Bivacchi, rifugi, locali invernali, mostre d’arte all’aria aperta. Il tutto vandalizzato da persone che con la montagna non hanno nulla a che vedere. Le denunce sui social media e i commenti non sembrano sortire alcun effetto. Di seguito riportiamo alcuni fatti accaduti recentemente.
La montagna vittima degli imbecilli
di Massimo Dorigoni
(pubblicato su orizzontidolomitici.wordpress.com il 4 settembre 2023)
Sempre più spesso vengono denunciati attraverso i social-media eventi attribuiti a persone maleducate e prive di ogni sentimento verso il creato e di ogni rispetto verso il prossimo.
E non è difficile notarne i danni, in quanto l’imbecille lascia sempre dietro sé delle tracce indelebili che feriscono, oltre al patrimonio naturalistico, anche le persone che quotidianamente lo curano perché i turisti e i viandanti possano goderne ammirandolo e fotografandolo.
Molti amanti della montagna rispettano e adorano l’ambiente alpino, peccato che, come viene ripetuto spesso in questi casi, “la mamma degli imbecilli sia sempre incinta”. Non bisogna fare certo di tutt’erba un fascio ma poi si sa, che per colpa di qualcuno, si tende a generalizzare.
Molteplici sono le denunce da parte di montanari, alpinisti, guide alpine, rifugisti e semplici amanti della montagna, ma questo sembra non essere un deterrente. Anzi, sembra che a volte questi individui maleducati godano nel notare le proprie malefatte attraversare i social e vedere i post riempirsi di like.
Le parole del rifugista Carlo Budel la dicono lunga sul comportamento irrispettoso non solo di chi frequenta le valli ma anche di chi sale sulle vette. Con questo post sulla sua pagina facebook, il 25 maggio 2023, denunciava un comportamento discutibile da parte di alpinisti che non sono degni di essere chiamati tali: “Comunque volevo dire a quelli che lasciano la porta del bivacco invernale aperta, non fate un dispetto a me, io ho la mia stanza dentro il rifugio, però col vostro squallido comportamento mettete a rischio la vita di persone che si ritrovano lassù con il bivacco inagibile….” e ancora: “Complimenti a quei dementi che anche quest’anno hanno lasciato la porta del bivacco aperta, nonostante le due serrature nuove. Voi che fate queste cose non andateci nemmeno in montagna, dovete solo vergognarvi”.
La guida alpina Fabio Giongo porta in evidenza con una fotografia la scritta fatta con la bomboletta spray su un sasso “A parte la scritta che è stata fatta sulla cima del Catinaccio D’Antermoia, e che non me ne frega un c…. del suo contenuto, una cosa è certa, che chi l’ha fatta del rispetto per la montagna e della cultura alpina non ne ha proprio niente!!!”, alla quale ha fatto replica con un post l’associazione Rifugi del Trentino: “In quest’estate a tratti rovente ci siamo affacciati a diverse nuove espressioni di chi frequenta la montagna e poi ne comunica. L’ultima in ordine di tempo l’ha rilevata Fabio Giongo, una delle guide alpine più esperte del Catinaccio e non solo.
In cima alla ferrata del Catinaccio d’Antermoia qualche “writer d’alta quota” ha imbrattato la roccia con un pensiero dedicato alla premier Giorgia Meloni ad inizio stagione ci confrontavamo sulle croci, adesso siamo andati ben oltre.
La politica, il dissenso, la libertà di pensiero ed espressione non sarebbe più opportuno che trovassero altri luoghi di sfogo?“
La presidente della Pro loco di Madonna di Campiglio, Giulia Cirillo, denuncia l’ennesima presa in giro alla montagna e alla sua gente:
A causa di un furto di una delle opere avvenuto negli scorsi giorni, con rammarico e delusione abbiamo preso la decisione di disallestire in anticipo la mostra fotografica Sintonia di Claudio Lanzafame, posta sul sentiero sbarrierato Patascoss-Lago Nambino per tutto il mese di agosto.
Lo scatto in questione rappresentava il Crozzon di Brenta nella sua maestosità.
