28 pensieri su “Le domande”

  1. Antonio,
    come ho già avuto opportunità di scrivere altrove, non credo che un nuovo paradigma possa scaturire da un elenco anche se geniale.
    La comunicazione richiede emozione non razionalità.
    Tuttavia il mio elenco lo avrei, ma fosse anche geniale, non avrebbe gambe per camminare tta la selva di contestazioni, queste sì totalmente razionali.
    Anche punti ecclatanti nella loro evidenza, sarebbero sommersi da contestazioni, per altro comprensibili.
    Prendi la deregolamentazione, la sburocratizzazione. Per ridurla e renderla funzionale alla miglior vita non basta la denuncia, tutti la possiamo epsprimere, servono dei valori che non la creino.
    Per questo mi tengo lontano dagli elenchi propositivi, almeno finché opportuno.
    L’elenco utile si compone di un punto, i valori, appunto.
    E questi, essendo totalmente a carico dell’esperienza, non sono trasmissibili.
    Dunque è mio parere più opportuno provocare riflessioni che in tutti gli uomini interessati a liberarsi dal conosciuto porteranno certamente a rinunciare ai valori egoistici e ad esprimere valori differenti da quelli che dominano ora.
    Queste persone, senza fare elenchi di proposte, certamente realizzeranno un mondo altro dal presente.
    Allo stesso modo uomini di altre geografie hanno realizzato altri valori e altre culture.
     
    Nell’articolo c’è una narrazione che è di molti, della quale io per primo diffido. È ben più importante cogliere la verità che è la narrazione che ci facciamo che fa la realtà di quanto non lo sia credere a una o all’altra narrazione. In questo senso è, era una provocazione.
    Finché le persone pensano ci sia una realtà in cui, come fosse un salotto,   entriamo e osserviamo dov’è il posacenere e la finestra e poi lo raccontiamo ai nostri figli come stessimo riferendo la verità, nessun elengo geniale per una società fondata sulla bellezza potrà mai esserci.
     
    Comunque tempo fa avevo iniziato a prendere qualche appunto per un articolo dal nome Farei così.
    Eccolo.
    Anche se siamo proprio nella situazione razionale o senza spessore, sarebbe bello avere la tua e vostra partecipazione per perfezionarlo.
    So che non succederà: è egoisticamente inopportuno seguire qualcuno che non è un capo.
     
    Farei così.
    Uno Stato in forma di Repubblica oligarchica a suffragio universale.
    I settori istituzionali della società previsti dalla Costituzione, salute, scuola, difesa, carceri, economia, arti, cultura, ecc, si dividono la torta politico-economica in spicchi uguali.
    Ogni cinque anni avviene una rotazione, tale per cui lo spicchio di turno ha il massimo dell’attenzione. Gli altri in un decrescendo progressivo.
    La campagna elettorale si esaurisce nella dichiarazione di ciò che il candidato afferma di realizzare nel quinquennio.
    Gli elettori votano per candidato/progetto.
    Gli eletti hanno uno stipendio elevato e noto.
    Se non realizzano quanto promesso lo restituiscono in grandissima percentuale.
    Se lo realizzano hanno diritto ad un posto governativo per il quinquiennio successivo, per massimo due tornate.
    Le persone versano mensilmente lo stipendio dei politici.
    Chi non può permetterselo è impiegato in attività sociali.
    Se il progetto non procede come dichiarato – è il soggetto stesso che lo dichiara – lo stipendio si interrompe.
    Se dichiara il falso (non tutti i progetti hanno evidenze immediatamente rilevabili da chiunque) viene estromesso dalla politica e costretto a restituire i guadagni acquisiti.
     

  2. Lorenzo, nel commento 2 hai scritto
    L’intento di fondo era fare presente che la realtà che vediamo dipende dalla narrazione con la quale ci abbiamo avuto a che fare. Storia, leggende e verità sono spremute narrative.
    Non mi pare, l’intento di fondo era fare presente la tua narrazione e quindi la tua realtà come fonte di verità in contrapposizione alla narrazione che politici, capitalisti, media, per farla breve “poteri forti” propinano alle masse, perlopiù ottuse.
    Allora, proviamo per una volta a cambiare cliché. Invece che fare la lista dei difetti e delle catastrofi ad essi correlati prova a fare una lista di cose che andrebbero fatte e che siano concretamente realizzabili. Prova a stupirci con una narrazione innovativa che possa tramutarsi in realtà condivisa. Poi vediamo.

