Riceviamo da Marcello Cominetti il testo che correda il video che ha realizzato Nicola Lanzetta: “quando abbiamo cercato di ripetere una mia via a Capo Montesantu scontrandoci e scornandoci con difficoltà che quando avevo aperto la via non mi erano sembrate tali. Morale: mai ripetere una via aperta in gioventù, specie se eri in forma smagliante!“. Il video è molto particolare, nello stile di Lanzetta che io adoro, perché lo considero qualcosa da estimatori e non da amanti della redbull…
Il Grande Blu
(tra piume, merda, pulci e strapiombi)
di Marcello Cominetti
C’è una parete, in Sardegna, che ha da sempre esercitato su di me una forte attrazione. E’ la cosiddetta “Parete dei Falchi” del Monte Lopoddine nei pressi di Capo Montesantu, la punta che divide il golfo di Arbatax da quello di Orosei. E’ alta circa 350m e sopra la Grotta dei Colombi, come anche poco più a sud, presenta sezioni strapiombanti con roccia morfologicamente interessante perlopiù solida, ma non sempre, e però immersa in uno dei più spettacolari ambienti del Meditarraneo. Nei primi anni ’80 tentai con Mauro Marsullo, un amico genovese poco convinto ma che mi aveva seguito, di aprire una via lungo lo spigolo a sinistra della Grotta dei Colombi, ma era inverno e le condizioni del mare peggiorarono al punto che il nostro “barcaiolo” ci costrinse a scendere perché se fosse restato lì ad aspettarci si sarebbe fracassato sugli scogli con barca e tutto.
Questa grande parete ha la prerogativa di poter essere raggiunta esclusivamente dal mare, elemento che la rende scomoda e per questo poco frequentata. Di contro, se vi piacciono i luoghi belli selvaggi, e le situazioni da cui il ritorno è sicuramente complicato, questa parete fa per voi. Non voglio divulgarne la frequentazione perché l’avifauna che nidifica nelle numerose grotte ne sarebbe ingiustamente disturbata, ma sono tranquillo che non diverrà mai un luogo alla moda, per quanto ho scritto prima. Nel 2015 con Franz Salvaterra siamo venuti a capo di Tepui Galvanico una via a spit piuttosto alpin style e nel 2019 il mio amico pusterese Josef Hipold ha aperto, sempre a spit, Pagu Toga lungo il nostro iniziale tentativo a martello e chiodi del 1982. Ma non è di queste vie che vorrei parlare perché sul finire degli anni ’80, con Sandro Pansini ci inerpicammo lungo una linea fantastica di strapiombi articolati con l’intenzione di farne una via in libera, leggeri e veloci.
Quando oggi rileggo la relazione dove mi ero scritto le difficoltà e anche il materiale che avevo usato tiro per tiro, rimango impressionato da quanto poco mi proteggessi. Eppure salivo tranquillo laddove molti anni dopo, tentando di ripetere la stessa via, utilizzavo protezioni veloci più qualche chiodo assolutamente senza parsimonia. Questa disinvoltura giovanile nel salire anche su difficoltà tutt’altro che banali mi ha anche fatto sbagliare strada durante la ripetizione, che comunque è avvenuta in più riprese e che definirei come una serie di ignobili tentativi in cui però ci siamo molto divertiti. Negli anni ’80 da queste parti passavano un paio di barchette al giorno, neppure tutti i giorni, mentre oggi se il tempo è buono, c’è la fila dei gommoni a noleggio e dei barconi che portano i turisti a ingozzarsi di meraviglie. I miei compagni sono stati Nicola Lanzetta, Giorgio Pusceddu e, in uno dei tentativi con tanto di bivacco: Sandro Pansini che riluttante aveva accettato il mio invito a ripercorrere le nostre tracce di tanti anni prima.
Ho capito che fare una cosa del genere è assolutamente stupido, perché gli anni che passano fanno cambiare molte cose, ma ciò nonostante sono contento di averci riprovato perché con i miei compagni ho trascorso ore e giornate splendide, ricche di umanità e non prive di brividi di paura lungo certe lunghezze in cui era meglio non cadere. Qualche bivacco rocambolesco mi ha fatto stare incredibilmente proprio bene e Nicola Lanzetta, oltre a essere un amico e un compagno di estrema validità in tutti i sensi, ha avuto la voglia e la perizia di realizzare un film che raccontasse la nostra avventura. L’ha fatto con il suo stile unico e completamente slegato dagli schemi oggi più in voga impiegati dai moderni film makers.
