Il progetto del comprensorio sciistico “Colere-Lizzola”

La Val Sedornia e la Val Conchetta sono due aree selvagge e non ancora antropizzate delle Orobie bergamasche. Un progetto di collegamento tramite due impianti di risalita e un tunnel lungo 450 metri scavato attraverso il Pizzo di Petto le mette a rischio (ne avevamo già dato notizia in https://gognablog.sherpa-gate.com/collegamento-colere-lizzola/). I promotori lo presentano come uno strumento per rilanciare l’economia e fermare lo spopolamento. Ma è una ricetta obsoleta.

Il progetto del comprensorio sciistico “Colere-Lizzola”
di Andrea Siccardo 
(pubblicato su altreconomia.it il 15 gennaio 2025)— 15 Gennaio 2025

Quella del comprensorio è un’idea progettuale vecchia di trenta o quarant’anni – fa notare il CAI Val di Scalvequando molte delle consapevolezze che oggi stiamo (ancora troppo lentamente) maturando non erano ancora di pubblica evidenza. Oggi abbiamo gli strumenti per qualche cosa di più ambizioso e lungimirante. Da costruire insieme”.

Lo scopo del collegamento è quello di creare un unico comprensorio unendo due stazioni sciistiche: quella di Lizzola, frazione del Comune di Valbondione, dotata al momento di quattro seggiovie e 20 chilometri di piste, e quella di Colere, che dispone di tre seggiovie e di una cabinovia sostituita e ristrutturata a fine 2023. Il collegamento avverrà tramite due impianti di risalita e un tunnel lungo 450 metri scavato attraverso il Pizzo di Petto, montagna al confine tra le due valli.

Il Pizzo di Petto visto da Lizzola a inizio gennaio 2025 © terreAlt(r)e

In parallelo per gli impianti di Lizzola si prevede la demolizione di tre seggiovie e la loro sostituzione con un’unica cabinovia e il completamento dell’impianto di innevamento artificiale. Il costo dell’intero collegamento è pari a 70 milioni di euro, di cui 50 milioni coperti da fondi pubblici.

I promotori del progetto e gli amministratori locali, come i sindaci dei Comuni di Valbondione e di Colere, plaudono al progetto e lo presentano come un modo per arrestare lo spopolamento della valle e rilanciare turismo ed economia locale. Dall’altro lato le organizzazioni e i cittadini criticano il collegamento per ragioni ambientali, economiche e sociali. A iniziare da Legambiente che nel 2024 ha assegnato alla società Rsi, che controlla gli impianti di Colere ed è al centro del contestato progetto di collegamento, la “Bandiera nera” destinata alle aziende e associazioni che ripropongono un modello superato e dannoso di turismo montano.

Le maggiori criticità riguardano il piano ambientale. “I nuovi impianti interessano due zone, la Val Sedornia dal lato di Lizzola e la Val Conchetta da quello di Colere – racconta ad Altreconomia Angelo Borroni di Orobievive, rete di associazioni ambientaliste locali – si tratta di due valli selvagge e non ancora antropizzate e la costruzione degli impianti di risalita, delle piste e dell’impianto di innevamento rischia di danneggiare una delle zone più preziose per la natura delle montagne lombarde”.

L’area interessata dagli interventi non solo fa parte del Parco delle Orobie bergamasche ma anche di un Zona speciale di conservazione (Zsc) “Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo della Presolana” istituita dal progetto dell’Unione europea Rete Natura 2000 e comprende il cosiddetto “Mare in burrasca”, la zona carsica alpina più grande della Lombardia.

Si tratta della zona più preziosa per la biodiversità di tutta Lombardia e che viene studiata per il suo ambiente carsico di particolare unicità -prosegue Borroni- ma le criticità non si fermano qui. La valle dove sorgeranno gli impianti è molto ripida e va protetta dal rischio valanghe con opere in calcestruzzo”.

