Il lager degli orsi

Sull’onda dell’incidente del Monte Peller (vedi qui sotto l’articolo di Giuseppe Pietrobelli), rispunta a tinte molto fosche e preoccupanti l’orso M49 per il quale è previsto un destino di castrazione (vedi il secondo articolo, sempre di Pietrobelli).

L’incidente del Monte Peller
di Giuseppe Pietrobelli
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it del 24 giugno 2020)
L’aggressione a due cacciatori da parte di un orso sul Monte Peller ha scatenato polemiche e accuse. Perché il presidente della giunta provinciale di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, ha annunciato di prepararsi a firmare un’ordinanza che autorizzi non solo la cattura, ma addirittura l’abbattimento del plantigrado nel momento in cui sarà identificato e intercettato. Inoltre, vuole rivedere il piano relativo agli orsi perché sarebbero troppi e occorrerebbe procedere a una selezione. Ma gli animalisti e le associazioni ambientaliste, come la LAV, non ci stanno e replicano: “È l’ennesima ordinanza spara-orso, ma ci sono delle regole dettate dal Piano d’azione che non possono essere calpestate a piacimento da politici in cerca di visibilità”.

L’aggressione dei due trentini, Fabio Misseroni, 58 anni, macellaio di Cles, e il figlio Christian, 28 anni, è avvenuta nel pomeriggio di domenica 21 giugno 2020. I due stavano perlustrando il bosco in vista di una futura battuta di caccia quando l’orso si è avventato sul più giovane, che è caduto a terra. Con grande coraggio il padre è intervenuto in suo soccorso, ma è stato ferito a una gamba, che poi risulterà fratturata dalla violenza dei colpi. Per loro fortuna l’animale è fuggito. Non è escluso, secondo gli uomini della Forestale, che potesse trattarsi di una femmina che avrebbe agito così, impaurita, per difendere i piccoli che però nessuno dei due cacciatori ha visto.

Il giorno dopo l’aggressione, che ha fatto finire entrambi gli uomini in ospedale, il governatore Fugatti ha annunciato: “Firmerò un’ordinanza per farlo abbattere. È chiaro che un episodio del genere, che si aggiunge a numerosi altri casi di plantigradi confidenti che entrano sempre più spesso nei centri abitati a fondo valle, ci impone di avviare una riflessione sulla situazione presente sul nostro territorio. In Trentino ci sono fra gli 82 ed i 93 esemplari, a cui si aggiungono i nuovi cuccioli. Questi numeri mettono in dubbio la possibilità di convivenza dell’orso con l’uomo”. E ha spiegato: “Sottoporremo questa situazione al ministro Costa per avviare una discussione sulla prospettiva gestionale degli orsi che sta diventando sempre più insostenibile. Vogliamo dialogare con il Ministero, sapendo comunque che la nostra legge numero 9 del 2018 ci consente ampi margini di manovra sulla gestione dei grandi carnivori”.

Intanto gli agenti della Forestale stanno cercando reperti che possano portare all’identificazione dell’orso. Il dirigente generale Romano Masè ha spiegato che gli abiti di padre e figlio sono stati inviati al laboratorio della Fondazione Mach, alla ricerca del Dna dell’orso. Claudio Groff, responsabile Grandi carnivori della Provincia, ha detto: “Non sappiamo se fosse una femmina, ma è improbabile che si tratti di uno degli orsi che stavamo monitorando in zona”. Gli orsi presenti saranno catturati con trappole-tubo per raffrontare il Dna, finché sarà trovato l’aggressore. Un lavoro lungo, che impegnerà la Forestale per settimane.

È intanto arrivata una dura risposta della Lega Antivivisezione. “Invece di lanciare ordinanze spara-orso, va ricostruita l’esatta dinamica dell’incontro ravvicinato, anche in questa occasione, che si è risolta con lievi ferite agli umani coinvolti” per cercare di capire “se si trattasse o meno di una mamma orsa in difesa dei propri cuccioli, o di un orso solitario”. Una differenza importante, secondo la LAV: “Ma ciò pare non interessare al Presidente della Provincia il quale, disinteressandosi di come si sono svolti i fatti, si dichiara pronto a firmare un’ordinanza di uccisione, una vera esecuzione, e rincara la dose asserendo che vi sono troppi orsi e che presenterà al Ministro dell’Ambiente un piano per ridurne il numero”.

