#iostoacasa

#iostoacasa
(come la paura e la mancanza di ragione uccidono la libertà e la democrazia)
di Riccardo Manzotti
(pubblicato su leoniblog.it l’8 aprile 2020)

La campagna del governo #iostoacasa sarà ricordata come un esempio da scuola di come in pochissimo tempo ignoranza e paura possono cancellare il patto di mutua ragione tra cittadino e istituzioni. Di fronte alla minaccia del virus e il rischio del collasso del sistema sanitario, il governo ha proceduto, a partire dal 21 marzo, a una campagna di quarantena basata sull’hashtag #iostoacasa convincendo milioni di italiani che stare il più a lungo possibile nel chiuso delle loro abitazioni è l’unica strada possibile per fermare la avanzata del virus.

Questo è ovviamente falso. Altri hashtag, molto più precisi e dettagliati, come #iostoatremetri o #iostodasolo, sarebbero stati molto più onesti e, nella misura in cui sarebbero stati più sostenibili, sarebbero stati anche molto più efficaci. Purtroppo, il governo ha invece scelto di fondare la sua campagna su un diktat approssimativo e dannoso.

È ovvio a chiunque voglia esercitare un po’ di buon senso come stare al chiuso con la famiglia non è sostenibile e richieda per lo meno l’accesso a supermercati e altri servizi essenziali. Di per sé rendendo vana la pretesa di un’applicazione del diktat. Ma è altrettanto evidente che non si tratti nemmeno di una misura necessaria, perché basterebbe stare a distanza e seguire le norme previste dalla OMS (mascherine, lavaggio mani, ecc.).

Tuttavia, la richiesta ai cittadini di compiere un SACRIFICIO è stata ideologicamente efficace, soprattutto in un paese con le nostre radici storico-culturali. Stare a casa è diventato subito un gesto scaramantico, che si fa per motivi tra la superstizione e l’appartenenza alla comunità. Nessuno si interroga sui meccanismi di trasmissione del virus. Sono demandati agli esperti, come in passato era demandato ai preti di interpretare le sacre scritture e agli intellettuali di sinistra di fare l’analisi del momento storico. La popolazione è contenta di affidare ad altri, esperti o autorità che siano, il proprio destino contando nel principio antico che è più importante appartenere a una comunità, sia un gregge di pecore o una torma di lemming, il proprio destino.

Ai virologi non vengono chiesti lumi circa i meccanismi di trasmissione del virus, ovvero un trasferimento di conoscenza che richiederebbe, da parte delle persone, un atteggiamento di comprensione critico-scientifica del problema, ma regole e direttive da applicare in modo fedele salvo eccezioni (“padre ho tanto peccato, mi dia l’assoluzione”).

La minaccia del virus, da problema concreto da affrontare con gli strumenti della ragione, è stata trasformata nell’espressione delle colpe morali di una parte dei cittadini e ha legittimato molti altri nella presunta affermazione della propria superiorità morale. Atteggiamento paternalistico e moralistico in tutto e per tutti simile alla genuflessione superstiziosa di molte religioni. Non si salveranno dal virus i più accorti che faranno uso della propria intelligenza, ma i più giusti che sapranno sacrificarsi e, insieme agli altri giusti come lor pari (o appena meno), meritarsi un posto sull’arca galleggiante. O questo la gente crede.

Soltanto questa deriva salvifico-moralista può spiegare l’acredine e l’astio moralistico (l’onda di m…a con cui si sono affrontate le posizioni non allineate). Il dissenso è stato immediatamente associato con la indegnità morale del difensore. Chi sosteneva l’importanza dell’attività fisica è stato immediatamente deriso (la “corsetta”, “andare a spasso”) o associato a tratti moralmente inferiori (narciso, egoista, individualista, persona priva di rispetto), mentre l’abuso di carboidrati, tabacco e alcool che pure ha accompagnato la clausura domestica viene visto con indulgenza (tabacco) e generalmente con vera e propria simpatia (alcool e cibo). È ovviamente irrazionale pensare che chi corre manchi di rispetto mentre chi sforna torte e pizze sia un monaco penitente, ma è coerente con la cornice ideologica dove il virus deve essere sconfitto dal sacrificio e dalla sottomissione all’autorità e non dall’intelligenza e dalla tenacia.

Non si deve correre, andare al mare, passeggiare in montagna, non perché sia un’attività oggettivamente correlata con il virus, ma perché siamo indegni, incapaci di fiducia. Siamo cioè peccaminosi e dobbiamo mondarci dei nostri peccati, soffrendo tutti insieme. Magari spiando dalle tapparelle chi non si sottopone agli stessi riti. La giustificazione del divieto di stare all’aperto da soli è analoga a quella che viene data, in nazioni dove i costumi impongono la repressione sessuale, perché le donne si debbano coprire il corpo e il viso: perché se lo facessero tutte, i maschi non potrebbero essere tentati di far loro violenza. E quindi, poiché gli esseri umani sono indegni di fiducia, anche chi non ha colpa (le donne) devono vivere segregati. Non a caso, in questi paesi, casa e vestiti hanno un ruolo simile a quello della casa in questi giorni di quarantena, spazio privato sottratto al presunto pericolo esterno (che invece è solo interno).

In quest’atmosfera irrazionale, resa possibile dalla tradizionale mancanza di cultura scientifica, l’applicazione del diktat diventa un articolo di credo, spesso imposto più dai fedeli (i solerti sceriffi da balconi) che dalle stesse autorità (vigili e polizia). Si chiudono parchi e aree balneari, si inviano i droni per individuare pericolosi camminatori solitari, si inviano elicotteri per stanare bagnanti e subacquei (non è una esagerazione). A nulla vale il fatto che, a detta della OMS, il virus non sopravvive all’aperto sotto l’effetto dei raggi del sole e che, anzi, basterebbe l’aria aperta per disperdere la carica virale sotto ogni soglia di pericolo. Contro ogni ragione, l’ambiente esterno è associato con la libertà di pensiero e di movimento in cui i cittadini impauriti da una propaganda martellante dei media non possono che credere. Come ha recentemente scritto Massimo Recalcati, “l’odio è non sopportare la libertà dell’altro”.

Come nel romanzo di George Orwell le persone sono isolate le une dalle altre e soggette a una continua imposizione di notizie da parte di schermi installati nelle loro abitazioni. A differenza della distopia, nel nostro caso gli schermi sono pagati direttamente da noi.

Il runner solitario non mette a rischio la salute fisica dei cittadini, ma mette in discussione il valore salvifico della loro presunta moralità: “se io sto in casa a soffrire, perché non lo fa anche lui”. E così si deve stare in casa non per evitare il virus, ma per non mettere in discussione l’autorità del governo cui la società ha demandato la propria libertà. Perché il sacrificio della libertà di tutti sia efficace, deve essere condiviso – non si deve parlare in chiesa o mettere in discussione le parole del sacerdote (in questo caso l’esperto scelto dal governo), è un mancare di rispetto. Così si rivela il lato oscuro dell’irrazionalità: paura e ignoranza. È un meccanismo raccontato da tantissimi, da Noam Chomsky a Miguel Benasayag, da Elias Canetti a Michel Foucault, da Thomas Hobbes a Niccolò Machiavelli. Non c’è bisogno di citarli.

L’ignoranza gonfia la paura che cerca nel sacrificio della libertà e nella sottomissione all’autorità una salvezza che viene applicata con la stupidità irrazionale propria della superstizione.

L’aspetto peggiore si è manifestato in tutte quelle forme d’intolleranza e di miseria umana che trovano amplificazione nel razzismo da balcone. Si spiano le persone perché gli altri non sono più percepiti in quanto esseri umani, ma come un potenziale pericolo. L’applicazione rigida della legge diventa il pretesto per sfogare invidie, rivalità, complessi d’inferiorità, asti campanilistici.

Felice Cimatti, in una recente intervista ha affermato “Ci sono le ragioni della medicina, ma non ci sono solo le ragioni della medicina. […] Sostenere che non è tempo per discutere di filosofia e di libertà individuali, che ora è il tempo dell’emergenza, è esattamente il tipo di risposta che non promette nulla di buono”.

Quando la libertà individuale è sospettata di egoismo, quando si avalla il principio etico-politico che la sola vera libertà è quella che esprime il bene universale (che poi non è mai universale, ma di qualche particolare che ha la forza per proporsi e, invero, imporsi, come universale), la persona è in pericolo, perché la persona è la sua libertà individuale, insindacabile, ingiudicabile, indominabile.