I promotori sostengono che i nuovi impianti non impatteranno sulla biodiversità della zona. “Il progetto ha una specifica attenzione verso la mitigazione dell’impatto ambientale, in virtù della quale si è scelto di realizzare in Val Conchetta (versante Colere) una minore lunghezza delle piste e una cabinovia anziché le due seggiovie già previste. Questa scelta ha consentito di ridurre ad un terzo l’impatto ambientale”, scrivono in un comunicato stampa.

Ma si tratta di una valutazione su impianti previsti nel 2008 che non sono stati poi realizzati, mentre ora si vuole introdurre una cabinovia, due piste, un bacino e un traforo”, controbatte Borroni. Lo stesso ente gestore del Parco delle Orobie bergamasche nella sua valutazione sottolinea come sia proprio la presenza di piste da sci e di strutture ricreative a rappresentare la minaccia maggiore per la zona. E come la costruzione del comprensorio già esistente ne abbia danneggiato la biodiversità. “Lo stato di conservazione è già stato compromesso dalla realizzazione degli impianti sciistici – si legge nel rapporto -Numerose doline e pozzi carsici, non solamente quelli situati in prossimità delle piste, sono stati colmati da materiali di discarica e da rifiuti prodotti durante l’attività sciistica”.

A minacciare l’integrità ecologica della zona non saranno solo impianti e piste da sci ma anche il sistema di innevamento artificiale che verrà costruito per “sparare” sulle piste nuove e quelle esistenti, che si trovano per la maggior parte della loro estensione al di sotto dei 2.000 metri di quota. Per alimentare il sistema è prevista la costruzione di un bacino artificiale ai piedi del Monte Ferrante, cima che svetta su Colere. A causa della natura carsica del suolo, permeabile all’acqua, l’invaso artificiale dovrà essere impermeabilizzato tramite materiali plastici e potrà venire alimentato solo dalle piogge.

Un’altra incognita riguarda i costi, che secondo Orobievive saranno ben superiori alle previsioni. “Rsi indica un aumento dei costi del 36% dichiarati per il versante Val Sedornia e Lizzola – denuncia Borroni – e questo bilancio non comprende la sostituzione degli impianti destinati a durare fino al 2084 e quelli di dismissione per quando gli impianti arriveranno inevitabilmente a fine vita. Per non parlare poi dei costi per innevare artificialmente i 40 chilometri di piste che sono stimati essere al di sopra del milione di euro l’anno. Questo turismo rischia solo di far aumentare il costo della vita per gli abitanti della valle e paradossalmente accelerare il fenomeno dello spopolamento di questi Comuni montani”.

Una simile posizione è quella di terreAlt(r)e. “Non siamo contrari per principio a un rinnovamento degli impianti di risalita, se questo fosse limitato e su territori già antropizzati – spiega Nicola Mazzucchini di terreAlt(r)e – Ma il nuovo progetto, oltre a non essere sostenibile da un punto di vista climatico (la società Rsi ha calcolato che sono necessari 120 giorni di innevamento l’anno, un numero difficile da raggiungere per colpa del cambiamento climatico), non aiuterà neanche a fermare lo spopolamento delle valli. I nuovi impianti non daranno lavoro a più di dieci persone e le infrastrutture della valle, come alberghi e strade, non sono adatte a sostenere un turismo di massa”.

Infine, il nuovo collegamento sciistico si baserebbe, secondo gli oppositori, su un modello di sviluppo turistico obsoleto e non più sostenibile. La sezione della Val di Scalve del Club alpino italiano (CAI) ha espresso critiche e perplessità sulla sostenibilità sociale, sostenendo invece la necessità di promuove una forma di turismo alternativa. “La nostra contrarietà non riguarda solamente gli aspetti economici e sociali – afferma Loris Bendotti consigliere CAI Val di Scalve – ma soprattutto l’aspetto sociale. Il cambiamento climatico sta rendendo lo sci, specie a quote così basse, non sostenibile. Da anni proponiamo forme di turismo alternativo e lento, come il cammino della Via Decia. Infine, non condividiamo l’idea che lo spopolamento delle vallate alpine si combatta solo tramite il turismo, specie se di massa. La Val di Scalve gode di solide realtà imprenditoriali che andrebbero valorizzate, magari con gli stessi fondi pubblici che invece verranno destinati ai nuovi impianti”.

