Il giro di Creta a cavallo

Un percorso di sei giorni in sella a Dorito e Athina, per scoprire l’entroterra dell’isola greca. Il mare visto dall’alto e le vallate ricche di ulivi e vigneti.

Il giro di Creta a cavallo
di Sandra Smallenburg
(pubblicato su Internazionale n. 1340 del 10 gennaio 2020)

Non pensavo che la vista di una freccia blu dipinta sul tronco di un ulivo secolare potesse rendermi così felice. Dopo più di tre ore in sella, con temperature superiori ai 30 gradi, abbiamo ritrovato il sentiero.

Lassithi Trek, Creta

È il quarto giorno dell’escursione a cavallo che sto facendo con un’amica nell’entroterra di Creta. Ci avviciniamo al mar Libico, lo si capisce dal vento caldo che accarezza le creste delle montagne. Dorito e Athina, i cavalli con cui facciamo questo percorso di duecento chilometri, oggi sembrano sudare più del solito. Sono passate varie ore dall’ultima volta che si sono abbeverati.

Il Lassithi trek è ben segnalato, con frecce blu dipinte su rocce, guardrail, rovine e pali elettrici, ma ogni tanto capita di perderne una, distratti dal paesaggio o perché ci si passa davanti al galoppo. Non vedevamo frecce da un’ora e mezza e quando a un incrocio con tre strade non abbiamo trovato alcuna indicazione abbiamo avuto la certezza che ci eravamo perse. In questi casi l’unica cosa da fare è tornare indietro. È da vent’anni che l’azienda greca Odysseia Stables organizza il Lassithi trek, un’escursione di sei giorni che attraverso l’altopiano di Lassithi sale fino a 1800 metri e continua oltre le cime del massiccio del Dikti, verso la costa meridionale di Creta, per poi fare ritorno al paese di Avdou, attraversando vallate piene di ulivi e vigneti. Lungo la strada s’incontrano solo paesi quasi deserti, ci sono giorni in cui non vedi nessuno, al massimo un pastore con il suo gregge.

L’escursione si può fare con una guida o da soli. Nelle tasche della sella ci sono confezioni di mangime e spazzole, oltre a un ingegnoso sistema a carrucola fatto con una lunga corda, due moschettoni e due ferri di cavallo deformati, che serve come contrappeso per legare il cavallo in modo sicuro. Dove pernottiamo ci sono balle di fieno per i cavalli. I bagagli sono pensati per durare due giorni, in modo da mantenere il carico il più leggero possibile.

Lassithi Trek, Creta

Il giorno che siamo arrivate al centro dell’Odysseia Stables la titolare Sabine Ruijters ha fatto una breve riunione e ci ha chiesto che tipo di cavallo preferivamo: aveva una ventina di purosangue e di arabi di diverse età e misura. Ci ha dato anche qualche consiglio pratico sul percorso, ma sulle prime era tutto un po’ surreale: “Fermatevi per il pranzo non appena vedete la parola break scritta su un muretto. Nel paese di Kera attraversate il negozio di souvenir“.

Il giorno dopo abbiamo conosciuto Dorito e Athina, i cavalli che ci avrebbero accompagnato per una settimana. La nostra prima escursione è stata un giro di prova di tre ore tra gli uliveti e i boschi dei dintorni. Gli ampi sentieri di sabbia e di ghiaia vengono percorsi solo dai contadini e ci hanno invogliato a lunghe galoppate. I cavalli ci sono sembrati in ottima forma. Siamo andate a zigzag tra gli ulivi, attraversando antichi ponti di pietra e passando accanto a piccole chiese. Davanti a noi cactus e oleandri in fiore, non ne avevamo mai visti di così grandi. Dalla sella abbiamo colto dei fichi dagli alberi. Nel giro di un’ora ci siamo sentite in sintonia con i cavalli, avvolte in una rilassata sensazione di vacanza.

Il primo giorno dell’escursione partiamo da un’altitudine di 300 metri per inerpicarci fino a una cima di mille. Abbiamo la schiena madida di sudore, anche i cavalli, ma dietro di noi vediamo in lontananza il luccichio del mar Mediterraneo.

Sopra alle nostre teste volano in cerchio gli avvoltoi. Già nel primo paese sbagliamo strada, ma dalle case bianche escono in fretta delle anziane che ci indirizzano a gesti nei vicoli giusti. Nel paese di Kera passiamo accanto a un negozio di souvenir, un’esposizione di ceramiche su entrambi i lati di una ripida stradina, scendiamo da cavallo per paura di rompere qualcosa. Il proprietario arriva di corsa con un barattolo di caramelle e dopo una breve chiacchierata ci saluta entusiasta.