Riccardo Manzotti

Certo, ogni società può proporre le sue regole d’ingaggio, diciamo così, ma senza pretendere che il proprio bene (quello della società in gioco) diventi il bene universale o debba corrispondere al bene di ciascuno. La paura del virus ha spinto molti a rinunciare ai propri diritti individuali. La salvezza del corpo in cambio dell’anima – per tanti che come gli zombie di Romero (altra epidemia, altra allegoria) quell’anima non l’hanno in fondo mai avuta – è un baratto ragionevole.

Accettare il diktat dello stare a casa senza ragione non è solo un rischio sanitario (il danno che tanti avranno da questa inutile clausura domestica) ma soprattutto il fallimento del patto di ragione tra stato e cittadino. Allo stato non si chiede di spiegare le motivazioni razionali delle regole. Ai cittadini non si chiede di comportarsi responsabilmente. Ognuno viene meno ai suoi obblighi e ci si tratta con l’indulgenza tipica di persone immature. Il patto non è più basato sulla ragione e sul rispetto reciproco tra persona e istituzione, ma sull’interesse e la paura. E la superstizione ne è il naturale collante. #iostoacasa esprime il fallimento della libertà e della democrazia.

Riccardo Manzotti è professore di filosofia teoretica (Università IULM di Milano), psicologo e ingegnere. Dalla teoria che ha elaborato sulla coscienza ha tratto vari libri, tra cui il più recente The Spread Mind, tradotto ed edito in Italia da Il Saggiatore. https://www.riccardomanzotti.com/

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#iostoacasa ultima modifica: 2020-04-22T04:51:00+02:00 da Totem&Tabù

95 pensieri su “#iostoacasa”

  1. Fabio Bertoncelli: il “Ricordai che devi morire!” oggi ci starebbe pure bene… mica siamo immortali… di qualcosa si deve pur morire e … non lo decidiamo noi…Ma ovviamente l’ho riportato (l’articolo me l’ha fatto ricordare) per connettere il bigottismo odierno (come lo definisce l’articolo) e quello antico… C’è sempre qualcuno che ti ricorda della signore Morte e sempre un bel po’ di gente che si caga addosso… senza comprendere che prima o poi ci arriva… e… (già detto) non lo decidiamo noi…!

  2. Paolo si è vero i cinesi sono molto diversi, ma la situazione in Italia adesso è parecchio cambiata. Incertezza, paura del futuro, grossa crisi economica, libertà molto limitata. 
    Magari i cinesi ci daranno la soluzione, una possibilità e noi per prenderla, ci venderemo a loro.
     

  3. Alberto, dubito che noi si possa diventare come i cinesi, siamo troppo individualisti da millenni.
    Un po’ di Vesuvio o Etna, qualche terremoto e mareggiata forte, forse potremmo cambiare,……  se non cade una serie di meteoriti a Roma, Torino, Milano, Venezia, Palermo, Napoli….. mi sa che sarà difficile cambiare
    Però i cinesi sono più vecchi e più tanti di noi, hanno almeno il doppio della nostra età come storia e sono quasi in rapporto 30 a 1 e magari sanno come convincerci….. però a loro piace come si vive qui.

  4. Insomma, Stefano (88), da “Ricordati che devi morire” a “Ricordati che devi stare in casa”.Sono i tempi moderni, bellezza.

    bellezza Fabio???
    tutti ci attacchiamo alla vita ma conta anche la QUALITA’ della vita.
    Oggi mentre tornavo a casa ascoltavo MELOG l’argomento era un libro appena uscito sul modello cinese.
    Un modello dove non esiste l’individuo, dove ogni persona è un piccolo ingranaggio del sistema e deve fare di tutto per non bloccare il sistema. Pena guai a lui!
    Sembra che anche il nostro mondo , fatto, più o meno,  di individualità, stia inesorabilmente incamminandosi verso il modello cinese.
    E questa pandemia gli darà una bella accelerazione.
     

  5. Insomma, Stefano (88), da “Ricordati che devi morire” a “Ricordati che devi stare in casa”.
    Sono i tempi moderni, bellezza.

  6. Grande articolo Lorenzo: diffuso subito a pioggia, sperando possa colonizzare un po’ di menti e stemperare il clima francamente irrespirabile!

  7. Lorenzo l’articolo che hai postato è SUBLIME! 
    In altri tempi c’era chi predicava: “Ricordati che devi morire!”
    Mi son fatto 4 risate di gusto perché scritto veramente bene, poi però il riso diventa amaro…

  8. @Lorenzo possiamo mettere tra i nuovi bigotti anche il governatore De Luca, che dà degli imbecilli a quelli che girano senza mascherina (a prescindere) quando le regole attualmente vigenti dicono che nei luoghi aperti puoi stare senza mascherina a patto che stai a 1,5 – 2 metri di distanza? 
    Forse si, per non scendere ad altri aggettivi…

  9. @Fabio, commento 82
    Perchè no? Da domani, essendo in regione, sarebbe fattibile!!! 😉 

  10. Fabio, buonasera.
    Recentemente per lavoro sono stato spesso a Castelvetro.
    Salutami l’appennino modenese. Magari mi farò accompagnare da te sul crinale tra Modena e Pistoia e Lucca, magari sul Libro Aperto o sul Corno alle Scale, che geologicamente sono interessantissimi …. i circhi glaciali a nord sono descritti anche nel libretto ‘L’ulima glaciazione’ edito dal convegno sezioni tosco emiliane romagnole del CAI che ho a casa ….
    https://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/geositi/scheda.jsp?id=1226

  11. Grazie, Andrea (80). Forse ci vedremo sul Monte Giovo. Lí pianteremo finalmente la bandiera della riconquista, dopo due mesi di vetta inviolata. 

  12. E comunque in questi giorni il problema più grande sembra essere quante mascherine verranno prodotte e quanto costeranno.

  13. beh, è proprio come dice un vecchio adagio “i coglioni sono molto più di due”

  14. Il libro Don Chisciotte era una forte critica alla maniera di pensare e di fare della gente, ma la gente mica lo aveva capito 🙂 
    Anche dopo secoli la gente non capisce, la massa non può mai capire subito, bisogna aspettare, il problema è riuscirci.
     

  15. L’ordinanza del governatore dell’Emilia-Romagna (con decorrenza 4 maggio) consente l’attività motoria individuale all’aperto senza uscire dalla propria provincia.
     
    Quindi io, modenese, potrò andare per sentieri sull’Appennino Modenese (ma non Bolognese né Reggiano): è esatto? C’è qualche emiliano in grado di confermare? Grazie.

  16. @ alessandro gentilini al 72: Vergognati, vai a nasconderti, non fatti più vedere! Non hai affondato il dito nella piaga, neanche la mano, ma tutto il braccio e fino all’ascella! Come ti permetti? Vergognati di nuovo e non farlo più! Quando la capiranno o lo ammetteranno?

  17. Bene GENTILINI siccome sei italiano quindi sei un problema, cominciamo da te. 

  18. Sono d’accordo con Alessandro Gentilini, il Governo ha fatto bene a metter in atto le misure restrittive. Quando si tratta di provvedimenti atti alla salvaguardia della salute pubblica tutto il resto viene in secondo piano. Prima la salute che è il bene prioritario e poi il resto. Il diritto alla salute non è negoziabile!

  19. Il governo doveva fare i conti con una popolazione di irresponsabili che se non costretti con misure eccessive si sarebbero fatti il bidet con norme più blande.
    In definitiva perché non ammettere che il problema dell’Italia siamo noi italiani?
     

  20. Massimo, 
    così non si fa che spostare l’attenzione dal reale problema e i giornali non possono che essere complici di questa felice pratica che ci accompagna da mesi. 

  21. Massimo, la lettura dell’intero articolo è riservato agli abbonati, ma già il titolo mi fa rabbrividire! 
    Matteo, io non “seguo” le idee di nessuno in particolare, mi baso sull’osservazione dei fatti avvenuti in questi pochi mesi, nonostante sembra sia trascorsa un’eternità, in qualità di persona libera e pensante.
    Direi che sia più saggio ascoltare tutti (nel limite della propria sopportazione 🙂 ) e sviluppare una propria idea, che non dev’essere forzatamente legata a uno schieramento o a quello opposto.
    Semplicemente ribadisco che non ha senso basarsi sui numeri forniti da febbraio 2020, visto che, a eccezione di chi si occupa di statistiche, nessuno di noi era a conoscenza di cosa accadeva prima.
    Ciò che è chiaro e lampante è che non siano stati diffusi gli studi sui decessi, nel contempo gettando il popolo nello sgomento con video e foto di parate di carri carichi di bare, separazione dai propri cari, cremazione e assenza di cerimonie.
    Non sono un medico, ma mi sembra quanto di più ovvio che se si verifica una morte anomala e sospetta, il primo passo da fare è l’autopsia. Figuriamoci quando le morti si moltiplicano e soprattutto nel limite di certe aree.
    Com’è che gli studi che hanno evidenziato trombi in luogo della polmonite come causa del decesso su individui con basse difese immunitarie sorgono solo ora? 
    Mi rallegro che molti medici, nonostante le intimidazioni, abbiamo saputo onorare la loro professione, che è più vicina a una missione che non a un lavoro, e che vuole che la prima regola da seguire sia “non nuocere”. 

