La via “dimenticata” di Roland Trivellini
di Paolo Ascenzi (L’autore ringrazia Giovanni Capra e Rainer Rettner per la cortese collaborazione)
Roland Trivellini
Roland Trivellini (talvolta nominato erroneamente Travellini), nacque il 20 maggio 1937 a Pavillon Sous Bois da Mauro Pietro Trivellini et de Pierina Barberi. Sposato con Paquerette Barbay ebbe un figlio di nome Mario. Residente à Montreuil sous Bois esercitò la professione di ingegnere gestionale presso la società Schlumberger fino alla sua scomparsa nel marzo 1967. Eccellente alpinista, membro della sezione di arrampicata del Red-Star Club de Montreuil, aprì numerose vie di estrema difficoltà a la Roque et Connelles e a Fontainebleau.
Il nome di Roland Trivellini assurse agli onori delle cronache alpinistiche per aver salito in prima assoluta e in solitaria la parete nord-est della Punta Walker dal 3 al 5 giugno 1965, uno dei massimi problemi alpinistici del massiccio del Monte Bianco. Roland Trivellini giunse a Chamonix il 3 giugno 1965 e nello stesso giorno iniziò l’ascensione. Superata la crepaccia terminale, salì un diedro e raggiunse il ripido pendio del “Linceul”. La sera, una violenta tempesta si abbatté sulla montagna e l’alpinista fu costretto a bivaccare circa 450 metri sopra l’attacco della via, sul versante ovest del Linceul su un piccolo gradino scavato nel ghiaccio. A seguito delle pessime condizioni atmosferiche, Roland Trivellini riprese la salita intorno a mezzogiorno del giorno successivo, superò l’ultima parte del “Linceul” e continuò la salita lungo un diedro-canale molto difficile che lo condusse alla base del verticale muro terminale. Dopo aver superato una fascia di placche, alla sommità di un colatoio di circa 60 metri effettuò il secondo bivacco. La sera del terzo giorno uscì sulla Arête des Hirondelles non lontano dalla vetta della Punta Walker. Un terzo bivacco ebbe luogo nel corso della discesa sul versante Sud della montagna. Roland Trivellini aveva già tentato la salita del Linceul nell’estate del 1964 con un compagno, ma il tentativo era stato interrotto per la continua caduta di sassi.
Descritta in questo modo, la via sembrerebbe anticipare l’itinerario di Christophe Profit e Dominique Radigue (Magic Line, 1983, ED 3/4, VI/6, 1100m), tracciato tra il Linceul classico e la via Gousseault, NdR.
In giallo, il progetto di Trivellini sulla Nord dell’Eiger. Tracciato di Piotr Packowski. Foto: Archives du RSCM (Red Star Club Montreuillois, Section Montagne)
La via non è mai stata omologata dal G.H.M. per motivi poco chiari, fra cui le pessime condizioni di innevamento del giugno 1965, l’assenza di fotografie, la mancanza di testimoni, la scarsa accuratezza nella descrizione dell’itinerario e la mancata comunicazione dell’avvenuta salita all’indomani dell’ascensione. La notizia non comparve sulla rivista La Montagne, ma sulle riviste Alpinismus e Alpine Journal. La salita non è riportata nelle guide del Monte Bianco, ma è rappresentata, seppur sommariamente, nel volume La Battaglia del Sesto Grado. Lionel Terray non ebbe dubbi circa l’avvenuta ascensione di Roland Trivellini e Pierre Mazeaud ritenne ingiusta la decisione del GHM, mentre Lucien Bérardini e Robet Paragot, che avevano tentato la salita del Linceul, avanzarono alcuni dubbi.
Probabilmente furono rivalità nell’ambiente alpinistico francese a mettere in dubbio la salita, tanto che quando il 14 Marzo 1967 Roland Trivellini scomparve nel tentativo di aprire una nuova via lungo la direttrice di quella che sarà la “via dei Giapponesi del 1969” sulla parete nord dell’Eiger, qualcuno adombrò il sospetto che fosse “en vacances au soleil.” L’atto di morte di Roland Trivellini, che riporta la data del 14 marzo 1967 e la località di Grindelwald (Svizzera), fu trascritto dal “Tribunal de Grande Instance de Paris”.
