Il lago di Garda rasenta il limite

Il lago di Garda rasenta il limite
di Elisa Britzelmeier
(pubblicato il 14 agosto 2018 su https://www.sueddeutsche.de/leben/tourismus-der-gardasee-geraet-an-seine-grenzen-1.4092064)
(tradotto dal tedesco da Annalisa Mancini)

Lettura: spessore-weight(1), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(2)

Lo si capisce dall’asciugamano di Tommaso Bozza come doveva essere prima, quando con la chitarra sulle spalle bisognava camminare nell’acqua per arrivare alla spiaggia “Jamaica”, quando oltre al suo gruppo di amici pochi altri facevano il bagno qui. Tommaso ha 24 anni e con gli amici qui sulla punta della penisola di Sirmione ci viene tutti i giorni. Da tre o quattro anni, però, non sono gli unici e ormai su Instagram sotto l’hashtag #jamaicabeach si trovano più foto di Sirmione che dell’omonima isola caraibica.
Il lago di Garda è sempre più amato dai turisti, più di 24 milioni le presenze all’anno. Da sempre sono tedeschi ma ora cominciano ad arrivare anche russi e cinesi. Chi arriva rimane per periodi sempre più brevi e il traffico sulle strade aumenta. Non si fanno più ferie di due settimane sul lago, si rimane per un fine-settimana lungo, solo un “viaggetto” insomma e non più la vacanza principale.

Desenzanino

Le automobili intasano le strade intorno al lago e mentre le aree verdi spariscono sotto gli hotel, gli ambientalisti sono preoccupati anche della qualità dell’acqua. Non solo a Sirmione – 8000 abitanti, 1,36 milioni di presenze – ci si chiede: dove andremo a finire?
“Tutti vogliono venire a Sirmione”, dice l’impiegata dell’Ufficio del Turismo. Oltre alle presenze di chi vi pernotta, la visitano anche i turisti giornalieri e lo spazio non è molto: il centro storico si trova in una rocca scaligera cinta da mura e collegata alla terraferma da un unico ponticello, a volte così trafficato da prevederne la regolazione dei flussi pedonali attraverso la presenza dei vigili urbani.
Questa primavera a Venezia sono stati installati dei tornelli per regolare il traffico dei visitatori a piedi e a Sirmione l’iniziativa è vista con interesse.
E proprio Venezia è da tempo simbolo di “overtourism” (“sovraffollamento turistico”) per quel tipo di turismo di massa che distrugge le località turistiche. Certo, sul lago di Garda non ci sono navi da crociera e la massa di turisti si distribuisce tra le varie località, quasi nessuna così “sensibile” come Sirmione. Qui non si vedono ancora le proteste “anti-turisti” di Maiorca. Non ancora almeno…
Eppure Salvatore La Magra è pensieroso. Riflettere su ciò che accade a Venezia non ci fa male: “Là si che non ne possono più!”, dice. Insieme ad Annalisa Mancini impegna il proprio tempo libero nell’organizzazione ambientalista G.A.R.D.A. e dopo il lavoro ci si incontra in una pizzeria. Non in riva al lago bensì dietro la tangenziale, in una serata poco affollata. Non ce l’hanno coi turisti, dicono entrambi fin dall’inizio. La questione piuttosto è: che tipo di turismo si vuole per il futuro? Per loro è chiaro: un turismo sostenibile. Molti sono gli esempi che elencano, tra spiagge di sabbia artificiale, scarichi abusivi, carenza di zone protette per gli uccelli, cementificazione. Eppure, il consumo di suolo lo conoscono bene anche i bavaresi.
Sempre più rare sono le zone del lago a canneto, che i bagnanti preferiscono “pulite”. Troppo pochi i canneti sul lago, dice La Magra, che spiega quanto invece servano da filtro naturale per depurare, basti vedere cosa succede sul lago di Costanza. Il lago di Garda rappresenta il 40% delle riserve d’acqua d’Italia. Come si evince da ricerche scientifiche di enti per la tutela ambientale, quando piove molto le acque nere non depurate ci finiscono dentro poiché il sistema di depurazione è sovraccarico.

