La misteriosa nuova pista da bob di Cortina

Cortina. Per tre anni è stato pensato un progetto sbagliato. Poi si sarebbe dovuto creare un viadotto alto 20 metri e lungo 250. Infine c’è stata una correzione in extremis. È così che è stato pensato una specie di “ottovolante”, con colate di cemento e terrapieni comunque vertiginosi. C’è poi il sistema di alimentazione, per creare il ghiaccio, che utilizzerà l’ammoniaca. E i costi lievitano da 61 da 85 milioni di euro.

La misteriosa nuova pista da bob di Cortina
di Giuseppe Pietrobelli
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 1 luglio 2022)

Sveliamo tutti i segreti della misteriosa pista da bob di Cortina per le Olimpiadi 2026. Per tre anni è stato pensato un progetto sbagliato, perché troppo veloce e con eccessive accelerazioni gravitazionali. Così, per rendere accettabile il percorso, si sarebbe dovuto creare un viadotto alto 20 metri e lungo 250, ai piedi delle Tofane. Un mostro. Per questo c’è stata una correzione in extremis, probabilmente sulla spinta delle proteste di ambientalisti ed opinione pubblica, oltre che per le osservazioni delle federazioni sportive.

Stato attuale pista da bob parte bassa. Clicca per ingrandire.

È così che è stato pensato una specie di “ottovolante”, con colate di cemento e terrapieni comunque vertiginosi. Il costo è già lievitato a 85 milioni di euro, con un balletto del piano economico-finanziario rispetto ai 61 milioni indicati solo qualche mese fa. C’è poi il sistema di alimentazione, per creare il ghiaccio, che utilizzerà l’ammoniaca, a dispetto di quanto era stato dichiarato ufficialmente. In ogni caso, se e quando verrà realizzata, la nuova pista “Eugenio Monti” non avrà lo stesso percorso di quella delle Olimpiadi del 1956, come avrebbe voluto il governatore Luca Zaia, né di quella dismessa nel 2008. Sarà tutta un’altra cosa, alla faccia di chi ha sempre sostenuto che si tratterà di una semplice “riqualificazione”, com’é scritto ancora oggi nei documenti della Regione Veneto.

Soluzione 1, con viadotto, più impattante (parte bassa). Clicca per ingrandire.
Soluzione 2 (probabile scelta) meno impattante, con più curve e più lunga (parte bassa). Clicca per ingrandire.

Ilfattoquotidiano.it è in grado di svelare i contenuti del progetto rimasto finora top-secret. È stato discusso a fine novembre 2021 e nel gennaio 2022 dalle Federazioni di bob, skeleton e slittino. Ora è arrivato sul tavolo della Conferenza dei servizi, composta dagli enti amministrativi locali e da quelli che sovrintendono al rispetto di piani e vincoli che gravano sull’area delle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’Unesco. Fino ad oggi le informazioni sono state distribuite con il contagocce, ma siccome si è arrivati alla stretta finale, era inevitabile che le notizie trapelassero.

Stato attuale con campi da tennis

Un progetto sbagliato
I documenti (ma solo dopo l’incarico ricevuto il 30 dicembre 2021) portano la firma del progettista, l’ingegnere tedesco Uwe Deyle, della società Planungsbüro Deyle GmbH che ha sede a Stoccarda e che da Torino 2006 (impianto da 100 milioni di euro ormai in rottamazione) a Pechino 2022 si è occupata dei principali impianti da bob olimpici. Responsabile unico del procedimento è l’ingegnere Alessandra Grosso, dirigente della Regione Veneto. Procuratore dei tedeschi è l’ingegnere Ludovico De Lotto. Il primo progetto prevedeva di rifare la “Monti” così com’era. Si trattava della soluzione CL.10.1.GT, sviluppata nel 2019 a livello di pre-fattibilità, su incarico di Coni Servizi, in preparazione del dossier olimpico, che ha consentito di ottenere l’assegnazione dei Giochi. Lo scorso novembre le federazioni internazionali contestarono un problema rilevante: troppo elevate le velocità massime e le forze G (gravitazionali) a cui sarebbero stati sottoposti gli atleti nella parte bassa del percorso. Testuale: “Il punto più basso non potrà essere a livello dei campi da tennis, perché le velocità raggiunte sarebbero troppo alte, perciò dovrà essere accettata una differenza di quota di circa 20 metri tra la pista e la quota dei campi da tennis”.