Con entusiasmo era nata l’idea di organizzare una mostra fotografica a cielo aperto, proprio per dare l’opportunità a un maggior numero di persone di fruire di un’offerta culturale restando a contatto con la Natura; e visti i numerosi riscontri positivi, si era deciso di prolungare l’esposizione fino alla metà di settembre.
Episodi come questi vanno denunciati: per mancanza di educazione e rispetto di alcune persone si toglie la possibilità ad altri di poter apprezzare iniziative culturali interessanti come questa”.
Questi sono solo alcuni degli esempi ma ci sarebbe la possibilità di riportarne molti altri. Orizzonti Dolomitici con i suoi collaboratori si è già da tempo attivato per dare man forte a chi si impegna a portare ordine in questo incommentabile degrado (vedi il progetto Clean & Climb promosso dagli alpinisti e guide alpine Massimo Faletti e Matteo Della Bordella), oggi lo fa anche attraverso il suo blog denunciando e sperando che gli imbecilli diminuiscano col tempo. Per questa stupida “malattia” infatti non sembra esistere ancora una terapia.
77
Giugno 1973 gita sociale(con pullman) della sezione SAT cui sono iscritto da 51 anni.Raggiungiamo su Punta Penia 3343 la Capanna nopresidiata.Ricordo la presenza di cibo,scatolette,alimentari misti e varie a favore di emergenze con una cassetta metallica per offerte volontarie con dicitura:”Chi reca danno o si appropria dei beni ed offerte denaro è destinato,sulla via del ritorno,a perire nel più profondo dei crepacci”.Questo per testimoniare che gli imbecilli c’erano anche allora!
Sono contento di scoprire che non sono l’unico a pensare “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”, a proposito di amministratori locali, imprenditori di vario tipo, ristoratori, impiantisti, nonché (purtroppo) valligiani. Condivido anche il fatto che gli imbecilli sono ovunque: sei imbecille in pianura, lo sarai in montagna… Una cosa che mi ha colpito ultimamente è il “lavoro” degli influencer sui social. Fanno una passeggiata e la descrivono solo con superlativi assoluti, qualsiasi posto sia…. So benissimo (ci ho lavorato in mezzo) che alla fine esistono le “marchette”, ma cavoli, tutto troppo esagerato! Esempio per il quale ho scritto a uno di questi “influencer”: Albergo Miralago al Passo San Pellegrino, descritto come posto da favola, bellissimo, ecc. ecc. Già, ma il lago è poco più che una pozza e su due lati l’albergo ha parcheggi per auto sia pubblici che privati… Ci son passato questa estate! Risposta della tizia: beh, però è bello…. Si ragazza, ma meraviglioso non direi proprio… 😀
Fabio, no. Siamo arrivati alla Valsesia/Gugliermina, trovato lo sfacelo e un po’ di poesia era passata (sono sempre stato un po’ incazzoso). All’alba abbiamo cominciato a salire ma arrivati al Ghiacciaio delle Piode abbiamo deciso che forse per noi era troppo. Troppo dislivello, troppa neve, troppa fatica. Eravamo giovani e nel pieno delle forze, ma non stupidi… Mi sarebbe piaciuto riprovarci qualche anno dopo, con un po’ più di esperienza, ma la vita è andata diversamente e non c’erano più i vecchi compagni che avevano fatto altre scelte… Amen…
La Montagna è un vero dono della natura e dovrebbe essere rispettata in tutto…..chi ha tracciato vie o preparato sentieri …colui che ha la fortuna di poterli percorrere dovrebbe ringraziare e non deturpare …sporcare o quant’ altro …nel pieno rispetto di coloro che con tanta fatica hanno dato la possibilità di goderne tutti gli aspetti di questa Meraviglia…..una Preghiera……Grazie
Il vero problema non sono i cafoni o imbecilli di montagna ma semplicemente gli imbecilli sempre piu’ numerosi anche in pianura!!!!
La montagna è un luogo come la città, la collina i laghi, le spiagge, ecc.
Gli imbecilli sono equamente distribuiti tra questi ambienti da sempre.
Sono una guida e accompagno le persone un po’ ovunque. Dalle ferrate al Fitz Roy, cercando di rispettare luoghi e persone.
E voi, nel vostro lavoro cosa fate?