La parete nord-est delle Grandes Jorasses. 1=Piccola MacIntyre (Alex MacIntyre, Tim Rhodes, William Todd, giugno 1976; 2=Il Linceul (si vede bene come il nome di “lenzuolo” sia ampiamente appropriato, René Desmaison e Robert Flematti, 17-25 gennaio 1968; 3=via Gousseault (René Desmaison, Michel Claret e Giorgio Bertone, dal 1° al 18 gennaio 1973; 4=Rolling Stones (L. Schlechta, J. Svejda, T. Prochaska e J. Rutil, dal 24 al 29 luglio 1968); il tracciato verde (approssimativo) rappresenta la Magic Line (Christophe Profit e Dominique Radigue, 1983)
Riferisce Rainer Rettner che Roger Bellot, un amico di Roland Trivellini, ascoltò la seguente chiamata via radio il 14 marzo 1967, forse da parte dello stesso Roland Trivellini: “Allo – Gendarmerie – face sud de l’Eigerwand – Epaule – m’entendez vous”, poi più nulla. Se la chiamata radio fu fatta da Roland Trivellini, non si può escludere la remotissima possibilità che abbia salito la parete nord e tentato di scendere dalla parete sud dell’Eiger.
In una foto della porzione centrale della parete nord dell’Eiger ripresa dall’elicottero da T.Y. Rufer nel corso delle ricerche di Roland Trivellini nei giorni successivi alla sua scomparsa, gli amici dell’alpinista intravidero la possibilità che si trattasse del “Bleusard” scomparso. La fotografia fu considerata molto dubbia dalla Gendarmeria di Berna che non ritenne opportuno continuare le ricerche. Alpinisti francesi e tedeschi, fra cui Peter Haag e Roland Votteler che avevano salito nell’inverno 1966 la Direttissima John Harlin, cercarono in più riprese tracce di Roland Trivellini, ma senza esito, il mistero di questo “romanzo giallo” rimane tuttora insoluto.
Infine, merita ricordare che Roland Trivellini ottenne nel 1965 il brevetto n° FR 1473924 “Pour la tente de parois mis au point pour les hivernales”.
Bibliografia
Alpine Journal, 1966, Grandes Jorasses, The Shroud, pp. 140-141.
Alpinismus, November, 1965.
Daniel Anker, Rainer Rettner, Eiger-Chronik von 1252 bis 2013: file:///C:/Documents%20and%20Settings/user/Documenti/Downloads/Detaillierte_Eiger_Chronik.pdf.
Linceul/Shroud – First Ascent: http://www.ukclimbing.com/forums/t.php?t=332024&v=1#x4897271.
Luca Signorelli, La via perduta delle Jorasses: http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic.php?f=25&t=18160&sid=c5efce5902bead4b86e643024f6c3059
Roland Trivellini, Personnage public: https://fr-fr.facebook.com/pages/Roland-Trivellini/136465549702299?sk=info.
Vittorio Varale, La Battaglia del Sesto Grado, Longanesi & C., Milano, 1965; foto nell’inserto fra le pp. 160-161.
Il tracciato (molto approssimativo!) della via Trivellini come appare su La battaglia del Sesto Grado
Il commento di Luca Signorelli, lo “storico” delle Grandes Jorasses
L’affermazione di Trivellini di aver salito il Lenzuolo si scontrò fin da subito con il discredito di coloro che lo conoscevano (e che conoscevano le Jorasses), dato che lui era considerato un buon rocciatore, ma senza esperienza di scalate miste e di ghiaccio.