Tra le ipotesi formulate dalla LAV c’è quella che i due uomini “si siano avvicinati inconsapevolmente ai cuccioli, provocando una reazione della mamma”. Simone Stefani, responsabile del movimento a Trento, dichiara: “Il piano di azione per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi prevede delle regole e una serie di interventi più o meno energici in base all’evento avvenuto e al comportamento dell’orso. In questo caso non si può affatto affermare un attacco deliberato da parte del plantigrado e l’uccisione non è prevista dalle norme, oltre ad essere eticamente inaccettabile”. E riferendosi ad alcun eventi accaduti negli ultimi anni, ha concluso: “Purtroppo i presupposti sembrano portare verso finali scontati, come le crudeli uccisioni di Daniza e di KJ2 e l’ergastolo a vita per M49-Papillon. Siamo comunque pronti a fare il possibile per opporci a una nuova ingiustizia e tutelare anche nelle aule dei tribunali il diritto a vivere liberi, nei loro boschi, di questi splendidi animali”.

L’orso M49 verso la castrazione
di Giuseppe Pietrobelli
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 26 giugno 2020)
La parola “castrazione”, riferita all’orso M49 (vedi https://gognablog.sherpa-gate.com/m49/ e https://gognablog.sherpa-gate.com/i-veri-prigionieri/), catturato in Trentino dopo un anno di caccia serrata, è stata pronunciata in un atto ufficiale nell’interrogazione che il gruppo consigliare Futura ha presentato alla giunta provinciale alla fine di maggio 2020. “È vero che l’orso M49, dopo la seconda cattura, viene tenuto in stato di sedazione con farmaci, ed è stato castrato (per evitare problemi con la vicinanza di recinto con l’orsa DJ4, detenuta a Casteller)?”. Questa la richiesta che torna di attualità dopo l’aggressione di due cacciatori, avvenuta pochi giorni fa da parte di un altro plantigrado, con conseguente ricovero nell’ospedale di Cles dei malcapitati. Finora non è ancora stato dato un nomignolo a questo secondo orso, che viene comunque associato al Monte Peller dove è avvenuto l’episodio. Nei suoi confronti il governatore Maurizio Fugatti ha deliberato l’ordine di abbattimento, dopo l’identificazione dell’esemplare, per tutelare l’incolumità pubblica, anche se il ministro dell’ambiente, Sergio Costa, ha già manifestato la propria contrarietà. E le associazioni animaliste hanno annunciato battaglia. Vedi:

Orso Trentino, ministro Costa: “Inaccettabile l’abbattimento, servono verifiche”. Animalisti: “Pronti a fare ricorso al Tar contro Provincia”

Sul destino e sul trattamento di M49, intanto, si addensano pesanti interrogativi, uno dei quali riguarda la sua castrazione. Attualmente è nell’oasi di Casteller, dove si trova anche un’orsa. Ma i due animali sono divisi, vivono in recinti diversi. E non si tratta di un’area molto vasta, anche se dalla Provincia era arrivata tempo fa l’indicazione di un’ampiezza di 8 ettari. Ricerche effettuate con Google Maps hanno poi portato a scoprire che in realtà l’area è di dieci volte inferiore, appena 0,8 ettari, la grandezza di un campo da calcio. Ed è lì che M49, in coabitazione con l’orsa DJ3, che è reclusa da nove anni, sta vivendo la sua prigionia, dopo che la scorsa estate era riuscito a fuggire scalando la recinzione elettrificata.