  22. Vabbè Grazia, però se dai retta a Next News Network, poi ti tocca credere alle scie chimiche, la terrapiatta e citare i Protocolli dei Savi di Sion.

  23. Il decalogo dell’anonimo danno un quadro più preciso di qualunque altra analisi, ovvero che c’è molto fumo attorno a ciò che sta accadendo e il fumo non è arrivato in maniera naturale. 

  24. Nessun piano. Solo incompetenza e faciloneria da parte delle Autorità. Ed interessi economici: da quella partita l’incasso presunto potrebbe attestarsi attorno a 4.500.000 di Euro: hanno svenduto i morti in più a poco più di 1000 Euro ciascuno e c’è stato un morto in più ogni 11 spettatori di quella partita ….
    I costo sociali, anche solo per la Sanità, non sono stati calcolati ma probabilmente saranno a 9 cifre. Ed andranno a carico dei contribuenti. Ad aggiungersi i costi sul sistema produttivo.
    Questo solo per Bergamo, ma lo stesso andrebbe esteso a Lodi, Cremona, Brescia …. Un disastro TOTALE!

  25. … infatti chi ha presentato l’esposto vuole proprio far saltar fuori il problema!
    E ti assicuro che è partito dai numeri ufficiali, li ha corretti con parametri oggettivi e con semplici considerazioni è arrivato ai numeri che vi ho riferito: fatto 100 i morti in provincia di Bergamo, nelle province di cui ti ho detto i morti sono a 15!
    Poi posso anche essere d’accordo che ci possano essere stati anche altri fattori, ma senza quegli eventi scatenanti si sarebbe tutto ridotto a poco più di una normale amministrazione …. non al disastro totale!

  26. Grazie, Lorenzo! 🙂
    Massimo, ti chiedo scusa per questo, ma non mi fido di nessun numero. Abbiamo tristemente cominciato a interessarci al numero dei morti solo dopo questa tempesta. Come puoi esser bravo a interpretare qualcosa di fumoso al pari di questa malattia che ci inchioda (o siamo noi a starci?!?) a casa?
    Se ci pensi, ai tuoi numeri, siamo proprio dei c……i a non ribellarci sapendo che un gran numero di quelle morti sono state certamente dovute all’insensatezza delle direttive seguite. 
    Questo aspetto mi fa più rabbia dello stop all‘economia e le lesioni alla libertà degli individui.
     

  27. 21. Burioni, da buon scenziato, è riuscito a scomporre la realtà una volta per tutte. Siamo tutti avvisati da che parte è giusto stare. E se non siete d’accordo è solo perché  – non si sà come – ancora ragionate da soli. Attenti.

  28. Sintesi grandiosa Lorenzo, ma manca l’accenno a una grave conseguenza del virus: il burionismo

  29. I numeri, PURCHE’ BEN INTERPRETATI, danno delle spiegazioni oggettive.
    I cinesi che importano il virus non c’entrano proprio …. se fosse vero al quartiere di via Paolo Sarpi a Milano dovrebbero essere tutti contagiati, cosa che non è. In Cina negli ultimi tempi sono più i contagi di chi rientra con il virus preso qui …. . Nel caso specifico è stato il non aver bloccato i macroeventi di febbraio / inizio marzo, che ha causato il grande disastro.
    Guarda, gli scambi con la Cina secondo te sono più frequenti su Milano (2.300.000 abitanti l’area metropolitana), o su Como (tutto il tessile della seta) o sulle industrie di Busto / Varese oppure sui 100000 abitanti della bassa Val Seriana? Direi proprio sui primi …., il che conferma che la causa del disastro è prettamente nazionale! Di incapacità a capire cosa stava succedendo e di interessi particolari (mondi del calcio e dello sci). Su questo si sono poi sovrapposti gli interessi delle ditte del posto, gli errori nelle strutture sanitarie, la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana …. ma sono tutte cose CONSEGUENTI alla causa primaria ….

  30. Da Anonimo. Almeno per me.
    Finalmente una buona sintesi.
     
    LE 20 CHIARISSIME REGOLE SUL CORONAVIRUS1. Non puoi uscire di casa per nessun motivo, ma, se devi, allora puoi.2. TUTTI I NEGOZI SONO CHIUSI! Tranne quelli aperti.3. Non dovresti andare negli ospedali a meno che tu non debba andarci. Anche dal medico non puoi andare, purché tu non sia troppo malato.4. Quando esci ricorda l’autocertificazione che è illegale ma obbligatoria. Se non ce l’hai però non è un problema perché te ne verrà fornita una al momento del controllo.5. Le mascherine sono inutili! Però indossarne una può salvarti la vita.6. I guanti non aiuteranno, ma possono comunque aiutare.7. Questo virus se ne andrà in estate, ma forse resterà per sempre. Non ha ancora deciso.8. Dovremo rimanere rinchiusi fino a quando non raggiungeremo l’immunità di gregge, che vuol dire contagiarci tutti, ma restando rinchiusi.9. Stanno preparando il vaccino per dotarci degli anticorpi per un virus che muta e non genera anticorpi. Nel frattempo chi è guarito non può ammalarsi nuovamente, o forse si.10. Il virus non ha effetto sui bambini tranne quelli che colpisce.11. Gli animali ce lo hanno trasmesso, ma non si possono infettare … tranne il gatto che è risultato positivo in Belgio a febbraio che non aveva letto l’ordinanza.12. Avrai molti sintomi quando sei malato! Però puoi anche ammalarti senza sintomi…puoi anche avere sintomi senza stare male, o essere contagioso senza avere sintomi. A discrezione del malato.13. Per non ammalarsi bisogna mangiare sano e fare esercizio fisico. Una bella corsa di dieci chilometri in un appartamento di sessanta metri quadrati è tonificante e sviluppa la fantasia.14. È meglio prendere un po’ d’aria fresca, ma se non hai il giardino o il balcone, lascia perdere.15. Puoi farti consegnare il cibo dal ristorante a casa, che però potrebbe essere stato preparato da persone che non indossavano maschere o guanti. Quindi ti conviene far decontaminare il cibo fuori per tre ore, se non hai il cane che ti mangia tutto.16. Il virus rimane attivo su diverse superfici per due ore. No, quattro ore. Come dice? Sei ore? Forza, chi offre di più?17. Il virus si diffonde nell’aria per un metro, a volte due, ma se c’è vento forse di più.18. Hai l’obbligo di restare chiuso in casa con i tuoi familiari, ma non devi assolutamente farti trovare chiuso in macchina con i tuoi familiari.19. Non abbiamo cure, tranne un medicinale contro i reumatismi ed uno contro il colera … la scienza sta facendo passi da gigante!20. Questo virus è mortale, ma non troppo, tranne che a volte può portare ad un disastro globale. In Italia ha già fatto molte vittime, ma forse meno degli anni passati e comunque, se sei in una casa di riposo, SCAPPA!

  31. Massimo, non posso fornire una spiegazione logica, ma non mi faccio bastare le partite e le aziende che continuano a produrre.
    I cinesi sono dappertutto e ritengo che i loro scambi con la madre patria siano sempre stati intensi. Io no, ma la maggior parte degli italiani si serviva in negozi cinesi, ancora una volta sparsi in tutto il territorio. Non soltanto bazar, ma parrucchieri, ristoranti, estetistemassaggiatriciequalcos’altro, bar, sarte, calzolai. 
    Non mi accontento di questa spiegazione. Ritengo ci sia altro, ma non so dir cosa.
    Direi di lasciar perdere i numeri, poiché ci hanno tratti in inganno da subito e ancora continueranno a farlo. 