  3. Qualcuno crede agli interventi umanitari, siano militari, siano ong.
    Qualcuno non vede che i bombardamenti Nato in Serbia – incluso non a caso il palazzo dell’ambasciata cinese a Belgrado – non siano serviti ad installare la più grande e la più orientale base militare americana.
    Qualcuno non vede che quei bombardamenti hanno fatto carta straccia delle convenzioni internazionali.
    Qualcuno non vede che l’indipendenza del Kosovo, unilateralmente affermata, e sostenuta dall’Onu, non fosse altro che interesse americano.
    Qualcuno crede che le Ong non siano estensioni, avamposti monitoratori per conquiste di nuovi mercati, che davvero le élite si facciano carico della questione ecologica per sconfiggerla?
    Qualcuno pensa che le guerre non abbiano altro che ragioni economiche, di controllo.
    Che il colonialismo ha portato del bene.
    Il controllo della masse è un imperativo, formare qualcuno devoti è necessario.
    Come escludere dalla questione dei sistemi complessi o dei grandi numeri, l’eventualità che elementi di comuni interessi e potenza non si uniscano per gestire i propri interessi?
    Chi comanda la comunicazione, chi ha capitali superiori a quelli degli stati, chi è in grado di gestire la tecnologia non mancherà del necessario per ottenere leggi a proprio vantaggio.
    Il ricatto economico e quello sociale è una carta nelle loro mani.
    Chi è parte dei qualcuno, è complice della direzione del mondo.
    Oppure le primavere arabe sono un fatto spontaneo?

  4. A pare mio è ovvio che un sistema aristocratico o al limite il potere assoluto di un singolo sia il sistema di governo migliore, più funzionale ed efficiente e che può garantire a tutti il miglior modo di vivere.
    Se metto alla guida il migliore o i migliori (dal greco àristos) non posso che ottenere i migliori risultati.
    Il piccolissimo problema sta però nella definizione e nella scelta dei “migliori”…
    Ma anche ammesso di trovarli realmente, è inevitabile che questi abbiano figli. Che sono stronzi come tutto il resto della popolazione.
     
    Per tornare al cuore delle domande, dirò che sono certo che non esiste né uno né molti capitani, o manovratori, né occulti né palesi.
    Esistono momenti e moventi storici. Necessità.
    Marx ha creduto di fondare una scienza basandosi praticamente su uno solo, la necessità economica. Io credo che ci sia andato ben vicino, essendo la sopravvivenza il principale movente umano, ma ignorando il concetto di sistema complesso ha fallito il bersaglio grosso, la risposta scientifica onnicomprensiva.
    E’ come un metereologo: con barometro, igrometro, anemometro (e molta osservazione) puoi prevedere il tempo in un posto domani. Hai una pratica che riguarda il sistema atmosferico, non una scienza, una spiegazione globale.
    Ma questo non significa che barometro, igrometro, anemometro (e molta osservazione) siano inutili o diano indicazioni false, come sembra sostenere Lorenzo.

  5. Valpreda non sarebbe d’accordo con te.
    E anche all’epoca il popolo del tg tutto compatto a dare contro l’anarchico.
    Ho detto governi ma pensavo a parlamenti.
    Con qualunque legge elettorale una cultura capitalista non può che replicare quanto già ci ha mostrato.
    Il sistema è malato terminale.
    E l’agonia si allungherà.
    Lo garantisce il tassista. L’ha riconosciuto.

  6. Lorenzo,
    ma credi davvero a tutto quello che scrivi, credi che il mondo sia proprio come lo dipingi tu? Non mi dire che per me “Tutto va ben Madama la Marchesa”, ma sono costretto a ripetere parola per parola il mio commento 11:
    Tu scrivi:
    Il controllo è crescente. Il progetto è chiaro. La destabilizzazione è grande. Le recenti primavere e guerre islamiche e l’immigrazione di massa erano solo l’avvio del progetto. Da anni avevano in mano la carta della pandemia. Attendevano soltanto il momento per metterla sul banco.Non si chiama “progetto”, e non esiste un progetto di massa per l’immigrazione nel mondo, esistono le guerre che fanno scappare la gente. Come hanno sempre fatto. E le guerre si fanno per i soliti motivi, non per aumentare le migrazioni.Si chiama mondo, non c’è un capitano. Forse qualcuno dovrebbe parlare al Padre, con la P maiuscola, e dirglielo. Avidità e ingiustizia da sempre dominano, non esiste un’epoca felice dalla quale il bieco progetto ci ha strappati via. Guardiamoci indietro… Come disse Leopardi, il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene, e di vili contro i generosi..
    PS: parli di governi non eletti, ma non sono i governi a dover essere eletti, bensì i parlamenti che devono dargli la fiducia. Se invece mi dici che la nostra legge elettorale non ci consente una vera scelta, sono d’acc0rdo, ma allora mi dovresti dire quale legge elettorale riterresti adeguata, tale da rappresentare bene le opinioni degli elettori e dar vita a un governo efficace.