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Il progetto del comprensorio sciistico “Colere-Lizzola” ultima modifica: 2025-02-09T05:09:00+01:00 da GognaBlog

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41 pensieri su “Il progetto del comprensorio sciistico “Colere-Lizzola””

  1. Paolo, Valbondione ha 945 abitanti, Lizzola 105, se cerchi bene forse ne trovi 1 o 2 che non abbiano un qualche conflitto di interesse…

  2. Giustamente lui fa tutto il possibile per il suo paese,anche a me non piace come personaggio ma è quello che un sindaco deve fare per il primo paese… Lizzola se non si fa il comprensorio chiude sicuramente 

  3. Matteo
    L’articolo è stato ripreso non tanto per le opinioni politiche  su un criminale di guerra, ma per il banale conflitto di interesse che ha avuto e forse ha ancora il sindaco nel progetto.
    Conflitto di interesse non necessariamente economico ma magari banalmente elettorale. 
     

  4. Il disegno presentato qui è pure sbagliato perché lato lizzola resteranno solo 2 impianti e non tutti quelli disegnati 

  5. Sono d’accordo con Matteo , si parlava di investimenti in montagna e danni all’ambiente.

  6. La cosa più divertente sarà vedere i cugini di Mario Balotelli che, perfettamente bergamaschizzati, faranno i maestri di sci a Colere/Lizzola!

  7. Paolo, va bene tutto, ma kekazzo c’entra una polemica -e pure stupida- del 2013 su Priebke?
    Le opinioni politiche del gestore degli impianti non influiscono minimamente sulla sostenibilità o convenienza del progetto, penso!

  8. Pensi che lo sviluppo che questo collegamento porterà su Lizzola e Colere avra’ un orizzonte di una ventina di anni e sarà ambientalmente sostenibile ?

    Chi vivrà vedrà, e si leccherà le ferite. Tanto l’importante é arraffare subito. Per chi verrà dopo saranno cazzi loro. Che me ne frega…

  9. Si secondo me si….basti pensare cosa è successo a Colere dopo la sostituzione degli impianti…la quota neve lì non è un grosso problema perché essendo tra il ferrante e fontana mora si crea un flusso d’aria freddo che garantisce neve per parecchio tempo…

  10. Ciao Andrea ,
    Io sono uno qualunque,  ogni anno vengo un paio di volte a Colere , perché e’ un bel posto; di solito vengo a fare il Pizzo di Petto per la Val Conchetta , o il Ferrante e il Ferrantino , avanti nella stagione a volte parto addirittura dal Polzone.
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    Alcune delle osservazioni che hanno fatto qui le trovo centrate , tipo : che cosa succederà alle parti finora “integre” , ed il fatto che effettivamente la Logistica per Lizzola sia più semplice: da Milano molti andranno a Lizzola per sciare a Colere , anche perché a Lizzola c’è solo il Vigna Vaga.
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    Pensi che lo sviluppo che questo collegamento porterà su Lizzola e Colere avra’ un orizzonte di una ventina di anni e sarà ambientalmente sostenibile ?
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  11. No è riprendere cosa ha detto il sindaco di Lizzola ma è la verità…io sono di Colere e ex atleta so di cosa sto parlando 

  12. Luigi anche Colere è 1000 ma si parla di collegamento….il collegamento da dove dovrebbe partire la cabinovia per fontana mora e dove parte la seggiovia del sole lato lizzola siamo a quasi 2000 MT quindi il collegamento è tutto sopra i 1800…ma magari chi scrive manco sa dove sono i posti citati….u