Alla domanda del gruppo consiliare Futura ha dato una risposa un’intervista del quotidiano L’Adige a Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio foreste e fauna. “M49 e l’orsa DJ3 sono separati, ma si vedono”. È in programma un accoppiamento? “No. La femmina è sterilizzata”. M49 è stato castrato? “Adesso abbiamo in programma tutta una serie di passaggi. Li faremo con calma. Abbiamo un protocollo interno sul processo di reintroduzione dell’animale: un processo graduale. La sterilizzazione della femmina e la castrazione dei maschi, comunque, sono scontati quando gli animali vengono messi nei recinti: non succedesse, sarebbe pericoloso per loro stessi. Le femmine, in particolare: diverrebbero una fonte di richiamo”. Insomma, M49 è ancora nella fase di ambientamento. “Deve imparare a stare nel luogo in cui si trova – ha spiegato Giovannini – Deve conoscerlo, abituarsi a esso. Deve conoscere i limiti della recinzione… i fili elettrificati…”. L’obiettivo è di mettere femmina e maschio nello stesso recinto, ma solo dopo la castrazione di quest’ultimo.

Sull’orso del Peller è intanto intervenuto con un twitter l’attore Alessandro Gassmann per contestare l’ordinanza di Fugatti. “Noi siamo circa 60 milioni, gli orsi in Trentino circa 80, gli abbiamo invaso ogni spazio, depredato, cementificato, disboscato, sversato, bruciato, e ora ne abbattete uno con prole perché sostenete sia pericoloso? Lui pericoloso?! Siete degli incapaci e dovete vergognarvi”.

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Il lager degli orsi ultima modifica: 2020-06-30T05:25:00+02:00 da GognaBlog

22 pensieri su “Il lager degli orsi”

  1. 22
    GognaBlog says:

    L’orso M49 si libera dal collare elettronico per la geolocalizzazione: ora è di nuovo ricercato.
    La notizia è stata data con un comunicato dalla Provincia di Trento: l’apparecchio è stato trovato integro, a terra. Il monitoraggio continuerà “basandosi esclusivamente sull’analisi degli indici di presenza”, ovvero sulle tracce che l’animale lascerà dietro di sé.

  2. 21
    WWF Italia says:

    L’udienza che si è tenuta al Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento ha confermato la sospensione dell’Ordinanza provinciale che aveva disposto l’uccisione dell’orsa JJ4.

    Per ora, e fino alla udienza di merito, nessuno potrà torcere un pelo a JJ4 che, se accompagnata dai suoi cuccioli, potrà continuare a fare la mamma crescendo i suoi piccoli senza il rischio di essere fucilata per soddisfare interessi politici che nulla hanno a che fare con la sicurezza pubblica.

  3. 20
    Il Fatto quotidiano says:

    La prima volta aveva scavalcato la gabbia. Nella sua seconda fuga invece ha divelto la rete di ferro in cui era rinchiuso. L’orso M49, già noto con il nome di Papillon dopo la sua prima evasione, è riuscito nuovamente a scappare dal recinto del Casteller in Trentino. Il plantigrado risulta dotato di radiocollare, a differenza della prima volta quando fuggì dal recinto appena dopo la cattura. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti arrivato in aula consiliare ha assicurato aggiornamenti sul tema: “Questa volta l’animale è provvisto di radiocollare e crediamo di poterlo localizzare celermente“, ha spiegato. L’orso M49 è stato già localizzato in un’area del monte Marzola, sopra Trento, che i forestali stanno presidiando.

    “Deve vivere. Chiediamo che non venga rinchiuso e assolutamente non abbattuto”, ha scritto su Facebook il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. È lo stesso messaggio che ha rivolto anche al presidente trentino Fugatti e all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). “Come volevasi dimostrare Papillon, soprannome di Henri Charrière, il fuggiasco francese, è il soprannome migliore che potevamo scegliere per l’orso M49″, osserva il ministro Costa. “La mia posizione rimane la stessa: ogni animale deve essere libero di vivere in base alla sua natura – dice ancora Costa – Papillon ha il radiocollare e quindi rintracciabile e monitorabile facilmente: non ha mai fatto male a nessuno, solo danni materiali facilmente rimborsabili”. “Chiediamo che non venga rinchiuso e assolutamente non abbattuto”, conclude il ministro.