È difficile affermare se Trivellini disse la verità o no. Avendo fatto la salita nel giugno del 1965, è abbastanza possibile che non abbia incontrato nessuno né durante l’approccio né in discesa. La descrizione ch’egli fece della salita non corrispondeva con quella di Desmaison e Flematti, oggi gli accreditati primi salitori del Lenzuolo, dal 17 al 25 gennaio 1968: e certo non lo aiuta il non aver fatto neppure una foto.
Se la fece, attaccò per l’inizio roccioso della Gousseault, non per il canale di destra in seguito percorso dalle ripetizioni: l’essere questo canale prevalentemente roccioso lo avvantaggiava. In ogni caso, il giugno 1965, fu terribilmente nevoso, e la parete nord delle Grandes Jorasses in quell’anno fu salita solo una volta (niente meno che da Wolfgang Axt): risulta evidente che per avere successo quell’anno e quel mese Trivellini doveva avere un’esperienza di ghiaccio e neve che nessuno era disposto ad accreditargli.
C’è l’ipotesi che Trivellini non sia salito in cima ma sia sceso per la cresta des Hirondelles fino al Freboudze: dunque non sarebbe stato il Boccalatte il rifugio dal quale nessuno lo vide passare, bensì il Gervasutti.
Si deve ricordare che tra il 1962 e il 1968 ci furono molti tentativi al Linceul, inclusi quelli della cordata di Robert Paragot e Lucien Bérardini. Che, a essere onesti, non era nuova alla contestazione di scalate di altra gente: nel 1953 avevano fatto la terza salita della via Bonatti-Ghigo alla parete est del Grand Capucin, e nel 1974 avevano scritto insieme in un libro che, papale papale, Luigi Ghedina e Lino Lacedelli (i primi ripetitori della via di Bonatti, un mese dopo di lui) avevano venduto “fumo” alla stampa. Con la logica conseguenza che, a quel punto, la prima ripetizione sarebbe stata di Bérardini e Paragot.
Pochi tentativi al Linceul sono stati documentati, ce ne fu uno anche di John Harlin e Dougal Haston nel 1964, che fecero uno strano obliquo “a cintura” dello sperone della Walker, partendo sulla destra per arrivare in cima al canale di destra di attacco della Gousseault, e poi scesero. C’è anche la voce che Gary Hamming abbia tentato due volte, probabilmente nel 1963 e 1964. Ma Hamming era noto per il mistero del quale ogni tanto si circondava.
Devono essere ricordati anche i tentativi di Willo Welzenbach, il primo nel 1933 e il secondo nel luglio 1937 (con Karl Wien). Avevano i ramponi a 10 punte, dovevano intagliare i gradini, perciò non andarono molto oltre la crepaccia terminale.
Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Ps. Post précédent : photo: archives du RSCM.
Première photo de l’article : Trivellini pendant l’ouverture du Grand Babu, TD sur Monolithe (Connelles). Dans le topo de Bocianowski – voir numéro 46.
Trivellini a fait sa deuxième tentative sur le Linceul avec Gilbert Carpentier (1964).
Buongiorno Stefano. Hai il libro Il Battaglia dei sesti gradi? Amerei avere la copia delle pagine su Trivellini (160 -161)Merci. Come tu comunicare il mio indirizzo maglio? Piotr
Grazie Stefano.si ça intéresse quelqun tu peux le publier. Merci encore.
Come richiesto da Piotr Packowsky che ha scritto qui sotto in francese, traduco i suoi appunti su l’”Affaire Trivellini”:
1) sullo schizzo di Trivellini si nota bene che il suo itinerario sale inizialmente sul couloir di destra (tentativo Berardini-Paragot del 1963). Nella parte superiore del Linceul Trivellini continuò tutto a destra. E’ possibile che la sua salita sia coincidente con la linea della variante Profit-Radigue del 1983). Anche Profit potrebbe aver salito la stessa variante in precedenza.
Profit e Trivellini furono i due scalatori più promettenti del RSCM di Montreuil.
Chrisophe Profit durante gli anni ’70 scalò con Francis Bocianowsky presidente del club alpinistico per 30 anni. Fu proprio lui che lo iniziò alla scalata.