  13. 23 belingheri Lizzola è a 1200 e sarà il parcheggio di Colere un bel affare per il sindaco di Valbondione che ha utilizzato, per screditare il Cai di Bergamo, un parere personale del vicepresidente del Cai Valgandino.
    Stranamente alcune parole collimano con quello che lei ha espresso al punto 20

  14. E ultimamente hanno rinnovato e riaperto gli impianti di San Bernardino, ben al di sotto dei 1800 m.

  15. Expo:
    Sul Tamaro c’è il progetto di installare 15.840 pannelli solari. Forse sono loro che pagano!

  16. Expo:
    Sul Tamaro c’è il progetto di installare 15.840 pannelli solari. Forse sono loro che pagano!

  17. @ 21.
    In Svizzera ho avuto modo di visitare un paio di stazioni ex sciistiche più o meno riconvertite all’escursionismo ed alla Mtb escursionistica..Si tratta del Monte Tamaro a Riviera , e del Monte Lema poco più a Sud..La base di partenza , secondo me era molto buona , perchè si trovano in un ambiente molto bello e temperato fra il Lago Maggiore e il Monteceneri ; non so se il progetto funzioni bene xchè , come dice Benassi , per molti la bellezza naturale non è abbastanza , e serve sempre qualcosa , il bob su erba , il parco avventura , ed altro..Al momento , anche per la vicinanza del Lago , dubito che ci si scii , ma stanno rinnovando l’ovovia e non si capisce..D’estate secondo me è un posto ameno per famiglie ed escursionisti , il bilancio dell’investimento e chi lo paga non lo so..https://www.montetamaro.ch/it/.https://lemamountain.ch/

  18. Chissà come mai in svizzera noto paese dominato dai verdi estremisti si e deciso di non investire più nemmeno un franco al di sotto dei 1800metri, tutte le stazioni a basse e medie altitudine si reinventano soprattutto d estate, e ma loro sono fessi mica svizzeri mica come il sindaco saccente 

  19. Ma quelli del CAI hanno il coraggio di parlare che con i loro rifugi scaricano tutt ora le fogne in quota,andate a vedere allo Stelvio le fogne che vanno direttamente in ghiacciaio…continuano a parlare di mare in burrasca e non si trova nemmeno lì ma sotto la cima verde ma questa gente manco sa dove si trova 

  20. Troppa gente fuori posto, ovunque. Gente incapace di cogliere e vivere l’ambiente che la circonda, come invece meriterebbe. Gente che poi viene assecondata, senza scrupoli, al ribasso per l’ambiente, solo per il proprio becero e miope tornaconto.

  21. @ 16Hai ragione , è così…Vogliamo parlare di cercare nei frugali rifugi alpini un’accoglienza gourmet e cibi a km 1000 ?

  22. Expo, ma perchè in valli montane si dovrebbero fare dei parchi avventura!?!?
    Che senso ha???
    In montagna dove puoi girare per  boschi, gole, pareti, cime, ect. e vivere tutta l’avventura che vuoi,  si fa un parco avventura??

  23. Facciamo una provocazione , non nel senso di fare incazzare qualcuno , ma di vedere se da una proposta bizzarra può scaturire qualche idea utilizzabile…
    Tagliamo la testa al toro..Ipotizziamo un mondo distopico, ( oppure  utopico ? ) in cui si tagliano gli investimenti ( giusti o sbagliati che siano ) per fare vivere le valli montane ; le regioni si occupino solo di curare la viabilità stradale  , e dove illo tempore c’era un paese , facciamo un autosilos ed un bar-ristorante che assorbano l’impatto settimanale ed agostano dell’ overtourism  , e poi solo i sentieri..Gli operatori commerciali non godano di aiuti statali per fare nuovi impianti , nuovi parchi avventura e nuove strade o gallerie..Un adeguato schieramento di forestali  vegli sull’impatto e sull’inquinamento dell’overtourism sull’ambiente naturale..Chi ha case se le goda , senza i servizi legati alla presenza di un paese , ed i residui abitanti si trasferiscano nelle città più vicine con case e scuole..Cosa potremmo trarre di buono da questa “ipotesi di lavoro” ?