Si prega di non rispondere con i luoghi comuni letti fin qui. Grazie.
In attesa (vana)e speranza ( che è sempre l’ultima a dipartire) che la mamma degli imbecilli abortisca o usi altri metodi si spera che anche il babbo (per doverosa parità di genere)si adoperi in altre faccende a lui più congeniali chessò un ripasso rapido della materia onanistica.
E che mentre l “imbecille” dell’ articolo si sta f#@@#%#o la Meloni a colpi di spray qualcuno lo colga sul fatto e dimenticando i suoi peccatucci ,lapidi li su due piedi, velocemente l anonimo writer ,che tanto il pietrume a differenza dei neuroni là non manca di certo .
In attesa che a nessuno venga in mente di usare lo sverniciatore che è più dannoso della Meloni e la vernice messa insieme si potrebbe realisticamente togliere le obbrobriose scale d’ acciaio che portano al laghetto del Sorapiss oppure c è troppo conflitto d’interesse?
ciao a tutti,sono 40 anni che frequento le Dolomiti e devi dire che negli ultimi 10 anni circa la tipologia di personaggi che vedo in giro per sentieri e rifugi non c’entrano niente con la montagna. Gente che lo fa solo per farsi dei gran selfie da postare o pubblicare su qualche social. La maleducazione e il rispetto per gli altri e la natura sta dilagando. Gente su ferrate con scarpe da tennis,genitori che portano i bambini piccoli in posti pericolosi dove neanche loro si sanno muovere…e ce ne sarebbe da dire.
Marco Carzaniga, ha ragione “abbiamo” un bel niente… La colpa è tutta di regioni e località che hanno incentivato la trasformazione in luna park di lusso accessibile a tutti e promozione smodata delle località così gettonate oggi (non ovunque infatti)… vedi trentino, val d’Aosta, alto adige soprattutto e non solo comunque…
Purtroppo il problema torna sempre lì allo stesso punto. Come ho potuto leggere in diversi commenti, il punto iniziale è l’aver dato troppa visibilità agli ambienti di montagna. Le località, le province, i comuni, ecc. hanno pensato fosse “buono” incentivare e pubblicizzare le montagne, rendere agevole portare le persone (tutti i tipi di persone..) in quota e in ogni angolo delle nostre cime, ricorrere anche a influencer vari che con i loro post e video hanno reso “di moda” la montagna. Purtroppo è vero che anche i comuni e tutti quanti abitano la montagna, col turismo ci campano. Però credo che si sia esagerato. Alla fine quando tu pubblicizzi in questa maniera, poi non puoi pretendere che non ci siano anche gli imbecilli che salgono. Se c’è pieno di video che danno l’impressione sia una passeggiata andare qua e là sulle cime poi non ci si può lamentare ae c’è anche gente che con la montagna non ha niente a che fare. Purtroppo fa più comodo portare più persone possibile sugli impianti così si staccano biglietti, sulle ferrate, sui sentieri, col mezzo che preferisci e chiunque tu sia: l’importante è che poi ti bevi lo spritz al bar, consumi nei locali, alloggi e spendi, spendi. Tutto con l’obiettivo di spennare. Poi pazienza se accadono questi atti di inciviltà, è il rovescio della medaglia, l’effetto collaterale. Pazienza se quando stiamo facendo un trekking importante non troviamo più rifugio nei bivacchi perché dei ragazzini sono saliti fin là solo per far festa. Pazienza se luoghi fino a 10 anni fa idilliaci e pacifici ora sono pieni di parcheggi che manco Gardaland e code per ammirare un lago o una cima.
In pratica hanno svenduto le nostre montagne solo per soldi, a questa gente non frega nulla della natura e delle montagne, conta solo portare più denaro, più turisti. Ci sono regioni e località che ne hanno fatto una filosofia di vita praticamente.
Per noi che amiamo davvero le montagne è solo una fitta al cuore vedere tutte queste cose.
Io che abito in montagna ,riconosco che non ci sia più rispetto per l ambiente .È diventata una moda andare montagna ,ma la cultura e l educazione sono tutt altro.
