Il ritorno di Trump
di Antonio Di Siena
(pubblicato su lantidiplomatico.it il 6 novembre 2024)
Un’elezione vinta, un’altra persa, una quasi guerra civile provocata e due attentati subiti (e scampati), di cui uno potenzialmente fatale. Date le premesse, Donald Trump non poteva non rivincere.
Una storia che sembra uscita da un epic movie targato Hollywood, un epilogo che lo consacra – da protagonista assoluto – nel duplice ruolo di eroe e salvatore della patria (per i suoi) e contemporaneamente nel cattivo di turno, ovviamente per tutti gli altri. Ma noi, che americani non siamo (quantomeno formalmente), dobbiamo cercare di capire cosa significa la vittoria di Trump perché – è sempre bene ricordarlo – ciò che avviene oltreoceano ha riflessi diretti e tangibilissimi anche (o soprattutto) a casa nostra.
Chi mi segue da tempo forse ricorda che – oltre a predirne l’elezione già nel 2016 (contro tutti i pronostici) – ne ho sempre parlato non come un fenomeno di costume, un epifenomeno transitorio, ma come il risultato di un sommovimento dalle implicazioni profondissime. Stando ben attento a non finire annoverato tra le fila dei suoi sostenitori (specialmente nostrani), contro buona parte dei quali non ho mai speso parole tenere. Anzi. Un processo politico che (piaccia o meno) affonda le radici nelle più importanti dinamiche di questo inizio di secolo, prima tra tutte il declino (economico e militare) della ormai ex prima superpotenza del mondo.
Di fatto una risposta, verrebbe da dire scomposta e nevrotica, al diffuso sentimento di panico che da almeno due decenni ha investito milioni di cittadini americani. Un tema cruciale che – se a sinistra qualcuno studiasse ancora – ha importanti somiglianze con quanto avviene da anni in Italia e nel resto d’Europa (ma d’altronde, avendo il Vecchio mondo irrimediabilmente assorbito l’imprinting ideologico del sistema politico americano, non poteva essere altrimenti).
Cose già dette e ridette, osserverebbe qualcuno un po’ più attento. Eppure, a distanza di otto anni dallo “shock” della sua prima vittoria, sembra non essere cambiato nulla. Soprattutto lo stupore tra le fila dei benpensanti, ma anche l’ingenuo entusiasmo della parte opposta, ovvero tra chi ne continua a mitizzare la figura senza capire che un prodotto di un sistema non sarà mai troppo diverso da esso.
Ed ecco quindi che veniamo alle vicende di oggi: perché Trump rivince? E, soprattutto, quali conseguenze avrà la sua vittoria sul resto del mondo e sui processi nefasti che ne stanno scandendo il procedere della storia?
Volendo semplificare al massimo la risposta al secondo quesito, si potrebbe rispondere “tutto e niente”, ma andiamo con ordine e ribadiamo l’ovvio ancora una volta.
Trump (ri) vince perché (al netto di puritani, escatologisti, fanatici religiosi, suprematisti e cavalieri con lo scolapasta in testa) un pezzo sempre più consistente d’America (ma, come già detto, il discorso vale pure per l’Europa) ne ha letteralmente piene le tasche del “modello occidentale” così come declinato negli ultimi decenni. Attenzione, però. Non ho detto che costoro sono diventati improvvisamente bolscevichi, tutt’altro. Sto dicendo che queste persone, uomini e donne in carne e ossa, schiacciati dagli effetti catastrofici della globalizzazione neoliberista – e stanchi della martellante propaganda che racconta loro il contrario – urlano a gran voce il loro disagio, la loro paura, la loro sofferenza, cercando una cosa soltanto: protezione.
Ovvero una vita mediamente più dignitosa, né più né meno di quella che ha vissuto la generazione dei loro genitori (e che essi ricordano perfettamente). Ma, nel vuoto siderale creato da decenni di incultura politica, la risposta non può che essere scomposta, istintiva, sragionata. Il che però non elimina il problema, al più rischia addirittura di acuirlo. Soprattutto nelle periferie d’Occidente dove si affermano personaggi ancora più macchiettistici e surreali: uno su tutti Javier Milei, il presidente argentino con la motosega, tanto per rendere l’idea con un’immagine icastica.
Il che ci fa agevolmente capire che il terreno di scontro politico entro cui si afferma Trump (o perché no, il trumpismo come fenomeno politico più generale) è tutto interno, circoscritto al territorio nazionale. In questo caso americano. Volendo essere più precisi, un terreno di scontro prettamente economico che contrappone il “vecchio” capitalismo produttivo (quello che, tanto per capirci, creava non solo storture macroscopiche, ma pure posti di lavoro e una certa “stabilità”) al moderno capitalismo finanziario, un’entità intangibile che si sposta libera per il mondo e come un rapace famelico depreda risorse, accumula soldi creati dal nulla e condanna fette sempre più consistenti di popolazione, un tempo benestante, alla miseria (umana e culturale).
E la circostanza che tutto questo stia avvenendo in un paese storicamente stabilissimo come gli USA ci porta dritti al cuore del problema.
Tutto ciò che ha contraddistinto la battaglia politica degli ultimi anni (non solo l’ultima campagna elettorale) non c’entra assolutamente niente con la vera posta in gioco. Non c’entra il razzismo, laddove un decennio guidato da Obama non ha migliorato di un milligrammo la condizione di milioni di afroamericani. Non c’entra nulla la brutalità della polizia, George Floyd muore a Minneapolis, Minnesota, dove sindaco, governatore dello Stato e capo della polizia sono democratici. Non c’entra nulla l’immigrazione, soprattutto se un candidato come la Harris finisce per sostenere non solo regole ancor più stringenti di quelle disposte da Biden (una tra tutte, l’aumento delle risorse e degli agenti della Border Patrol), ma accusa addirittura Trump di “non essere serio quando parla di sicurezza delle frontiere”. E soprattutto non c’entra nulla la democrazia. Specialmente in un paese – pomposamente definito “la più grande democrazia del mondo” – dove vige un rigidissimo sistema bipartitico ultra maggioritario, i partiti sono di fatto comitati d’affari al soldo di finanziatori miliardari, il parlamento conta come il due di coppe con la briscola a denari, non esiste uno straccio di welfare e metà dell’elettorato non va nemmeno a votare. E non da quando c’è Trump, ma da decenni, per non dire da sempre.
L’unico vero e innominabile tema al centro delle elezioni presidenziali statunitensi, rectius l’unica reale preoccupazione dell’élite che governa gli USA, è come invertire le sorti di un impero destinato al declino. Una nazione che per quasi un secolo si è creduta intoccabile ed eterna nella sua messianica dimensione di potenza e si è risvegliata in un mondo – da lei stessa plasmato – in cui la propria egemonia economico-militare non è più tale. Condizione che crea inevitabilmente non solo caos esterno, ma anche una fortissima instabilità interna, minacciando direttamente (e concretamente) il potere stesso del ceto dominante.