    La seconda evasione – Papillon nel corso della notte è riuscito a superare la barriera elettrica e, raggiunta l’ultima recinzione, ha divelto la rete elettrosaldata piegando l’inferriata dello spessore di 12 millimetri fino a ricavarne un’apertura sufficiente per scivolare all’esterno. Ad accorgersi dell’accaduto è stato il personale di guardia del recinto che, nonostante il fatto sia accaduto al di fuori del campo coperto dalle telecamere, ha notato come il segnale del radiocollare ad un certo punto partiva dall’esterno del recinto.

    La prima fuga – Il nomignolo di Papillon, il famoso galeotto evaso dalle carceri della Guyana francese, era stato attribuito a M49 proprio dopo quella prima rocambolesca evasione, in cui resistette alle cariche scalando la recinzione elettrificata. Allora riuscì a fuggire quando ancora non gli era stato applicato un braccialetto elettronico per la sua individuazione. E così per un anno aveva vagato tra le montagne dell’Alto Adige e perfino del Veneto, prima di essere catturato il 29 aprile scorso sui monti sopra Tione, sempre in Trentino.

    Le condizione al Casteller – Negli ultimi mesi il trattamento di M49 al Casteller ha fatto molto discutere in Provincia. Il 9 luglio scorso Papillon è stato castrato. Ancora prima si è scoperto che a ospitare lui e un’orsa femmina è un recinto di dieci volte più piccolo rispetto a quanto dichiarato dai vertici provinciali: all’incirca 0,8 ettari, probabilmente diviso in due, in pratica un campo di calcio.

    Enpa e Lav: “Sia lasciato libero” – “Dalla fuga di M49 oggi abbiamo acquisito due certezze: l’orso M49 è un animale che ha mantenuto la sua selvaticità e la Provincia Autonoma non è in grado di gestire gli orsi del Trentino”, commenta l’Ente nazionale protezione animali. “Ci appelliamo ancora una volta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa – aggiunge l’Enpa in una nota – affinché M49 (sterilizzato e con radio collare) rimanga libero e monitorato e affinché intervenga e prenda in mano una situazione, quella degli orsi in Trentino e della fauna selvatica particolarmente protetta, ormai palesemente senza controllo“. Concetti ribaditi anche dalla Lega anti vivisezione (Lav): “La nuova fuga di M49 dimostra chiaramente l’incompatibilità della vita di un orso all’interno della struttura del Casteller: M49 è un lottatore per la libertà, è un animale selvatico che non può essere segregato in un recinto”. “Ora M49 è costantemente monitorato con il radiocollare, si è quindi realizzata una delle misure alternative previste dal Pacobace per il suo caso, motivo in più per lasciarlo libero. Libero per sempre!”, conclude la Lav.

    “Occorre garantire la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti messi in pericolo dalla nuova evasione dell’orso M49, autore in Trentino di ripetute incursioni in baite, rifugi malghe e allevamenti con l’uccisione di mucche, pecore e cavalli”, afferma invece la Coldiretti. “La resistenza di chi lavora e vive sul territorio”, denuncia Coldiretti, “è ormai al limite considerato che in Trentino ci sono almeno altri 81 orsi, ma in circolazione ci sono pure 13 branchi di lupi o ibridi”.
    Da Il fatto quotidiano, 27 luglio 2020

  4. 19
    Change.org says:

    Il TAR sospende l’ordinanza ‘ammazza orsa’.Oggi è una giornata storica per il futuro dell’orso sulla Alpi. Con un decreto del Presidente, su ricorso delle associazioni LAC, LAV, LIPU, LNDC e WWF, il TAR di Trento ha sospeso l’ordinanza che disponeva la cattura e l’uccisione dell’orsa JJ4-Gaia. Un grandissimo risultato che ora obbliga il Presidente della Provincia di Trento Fugatti, a disattivare le gabbie di cattura e richiudere i fucili del Corpo Forestale nei loro armadi, nessuno potrà torcere un pelo all’orsa associazioni animaliste e ambientaliste che unite hanno proposto il ricorso contro l’ordinanza ora sospesaIntanto la petizione del WWF Italia per salvare l’orsa JJ4 e contro gli abbattimenti automatici dell’orso in Trentino ha superato le 100 mila firme. La petizione lanciata lo scorso 25 giugno chiede alla provincia di Trento di ritirare la condanna a morte nei confronti dell’orso protagonista di un incidente con due persone nella zona del Monte Peller, in Val di Non (come chiesto dagli stessi interessati, e dal 99% dei partecipanti al sondaggio de La Voce del Trentino).Infatti oltre a salvare JJ4, bisogna fermare subito gli abbattimenti “automatici” di tutti gli orsi coinvolti in incontri ravvicinati o incidenti, modificando il testo del Piano D’Azione per la Conservazione dell’Orso sulle Alpi (PACOBACE), che prevede la possibilità di abbattimento anche in caso di orsi che hanno semplicemente fatto ciò che la natura gli ha insegnato, o causato poche migliaia di euro di danni.A confermarlo anche il TAR di Trento, che motiva la sospensione dell’ordinanza richiamando il principio di proporzionalità e la necessità di mettere in campo altre soluzioni “energiche” prima di considerare l’opzione letale.“Il segnale che ci mandano tutte queste persone, che ringraziamo, rafforzato dalla posizione del TAR, è chiaro: dobbiamo certamente garantire la sicurezza delle popolazioni locali anche rispetto a questi rarissimi incidenti, ma sforzandoci di trovare misure alternative all’abbattimento”. Dichiara Marco Galaverni, direttore scientifico WWF Italia che conclude: “Siamo sempre disponibili a sederci ad un tavolo con la provincia e gli esperti di ISPRA e Ministero per cercare soluzioni condivise e lungimiranti, e aiutare a metterle in pratica. La coesistenza è un valore che va costruito giorno per giorno, nell’interesse di tutti”.

  5. 18

    Antonel, il Trentino Alto Adige/Südtirol, è una regione a statuto speciale solo sul sussidiario delle elementari. In realtà è un territorio diviso in due province: Trento e Bolzano, che hanno leggi, lingue e statuti diversi e autonomi. Inoltre le due province autonome si ignorano totalmente, se escludiamo qualche peculiarità lungo i variegati confini che le separano. In pratica se chiedi a un abitante del Trentino Alto Adige/Südtirol chi è il presidente della regione è molto probabile che non sappia risponderti.

  6. 17
    Paolo says:

    Io vivo in un paese nella zona dell’orso e sfido qualsiasi altra regione o provincia a fare quello che sta facendo e ha fatto il Trentino per questi animali. Gli orsi sono troppi per il territorio e troppo abituati agli uomini. Vivo con angoscia le mie escursioni e a quelli che rassicurano circa la non pericolosità degli orsi chiedo di mandare i loro figli nel bosco frequentato da orsi e orse e poi voglio vedere se cambiano idea. Il ministro Costa e le associazioni animaliste invece di criticare potrebbero farsi carico degli animali problematici portandoli in un luogo sotto la loro gestione. Il Trentino potrebbe cedere almeno un terzo degli orsi e permettere il ripopolamento di altre aree oltre che alleggerire la nostra gestione e i nostri disagi.  Qualche diritto alla vita e alla sicurezza lo hanno anche i trentini.