Sirmione

La Magra: “Qui nessuno pensa al futuro. L’idea della Natura come Capitale non appartiene al vocabolario degli amministratori e degli investitori privati”. Non si tratta solo degli uccelli. Chi mai ritornerebbe in vacanza qui se il lago dovesse collassare?
Mentre altre località turistiche sono facilmente raggiungibili da voli economici, il lago di Garda rimane ancora una tipica meta per chi viaggia in automobile: difficilmente raggiungibile in treno e con linee autobus poco sviluppate. A luglio un diciassettenne olandese ha perso la vita camminando oltre il guardrail di una strada senza marciapiede, era in vacanza con i genitori a Lazise: 7000 abitanti, 3,5 milioni di presenze all’anno, 1346 auto all’ora. Annalisa Mancini ha promosso una petizione per chiedere maggiore sicurezza per i pedoni sulla Gardesana, la strada che corre intorno al perimetro del lago. Il traffico si nota anche dalle emissioni di CO2, che a Lazise presentano valori critici. E dallo stato dell’acqua: nel nord del lago vige il divieto per le barche a motore mentre al sud sono così numerose da infastidire persino gli stessi turisti.
A Sirmione i turisti sono infastiditi dall’affollamento: “Non avremmo mai immaginato che ce ne sarebbero stati così tanti”, dice una norvegese in coda in auto. La ricerca di un parcheggio è difficile ovunque sul lago ma a Sirmione è qualcosa solo per persone particolarmente pazienti. Nel caldo torrido gli automobilisti fondono sui sedili della propria macchina, quando all’undicesimo giro intorno si trova parcheggio e lo si paga 2,20 euro all’ora. Da molto tempo ormai le auto entrano in centro storico solo con un permesso speciale e ora accade pure per le biciclette, pena 80 euro di multa, almeno nei mesi estivi.
Ma le biciclette sono un problema anche fuori dal centro storico, dice la signora dell’Ufficio Turistico. “Sono ovunque”. Non è che a Sirmione non si vogliano più turisti ma perfino le persone che col turismo ci lavorano pensano alla necessità di mettervi un limite…
Quello del limite massimo è una questione di cui anche l’organizzazione ambientalista Legambiente si occupa. Ogni anno Legambiente Lombardia controlla la qualità delle acque e dai risultati del 2017 si evince il bisogno di pensare a un limite al turismo. “Si tratta soprattutto di riflettere sulla necessità di un limite all’urbanizzazione”, dice la Presidente Barbara Meggetto. Per il resto, pare difficile imporre un limite se non – per assurdo – installando un recinto intorno al perimetro del lago…

Lazise

Sulla spiagga Jamaica, ai piedi di Tommaso Bozza, le rocce piatte si allungano nell’acqua chiara come quella di un mare caraibico, da cui prende il nome. Ma il nome forse deriva anche dal fatto che tempo fa qui si veniva per fumare marijuana e le ragazze facevano il bagno in topless. Un pezzo di libertà, un piccolo paradiso frequentato ora non più solo da Adamo ed Eva ma da tanti “Horst”, “Melanie” e “Sabrina”.
E’ cominciato tutto con il bar sulla spiaggia e con il nuovo sentiero che dalle Grotte di Catullo conduce direttamente giù alla spiaggia. Ecco che Spiaggia Jamaica è diventata allora accessibile alla massa. La Spiaggia ha cominciato ad apparire anche su Tripadvisor e recentemente anche al cinema, nel film che ha assicurato a Luca Guadagnino la nomination all’Oscar per “Chiamami col tuo nome”. Quello che su Instagram non si vede e che una famiglia dai capelli biondissimi sperimenta con fatica è che raggiungerla col passeggino non è poi così facile. “Sì, è sovraffollata”, dice Tommaso Bozza, “ma perché dovremmo lamentarci? I turisti sono sempre stati la nostra ricchezza”. E anche questo è vero: negli anni Sessanta i paesi del lago erano semplici villaggi di pescatori. Sul lago si sta ancora bene, pensano Bozza e i suoi amici così come gli stessi ambientalisti. Annalisa Mancini lo dice così: “Il turismo non ha solo un valore economico bensì anche culturale, è scambio”. Nonostante tutto.

