste un’area assolutamente deliziosa, con montagne non alte ma di gran bellezza, aspre, per nulla adatte alla frequentazione mainstream ma che sembrano perfette per chi cerchi un minimo di wilderness e la lontananza dai sentieri addomesticati e segnati all’inverosimile.
Montagne spesso solo citate…
Eppure notate ed apprezzate a fine ‘800 dai pionieri, a cominciare da quelli di lingua tedesca, come Alfred Steinitzer.
Un’area compresa tra località turistiche rinomate tra gli amanti, ma ancora non oggetto di assalti del turismo di massa, perché a quest’ultimo nulla offrono. Qui il turismo, l’escursionismo, l’alpinismo devono essere consapevoli.
Qui a 1800 m di altitudine si provano le stesse emozioni che da altre parti sono riservate a quote di almeno mille metri superiori.
Mancava una guida comprensiva ed esaustiva della zona.
Grazie alla Guarnerio Soc. Coop di Udine, in veste di editore, ed al grandissimo Giorgio Madinelli, greppista par excellence, la guida è finalmente disponibile.
Apriamo due parentesi…
Greppismo. Un termine “strano”, noto solo agli appassionati del Nord-est (e nemmeno a tutti), che indica un modo di andar per monti seguendo canaloni, cenge, rughe ed altre strutture naturalmente offerte dalle montagne per salirci, senza far ricorso a corde, chiodi o altro.
I greppisti partono consapevoli di rientrare carichi di zecche e quant’altro, dopo essersi graffiati all’inverosimile durante i loro amplessi con i mughi… Ma salgono in reale simbiosi con l’aspro ambiente del gruppo di Caserine e Cornaget.
Giorgio Madinelli è un greppista, anzi, IL greppista, che da anni regala a chi lo segue itinerari fantascientifici per bellezza, sempre che uno trovi divertente salire, attaccandosi ai mughi, secondi e terzi gradi gradi inproteggibili…
Giorgio Madinelli è un alpinista, ma soprattutto uno storico ed è l’anima, il cuore pulsante della cultura della Val Tramontina.
Da anni dedica pubblicazioni a questa sua valle, spesso dimenticata, poco considerata, che invece offre molto, a livello naturale e – cosa non secondaria – a livello gastronomico. Pitina docet.
Giorgio non ama parlare a voce alta…
Se vede qualcuno che apprezza le sue montagne e le sue valli quasi si commuove (si fa per dire) e subito aiuta chiunque ne abbia desiderio a conoscere meglio le montagne, le valli ed i paesi…
Una volta entrati in contatto con il gruppo Caserine Cornaget, è naturale volerci tornare sempre più spesso, che lo si affronti da Tramonti, da Chievolis, da Claut o da nord, dalla Carnia.
Un gruppo, un’area che consente una scoperta continua e garantisce una scarsissima frequentazione.
La guida di Giorgio Madinelli colma una lacuna editoriale senza però far correre a quest’area il rischio di diventare oggetto del desiderio dei flussi turistici deteriori, presentando l’area a partire dalle strade per arrivarci, passando per i punti d’appoggio fino alle possibilità escursionistiche e alpinistiche offerte dalle cinque dorsali considerate (Cornaget, Dosaip, Caserine, Frascola e Chiarescons).
In tutto ci troviamo di fronte a 296 itinerari (83 dei quali assolutamente considerabili come novità), 80 cime (5 delle quali presentate in prima ascensione), 9 “rifugi”, 45 forcelle e 200 chilometri quadrati di territorio con una potenzialità escursionistica ed alpinistica enorme per chi abbia voglia di andare in aree pochissimo frequentate ed ancora selvagge.
19 euro spesi benissimo per una guida che si attiene alla tradizione per la redazione e che allo stesso tempo si lascia leggere diventando quasi ipnotica per il lettore che, man mano che entra in confidenza con il selvaggio mondo di Caserine e Cornaget, senza rendersene conto inizia a programmare gite, escursioni e ascensioni di sicura soddisfazione per quello che potremmo definire “un escursionismo/alpinismo/greppismo di ricerca”.
Grazie Ciccio Colbastone!!!!
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Non si salva niente, non resta che ripercorrerlo prima che inizino i lavori, per poi cancellarlo dalla ista dei posti che meritano.
13. Sig. Giordani, se non vede l’ora di percorrere questa “nuova via”, può sempre andarci anche domani e percorrere quella “vecchia”, si chiamano “sentieri”, sono quelli che utilizzavano i suoi avi per spostarsi da Forni a Claut. Chissà poi che, una volta sul posto, non si renda conto che una strada larga 3 metri, in quella zona tra le più selvagge della regione, è una devastazione della quale non si sente alcun bisogno. Ma dubito.
Considerazione:
Visto che sono soldi del PNRR e quindi è un prestito che deve essere restituito, pensate che questo progetto porti guadagni per 1,2 ML di € …????