Sono di Longarone(Belluno),classe 86, vado in montagna ogni volta che posso,principalmente in Dolomiti (classiche e d’oltre Piave),al limite in Slovenia. Qui faccio alpinismo nelle quattro stagioni o semplicemente salgo a vedere la natura che rinasce e si consuma. Lo faccio nel modo più ‘zen’ possibile. L’immondizia,da fine anni novanta(prima non posso sapere) è quasi sparita. Tanto che non si organizzano più quelle pulizie collettive,che tra scuole e associazioni specifiche,si facevano fino a prima del 2000 e servivano a diffondere e difendere anche la cultura alpina oltre che la natura. Noto invece un incremento esponenziale dell’occupazione (perlopiù estiva) di bivacchi e casere, sia in costa che in quota,da parte di ‘villeggianti’ che giustamente non possono e non vogliono pagare centinaia di euro per una notte in valle e credono che queste strutture ‘libere’ siano lì per farsi una seratina. Facendo alpinismo in solitaria ho spesso bisogno di punti d’appoggio per qualche traversata o scalata più impegnativa e d’estate è praticamente impossibile. Se devo dire un anno spartiacque direi il 2015. Mi hanno fatto notare che su YouTube ci sono diversi canali di gente che gira bivacchi per provare minestre in busta e barrette energetiche,può essere una parziale spiegazione. L’assurdità è che la quasi totalità degli occupanti non è lì per fare manco le alte vie o un qualche giro ad anello per sentieri marcati. Sono lì a bivaccare a vuoto. I bivacchi hanno perso la funzione di appoggio alpinistico e perfino escursionistico. Io ormai da anni sempre più spesso mi arrangio con una tenda singola,perché l’intruso evidentemente sono io. Ormai sono del partito di quelli che sopra i 1800m slm non debba esserci più un singolo paletto. Forse nelle Alpi occidentali si può salire a 2200m viste le quote più elevate(ma non me ne intendo). Però è un peccato perdere un patrimonio così per colpa di gente il cui unisco scopo è dimostrarmi che la vita non ha senso e siamo in balia del caso. Potrebbero farlo anche a Jesolo lido o al centro commerciale,mi chiedo cosa cerchino in quei luoghi remoti. Non guardano la fauna,la flora ancora meno,non salgono montagne e manco forcelle. Comunque se non servono a far roccia o esplorazioni sarebbe meglio toglierli questi bivacchi,quei luoghi riacquisterebbero un fascino primordiale indescrivibile,che oggi si può godere solo nel cuore dell’inverno e magari con marcato pericolo anche per debole sovraccarico. Mi scuso per lo sfogo gratuito. Mi piace il vostro lavoro, grazie di farlo! Carlo
Cari tutti, questo articolo dice delle cose ovvie e non aggiunge nulla, anzi da’ la sensazione di una facile generalizzazione e di voler fare di tutta un’erba un fascio.
Prego notare un particolare del testo dell’articolo: “ in cima alla Ferrata del Catinaccio ….”
E chi ce l’ha messa la ferrata? E la ferrata e’ più bella della scritta sul Presidente del Consiglio? E non è’ che magari con tutte ste ferrate in Dolomiti si è’ facilitato l’ingresso, anche, agli imbecilli?
E sempre solo colpa degli imbecilli o anche di quelli che li hanno attratti in vari modi e poi li hanno fatti entrare? Se poi mi dite che è’ giusto che una guida porti i clienti sulle ferrate mi alzo e me ne vado…
Torniamo sempre al punto: eliminiamo gli aiuti e in montagna avremo anche meno imbecilli. Certo ci sono anche gli imbecilli che scalano bene ma sono più rari, questo è’ certo. Se devi farti 2000 metri di dislivello con uno zaino di 15 kili per poi il giorno dopo fare una salita stai certo che la bomboletta per verniciare la roccia nemmeno ti viene in mente quando prepari lo zaino. Però’ se alla fine in cima al Catinaccio o nei pressi ci arrivano cani e porci grazie alla ferrata pensiamo anche a quelli che la Ferrata ce l’hanno messa e magari le guide che ci portano i clienti, altrimenti a dare la colpa solo agli imbecilli centriamo un bersaglio parziale.