Purtroppo per noi, però, lo scontro in corso tra i pezzi di potere del sistema americano è soltanto di metodo. E qui arriviamo alla seconda domanda, relativa ai riflessi mondiali del Trump bis, che mi induce a credere che i cambiamenti saranno minimi.
L’élite al potere negli USA, infatti, è convinta che l’unica strada per far uscire il paese dall’angolo è la guerra.
E non lo dico perché ho la sfera di cristallo, ma per la ben più banale ragione che il capitalismo si è sempre comportato così di fronte alle crisi sistemiche: distruggere parte della produzione e delle forze produttive per produrre nuova ricchezza. Un vecchio sistema, che ci è costato due guerre mondiali. L’unica apparente differenza è solo di approccio, con quello democratico palesemente più aggressivo e scellerato (non a caso, i Dem vanno da tempo a braccetto con i Neocon un tempo fedeli a Bush Jr) rispetto a quello forse più “ragionato” dettato dal nuovo corso del Partito Repubblicano.
Ma Trump è “amico” di Putin e vuole risolvere la crisi ucraina, obietterà più di qualcuno. Vero, e sono anche convinto che questo fatto accadrà molto presto. Il problema è che Trump è prima di tutto un americano, diretta espressione del potere economico americano. E il conflitto russo-ucraino è solo la manifestazione più evidente (perché attualmente l’unica possibile) della vera guerra in corso: quella contro la Cina e la sua apparentemente inarrestabile ascesa alla guida di un nuovo ordine internazionale.
A conferma di ciò si possono portare molte prove: dal sostegno incondizionato a Israele, di cui Trump riconobbe Gerusalemme come legittima capitale, ai ripetuti tentativi di destabilizzazione del Venezuela, passando per il tentato golpe contro Evo Morales in quella Bolivia ricchissima di litio che incontrò l’approvazione di Elon Musk, uomo più ricco d’America e principale sponsor della campagna elettorale di Donald.
Beninteso, che il nuovo-vecchio inquilino della Casa Bianca tenti in tutti i modi di pacificare il fronte ucraino, scongiurando il rischio imminente di una escalation atomica, fa certamente tirare un bel sospiro di sollievo. È infatti superfluo osservare che una nuova guerra fredda contro Pechino è sempre meglio di una “calda” contro Mosca. Ma è una soluzione temporanea che si limita a spostare il problema soltanto un po’ più in là. Per di più scaricandone il peso, con forza ancora maggiore, sulle spalle dei paesi satelliti: le colonie europee e asiatiche. È in tale ottica, infatti, che va letta l’intenzione non di “sciogliere la NATO”, ma di scaricarne i costi (certamente economici, ma perché no anche umani) sui sedicenti “alleati”. Tutt’intorno, dall’Africa all’Asia passando per il Medioriente, il mondo continua infatti vigorosamente a bruciare.
E l’élite americana, più che vestita da pompiere, sembra avere in mano una grande tanica di benzina. Diversamente qualcuno dovrebbe spiegarmi perché entrambi i candidati alla vice-presidenza – il veterano dei marines James Vance e il sergente maggiore Tim Waltz, 25 anni di onorato servizio tra cui l’operazione Enduring Freedom in Afghanistan – siano diretta espressione del ceto militare.
In conclusione, c’è quindi davvero poco da festeggiare, men che meno da stare tranquilli. Non a caso dalla Russia filtrano analisi estremamente lucide degli eventi di queste ore, le quali, con disincantato e malcelato realismo, ammettono che poi, al netto dei distinguo e delle differenze, nella sostanza rischia di non cambiare quasi niente. Eppure i russi sarebbero i primi diretti interessati a beneficiare di questa “svolta” storica ad oggi certamente auspicabile ma ancora soltanto presunta.
Forse, a differenza di altri, non hanno perso l’attitudine a problematizzare adeguatamente vicende internazionali di tale rilevanza.
Oppure, ma questo non esclude quanto appena detto, hanno ben chiaro che le scosse telluriche prodotte dalla prospettiva di affermazione di un nuovo ordine internazionale innescano dinamiche automatiche, quasi “naturali”, totalmente sottratte al potere dei singoli.
La recente tendenza del capitalismo occidentale a trasformarsi (ovviamente in via temporanea) in economia di guerra è un fatto talmente lampante che non abbisogna di ulteriori dimostrazioni, e non sono eventi da cui si torna indietro tanto facilmente.
Per tale ragione, ma con giusto un briciolo di ottimismo in più, serve continuare a percorrere il difficile sentiero della pace, forse oggi ancor più insidioso perché meno lineare e maggiormente contraddittorio, non arretrando di un millimetro dalla critica alla guerra e ai suoi burattinai. Siano essi volgari bombardatori seriali color arcobaleno, abili affabulatori o sfacciati demagoghi.
Le guerre infatti non le fermano i presidenti, men che meno i sovrani di aristocrazie imperiali in declino, le guerre le fermano i popoli. Altrimenti le subiscono.
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Continui a non capire ma credo a questo punto che non capirai mai perché non ci arrivi. La società sta profondamente cambiando e cambierà sempre di più nella direzione antitetica a ciò che piace a gente come te: del vs essere prospetticamente felici perché continuate ad essere “sani e liberi” non credo proprio (i miei dubbi li devi legare al “vs essere prospetticamente felici”, non al sani e liberi).
Ti puoi tenere tutti i dubbi che vuoi.
Sani e liberi e orgogliosi!!!
Sani e liberi ho i miei dubbi… cmq, contenti voi di dover vivere nelle pieghe della società…
Anche l’impero romano e Hitler erano inarrestabili, Crovella! Qui l’unica cosa davvero inarrestabile è l’inconsistenza tuoi commenti.
superficiale ci sarai te. Semplicemente non siamo tutti inquadrati e non la pensiamo tutti come vorrebbero farci pensare e agire. E ci sentiamo liberi di dirlo, di protestare e di reagire. Poi TE puoi puoi definirci come ti pare, ma ce ne freghiamo. Saremo una minoranza, benissimo, orgogliosi, meglio pochi ma sani e liberi.