  32. Mi sembra molto possibile che sia accaduto qualcosa nelle zone più colpite, prima o anche durante la diffusione del virus.
    Grazia, a Bergamo l’ho già scritto cosa è successo: se stimi che dei 44000 allo stadio San Siro in tale occasione se ne sono contagiati 1/3 con 3 contagi in serie trovi la stima dei contagi totali esposta dall’Eco:
    44000 * 33% = 14500 * 2,7 * 2,7 * 2,7 = 285000
    (2,7 è la media contagi per persona variabile tra 2,4 ed oltre 3 a seconda delle fonti)
    La differenza di 20000 contagiati sarebbe la condizione di espansione naturale senza l’evento scatenante, quella che giustifichebbe i 700 morti su 4800!
    E’ ovvio che NESSUNO abbia interesse a far saltar fuori il problema: ci sono responsabilità a TUTTI i livelli della catena autorizzativa.
    SOLO UN EVENTO SCATENANTE DI QUESTA PORTATA PUO’ AVER CAUSATO UN RAPPORTO DI CONTAGIATI UFFICIALI  DA 1 A 8 / 1 A 9 TRA BERGAMO E LE PROVINCE VICINE (LECCO, COMO, MONZA, VARESE, LA STESSA MILANO).
    NB: l’avviso dell’OMS di estrema attenzione alla pandemia risale al 30 gennaio. Ma in provincia c’erano polmoniti strane e contagiose già da ottobre 2019, ossia ancor prima del novembre in cui in Cina stimano che sci siano stati i primi casi (non ufficiali). Quanti italiani saranno rientrati prima di Natale dalla Cina? E guarda caso in provincia a fine anno numerosi casi di polmoniti atipiche segnalate dai medici di base ….
     
     

  33. Peppe, sebbene la preoccupazione non mi abbia mai abbandonata, ho avuto forti dubbi sin dall’inizio a proposito della propagazione del virus al sud. Questo alla luce degli intensi scambi esistenti tra settentrione e meridione anche prima che migliaia di persone tornassero a casa. 
    Basti pensare ai numerosi insegnanti che lavorano su e tornano giù almeno ogni quindici giorni, e non menzioniamo autotrasportatori, autisti di tutti i mezzi, rappresentanti, studenti e turisti.
    Mi sembra molto possibile che sia accaduto qualcosa nelle zone più colpite, prima o anche durante la diffusione del virus. Che cosa in particolare, a meno che qualcuno non lo espliciti, per il momento non ci è dato di saperlo. 
    Confesso che questi quindici giorni di attesa fino al 3 maggio mi lasciano inquieta. Mi sembra evidente che dappertutto ci siano dei piccoli segnali di apertura, ma non so perché mi sembrano forieri di tempi più duri.
    Naturalmente spero ardentemente di essere in errore.

  34. @Agilulfo (36)
    Comprensibile il desiderio di rientrare per seguire genitori soli e anziani (da vedere quanto applicabile al totale dei fuggitivi), meno l’ammassarsi nelle carrozze dei treni.
    Uno strano modo di manifestare d’aver compreso misure come il distanziamento sociale e l’evitare gli assembramenti e di esprimere comportamenti responsabili.
    A latere, che abbia inciso o meno sulla diffusione al sud lo si può dire (forse) adesso che sono passate settimane. Allora, quando il tutto era ancora in divenire, la cosa destò parecchia preoccupazione.

  35. A proposito di disuguaglianze: visto che i nostri governanti appaiono sempre azzimati, imbellettati e ben pettinati, i loro estetisti e parrucchieri non sono soggetti alle restrizioni nazionali? 

  36. Esatto Grazia,
    mentre si assiste a filmati, come quello che è girato su Whatsapp dove nella zona di Napoli, una persona nella sua casa in un condominio filma il piazzale sotto a casa sua, colmo di poliziotti e di extracomunitari che stavano a cazzeggiare in giro, mentre la polizia non faceva NULLA!! Addirittura uno si è spogliato davanti a loro e ancora NULLA!! A un certo punto l’autore del filmato ha iniziato a gridare imbestialito alle forze dell’ordine, con giusta ragione.
    Un mio amico ama dire in questi casi “Leoni con le pecore, a pecora con i leoni”.. Questa è l’Italia purtroppo

  37. Andrea, ho già raccontato della scenata plateale condita di urla e insulti da parte dei vigili nei confronti di un signore rumeno qui a Zafferana (a cui temo sia seguito un verbale), mentre diverse auto con italiani passavano indisturbate.
    In Italia è normale che il successo di ogni pratica – burocratica, giudiziaria, di concorsi, e via di seguito – dipenda sempre dall’interlocutore (lo conosciamo? è campanilista? è uomo? è donna? ama il suo lavoro? è lì per tirare a campare?).
    In questo periodo tutte le forze dell’ordine sono sotto pressione, proprio come noi, e va da sé che tirino fuori il meglio delle loro possibilità, in positivo e in negativo, talvolta anche con abuso d’ufficio. 
    Tutto il dispiegamento di forze e mezzi a cui stiamo assistendo inermi (megafoni, quad, elicotteri, droni, numero esorbitante di unità per singoli casi),  mi fa venire in mente tutte le volte che ho atteso decine di minuti al telefono chiamando il numero delle emergenze per incendi, disordini e violenze, e le volte in cui mi è stato riferito che non c’era personale a disposizione per intervenire.

  38. Per Alberto Benassi (40): guarda, ho verificato per accedere ai famosi 600 Euro. Sono fuori per 65 Euro tra l’incassato 1° trimestre 2020 e il 67% dell’incassato 2019. E sai perchè? Perchè un cliente non mi ha pagato una fattura pure emessa a gennaio 2019 e tuttora insoluta. Se ci fosse stato questo pagamento sarei rientrato nei termini (*§£$%àòç@?!!!!!!!).
    Per l’intervista a Jansen (39): corretto ciò che dice, ma tuttavia a Bergamo è successo proprio il contrario! Stimano 305000 contagiati (per le ragioni esposte, il dato è quello del giornale locale dell’11 aprile) al 10 aprile ma quelli ufficiali sono solo 10000 … ed in effetti con gli ospedali al collasso e con la pratica IMPOSSIBILITA’ a ricevere visite mediche a casa tranne che per ricoverare un ammalato (il che, vista la situazione, significava comunque morte certa o quasi, ma in ospedale) si sono tenuti i loro vecchi a casa e li hanno fatti morire a casa, senza tampone, quindi senza certificazione della causa del decesso.
    Ora se rileggi il mio intervento al numero 13 ti renderai conto che se i parenti di un morto volessero chiedere un risarcimento, con la mancata classificazione COVID non lo potrà chiedere e se la salma è stata cremata neppure saranno possibili esami necroscopici sulla salma, vale a dire: morti inutili (v. sempre al 13) e per giunta non (potenzialmente) risarcibili.
    Proprio un bel quadretto, non vi pare?

  39. Un aneddoto raccontato da un conoscente che abita vicino a casa mia: abitiamo in una zona residenziale vicino alla tangenziale di Modena. Tra le ultime case e la tangenziale c’è un terrapieno artificiale della lunghezza di 300/400 mt, alto 5-6 metri,  che a distanza di anni dalla realizzazione ora è “verde”, con piante, fiori, ecc. Una specie di parchetto urbano anche piacevole.
    Questo terrapieno separa le case appunto dalla tangenziale, che sono praticamente appiccicate ad esso. Ebbene questo conoscente stava facendo una passeggiata su di esso, ed a un certo punto sono arrivati rappresentanti delle forze dell’ordine non specificati (vigili urbani suppongo) che con i megafoni gli hanno detto che “li’ non si può stare”, e con risentimento se ne è dovuto andare.
    Sulla base di COSA?
    Nei giorni scorsi sono andato anch’io a passeggiare su questo terrapieno con i figli, è un giro che da casa mia tra andata e ritorno è circa 1 km. Credo che se fosse successo a me sarebbe montata una rabbia sorda… perchè quando ci sono andato ho incrociato in tutto 3-4 persone, e ci siamo ovviamente incrociati a qualche metro di distanza.
    Sono d’accordo con Michelazzi quando dice  “Ognuno agisca in coscienza.IO sono una PERSONA e agirò a questo modo!”

  40. Grazie, lo conosco e credo l’abbiamo proposto anche sul blog.
    Ma è certamente interessante e magari qualcuno se l’è perso. 

  41. Assolutamente concorde con Stefano Michelazzi: se ci mettiamo d’accordo e ti adatti al facile vengo con te!
    P.S.: volevo scrivere “te lo appoggio fino in fondo”, ma poi magari equivocavi! 🙂

  42. . Ma allora io di cosa campo?

    Non ti preoccupare, lo stato c’è….ti ricordi ??  “potenza di fuoco e liquidità immediata”

  43. .Non scarico l’app e non metto il braccialetto dei detenuti: non sono un animale da marchiare, non sono un delinquente da braccare. I miei nonni hanno combattuto e hanno pagato con il sangue la libertà che io ho ricevuto.

    perfettamente d’accordo.
     