Condivido appieno il commento 38 di Massimo Anile .
Buona montagna a tutti
Fate un giretto al lago del Sorapiss in luglio agosto, così per vedere l’avanzamento della civiltà.
Io quando ogni volts che vado in montagna mi commuovo e ringrazio Dio di aver creato quelle meraviglie, di avermi dato la possibilità di goderne e la forza di arrivare. Mi dispiace anche solo calpestare l’erba e smuovere casualmente un sasso.ho frequentato montagne molto belle, ho percorso ferrate molto belle e ammirato ghiacciai candidi e scintillanti. Oggi tutto sembra congiurare contro queste meraviglie : i cafoni vigliacchi, gli imprenditori senza scrupoli, il clima……
Addio montagne di un tempo
Ho letto tutti i commenti e devo dire che, a parte qualcuno, per esempio quello di Marco Vegetti, esprimono uno sdegno scontato che aggiunge poco.
Oggi i social danno un palcoscenico infinito a gesti sempre esistiti, ma tenuti perlopiù nascosti.
La retorica ci induce a ritenere responsabili di questi atti i turisti in infradito o l’urbanizzazione della montagna.
La realtà è che spesso le profanazioni non sono compiute dal milanese, ma dal local ( spesso giovane, ma non sempre) che, proprio per l’antagonismo col milanese invasore, si sente in diritto di violare e distruggere luoghi che solitamente non frequenta, al grido di “padroni a casa nostra”.
Sono magari gli stessi che tradgrediscono volentieri le limitazioni al trial…
Però è anche vero che non sempre il buon esempio viene dagli illuminati o dagli esperti, per non parlare delle stesse Guide.
Due esempi: in primis lo stato pietoso in cui per decenni (non so ora) è stata tenuta la capanna Vallot, piena di rifiuti e a volte deiezioni: non ci si arriva in infradito; il Rifugio Aosta, che per lunghi anni non fu gestito e divenne terra di nessuno.
All’ Aosta ( punto strategico sia per l’alpinismo che per lo scialpinismo vidi ( e segnalai, senza alcun riscontro) per due volte gruppi nutriti di clienti accompagnati da GA ( italiane, alune molto note) occuparlo senza lasciare una lira nella cassetta, magari tenendo anche un atteggiamento da padrone della struttura.
Anche lì, nessun ragazzetto viziatino con le Superga.
Quindi, scandalizziamoci pure, ma mettiamo le bifocali.
A volte i vandali sono più vicini di quanto si creda.
Purtroppo, di base, manca l’educazione e la punizione. Nessuna scusante per vandalismi in nessun luogo, specialmente in montagna. A chi compie qst danni, fatevi passare il tempo in altro modo e danneggiate, casomai, le vs. cose, non quelle di tutti.
Frequento la montagna da oltre 40 anni e si, è vero che anche a quei tempi si trovavano rifiuti per terra ed anche i maleducati. Quello che caratterizza l’invasione dei mufloni stagionali è la facilità nel raggiungere i vari rifugi / partenze dei sentieri grazie a funivie, seggiovie e strade! Spesso con il beneplacito dei gestori/imprenditori della ristorazione montana (per carità, devono pur lavorare). Tutto ciò attira chi nulla sa di montagna e nulla ha di cultura della stessa e le conseguenze le vediamo sempre più spesso. Esempio: nel gruppo del Lagorai ( che frequento molto spesso) ci saranno 4/5 rifugi. Lunghi avvicinamenti e rarissime seggiovie. Di conseguenza sui sentieri si trova pochissima gente. Meno sei una meta raggiungibile e più sei faticosa, meno attirerai i montanari da sfilata.
Molto interessanti i commenti di sdegno agli atti di maleducazione/inciviltà. Invito a tutti a una valutazione più “positiva”. Tra poco avrò 70 anni, ho frequentato con i miei 3 figli e moglie quasi tutte le montagne del Trentino, Altoadige, Belluno e della Lombardia: ho incontrato migliaia di persone che per il 90% rispondevano ai nostri saluti, per il 50% condivedevamo la colazione al sacco, e si scambiava qualche parola col 😊. Quando sono andato sul Brenta a 13 anni in agosto, Bruno De Tassis era sulla porta del Brentei ad accoglierci, ora con centinaia di persone accovacciate sull’erba diciamo “beh, dai, oggi siamo in pochi“. 😅
La montagna è come la politica: esprime la società del momento 🤷
Hélas !