Contenti o no, come ho già detto, cambierà pochissimo, perché questi trend sono inarrestabili, come le rivoluzioni. Poi confondete il tifoso con l’osservatore terzo. Io parlo come osservatore terzo e descrivo fenomeni che, anche solo 3 anni fa, erano rifiutati da tutti. La destrizzazione dell’Europa è cosa diversa dal trumpismo. Quest’ultimo darà un’ulteriore accelerazione alla destrizzazione dell’Europa, ma questa è iniziata 10-15 anni fa circa, dapprima timidamente (ma io l’avevo già identificata…), si è accentuata con gli anni Covid, poi è esplosa e ora è inarrestabile. Io ho in mano solo il mio voto personale: sono un cittadino di circa 450 milioni di cittadini dell’UE. Non potrei da solo determinare trend socio-politici. Il fatto che vi scandalizziate perché qualcuno è contento della destrizzazione dell’Europa (con o senza trumpismo) è ulteriore dimostrazione di superficialità d’analisi. Cercare di demonizzare il singolo tifoso, come se il fenomeno dipendesse da lui. milioni, sottolineo, MILIONI di cittadini europei coglione le tre cose chiave: 1-meno tasse; 2-lavoro più snello e più soldi in tasca; 3 NO immigrati irregolari. E’ la pancia elettorale che vuole queste tre cose e quindi sceglie chi pensa che possa garantirgliele e non viceversa. Dell’opinione dei benpensanti dissenzienti, che giudica ORCHI chi piace alla pancia elettorale, è la stessa pancia elettorale (e non il singolo, come Crovella) che se ne sbatte alla grandissima. MILIONI di cittadini, non UNO.
Che sia un andazzo che si affermerà, sicuramente purtroppo hai ragione. Purtroppo è l’era degli ORCHI. Ma non tutti siamo come te che nei sei contento.
Come al solito, non hai capito nulla. Io non mi metto in mano ai trumpiani, è un trend che si affermerà a prescindere dal volere mio,. tuo o di pico pallino. Non ti rispiego tutto, rileggi con attenzione, magari ci arrivi.
attento perchè a mettersi in mano a certi personaggi, invece di ridere, non vorrei ti toccasse piangere…
Crovella visto che auspichi di andare nella direzione dei trogloditi, procurati una pistola, ma forse già ce l’hai… e fai fuori tutti i cani randagi e i minchioni che ancora hanno rispetto dell’uomo. Dimenticavo ai trampiani della TUA montagna non gli frega nulla, la trivellerà e la macinerà per estrarre carburante fossile.
Ride bene chi ride ultimo. Quando vi accorgerete che le cose saranno andate come sto dicendo io, sarà troppo tardi. A quel punto vi accorgerete che i vostri frizzi e lazzi attuali sono solo conferma della vostra stupidità. Gli unici, pochissimi, della sinistra che hanno un minimo di capacità di lettura della situazione (es Bersani), già paventano apertamente l’evoluzione dell’intero Occidente in direzione di una “democrazia illiberale”, modello Ungheria. E’ un trend inevitabile perché quel tipo di modello socio-politico è l’unico che fa sentire “protetti” i cittadini, cioè la grande pancia elettorale, la quale chiede già ora, e chiederà sempre di più, tre cose di base: 1-meno tasse; 2-un po’ più di sviluppo economico e di lavoro (anche questo significa più soldini nella tasche individuali); 3-meno (teoricamente ZERO) immigrati irregolari. In cambio di queste tre cose, la pancia elettorale accetterà quasi senza protestare “meno democrazia, meno diritti, meno contrappesi” ecc ecc ecc. Chi è acuto lo capisce già oggi che si sta andando in quella direzione, poi, di questi “acuti”, alcuni (es il sottoscritto) auspica che l’evoluzione sia davvero così, altri (es Bersani) lo temono e, per quel poco che possono fare, cercano di contrastarlo 8immagino che non ci riusciranno, perché i grandi trend di fondo sono inarrestabili e incontrastabili). Gli stupidi, invece, oggi ridono e credono di esser intelligenti con i loro frizzi e lazzi, ma, invece di fare stupido sarcasmo, dovrebbero prudentemente già preparare la vaselina, perché il modello verso il quale si sta andando (volenti o nolenti) non sarà un contesto in cui essi si troveranno a vivere felici.
Ma certo, Crovè, e anche i muti potranno parlare, mentre i sordi già lo fanno.
Intanto all’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA), uno che ha definito il cambiamento climatico “una narrazione mediatica“.
Chissà se, col suo impeto da galletto ruspante, il “ciclone trumpismo” riuscirà a “spazzare via” anche le leggi fisiche?
O, in subordine, anche solo l’aia davanti al pollaio… 🙂
Oggi come oggi i veri “progressisti” NON sono quelli di sinistra, ma quelli della destra trumpiana, che appunto porteranno novità profondissime. Esempio provocatorio: altro che parcheggiare gli immigrati irregolari in Albania, Musk li stiverà nei suoi razzi e li sposterà direttamente su Marte! Al contrario quelli di di sinistra, compresi i woke e fino ai cretini dei centri sociali, oggi sono i “conservatori”, perché vorrebbero mantenere lo status quo e cercano, inutilmente, di contrapporsi al ciclone che sta arrivando. Guardate la posizione in merito agli ebrei: centro anni fa era la destra nazista che li combatteva fino a sterminarli nei campi, oggi la destra è indiscutibilmente a sostengo degli ebrei e nello specifico anche di Israele. Viceversa la sinistra (non solo italiana) che si è sempre dichiarata pro ebrei, perché ragionava nel vecchio modello (ebrei sterminati dai nazisti), oggi è passata CONTRO gli ebrei, anche con slogan tipo “Israele nazista”.
Il discorso generale (=ciclone trumpismo) è molto più ampio del “solo” problema sugli ebrei, ma tale nuovo schieramento (destra pro ebrei, sinistra contro ebrei) sottolinea il totale cambiamento di paradigma dell’occidente. E voi state ancora a strillare su cose morte e sepolte come i diritti, chi e come paga le tasse, l’accoglienza degli immigrati irregolari ecc ecc ecc. Tutte cianfrusaglie da soffitta polverosa: arriverà anche in Europa l’onda lunga del trumpismo e le spazzerà via definitivamente.
Il fatto che vi “scandalizziate” sulle nomine di trump per i suoi ministri (ricordo che l’amministrazione entrerà in carica solo il 20 gennaio 2025) dimostra che NON avete capito NIENTE circa il cambiamento epocale che porterà il trumpismo. Per questo l’attuale stupida ironia è due volte contro di voi: li deridete, ma saranno proprio loro che vi spazzeranno via. Musk, Piripicchio o Paperino poco cambia: questi ministri USA saranno degli “spacca tutto” che spaccheranno davvero il sistema (=stato di diritto) come lo avete conosciuto e come pretendete, erroneamente, che dovrebbe rimanere per i secoli dei secoli. Sta arrivando un ciclone, il trumpismo appunto, che spazzerà via tutti i residui ideologici del Novecento (sia positivi che negativi) e si andrà verso un “nuovo” mondo (quanto meno nell’Occidente) di cui oggi è impossibile definire le caratteristiche precise, ma che sicuramente non sarà quello più gradito ai fan della sinistra e dello stato di diritto come lo abbiamo conosciuto dalla II guerra in poi. Il fatto che il cambiamento strutturale vi spaventi o vi disgusti è conferma di quanto sto dicendo da 10-15 anni: rispetto al modello socio-politico forgiato alla ripresa post II guerra si sta completando una rivoluzione copernicana, che viene dal basso, cioè dalla pancia elettorale. Ovvero stiamo andando agli estremi opposti (nei due sensi) rispetto alla seconda metà del Novecento. CONT
continuano le nomine del generale dagli ” occhi turchini e giacca uguale”. Oltre al no vax, anche quella che spara al suo cane perchè non gli ubbidisce. Il livello si alza.
