Come i più attenti lettori del Corriere della Sera avranno osservato, da domani 13 settembre 2022 è in uscita, allegato al quotidiano, il primo volume della collana La storia dell’alpinismo – rispetto, disciplina, sfida, sogno, diretta da Alessandro Gogna. La prima uscita s’intitola Alla conquista del primo Ottomila, e l’autore è Marco Berti.
Da domani partirà pure la pubblicità televisiva su Rai e su La7: durerà una settimana con spot da 15 secondi.
L’opera è composta di 25 uscite settimanali (ogni numero esce il martedì e resta in edicola qualche giorno in più, ma il numero successivo esce comunque dopo una settimana).
L’opera al lancio sarà distribuita in maniera importante nelle edicole italiane con una distribuzione che segue Corriere della Sera in termini di presenza sul territorio: però chiunque voglia essere certo di trovarla è meglio che la prenoti presso il suo edicolante. Altrimenti si può andare sul sito primaedicola.it dove si può acquistare la singola uscita, anche in arretrato, o l’intera collana.
Questo è il piano dell’opera:
Presentazione della collana La storia dell’alpinismo
di Alessandro Gogna
Il mondo delle montagne e dell’alpinismo è stato ed è tuttora la mia vita. Vivendo in quella realtà e nutrendomi quotidianamente della sua bellezza, ancora oggi sono affascinato da quanto l’uomo è stato capace di esprimere in gloria o tragedia al suo cospetto e da quanto in profondità ci si possa individualmente spingere nel nostro cammino interiore alla ricerca dell’Assoluto.
E’ perciò con la massima circospezione che mi sono accinto a dar corpo a un’idea: quella di condensare per il grande pubblico la meraviglia di questa esperienza umana, che ha 250 anni ma certo non li dimostra.
Nel profondo rispetto di ciò che è storico e nell’ammirazione di quanto fa cronaca, questa collana sarà un distillato di alpinismo che chiarirà quanto questa disciplina non sia certo univoca ma viva anzi della ricchezza creativa di cui tutti i protagonisti sono stati capaci, brillando proprio per l’incapacità di darsi delle regole scritte e al contempo seguendo codici etici spesso molto precisi.
Il racconto non avverrà seguendo un filo cronologico, oppure esaminando le imprese sulle diverse montagne più simboliche o ancora narrando le gesta dei singoli alpinisti più importanti, come sempre si è fatto finora: l’enorme massa di informazioni è stata fatta confluire in tematiche, una per ogni volume, nella speranza che questa scelta renda il compito più facile a chi di alpinismo è a digiuno ma ne risulta entusiasta per curiosità come a chi, più o meno esperto, vuole chiarire o approfondire l’evoluzione delle motivazioni.
Anche l’eterogeneità degli autori dei singoli volumi (tra i più esperti nel panorama culturale della montagna) è di grande importanza per sottolineare quanto poco di omogeneizzato ci sarà nelle nostre storie.
Chiedendo rispettose scuse alle donne e agli uomini noti e non, alle scuole di pensiero che dimenticheremo, agli alpinismi lontani dalle Alpi, alle montagne, pareti e vie mai prese in considerazione in nessuno di questi volumi proveremo a evidenziare quanto i contesti, le contingenze, le esigenze e i materiali abbiano impedito e quanto abbiano invece concesso agli uomini e donne di buona creatività.
Nella speranza che il pubblico, decretando il nostro successo, ci inviti ad andare oltre i limiti che ci siamo imposti.
In questa modalità di racconto della storia dell’alpinismo non possiamo non osservare che i più vedono la montagna come luogo di second’ordine, non sullo stesso piano della Storia significativa, dove l’uomo sviluppa il proprio ambiente sociale e culturale, creando e distruggendo. Per i più, l’ambiente cittadino è trasformazione e progresso, invece quello montano è isolato e figlio di un dio minore. Noi ci opponiamo a questa visione e vorremmo dimostrare come proprio in montagna si vedano più chiari certi fenomeni e come talvolta lassù si anticipino su scala ridotta le sfide che l’umanità è chiamata a sostenere. Crediamo che la montagna, nel suo essere zona estrema, sia protagonista nella storia delle idee proprio perché vi si radicalizzano ed emergono, a volte in modo simbolico e a volte caricaturale, le espressioni più tipiche di ogni periodo storico.