  7. 16
    Matteo Manghi says:

    L’ennesima caccia alle streghe è una sconfitta per noi come esseri umani. Come si fa a dare la caccia proprio a quell’orso? Quando ne avranno ammazzato uno come faranno a dire: era quello che ha aggredito i due cacciatori? Come faranno ad essere sicuri di aver ammazzato quello e non un altro? Ma dobbiamo porci ben altre domande. Come è possibile che in un parco nazionale i cacciatori entrino? Se gli animali non sono liberi di stare li in un parco nazionale dove devono stare? A cosa serve in realtà questo nome “parco nazionale”? Lo trovo un nome dato solo a scopo di marketing. Solo per attirare turisti e tranquillizzarli che pericoli non ce ne sono. Turisti che sul sentiero 318 afferrano la fine d’acciaio che fa da corrimano come se fossero appesi nel vuoto quando il sentiero è largo due metri, turisti che nel sentiero sopra il Vallesinella scivolano tra i sassi e muoiono, turisti che abbandonano rifiuti di ogni sorta sul sentiero che va al lago delle malghette, turisti che abbandonano bottiglie di plastica nei crepacci al passo del grostè. Turisti che devono essere serviti. Con la cena in funivia, le passeggiate a piedi nudi attorno ai laghi. Non me la prendo con quelli che affettuosamente chiamiamo i merenderos, la montagna non è esclusiva solo degli alpinisti. Ma è un luogo che ha le sue regole e chi gestisce il parco naturale Adamello Brenta le vuole cambiare. Non è più chi arriva che deve rispettare le regole del luogo, ma è la montagna che deve adattarsi alle esigenze di chi porta i soldi, e crea lavoro. Boicotteró si il Parco Adamello Brenta, ma non perché va di moda boicottare, quel povero orso lo prenderanno anche se boicottassimo tutti. Sempliecemte se cerco un parco avventura vado a Gardaland. Ma se cerco la natura non andró certo in un luogo dove gli orsi vengono in nome del dio denaro. Un orso ucciso è un martire ed è solo la punta dell’iceberg. La natura si difenderà come sa fare (da Instagram)

  8. 15
    AGH says:

    Parlare di “oasi” riferita al recinto del Casteller è un’indecenza. Il termine più adatto, visto il recinto di pochi m2 per un orso abituato a percorrere decine di km in  un giorno, è “lager”. Le parole sono importanti!

  9. 14
    Matteo says:

    In ogni caso, il modello Sloveno non può essere presa d’esempio la reintroduzione in Italia, per due motivi:
    1 – minore densità umana e meno concentrata
    2 – gli orsi vengono mantenuti, ovvero non sono animali liberi, ma praticamente allevati in semi-libertà e prelevati anche per scopi economici
    E in effetti gli orsi sono molto più numerosi, ma in realtà non si tratta di un tentativo di ripristino di una situazione naturale

  10. 13
    Antonio Arioti says:

    Ma Alessandro Gassman che vive a Roma in Via dei Coronari che ne sa di orsi?

  11. 12
    Alberto Benassi says:

    distruzione ambientale in cambio di voti. Questi sono i nostri statisti.

  12. 11
    AndreaD says:

    Se non ricordo male anche all’epoca di un governo Berlusconi la SVP offrì il suo sostegno in cambio di libertà sul Parco dello Stelvio. La storia si ripete, stesso offerente, destinatari diversi.

  13. 10

    Al TG di ieri sera (1/7/20) ho sentito che la  Südtiroler Volkspartei , abbreviato SVP, avrebbe proposto al Premier Conte il prossimo sostegno complessivo dei suoi senatori (al Senato la maggioranza traballa, NdR) in cambio della libertà di legiferare autonomamente circa l’uccisione di lupi ed orsi senza più veti ministeriali/governativi. In parole povere: il Governo Conte 2 si potrebbe reggere prossimamente sulla pelle dei carnivori. Tutto il mondo è paese…

  14. 9

    Furlan, sono felice di averti fatto venire le lacrime agli occhi dalle risate. Non sai quante altre cazzate ho in serbo per farti ridere ancora. Mica sono una persona seria. 
    La mia esperienza diretta con l’orso, la tigre, il puma, l anaconda, il lupo e certi tipi d’uomo, grandi carnivori, insomma, mi dice che devo stare attento. Se vado nel bosco in Trentino mi aspetto d’incontrare l’orso esattamente come quando vado a Kodiak o a Yosemite, quindi sto all’occhio oppure, se la cosa mi preoccupa troppo, non ci vado.
    E, come giustamente ha fatto notare Moneta, bisogna capire cosa stavano facendo i due cacciatori aggrediti. Secondo me, eventuali abbattimenti di orso andrebbero fatti solo per salvaguardare l’orso e non l’uomo. 
    Credo che vivere a contatto di un grande carnivoro insegni a vivere e a essere migliori. Peccato che i politicanti che prendono le decisioni sono spesso dei sedentari e si tengono lontani dagli ambienti di cui decidono le sorti.
    Buone risate, mi raccomando.