@28
“[..] il fatto che tu usi verso l’ imprenditore piu’ ricco del mondo la frusta retorica del politico che “Promette , non mantiene , e poi incolpa chi c’era prima di lui , mi sembra una cazzata faziosa”
Nientemeno! 🙂
E’ nel tuo diritto considerarla tale, Expo, ma la c.d. “frusta retorica” l’avrei indirizzata, semmai, verso Trump, mica Elon. Che fa (a modo suo, naturalmente) il suo mestiere d’imprenditore (ovvero far soldi – dal giorno delle elezioni, il buon Elon ha incrementato il suo patrimonio di 50Mld di dollari senza muovere un dito: chapeau, ce ne fossero di imprenditori così 🙂 )
(fonte: https://forbes.it/2024/11/12/elon-musk-guadagna-50-miliardi-dollari-dopo-elezioni/)
Comunque, come ha fatto notare Benassi, pare che Elon sia l’ultimo dei problemi: un antivaccinista che ha sparso disinformazione antiscientifica prima, durante e dopo la pandemia, viene messo alla sanità.
Cosa potrebbe mai andare storto ? 🙂
Trump nomina ministro della sanità il paladino dei No VAX.
Crovella diventerai un no vax anche te.
Il turpiloquio non è il dato saliente, ma solo la cartina di tornasole dei cambiamenti epocali in atto. Quello che piace a me è irrilevante. Anche volendo, i grandi trend socio-culturali sono incontrollabili e impossibili da controbattere. Mi ricordate l’aneddoto di Sant’Agostino e del bambino in riva al mare. volete comprendere cose che sono incomprensibili in assoluto e sicuramente lo sono per voi che ragionate con scale di valori ormai Pensate di imbrigliare l’evoluzione umana con le categorie passate: vincerà l’evoluzione e sfonderà ogni tentativo di argine che l’umanità vorrà mettere. Per questo non vedo alternativa all’evoluzione che si sta profilando (la riassumo sinteticamente col termine del trumpismo)
Esempio: qui sotto riporto una notizia fresca fresca. Se si diffonde la mentalità di lavorare 80 ore la giorno a stipendio ZERO, potete capire che le categorie ideologico-giuridiche cui voi fate riferimento (pausa pipì, pausa caffè, permessi, ferie, scatti di anzianità, tredicesima-quattordicesima, straordinari, maternità ecc ecc ecc) diventeranno roba da preistoria…
Elon Musk cerca lavoratori con “QI super alto”: “Niente paga e 80 ore a settimana per tagliare i costi del governo”
Per candidarsi bisogna mandare il curriculum via X, il social network di proprietà del miliardario braccio destro di Trump
“Dobbiamo entrare nell’ottica che andranno a votare sempre meno”
Ammesso e non concesso.
E quindi va bene così?
Ti va bene questa deriva della società? Hai una vaga idea di dove possa condurre?
Non intendo nel breve periodo, non alludo al miope vantaggio elettorale di quelli “più preparati”, che in realtà sono solo disposti ad abiurare per un inane governicchio.
By-the-way sono piuttosto sicuro di essere molto più aduso e pronto di te al turpiloquio e alla bestemmia e ben più portato alla grezzitudine
Probabilmente dobbiamo tutti entrare nell’ottica che il mondo è completamente cambiato. viviamo in un’era in cui Trump dà apertamente delle mignotte a certe donne 8se non ricordo male le elettrici democratiche) e il sindaco di terni afferma che nella vita lui ha elemosinato solo la figa e ne ha avuta tanta mentre i voti o li compera o se li prende. Berlusconi, che pure appartiene al “passato” diceva che in caso di vittoria del Monza Calcio avrebbe portato un pullman di troie. Linguaggio impensabile non solo ai tempi di Andreotti e Moro ma anche solo 10 anni fa (specie in pubblico). E’ cambiato tutto e voi commettete l’errore di applicate ancora le categoria da anni Settanta, i diritti, peace and love, chi governa lo fa in nome di tutti ecc ecc ecc. Dobbiamo entrare nell’ottica che andranno a votare sempre meno, perché le nuove generazioni considerano le elezioni come un evento, una festa, dove ci vai se ti piace, non perché vuoi contribuire alla vita collettiva. anche io mi ci devo abituare, non è il mio cliché questa società cannibalesca e imbarbarita, ma io sono più preparato di voi (coi woke-sinistrorsi) alla società che sta imponendosi, perché so che è i cambiamenti socio-culturali-politici avranno sempre la meglio su chi tenta di contrapporsi in nome di vecchie regole, ormai da Jurassik Park 8spesso citate riferimenti storici del novecento: 100 anni fa, un’era geologica sul piano storico e politico). Il trumpismo è ormai sdoganato del tutto dalla recente vittoria e presto arriverà a mille anche in Europa. Ridete, ridete sulla mia battuta circa Musk che vi spedisce su Marte… se avverrà, vedremo chi riderà davvero!
Gli Usa vengono da una sanguinosa guerra di successione , ancora oggi uno del Texas ragiona in modo diverso da uno della California o del Maine.
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Ci sta’ anche che nelle loro elezioni abbiano inserito forti autonomie e chiavistelli affinche’ ogni stato potesse evitare che altri andassero a rompere i coglioni a casa loro.
“Nel merito io sostengo che la democrazia sia sempre sana, a prescindere dalle % di partecipazione al voto.
gli USA sono da sempre indicati come il modello più cristallino ed invidiabile di democrazia…”
Queste sono tue personalissime opinioni e direi abbastanza opinabili.
Per la prima affermazione basta pensare alla repubblica di Weimar nel ’33 o al Chile del 1970.
Per la seconda mi pare che sia universalmente considerata la più imperfetta delle democrazie, in cui più facilmente la composizione di camere e governo non corrisponde al voto popolare e in cui più forti sono le ingerenze di gruppi di potere e finanziari.