  44. Stanno pensando di limitare gli spostamenti nella regione di appartenenza, nel mio caso in Lombardia. Ma il mio lavoro di libero professionista in campo tecnico ora come ora è tutto fuori regione.
    Come risolviamo il problema? Chiederò che mi facciano tampone e test sierologico. Ma immagino già la risposta: test e tamponi solo per le persone a rischio. Ma allora io di cosa campo? Sto valutando di presentare denuncia (con destinatari da determinarsi) contro questa disposizione addebitando tutti i danni diretti ed indiretti conseguenti. Ma con la celerità della giustizia italiana probabilmente creperò prima di fame …. o di debiti! Ed allora? Qualcuno ha suggerimenti da dare?
    Saluti.
    MS  

  45. Giuseppe Balsamo (23): le “fughe” erano ampiamente prevedibili, ma ugualmente non è stato fatto niente per gestirle.
    Non ho problemi ad aggiungere che sono anche più che comprensibili. Penso che, se mi fossi trovato nella situazione di quelli che sono “scappati”, anche io avrei per lo meno preso in considerazione l’ipotesi di farlo. Ad esempio conosco persone con genitori soli ed anziani che abitano in un’altra regione, per le quali non è stato semplice decidere cosa fare.
    A latere, non mi sembra che ad oggi ci siano evidenze che tali “fughe” abbiamo causato un aumento dei contagi nelle regioni che hanno ricevuto i “fuggiaschi”.

  46. A PROPOSITO:sono una Guida Alpina, non rappresento le Guide Alpine ma ne faccio parte. I miei colleghi non sono responsabili delle mie scelte come allo stesso modo non sono responsabile io delle loro.In caso che lo sciaccallaggio mediatico o da social tentasse di cavalcare il mio scritto o qualunque evenienza derivante ve la potete mettere in quel posto!Tradotto in italiano: PACE E BENE!

  47. Ho trovato questa mattina questa considerazione che mi sento di condividere in quanto recita posizioni che condivido pienamente.Senza aggiungere nulla di più se non che la situazione che viene ipotizzata (fino a che non sarà definita si tratta solo di ipotesi), riprende perfettamente i più catastrofici libri e film di fantascienza che tutti abbiamo visto come prodotti della fantasia.Il 4 maggio, il sottoscritto riprende la sua vita nelle proprie mani com’è stabilito non da leggi, trattati, accordi vari ma dal solo fatto di essere vivi ovvero esseri che per qualche ignoto motivo esistono.Riprendo ad arrampicare (è la mia vita e non me la toglieranno) anche perché tutte le cose che avrei voluto fare, intendo tentare di portarle a termine, prima che magari un ubriaco al volante magari tracciato con app, braccialetti vari e chissà ancora cosa, mi investa e se la porti via senza che nessun provvedimento possa fare qualcosa.Ognuno agisca in coscienza.IO sono una PERSONA e agirò a questo modo!Peace and love

    Tao Roberto
    16 h

    “Leggo stamattina che con l’inizio della fase 2, sarà possibile uscire a patto che si scarichi sul proprio smartphone l’app Immuni in modo da poter essere sempre tracciati in qualunque spostamento. A chi non avesse uno smartphone verrà dato un braccialetto elettronico sul modello dei detenuti in libertà controllata. Chi non avesse uno smartphone e rifiutasse il braccialetto elettronico rimarrà invece a casa in attesa di tempi migliori.Vi dico cosa farò io.Dunque, da oltre 2 mesi eseguo da brava cittadina tutte le disposizioni emanate dal Governo Conte a seguito dell’emergenza sanitaria.Le ho scrupolosamente rispettate tutte: limitazioni di ogni sorta, quarantena, igiene, mascherina, guanti, distanziamento sociale, astensione dal lavoro, etc. Non che non vedessi incongruenze, forzature, esagerazioni ma, stando alla situazione di emergenza negli ospedali per un tempo limitato era doveroso adeguarsiPerò…Dopo oltre 2 mesi di leggi speciali mi chiedo: qual è la vera dimensione dell’emergenza sanitaria?

    I bollettini di guerra che vengono recitati ogni sera vengono poi massicciamente ridimensionati dall’Istituto sanitario nazionale dopo aver esaminato le cartelle cliniche dei deceduti
    Quanti sono morti a causa di terapie sbagliate, errori medici (certamente in buona fede), ritardi negli interventi, impreparazione del sistema sanitario?Quanti a causa dei tagli alla sanità?
    Quali sono le reali motivazioni per cui bergamaschi e bresciani hanno pagato un prezzo altissimo all’epidemia, motivazioni che, appare evidente, c’entrano poco con il virus?
    Se quindi la reale dimensione dell’emergenza sanitaria è molto diversa da come viene presentata, la base su cui poggiare tutta la legislazione di emergenza è molto, molto più ridotta. E già così sarebbe difficile da giustificare.Ma il Governo, al contrario, rilancia, con ulteriori limitazioni dei diritti costituzionali e, cosa ancora più grave, A TEMPO INDEFINITO.Non solo stanno per essere approvate applicazioni assurde derivanti dal distanziamento sociale (pensate a cosa potrebbe succedere nelle scuole, nei trasporti pubblici, nei negozi, centri commerciali, teatri, stadi, etc,).Non solo stanno rendendo obbligatori vaccini, quelli antinfluenzali, che non solo non hanno niente a che fare con il Covid ma che, secondo uno studio del Pentagono, lo favorirebbero addirittura.Adesso vorrebbero mettere il braccialetto dei detenuti alla popolazione priva di smartphone e confinerebbero ai domiciliari i contrari.Direi che la misura è colma.Ecco quindi quello che farò.Fino al 4 maggio continuerò a rispettare ugualmente e scrupolosamente tutti i provvedimenti in atto.Il 5 maggio esco.Riprendo il pieno possesso dei miei diritti costituzionali. Vado a visitare la mia famiglia e i miei parenti e a provvedere se del caso alle loro necessità (art. 29 Costituzione) dopo oltre due mesi di quarantena.Torno a lavorare perché ho una famiglia a cui provvedere. Torno a lavorare perché il mio lavoro è la mia dignità.Non scarico l’app e non metto il braccialetto dei detenuti: non sono un animale da marchiare, non sono un delinquente da braccare. I miei nonni hanno combattuto e hanno pagato con il sangue la libertà che io ho ricevuto. Non sarò io a tradirli.Non accetto nessun trattamento sanitario obbligatorio, men che meno sui miei figli. Mengele e le sue atrocità erano ben presenti ai Padri costituenti quando scrivevano l’art. 32Non mi interessano le multe, non mi interessano le denunce: sono provvedimenti incostituzionali.Non mi interessa la derisione che potrei ricevere per questa mia decisione. Non mi interessa la delazione. Non mi interessa la cattiveria. E non mi interessa neanche il pericolo al quale potrei andare incontro. Sono un essere umano libero. E per me non è importante come si muore, ma come si vive.”