A titolo esemplificativo, riportiamo anche il brano che introduce Alla conquista del primo Ottomila.
Introduzione a Alla conquista del primo Ottomila
di Alessandro Gogna e MarcoBerti
Al giorno d’oggi, si guarda con giusta ammirazione l’exploit di Nirmal Nims Purja, l’alpinista nepalese che in 6 mesi e 6 giorni ha scalato tutti i 14 Ottomila, riuscendo a salire tre cime di ottomila metri in tre giorni (Everest, Lhotse e Makalu).
Nims, estremamente determinato nel raggiungere i propri obiettivi e sostenuto da un fisico eccezionale, ha avuto il supporto di un grande spiegamento di mezzi (elicotteri per il trasferimento da una montagna all’altra), precisa conoscenza delle condizioni meteo, utilizzando le bombole con l’ossigeno oltre i 7500 metri, aiutato da una squadra composta da un nutrito gruppo di forti ed esperti Sherpa. Non ultime le notevoli risorse finanziarie, indispensabili per questo tipo di risultato sportivo.
Ma nella riuscita di un tale risultato, non si deve dimenticare il percorso, la storia che lo ha permesso.
Storia che non inizia con Reinhold Messner che tra il 1970 e il 1986 è riuscito a salire tutti i 14 Ottomila, e nemmeno dall’Everest del 1953 che vide Edmund Hillary e Tenzing Norgay sugli 8848 metri della vetta.
Come in ogni disciplina sportiva, scientifica o culturale in genere, è la conoscenza, l’accumularsi delle esperienze di chi ci ha preceduto che permette ad ogni singola persona di spostare il proprio limite, l’andare oltre raggiungendo obiettivi la cui strada è già stata segnata e in parte percorsa da altri.
Sono trascorsi più di 150 anni da quei primi tentativi di scalata sulla catena himalayana e tra queste pagine se ne raccontano i primi cento.
Esperienze vissute da personaggi che hanno attraversato quelle terre con intenti esplorativi e scientifici, ancora prima di quelli alpinistici, come era già successo sulle nostre Alpi nel secolo precedente.
All’epoca, per avvicinarsi a una montagna, l’obiettivo della spedizione, spesso non esistevano sentieri. Avanzavano, giorno per giorno, senza avere la certezza di trovare un accesso che permettesse di guadagnare la base del versante individuato e spesso, una volta raggiunto, risultava difficile, pericoloso, se non impossibile da scalare. Così iniziava una nuova e difficile ricerca con l’intento di osservare altri versanti, utilizzando mappe spesso non precise o completamente sbagliate, tanto da apparire ‘inventate’.
L’intento di quella esplorazione non era dunque la scalata ad una meta condivisa e riconosciuta, ma il dar vita a una serie di tentativi a obiettivi che in qualche caso coincidevano con il punto più alto della terra, talvolta con la montagna del proprio destino, oppure ancora con il superamento del limite di altezza raggiunto da alpinisti precedenti. Contrariamente a quanto succede in una qualunque gara sportiva, qui gli obiettivi erano tanti e nessuno sapeva quale fossero i più probabilmente raggiungibili.
L’intento delle pagine che seguono, è quello di raccontare, spiegare e trasmettere una storia alpinistica, fondamentalmente esplorativa, vissuta da uomini provenienti dall’occidente, ma anche da quelli che nelle più alte valli dell’Himalaya e del Karakorum erano nati e cresciuti e per i quali quelle alte montagne erano le temute dimore degli Dei.
È il racconto di un’avventura che dura un secolo, affrontata con attrezzature rudimentali e pesanti, conoscenze limitate, in un vissuto fatto di sogni, caparbietà, conquiste, qualche nazionalismo e frequenti tragedie in ambienti ancora oggi estremamente impegnativi, seppur ammorbiditi dalla tecnologia.
