L’acqua sottratta al fiume Sesia

Il progetto dell’Alpe di Mera si scontra con i cambiamenti climatici: idiozie del genere dimostrano che, prima di interiorizzare, a livello di intera società, la necessità di un radicale cambiamento di paradigma, di strada ne dobbiamo fare ancora parecchia. Speriamo di farla in fretta, perché tanto tempo a disposizione non ne abbiamo (Carlo Crovella).

L’acqua sottratta al fiume Sesia
(e pompata a monte per innevare una pista da sci a bassa quota)
di Alberto Marzocchi
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 19 novembre 2023)

Febbraio 2023, Valsesia. Le autobotti, cariche di acqua, partono dalla pianura e risalgono la valle per rifornire i paesi. Il Sesia è in secca, ha perso l’80% della propria portata e gli amministratori stanno ordinando ai propri cittadini di limitare i consumi idrici, evitando, per esempio, di irrigare orti e giardini e di lavare l’auto. “Dev’essere chiaro a tutti che chi non rispetterà queste indicazioni sarà perseguibile civilmente e penalmente”, dice il sindaco di Quarona e presidente dell’Unione montana dei Comuni della Valsesia, Francesco Pietrasanta. Più su, sulle montagne, si scia su lingue bianche che si stagliano tra il verde arido dei prati. E lo si fa soltanto grazie all’innevamento artificiale. È uno scenario che negli ultimi anni si sta ripetendo sempre più spesso. A maggior ragione, qui, nella Valsesia, dove il fiume che dà il nome alla valle è tra i maggiori, in Piemonte, a subire le conseguenze della siccità. Eppure c’è chi ha pensato, attraverso un nuovo progetto in fase di ultimazione, di prendere l’acqua dal fiume, pomparla a monte e creare la neve per le piste da sci. Con un’aggravante: servire un tracciato che arriva alla quota – irrisoria – di 707 metri sul livello del mare.

Dal fiume alle piste. 400 metri cubi di acqua all’ora
Stiamo parlando del comprensorio Alpe di Mera-Scopello, in provincia di Vercelli. Qui la società Monterosa2000 (che gestisce anche gli impianti di Alagna, collegati con Gressoney e Champoluc, e la funivia del Sacro Monte di Varallo) ha siglato un accordo, finanziato dalla Regione Piemonte per 2,5 milioni di euro, per la realizzazione di un nuovo impianto di innevamento artificiale. Che non attingerà l’acqua da monte, da un bacino costruito ad hoc, ma andrà a prelevarla a valle, direttamente dal Sesia. Come? Vicino allo storico ponte di Pila è stato edificato un sistema di prelievo. L’acqua verrà portata nella stazione di pompaggio, nei pressi del palazzetto dello sport, dove è stato installato anche un nuovo compressore per l’aria. E da qui su, lungo la pista Pianaccia fino al bacino di stoccaggio. La “potenza” di questo nuovo sistema è messa nero su bianco da TechnoAlpin, società altoatesina leader del settore, che ha fornito l’impianto e le lance sparaneve: “Il container mobile, provvisto di tre pompe sommerse, è in grado di prelevare l’incredibile quantità di 400 m³ di acqua all’ora dal fiume locale (che corrispondono a 400mila litri d’acqua all’ora, ndr)”. Insomma, tutti contenti: si potrà finalmente arrivare, sci ai piedi, al paese di Scopello. E non fa niente se intanto il Sesia potrebbe essere – come nell’ultimo inverno – un lungo serpente di ciottoli e sabbia.

La pista che arriva in paese: l’accanimento terapeutico
Il comprensorio, costituito da 30 chilometri di piste, ha attraversato un periodo di decadenza nei primi anni Duemila. Grazie alle Olimpiadi di Torino, però, parte degli investimenti è finita anche in Valsesia, e nel 2005 è stato rilanciato grazie a tre nuove seggiovie e all’impianto di neve programmata (in quota). Da qualche anno a questa parte è nel report NeveDiversa di Legambiente, annoverato nella sezione – non certo in termini lusinghieri – degli impianti sottoposti ad accanimento terapeutico. Vale a dire quegli impianti che per ragioni di carattere strutturale (la sfavorevole esposizione delle piste, la quota troppo bassa, ecc.) e per ragioni di carattere storico (problemi legati agli investimenti, infrastrutture desuete, mancanza di risorse, ecc.) non riescono più a far fronte, se non con costanti perdite di denaro, alle mutate condizioni climatiche. A dispetto di ciò, tuttavia, il progetto della società Monterosa2000 va a servire una pista (la Mera-Scopello) che parte da poco più di mille metri e arriva ai 700 metri di quota del paese. Un’altitudine che per forza di cose risente di temperature maggiori e precipitazioni nevose più rare.