Ho qualche dubbio,basti pensare alle due strade di val Cimoliana e Settimana,hanno portato sviluppo e guadagni ..? NO….
Senza considerare l’impatto ambientale.
Forse meglio investire in manutenzione dei sentieri….
Trovo piuttosto contraddittorio Colbastoni, che finisce l’articolo scrivendo che la comunità locale dovrebbe “sfruttare la montagna per creare un tipo di turismo che ami il loro ambiente”.
Il concetto di sfruttamento andrebbe cancellato dalle nostre modalità. Un turismo che ami un luogo non si crea dal nulla, ma arriva proprio in virtù di certi aspetti che vanno solo salvaguardati. L’ambiente in questione non è solo di chi vi abita, ma alla portata di qualunque essere vivente.
Un’idea splendida. Complimenti ai due Sindaci. Ricordo che in passato l’interscambio economico e anche culturale tra Forni Val Tagliamento e Claut Alta Valcellina era molto intenso. Poi, purtroppo, l’avvento dello stato italiano e la motorizzazione posero fine a questa vivida realtà. Un esempio su tutti: la vasta famiglia clautana Colman (mi è stato riferito da un componente storico di tale gens che è probabile l’ origine scozzese: su un’iscrizione trovata su un davanzale era inciso: Coleman Scotland), da cui viene la capostipite della mia stessa famiglia, proviene da Forni e l’emigrazione sembra risalire al 1600/1700. A Claut c’è anche il cognome Fornezzo, nomen omen. Non vedo l’ora di percorrere magari a piedi questa nuova via. Ancora complimenti a chi ha avuto questa formidabile idea e realizzerà questa opera in quella che considero la più bella vallata del territorio del Comune di Claut. Breathtaking landscapes and wonderful pine trees! God bless you.
Purtroppo i ciclisti godono di una vasta rete di protezioni e complicità che non suscita l’indignazione che i cittadini onesti provano con gli ecovandali che bloccano le strade o imbrattano i monumenti. Eppure i ciclisti sono peggiori e creano danni maggiori. Sono gli aspetti negativi della democrazia che alimenta la tolleranza anche nei confronti delle minoranze eversive e alla repressione sostituisce l’indulgenza.
li farei andare a piedi con una doppietta “alle spalle”
Mi permetto la traduzione del 3
Prima parte no so.
Poi dice razza di ignorante che non sei altro. Ed io che sono 83 anni che lavoro come un musso vado a piedi dappertutto.
Oggi le ruote hanno il motore. Culattone che non sei altro. La moglie del sindaco filava con il prete….credo sia corretto….credo
Mi ricordo che anni fa
Di sfuggita dentro un bar
Ho visto un depliant e una guida ,. luccicava…
E nei sogni di un bambino era l ultimo angolo inesplorato delle Marmaroleee..
Tra Bajon e Croda Bianca …e chi non ci credeva era un pirata..ta ta ran tan.
Mai nessuno crederà
Mai nessun rinuncerà alla sua Santavoglia di …scoprire.
Guarda invece che scienzienti ecodeputati loro si che per sti fogli gli alberi l’ han tagliati…
Ma che ci volete fare
Non vi sembrerò normale
Ma è l istinto che mi fa parlare.
Sono solo rime strette e….Bennato forse mi perdonerà !
p.s. da leggere cantando.
Certo, VALORIZZIAMO pure: asfaltare, cementificare, allargare, sbancare, spianare, rendere fruibile, urbanizzare, mettere in sicurezza, parco giochi, parco avventura.
Avrei scritto REGRESSO…
In montagna i sentieri e le mulattiere stanno sparendo, sostituiti da strade per ora aperte solo ad un escursionismo di massa da parco cittadino. Poi chissà cosa succederà…il PROGRESSO non ha confini!
Spero di cuore che si sviluppi questa magnifica zona delle Dolomiti friulane
Lasciamo la Natura così com’è|
L’favet nar a pie cun an sciop n tel cul che sbroda.
Razza de gnurant ca nun sei autr. E mi ca sont 83 agn ca sgobe cuma n bur, vai a piè da par dut.
Ancoj la roda la ga el motor, culatuns ca no sei autr! La uma dal sindec la guzava col preve.
A parer mio, sono luoghi da scoprire da soli, poco per volta, senza far proprie le indicazioni di altri. Altrimenti che gusto c’è. I tesori della natura sono tesori , non roviniamoli per il narcisismo di qualche amministratore locale e nemmeno per la boria di qualche autore di guide escursionistiche.
Francamente spero che questo meraviglioso e selvaggio gruppo montuoso tratti queste “opere di valorizzazione,” come da sempre tratta le altre strade che cercano di penetrarlo (val cimiolana e settimana) ….e spero (a costo di sembrare egoista) che ne venda poche di guide