  48. L’articolo di Geri Steve è altrettanto interessante. Forse possiamo spostare la nostra conversazione. 

  49. Da Repubblica:
    “I numeri da riscrivere: “I morti per il virus sono 10.000 in più”
    22 APRILE 2020
    Il bilancio Istat dei decessi di marzo e aprile certifica che la strage potrebbe essere stata di proporzioni maggiori rispetto ai dati ufficiali
    DI LUCA FRAIOLI
    ROMA – Mancano all’appello 10mila morti, settemila nella sola Lombardia. Che le vittime dell’emergenza coronavirus fossero assai più di quelle ufficiali lo si sospettava. Ma ora ci sono i numeri, le statistiche e la scienza a confermarlo. “Stimiamo un numero di decessi reali, dovuti direttamente o indirettamente all’epidemia, molto superiori a quelli riportati nei bollettini giornalieri del Dipartimento delle Protezione Civile: nelle province maggiormente colpite come Bergamo si arriva a piú del doppio”. Comincia così lo studio diffuso ieri da un gruppo interdiscipinare di scienziati, tra cui i fisici Giorgio Parisi, Enzo Marinari, Federico Ricci-Tersenghi, Luca Leuzzi e il biologo Enrico Bucci, che ha preso in esame i dati della mortalità in Italia nel periodo 22 febbraio – 4 aprile così come sono stati forniti dall’Istat.
    Comparando questi dati con quelli degli anni precedenti relativi alle stesse settimane, gli scienziati hanno osservato che in molti comuni delle regioni più colpite dalla pandemia il numero di decessi, non solo è stato sensibilmente più alto rispetto alla media stagionale degli anni precedenti, ma che lo scarto è assai superiore al numero di decessi certificati dalla Protezione Civile come dovuti al Covid-19. In Lombardia, per esempio, negli anni scorsi morivano in media nello stesso periodo dell’anno circa 11mila persone. Tra il 22 febbraio e il 4 aprile 2020, nel pieno dell’emergenza coronavirus, i decessi sono stati invece 27mila, con un eccesso dunque di 16mila morti, ma di questi solo 9mila sono stati riconosciuti ufficialmente come causati dal Covid-19.
    E i rimanenti 7mila? Stesso interrogativo per i 1100 decessi in eccesso e non certificati Covid dell’Emilia Romagna, o i quasi 400 della Liguria. Estendendo a tutta la Penisola questo approccio, gli autori dello studio arrivano a stimare quante sono le morti totali in Italia sfuggite ai conteggi della Protezione Civile: “Al 4 aprile 2020”, scrivono, “il numero reale di decessi in eccesso dovuti all’epidemia (in modo diretto ed indiretto) era circa 25.000”. E il 4 aprile il bollettino ufficiale delle 18 registrava invece un numero totale di morti pari a 15.362. Ci sarebbe dunque una differenza di 10mila decessi non certificati.
    Come sono morti? La risposta è in quella parentesi: in modo diretto ed indiretto. Le ipotesi, infatti sono due, secondo gli autori dello studio. “Possono essere morti da coronavirus avvenute fuori dagli ospedali e dunque non certificate per questo motivo. Oppure si potrebbe trattare di decessi causati indirettamente dall’epidemia: molte persone, che avrebbero avuto bisogno di cure per altre patologie o incidenti, hanno rinunciato a rivolgersi alle strutture sanitarie perché le sapevano al collasso, o se lo hanno fatto non sono state assistite”. Il caso di Bergamo è esemplificativo: oltre all’altissimo numero di vittime ufficiali (2425) ce ne sono altre 3000 non conteggiate e che probabilmente hanno a che fare con il collasso degli ospedali cittadini.
    Per capirne di più Parisi e colleghi hanno sfruttato una caratteristica ormai consolidata del coronavirus: uccide più gli uomini che le donne. E sono andati a vedere come si distribuiscono per sesso i 10mila decessi che mancano all’appello. Ebbene non c’è una netta prevalenza di maschi, segno che avrebbero pesato molto le morti causate “indirettamente” dal coronavirus. In particolare, in Lombardia ci sarebbe stato un numero di decessi collaterali pari a circa la metà di quelli dovuti direttamente al virus: circa 5mila morti non-Covid contro circa 10mila morti Covid. “Sono vite che si sarebbero potute salvare se i sistemi sanitari fossero stati preparati adeguatamente”, dice Enrico Bucci. “Questo dovrebbe far riflettere profondamente su quanto l’organizzazione dell’emergenza e il mantenimento dei servizi essenziali permetta di ridurre l’impatto di una epidemia”. L’analisi dei dati sulla mortalità dice anche un’altra, triste, verità: “Il picco dei decessi c’è stato alcuni giorni prima di quello che si evince e dai numeri ufficiali”, conclude Bucci. “Segno che nelle prima fasi dell’epidemia molti morti ce li siamo persi”.”
    Al 10 aprile a Bergamo c’erano 2667 morti ufficiali e 4800 morti differenziali calcolati comune per comune, in funzione della fascia d’età, rispetto ai dati di mortalità del 2019.
    Come si fa a dire ‘abbiamo risparmiato 38000 morti’? Su quali basi?
    Saluti
    MS

  50. Sulla contabilità/stato delle cose a Bergamo (dal 1h00’39”): https://www.youtube.com/watch?v=Z7OTlpoOEWw&app=desktop

  51. Posso andare ad ammucchiarmi con degli estranei in qualche ufficio, officina, supermercato, ecc. e allo stesso tempo posso essere sanzionato per una passeggiata solitaria, o in compagnia di un convivente.
    Coerente.

  52. Alex, ma se non si sa nemmeno il numero effettivo dei morti o l’incremento della mortalità rispetto agli anni passati, come si fa a dire “Dai dati statistici e dagli studi degli epidemiologi ci siamo risparmiati, pare, 38.000 morti (in più).”?
    Credere ai numeri senza pretendere di conoscerli per analizzarli.
    Credere “a prescindere” all’autorità senza verificarne le ragioni e mettere in dubbio la ragionevolezza di quello che comandano.
    Obbedire a norme evidentemente stupide senza protestare.
    Accettare una comunicazione che si basa e incentiva ignoranza e paura.
    Non è un ragionamento teorico contrario al senso pratico: è quello che sta avvenendo e che fa paura.
    Io l’ho definito essere sudditi.
    In giro vedo poliziotti, carabinieri, vigili urbani e financo guardia di finanza che controllano, ammoniscono, rimproverano e sanzionano gente che passeggia senza mascherina, filmati di droni e elicotteri su sentieri e coste e ci sono oltre 100000 (centomila) aziende che non hanno mai chiuso:  dov’è il maggior pericolo di contagio?
    400€ di multa se ti allontani più di 200m da casa e nemmeno un’azienda chiusa d’autorità?
    Così si diventa “italiani” cercando di ritagliarsi i propri spazi, eludendo o applicando a modo proprio e chiudendo così il cerchio: se tutti hanno qualcosina sulla coscienza, nessuno può chiedere conto a qualcun altro e tutto si fonda sulla discrezionalità (il re che concede ai sudditi)
    E’ una mentalità che si costruisce e si rafforza.
    Anche dicendo “non si può fare altro”

  53. Il virus non ha gambe, le sue gambe siamo noi…meno “camminiamo” e meno viaggia.

    Se non incontro nessuno posso viaggiare finché voglio che il virus non va da nessuna parte. Se incontro qualcuno, anche a 10 metri da casa, allora ENTRAMBI dobbiamo indossare la mascherina, mantenere la distanza, evitare contatti ravvicinati.
    La distanza che percorro non c’entra niente.
     

  54. Peppe e Alberto,
    la seconda che avete detto!
    Alex, che ci siamo risparmiati 38.000 morti com’è dato saperlo? La fonte è sempre quell’oracolo che campeggia in salotto davanti al divano o, peggio, in ogni stanza della casa?
    L’immagine del virus con le gambette è veramente buffa!!
    (A 2 minuti da casa mia stamattina ho scoperto un sentiero sorprendente!).

  55. Nella sostanza sono d’accordo anche se, per quel che ho capito, è una supercazzola da ragionamento da filosofo teoretico e psicologo (!) + un  ragionamento forse troppo sicuro/assoluto (da ingegnere). 
    Dai dati statistici e dagli studi degli epidemiologi ci siamo risparmiati, pare, 38.000 morti (in più).
    Le tre specialità dello  scrivente sono un bel mix ma i ragionamenti sono purtroppo contrari al senso pratico. Il virus non ha gambe, le sue gambe siamo noi…meno “camminiamo” e meno viaggia.

     

  56. Ho 59 anni e sono abbastanza in forma, senza essere un fenomeno. Come dice Paleari nel suo bellissimo libro “La Montagna e il profumo del mosto” dopo i sessanta il declino è inevitabile

    59, cicco il culo Marcello! 
    dopo  i 60  serrato in casa e buttavano via la chiave.
    io ne ho 60 e 4 mesi….che faccio mi sparo in testa oppure sparo a qualche esperto?
    siamo fori di testa!

  57. Cara Grazia, Peppe mi piace! 🙂
     
    Silvestri, hai fatto un discreto elenco.Ci mancano solo le fughe verso sud alla comparsa dei primi provvedimenti (23 febbraio)
    https://www.open.online/2020/02/25/coronavirus-fuga-studenti-da-nord-a-sud-italia-caro-voli/
    le ulteriori fughe all’inasprirsi dei divieti (8 marzo)
    https://www.open.online/2020/03/08/coronavirus-fuga-dal-nord-folle-alle-stazioni-di-milano-e-treni-presi-dassalto-foto/
    fino alla chiusura totale, che se non erro è dal 23 marzo (solo un mese fa – pare una vita!).
    Oltre al contrappasso, una possibile conclusione logica di quello che hai scritto è che per evitare quegli errori si sarebbe dovuto chiudere prima.
    Ma, visti i comportamenti sottolineati, si sarebbe potuto chiudere meglio ?

  58. In occidente, dove abbiamo perso il contatto con Natura e sacralità di Vita, dovremmo tutti cominciare a essere filosofi.