Il lago di Garda rasenta il limite ultima modifica: 2018-09-20T05:50:11+02:00 da GognaBlog

Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

8 pensieri su “Il lago di Garda rasenta il limite”

  1. Quelli che ha elencato Stefano, sono problemi presenti in tante altre zone italiane. Anche si fa finta di vederli.

  2. Il sottoscritto sul Garda ci vive!

    Al limite? Certo limite ormai superato da tempo per ciò che riguarda l’inquinamento, fonte principale il PCB, utilizzato per raffreddamento delle turbine delle centrali idroelettriche dai primi ‘900.

    Le recenti ricerche hanno messo in luce che non solo le anguille, ormai da anni proibite perché intossicate ed intossicanti (sul lago d’Iseo la situazione è anche peggiore…) ma ora anche la carpe sono da evitare come la peste, sardine del lago evito di mangiarle che si sa mai…

    Al limite? Certo, anche oltre, se si buttano i soldi nel cesso per una pseudo-ciclabile, contestata anche dagli addetti ai lavori (vedi relazioni trentine), che crolla appena inaugurata, invece di trovare una soluzione alla viabilità sempre più congestionata.

    Al limite? Capannoni industriali/artigianali costruiti chissà per chi o che cosa al posto di aree di parcheggio, dove convogliare i turisti e garantire il trasporto con servizi navetta, certo allora siamo al limite…

    Al limite? Non è certi il turista che fa i danni ma chi gestisce il turismo e se ne fotte delle problematiche… bastava partecipare come ho fatto io alle conferenze indette da vari enti di tipo regionale… ti cascano le braccia a sentire ciò che propinano…

    Al limite? Certo… il depuratore di Campione quando? Forse è da chiedere lumi al pistaciclettaro selvaggio che si è rifiutato di partecipare al consorzio tra i vari comuni del lago dicendo che lui non ci mette un centesimo…

    Al limite? Mah… al limite sarebbe da cambiare testa agli albergatori “foresti” che del lago gliene sbatte ‘na minchia se non come macchina da soldi e poi chi vivrà vedrà…(anche molti locals non scherzano in materia eh…)…

    Al limite? Sarà da capire i vari rifiuti tossici già più volte denunciati dai pentiti dove stanno… magari se li mangia Bennie il “mostro” che fa concorrenza a Nessie… o magari non torna più nemmeno lui intossicato e deceduto per tumore…

  3. Cosa significa eco sostenibile?
    E’ una nuova battuta pubblicitaria per fare i soliti affari fra i soliti pochi?
    E’ simile a quella del 4.0?
    E’ del famoso ballista Musk?
    Non vedo cosa possa sapere di me Vita l’animale uomo.
    Sto pensando a una bella mutazione pluviale o africana o brasiliana per diminuire la sua presenza.

  4. Facciamo un conto di quale puo’ essere il numero sostenibile di turisti e poi stop! Poi chi primo arriva primo alloggia. Gli altri fuori.

  5. Il turismo eco sostenibile comporta una selezione e quest’ultima può essere fatta in più modi. Il modo più semplice è quello di limitare gli accessi con prezzi da capogiro ma a questo punto scattano le rivendicazioni della massa.

    Pensare di poter fare una selezione di tipo culturale è pura teoria perchè questa selezione la si può fare solo in determinati ambiti non certo in una spiaggia (come si fa a selezionare culturalmente i bagnanti?).

    Vorrei poi vedere come si possa coniugare turismo selettivo a prezzi bassi, limitando cioè gli accessi, anche tramite proposte interessanti, ma dando la possibilità anche a chi non può permettersi una sorta di esclusiva.

    Ogni tanto leggo delle idee interessanti, almeno sulla carta, ma mi piacerebbe vedere i risultati pratici, a meno che ad erogare i servizi selettivi ed eco sostenibili non siano persone che si accontentano parecchio oppure che hanno altre attività per tirare a campare.

    Certo, al tempo dell’unità d’Italia il problema non si poneva perchè di turismo ne facevano poco perfino i ricchi ma oggi il turismo è un fenomeno di massa e la massa, si sa, seleziona di solito i posti dove c’è più gente (perché in fondo siamo anche degli animali sociali).

    Credo che non se ne verrà mai fuori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.