Soluzione 1, più impattante, con il viadotto alto 20 metri

Il mostro
Ecco materializzarsi lo spettro di un mostro in calcestruzzo, praticamente un viadotto lungo 250 metri e alto 20, che occuperebbe un sesto della lunghezza complessiva della pista. È questa la conformazione finale a cui è arrivata l’evoluzione del primo progetto (nuova sigla CL10.15.2GT), per evitare che i bob si trasformassero in proiettili lanciati a velocità folle. Un pugno nello stomaco. Per questo è stata elaborata (grazie ai tedeschi) una soluzione alternativa (sigla: CL13.4GT) che è finita sul tavolo delle decisioni finali. Le variazioni sono significative: viene introdotta una chicane a forma di 8, tutta a nord della palestra di roccia. “I campi da tennis non saranno oggetto di intervento, la palestra di roccia non sarà all’interno del tracciato e le costruzioni a sud non saranno interessate”. Questo il risultato, che sembra salvare capra e cavoli, ma con l’effetto che le curve da 16 diventano 18, la lunghezza del tracciato di gara cresce da 1.495 metri a 1.512 metri, la lunghezza totale della pista da 1.982 metri a 2.001 metri. I terrapieni per le nuove curve sono comunque impressionanti, anche se si assicura che verranno coperti d’erba.

Pianta della prima opzione che ricalca la vecchia pista Monti. Clicca per ingrandire.

La scelta
A quasi parità di resa dal punto di vista sportivo, la seconda soluzione “a otto” è stata preferita, non solo perché più attrattiva. “Dopo la curva Cristallo viene proposta una soluzione che disegna un diverso tratto finale della pista rispetto al tracciato storico, compiendo un giro completo sul versante alle spalle della palestra di roccia e incrociando per due volte il tracciato dopo la curva Cristallo e la curva Antelao. Questa soluzione comporta un effetto molto meno significativo rispetto all’opzione 1”. La simulazione è comunque impressionante. Nel primo caso la sopraelevata oscura lo sfondo delle vette della conca ampezzana, nel secondo caso l’impatto è meno evidente, anche se il serpente di ghiaccio e cemento è pur sempre imponente. La seconda soluzione, che sarà preferita, comporta però un eccesso di 11.160 metri cubi di terra, 2.322 metri cubi in più degli 8.838 metri cubi della prima soluzione (che utilizza la sopraelevazione in cemento). Annotazione finale dei progettisti: “La soluzione con il viadotto non è percorribile dal punto di vista delle esigenze di tutela paesaggistica”. Sarà anche così, ma gli ambientalisti avranno di che sbizzarrirsi, solo a guardare le planimetrie.

Pianta della seconda opzione con “otto volante”. Clicca per ingrandire.

Edifici
Sono sei gli edifici da realizzare per un totale di 18 mila metri cubi e quasi 5.000 metri quadrati. La partenza uomini richiede una superficie di 1.895 metri quadrati e 10.730 metri cubi, quella femminile 385 metri quadrati e 1.660 metri cubi, per gli junior è di 110 metri quadrati e 280 metri cubi. Altri 1.035 metri quadrati se ne vanno per l’arrivo, con una costruzione di 3.650 metri cubi (una parte su due piani fuori terra). C’è poi la cabina S, storico cimelio della “Monti” sulla curva Antelao da ristrutturare. Infine gli impianti di refrigerazione richiederanno altri 1.300 metri quadrati di superficie e 880 metri cubi fuori terra.