  59. In Italia a ogni lavoratore e in particolare a quelli che rischiano la vita, andrebbe affiancato un filosofo.

  60. Massimo, il patto tra cittadino e istituzioni nella mia breve esperienza di vita, non l’ho mai avvertito. 
    Figuriamoci ora.

  61. Scritto ruffiano come pochi sul tema, tutto volto a  solleticare ( mi pare con successo ) piu’ gli istinti che la testa. Ma e’ tutta teoria, Balsamo ha ragione. La pratica sconta la necessita’ di tagliare delle norme a prova di italiano ( non tutti sono sabaudi come Crovella ) per i grandi agglomerati urbani. Norme che in effetti non hanno alcun senso per chi abita in piccoli paesi di campagna/montagna. Qui e’ l’applicazione che dovrebbe trovare ragionevolezza e flessibilita’.
    In ogni caso, io credo per fortuna, non sapremo mai come sarebbe andata senza confinamento.  Quindi teoria a buon mercato.

  62. Capite perché di fronte ai fatti come vi ho descritto concordo al 1000% con il fatto che ciò che sta accadendo sta scardinando il patto tra cittadini ed istituzioni? In questo senso è veramente gravissimo, al di là delle precise responsabilità istituzionali!

  63. Massimo, mamma mia!
    Io mi faccio forte del fatto che secondo il ministero è possibile accudire persone anziane. Mi muovo prestissimo al mattino solo per la pace che mi trasmettono certe ore del giorno e per rendere ancor più sacro il mio gesto.

  64. Grazia, la persona di cui parlo non ha il telefono e in altra occasione sono stato contattato per interposta persona. Non ha neppure l’acqua corrente in casa … in una piccola frazione di 35 residenti (tutti anziani) in Val Camonica… stavo infatti pensando di trasgredire esplicitamente le regole e nel caso mi blocchino passare la notizia ai giornali…

  65. Caro Peppe (ti chiamerei così se fossimo intorno al tavolo di un rifugio 🙂 ),
    ho voluto accostare l’aggettivo “surreale” alla realtà ospedaliera di certe aree del nord perché ritengo inaccettabile quanto abbiamo lasciato accadere e, dunque, lontano dalla realtà.
    Naturalmente volevo essere provocatoria nell’elenco di pratiche casalinghe che ho proposto, ma non credo si discostino molto dalla media delle famiglie italiane – per lo meno cibo, tabacco, televisione e debiti, mentre alcol, violenza e disperazione fanno purtroppo compagnia a una larga fetta di popolazione, più di quanto si pensi. 
    Ma nessuno sembra preoccuparsi concretamente di ciò che accade dentro le case. Sembra solo vitale che ci stiamo, ma non importa come. Non mi sembra vengano diffusi metodi per mantenere sano il nostro stato di salute fisica e mentale.
    Massimo, da anni compio piccoli gesti per una vecchietta che sta un po’ più su in montagna. Inutile dire che la mia presenza è stata cancellata da un giorno all’altro e sembrava che lei lo avesse accettato. Poi un giorno al telefono si è messa a piangere sciogliendo cuori e convinzioni. Così di tanto in tanto all’alba le porto la spesa e il mio amore. 

  66. Ma, GRAZIA, restare in casa non vuol mica dire fare quelle cose lì, dai, su…
    E poi cosa sarebbe la realtà “surreale” degli ospedali ?
     
    L’articolo va preso principalmente come esercizio teorico. Se fossimo in Svezia, forse…
    Alcune osservazioni sono pure condivisibili, ma su altre risponderei all’autore di parlare per sè.
    Ma, sarà percaso un intellettuale di sinistra ? 🙂
    (Perchè poi, in Italia, nell’esposizione del proprio pensiero debba per forza finirci qualcosa di ideologico, io non l’ho mai capito).
     
    P.S. Mai sopportato gli hashtag. A prescindere.

  67. LA LEGGE DEL CONTRAPPASSO
    In febbraio ed inizio marzo – non so se ve ne siete accorti – sono accadute cose terribili. Solo a Bergamo la mancata adozione di determinati provvedimenti sono costati almeno 4000 morti in più su 5000 (sommando quelli ufficiali da covid che i decessi in più rispetto alla media storica del periodo). Il conto per Lodi, Cremona, Brescia è ancora tutto da fare.
    Avete provato a guardare una carta della Lombardia? Riferiamoci ai contagi ufficiali, per semplicità! Metà regione è allineata con il resto d’Italia: Varese, Como, Lecco, Sondrio, Monza, la stessa Milano (in rapporto alla diversa densità abitativa) ma per molti versi anche Pavia e Mantova hanno tassi di contagio modesti, comunque non superiori a quelli di altre regioni. Bergamo, soprattutto, ma anche Lodi, Cremona e Brescia molto, ma molto più alti, di un’ordine di grandezza! E’ evidente che ci sono cause precise e vanno ricercate in macroeventi aggregativi, anche intesi in relazione alla popolazione interessata.
    Vi espongo alcuni esempi:
    * partita Atalanta – Valencia 19 febbraio: 4% dell’intera popolazione della provincia di Bergamo a San Siro. Dopo 4 giorni, in contemporanea, tifosi del Siviglia contagiati e l’inizio del casino all’ospedale di Alzano.
    * partita del Codogno a Codogno del 14 febbraio con il Mapello (Bg): 3000 persone su una popolazione di 15000 abitanti, dopo che il Codogno ha giocato ad Albino (sempre bassa Val Seraiana, ma che strano!) la domenica prima;
    * partita della Cremonese a Cremona il 16 febbraio con il Trapani: 6700 persone, il 9% della popolazione di Cremona;
    * partita Brescia Napoli del 21 febbraio 14700 spettatori, 7,3 % della popolazione di Brescia;
    * assalti (questi, sì veramente criminali indici di una terribile ignoranza da parte della gente di cosa c’era in giro … !) alle piste da sci nei fine settimana dell’1 e dell’8 marzo (poi il 9 marzo hanno chiuso tutto): 14000 persone il Valcamonica l’1 marzo, diventate 20000 l’8 marzo, circa eguali in Val Seriana.
    Risultato: a Bergamo 4800 morti il 10 aprile in più rispetto alla media storica! Se l’evoluzione fosse stata quella delle altre città menzionate all’inizio i morti sarebbero stati 700! Stima che i contagi reali siano più del 40% della popolazione contagiata a Schilpario, a Foppolo, a Valbondione, in tutta la media Val Seriana, in tutta la media Val Brembana: RECORD MONDIALE!
    La Procura di Bergamo ha già dal 14 marzo, con 3 successive aggiunte, tutti questi dati. E non risponde a chi ha presentato l’esposto. Questi dati li ha già anche Mattarella, dall’11 aprile. Anche qui nessuna risposta.
    E’ evidente che in ciò che è successo (non dopo, negli ospedali, ma con la causa prima scatenante …) ci sono responsabilità enormi, a tutti i livelli, ed anche nell’industria del calcio tale che per la partita giocata dal Brescia a porte chiuse a Modena all’inizio dei marzo qualcuno sul giornale locale di Brescia aveva avuto il coraggio di scrivere che il risultato era stato falsato … ed ora vogliono riaprire il campionato! Voi questo come lo chiamate?
    Signori miei, altro che runner!
    Probabilmente qualcuno si è reso conto della cappellata megagalattica fatta … ed allora – CONTRAPPASSO!! – tutti chiusi in casa (a passarsi l’un l’altro il virus se uno della famiglia malaguratamente l’aveva preso!, altra str…a!).
    A 300 m da casa ho il bosco della collina. Nel bosco non c’è nessuno. Perchè mai non posso andarci? Mi farebbe bene, dopo tanta immobilità! NO!
    Ci sono sacche di povertà materiale (non spirituale, qui c’è ricchezza, una ricchezza infinita) terribile, anche nelle nostre valli. E’ da qualche tempo che porto un piccolo aiuto in valle ad una persona. Ma non potrei muovermi. Telefono ai CC per un consiglio: guardi, sarei dovuto andar su già un mese fa … cosa posso fare, me lo consegnate voi? NO, LEI NON PUO’ MUOVERSI DA CASA!
    Capite ora perchè in questo periodo sono furibondo?
    Saluti.