Per questo ne è uscito un prodotto che non mi vergogno a definire come estremamente “cult” in stile anni ’70 con richiami agli ’80, ma non di più. La musica originale pensata e composta come un sottofondo esasperante e le immagini riprese istintivamente lo rendono un prodotto per intenditori che sicuramente non potrà essere apprezzato dal grande pubblico “VWCalifornia 6.1”, scusatemi ma non so come altro definirlo. Non mi resta che proporvi di guardarlo, essendo conscio che: quando ho proposto a Sandro Pansini (uno dei protagonisti indiscussi) di unirsi a me e Nicola Lanzetta per uno dei tentativi, si sia dato dell’idiota per avere accettato. Segno che individualità e gusti sono propri di ognuno. Evviva!
Proiettato il 21 Maggio scorso nella sala del Comune di Baunei con buon successo di pubblico e con conseguente cena presso il vicino Bar Centrale.
Grazie a tutti gli amici, locali e non, intervenuti, nonostante ci fosse in contemporanea l’inaugurazione di un nuovo hotel a Baunei.
Grande Nicola Lanzetta che ha saputo raccontare con simpatia, semplicità e leggerezza, una bella storia.
Bravi e bellissimi tutti, allora e oggi, dentro e fuori.
E grazie per avermi coinvolta come controfigura – anche se avevo accettato perché mi erano state dette le cose a metà…
Concordo con Giacomo.
Ciao Marcello!
Un saluto anche ai tuoi amici.
Complimenti a Cominetti & soci. Bell’affresco di amicizie, in una storia sincera, popolata da anti-eroi. Impossibile non volervi bene.
Eccezionale, io pur essendo mezzo sardo, ho iniziato ad arrampicare da pochi anni e, mancando da anni dall’isola non ho purtroppo ancora potuto gustare quei luoghi che conosco fin da bambino, la dolce asprezza del territorio sardo è unica per me. Comunque, per dirla alla sarda, sesi maccu 😂
C’ho messo un pò di tempo a vederlo, però ieri sera ho fatto tutta una tirata: molto bello !
Uno scorcio della Sardegna che fu e che c’è ancora. Le vicende della grotta delle pulci sono molto divertenti. Ho trovato molto gradevole e onesto il sempre presente confronto con la giovinezza e il modo di divertirsi anche in età non più giovane. Una delle scene che vede il Cominetti impegnato in una placca in traverso mi ha ricordato una foto mitica che vidi su qualche Alp dello stesso mentre scala la mitica placca di Catarifrangente a Pianarella.
Le ultime riprese poi danno una visione di insieme della parete rendendola veramente attraente. Bravi
c’è sempre un valido supporto : ricerca web sul vino”Grand Bleu”, a fine impresa.
e’lecito sperare:https://www.estense.com/?p=283443
ma dal 2013 non si trovano applicazioni fruibili ed acquistabili in parafarmacia o al supermercato scaffale integratori alimentari.Bisogna rassegnarsi….la convivialita’ tra vecchi amici e’comunque obbiettivo sempre a portata a qualsiasi età.
Paolo Conte :”Nord”ha capito parecchio.
Bello! Da rileggere con gusto!
Storie belle di amici.
Il gabbiano sfrattato avrà pensato che il racconto tramandato del nonno di 30 prima non era fantasia quegli strani esseri senza ali esistono veramente!
Parlando più seriamente
Complimenti per la tua doppia avventura di una bellezza straordinaria.
Condivido il generale plauso per il tono di fondo del filmato. Cominetti style, al suo meglio!
Fantastico! Fanne altri così
Alberto, sarà che ho avuto dei bravi maestri. Ciao e grazie a tutti.
Caro Marcello, ha me è piaciuto anche che contrariamente a quanto vedo fare spesso prima di legarti hai filato tutta la corda.
Bello, veramente molto bello. Complimenti sinceri a Cominetti ed amici.
Mi associo ai complimenti per il film, per lo stile, per l’atmosfera in cui riesce a calarti. Con un pizzico di dolce malinconia. Bello davvero. E che bello era Marcello 30 anni fa’! Non che adesso sia brutto, assolutamente no! Però, la gioventù….
Ho visto il film, mi è venuto da dire ” Neorealismo alpinistico” bellissimo, senza fronzoli, una storia d’altri tempi. In un ora non si è mai parlato di un grado come se quell’avventura fosse incentrata sull’amicizia. In un epoca dove l’explua prende sempre più il sopravvento, ecco che dialoghi, attimi, riflessioni, paure e felicità si fondono in un tutt’uno. Voto 10
Bravi! Avete riportato l’arrampicata, tra buoni compagni, nella sua vera intima essenza.
Che sballo!
bella storia del tempo che passa e di amicizia
Bel video, bel viaggio e bella storia di arrampicata e rapporti umani.
A me piacerebbe che a Trento passassero film così.
Complimenti per il video fuori dagli schemi abituali e per l’avventura raccontata in modo realistico e senza retorica. Non sono un esperto in materia ma il video mi piace sia per le riprese che per il montaggio. Bravi!!!
Bellissimo!!! Grazie!