NEL MIP PRECEDENTE, IL RIFERIMENTO E’ AL @ 35
Con una società del genere (la metafora dell’auto è una, ma la possiamo replicare in mille altri risvolti) è chiaro che le nuove generazioni sono molto meno partecipative. Dobbiamo quindi abituarci a una società dove voterà sempre meno gente. E’ malata una società del genere? Io credo di NO, finché i voti continueranno ad essere davvero liberi (e allo stato attuale lo sono ancora, in Occidente). Quando si entrerà in una democratura/oligarchia o peggio in un regime, allora sarà diverso, ma ora siamo ancora molto distanti. In conclusione: io non ce l’ho con gli astenuti in quanto tali. Se ci sono dei cittadini che, in piena liberà, preferiscono NON votare, facciano pure: basta che poi accettino cosa hanno deciso gli altri. Io ce l’ho con gli astenuti cronici che poi rompono i coglioni perché il governo (o il sindaco o l’amministratore del condominio ecc) non fa le cose come piacerebbe a loro (agli astenuti).. Questi sono quelli che io definisco gli “astenuti cronici e rompicoglioni” e che considero dei veri parassiti che danneggiano la collettività. Se per caso la democrazia peggiorerà (scivolando in uno eventuale e futuro stato patologico) non è colpa dei vari Trump in circolazione, ma degli astenuti cronici e rompicoglioni, che sono il cancro dell’attuale società democratica.
@36 La mia opinione sarà chiara a te, ma non a tutti, visto che c’è ancora qualcuno che non capisce la differenza fra “cazzi suoi” detto all’elettore deluso (che la volta dopo può votare per un altro candidato) e “cazzi suoi” detto all’astenuto cronico che poi frigna. Nel merito io sostengo che la democrazia sia sempre sana, a prescindere dalle % di partecipazione al voto. Non ero al corrente di tali % per gli USA, le ha riportate Bonsignore qualche gg fa, e mi pare se ne derivi che perfino “là” l’astensione si aggira strutturalmente sul 35%-40%. Eppure gli USA sono da sempre indicati come il modello più cristallino ed invidiabile di democrazia… anche se hanno dette % di astensionismo. A noi fa effetto registrare il calo degli ultimi anni delle % ai seggi (con astensioni all’incirca del 40%, in alcuni casi punte prossime al 50%), perché storicamente eravamo abituati a % di partecipazione più elevate. Ma non vi rendete conto che il mondo è cambiato, la società è profondamente cambiata, e questo si ribalta nel coinvolgimento politico. Quando eravamo giovani noi, arrivare a possedere la “prima” auto, fosse anche una panda sgangherata e di decima mano era (per i maschi) uno status symbol. Invece i 20-30enni (anche di più) di oggi NON vogliono proprio la macchina di proprietà: troppe grane (assicurazione, stare dietro alla manutenzione, cambiare le gomme ecc). Oggi scarichi una app e, quando ti serve l’auto, apri l’appe vedi dove c’è quella più vicina “libera”, la usi e la molli dove non ti serve più… che cappero gliene frega di caricarsi delle grane di un’auto di proprietà…????
1 – non sto parlando dell’inquinamento atmosferico in zone antropizzate, che mi interessa relativamente poco, ma sto parlando dell’inquinamento da gas serra (i.e. riscaldamento climatico). In questo senso occorre conteggiare bene tutti i fattori, in particolare di produzione e smaltimento dei componenti e produzione dell’energia e temo proprio che non ci siamo nemmeno vicini
3 – però non lo fa, e comunque la Turchia non è certo nota per avere un’impronta ambientale bassa né una politica ambientale decente
1 Secondo me lo e’
2 Qui sono d’accordo con te
3 Dubito , allo stesso prezzo Tesla puo’ produrre le sue batterie ovunque , Byd lo fara’ in Turchia.
Crovella, la tua opinione è ben chiara, l’abbiamo capito.
Ma non risponde alle domande che ho posto (e che ritengo un tantinellino più profonde): possiamo chiamare ancora democrazia un sistema a cui partecipa solo una parte dei teoricamente aventi diritto? Fino a quando lo è? E’ un problema per la democrazia se il 45% o più non partecipa? Che conseguenze può avere? A cosa è dovuto?
Bada bene, io non ho risposte “facili” da dare, ma ritengo che sia un grosso problema con possibili conseguenze nefaste. In altre parole non sono “cazzi loro” ma decisamente “cazzi nostri”, a maggior ragione se ci riteniamo parte di questo sistema.
C’è una profonda differenza fra chi vota un “certo” candidato, confidando nella concretizzazione del programma elettorale da lui esposto, e poi magarti resta “deluso” all’atto pratico, e chi NON vota affatto. Il primo commette un (eventuale) errore di valutazione, errore di cui si accorgerà solo a posteriori (ma il voto viene dato a priori) e può sempre correggersi votando per altri all’elezione successiva. Il secondo, cioè l’astenuto cronico, delega completamente al resto degli elettori il compito di scegliere i parlamentari (o il sindaco o i componenti della giunta circoscrizionale…), che poi attueranno o meno le politiche concrete. Faccia pure, l’astenuto, nella sua astensione, ma non venga poi a rompere i coglioni: se uno NON partecipa al primo passo della fase politica (la scelte dei parlamentari eletti) si chiama fuori da ogni possibilità di intervenire nella costruzione della vita della collettività. Se poi i parlamentari, eletti dagli altri cittadini, concretizzano decisione che stanno sulle balle all’astenuto… costui ha solo da prendersela con se stesso, ergo… “cazzi suoi”.
Primo, non sono assolutamente certo che la mobilità elettrica sia meno inquinante
Secondo, di certo non lo sono le Tesla da 400 e più cavalli
Terzo, dov’è che produce (macchine, batterie e componenti) Tesla? Naturalmente tutelando l’ambiente…
Expo, per favore, va bene tutto però…
Catalizzare la produzione mondiale , che viene prodotta a basso prezzo nel far east , con la trascurabile Esternalita’ Negativa di sacrificare al prezzo del prodotto la tutela dell’ambiente globale.
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Poi parliamo delle “puttane” , ma….
@ matteo
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Perche’ il proprietario della piu’ grande ed innovativa fabbrica di auto elettriche se ne “fotterebbe” del pianeta piu’ di un gruppo Stellantis che chiede contributi allo stato per fare auto elettriche e non lasciare a casa i dipendenti ?
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Sei sicuro che la colpa del :”Pianeta fottuto” non sia da ricercare negli ultimi 10 Cop , che non sono stati in grado di “catalizzare” mondiale che avviene da decenni nel far east ?
“Il futuro collaboratore del governo Trump II , finora ha avuto intuizioni folgoranti e continua ad investire con grande intuito.”
Si, expo, certo: fottendosene del pianeta e inculando tutti gli altri…e anche tu sei tra gli “altri”!
Se vai a vedere anche :”The boring company” , sembra un investimento piu’ furbo di quanto ci saremmo aspettati.
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Pestera’ pure qualchr merda , ma per n=1 a infinito , la sommatoria dei politici italiani Xn non ha prodotto quanto questo cinquantenne.
