Con piacere condividiamo qui il non manifesto delle “guide alpine sotto sopra”.
E’ un non-documento, modificabile, in divenire, aperto a tutti, per prendersi cura di noi stessi, della nostra professione e del contesto in cui viviamo!
Apprezzato da qualche collega, ignorato dai più, non ha nessuna pretesa d’essere preso a modello, piuttosto esprime la necessità di segnare una differenza e fare circolare un’idea, prima d’essere rottamati come vecchi arnesi.
Il Non manifesto
a cura di Michele Comi
Per dovere di informazione verso i compagni di cordata vecchi e nuovi, disorientati da cliché resistenti, superomismo, feticismo tecnico e progressivo distacco dalla natura, facili prede dei supermarket digitali, trasformati in mero prodotto d’esperienza “adrenalinica”, accerchiati dall’insana necessità di ostentare ad ogni costo, frastornati dall’ossessione per la sicurezza, sempre più affidata a strumenti, regole e procedure… e per questo inattuabile nei contesti indefiniti e variabili come gli ambienti selvaggi…
le Guide sotto (sopra)…
– RIBADISCONO che l’alta montagna è uno degli ultimi luoghi di libertà rimasti, nel quale si pregiano di facilitare l’esperienza di esplorare, conoscere, crescere e rigenerarsi attraverso il contatto diretto e sensibile con l’ambiente naturale, con un reale apprezzamento dei luoghi attraversati, dove le energie si sprigionano liberamente, favorendo la percezione e la consapevolezza di quel che accade.
– FAVORISCONO la frequentazione consapevole della montagna come un toccasana contro gli aspetti disorientanti di un mondo che corre, spesso senza limiti.
– PROPUGNANO la comprensione estesa di quel che accade, per comprendere i luoghi, la loro identità, arrivando a cogliere non solo pochi istanti, come un bel panorama o la foto di vetta da “postare”, ma estendendo la comprensione di quel che ci circonda, andando oltre la ricerca d’avventura e del fitness svolti entro scenari gradevoli.
– SOSTENGONO l’auto-responsabilità e l’auto-protezione come miglior strumento per muoversi entro luoghi selvaggi.
– PROMUOVONO l’utilizzo di mezzi i più semplici possibili, per render l’esperienza ancor più ricca e avventurosa anche su terreni non difficili.
– AMMETTONO il valore del senso del limite e della rinuncia prediligendo la qualità dell’esperienza DOVE l’avventura si svolge nell’avvenire, nella sua incertezza, grande e piccola, non è gioco e non è serietà, sta nell’istante imprevedibile che viene, si trova su grandi pareti ma anche in un semplice bosco o sentiero dimenticato.
– RIFUGGONO vacue linee guida e procedure che tentano di inquadrare ciò che non può esserlo (la Natura), la riproduzione in serie e il banale consumo d’esperienze.
– TENGONO A MARCARE la propria modalità di vivere la professione per ritrovare se stessi, per respirare liberamente (no paesaggi mozzafiato!!!), per evitare condizionamenti e sensazioni superficiali.
Come riconoscere le guide sotto(sopra)?
Dal distintivo appuntato alla rovescia…
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Dal sapore futuristico: una ventata di allegria.
Ps
Bisogna avere in sprezzo il senso del ridicolo per concepire l’idea di un Bidecalogo: fare della pedanteria il proprio segno di riconoscimento.
Persino Dio si era limitato.
Aldilà del piglio e dell’ aspetto “movimentistico” (#6) sono considerazioni di tutta evidenza raccolte perfino nel bidecalogo del Cai. Quindi non osa troppo (#7) casomai troppo poco.
Il distintivo alla rovescia è lo stemma della riserva indiana, dell’ “altra montagna”. Invece chi si riconosce nei valori del manifesto – guida, accompagnatore o escursionista che sia – deve rivendicare di essere lui l’osservante e altri gli eretici.
C’è l’inquinamento tradizionale, che fa male e l’inquinamento ecologico.
L’inquinamento tradizionale lo conoscono tutti, è quello del troppo traffico di auto,moto, camion, gas di scarico, polveri sottili, qualità dell’aria da schifo, Pfas nei terreni,falde acquifere, fiumi, ciminiere che sputano gas e polveri tossiche, aerei e scie chimiche ecc.
L’inquinamento ecologico è quello dell’area verde e parco giochi accanto all’acciaieria, della ciclabile sponsorizzata dal termovalorizzatore, degli uffici del petrolchimico con i vasi dei gerani alle finestre, del Porche Cayenne ma lo zucchero rigorosamente di canna.
L’ ID Buzz?…Al contrario!
Un manifesto tutto al negativo di stampo talebano che ropugna l’applicazione intransigente di principi frutto di un’interpretazione radicale di precetti etici che stabiliscono le regole da seguire non solo in ambito “montagna” ma anche spirituale, civile e sociale…ideologicamente opprimente…
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Condivido il manifesto e spero diventino numerose quelle sottosopra, anche se non lo mostrano con il distintivo a testa in giù.
Non sono una guida, non so chi siano o quanti siano le Guide Sottosopra, non capisco cosa vogliano cambiare o cosa intendano ottenere con il loro non-manifesto e nemmeno se vogliano qualcosa.
Però mi sono simpatici e, per quel che vale, mi sento dalla loro parte!
Bellissimo il “Non Manifesto”! E’ ora che si vedano tanti “Non-Manifesti”! Forse lassù, in Montagna, si è visto il primo, cioè questo? O resterà l’unico?
I contenuti sono condivisibili anche per arricchire la quotidianità
È curioso come io stesso mi sia sempre appuntato il distintivo Uiagm a testa in giù.
A chi me ne chiedeva il motivo ho sempre risposto che se fossi caduto a testa in giù gli eventuali soccorritori avrebbero capito subito che ero una guida.
Grande Michele!