Lettura: spessore-weight***, impegno-effort*, disimpegno-entertainment***
La giornalista Silvia Conotter nel 2013 ha ideato Il Trentino Alto Adige dei bambini, ormai nel bene (ma purtroppo anche un po’ nel male) punto di riferimento delle famiglie italiane che vogliono vivere appieno quella regione.
Il Trentino Alto Adige dei bambini è un sito internet che raccoglie le idee, i progetti, gli eventi e le realtà che hanno aderito allo spirito dell’iniziativa e che ovviamente vogliono promuoversi. Dà la possibilità di avere consulenzea ad hoc per realtà trentine o altoatesine che hanno come target le famiglie (Apt, hotel, strutture sportive, agritur, impianti sciistici…).
Ma non è solo un sito: è anche una trasmissione televisiva di successo (circa 50 mila spettatori in totale nel weekend), in onda ogni venerdì alle 21 su Rttr, con repliche il sabato e la domenica, oltre che a orari non definiti per tutta la settimana successiva, un libro sui posti da visitare e sulle attività da svolgere con i più piccoli (Edizioni Curcu&Genovese, 15 euro, oltre 4000 le copie vendute da giugno 2015); una comunità social che conta su Facebook oltre 34 mila fan e più di 3000 iscritti alla newsletter. Qui la rassegna stampa).
Come viene detto nella presentazione, “nel corso degli anni, Il Trentino-Alto Adige dei bambini è diventato per le famiglie sinonimo di qualità assicurata e per realtà pubbliche e le aziende che si rivolgono alle famiglie un interlocutore irrinunciabile”.
Siccome è “strumento prezioso per chi si occupa professionalmente di eventi, festival e proposte di intrattenimento di qualità per le famiglie”, Il Trentino dei bambini viene regolarmente consultato “da chi desidera aumentare la propria visibilità anche tramite web marketing, blogging, content management e social media marketing”. E, aggiungiamo noi, appunto per questo ha una grossa responsabilità, quella delle scelte di indirizzo.
E qui l’asino, se proprio non casca, prende almeno una bella storta. Il rischio che l’iniziativa si arrenda alle esigenze del marketing è forte e ben tangibile.
Per dimostrare quanto riteniamo di dover asserire, siamo andati a leggere nella sezione All’aria aperta cosa e come viene presentato sui parchi-gioco estivi. Sono presenti 22 realtà turistiche del Trentino-Alto Adige, effettivamente dedicate ai bambini, tra le quali occorre fare subito una grande distinzione: quelle che operano con il preciso intento di educare i bambini facendoli divertire e interessandoli all’ambiente e alle meraviglie della montagna (sono 10, e ne diamo qui l’elenco: Monte Pana, Latemarium, Cermislandia, Tana degli Gnomi a Bellamonte, Gioco del Parco in Val di Rabbi, Parco Naturale Orperl’s, Giro d’Ali ad alta quota, Biblioigloo, Giocabosco in Val di Fiemme e MondoBimbi di Valdaora) e quelle invece che offrono banalità e che potrebbero essere installate tranquillamente a Rimini o Gardaland con lo stesso consumo di divertimento o di adrenalina, senza valore aggiunto di alcun tipo (sono anch’esse 10 e volutamente non le citiamo).
Come vedete la somma fa 20: perché le altre due riguardano lo stesso caso, un po’ particolare e presentato due volte, quello di Latemar MontagnAnimata. Particolare perché, in esso, sono presenti entrambe le tendenze, quella ludico-didattica e quella ludico-consumista, senza apparente contraddizione.
Proprio a firma di Silvia Conotter è la presentazione di Latemar MontagnAnimata. Citiamo qui uno stralcio: “Spiegare cosa sia Latemar MontagnAnimata è un’impresa difficile. Tante esperienze diverse, tutte da sperimentare, capaci di coinvolgere in maniera attiva grandi e piccini. Si raggiunge da Predazzo in pochi minuti in telecabina… e per chi vuole salire di più un’altra seggiovia vi porterà direttamente a Passo Feudo, quota 2190 metri (di solito si chiama Passo del Feodo, NdR).
Quello che attirerà subito la vostra attenzione sarà di certo l’Alpine Coaster, la slittovia su monorotaia con elettrizzanti curve e salti che lascerà a bocca aperta anche i più scettici (minimo 5 anni d’età, gratuito fino ai 7 anni, prezzi qui)”.
La Canotter, senza battere ciglio per aver disposto in positio fortis il divertimento più banale, prosegue nella descrizione, citando con entusiasmo le altre iniziative (che in effetti, al contrario dell’Alpine Coaster, lo meritano): il percorso interattivo, i percorsi tematici della Foresta dei Draghi (un’ora circa, percorribile anche con il passeggino), quello del Pastore distratto (no passeggino) e il vecchio Sentiero geologico delle Dolomiti, oggi rinnovato e ribattezzato Geotrail Dos Capél. Segue accurata descrizione di tutti gli spettacoli di animazione in programma nel 2017.
E’ a disposizione anche un filmato, a cura di Il Trentino Alto Adige per i bambini, con finalità di presentazione di Latemar MontagnAnimata. In esso l’Alpine Coaster è proposto in posizione intermedia, senza eccessive lodi.