Mais l’éducation commence au berceau.
Ho scritto al CAI Varallo nel dubbio che avessero recuperato la parte strappata portandola in archivio, nessuna risposta, né allora né mai.
Ricordo che, quando iniziai a frequentare le montagne, i rifiuti sui sentieri non erano di certo in quantità inferiore; forse erano addirittura di piú, nonostante la frequentazione minore. Rammento le scritte a vernice ORANSODA e LEMONSODA sulla Cresta Cermenati in Grigna.
Però a quei tempi non esistevano rifugi a cinque stelle né scalzacani con le infradito. E nelle Dolomiti con c’erano impianti di risalita a duecento metri di distanza l’uno dall’altro.
Io preferisco di gran lunga la montagna di allora: i rifiuti si possono eliminare facilmente, le seggiovie per gli sciatori fighetti no.
P.S. Per risolvere il problema, a volte spero addirittura nel riscaldamento climatico. Ciò lascia intendere a che punto di esasperazione io sia arrivato.
Interessantissimo studio, mi piacerebbe sapere quali sono i sentieri presi in considerazione, ma non sono riuscito a trovare nulla…comunque analizzare 475 km di sentieri non è uno scherzo!
Grazie Placido, sempre preciso e illuminante!
Secondo lo studio citato in questo articolo, effettuato su 46 diversi sentieri delle alpi nordoccidentali, su ogni km di sentiero si trovano in media 6 confezioni per alimenti (bottiglie di plastica, involucri vari, ecc.), 4 fazzoletti di carta, 3 mozziconi di sigaretta e svariati altri rifiuti.
Io piuttosto mi preoccuperei di questo.
Il commento 28 immagino sia stato scritto in ascensore.
Che vergogna !!!
La montagna per tutti :
Risultato da vedere
Tra una scritta indelebile e un rifugio lunapark con spa e servizio navetta, chi violenta di più l’ambiente?
1. Sorvegliare e punire chi, in Italia? Il Paese dove nel Parlamento siedono 40 indagati per spese pazze, accuse di falso, corruzione, peculato, riciclaggio e via dicendo? Quando nel nord Europa si dimettono per aver rubato un paio di occhiali da 100 euro, o per aver avuto rapporti con una ragazza molto più giovane? Siamo un Paese dello sbando, e in ogni caso ha ragione Comunetti, articolo un po’ così, privo di un reale interesse, fossero questi i problemi della montagna. Il problema dei bivacchi vandalizzati è di semplicissima risoluzione: si eliminano. Chi vuole dormire fuori si attrezza con una tenda.
Tanti esempi di comportamenti “diseducativi e distruttivi” verso la montagna, sono descritti nei libri di Mauro Corona, celeberrimo scrittore ed alpinista, nella rappresentazione sociologica della mentalità e della sub-cultura dei montanari, soggetti disadattati, protagonisti di scherzi feroci, bravate, risse, bevute, violenza verso le persone e le cose, ribellione verso ogni tipo di autorità…
Ahimè lo STILE CAFONAL ha contagiato troppe persone miserabili che vanno in montagna, e la sporcano anche solo con la loro volgare presenza. Si pensi solo a quelle poche vecchie baite della Conca d’Ampezzo, dove si riusciva a mangiare a prezzi accettabili, e ora sono finite in balia di buzzurri che vogliono pure l’aeroporto.
“NEL BOSCO LE BESTIE NON SPORCANO, GLI UOMINI SI’. UOMINI, PER FAVORE COMPORTATEVI COME LE BESTIE”. Visto in TV su un cartello inchiodato su un albero di un bosco calabro.
I bivacchi di bassa o media quota, entro l ora e mezza di cammino, sono stati presi d assalto durante il periodo COVID dai giovani ,e non solo, per sfuggire ai controlli.
Oggi si è consolidata questa pratica a tal punto che chi ha tempo va ad occupare il posto già al venerdì, non certo per motivi alpinistici, piuttosto per festicciole da sballo con conseguente abbandono di sporcizia vandalismi e chi più ne ha….