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È tutto molto bello, però ho scoperto in modo del tutto casuale che nel numero 22 è stato inserito un mio articolo sulla storia dei ramponi, senza che io ne sapessi nulla. Nessuno mi ha chiesto se fossi d’accordo. Direi che non è un modo di fare impeccabile: sarebbe bastato contattarmi, come si fa in questi casi (sono facilmente raggiungibile e rispondo subito).
Oggi esce il volume 22: “L’evoluzione dell’attrezzatura”, di Elio Bonfanti.
A pagina 58 fanno bella mostra di sé una Pulsar e un Barracuda.
Ragazzi, lo confesso: mi sono commosso.
Che tempi! 🤩🤩🤩
E sono al n. 19. Bel numero.
A proposito degli inglesi e della prima del Pilone, c’è una cosa che non mi torna.
Si scrive che gli inglesi hanno risolto con cordini passati nei sassi incastrati.
Mi pareva di ricordare che la cordata Desmaison – Piussi, che seguiva, avesse prestato agli inglesi i chiodi necessari per salire. Con grande INCAZZATURA di Piussi, che non glieli voleva dare, e li voleva sorpassare per un’altra fessura.
Ma può darsi che la memoria mi tradisca e mi sbagli.
sono al n. 17
L’unico difetto della collana è il seguente: i volumi avrebbero dovuto essere di almeno cinquecento pagine ciascuno.
Come minimo. 😂😂😂
Approvo la suddivisione in volumi per tematiche, anche se con qualche mese di ritardo rispetto alla prima uscita.
ho comprato il secondo volume sulle imprese solitarie e mi è piaciuto molto. bel materiale fotografico e bei testi.
acquistato il N. 2 sui grandi Solitari
Peccato che su Charlie Porter si possa scrivere così poco. Ma forse è giusto così, visto che ha lasciato scritto praticamente nulla di se, forse non voleva che si sapesse.
Bene effettivamente mi sembrava strano non pubblicare gli autori. @ Fabio, massimo rispetto per il lavoro altrui e 10 € per un libro non sono un gran costo. Io sono orientato a pagare sempre. Non amo le piratate attraverso internet. Volevo solo dire che la logica di prezzo degli “allegati” tende a dilatare i costi spostandoli nel tempo. A volte si tratta di capitoli di libri, conditi di illustrazioni. Ma questo è un discorso generale che non riguarda questo “prodotto’ che non ho ancora avuto modo di vedere.
Mi scuso per l’errore del mio commento precedente (11), che gentilmente e provvidenzialmente Carlo Crovella (14) ha provveduto a segnalare alle 7.40 di oggi. In effetti la lista degli autori era stata pubblicata. Il motivo del mio errore è che per tutta la giornata di ieri non ho avuto modo di leggere quanto uscito al mattino nelle edicole. Rimedio ora aggiungendo al post la foto della pagina 31 del Corriere della Sera del 13 settembre 2002.
Nota operativa: sul Corriere del 13/9/22, a margine dell’articolo di presentazione del primo volume e dell’intera collana, mi risulta ci sia l’elenco completo dei 25 volumi con titoli e autori.
Scusate ma non trovo che 10 euri per un libro siano troppi…ho guardato il prezzo pagato di molti volumi conservati fra i miei scaffali e non ne trovo a prezzo inferiore. Sono uno spendaccione? Mi hanno sempre truffato questi maledetti editori? Gli autori sogghignano sguazzando nell’oro sperperato da quelle capre ignoranti che hanno acquistato i loro testi?
Ahí il rispetto per il lavoro degli altri questo sconosciuto
Grazie per le risposte. A volte il marketing editoriale è davvero strano. Promuovono le prenotazioni e poi non rendono noti gli autori. Uno dovrebbe prenotare a scatola chiusa fidandosi solo del nome del curatore, con tutta la stima e il rispetto beninteso ? In questo modo sono loro stessi a spingere ad un acquisto intermittente non fidelizzato. Mah…Sullo spirito dell’opera qualcosa forse ho capito: non si tratta di un’enciclopedia o di una Storia in successione cronologica ma di monografie tematiche su temi scelti. Capisco che può essere difficile spiegare di più a parole. Prenderò il primo volume e cerchero di capire meglio. Sul prezzo complessivo penso si tratti di una strategia antica: quella delle “dispense”: non te ne accorgi perché spendi poco per volta 9.90. Su questo ci sanno fare. Però gli autori non c’entrano. Vero. Sono le regole del gioco.