Impianto ad ammoniaca
Sembrava che l’ammoniaca sarebbe stata messa da parte, invece sarà usata per un sistema di refrigerazione “di grande scala”. Con un sistema indiretto (refrigerante solo in sala macchine) servono al massimo 4 tonnellate e mezzo, con il sistema diretto servono 30 tonnellate di ammoniaca. Un punto sicuramente critico è l’utilizzo dell’acqua del torrente Boite per raffreddare l’impianto, che secondo alcune ipotesi potrebbe essere combinato con quello del Palaghiaccio.

Un balzo a 85 milioni di euro
Un punto già dolente sono i costi. Quando in autunno la società di ingegneria DBA PRO eseguì per conto della Regione il Documento di fattibilità delle alternative progettuali indicò un costo di 60 milioni 750 mila euro, cifra che contribuì a preferire il rifacimento della pista Monti, rispetto al trasferimento delle gare a Innsbruck (come avrebbe voluto il Cio e come aveva dichiarato il presidente Thomas Bach). Quei 61 milioni di euro, che hanno già attirato il finanziamento totale del governo, sono ormai superati, con una crescita del 40 per cento. Il nuovo quadro di spesa indica 65,9 milioni di euro per i lavori: 35,2 milioni per la ricostruzione della pista, 6,4 per gli edifici, 8,7 per la refrigerazione, 6,4 per gli impianti elettrici, 4,1 per strade, tunnel e ponte, 2,8 per idraulica, 1,9 milioni per oneri di sicurezza. La stazione appaltante ha altri 17,1 milioni di euro a disposizione per voci varie, tra cui imprevisti (2 milioni), progettazione-direzione lavori (6 milioni) e Iva (7,6 milioni). Il totale? Una bazzecola da 85 milioni di euro, salvo ulteriori rincari.

Ancora, opzione 2 “Otto volante”

Il commento
di Carlo Crovella
Sono circa 15 anni che sostengo a spada tratta che i grandi eventi sportivi internazionali non hanno più senso, almeno nella loro versione “elefantiaca”. Non sono più occasioni di incontro e confronto (sportivo, umano, ideologico), ma esclusivamente occasioni di business. Questo risvolto esistenza anche in precedenza, ma ora è totalitario. Cioè non solo ha preso il sopravvenuto rispetto al risvolto “sportivo” degli eventi, ma esiste SOLO il business. Pensiamo agli imminenti (dicembre 2022) mondiali di calcio in Qatar: le decine di stadi, iper-moderni ed iper-evoluti, sono davvero le proverbiali “cattedrali nel deserto”. Lo stesso, anzi peggio ancora, per le Olimpiadi invernali, che inevitabilmente inquinano e danneggiano un paesaggio (come quello alpino) già in crisi per altri motivi, quasi tutti riconducibili ad azioni antropiche. Non possiamo più permettercelo: stiamo letteralmente scavandoci la terra sotto ai piedi. Anzi stiamo cementificando la terra su cui poggiamo i piedi: il prossimo passo sarà cementificarci i piedi e allora tutto sarà perduto. A chi mi obietti che proprio le Olimpiadi invernali del 2006 hanno innescato un rilancio promozionale di Torino, rispondo che è vero, ma che, per pura causalità storica, proprio in quell’evento è coinciso l’apogeo dell’equilibrio fra “valore sportivo” e “valore economico” dei grandi eventi internazionali. C’era l’obiettivo di business con anomalie ingiustificabili (come la pista di bob di cesana Torinese, completamente esposta a sud, con il ghiaccio che si scoglie per il sole…), ma c’era ancora un equivalente valore sportivo negli eventi.