Se vi è capitato di incontrare gruppetti di giovani di ritorno già al mattino da qualche bivacco avrete visto lo stato in cui si conciano.
Multe? ….. Sarebbe meglio farli tornare in loco a sistemare il malfatto o mandarli a lavorare , di sabato e domenica, fino al risarcimento del danno.
Sui bivacchi in quota io non vedo questo problema, qualche anno fa ho trovato la cassetta delle offerte scassinata al bivacco MonteOrtles al Vall umbrina, cosa avranno rubato? 30€?….
Sulla quantità l idiota lo trovi!
Fine anni 70 bivacco belloni est rosa immondizie di tutto pulito messo tutto in sacchi…lasciato cartello con scritta ed anche sul libro interno si prega di lasciare in ordine…dopo 20 giorni lasciata risposta …le persone civili si firmano quando scrivono…l idiozia non conosce né logica né limiti
Purtoppo si, la madre di “quelli la’” non solo è sempre incinta, ma lo è sempre stata. La commercializzazione della montagna come fenomeno relativamente recente c’entra solo sino ad un certo punto, e in realtà ha basi ben più ampie e solide.
Nei primi anni “70, costruimmo il Bivacco “Lubrano” (baracca metallica) nel Vallone della Fornaca al Gran Sasso, unico punto di appoggio e ricovero in tutta l”enorme estensione di Campo Imperatore. Inizialmente, conoscendo i nostri polli il bivacco era tenuto chiuso, con le chiavi depositate presso varie sezioni CAI e disposizione di chiunque ne facesse richiesta. Ci venne però presto fatto notare che questo ne impediva l’uso in caso di emergenza, e decidemmo perciò di lasciarlo sempre aperto.
Il risultato diretto e immediato fu la necessità di rimpiazzare continuamente coperte, stoviglie e quant’altro fosse facilmente asportsbile, e che perciò veniva subito rubato. Quanto alla stufetta a gas e alle relative bombole, al terzo furto decidemmo di lasciar perdere.
Diciamo pure che queste cose sono spiegabili con la miseria. Che però non spiega i materassi portati fuori e bruciati, o il bivacco usato come latrina.
Chi conosce il Gran Sasso sapra’ che il bivacco venne distrutto anni fa da una tempesta di vento. Succede, però la disposizione e le condizioni di tutti i rottami, che raccogliemmo e portammo via per lascisre la montagna pulita, indicavano con chiarezza che il bivacco era come esploso dall” interno. Nonostante ci fosse un cartello di avviso qualcuno aveva lasciato la porta aperta, come del resto capitava spesso, e il vento aveva fatto scoppiare la baracca come un palloncino.
Aggiunta: la via degli italiani allora non era un cesso come oggi. C’era neve sui pendii e le cornici da sfondare. Le due creste (quella della via degli inglesi prima e quella verso la cima dopo) fattibili dal momento che erano innevate e si poteva stare abbastanza comodamente (?!) un metro sotto sul versante nord…
Nei primi anni ’80 con degli amici siamo saliti da Alagna Valsesia al Bivacco Valsesia (oggi Bivacco Gugliermina), 3260 metri, sulla Est del Rosa, proprio sotto la Punta Parrot. 4/5 ore dalla valle. L’abbiamo trovato aperto, le finestre rotte, la cassetta del pronto soccorso divelta e svuotata, le coperte bucate dalle punte dei ramponi. Allora non c’era certo la massa di oggi eppure succedeva lo stesso quel che oggi fa scalpore perché esistono i social… Scrivemmo alla Sezione di Varallo Sesia, proprietaria, ma non ricevemmo mai risposta…
La montagna,a mio avviso, non è certo una meta per gli imbecilli essendo privi di discernimento. Purtroppo la maleducazione la fa da padrone e la montagna è una delle sue sue vittime.
Questi signori come ultima prodezza lasciano il loro segno senza firma. Io questo modo di fare lo chiamo Viltà.