2) Francis Bocianowsky inviò lo schizzo di Roland a diverse riviste specializzate in alpinismo.
Grazie a ciò ricevette le testimonianze di alpinisti belgi che videro le luci delle pile frontali in cima alle Jorasses durante l’ultima notte di salita. Più tardi i Cechi confermarono a Bocianowsky di aver trovato dei chiodi sulla parte superiore della via.
3) Lionel Terray organizzò all’epoca un’intervento radiofonico su “Europe1” con Trivellini ponendogli domande pprecise e specifiche per smascherare eventuali falsità del suo racconto. A fine trasmissione dichiarò: “Nessun dubbio! Roland ha fatto la salita!”.
Personalmente credo a Mazeaud, Terray e Contamine i quali furono gli unici a non contestare la salita di Roland. Paragot e Berardini agirono per motivi personali e per invidia (personalmente non fatico a crederlo viste altre ascensioni in cui i due gettarono dubbi… n.d.t.).
4) Trivellini non fu soltanto un “Bleausard” (termine appioppato ai passaggisti di Fontainbleau).
Ha aperto diverse vie in solitaria. Nel Vercors ed a Etretat in Normandia (la roccia è ben più marcia di quella dell’Eiger).
Secondo chi lo conobbe personalmente nel club egli fu più che un eccellente arrampicatore.
5) Il non aver fatto un numero elevato di vie su ghiaccio, non poteva essere certo un problema per un arrampicatore di alto livello. Il ghiaccio non era un problema per lui.
In controtendenza invece, solitamente, un ghiacciatore avrà non poche difficoltà sulla roccia. Voytek Kurtyka disse di McIntyre che durante il loro tentativo al Makalu, questi non si sapeva assicurarsi sulla roccia.
6) l’”Affaire Eiger”.
Reiner Rettner mi chiese informazioni su Trivellini e Francis Bocianowsky gli trasmise diversa documentazione compreso il tracciato immaginato da Trivellini.
Questo risulta essere molto a destra rispetto la via Harlin del 1966 coincidendo piuttosto con la “Direttissima ideale” scalata da Pavel Pochyly in 13 giorni di arrampicata solitaria nel 1983.
Trivellini stimò necessari almeno 12 giorni per compiere la salita che aveva immaginato e penso sapesse a cosa andava incontro.
Ciò che non capisco è perché Rettner scrisse4 che Trivellini volesse salire la Harlin avendo già tutte le informazioni del caso. Questo non ha fatto altro che creare confusione e dare spazio alle malelingue montando un ‘aggressione nei confronti di Trivellini: Montagne Magazine all’epoca scrisse che Roland più che scomparso se ne era andato a prendere il sole da qualche parte e così anche in tempi più recenti, i denigratori continuano con scritti di bassa lega tipo Wider Mgazine ad esempio.
7) La vera ragione del caso montato contro Trivellini:
A quei tempi il club alpino Red Star (RSCM) al quale era iscritto, veniva assimilato alla federazione FSGT che dimostrava chiare simpatie di sinistra.
RSCM fu etichettata come comuista e vista molto male in Francia anche dal GHM presieduto allora da Paragot.
RSCM veniva frequentata all’epoca dalla classe media operaia ed il GHM per contro si indirizza da sempre (1919 anno di fondazione) all’elite.
Ciao stefano
Ciao Stefano!
Voici quelques précisions pour bien discuter. Je n’ai pas encore fini mon article.Peut tu mettre ça sur le site en bon italien?
1.Sur le topo de Trivellini on voit bien que son itinéraire gravit au début le couloir droit
(tentative Berardini-Paragot, 1963) Dans la partie supérieure du Linceul Trivellini a continue tout droit. C’est possible que il était le précurseur de la variante Profit-Radigue de 1983.
C’est peut être le hasard que Profit a gravi cette partie de la paroi. Profit et Trivellini étaient les deux grimpeurs le plus prometteurs du RSCM à Montreuil. Christophe Profit grimpait pendant des années 70 avec Francis Bocianowski (président du club pendant 30 ans) C’est Francis qu’il a initié à l’escalade.