  7. Certo, ognuno ha diritto al pensiero.
    Alcuni di questi alimentano lo statu quo di una democrazia e di un capitalismo che stanno crollando abbracciati su loro stessi.
    Come già da tempo si può cogliere, su quelle macerie si innalzeranno le nuove potenze sovrannazionali.
    Annunciando naturalmente, come già è stato fatto, ricchezza e ugualianza per tutti.
     
    Intanto, come non fossero sintomi di una patologia terminale: Disoccupazione inesorabilmente crescente, quasi ontologica in questo sistema; debito pubblico in salita permanente e parimenti ontologico al medesimo sistema; sovranità nazionale in riduzione; vincoli e dipendenze da istituzioni militari e politico finanziarie; infrastrutture fatiscenti, dai viadotti alle aule scolastiche attraverso corsie d’ospedali; moltitudini colpite da catastrofi riempite di promesse e svuotate di dignità; formazione totalmente devota alla produzione di esecutori poi resi felici di ubbidire, di alimentare il progresso dal benefit del momento; tecnologia e sua madre scienza vendute e vissute come il vertice solo a cui riferirsi per pensare, per scegliere, per credere; pensiero unico, reso possibile con una comunicazione del rimbambimento che imperterrita domina la società dello spettacolo; censura applicata senza provocare bombe, rivolte e neo burning monk, nonostante il giro di vite di lontana provenienza abbia accelerato la ruota cricetica sulla quale consumiamo la vita ormai dimentichi del canto delle allodole, del colore dei gruccioni, dell’estasi delle lucciole, della bellezza dei cervi volanti. 
    Doni per i nostri figli, in nome della democrazia.
     

  8. In concreto non riesco a vedere un regime autoritario che possa garantire uguaglianza, pari opportunità, meritocrazia, ecc. ecc.. Vedo solo dei regimi dove se vieni appena sospettato di essere un oppositore ti torturano come se non ci fosse un domani.
    Grazie, preferisco l’Italia con tutti i suoi difetti. W l’Italia.

  9. Nel concreto.
    Prendere il passato e sovrapporlo al presente o proiettarlo nel futuro è a mio parere inopportuno in quanto potenzialmente demagogico.
    Se è pur vero che la storia ci ripresenterà ciò che ci ha già fatto cnoscere, altrettanto lo è che formule di governo non a suffragio universale non possano essere più funzionali e giuste della presunta democrazia con la quale abbiamo a che fare.
    Avresti firmato per avere il voto e sapere che non sarebbe contato?
    Per una democrazia che è guidata da governi non eletti?
    Da quella che affoga nella burocrazia, nel mare di leggi, nelle prescrizioni sapientemente raggiunte, nel comitato del giusto e dello sbagliato, nell’obbligo di di concedere la disponiibilità del tuo corpo?
    Chiunque può allungare l’elenco.

  10. La chiaroveggenza non è in dote a tutti nonostante essa non distingua chi merita e chi no di averne diritto.

    Vero non tutti hanno i dono di vedere e spesso il diavolo si nasconde tra i dettagli.
    Però c’è da dire che molti fanno finta di non vedere perchè gli conviene e noi italiani siamo molto opportunisti.

  11. @Arioti se ti riferisci al mio commento, è possibile che io non sia riuscito a farmi comprendere. 
    Premesso che rispetto all’attuale italiano, esistono infiniti sistemi peggiori, ho solo affermato che una democrazia non si distingue dalle forme ma dalla sostanza che quelle forme sono destinate a garantire, ossia la tutela dei diritti e l’esercizio degli stessi. 
    Possono esservi infinite norme di garanzia che fanno sembrare viva una democrazia che in realtà non esiste eprchè si tratta di elementi svuotati dall’interno (anche la nostra famosa carta costituzionale).
    lo evidenziano personaggi assai più autorevoli del sottoscritto…
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/01/versiliana-2017-scarpinato-non-sono-riusciti-a-cambiare-la-costituzione-quindi-la-stanno-svuotando-dallinterno/3831035/
    https://espresso.repubblica.it/palazzo/2010/06/16/news/zagrebelsky-l-italia-dica-no-1.21683
    In tal caso il cittadino si illude di vivere in un regime democratico ma è in realtà eterodiretto (lungi da me affermare che sia meglio un sistema autoritario).
    Meglio etero diretti che sudditi di un regime autoritario e violento, ma attenzione che la schiavitù e la violenza hanno diverse forme e declinazioni….   

