Il gioco più bello del mondo

Se non ci svegliamo, se non escogitiamo qualcosa che interrompa la discesa verso la completa risibilità del potere popolare, siamo destinati ad una condizione di caleidoscopiche precarietà.

Il gioco più bello del mondo
di Lorenzo Merlo
(ekarrrt – 20 novembre 2024)

Questo articolo, dedicato alla situazione dei lavoratori impiegati per la costruzione del nuovo stadio di calcio di Riyadh, in vista dei mondiali del 2034, apparso su ilfattoquotidiano.it, illumina sulla deriva delle società capitaliste. Ma è una luce sconsolatamente proiettata sul giorno, nel senso che la condizione in cui versano i lavoratori di cui si parla nel pezzo non è una novità, anzi gode e da molto di lunga vita.

Lo sfruttamento dei lavoratori – come diremmo noi civili e paladini dei fu diritti sociali, ora abbandonati per quelli individuali – che avviene in Arabia Saudita, e che è avvenuto in Qatar e in tanti altri Paesi, riferito nell’articolo de ilFatto, non ha di che scomporre la nostra società civile e, tantomeno, la relativa classe politica che, infatti, ha voluto e sostiene ciò che avviene tra le dune e sopra il petrolio. Anche le rispettive Federazioni Nazionali di calcio, che potrebbero e dovrebbero disertare la rassegna del campionato mondiale, e la Federazione Internazionale (Fifa) che dovrebbe e potrebbe imporre norme nei confronti dei lavoratori, nonché sanzioni amministrative e squalifiche tecniche per chi non le rispetta, certamente non faranno niente in nome degli ultimi. E così anche la Federazione Europea (Uefa), che dovrebbe esprimere il proprio dissenso.

In una cultura dove l’interesse economico ha piegato il resto dei pensieri, delle forze, delle passioni, dei credo, semplicemente non può accadere: gli affari sono affari. Formula espiativa per qualunque peccato comportino. Una specie di ragion di stato in seno ai bottegai del commercio e della politica, agli usurai delle banche e agli occulti poteri.

Anche se tutto ciò è alla luce del giorno da tempo immemore, l’articolo resta illuminante, almeno per coloro che sono contenti di poter fare la settimana bianca, di comprare la bmw, di ritirarsi in campagna nel fine settimana. Cioè, nei confronti di quel ceto un tempo detto borghese e qualunquista, ora anche individualista, edonista, opulente, consumista, materialista, divanista e, anche se qui non c’entra, scientista.

Un popolo che guarda la tv credendo di informarsi, parla a frasi fatte e luoghi comuni per via di quanto imparato da esperti e giornalisti, ama la satira che, a sua insaputa gli fa digerire le menzogne della comunicazione e del degrado a tutto tondo. Un popolo che ride soddisfatto e applaude, credendo basti per far sentire il proprio dissenso, per sentirsi dalla parte della rivoluzione, ma che, ignaro di mostrare la propria nulla consapevolezza puntellata di buon senso – il massimo del suo orizzonte – seguita a votare e a raccontare agli amici e ai figli che se Putin vince arriva a Lisbona.

La speranza è che questa fascia enorme, maggioritaria e latrice della cultura progressista trasversale, diagonale, bisettrice, perimetrale, circolare e sferica della scheda elettorale, possa essere toccata dal faro dell’articolo. Più esattamente, possa riconoscere che una politica senza sovranità popolare, venduta all’economia, non possa che proseguire il suo corso verso il basso, cioè verso quel punto creduto lontano, ma al quale siamo tutti esposti in forma varia, illuminato dall’articolo. Che possa scuotere, oltre che le mani, anche il proprio potere, risvegliarlo dall’incantesimo, disseppellirlo dal tumulo di futilità – comprate risparmiando, naturalmente – con le quali aveva creduto di poterlo esercitare.

Un’economia finanziaria slegata dal lavoro e un capitalismo troppo costoso rispetto a quello orientale non possono che essere ingredienti di ricette dal costo al ribasso, da molto tempo garantito da una politica d’immigrazione travestita d’umanitarismo, ma voluta e promossa con strategia, per questioni squisitamente economiche ed egemoniche.

Di questo la classe media dovrebbe prendere coscienza e, finalmente, sentire che dal piano di sopra non cadono più le briciole che erano sufficienti a tenerla per il naso, nonché accorgersi di essere appoggiata ed eretta su un terreno umido e senza più vespaio, senza più separazioni impermeabili rispetto alla classe che le sta sotto, composta da disgraziati, immigrati, reietti, lavoratori, disoccupati, pensionati, nullatenenti. Classe dei poveri che si sta infoltendo dal tempo della globalizzazione e della delocalizzazione, penultimi e pressoché congiunti espedienti per dare ossigeno al capitalismo occidentale.

Una classe che, suo malgrado non può per cultura che esser anch’essa avida, in questo caso legittimamente di dignità e decoro minimo e sopravvivenza fisica. Che perciò non potrà fare sconti allo strato che le sta sopra. Gli affari sono affari, no? La competizione lo vuole. Il profitto lo impone. E una guerra tra poveri è sempre un fumogeno, dentro il quale, mentre nessuno vede, si ratificano leggi come quelle di Riyadh e ben oltre.