Opzione 1 con il viadotto

Da allora, sono appunto 15 anni abbondanti, c’è stato solo più l’irrefrenabile superamento del valore economico rispetto a quello sportivo: pur di giustificare il business, gli eventi sportivi si sono espansi in dimensioni e in fagocitazione di nuove porzioni di territori. Sono trascorsi “solo” 15 anni, ma sembra un secolo, tanto intenso è stato questo fenomeno. Le fasi finali di Mondiali e gli Europei di calcio hanno sempre più squadre partecipanti, con la scusa ipocrita di aumentare lo “spettacolo sportivo”, quando invece il vero motivo è costruire sempre più stadi, sempre più fabbricati, sempre più infrastrutture (e generare sempre più “$” per i vari soggetti coinvolti). La Formula 1 è andata a correre in circuiti tecnicamente “delle balle”, ma di nuova costruzione e posizionati, guarda caso, in Cina, a Singapore, ad Abu Dhabi: altri milioni, probabilmente miliardi, di “$” varati, investiti, intascati. Il ciclismo ha visto nuove competizioni in Argentina, Nuova Zelanda, Arabia Saudita: tutte cose che richiedono nuove strade, larghe, lisce, perfettamente asfaltate (anche in pieno deserto!).

Modello della pista che è stata scelta (con evidenziate le massicciate in cemento)

Il pianeta ha altre priorità: deve salvare l’ambiente e deve risolvere le criticità impellenti, come la siccità, i fenomeni meteorologici “estremi”, la carestia, il grano ucraino, il gas russo… Oltre al danno ambientale, quello che mi addolora è lo svilimento dello sport, inteso come “ideale sportivo”, ormai asservito alle esigenze del business. Se Pierre de Coubertin, l’inventore delle Olimpiadi moderne, sosteneva che “l’importante è partecipare”, oggi la parola d’ordine è diventata “l’importante è intascare”. Eliminiamo Olimpiadi, Mondiali, Europei: o quanto meno riduciamoli a gare ristrette (con eliminatorie in precedenza), in modo tale da ridurre l’esigenza di “nuovi” impianti.

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La misteriosa nuova pista da bob di Cortina ultima modifica: 2022-08-04T05:13:00+02:00 da GognaBlog

30 pensieri su “La misteriosa nuova pista da bob di Cortina”

  1. 30
    Luciano Regattin says:

    Quando pensi di aver toccato il fondo, ma questi stanno ancora scavando…
    100 euro a cranio per una discesa, e con questa splendida idea si và addirittura in attivo!
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/07/06/olimpiadi-il-colpo-di-magia-la-pista-da-bob-sara-sostenibile-come-triplicando-i-prezzi-per-i-turisti/7219109/#cComments

  2. 29

    Comunicato stampa del Club Alpino OItaliano
    Milano, 18 aprile 2023
    A quasi quattro anni dall’aggiudicazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano e Cortina, possiamo affermare che quelli che dovevano essere, come riportato nel Dossier di candidatura, “i Giochi invernali più sostenibili e memorabili di sempre, fonte di ispirazione per cambiare la vita delle generazioni future” sono smentiti dai fatti.

    Club Alpino Italiano, Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, Pro Natura, Touring Club Italiano e WWF osservano che una manifestazione come le Olimpiadi, occasione per affermare il valore dello sport come strumento di pace e di dialogo tra popoli e culture, se non progettata e realizzata sostenibilmente può contribuire ad avere un impatto negativo su aree fragili come le montagne favorendo ulteriore consumo di suolo, con aggravi ingiustificati della spesa pubblica, peggioramento della qualità dell’ambiente, del paesaggio e, quindi, della vita degli abitanti.

    Del resto, la scelta dei Governi che si sono succeduti negli anni seguenti all’assegnazione di procedere al commissariamento delle opere, di adottare la “clausola PNRR” per velocizzare gli iter, di non effettuare una Valutazione Ambientale Strategica nazionale – come richiesto per due anni invano dalle associazioni di protezione ambientale – e di evitare le procedure di Valutazione di Incidenza Ambientale per gli interventi nei siti Natura 2000 conferma che le prossime Olimpiadi rischiano di essere sostenibili solo a parole.