  12. Giusto per stare nel concreto, cioè nelle cose della vita di tutti i giorni, come si fa a pensare che un regime autoritario sia meglio della democrazia? Se ce lo diciamo pour parler ok, è come dire che l’Italia è un paese del terzo mondo, ma se ci crediamo davvero la cosa diventa preoccupante. Spero vivamente che questi confronti vengano fatti solo a scopo rafforzativo di idee, opinioni, malesseri vari perché in caso contrario significa che i macelli del secolo scorso  sono stati rimossi.

  13. La chiaroveggenza non è in dote a tutti nonostante essa non distingua chi merita e chi no di averne diritto.
    Osservare pernette di riconoscere le forze che agiscono nelle relazioni tutte, tra tutti i tipi di insiemi possibili.
    È un’osservazione però che richiede di smettere gli occhiali delle ideologie tutte, dichiarate e pubbliche, occulte e personali.
    Posata la protesi dell’importanza personale molto altro appare.
    Nelle spicciole e nelle grandi relazioni.
    Così come sapevamo prevedere le bugie di un adolescente e tutta la biografia che le obbligava, si possono vedere altri fili rossi che non stanno nei titoli dei telegiornali, divrsivi fatti apposta per disperdere il filo di Arianna, che tutti lasciamo dietro di noi.
     

  14. condivido il (retro)pensiero di Merlo.
    Noto da ormai un paio di decenni una spinta marcata alla sistematica demolizione di servizi e tutele essenziali (io mi occupo di giustizia, ma non fatico a vederlo in altri settori della vita sociale).
    Peraltro per eliminare un diritto non occorre esplicitamente abolirlo ma è sufficiente renderlo di fatto inattuabile o non tutelabile. 
    Provate a fare una querela e vederete che fine farà, oppure una causa ad una compagnia telefonica che vi accredita ogni mese 10 euro in maniera illegittima…
    Eppure uno dei pilastri del vivere sociale è la tutela dei diritti dei consociati, rapida, efficace ed effettiva, di tutti i diritti non solo di quelli ritenuti alti…
    Oppure provate a votare scegliendo i vostri rappresentanti. LA democrazia di forme e priva di contenuti è ancor peggio di un regime autoritario. 
    Le figure sempre più piccole che occupano la scena pubblica, a confronto  delle quali politici arrembanti di un ventennio fa sembra oggi statisti, non credo siano lì per caso ma sono funzionali a questo gioco delle maschere.
    Eppure quando ho provato a far notare alcune contraddizioni e deviazioni  del sistema normativo in tema di covid anche qui sopra  si è scatenato il putiferio…
     
     
     

  15. Ciao Salvatore e Alberto.
    Sì, si può astrarre e formulare le vostre considerazioni d’ordine antropoligico e morale.
    Tuttavia, se “avidità e ingiustizia da sempre dominano” darei per certo che interessi simili da sempre si uniscano per soddisfare la loro avidità, per mantenere l’ingiustizia.
    Lo si può osservare nelle relazioni personali e crescendo fino a quelle i cui interlocutori giocano sul campo della globalizzazione, del liberismo, del capitalismo finanziario, del dominio e dell’egemonia.
    Come detto altrove, sono forze in grado imporre guerre e leggi, dove la loro strategia egemonica ritiene più opportuno.
    Sull’argomento si può trovare molto materiale sebbene i mantra del pensiero unico abbiano una portata tale da tenerlo evidentemente occulto ai più.

  16. Come disse Leopardi, il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene, e di vili contro i generosi..

     
    l’eterna lotta tra il bene e il male.

  17. Il controllo è crescente. Il progetto è chiaro. La destabilizzazione è grande. Le recenti primavere e guerre islamiche e l’immigrazione di massa erano solo l’avvio del progetto. Da anni avevano in mano la carta della pandemia. Attendevano soltanto il momento per metterla sul banco.
    Non si chiama “progetto”, e non esiste un progetto di massa per l’immigrazione nel mondo, esistono le guerre che fanno scappare la gente. Come hanno sempre fatto.E le guerre si fanno per i soliti motivi, non per aumentare l e migrazioni.
    Si chiama mondo, non c’è un capitano. Forse qualcuno dovrebbe parlare al Padre, con la P maiuscola, e dirglielo. Avidità e ingiustizia da sempre dominano, non esiste un’epoca felice dalla quale il bieco progetto ci ha strappati via. Guardiamoci indietro… Come disse Leopardi, il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene, e di vili contro i generosi..