L’intervento in corso consiste principalmente nella captazione di acqua dal fiume Sesia, che scorre limitrofo alla partenza dell’impianto di arroccamento, al fine di alimentare con una sufficiente portata il bacino idrico a cielo aperto presente in stazione e l’attuale impianto di innevamento programmato delle soprastanti piste da sci, rendendolo più efficiente – hanno fatto sapere da Monterosa2000 – in concomitanza con tale realizzazione e a sua integrazione si è provveduto, con un intervento decisamente marginale rispetto al lavoro nel suo complesso, a dotare anche la pista Mera-Scopello di innevatori. L’opera risulta conclusa ed entrerà in esercizio con l’avvio della corrente stagione invernale“.

Siccità e occhi al ghiacciaio
Così entra in gioco il fiume. Già a inizio febbraio, secondo i dati elaborati da Arpa Piemonte e condivisi con la politica regionale, il fiume Sesia presentava l’80% di acqua in meno. Il mese di gennaio è stato il quinto più secco degli ultimi 65 anni, con la perdita di oltre mille milioni di metri cubi di acqua provenienti dalla neve. Le autobotti facevano su e giù dalla valle per rifornire l’Alta Valsesia e alcune frazioni di Valduggia e Quarona. “È a rischio l’approvvigionamento di acqua per uso agricolo“, aveva detto l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati. E così è stato. In estate l’agricoltura era in ginocchio, specialmente le risaie del Vercellese. E ad agosto il Consorzio Est Sesia ha dichiarato lo stato d’emergenza per siccità. Così, tra chi guarda a Nord, verso le montagne, ci sono anche gli agricoltori. “I glaciologi ci dicono che le Alpi, nel 2022, hanno perso circa cinque chilometri cubi di ghiaccio che equivalgono a cinque miliardi di metri cubi di acqua – dice Camillo Colli, presidente del Consorzio Est Sesia – la preoccupazione che abbiamo è che quando non ci saranno più i ghiacciai, la nostra irrigazione estiva dipenderà solo dai temporali. E nient’altro. La soluzione? Uno dei modi per valutare lo stato di progresso di un popolo è la sua capacità di trattenere acqua a monte. L’Italia ha una capacità di stoccaggio dell’acqua piovana di circa l’11%, la Francia fa il doppio, la Spagna il 34%”. Da questo punto di vista siamo indietro anni luce”.

L’acqua sottratta al fiume Sesia ultima modifica: 2023-11-30T05:35:00+01:00 da GognaBlog

Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

16 pensieri su “L’acqua sottratta al fiume Sesia”

  1. E sullo scrittore poco da dire, “Tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli, un prete, a sparare cazzate” (me compreso ovviamente) =;-))

  2. Non so dove sia venuta una “valanga di neve”. Qui in valle no, è appena un po’ sporco ed a Mera si può andare con gli sci a rotelle… 
    A metà degli anni 80 andavamo a fare pratica di ghiaccio, coi corsi d’alpinismo, sul ghiacciaio del Sesia ad un quota dove oggi ci sono solo pietroni, col ghiacciaio che si è ritirato tantissimo in alto.
    La siccità qui comincia da fine gennaio, con gli acquedotti che vanno in crisi ed i bacini che non si riempiono, il Sesia (ed affluenti) in inverno ha una portata ridicola.
    Che in Valsesia piova è vero ma non di più, anzi, che nell’intero area posta sulla punta nord est del Piemonte, fra Valle d’Aosta, Svizzera e Lombardia, basta guardare una carta delle precipitazioni cumulate annuali.
    È chiaramente una questione di soldi, di convenienza per chi costruisce e gestisce con denari in gran parte della collettività e che forse potrebbero essere usati meglio, invece che cercare di sollevarsi da terra tirandosi per le stringhe delle scarpe, come spesso (se non sempre) facciamo in Italia.
    Ah, l’appalto in questione, per più di 2 milioni,  è stato pure affidato senza alcuna gara.
    Ciao a tutti
     

  3. Claudio e Enri, assicurarsi che il cervello sia collegato prima di azionare la bocca.

  4. Comunque ieri è’ venuta giù’ un bel po’ di neve…praticamente una valanga di neve.
    Forse ci preoccupiamo troppo e troppe volte troppo in anticipo. E certamente siamo ormai presi dall’ossessione di vedere prove in ogni dove per sostenere la nostra propria ideologia climatica: se non piove perché’ non piove, se piove perché siamo come ai tropici, se non nevica perché non nevica, se nevica troppo e’ perché’ e’ nevicato troppo. Qualcuno si ricorda la differenza fra meteo e clima? Geografia, prima media.
     