    I ritardi poi nella progettazione, nell’apertura dei cantieri e nella realizzazione delle opere, fino a ora lamentati, non sono certamente imputabili alle associazioni stesse.
    Emblema di queste Olimpiadi “sostenibili” – senza voler qui prendere in considerazione la quantità di interventi “connessi e di contesto”, perlopiù opere stradali, giustificati dalla necessità di velocizzare il traffico automobilistico, che in gran parte non saranno pronti per il 2026 – è il rifacimento della pista da bob di Cortina “Eugenio Monti”. Costruita nel 1923, è stata ristrutturata più volte fino alla chiusura definitiva nel 2008, quando in Italia funzionava ancora l’impianto di Cesana, in Piemonte, realizzato ex novo al costo di 110 milioni di euro per i Giochi di Torino 2006 e chiuso nel 2011. Che la pista da bob sia un’opera-feticcio più che una necessità per lo svolgimento dei Giochi lo confermano una serie di dati e fatti:

    • Tra bob, slittino e skeleton nel nostro Paese sono un’ottantina circa gli atleti iscritti alla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) abilitati a gareggiare;
    • I costi di realizzazione sono cresciuti nel tempo diventando proibitivi; dai 50 milioni di euro previsti inizialmente si è passati a 85, poi a 102 milioni e oggi si parla di 120 milioni;
    • La storia della vecchia pista di Cortina e di quella più recente di Cesana insegna che i costi di gestione post evento sono insostenibili e che il nuovo impianto è destinato a chiudere in breve tempo;
    • Certi e gravi sono i costi ambientali della pista: la deforestazione (20mila mq con l’abbattimento di 200 larici storici secondo le dichiarazioni, ma oltre 25mila mq a un attento esame del progetto definitivo, cosa che richiede quindi una Valutazione d’Impatto Ambientale), il prelievo di acqua dall’acquedotto comunale (oltre 3.000 metri cubi) per la formazione del ghiaccio in un territorio già sofferente dal punto di vista idrico, l’impiego di sostanze chimiche necessarie alla refrigerazione, oltre al paesaggio che verrà modificato per l’imponenza e le caratteristiche della nuova struttura;
    • Da ultimo, al Comitato Internazionale Olimpico (CIO) interessa solo che ci sia una struttura idonea per le gare, non necessariamente “nuova” o localizzata in Italia. Non dimentichiamo il precedente delle Olimpiadi di Squaw Valley, nel 1960, quando il CIO stesso prese atto della decisione degli statunitensi di non costruire la pista da bob perché eccessivamente costosa sia nella realizzazione sia nel mantenimento (in quell’occasione non furono svolte le gare, né assegnate le medaglie).

    A nulla sono valsi finora gli appelli delle associazioni di protezione ambientale che hanno sollecitato un approccio realistico e pragmatico sulla questione. Le associazioni hanno chiesto al Governo italiano, alla Regione Veneto, al Comune di Cortina d’Ampezzo, al CONI e alla Fondazione Milano-Cortina 2026 di rinunciare al progetto di abbattimento e ricostruzione della pista “Eugenio Monti”, suggerendo invece l’uso della struttura di Igls, in Austria, affittandola per le gare.

    Sul tema – e su quello più generale di come garantire la sostenibilità dei Giochi – è sempre stata impossibile ogni sorta di reale interlocuzione e confronto: per questo motivo le associazioni di protezione ambientale sostengono con convinzione il ricorso al Tar del Lazio contro il Commissario Straordinario del Governo, la società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa (SIMICO), il Ministero della Cultura, la Regione Veneto, il Comune di Cortina e altri soggetti intrapreso da Italia Nostra, legittimata a ricorrere in giudizio per interessi ambientali e culturali, contro il nuovo progetto della pista da bob di Cortina.

     

  3. 28
    Luciano Regattin says:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/08/olimpiadi-2026-pista-bob-cortina-costo/7033923/
     
    Ecco qua, siamo già a 120 milioni e non è stato ancora mosso un dito.

  4. 27

    La pista di bob di Cortina non è per nulla misteriosa e si farà.
    E’ notizia di pochi giorni fa.
     