2. Francis Bocianowski a envoyé le topo de Roland dans plusieurs magazines d’alpinisme.
En retour il a reçu le témoignage des alpinistes belges qui ont vu les lumières sous le sommet des Jorasses pendant la dernière nuit de l’ascension. Plus tard les Tchèques ont confirmé à Bocianowski qu’ils ont trouvé des pitons dans la partie supérieure de la voie.
3. Lionel Terray a organisé une émission radio sur “Europe “1 avec Trivellini. Il a essayé de le piéger en posant des questions précises. Après l’émission il a déclare: pas de doutes, Roland a fait la voie.
Je crois personnellement à Terray, Mazeaud et Contamine qui seuls n’ont jamais contesté l’ascension de Roland. Paragot et Berardini ont agi par les motifs personnels et la jalousie.
4. Trivellini n’était pas uniquement un “bleauseard”. Il a ouvert plusieurs voies en solo. Entre autre dans le Vercors et à Etretat en Normandie (la roche pourrie, plus qu’à l’Eiger)
Selon des gens du club qui l’ont connu il était plus qu’un excellent grimpeur.
5. Que Trivellini n’a pas fait beaucoup de voies en glace, ce n’est pas un problème pour un grimpeur du haut niveau. La glace n’est pas un problème pour lui. Par contre ça ce complique dans l’autre sens: un grimpeur fort en glace aura beaucoup de mal dans le rocher. Voytek Kurtyka a dit un jour que McIntyre n’assure pas en rocher (leur ascension ratée au Makalu)
6. L’affaire de l’Eiger. Reiner Rettner m’a demandé des informations sur Trivellini. Francis Bocianowski lui a transmis plusieurs document y compris le tracé de la voie, imaginée par Trivellini. Elle est bien à droite de directissime Harlin de 1966. Plus dans la ligne de la Directissime idéale, achevée par Pavel Pochyly en solo en 13 jours.
Trivellini a estimé son ascension à 12 jours. Je pense qu’il savait ce qu’il fait.
Je ne comprends pas pourquoi Rettner dit que Trivellini voulait faire la voie Harlin.
Ceci aggrave encore plus la confusion dans cette affaire. Le coup monté contre Trivellini a été repris entre autre par Montagne Magazine dont plumitifs ont écrit que Roland est partie au soleil. Aujourd’hui les mauvaises plumes continuent leur écrits de bas niveau (Wider Magazine, par exemple)
7.La vraie raison du coup monté contre Trivellini: il appartenait au club (Red Star) assimilé à la fédération gauchisante (FSGT) RSCM avait alors une étiquette communiste. C’était très mal vu en France dans l’époque, aussi par le GHM, présidé dans l’époque par Paragot.
RSCM était fréquenté en partie par des gens issu du milieu ouvrier. GHM est un organisme qui s’adresse, depuis sa création en 1919, aux élites.
Ciao Piotr
Je sus en train de le faire! A bientôt . Ciao!
Packowski écris l’histoire que tu connais!
Il sera trés intéressant à lire
Je suis membre du club de Trivellini à Montreuil. Je connais parfaitement son histoire.
J’ai aussi son topo de la voie aux Jorasses. J’ai transmis certaines informations à Rettner qui a déformé son histoire. Trivellini n’a jamais voulu faire la voie Harlin à l’Eiger.
Trivellini n’était pas uniquement un grimpeur de Bleau. Il a fait plusieurs nouvelles voies en solo,
entre autre dans le Vercors.
Mi permetto anch’io una correzione – da “bozzista” – al dott. Signorelli: Gary HEmming. Bye
che bekllo essere maccheronici… sempre meglio di una zuppa di cipolle…
Piccolo appunto: Linceul in francese è il sudario di cristo, la traduzione solo lenzuolo è un po’ italiana maccheronica 🙂