  15. 8
    Aldo Furlan says:

     Da “Il Piccolo” di Trieste (giugno 2019): “Slovenia, il parlamento di Lubiana vota l’uccisione di 200 orsi e 11 lupi. Convertita in legge la proposta del governo. Sarà immediatamente operativa. Tutti i partiti favorevoli tranne Levica (Sinistra) e l’estrema destra della Sns”.Ho citato la notizia per sottolineare l’estremo pragmatismo degli sloveni. Da noi chi ha sbagliato? la Provincia a reintrodurre l’orso o il plantigrado ad accettare l’invito? Non lo so ma è chiaro che la convivenza è difficile e in futuro lo sarà ancora di più visto che i maschi cercheranno di fecondare quante più femmine possibile (l’orsa partorisce da 1 a 3 cuccioli). Qualcuno afferma che sopprimere un orso è una “manifestazione di attività repressiva anzichè educativa” (confesso che ho ancora le lacrime agli occhi per le risate). Dunque l’orso andrebbe istruito, ma a cosa? A non fare l’orso? E dove? A scuola i presidi non lo farebbero certo entrare, figuriamoci in questo periodo! Ogni giorno in Italia vengono macellati migliaia di capi di bestiame e nessuno si scandalizza per questo; abbattere un certo numero di orsi per limitarne la diffusione mi sembra altrettanto lecito visti i ripetuti episodi di “contatto”. Altrimenti mettiamo dei cartelli al limitare delle zone frequentate dagli orsi con su scritto: “Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate” e così nessuno potrà lamentarsi in seguito. Ps: il cartello è rivolto all’escursionista perchè l’orso, non ancora educato, non sa leggere.

  16. 7
    AndreaD says:

    Le considerazioni sul Friuli che fa roberto antonel sono anche le mie da anni: ripopolamento naturale. 
    Se volevo reintrodurre un carnivoro personalmente lo facevo con la lince: un grosso gatto inoffensivo per l’uomo e che disdegna bestiame domestico (troppo grosso per lui), frutta e miele. Da decenni le linci reintrodotte vanno in giro in Svizzera , Francia, Germania e nessuno se ne acorge.

  17. 6
    Roberto Moneta says:

    La ricostruzione dei fatti sarebbe fondamentale prima che ognuno parlasse o agisse, amministratori in primis. “I due stavano perlustrando il bosco in vista di una futura battuta di caccia”: perlustravano il bosco a giugno per la caccia che apre a settembre?

  18. 5
    roberto antonel says:

    il Trentino/Alto Adige è una regione ad autonomia speciale cha gode di una potestà legislativa del tutto peculiare e di rango primario in alcune materie. Ci sarebbe da chiedersi perchè a suo tempo hanno legiferato di introdurre l’orso e soprattutto se avevano valutato accuratamente l’impatto  dei futuri rapporti con l’uomo e con il territorio.Nel limitrofo Friuli Venezia Giulia non è stata varata una normativa del genere; si è semplicemente ritenuto di  lasciar libero il passaggio attraverso confini a tutte le specie di animali che transitano dalla vicina Slovenia e dall’Austria.La conseguenza è che in Friuli gli orsi (ma anche le linci, i gatti selvatici, ecc.) se anche ci sono non se ne sente neppure parlare.In Slovenia poi l’orso è addirittura considerato una legittima preda cacciatoria: basta varcare il confine ed andare in una qualsiasi macelleria di Nova Gorica per acquistare bistecche d’orso.Quindi ci si chiede cui prodest (tradotto dal latino a quale scopo ed a cosa serve ) l’aver regolamentato legislativamente la convivenza tra uomo e orso in Trentino,se poi non è possibile oppure è pericoloso e quindi dannoso mantenerla? A cosa ed a chi serve se le soluzioni proposte sono “abbattimento” con inevitabile deriva polemica  con le associazioni animaliste che a ragione contestano ed insorgono.La soluzione non può neppure essere il carcere a vita come M49 rinchiuso dentro un recinto tipo lager.Come al solito in Italia si corre ai rimedi solo quando la frittata è fatta,mai prima! E poi andiamo verso l’estate quando aumentano le escursioni in montagna: cosa farà la Regione Trentino quando il prossimo turista/escursionista potrebbe incrociare un orso sul sentiero?

