Le classi della montagna del professor Piana

Quanti bambini e ragazzi conoscono davvero la montagna? E quanti hanno camminato in un bosco o hanno visto i colori dell’autunno in montagna? Milano ha le Alpi vicinissime, perché non andare a scoprirle? Sono interrogativi e suggerimenti che Marco Bussone, presidente dell’Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, anche a nome dei sindaci dei comuni montani, ha messo in una lettera rivolta agli insegnanti nel primo giorno di scuola. “Al posto di scegliere viaggi d’istruzione (solo) nelle città, tra musei e monumenti, organizzate almeno una gita nelle valli alpine o appenniniche che preferite. Uno o più giorni, peraltro a costi competitivi, tra dighe, foreste, manifattura, alberghi diffusi, laghi e borghi: portate gli studenti affinché non sia loro lontano quel mondo. Che non è piccolo e antico, ma moderno, innovatore e pieno di futuro (Redazione di La montagna fa scuola)”.

Le classi della montagna del professor Piana
di Laura Guardini e Roberto Serafin
(estratto da La montagna fa scuola, piccola guida per educatori e insegnanti)

Il momento di più intensa partecipazione della decima edizione del premio dedicato a Marcello Meroni messo in palio ogni anno dalla Società Escursionisti Milanesi è stato probabilmente quando, il 21 novembre 2017 a Palazzo Marino, a ricevere la menzione speciale della giuria si è presentato alla ribalta con tre suoi giovani allievi l’insegnante Stefano Piana (stefanoepaola.piana@ virgilio.it) che coordina a Genova il progetto Le classi della montagna. La giuria lo ha ritenuto meritevole di un premio speciale “per la sua contagiosa capacità di coinvolgere e entusiasmare gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Campomorone e Ceranesi sui temi legati alla cultura e alla natura delle montagne“.

Si è appreso che oltre al normale percorso scolastico, le Classi della montagna del professor Piana (appoggiato dal CAI di Bolzaneto) possono vivere un particolarissimo “stimolo alla conoscenza” che li porta ad allestire piccoli spettacoli teatrali, gite sui sentieri, letture sulle vaste tematiche che riguardano il mondo alpino e appenninico. Nella newsletter del 13 dicembre 2017 diramata dal quotidiano Il Secolo XIX sotto il titolo Orario scolastico in vetta, i ragazzi del professor Piana sono fotografati ai 2.478 metri di altezza del rifugio Bozzi la sera del 30 maggio 2017. Nella targa alle loro spalle si legge la dedica “a Lino Zani, alpinista, maestro di sci e non solo, montanaro come il suo grande amico Giovanni Paolo II: per dirti grazie della disponibilità, della passione, della memoria, dell’amicizia e della simpatia che ci hai regalato negli indimenticabili giorni trascorsi tra le montagne della Valle Camonica“.

Milano, novembre 2017. Il professor Piana riceve da Nicla Diomede il Premio Marcello Meroni.

La II d, scuola media “Alice Noli” di Campomorone e Ceranesi, sulle alture di Genova, nell’immagine sorride a Zani, esploratore di Polo Nord e Sud, amico di Mike Bongiorno così come di papa Woityla. La loro è una delle “Classi delle montagne”, impegnata in una delle gite in vetta con Piana, il prof genovese che conduce questo progetto didattico in orario scolastico, durante i tre anni di scuola media. “Non si tratta di una semplice gita di classe, ma di qualcosa di più“, spiega il professor Piana. Studiare all’aperto materie quali Storia, Scienze e Letteratura è l’impegno. Le Classi delle Montagne hanno fino al 2017 coinvolto 166 alunni, 72 per l’anno citato, e raggiunto una trentina di mete dal Gran Paradiso all’Alto Adige.

Si tratta, nell’idea di questo prof un po’ visionario di “un progetto educativo didattico con i ‘timbri’ delle leggi ufficiali, e che nasce dalla mia passione per la montagna“. “La scuola“, riflette Piana, “ha bisogno di riscoprire la bellezza a cui bambine e bambini non sono più abituati: hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono“. E ancora: “Forse tanta prepotenza, tanto bullismo, tanto bisogno di trasgressione potrebbero avere origine nel furto del cielo notturno inghiottito dall’inquinamento luminoso. Occorre dunque riscoprire il cielo stellato sopra di noi per ritrovare la legge morale dentro di noi“. Grazie alla disponibilità di famiglie e colleghi, il tempo prolungato delle Classi delle Montagne non conosce ostacoli burocratici e procedurali. Le lezioni sperimentali di Piana sembrano avere subito convinto i dirigenti scolastici. Genova, si sa, è profondamente legata alle vette e vanta protagonisti illustri dell’alpinismo come Alessandro Gogna, Euro Montagna, il compianto Gianni Calcagno. Sulle alture che circondano la città della Lanterna, gli studenti compongono poesie, ammirano il tramonto e incontrano uomini e donne che in montagna vivono e lavorano. “Il momento fondamentale“, avverte il docente, “è quello del ripensamento: tutti assieme accanto al fuoco o al ritorno, davanti ad una pizza“. È allora che i ragazzi riflettono sull’importanza del silenzio, sull’accoglienza delle diversità, essendo il gruppo aperto ai compagni “speciali”.

Il Presidente del CAI Vincenzo Torti (a sinistra) con il professor Stefano Piana e tre dei suoi allievi.

Laureato in lettere classiche, Piana è insegnante di ruolo nella scuola secondaria di primo grado nell’Istituto Comprensivo Campomorone e Ceranesi. Collabora in qualità di formatore con il LaborPace della Caritas di Genova, e con la cattedra di Didattica Generale della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. È socio fondatore del GRED (Gruppo di Ricerca Educativa e Didattica) presso la stessa Università. Ha collaborato con l’ente di formazione Endofap Liguria e con il CNIPEC (Centro Nazionale Istruzione Professionale Esami e Concorsi). Ha ideato, progettato e contribuito a realizzare la Biblioteca – Centro Memorie del ‘900 “Giovanni Palatucci” del VI Reparto Mobile della Polizia di Stato, di Genova.

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Le classi della montagna del professor Piana ultima modifica: 2020-01-25T05:53:20+01:00 da Totem&Tabù

2 pensieri su “Le classi della montagna del professor Piana”

  1. Anche a Milano c’era un prof così. Insegnava Informatica alla scuola media Quintino di Vona e si era reso conto che i suoi allievi era dei veri NERD. Così si era inventato di portarli in montagna alme do 10 o 15 volte all’anno, anche per più giorni. E’ andato in pensione giusto in tempo perché la mia figlia maggiore lo “mancasse”: ne è rimasta molto delusa.
    Credo che la categoria degli insegnati sia in media molto migliore di quanto ci meritiamo per come viene trattata, dipinta e supportata in Italia 

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