    L’avevo già scritto e per quanto la mia opinione non abbia alcun peso e io stesso abbia diversi amici ampezzani bobbisti che sarebbero felicissimi di avere una pista in casa, continuo a domandarmi perché in occasione di questa olimpiade invernale si continui a parlare di sostenibilità quando nella pratica non si fa assolutamente nulla per onorarne almeno pochi propositi.
    Cortina sarebbe passata alla storia, in un momento come questo, in cui ogni azione a favore dell’ambiente e del risparmio energetico ed economico è vista con enorme positività, affidando la prove di bob alla vicina pista di Innsbruck.
    Cortina avrebbe fatto un manovra di marketing a costo zero di proporzioni enormi e di ricaduta di immagine sensazionale, senza calcolare l’inutile spreco (perché solo di enorme spreco si tratta in pratica) di denaro pubblico. Invece no!
    Gli orientamenti politici leghisti, che chiaramente sono poco o nulla europeisti (il federalismo padano ne è una prova lampante), uniti a un cieco orgoglio regionale (sono anch’io veneto, cazzo!) hanno la meglio su ogni buon senso.
     
    Un’occasione mancata per fare persino bella figura! Peccato.
     
     
     

  5. 26
    Luciano Regattin says:

    A consuntivo si supereranno sicuramente i 100 milioni, siamo in Italia, se non qui, dove? 
    E in ogni caso, volendo ci sarebbe a gratis la pista di Innsbruck (articolo di oggi sul Fatto Quotidiano, ma se metto il link non parte il post), ma poi i prenditori chi li tiene a bada?
     

  6. 25
    Riva Guido says:

    Gli 85 milioni di Euro adesso sono diventati 93 (Corsera del 20.01.2023).

  7. 24
    Luciano Regattin says:

    Mi viene da fare un’ulteriore considerazione, riguardo al costo esorbitante dell’opera. Trasformando gli 85 milioni di euro in vecchie lire, risultano 164 miliardi! Ma se qualcuno nel 2001 avesse previsto questa cifra per una pista da Bob lo avrebbero mandato al rogo. Con questo denaro ci costruivi un quartiere residenziale da zero, comprese opere di urbanizzazione, con un migliaio di alloggi, altro che un’unica pista da Bob.

  8. 23
    Fabio Bertoncelli says:

    “tranne che x i prenditori che vinceranno gli appalti?”
     
    Caro Luciano, ecco il nocciolo della questione! Tutto il resto può andare a puttane.
     
    Ma ciò che mi fa davvero imbestialire è come ci prendono spudoratamente per il c**o: “ “Ci sono tutti i requisiti di sostenibilità economica, sociale ed ambientale”.
     
     

  9. 22
    Luciano Regattin says:

    85 milioni di euro buttati al vento, per uno sport che conta 50 praticanti in tutta Italia, ma, all’ultima conferenza, il commissario di governo Santandrea tira dritto ed ha il coraggio di affermare che “ci sono tutti i requisiti di sostenibilità economica, sociale ed ambientale”. Verrebbe da affibbiargli qualche epiteto poco leggibile, ma meglio sorvolare.
     
    Mi piacerebbe leggere le argomentazioni dei sostenitori dell’opera, quelli che “i soliti ambientalisti da divano, venite voi a vivere in montagna”. Davvero non spendereste in modo davvero più sostenibile quegli 85 milioni? Ma vi rendete conto che è come buttarli nel cesso, tranne che x i prenditori che vinceranno gli appalti? 

  10. 21
    antoniomereu says:

     L ha spiegato bene ieri sui giornali locali Zaia ;la pista di Bob come contropartita Milano Cortina, merce di scambio per tutte le portate del grande piatto olimpico…poco importa il numero di adepti della disciplina che potrebbe in futuro  anche calare …non mi sembra ci sia stata la fila in Piemonte , terra densamente più abitata.
    Quindi tovagliolo ben annodato e buon pranzo.

  11. 20
    Luciano Regattin says:

    19. A me fanno ridere quelli che quando l’argomento è la pista da bob, o qualsiasi altro, se ne escono con i loro benaltrismi.  Se avessi dato un’occhiata al blog ti saresti accorto che di piste di sci e di impanti se ne è parlato eccome. Dopodiché se più impianti=più praticanti spiegaci come mai l’impianto di Torino giace abbandonato.