  18. Tutto cosî. Va bene. Manca il piano occulto. implicito in noi. vuoi che lobbi potenti non operino in tal senso in funzione del loro interesse?
    a cosa serviva l’antracite di Powell?
    le guerre sono espressioni di interessi economici. chi ne ha le forze vuoi che non agisca per influenzare governi?
    dunque non una stanza di comando ma intenzioni permanentemente all’opera

  19. Non vorrei che però andassimo alla deriva del “grande manovratore” che opera dietro le quinte. Questo schema non mi convince perché ci riporta alla semplificazione di sistemi complessi.
    La realtà non è né quella che ci viene propinata ufficialmente né quella che non ci viene raccontata. La realtà ha molte faccie, esiste la realtà fenomenica e la realtà storica, la realtà collettiva e quella individuale. A volte tutte queste realtà sono abbastanza convergenti ma il più delle volte divergono e non di poco. Per es. la realtà giudiziaria (si usa il termine verità) è una realtà storica la quale può o meno coincidere con quella fenomenica (chi è l’assassino, colui che emerge dalla sentenza di condanna o colui che ha fenomenicamente commesso il reato?).
    La realtà storica è inoltre intrisa di falsità, di mezze verità, di semplici supposizioni e perfino sulla nostra realtà individuale fenomenica possiamo maturare dei dubbi (abbiamo veramente vissuto quella determinata esperienza oppure è stata un’allucinazione?).
    In questo marasma è consuetudine trovare un porto sicuro in una rappresentazione che ci piace, che ci fa stare bene, che da un apparente appagamento nel “adesso ho capito come stanno le cose”. Molti si fermano in questo porto sicuro che alla fine diventa un’ideologia.
    Per me non esistono porti sicuri, esistono solo delle esperienze. Ogni esperienza, completamente o parzialmente nuova, mi arricchisce, nel bene e nel male, ampliando gli orizzonti della conoscenza.

  20. Roberto, ecco, forse questo è un punto: “grandi pescecani”.
    Io li ipotizzo (e più) collocati in luoghi più elevati di dove li paventi tu.
    La loro politica non si fa traguardare come quella che riferisci.
    Sono a noi nascosti.

  21. Anch’io non vedo metodo ma è meglio che sia così perché quando il metodo si unisce al malsano si può solo sperare che finisca presto.

  22. Un orientamento di governo basato su un piano e su un metodo sarebbe più facile da contrastare e farebbe danni in una direzione unica e definita, danni ovviamente dal punto di vista degli oppositori. Io personalmente in questo momento non vedo da noi un piano e un metodo, ma confusione, superficialità, inefficienza, trasformismo, opportunismo, comunicazione da Grande Fratello. Se ci fosse un progetto coerente, magari liberista in economia e autoritario nella gestione, perseguito attraverso l’utilizzo strumentale di un evento straordinario , sarebbe meglio che non questa ameba multiforme in mancanza di meglio, che mette insieme tutto e il suo contrario, mentre lontani dai riflettori piccoli e grandi pescecani cercano come al solito di farci un po’ di soldi e un baraccone fieristico condito da vanità individuali fornisce un po’ di spettacolo all’intrattenimento pubblico.

  23. Bello, se ben capisco.
    Il perno del pensiero in questione è di tipo umano.
    Entro il piccolo ma diffuso ambito dell’io, tutti siamo indotti da noi stessi a truccare le partite.
    Tutti.
    L’io, per definizione, separa e pretende.

  24. Le domande di Lorenzo mi hanno ricordato quelle del colonnello Kurz al capitano Willard, nelle scena finale di Apocalypse Now. 
    “Perchè l’hanno mandata a porre fine al mio comando ?”                                
    “Perchè i suoi metodi sono malsani”                                                                        
    “E lei cosa pensa dei miei metodi ? ”
    “Veramente io non vedo alcun metodo, Signore”
    Ecco io la penso come il capitano Willard…vedo il malsano ma non vedo alcun metodo, a differenza di Lorenzo e questo mi preoccupa ancora di più.

  25. Merxi.
    L’intento di fondo era fare presente che la realtà che vediamo dipende dalla narrazione con la quale ci abbiamo avuto a che fare.
    Storia, leggende e verità sono spremute narrative.

  26. Lorenzo, in tutta sincerità devo dirti che sei partito col piede giusto ma poi ti sei perso in una retorica che secondo me non ti si addice. Sembra quasi che il pezzo l’abbia scritto un’altra persona.

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