Dopo aver oltrepassato la cima della montagna e cominciato la discesa verso l’altipiano di Lassithi, un fertile fazzoletto di terra a 850 metri di altitudine, dobbiamo smontare di nuovo da cavallo: il sentiero per gli asini, in passato l’unico accesso all’altopiano, è così ripido e roccioso che i cavalli sono in difficoltà anche senza nessuno in groppa. Una volta arrivate giù, il paesaggio è di nuovo piatto e vediamo decine di piccoli mulini a vento. Galoppiamo tra campi pieni di pomodori, meloni e cavoli, di tanto in tanto cogliamo una mela dagli alberi per darla ai cavalli. Dopo sei ore di cavalcata raggiungiamo Magoulas, dove possiamo sistemare i cavalli in un piccolo uliveto accanto all’albergo. È strano lasciarli così, legati a un albero. Ma quando, verso mezzanotte, torniamo a dare un’occhiata, li ritroviamo tranquilli a mangiare fieno sotto un cielo stellato.

Sabine Ruijters e il marito Manolis Fragkakis hanno tracciato personalmente il Lassithi trek, ormai vent’anni fa. Avevano previsto di farlo in un mese ma ce ne sono voluti tre. “Google Maps non esisteva“, racconta Sabine. “Oggi si può vedere dalle immagini del satellite se un sentiero è battuto o meno, ma all’epoca abbiamo dovuto andare alla scoperta del percorso con la nostra jeep. Chiedevamo a pastori di pecore e coltivatori di ulivi quali erano i sentieri più belli o quali fossero le scorciatoie che facevano da bambini per andare a scuola“. Oggi Sabine e il marito tornano sul percorso due volte all’anno con un barattolo di vernice blu, perché in questo clima caldo le frecce sbiadiscono in fretta.

Sui rilievi del Dikti

Più andiamo avanti più l’escursione migliora: il paesaggio è sempre più bello e ogni giorno è diverso dall’altro. Attraversiamo strapiombi di rocce rosse e paesaggi spogli che fanno pensare al Far West. Ci godiamo la vista su montagne color pastello. Passiamo in mezzo a greggi di pecore e liberiamo una capra che aveva le corna incastrate in una recinzione. Superiamo paesi caratteristici dove chiediamo acqua per i cavalli e ci regalano mele o angurie fresche per noi. Ma vediamo anche tanta spazzatura che i greci gettano nei burroni e tante bottigliette di plastica abbandonate sul ciglio della strada.

La cosa più spettacolare è la discesa verso Keratokampos, un paese sulla costa meridionale. Per due ore percorriamo infiniti tornanti, con una vista spettacolare sulla costa. Nel piccolo albergo sul mare mangiamo pesce fresco, insalata greca e raki. La sensazione di libertà è immensa. A volte i precipizi sono profondi ma in groppa ad Athina non ho paura. Il pericolo maggiore sono i cani che spuntano fuori all’improvviso e spaventano i cavalli. Una volta rischio di essere disarcionata perché da dietro una chiesetta è comparso un asino e Athina ha fatto un giro di 180 gradi sulle zampe posteriori.

Dopo sei giorni e quaranta ore a cavallo ripercorriamo il viale dell’Odysseia Stables. Una serie di nitriti ci dà il benvenuto e gli stallieri ci applaudono. Dorito e Athina rientrano nelle loro stalle. Il fatto che siano ancora così in forma e pacifici è forse la soddisfazione maggiore.

Lassithi Trek, Creta

Informazioni pratiche
Arrivare Il prezzo di un volo dall’Italia per Creta (Ryanair, Olympic Air, Vueling) parte da 158 euro a/r. L’isola greca si può raggiungere anche in traghetto dal porto di Atene, il Pireo, oppure da Gythio, nel Peloponneso.

Escursione a cavallo Il Lassithi trek si può fare da settembre fino a dicembre, oppure da metà marzo fino a maggio.
Il prezzo è di 1.250 euro, con pensione completa. Per informazioni sul pernottamento si può consultare il sito del country hotel Velani (www.countryhotel.gr). Per saperne di più sul tracciato o sui corsi di equitazione si può consultare il sito di Odysseia Stables: www.horseriding.gr.

Leggere Henry Miller, Il colosso di Marussi, Feltrinelli, 2016.

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Il giro di Creta a cavallo ultima modifica: 2020-05-29T05:46:01+02:00 da GognaBlog

1 commento su “Il giro di Creta a cavallo”

  1. Sull’isola di Creta ci sono coste selvagge e cime imponenti dove si possono fare diversi trek e persino impegnative traversate scialpinistiche di più giorni. Escludendo la costa settentrionale, che si è votata al turismo balneare ordinario, il resto dell’isola è poco abitato e le bellezze naturali non mancano, così come siti archeologici, storici e anche piacevolmente ricreativi. Un vero paradiso mediterraneo. Anche a me suonava strano il Colosso di Marassi. Quest’ultimo è un quartiere periferico di Genova, famoso per il carcere e lo stadio, ma non per un qualche Colosso. 

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