  24. Si parla tanto di sviluppo dell’economia montana, poi si ricade sempre in progetti che con l’ambiente montano non hanno nulla a che fare. Chi conosce la zona (io ci bazzico a piedi e con gli sci da almeno 50 anni) e la frequenta si rende conto del danno ambientale che produrrebbe un simile progetto, oltretutto in una delle poche aree carsiche e ad alta biodiversità ancora intatte del massiccio della Presolana. Sia Colere che Lizzola sono località isolate con una viabilità già oggi assolutamente insufficiente per sostenere il traffico del weekend. L’insufficienza totale di strutture ricettive come alberghi, parcheggi e altre indispensabili infrastrutture darebbe adito a un caos automobilistico e antropico di difficilissima gestione. Colere e Lizzola hanno la fortuna di trovarsi in aree dove la neve, se c’è, resta abbastanza a lungo, ma in caso contrario avrebbero anche seri problemi di approvvigionamento  per l’acqua necessaria all’innevamento artificiale che già oggi sono costrette a fare.  Non voglio parlare poi, per amore della mia terra, della quasi totale mancanza di formazione professionale che ancora vige in queste valli, lontana anni luce da quelle delle stazioni sciistiche come il Trentino Alto Adige, tanto per fare un solo esempio a noi molto vicino. Nella bergamasca abbiamo già visto la fine di tenti progetti  sciistici che hanno solo recato danni all’ambiente senza portare alcun sostanziale vantaggio all’economia locale. Monte Campione, Val Canale, Colli di San fermo, Schilpario, solo per citarne alcuni vicini alkla mia residenza. L’idea, poi, di scavare un tunnel sotto il Pizzo di Petto per collegare Lizzola con la Val Conchetta mi pare una follia totale. Mi auguro che questo progetto non sia mai attuato, a costo di sperare che non nevichi più al di sotto dei 2500 metri. Qualcuno potrà pensare che sia egoista e anacronistico, ma dopo lo scempio che ho visto attuare più volte, non mi pento di esserlo diventato.

  25. Ottima idea per rilanciare la zona. La neve artificiale inneva le piste senza danni, 

    4@ Alberto perchè non la sciogli con il fornelletto e ti ci fai un bel te. Lo bevi così vediamo se non ti fa “danni”

  26. Personalmente non ne sento il bisogno di un impianto del genere. Non perché mi stia tanto a cuore la “biodiversità, l ecosistema” e solite parolone senza senso ormai, ma perché la Valle Seriana è già invivibile ora nel fine settimana a causa dell’ enorme afflusso di turisti.
    Siamo prigionieri della colonna di auto che blocca la valle tutto i fine settimana!
    E parlare di Viabilità prima di creare un nuovo parco giochi?
    L’ unica viabilità a cui si mette mano, con i soldi del PNR, è quella delle strade ciclabili in quota! 
    Questa è la vera vergogna, che si continui a dare vita a iniziative che ovviamente hanno lo scopo di attirare gente senza porre rimedio all’ enorme disagio che la gente comune si trova a dover subire!
    poiché chi ci guadagna non vive qui!
    Dateci una strada decente prima , poi forate quel cavolo di montagna che volete, di buchi sui nostri monti c’è n’è tanti che uno in più …. Ma non costringeteci più a una colonna perpetua di macchine ad ogni festa dell anno.

  27. 9 Expo Comune di Ostana( Piemonte) insieme ad altre realtà e soprattutto la rivista online Dislivelli, ottima per approfondire tutti i temi riguardanti lo spopolamento della montagna e come contrastarlo. Per non citare tutte quelle realtà dell’Alto Adige che hanno saputo coniugare agricoltura e turismo, mi viene in mente la bellissima Val D’Ultimo dov’è presente un solo impianto per lo sci.
    Ps chi vuole fare la settimana bianca sceglie le Dolomiti o la Val D’Aosta non di certo Lizzola o Colere
     
     
     
     
     

  28. 4, Alberto, non so quanti anni hai, ma di certo sei vecchio dentro, il tuo cervello si è bloccato agli anni 70 del secolo scorso. Buone sciate. 