Dimenticavo. Al momento non esiste e non è contemplata una versione e-book.
Per 9. Caro Pasini, la tua domanda è assolutamente pertinente. Il problema è che se il Corriere non ha ritenuto opportuno pubblicare i nomi degli autori, io per il momento non posso pubblicarli. Di certo si conosce quello del primo volume, Marco Berti. Il 20 settembre si conoscerà il secondo, eccetera. Non so neppure io il perché.
Quanto a ulteriori parole in merito alle caratteristiche dell’opera nei confronti di altre “storie”, peraltro sempre molto settoriali (a parte l’opera di Motti e il mio Dolomiti e Calcari di Nord-est (ex Sentieri verticali) oppure in formato di dizionario, credevo d’aver detto abbastanza in questo post. Se non è così, me ne scuso. Quanto all’investimento oneroso ti do perfettamente ragione, pur tirandomi fuori da ogni responsabilità…
Una domanda e una richiesta. 1. Non sono riuscito a trovare i nomi degli autori anche nel sito del Corriere. Dove si possono trovare? Grazie. 2. Forse sarebbe utile per i lettori del blog, spendere magari qualche parola in più sul carattere dell’opera e sulla sua specificità rispetto ad altri contributi sullo stesso tema che sono apparsi in passato che magari molti possiedono. Anche per un collezionista di libri cartacei (io lo sono) l’investimento non è banale. A proposito esiste una versione in ebook?
Niente di nuovo.Di storie e storia dell alpinismo ce ne sono a bizzeffe,come relativi manuali e versioni più o meno alternative.Dove è la novità?Solo che un grande quotidiano ne fa un extra.La Gazzetta dello Sport ne fece una diversa.Dove sta il target certamente tra i non del mondo prettamente alpinistico a loro serve poco hanno la conoscenza e i relativi canali storici e non.Quindi la frase ad un lettore attenti è fuori luogo chi legge attentamente un quotidiano ne legge i fondi del Direttore le analisi economiche politiche e anche culturali le dispense sono qualcosa a parte più di mercato anche se ammantata di cultura.Apprezzabile ma che ha poco a vedere con il lettore attento.Chi è attento invece deve porsi il quesito ma se viene dato incarico di questo a un conosciuto e bravo ex alpinista,lo stesso che per una birra pubblicizza un team a loro insaputa in questo caso, quanta birra dovrà bere?
Questa è una bella sorpresa! Da un lato per l’ambiziosa iniziativa e per gli autori; dall’altra per la disponibilità del Corriere.
Certo, è un po’ costosa…
Ma ci sono volumi che non lascerò in edicola!
4, la mattina bevo acqua e caffè e non credo che queste bevande intervengano sul mio lucido pensiero che ribadisco, come già scritto.
Purtroppo l’abitudine a non pensare ci è dispensata dai media & governo che in questo ultimo paio d’anni hanno dimostrato quello che valgono.
Chi è causa del suo male, piangs se stesso.
In pratica 250 euro….
Non bisognerebbe mai bere troppo di prima mattina.
Anche l’alpinismo fa parte dell’informazione di Stato.
Chiaro esempio di chi fa cose ignorandone il significato.
La Stampa, La Repubblica e Oggi, che cosa ci rovineranno mai?
DA EVITARE!
Se possibile;
Costo a volume e ingombro cosi da vedere se c e posto in libreria e nel portafoglio 😉
Grazie!
Non essendo lettore del Corriere della Sera, non sarei potuto venire a conoscenza della pubblicazione della collana. L’ho imparato grazie al GognaBlog.
… … …
Questo articolo fa informazione o pubblicità? Entrambe le cose.
Detto in altro modo, si tratta di pubblicità che informa – ben accetta – e non di pubblicità che propaganda, da cui scappo.
P.S. Vado a prenotare le copie in edicola.
P.P.S. Un dubbio mi assale: questo tale Alessandro Gogna sarà in grado di scrivere una storia dell’alpinismo? Mah… speriamo bene. 😉😉😉