  12. 19
    Maurizio says:

    A me fanno ridere coloro che parlano di impatto ambientale sul quale concordiamo tutti comunque. Ma costoro perchè non fanno altrettanto con le piste di discesa libera dove hanno sventrato milioni e milioni di ettari di montagne e varchi alpini per fare degli impianti da sci. Sono un grande frequentatore di montagne ed amo il trekking, ho visto in stagione estiva degli obbrobri allucinante a causa degli impianti sciistici però questi vanno bene vero? Tra l’altro con una vastità di territorio rispetto al quale la pista da bob fa davvero sorridere!!! Qualcuno sosterrà che è una questione di praticanti! Eh certo, se tu non hai gli impianti i praticanti non ci saranno mai!!!
    Ma di cosa stiamo parlando!!!!

  13. 18
    albert says:

    Per nonriripetereglitsssierroi qualidfattorihannodanneggiaolele vecchie piste di bob?( di cortina e cesana) esposte aifattori atmosferici e geologici??nelle nuova manovra finanziaria ci saranno soldi veri?

  14. 17
    Massimo says:

    Fuori dalle Olimpiadi!

  15. 16
    Massimo says:

    Ma,.sinceramente, cosa c’è di sportivo nel Bob, come nella formula 1  d’altronde???

  16. 15
    albert says:

    L’importante’ e’pertecipare ,NON ESAGERARE!!!NUOVO SLOGAN-MANTRA DA CAMBIARE, non vale per i giocatoriseriali dellspecialitaà sportiva frenetica, “gratta la schedina  “

  17. 14
    albert says:

    siamo uomini delfare mi dll’esagerare , chissà quante volte risuonerà nelle prossima campagnaelettorale tanti che loanno votato Il govrenatoredel veneto  ma non lo ascoltanoe nelle perifrie  inVeneto continuano ad annaffiare l’erbetta del prato e a costruire piscinette private.Dopo un venerdì di temporeloni strada Alemagna interrotta da frane:nelle vecchiapist aMontionti sisfogava acqua piovana??”

  18. 13
    Egidio Bona says:

    Ha ragione il Prof. Vittorino Andreoli: l’Homo sapiens sapiens si è evoluto (si fa per dire) in Homo stupidus stupidus. Tristezza infinita!

  19. 12
    antoniomereu says:

    Albert senno’ che misteriosa è scusa?
    Ciao

  20. 11
    albert says:

    il viadotto e’ in galleria chiusa ? e chi li vede!!!solo un circuito di telecam.e interno

  21. 10
    albert says:

    qualcuno avrebbe interese a darein affitto i propri impianti nazionali alle altr squadre sportive per allenamenti l’errorè meter e in gioco organizzazione  OLimpiadi il concetto di orgoglio prestigio di nazionalità..regione..provincia…Noi avere pont e più lungo, e giù con il ponte sullo stretto.

  22. 9
    Matteo says:

    “i grandi eventi sono business che durano il tempo dell’evento, fanno arricchire chi partecipa alla gestione/preparazione dell’evento mai poi lasciano un deserto di macerie.”
    Si, direi che è un’applicazione di quanto Naomi Klein aveva presagito quindici anni fa.
    Ma era pazza, fanatica, antioccidentale, pauperista, illusa e PIL, stabilità, governabilità e tasso di sconto regnano, sovrani incontrastati.
     
    Ora l’economia delle grandi è all’opera anche in montagna

  23. 8
    andrea dolci says:

    Smetttiamols di ripetere la bufala che le Olimpiadi hanno rilanciato Torino. Sicuramente sono state l’occasione per dare una rinfrescata città ma il flussi turistici nel medio periodo non sono assolutamente aumentati.  Crovella parla come un libro stampato: i grandi eventi sono business che durano il tempo dell’evento, fanno arricchire chi partecipa alla gestione/preparazione dell’evento mai poi lasciano un deserto di macerie.