C’è da chiedersi quanto la luce gettata dall’articolo citato, e di mille altri già esistenti, possa essere vista dai ciechi o udita dai sordi, prima che l’espediente della rana bollita non ci faccia sentire, con troppo ritardo, cosa significhi esistere e lavorare nella multiforme precarietà, in questo caso, in nome del gioco più bello del mondo.

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Il gioco più bello del mondo ultima modifica: 2025-02-16T04:43:00+01:00 da GognaBlog

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17 pensieri su “Il gioco più bello del mondo”

  1. e certo Expo, perchè non lo sapevi che:  i nulla facenti, i vagabondi, quelli di spalla tonda, quella che la vanga gli pesa, i mantenuti, i furbi, i finti invalidi, i  corrotti e i corruttori sono tutti comunisti.

  2. Sabato ero in giro in montagna con Enzo , lui , dopo molti decenni nel privato, adesso lavora per una grande azienda statale nell’ambito dei trasporti.
    .
    Mi dice che sono pieni zeppi di persone con una produttività nulla , assunte in omaggio a qualche forma di tutela.
    .
    Quando qualche comunista urla di :” Diritto al lavoro” e intende semplicemente “diritto allo stipendio” e “diritto ad una rendita pensionistica , capisco benissimo cosa Enzo vuole dire.

  3. I diritti ” veri”, cioè quelli concreti  con i quali noi occidentali abbiamo a che fare nella vita di tutti i giorni, sono “altri” e sono principalmente di tre categorie: ricorrere al sistema sanitario se stai male, far andare i figli a scuola, goderti la pensione dopo una vita di lavoro (e di contributi versati).

    Aspettiamo al guado la destra. Vedremo come li garantirà.
    Alle fasce deboli e fragili americane ci penserà Trump a garantirglieli…poveri ingenui.
     

  4. Le fasce fragili lo hanno capito e votano di conseguenza: Trump ha recveuto milioni di voti da neri, latinos, gay e donne (cioè componenti di  minoranze).

    Poveri illusi. Si sono messi da soli in bocca alla iena. Sai quanto gli frega a Trump ed a quelli della sua ciurma delle fasce deboli e delle minoranze. Becchi e bastonati.

  5. Ma quelle sono panzanate buoniste, scritte solo per fare bella figura a tavolino… nessuno ha mai creduto, veramente, di perseguire quegli obiettivi, di fatti sono “lettera morta” se uno osserva cosa accade nel mondo, sia nel mondo evoluto che non. Cmq, se siete convinti che si debbano perseguire quegli obiettivi, procurate voi i “fondi” con i quali finanziare tutto ciò… Mi pare che più nessuno si “sbracci” per investire soldi in quelle finalità, sennò ne vedremmo i risultati (che invece NON ci sono), quindi sono solo parole a vanvera. Specchietto delle allodole per i creduloni.
     
    I diritti ” veri”, cioè quelli concreti  con i quali noi occidentali abbiamo a che fare nella vita di tutti i giorni, sono “altri” e sono principalmente di tre categorie: ricorrere al sistema sanitario se stai male, far andare i figli a scuola, goderti la pensione dopo una vita di lavoro (e di contributi versati). Sono questi diritti che oggi sono fortemente a rischio, specie per le fasce fragili delle società occidentali. E li mettono a rischio i fautori della filosofia “diritti per tutto il mondo”. Le fasce fragili lo hanno capito e votano di conseguenza: Trump ha recveuto milioni di voti da neri, latinos, gay e donne (cioè componenti di  minoranze). Nelle imminente elezioni politiche tedesche, i neonazisti dell’AfD sono accreditati di registrare il 20% abbondante: significa all’incirca 7, forse 8 MILIONI di voti, mal contati. Significa che, oggi, in Germania ci sono 7-8 milioni di neonazisti. Li ho convinti io a esser neonazisti? li pago io perché votino AfD? ho fatto il lavaggio del cervello a 7-8 milioni di tedeschi??? Evidentemente no: è la conseguenza del meccanismo che, in Italia, ha capito perfino un ex PCI come Marco Rizzo, mentre voi vi ostinate a corre dietro al “diritto alla vita” per tutti… Buonanotte ai sognatori!

  6. “Cancelliamoli pure, i “miei” diritti. Io vivo come se non ne avessi, di diritti garantiti intendo”
     
    Riporto gli articoli dal 3 al 10 della Dichiarazione dei Diritti Universali: potresti dirmi di quali diritti garantiti ti senti di fare a meno e a quali pensi che l’economia di mercato possa supplire?
     
    – Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria
    persona.
    – Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù
    – Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a
    punizione crudeli, inumani o degradanti.
    – Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità
    giuridica.
    – Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna
    discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge
    – Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibilità di ricorso a competenti
    tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti 
    – Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato. 
    – Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e
    pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale
     

  7. Il punto è: dalla posizione rigidamente ottusa cosa deriva? Deriva che, a forza di voler estendere i diritti a tutto il mondo, sarà impossibile continuare a garantirli (o a garantirli pianamente) ai cittadini italiani. Di questi chi se la “cava”, una soluzione la trova. Sto riferendomi in particolare ai diritti del welfare (sanità, istruzione, pensioni ecc.). Invece le fasce più fragili dei cittadini italiani NON riusciranno a trovare altre alternative a diritti ridotti o addirittura annullati, perché non più finanziabili dal pubblico. Ergo chi corre dietro ai diritti estesi a tutto il mondo, sta mettendo a rischio le fasce fragili e fragilissime della società italiana, non quelle medio e medio-alte (le altissime non le prendo neppure in considerazione in questo discorso). E’ un paradosso, perché di tali fasce fragili dovreste esser voi, voi “di sinistra”, i principali difensori. E invece le state affossando. E’ la conclusione cui è arrivato Marco Rizzo, il quale 40 anni fa (anche abbondanti) era un acceso esponente locale del PCI di Berlinguer (e NON un aderente all’MSI!) . Nonostante il fatto che un “vostro compagno” (è proprio il caso di usare questo termine…) vi dica le stesse cose che sto dicendo io, voi continuate a non capire e ad andare avanti a testa bassa sulla strada che danneggia le fasce fragili degli italiani… Allo fine accade che chi si preoccupa della continuità dei diritti alle fasce fragili è la destra (non a caso c’è una corrente che storicamente si chiama “destra sociale”, cui appartengo io), mentre una bella fetta della cosiddetta sinistra, o quanto meno di posizioni alternative al sistema istituzionale, agisce sistematicamente CONTRO la difesa di diritti alle fasce più fragili degli italiani…

  8. Cmq, un’affermazione del genere (specie se collocata al seguito del mio intervento precedente) significa che non sapete cogliere neppure i messaggi che vi lancia un politico che è stato militante del PCI di Berling.

    Oppure NON li vogliamo cogliere.

  9. Cancelliamoli pur, i “mei” diritti. Io vivo come se non ne avessi, di diritti garantiti intendo, in quanto (dove ne ho bisogno) compenso nel modello dell’economia di mercato,  per cui non cambierebbe nulla nella mia personalissima esistenza. Cmq, un’affermazione del genere (specie se collocata al seguito del mio intervento precedente) significa che non sapete cogliere neppure i messaggi che vi lancia un politico che è stato militante del PCI di Berlinguer…

  10. Colgo una certa “Stasi” nei non commenti nei ultimi giorni…
    Wolf Biermann

  11. I diritti “costano” e ormai sono insostenibili, anche per la crescita della popolazione mondiale (8 miliardi). Riconoscere i diritti e/o estenderli è ormai in contrato o con gli obiettivi di profitto (come nel caso di specie) o con la capacità finanziaria degli stati di conservare i diritti per i propri cittadini. Lo ha capito anche Marco Rizzo, torinese come me, il quale in gioventù era uno sfegatato iscritto al PCI di Enrico Berlinguer. Dopo una lunga e articolata evoluzione, Rizzo è ora l’architrave del piccolo partito ”Democrazia sovrana popolare”, dove cerca di coniugare gli ideali comunisti con le istanze del sovranismo oggi in espansione irrefrenabile. A titolo personale, io NON sono un aderente di tale partito, ma osservo con curiosità ciò che dice Rizzo (non fosse altro che per ascoltare il suo accento torinese…). Ciò che rileva qui è la seguente considerazione: per esempio Rizzo, che è partito dal PCI, ora ha capito ciò che la sinistra di oggi non ha capito (o fa finta di non capire), ovvero che eventuali flussi incontrollati di immigrati, con l’inevitabile necessità di estendere anche a loro i “nostri” diritti, comporteranno la distruzione dello nostro welfare, ovvero l’insieme di sanità, istruzione, pensioni ecc ecc. ecc, per noi cittadini italiani “nativi”. A chi desidera approfondire la questione, segnalo il libro di Marco Rizzo, dal titolo:
    Riprendiamoci le chiavi di casa. Manifesto per un sovranismo popolare oltre la destra e la sinistra

  12. I “diritti” per chi dovrebbero essere? solo per pochi? Solo per gli aristocratici? Per i Forti?

  13. La verità deta in un lessico brillante come un “caleidoscopio”. More solito direi, se non fosse che la verità amareggia il brillante!

  14. Anche la situazione socio-politica di uno spaccato umano (quello di una parte dell’Islam) incentrato su parametri comportamentali storicamente diversi da quelli “occidentali”, dimostra che l’evoluzione dell’intero mondo sta rapidamente allontanandosi dalla fase della diffusione e della distribuzione a tutti dei diritti umani, civili e personali.
    Con l’Occidente (compresi gli USA trumpiani) che sa vivendo una vistosa virata a destra, la Russa e la Cina che sono, per questioni diverse, delle “dittature” e l’India di fatto governata da un’oligarchia, se anche il mondo islamico accentua il clima di sopraffazione… non vedo tanti spazi dove possano concretizzare la loro opera i sostenitori dell’ideologia “diritti per tutti”.

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