  68. Li avrete visti tutti quelli che si scostano la mascherina per fumarsi una sigaretta, no? A quelli, se fanno un lavoro ritenuto da eroi di questi tempi, non dice niente nessuno e invece io m’incazzo! Questo articolo dice cose sacrosante ma allo stesso tempo mi rendo conto che è impossibile per il Governo farsi capire. Vagando ripetutamente tra gli strali del mesopotamismo itterico, ho notato l’assoluta assenza della presenza di uno scomparso prodromismo che in verità c’è ma è assente. Scusate, imitavo Merlo.
    Riprendo dicendo che nessuno sa come si poteva fare. Nell’ambito del gognablog mi chiedo cosa penserà Crovella e la sua schiera di benpensanti sostenitori (Crovella non ce l’ho assolutamente con te e ti rispetto, solo che mi sei sempre sembrato maledettamente convenzionale, noioso e poco incline a uscire dai binari in cui ti sei messo dalla nascita di sabauda ubicazione, e vabbè) del iorestoacasa e basta!
    Io a casa ci sto benissimo. Sto trascorrendo un periodo straordinariamente piacevole e sto facendo un sacco di cose belle dentro casa e pure fuori, perché abito sul limitare del bosco dove non vive, né c’è, nessuno. Ma penso continuamente a chi non ha questa fortuna (in realtà me la sono voluta io) e vive in città e vedeva nella montagna la maledetta valvola di sfogo. E ora come si sfoga? Mangiando le torte? Guardando la TV? (che menomale che non ho).
    Ho 59 anni e sono abbastanza in forma, senza essere un fenomeno. Come dice Paleari nel suo bellissimo libro “La Montagna e il profumo del mosto” dopo i sessanta il declino è inevitabile. Penso che vorrei fare ancora tante cose in quella parte di vita che mi resta e ora questa situazione mi sta portando via (sono un maledetto egoista!) percentualmente una fetta enorme di tempo per fare quello che dà un senso alla mia vita. Oltre naturalmente ai miei amati figli, mia moglie, il mio lavoro (che non faccio da due mesi), mia madre e quelle cose lì. Mi arrovello e scavo intorno a casa, costruisco opere inutili che mi sembrano utili e poi vado nel bosco. Lo risalgo fino a dove finisce e proseguo abusivamente nel nulla, prima di tornarmene a casa. Iononstoacasa se non faccio male a nessuno e neppure a me e, secondo Zaia,  ora rispetto pure la legge.

  69. Leonardo, abbiamo profusamente discusso sulla realtà tanto separata quanto surreale degli ospedale al netto di tutte le misure che sono state prese e non prese.
    Non sappiamo se l’autore non abbia avuto perdite in famiglia o fra i suoi familiari.
    E poi in questo periodo è lecito alcolizzarsi, rendersi dipendenti dagli zuccheri, ingrassare, insidiare il nostro sistema immunitario, darsi al tabagismo, naufragare nella depressione, accentuare gli atti di violenza in seno alla famiglia, contrarre debiti con gli istituti bancari o soggiacere allo strozzinaggio, inebetirsi sul divano abbronzandosi davanti ai riverberi di discorsi slogan e talk-show perpetrati fino allo sfinimento, e persino morire di fame.

  70. Mi spiace, ma a costo di attirarmi gli strali dei partecipanti al blog – che vedo compatti favorevoli all’articolo – io non sono d’accordo.
    Accano ad annotazioni qua e là condivisibili (come quella sulla crocifissione dei runners e di chi fa attività all’aperto e quella sui peggiori istinti delatori che sono emersi in questo periodo), la tesi di partenza, e cioè che non si dovesse adottare come e misura  di distanziamento sociale il divieto di uscire,  al netto delle considerazioni filosofiche sulla libertà, sconta a mio avviso un difetto di fondo: non tiene conto della realtà concreta del Paese.
    Premesso che  in assenza di vaccino il c.d. distanziamento sociale nelle epidemie come quella attuale è  l’unica misura riconosciuta come efficace (si vedano i precedenti della SARS del 2003, di Hendra nel 1994, di Ebola nel 1976, 2000 e 2007 per citare i più conosciuti) come sarebbe stato possibile attuare un efficace distanziamento sociale in Italia senza obbligare in casa la popolazione?
    Dice Manzotti , sull’obbligo di non uscire che “è altrettanto evidente che non si tratti nemmeno di una misura necessaria, perché basterebbe stare a distanza e seguire le norme previste dalla OMS (mascherine, lavaggio mani, ecc.)”.
    Certo, è vero, ma come si sarebbe potuto applicare questa misura con la popolazione in giro normalmente, magari al lavoro, nei treni nelle metropolitane, sugli autobus, ecc?
    Insomma, mi sembra una accattivante speculazione teorica, fatta magari nella luce soffusa dello studio con un brandy in mano e una musica classica di sottofondo, mentre nell’ospedale di fronte…..
     

  71. Io sono un istintivo che si incazza e si esalta facilmente. Confesso che questo articolo mi ha esaltato, è riuscito a tirar fuori da me quello che da un mese provo e rimugino senza essere capace di dirlo, di esprimermi, di giustificarmi. Ora, grazie a questo saggio dalle verità lampanti tutto mi è  chiaro: siamo sottomessi o forse peggio (chi non vuol capire legga le dichiarazioni del premio Nobel Montagnier e faccia le sue deduzioni), siamo in balia di slogan sbagliati e di parte, proprio come sotto le dittature, politiche o religiose che siano. Il testo magistrale di Manzotti credo abbia solo un difetto, se difetto lo si può chiamare: la gente sottomessa che si nutre di slogan e di televisione non legge un articolo così lungo, in certi punti anche ripetitivo. È anche vero che bastano le prime pagine per “capire”, per “illuminarsi” ma una versione ridotta di questo saggio adatta alle masse osannanti agli hashtag dei governanti e dei loro discussi e litigiosi consiglieri, sarebbe senza dubbio molto utile per tentare di uscire dal pantano in cui tutti ci troviamo.

  72. Il paradigma descritto nell’articolo viene, ovviamente, reiterato anche per quanto riguarda la miracolosa app che ci permetterà di “sconfiggere” il virus più rapidamente.
    Tante rassicurazioni che “la privacy sarà garantita”, ma niente di concreto su come funzionerà, evidentemente perché il popolo bue non è in grado di capire.
    “L’alternativa alla app è ancora la privazione della libertà”.
    E via così.

  73. bravo Manzotti.
    E’ l’ora di svegliarci dall’anestesia che ci hanno infilato nel cervello .
    Ci hanno contagiato di diffidenza e paura.

  74. Ha scritto molto bene esattamente quello che, malamente, ho cercato di comunicare io in diversi post di questi giorni: grande Manzotti, molto bravo!
    E grazie.

  75. “VF IoRestoACasa” compare persino sul display del telefonino al posto di “Vodafone”, certamente parte attiva in questo sistema che sta annichilendo la dignità e i diritti di uomini e cittadini.

  76. Bellissimo ritratto della situazione, basta fare un giretto su https://gognablog.sherpa-gate.com/proposte-per-ripartire/per entrare in contatto diretto con alcuni dei punti toccati da Manzotti.
    Aggiungerei qualcosa in più, tanto per rincarare la dose dei fenomeni sociali che sono “esplosi” alla luce di questi tempi.
    Una delle massime assurdità sono considerare che i runners (mettiamo nella categoria qualsiasi persona che abbia tentato di sfruttare la residenza forzata trovando nel passeggiare o nello jogging una valvola di sfogo) siano un pericolo, ma ancor più assurdo che gli stessi lamentino che sia colpa di quelli che fino a ieri non correvano e stavano in poltrona ovvero trovare un colpevole ad ogni costo per scaricarsi le colpe. Quindi la solidarietà che solitamente accomuna chi vive la stessa situazione, viene scambiata con un tentativo di scaricare la colpa su qualcuno ancora più “cattivo”… “Ho sbagliato ma c’è ben altro!”
    Quello che poi è veramente allarmante è che anche davanti all’evidenza di un sistema che ha calpestato tutti i diritti costituzionali della persona ed ancor di più i diritti fondamentali, per il rispetto dei quali la comunità si è spesa per decenni, si faccia finta di non vedere e si considerino necessari…
    Si riesce a comprendere molto bene come mai nel ventennio ci fossero 50 milioni di fascisti.

  77. “Accettare il diktat dello stare a casa senza ragione non è solo un rischio sanitario (il danno che tanti avranno da questa inutile clausura domestica) ma soprattutto il fallimento del patto di ragione tra stato e cittadino.”
    Questi sono ragionamenti già sentiti, ma non accettati dalla parte più “puritana” del paese. 
    Concordo al 100%

  78. Esperti, specialisti, narrazione, delega, controllo sono il buono del virus.
    Argomenti e concezioni mediamente mai messe in osservazione, avranno di che rivelare a tutti i portatori di ideologie varie.
    Sempre che si voglia rivedere le suggestioni che finora abbiamo creduto realtà.

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