A questo punto siamo andati a fare una ricerca su questa realtà abbastanza dicotomica, per capire da dove è partita e perché alla fine ha culturalmente deragliato.
Nel sito di MontagnAnimata si parte bene: “Il sentiero diventa leggero, i pensieri respirano. Sono storie di draghi fantastici. Racconti di pastori, boscaioli, apicoltori e guide alpine. Un libro aperto 240 milioni di anni fa tra le rocce. 3 sentieri facili da fare insieme, famiglie e bambini. Panorami bellissimi, gioco e tanto divertimento: tra Gardonè 1650 m e Passo Feudo 2190 m ai piedi del Latemar, in Trentino. MontagnAnimata è il sorriso e la creatività di 40 professionisti, 25 animatori, 7 istituzioni coinvolte in un progetto fantastico che rispetta la natura, valorizza il territorio e ti invita a giocare”.
Nel primo video, MontagnAnimata, le persone fanno la differenza, procedono gli intenti educativi: “Avvicinare bambini e famiglie alla natura, con leggerezza e originalità. Valorizzare le risorse del territorio, persone e natura dando spazio alle idee. Mixare competenze e talenti. Creare animazione e avventura, nel bosco con i cinque sensi. Zaino in spalla, si cammina sul filo di una storia. Il sentiero diventa leggero, lo sguardo si distende, i pensieri respirano. Procedi a piccoli passi, ti inoltri alla scoperta del bosco“.
I video proposti sono quasi una decina. Prendiamo quello relativo alla Foresta dei Draghi: il simpatico commento è accattivante e procede ancora nella giusta direzione didattico-ludico-educativa per i più piccini: “Ma voi lo sapete che sul Latemar, qui in Val di Fiemme, c’è una foresta dove si nasconde un drago? Noi siamo andati a cercarlo e abbiamo trovato un sacco di indizi: occhi nascosti nei tronchi degli alberi, uova in nidi giganteschi pronti a schiudersi, la casetta di un esploratore pieno di disegni e ricerche sui draghi!“.
Un terzo video è sul GeoTrail del Dos Capél.
Ed ecco la presentazione dello spot sull’Alpine Coaster: “Unica in Trentino! Allaccia le cinture, regola la velocità, senti l’aria sulle paraboliche mozzafiato! Alpine Coaster ti aspetta a monte della telecabina Predazzo-Gardonè. Sei in Val di Fiemme“.
Qui abbiamo superato il limite. La domanda è: che c’entra la montagna? Seguita da un’altra: è vero che possiamo divertirci ormai solo così, grandi e piccoli?
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Un’altra mostruosità venduta come valorizzazione!!!Un altro schifo!!
Non ci resterà che qualche recondita ed irraggiungibile montagna, magari ricca di belle frane!
Grazie Trentino!!
Purtroppo è la società odierna che chiede questo, e anche loro – volenti o nolenti – sono costretti ad adeguarsi.
Il problema non sta piú nell’ educare ad un corretto turismo montano, ma nel rieducare da zero una società sempre piú artificiale e sempre meno a contatto con la natura.
Resto comunque dell’ idea che i danni ambientali dell’ alpine coaster o di una seggiovia siano sempre minori di quelli della zona industriale di Longarone o della famosa multinazionale agordina che, quanto a galvaniche e processi chimici, credo non ci vada leggera (oltre ad invogliare indirettamente i valligiani ad abbandonare i loro monti e snobbare il turismo)
Mio figlio maggiore si ricorda di una gita lunghissima con un uovo sodo da mangiare in due per tutto il giorno, ma non si ricorda di nessun giro in giostra.
ll mio prete mi portò un giorno (avevo 9 anni) al Lago Negher… era la mia prima volta in montagna… in piena estate le rive ricoperte di neve e il lago semi ghiacciato… rododendri a perdita d’occhio verso la parte sud della Marmolada, per me allora senza significato, ma della quale non potei non chiedere conto… filoni di pane nello zaino e acqua di rubinetto nella borraccia, che prendeva in giro la nostra sete e la nostra fatica, facendosi ricordare durante la salita… e la compagnia degli amici e la fatica tutti insieme… e i canti e i sorrisi all’arrivo… non ho letto fino in fondo il tuo articolo… mi sono stancato di leggere e di ascoltare proteste, critiche e denunce… il mondo va (dal mio punto di vista) alla cazzo, con tante scuse al cazzo e nè io nè te nè noi potremo mai farci niente. Meglio ritirarci in comunità in un luogo remoto e nascosto e fottercene dei cannibali.
Invece Luca stanno trasformando tutto in una finzione. A detta loro VALORIZZANO. Anche perchè così facendo ci mangiano in tanti.
Senza poi considerare i danni ambientali che si fanno per realizzare queste opere finte e ridicole.
Poi dopo ci si meraviglia che i ragazzi di oggi non hanno mai visto una gallina e a prenderne in mano una hanno paura.
Dovrebbero bastare prati, boschi, torrenti e rocce. Un mondo vero.
la montagna, oramai un luna park.
La montagna non c’entra..
Ruberà qualche biglietto d’ingresso a Gardaland, per portarlo in val di Fiemme…