Sono anni che frequento le Dolomiti, per svago e per lavoro, ho visto anni fa quello che sarebbe successo, riguardo all’attrarre in montagna gente che farebbe meglio starsene a casa a guardare il Grande Fratello… A partire dalla trasformazione di certi rifugi in ristorante ” gourmet”, che si sapeva già cosa avrebbe comportato…che uno che ama la montagna dal rifugio si aspetta un piatto di canederli due chiacchiere e una stufa a ole, non la spa e il cuoco stellato.. Per mero calcolo economico si è attratta una clientela cafona, spesso mordi e fuggi, che arriva in cima per farsi i selfie e lamentarsi se non c’è campo, per non parlare delle folle starnazzanti con bambini e cani appresso che quest’ estate ho avuto il “piacere” di incrociare sopra i 2000 metri … L’educazione lasciata a casa se mai l’avessero avuta, cani liberi di correre dietro agli animali di alpeggio quando ovunque i cartelli del Parco indicavano l’uso del guinzaglio.. E guai a farlo notare… Non parliamo poi dell’immondizia lasciata qua e là quando basterebbe fornirsi di un sacchettino e portarsi tutto a casa
E’ una delle tante conseguenze della fruibilià, del luna park, che in questo caso si trasforma in discarica pubblica.
“abbiamo reso possibile frequentare la montagna a chiunque” permettimi di dissentire sul plurale: “abbiamo chi”? Io non ritengo di avere alcuna colpa e sono stufo di generalizzare le responsabilità sulla collettività in genere. Naturalmente questo vale anche per i tristi recenti fatti di cronaca. Se al mondo ci sono degli imbecilli vanno individuate le responsabilità di chi eventualmente gli permesso di manifestare la propria imbecillità. Penso che sia ora di smettere di “socializzare” la stupidità e sia ora di responsabilizzare i singoli comportamenti.
Chi è causa del suo mal pianga se STESSO. Abbiamo reso possibile praticare la montagna a chiunque, un po come il centro commerciale, queste sono le conseguenze.
Comprendo che la maleducazione sia quasi ormai parte della quotidianità.
Resto comunque d’accordo sul fatto che episodi del genere sono ancora limitati.bisogna prevenire la maleducazione all’ origine,dando il buon esempio quotidianamente con piccoli gesti.
Non vengono quasi neanche puniti fatti molto più gravi di questi.
Mettiamoci una mano sul petto e facciamo quotidianamente qualcosa di buono per questo mondo
Questi sono i personaggi che amano la montagna…..
che tristezza….
La montagna, come qualsiasi altra parte della nostra patria è frequentata in prevalenza dai nostri connazionali e purtroppo subisce le manifestazioni di una maleducazione dilagante che siamo sempre di più costretti a subire nella nostra quotidianità, anche perché ci viene imposta con ogni mezzo. Fino a che non manifesteremo una sana e ferma ribellione a questa imposizione, ne saremo vittime . La ribellione ad esempio può iniziare a smettere di guardare la televisione e rifiutare l’ acquisto di prodotti pubblicizzati in stupidi programmi di esaltazione della maleducazione e manifestare comportamenti educati nella quotidianità. Se la maleducazione è un male contagioso, allo stesso tempo è contagiosa la buona educazione e la manifestazione di rispetto verso gli altri e verso la nostra terra
Comunque questo articolo non è per niente interessante e i commenti che genera, incluso il mio, sono così scontati che passa la voglia di leggerne altri.
Queste sono persone frustrate dei poveracci, praticamente scarti della societa normale !!!!!
Scusi Sig. Telleschi….questi correttori!
Sono d’accordo con il Sig. Tedeschi!
Vanno puniti, quando presi in flagrante con multe salate e l’interdizione ai rifugi Alpini!
Flavio Rigoselli
Per quanti idioti circolino in montagna, mi sembra che fatti di questo tipo siano numericamente limitati.
Non che li approvi, intendiamoci, ma ci sta che qualcuno compia idiozie. Perlomeno non mi meraviglia.
La madre dei cannibali è sempre incinta
A parte le cause (sull’origine e la diffusione del vandalismo), a parte pure l’educazione (sui modi della prevenzione), diventa necessaria la repressione delle cattive abitudini: sorvegliare e punire, sorvegliare e pulire.