  29. Già altre località alpine sono riuscite a diversificare il turismo senza stravolgere la montagna impariamo a copiare
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    Luigi , potresti fare qualche esempio delle località alpine che hanno diversificato ?
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    Con che cosa hanno diversificato, con che tipo di investimenti, e con quali ritorni economici e di basso impatto sull’ambiente ?

  30. Alcune considerazioni e qualche domanda:
    Paradossalmente Lizzola è in agonia proprio per colpa dello sci,quando 40/50 anni fa c’è stato il boom dello sci , e allora avanti a costruire condomini e brutture varie. Chi ha investito ( tanti milanesi con i loro tfr) oggi non riescono neanche a svendere gli appartamenti acquistati.
    In tutti questi decenni qualcuno mi può dire quanti soldi pubblici sono serviti per mantenere in vita gli impianti ? Questi soldi hanno forse fermato lo spopolamento dei paesi? Per loro cosa vuol dire spopolamento, avere un sacco di seconde case chiuse per buona parte dell’anno e conseguentemente meno affari?
    Proprio oggi il Cai di Bergamo si è espresso sul progetto che sia “sostenibile, fattibile e reversibile” . Ma scusate come fa ad essere reversibile una galleria, in futuro servirà al passaggio dei camosci? E il Mare in tempesta? Unica formazione geologica della Lombardia di questo tipo, quando verrà distrutta come la ripristini con colate di cemento?
    Già altre località alpine sono riuscite a diversificare il turismo senza stravolgere la montagna impariamo a copiare

  31. giusto sono d’accordissimo rilanciamo economia locale chi non è d’accordo sono i soliti quattro esaltati identitari che non vogliono gente a casa loro io sono totalmente a favore di questi progetti di valorizzazione del territorio e mi sono letto i molti commenti dei teorici del sovraffollamento che secondo me esprimono visione lungimirante siamo sempre di più le esigenze crescono i bisogni aumentano e necessitano di risposte ciò che fa la differenza è come vengono date queste risposte e a me pare che queste azioni stile anni ’80 che definirei boomerologiche volte a soddisfare l’immediato siano ciò che di più lungimirante ci possa essere Gelido for overtourism grazie teorici del sovraffollamento 

  32. Succederà poi che i lavori verranno affidati dopo gara farlocca a una società di Agrigento che subappalterà a una ditta del Nord Italia specializzata in impianti a fune che a sua volta subappalterà i lavori di scavo e costruzione a un costruttore locale che non ha certo voglia di andare a fare la quinta linea di metrò a Milano.
    Reciclare, reciclare!

  33. Non male l’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere di oggi, centrato sullo stupendo rifugio Santner. Parto plurigemellare della solita madre zoccola.

  34. Ottima idea per rilanciare la zona. La neve artificiale inneva le piste senza danni, L’economia cresce e i borghi tornano a vivere. Ma i soliti gufi si annidano,nemici del progresso e fautori della montagna dolo per me , l, non pergli sciatori. Solite fesserie verdi che rischiano di spopolare intere zone. Ma le amministrazioni sono forti e sfonderanno il muro eretto da pochi fautori della decrescita infelice

  35. “sforna” e NON “sforza”, ma forse ci sta bene anche sforza, nel senso che, siccome ogni scarrafone è bello a mamma sua, la madre dei cretini li pungola a “fare”, sperando che crescano e migliorino. Solo che quelli, essendo cretini, più che cretinate non sanno produrre.

  36. la madre dei cretini è sempre incinta e li sforza a ripetizione. Ecco perchè, in ogni risvolto della vita, siamo invasi dalla “cretinate”. C’è solo da augurarsi che l’iniziativa fallisca, anche in senso stretto.

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