@ Giuseppe Balsamo
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Non mi e’ particolarmente simpatico ( almeno fino a quando non ha usato il termine sinistrello :”autocrate” verso i giudici italiani ) , ma ritengo che il fatto che tu usi verso l’ imprenditore piu’ ricco del mondo la frusta retorica del politico che “Promette , non mantiene , e poi incolpa chi c’era prima di lui , mi sembra una cazzata faziosa.
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Il futuro collaboratore del governo Trump II , finora ha avuto intuizioni folgoranti , NON ha bisogno degli elettori americani per vivere o per diventare piu’ ricco , e continua ad investire con grande intuito.
Ma non è necessario che quelle cose le faccia per davvero. E’ sufficiente che l’elettorato ne abbia la percezione.
Da questo punto di vista, “X” può (continuare a) dargli una grossa mano (che Fox News ormai è un pò obsoleta… 🙂 ) .
Naturalmente Elon è già passato all’incasso (almeno per l’acconto, vedremo – come dice Benassi – in cosa consisterà il saldo).
In alternativa, nel caso, c’è la sempreverde strategia di attribuire la colpa a qualcun altro: i comunisti, il governo precedente o whatever.
Poco di nuovo sotto il sole: la giostra fa il suo giro.
vedremo, vedremo…
Che figata ! Sulla Luna. Ma gratis o dovremo cedere tutto il patrimonio e pure la pensione e le scorte di caviale. Perché i nipoti un po’ ci contavano per lavorare il meno possibile e andare in giro a schiodare o chiodare. Se la voce si diffonde saranno presi dal panico. E le badanti ucraine ? Potremo portarcele o no? C’è da non dormire la notte per l’ansia.
E ma Rrump farà proprio quello che i suoi elettori gli hanno “chiesto” quando lo hanno votano: 1-meno tasse; 2-mercato del lavoro dinamico e in crescita (no lacci e lacciuoli che lo affossano); 3- NO immigrati clandestini. Solo se Trump non riuscirà a fare queste cose, sarà fondato l’augurio “cazzi loro” agli elettori di Trump. Ma se Trump queste cose le fa, altro che “cazzi loro” per i suoi elettori: godranno come mandrilli ipercinetici.
Tranquilli, che tanto in Europa fra un po’ arriverà Elon Musk: vi stipa nei suoi razzi iperstellari e vi spedisce su Marte! Altro che Albania…
Io durante i mesi di settembre ed ottobre 2024 , sentivo descrivere gli stati in cui Trump era piu’ forte , come stati in cui prevalevano le persone con un basso titolo di studio e gli anziani.
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Di piu’ , a votare Harris sarebbero state le donne sagge , colte , e lungimiranti , a votare Trump solo i vecchi rincoglioniti della rust belt.
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Alla fine non era esattamente cosi’ , ma il discorso che i media ci hanno :”Infilato” era questo , infatti in Italia nei sondaggi Trump avrebbe perso fra gli elettori di tutti i partiti , tranne la Lega.
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Anche il discorso che Trump avrebbe vinto perche’ era un maschietto e gli elettori volevano un “macho” , mi fa un po’ sorridere , magari di fianco ad una donna con argomenti , intelligenza , e meta’ degli anni.
Se la sinistra, o presunta tale, invece di mettersi in discussione e scendere tra la gente e provare a capire, si chiude nei salotti facendosi rappresentare dai vip, ed erige muri. Sono cazzi suoi.
Allo stesso tempo, se gli elettori votano personaggi del calibro di Trump, perchè convinti che farà i loro interessi. Beati ingenui, anche per gli elettori saranno cazzi loro.
Bonsignore. Dire che gli americani hanno votato Trum perché sono cretini e’ un rispecchiamento di chi lo dice. Non è certo questa l’analisi che è stata fatta dai giornali di riferimento della sinistra europea come il Guardian o il Post in Italia. Forse Neppure Lotta Comunista che un’entusiasta fanciulla voleva vendermi qualche giorno fa a Genova e che prima mi ha fatto arrabbiare (che spreco di motivazione e impegno !) e poi mi ha commosso (tipico dei vecchi) perché sembrava uscita da una foto della Statale dei miei anni e le ho lasciato pure il resto, salvo cestinare il reperto archeologico dopo tre righe. Ogni tanto anche qui si scambiano, come detto più volte, le caricature e le battute con i discorsi fatti con un po’ più di senno. Io sono il primo ad amare battute e ironia però bisogna saper distinguere leggerezza e pesantezza dell’essere. Tra persone mature e con un po’ di letture ed esperienze non dovrebbe essere necessario segnalare ogni volta con una bandierina la natura del post che si pubblica. Saluti
@ 19
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Sono d’accordo con Bonsignore.
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Oltetutto , come dice Pasini l’elettorato , pur avendo idiosincrasie e tare caratteriali , ha una memoria lunga ed e’ meno stupido di quello che lo fanno i commentatori politici.
@14:
C’è un grosso equivoco, e deve essere colpa mia per non essermi espresso in modo sufficientemente chiaro. Io non volevo certo accusare nessuno di “stupidità”, ma proprio il contrario. Volevo infatti sottolineare il fatto che per cercare in qualche modo di metabolizzare la vittoria di Trump, le Sinistre – in Italia come altrove – non sanno fare altro che dire, “Gli Americani hanno votato Trump perchè sono cretini”. Questo atteggiamento – insultare l’elettorato perchè non ha votato in modo “giusto” – è la ricetta garantita per farsì che la prossima volta, vada ancora peggio (per loro).
Mi riferisco ovviamente sia a destra che a sinistra, anche se a sinistra ho una conoscenza più diretta e pluriennale e in parte anche autobiografica di “altre patologie comportamentali”.
Matteo. Perché non ho esplicitato la mia stima della percentuale di “altre patologie comportamentali”. Per umana “compassione” Come diceva il piccolo grande sardo pessimismo della ragione……😀
Ho già detto più volte che non è Trump che ha imposto il trumpismo alla società nel suo caso americana), ma è la società occidentale che, svoltando in quella che io chiamo la destrizzazione (1-meno tasse; 2- mercato del lavoro più dinamico; 3- NO immigrati), vede in Turmp il candidato da premiare. In queste elezioni USA, se la società americana, avesse preferito una proposta politica diversa, avrebbe votato maggiormente per la Harris. Invece c’è stata una valanga di voti per Trump e, ribadisco, in modo significativo dalla ex-minoranze. Lo stesso ragionamento, mutatis mutandis, vale in Europa. Non è AfD che impone una visione neonazista alla società tedesca, ma eventualmente è la società tedesca che ha esigenze neonaziste e premia elettoralmente AfD (finora in elezioni amministrative, vediamo il 23 febbraio 2025 cosa succederà a livello nazionale).