  19. 4
    Nazario says:

    La “rimozione” (cattura o abbattimento) degli orsi problematici è nei protocolli dell’ ambizioso progetto Life Ursus , stilato con l’egida ,anche economica, della C.E.E. nel 1999. Perché vanno eliminati gli orsi particolarmente confidenti e causa di innumerevoli danni a scapito di allevatori e contadini? Perché alla base di questo tentativo di reinserimento, c’è la desiderata accettazione e tolleranza, da parte dei residenti delle zone interessate dalla presenza del plantigrado, in soldoni, allevatore, accetta qualche disagio ma se l’orso esagera verrà eliminato.  Fin qui , visto che l’uomo è all’apice della catena alimentare, niente di nuovo, del resto, orsi , lupi, linci ecc. sono stati sterminati senza problemi nei secoli scorsi.  Attualmente,  se siamo favorevoli alla presenza di grandi carnivori nelle Alpi,  trovare il consenso degli abitanti dovrebbe essere l’obiettivo principale, purtroppo (dal mio punto di vista),  il consenso sta toccando i livelli più bassi ! E qui arriva la politica, al momento nel Trentino, si chiama Lega, un movimento che si alimenta di populismo, poca visione generale, grande capacità di cavalcare le lamentele. 
    Comunque, per tornare a “bomba”  io penso che piuttosto che un orso (castrato) in gabbia è meglio una siringa di cianuro! Se ci danno così fastidio, niente scorciatoie,  lo dico con amarezza…..

  20. 3
    Matteo says:

    Non so perché, ma faccio fatica a pensare due cacciatori che finiscono a infastidire un’orsa “per sbaglio”…

  21. 2

    I due cacciatori feriti per fortuna sono ancora vivi e si saranno presi un gran spavento. Mi dico: in molti posti al mondo si convive con animali pericolosi, basta saperlo e muoversi di conseguenza. Poi non capisco a cosa serva giustiziare un orso, mica sarà d’esempio agli altri?! Siamo alle solite manifestazioni di attività repressiva anziché educativa. Uscendo dal tema ma non troppo, stamattina mi sono soffermato a guardare (sto facendo la coda davanti a un ufficio postale di una città) il cartello indicatore della Questura. C’è un piccolo poliziotto tutto nero nell’atto di fermare con la paletta qualcuno. Non un piccolo poliziotto nero nell’atto di proteggere o aiutare qualcuno (un cittadino, magari?), bensì lo stesso personaggio in atto sanzionatorio, minaccioso e repressivo. Finché i propositi saranno ideologicamente di questa natura, non credo ne usciremo.

  22. 1
    Carlo Crovella says:

    Certo la convivenza fra uomini e grandi carnivori può diventare un problema non da poco. Bisognerebbe capire molto bene com’è stata davvero la dinamica dell’aggressione citata. È ovvio che non è auspicabile una situazione in cui qualsiasi escursionista potrebbe essere attaccato da un orso. Per questo è fondamentale capire se i due hanno stuzzicato o meno dei cuccioli. Dall’altra parte mi disgusta l’idea che la specie umana possa considerarsi autorizzata a imprigionare e torturare fino alla castrazione gli animali selvaggi in nome della propria incolumità.

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