  24. 7
    albert says:

    disegno del progetto utileper costruire pista su spiaggia sabbiosa per  gioco dei t  taappi corona di bottiglie.costa meno

  25. 6
    albert says:

    et voilà con il cad e’tutto già realizzato!!!in foto  glisponsor sono autorizzati a stampare-creare euro? (col  cad e stampa laser di precisione)i bob sarà un caso che vengono pubblicizzatic ome progettati dalle stesse case automobilistiche della formula 1? gli atleti li trovano formati dove? sono robot?progettati col cad o stampati 3d  e costruiti com nacchinari a controllo numerico e di  microchip dove ne trovano?? esiste un business plan controllabile da un nostro blogger docente di economia??

  26. 5
    Albert says:

    La Formula 1 è andata a correre in circuiti tecnicamente “delle balle”, ma di nuova costruzione e posizionati, guarda caso, in Cina, a Singapore, ad Abu Dhabi: altri milioni, probabilmente ad ogni schianto piange il cuore a chi  vede in tv, martellato da spot e tira la cinghiaper procurarsi un’auto nuova.o per cambiarebiare le gomme lise e per consolarsi si scola una l attina di energy drink..buona pure in fabbrica .

  27. 4
    albert says:

    se criticassimo Sochi  diventata obsoleta finiremmo nei nuovi gulag come Navalny?
     
    https://www.italiaoggi.it/news/sochi-soffre-di-post-olimpiadi-1961845per Cortina sotto il viadotto un minicasinò per gestir scommesse sulla sopravvivenz dei bobbisti caso mai schizzino fuoripista dal viadotto..ch e dovrebbe avere reti di sicurezza da milioni di euro extra PEr alcuni impianti di Trorino2006, resiinutilizzbili dopo legare peratleti nostrani, la rispost petulante di una manager fu”ehhh!ma le spese sonostate tutt e coperte dagli sponsooor.Intanto gli atlelti italiani delle squadre giovanili andavano ad allenarsi all’estero..pur avendo una città con univerisità e scuolea disposizion  per giovani che nonvoglionoabbandonare glistudi?? e pista di pattinaggio .Pista fondo diPRAgelAto?’ SONOSPUNTATI i quella zona qualche nuovo campione o campionessa allenantisi in quelle formidabile comprensorio fucina di medaglie??? vanno in val di fiemme” dove legarre in tv sembranotutteuguali..lo sfondo dipaesaggio e’ semepre quello degli anni prima come il commento in tv r gli atlei internazionliconosocono le piste a memoria.
    se ci o fosse come specialità olimpica ufficile lo s cialpinismo, a Cortina a suon di ruspe costruirebbero montagne Artificiali?OLimpiadi soostenibili?…come si produce  il cemento’?? con impianti a legna??

  28. 3
    antoniomereu says:

    C è da sperare che i meravigliosi e unici larici ampezzani crescano i  fretta attorno agli otto volanti e tutto torni alla natura della vecchia Monti …normalità almeno per gli occhi , il cuore e l ambiente spezzati per sempre.
    Sanj

  29. 2
    Mario says:

    Al business va contrapposto il business. Il solo argomento comprensibile ai palazzinari dello sport e’ il conto economico relativo ai danni al bene comune ambientali, paesaggistici, di immagine ed economici che un’opera produrra’ Argomento ostico immagino, ma le proteste lasciano il tempo che trovano ed alla fine non portano a nulla, una azione di profilo giuridico  farebbe di piu’…qualcuno addentro a quel mondo ne sa di piu’?
    (Ad esempio la pubblica amministrazione puo’ avviare procedure di danno erariale nei confronti di soggetti che la danneggino, mentre non mi sembra esistere  una procedura giuridica di salvaguardia del bene comune contro l’interesse particolare di soggetti terzi-) Si scusi l’ignoranza in materia. 

  30. 1
    Paolo Fissore says:

    Non trovo, purtroppo, nemmeno una riga del testo di Marco Crovella che non sia condivisibile. Non è più sport, tutto “drogato” di gigantismo e dollari. Inarrestabile, credo.

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