In ogni caso, riprendo il discorso di prima: se i candidati “non vi piacciono”, avete solo da tirarvi su le maniche e presentarne di vostro gradimento. Extrema ratio, se non identificate nessun candidato che vi piaccia davvero a tal punto da presentarlo, presentatevi voi in prima persone (e vediamo, nell’attuale quadro socio-politico dell’Occidente, quanti voti raccogliete! Santoro con la lista “Pace, terra e dignità” pesa, nei sondaggi un misero 1%. Ergo: in questo frangente storico, alla gente non gliene frega una mazza di mobilissimi ideali come “Pace, terra e dignità”).
Ma il bello è che non arrivate neppure a ipotizzare di presentarvi in prima persona come candidati perché… “troppa fatica”. Meglio stare a frignare nell’angolo come mocciosi dell’asilo: “Maestra, il candidato Trump non mi piace…” Così facendo lasciate il palino in mano agli altri e gli altri decidono anche per voi e voi vi attaccate al tram e fischiate in curva. E poi… protestate pure! non vi rendete neppure conto della figura ridicola che fate (mi collego all’intervento di Bonsignore circa i contorsionismi della sinistra nel commentare la disfatta della Harris)
“E la stupidità, sia a sinistra che a destra, è certamente presente (io stimo per 10/15 %)”
Pasini, ho sempre pensato che tu fossi un inguaribile, sentimentale ottimista…
Quasi ti invidio!
Bonsignore. Tu fai la stessa cosa dei trinariciuti. Generalizzi e usi un’etichetta semplificatrice: la stupidità. La sinistra, esattamente come la destra e’ una realtà articolata. E la stupidità, sia a sinistra che a destra, è certamente presente (io stimo per 1o/15 %) unita ad altre patologie comportamentali ma il grosso è costituito da persone assolutamente “normali” con una loro idea di cosa sia meglio fare per stare bene o almeno vivere in modo decente. Se vuoi comprendere davvero, di nuovo sia a destra che a sinistra, perché fanno certe scelte devi usare categorie un po’ più articolate della “stupidità”. A meno che si voglia fare propaganda (basata necessariamente sulla semplificazione) cosa utile e importante, ma che appartiene ad un altro campo rispetto alla comprensione e forse qui francamente un po’ inutile visto che tutti anche per l’età media hanno consolidati orientamenti di fondo che difficilmente cambieranno leggendo un post. Però magari possono essere stimolati da qualche informazione o riflessione seria e articolata che esce dal loro perimetro abituale.
Io non sto frignando, io non sto cercando di giustificare il voto a Trump (o a Meloni o a Bucci ecc.) con l’astensionismo ed è da anni che dico che una democrazia in cui vota il 50 o il 60% degli aventi diritto non è una vera democrazia. O almeno è una democrazia incompiuta e dovrebbe essere ripensata.
E’ una questione tecnica, di come funziona e dei meccanismi di una democrazia (tipico esempio i distretti elettorali USA, appositamente disegnati per limitare il voto di alcune categorie) ma anche “filosofico”, di cosa considerare democrazia e di come e cosa favorisce (e quindi da incentivare) la costruzione e il rafforzamento dell’istituzione e di cosa invece l’ostacola (e perciò da scoraggiare o vietare)
La democrazia non è malata perchè svolta a destra. E’ malata perchè si da il ns. voto e la fiducia a personaggi del livello di TRUMP.
I cittadini, se sono tali (cioè maturi, consapevoli e anche con i contro-coglioni) ci arrivano da soli a capire che, se vanno a votare, piano piano eleggeranno esponenti a loro più vicini e che quindi “aggiusteranno” la presunta situazione viziata, ammesso che sia tale. Il tirarsi indietro con la scusa “non so per chi votare, fanno tutti schifo, tanto non cambia nulla” è solo l’atteggiamento dei bambini viziati che si aspettano che qualcun altro si attivi per risolvere il contesto strutturale che a loro non piace. Perché ci deve pensare qualcun altro? Tiratevi su le maniche e datevi da fare in prima persona per correggere quelli che, secondo voi, sono gli “errori” del sistema. Invece la posizione, che poi sconfina dell’astensionismo, è del tipo lamentoso: “Maestra, la pastasciutta così non mi piace, ne la cambi?”. Per decenni, io ho votato per un partito che stazionava al 3%-massimo 5% e non mi hanno mai sentito lamentarmi. Sapevo che, piano piano, le cose sarebbero cambiate. Chi frigna, mi fa solo cascare le palle, per cui… cazzi suoi.
Poi c’è da discutere sul concetto stesso di “contesto sbagliato da correggere”. Chi dice così lo dice quando il contesto non gli piace perché la cittadinanza occidentale sta virando a destra e virerà sempre di più in tale direzione e quindi si allontanerà sempre di più dai vs desiderata (“woke-sinistorsi”). Non è oggettivamente sbagliato il contesto, semplicemente va nella direzione opposta a quello che piace a voi. Ma non si può essere “democratici” a corrente alternata, per cui la democrazia vi piace quando vi piacciono i risultati elettorali e invece la democrazia la definite “malata” se i risultati elettorali non vi piacciono (vedi, a puro titolo di esempio, la vittoria di Trump). L’hp già detto pubblicamente, anche su questo Blog: a forza di frignare. sbandierando i vostri nobilissimi ideali “woke”, siete finiti all’angolo e la cittadinanza sta andando nell’altra direzione. Non è la maggioranza dei cittadini che deve preoccuparsi di “tarparsi le ali” per non schiacciarvi troppo, pover nin, ma tocca a voi tirarvi su le maniche e darvi da fare concretamente per risalire la china. Se fate così, la partita politica potrebbe (teoricamente) riaprirsi, se invece continuate solo a frignare nell’angolo come mocciosi dell’asilo, il mondo andrà sempre di più dall’altra parte. Ma la colpa dell’ostracizzazione a vostro carico è solo VOSTRA, non del resto della popolazione che vota dall’altra parte.
Assistere alle contorsione e alla masturbazioni mentali delle sinistre assortite per cercare di negare/sminuire in qualche modo la vittoria di Trump è per me un’assoluta delizia. Il tema principale (non sto parlando di questo blog, è qualcosa di generale) sembra essere “gli Americani sono cretini” – il che dimostra ampiamente quale sia in realtà la concezione della democrazia portata avanti dalla sinistre.
Ma a parte questo, un punto importante: l’astensionismo non c’entra, anzi è vero il contrario. Ha infatti votato il 63.5% degli aventi diritto, che è la seconda percentuale più alta mai registrata nelle elezioni presidenziali americane a partire dal 1932. Questo indica che la maggior parte degli elettori si sono ben resi conto di cosa fosse in ballo. La percentuale più alta in assoluto (65.8%) venne registrata nel 2020 con le elezioni che diedero la presidenza a Biden – un “salto” di dieci punti percentuali rispetto al 2016. Incidentalmente, proprio questa percentuale altissima, con il corrispondente record del massimo di voti popolari mai ottenuti da un candidato (oltre 81 milioni), è uno dei fattori che fanno sospettare qualcosa di poco chiaro.