  5. L’ultima idiozia è la vostra in cui non capite il problema e ideologizzate come da mio commento bannato perché non in linea col vs. pensiero. Siete dei poveretti 

  6. Quale è il problema? D’inverno l’acqua del fiume non serve alla agricoltura e se viene usata per fare neve contribuisce al benessere economico locale, in primavera lo scioglimento lento della neve contribuisce ad una  migliore crescita dei prati e scende lentamente verso valle rallentando il disseccamento estivo del fiume. Ragionare complessivamente invece di ideologicizzare ogni cosa

  7. Per fortuna si parla sempre più di natura, ma temo che gli interessi economici siano ancora più forti di quelli dettati dalle emergenze ambientali.

  8. Regattin, quella al tuo link è sicuramente una buona notizia ma escluderei i motivi ambientali. Si tratta di schei e mancata convenienza. La PAT è particolarmente sensibile al soldo, come tutti del resto.

  9. Considerando che l’articolo di Alberto Marzocchi inizia con
    “Febbraio 2023, Valsesia. Le autobotti, cariche di acqua, partono dalla pianura e risalgono la valle per rifornire i paesi.”
     
    Archivierei la frase di Riccardo:
    “L’innevamento  avviene d’inverno,la siccità d’estate.”
     
    Alla voce falsità ad arte per ottenere un effetto subliminale, che ben introduce anche le affermazioni successive.
     
    Peraltro la val Sesia, per motivi orografici, in estate è un vero pisciatoio quanto a precipitazioni!

  10. Non mi schiero, ma l’intervento di Riccardo mi pare che mostri chiaramente e senza prese di posizione generaliste (alla Crovella per intenderci, che fanno pure rivoltare nella tomba il povero Charles) l’altra faccia di una medaglia che vede anche chi abita sperdute frazioni alpine e non sovrapopolate città. 
    Città in cui il montanaro non vuole vivere. Nulla viene gratis. 

  11. Buongiorno Riccardo,
    tra gli aspetti di cui non comprendo l’esistenza  nel 2023, a fronte di criticità a dir poco allarmanti e conoscenze diffuse e con ogni mezzo, c’è quello dell’innevamento artificiale: non solo c’è da chiedersi la ragione di tale accanimento del genere umano a voler fare sempre e comunque qualunque cosa senza rispetto per tempi e luoghi. Mi sembra superfluo, ma evidentemente non lo è, sottolineare che è a dir poco azzardato utilizzare risorse idriche ed energetiche per sparare neve (e mantenerla faticosamente) laddove non è caduta. Non solo vigono aree in Italia dove il sistema idrico è ancora carente, ma soprattutto la mancanza di piogge regolari sta mettendo a repentaglio l’agricoltura e la quotidianità. Come si può sostenere che la siccità è solo a carattere estivo? Qui in Sicilia non abbiano vissuto le piogge autunnali che garantiscono la piantumazione e la sopravvivenza di molte piante, oltre a creare riserve per la primavera.
    Creare un manto nevoso (ho difficoltà a chiamar neve quella artificiale!) dove non ci sono state precipitazioni crea disequilibri di ogni tipo, a cominciare dal suolo fino agli animali – ivi inclusa l’umanità.
     
    Infine, ritengo che parlare ancora di ambiente senza considerare che noi umani ne siamo parte integrante è anacronistico. 

  12. Mi permetto di segnalare alcune inesattezze. L’alpe di mera ha un ottima esposizione che permette il mantenimento della neve a lungo proprio per la sua naturale esposizione . Infatti ai frequentatori della valsesia è noto a vista d’occhio che mera è l’ultima valle in cui si scioglie la neve. L’innevamento  avviene d’inverno,la siccità d’estate. In realtà sparare la neve permette la creazione di un naturale bacino d’acqua che permette ,attraverso il lento scioglimento ,di alimentare i fiumi in secca.
    L’alpe di mera ha già un suo bacino artificiale che si autoalimenta quindi questo impianto è solo integrativo a quello esistente .
    la quota è sicuramente un problema ma anche in stagioni con poca neve Monterosa ski è riuscita a garantire la sciabilità con la neve a disposizione che una volta finita la stagione permette di alimentare il fiume sesia nel momento in cui l’agricoltura ne ha piu bisogno. Gli acquedotti che devono rifornire i paesi in alta quota colpiti dalla siccità  non vengono alimentati dal fiume sesia 
    in realtà l’accanimento terapeutico permette ad un intera valle di prosperare grazie all’indotto  generato . 
    Grazie dell’attenzione 

  13. Sono curioso di leggere le argomentazioni dei sostenitori strutturali della tesi per cui lo sci di pista non danneggia l’ambiente. Se non sono le ruspe sul ghiacciaio sopra Cervinia è il possibile sbancamento del Vallone delle Cime Bianche. Se non è la girandola circense dei mega comprensori dolomitici… ci pensano i “fenomeni” che sottraggono acqua al fiume e quindi alle esigenze di sopravvivenza della popolazione. Ci penserà la natura a rimettere le cose a posto, darwinianamente…

  14. Attendo veementi prese di posizione di UNCEM. Su Paolo Cognetti erano stati fulminei…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.