Gli acchi tappati di salame o di prosciutto se preferisci, ce li hai te. Perchè dovrei votare e dare la mia fiducia a personaggi in cui non credo, che sono palesemente dei mentecatti o degli opportunisti che ci raccontano palle solo per prendere voti.
Io il “male minore ” non lo voto!!
E questo vale per politici di destra come per politici di sinistra.
E se molte persone non votano, non sono “cazzi loro”, ma di tutti. Non si va a votare perchè ci sa fatica, o ce se ne frega , oppure perchè si va al mare: Ma perchè evidentemente c’è un problema, un grave malessere , una sfiducia nelle istituzioni, una sfiducia nella politica, ma si fa finta di non vederlo fregandocene, sminundo il problema dando dei menefreghisti a chi non vota.
Cosa dovrei votare degli impresentabili? Chi è rincoglionito, oppure chi racconta palle per prendere voti e poi fare solo gli interessi propri e dei suoi amici? No, non li voto e grido e denuncio perchè non li voto.
“Chi non va a votare… “cazzi suoi”.”
Su tutto il resto possiamo discutere, ma su questo non sono proprio d’accordo.
Se è vero che “essere convinti sostenitori del sistema democratico significa credere nella volontà dei cittadini” allora il fatto che i cittadini non vadano a votare (o non vada una percentuale significativa) deve essere un problema.
Se una parte importante degli aventi diritto non partecipa è segno di qualcosa che non funziona o funziona male. E se qualcosa non funziona occorre porvi rimedio per farla funzionare, anche perché non farlo potrebbe portare a situazioni patologiche o dinamiche sociali e politiche critiche difficilmente prevedibili (almeno da me).
La mia vuole essere una considerazione generale, assolutamente non legate alla situazione attuale, a questo governo o alle elezioni recenti.
Chi non va a votare… “cazzi suoi”. Lo dico da sempre, quindi non solo n ei tempi attuali. Votare è un diritto ma anche un dovere, un “dovere civico” e lo si espleta al limite anche votando il “male minore”, cioè turandosi il naso. Ma non siamo in questa situazione e non volerlo accettare significa avere le fette di salame (ideologiche) sugli occhi.
Infatti negli USA per Trump, ma anche in Europa in modo chiaro da circa 3 anni, i risultati elettorali NON sono determinati dalla prevalenza degli elettori per il male minore. In Occidente i risultati elettorali sono (e saranno sempre di più) figli di un profondo convincimento: da almeno 10 anni affermo pubblicamente che la pancia elettorale ha virato a destra e virerà sempre di più in tale direzione. Infatti Trump ha stravinto anche nel cosiddetto voto popolare: mai come in queste elezioni hanno votato per i Repubblicani così tanti neri, così tanti ispanici e così tante donne (di ogni fascia sociale e di ogni età). Non esistono ancora (credo per il politically correct) statistiche sui voti dei gay USA, ma sono convinto che, se esistessero, verificheremmo che mai come oggi votano per i Repubblicani così tanti gay. Ovvero: rispetto ai decenni passati, le (ex) minoranza stanno consolidando le loro posizioni sociali, migliorano il loro tenore di vita, in un certo senso si “borghesizzano” e quindi prevale anche nei neri, negli ispanici, fra le donne ecc il desiderio di preservare il loro status quo piuttosto che rischiare di ridurlo perché devono condividere la torta con altri soggetti. per esempio: in Texas i cittadini statunitensi che corrispondono alla seconda, terza, quarta generazione degli allori immigrati clandestini provenienti dal Messico, sono i primi, oggi, che NON vogliono altri immigrati dal Messico. Esempi se non potrebbero fare a migliaia, anche e soprattutto in Europa.
Allora, essere convinti sostenitori del sistema democratico significa credere nella volontà dei cittadini e non in astratti principi giuridici, che si vorrebbe imporre al popolo. Se, oggi, la popolazione occidentale vira a destra, occorre accettare i risultati elettorali e non stigmatizzarli perché “la maggioranza degli elettori ha scelto il male minore”. Sennò, cari sinistrorsi-woke, i primi a NON volere davvero un sistema democratico siete proprio voi: infatti accettate i risultati elettorali solo quando “vi piacciono” e invece li disprezzate quando premiamo la parte avversa, appunto dicendo che questa ha vinto “per errore” degli elettori ( e di tale nefandezza non bisognerebbe parlarne… ).
Scusa , se tu alle elezioni non voti poi ti becchi di default il :”male maggiore” , e ti tocca consolarti pensando che tanto le vittorie elettorali siano gia’ decise dalle lobbies plutogiudaicomassoniche , dall’oroscopo , e dalle scie chimiche.
Come la qualità media di ogni aspetto e servizio è peggiorata inesorabilmente ci si abitua alla mediocrità e si è convinti di dover propendere verso il male minore, non rendendosi conto che è male in ogni caso.
Sarebbe stato bellissimo che non si diffondesse commento alcuno per le elezioni appena concluse (concluse ancor prima di darne l’avvio… ).
Puoi anche non votare!!!
Vuotare il meno peggio, non è la sola soluzione.
Purtroppo è molto raro che si veda che il popolo possiede il grande potere di cambiare le cose, distratti come siamo (più o meno intenzionalmente – vedi, ancora una volta Cecità di Saramago) dal teatrino messo in piedi appositamente.
Facile dare la colpa a qualcuno e commentare gli apparenti cambiamenti.
Trump rimane una “Mina vagante” , una cosa che non amo di questa situazione è che se fossi americano rischierei di votare lui solo xchè mi stà troppo sui coglioni l’atteggiamento falso e manipolatorio degli altri ( Kamala /Ubama / Taylor Swift / JLo / Al Pacino etc. ) , mi stà sui coglioni il fatto che se le elezioni Usa si fossero tenute in Italia avrebbe stravinto Kamala ( perchè Kamala è Kamala e Trump non è Donald ? Boh , mica è mia amica ) , per il nostro marketing elettorale e per il continuo Character assassination da parte dei nostri media , e perchè , siamo dei coglioni con l’anello al naso…
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E’ stupefacente poi , che dopo la sconfitta elettorale di Harris , alcuni miei amici scrivano che :”Kamala ha perso perchè era una donna”….Ai nostri giornalisti le donne vanno bene solo “woke” e catalizzate , la Meloni è una donna ma non va bene lo stesso..
Non è Trump che ha determinato la trumpizzazione dell’Occidente, ma è vero il contrario. La grande pancia elettorale occidentale (sia negli USA che in Europa) si è da tempo inoltrata in un itinerario socio-politico, che per convenzione possiamo definire trumpizzazione, e quindi premia il candidato Trump che risponde ai “desiderata” oggi chiesti dalla grande pancia elettorale.